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La Valle
Imagna è una valle
prealpina che confluisce da destra
nella val
Brembana, nella quale scorre
il torrente Imagna.
I
suoi paesaggi racchiudono diverse
testimonianze con un notevole
patrimonio storico e culturale.
La
valle accoglie al suo interno 15 Comuni: Almenno
San Bartolomeo, Almenno
San Salvatore, Bedulita, Berbenno,
Brumano,
Capizzone,
Corna
Imagna, Costa
Valle Imagna, Fuipiano
Valle Imagna, Locatello, Palazzago, Roncola, Rota
d'Imagna,
Sant'Omobono
Terme e
Strozza.
Gli
abitanti della valle sono detti valdimagnini.
La
valle coincide con il bacino
idrografico del torrente Imagna, la
cui conca si estende in direzione
nord-ovest/sud-est, scendendo dalle
pendici del Resegone fino alla confluenza dell'Imagna nel Brembo (230
metri).
Il
territorio della conca imagnina è
caratterizzato da numerosi villaggi
di piccole dimensioni, a loro volta
suddivisi in contrade. Il paesaggio
è fortemente antropizzato, con la
presenza di terrazzamenti e
fabbricati rurali, soprattutto sul
versante nord della valle a maggior
soleggiamento e messa a coltura; sul
versante sud, meno esposto al sole,
gli insediamenti si basavano
soprattutto sul commercio.
La
maggioranza degli insediamenti si
trova tra i 500 e i 700 metri di
altezza, pur con insediamenti fino
ai 1 100. Il 39% della
superficie della valle è tra i 230
e i 500 metri, il 37% tra i 500 e i
900 metri, e il 24% oltre i 900
metri.
La
Comunità montana della Valle Imagna
ricopre 108,64 chilometri quadrati e
15 comuni, di cui 12 del bacino
della valle (Bedulita, Berbenno,
Brumano, Capizzone, Corna Imagna,
Costa Imagna, Fuipiano Valle Imagna,
Locatello, Roncola, Rota Imagna,
Sant'Omobono Terme, Strozza), per
una superficie di 70,89 chilometri
quadrati, e 3 della corona esterna (Almenno
San Bartolomeo, Almenno San
Salvatore e Palazzago).
Capoluogo
della valle è il comune di Sant'Omobono
Terme.
La
storia della valle parte fin
dall'epoca della dominazione romana,
quando qui si verificarono piccoli e
sporadici insediamenti abitativi,
mantenuti anche in epoca longobarda.
L'epoca medievale,
nella quale i borghi cominciarono ad
assumere una fisionomia ben precisa,
vide imperversare nell'intera
vallata scontri cruenti, molto più
che nelle altre zone della provincia
bergamasca, tra guelfi
e ghibellini, tanto che
in tutta la zona sorsero numerosi
castelli e fortificazioni.
Dal 1296 e
per più di un secolo la città e il
contado di Bergamo furono
infatti teatro di acerrime lotte tra
le due fazioni rivali dei guelfi e
ghibellini, con scorrerie,
saccheggi, rapine, incendi,
uccisioni. Lo stesso travaglio
conobbero le valli. La Brembilla, la
Brembana e il Taleggio erano
ghibelline, come Almenno inferiore e
Villa d'Almè; mentre l'Imagna, San
Martino, insieme ad Almenno
superiore e Gerosa erano guelfe.
Quest'ultima fazione considerava il Papa
come
proprio capo, mentre al contrario i ghibellini ritenevano
che fosse l'imperatore di Germania.
Sui due campi opposti per quanto
riguarda la Valle Imagna e la
Brembilla si fronteggiavano per i guelfi i
capi Trussardo Rota, Andrea Rota,
Cripio de' Crippi di Strozza,
Pinamonte e Peppino Pellegrini di
Capizzone, Matano di Mazzoleni,
Foppo da Locatello, Andriolo Greppi
da Strozza, Butazolo Rota e altri. I
ghibellini contavano invece nelle
loro file Eugenio, Simone, Zavino e
Mogna de' Carminati di Brembilla,
Jacopo Gritti de' Locatelli di
Berbenno, Andreanino Rota di Rota
Fuori, i Dalmasani di Clanezzo. In
principio furono i guelfi a
prevalere, ma i ghibellini, non
rassegnandosi alla sconfitta,
chiesero l'appoggio di Matteo
Visconti (1288-1322)
signore di Milano,
offrendogli in compenso il dominio
di Bergamo.
Il Visconti riuscì
a sbaragliare i guelfi e inviò
Mandello a governare la città. Ma i
partigiani del Papa tentarono la
riscossa, in un primo tempo
fortunata, ma successivamente con il
nuovo aiuto dei Visconti i
ghibellini riuscirono ad avere la
meglio. Cominciò così per Bergamo
e le valli quella che il Carminati
chiama la tirannia dei Visconti
"che non governarono, ma
sfruttarono il nostro paese.
Numerosi sono gli episodi di questo
periodo che riguardano da vicino la
valle, a partire dal dominio di
Barnabò Visconti (1354-1385),
il cui nome e la fama
"sopravvive ancora nella
memoria dei vecchi e nelle
tradizioni della valle".
Questi
anni sono comunque segnati da
successive ribellioni delle valli
guelfe, che mal sopportavano di
trovarsi sotto il dominio di signori
ghibellini quali erano i Visconti.
Nell'agosto, settembre e ottobre del 1363 per
esempio anche l'Imagna insieme ad
altre valli si ribellò.
Durarono
un anno i progressi della crudeltà
uccidendo l'una e l'altra parte
persone innocenti e barbaramente
trucidando le famiglie intere".
Nel 1373 i
guelfi, provenienti dalla Valdimagna
e altre terre, assalirono i
ghibellini, capitanati dal figlio di
Barnabò, Ambrogio, a Caprino, in
Val San Martino. La vendetta del
Visconti che in quell'occasione ebbe
il figlio ucciso, fu terribile. Dopo
aver posto in stato di assedio il
monastero di S. Giacomo in Pontida e
aver promesso agli assediati che
avrebbe loro lasciato salva la vita,
trucidò tutti: uomini d'arme e
monaci che incautamente si erano
fidati della parola del condottiero.
Il dominio visconteo proseguì con
violenze e ribellioni;un nuovo
tentativo di rivolta ebbe luogo
anche in valle Imagna nel 1376,
mentre nel 1384 il
Calvi descrive un fatto d'armi
avvenuto nelle vicinanze del
Pertusio. "Andarono queli di
Locatello con li Arigoni sopra il
monte Ochono e dopo l'uccisione dei
custodi, diedero quel monte in
potere dei Visconti, che poi vi
fabbricò una bastia e pose un
castellano"... Il monte Ochono
è molto probabilmente la prominenza
quasi inaccessibile chiamata l'Oca
che si erge sullo spartiacque tra l'Imagna
e la San Martino, distante un
centinaio di metri dal Pertùs. Nel 1407 le
cronache parlano di un'altra
ribellione dei guelfi delle valli
Imagna, San Martino, Brembana e
Senana superiore ed inferiore, di
Sorisole, di Poltranica...
Avversari
dei guelfi d'Imagna erano i
ghibellini di Brembilla, che
contavano però su un numero
maggiore di uomini e fortificazioni.
Il castello più antico era
certamente quello sul monte Ubione,
costruito nel X secolo, che al tempo
di Barnabò Visconti rappresentava
un'importante fortificazione
ghibellina.
C'erano poi il castello
di Casa Eminente e quello di
Clanezzo. In questo modo le famiglie
dei due signori del luogo, i
Dalmasani e i Carminati potevano
dominare non solo sulla Valle
Brembilla, ma anche sull'Imagna che
rinchiudevano tra i due castelli in
alto e in basso. Quando la signoria
di Bergamo passò dai Visconti alla
Serenissima, che favoriva
apertamente i guelfi, per i
ghibellini cominciò la disfatta che
culminò nel 1443 con
il bando dato agli abitanti
ghibellini della Val Brembilla e la
distruzione delle fortezze
principali della valle.
Sempre
per quanto riguarda quegli anni
burrascosi che precedettero
l'instaurarsi del dominio della
Serenissima, esistono anche le
cronache di Castello Castelli che
danno un quadro fedele e preciso di
cosa significasse in quel tempo
vivere in Valle Imagna. I racconti
del Castelli, che vanno dal 1378 al 1407,
sono un susseguirsi di rapine,
incendi scorrerie e violenze,
uccisioni da entrambe le parti.
I
secoli successivi videro pochi fatti
di rilievo coinvolgere le piccole
comunità che, forti del proprio
isolamento, seguirono le vicende del
resto della provincia senza
parteciparvi in modo diretto.
Ai
veneziani subentrò, nel 1797,
la Repubblica
Cisalpina, subito
sostituita però dagli austriaci,
che la inserirono nel Regno
Lombardo-Veneto.
Con
l'unità d'Italia avvenne un primo
ma deciso processo di
industrializzazione, che permise un
notevole miglioramento delle
condizioni di vita degli abitanti.

La
Valle Imagna è ricca di arte e di
architettura: ci
sono chiese, santuari religiosi,
aree rurali e nuclei storici che permettono
di fare un viaggio a ritroso nel
tempo, lasciandosi avvolgere dal
fascino del passato.
San
Tomè e il romanico degli Almenno
- Una delle prime tappe è il
percorso del romanico, situato nei
territori di Almenno San Bartolomeo
e Almenno San Salvatore.
Nel territorio di Almenno San
Bartolomeo è possibile visitare la
rotonda di San Tomè, un edificio a
pianta circolare, costituito da tre
cilindri sovrapposti. Particolari
sono i capitelli delle colonne,
realizzati con motivi di tipo
geometrico, corinzio e figurato
oppure con figure umane e animali
quali aquile e teste d’ariete. Nel
cortile vengono spesso organizzati
eventi dalla Pro Loco del paese.
Tra
gli altri tesori del romanico c’è
la Madonna del Castello. Situato ad
Almenno San Salvatore, questo
complesso è composto da una cripta
a pianta regolare, affrescata da una
Crocifissione; da una pieve, antica
chiesa che si occupava dei compiti
pastorali; e dal santuario con
l’affresco miracoloso della
Vergine in piedi con il Gesù
bambino.
Il
complesso ecclesiale di San Nicola
si compone di tre parti. la chiesa
con la sagrestia, il campanile
ultimato nel XVI secolo e il
monastero con il chiostro in
stile tardogotico. Al suo interno è
presente un Ortano Antegnati del
1588, gioiello unico al mondo, uno
dei pochi esempi di organo
rinascimentale di scuola italiana.
Infine
lungo il percorso del Romanico, c’è
la Chiesa di San Giorgio. In questa
chiesa sono presenti numerosi
affreschi duecenteschi e
trecenteschi in cui sono descritti
episodi della vita di Gesù e di
Maria Vergine. Inoltre la chiesa
conserva anche una reliquia antica,
secondo la tradizione una grossa
costola di drago: la leggenda
dice che sia appartenuta alla bestia
sconfitta da San Giorgio.
Il
Santuario della Madonna della
Cornabusa - Ricavato
in una grotta naturale, il Santuario
della Cornabusa è uno dei luoghi
religiosi più importanti e noti
della Valle Imagna. La grotta è
situata a Sant'Omobono Terme, posta
a circa 700 metri sul livello del
mare.
Contiene
una statuetta in legno della Madonna
che - si dice – abbia fatto
riacquistare voce e udito a una
ragazza sordomuta. Al suo interno
sono anche presenti un altare
maggiore, diversi altari minori e
banchi per i fedeli; è presente
anche un museo.
Il Santuario della Cornabusa si è
classificato quarto nella classifica
dei Luoghi del Cuore FAI 2018.
I
borghi e le contrade: Arnosto,
Amagno, Clanezzo - Quando
si parla di cosa vedere in Valle
Imagna, non si possono non citare i
numerosi borghi e le contrade: ogni
paese ha i suoi angoli più antichi
e suggestivi, che permettono di fare
un tuffo nel passato.
Tra
i più famosi borghi valdimagnini
c’è senza dubbio Arnosto, a
Fuipiano Valle Imagna. Posto sul
confine tra il ducato di Milano e la
Serenissima Repubblica fu fino al
1797 la sede della Dogana Veneta.
Il borgo ha conservato edifici di
grande valore artistico e
storico, con murature in pietra,
portali ad arco, tracce di
affreschi. Caratteristici sono i
tetti a piode, fatti in pietra, che
abbelliscono le costruzioni
riportando alla mente l’operosità
e l’ingegnosità dei valdimagnini.
Altro
borgo da vedere in Valle Imagna è
il borgo di Amagno, situato a
Strozza. Le viuzze, le case
fortificate e le costruzioni in
stile rustico ci richiamano alla
mente atmosfere medioevali.
Punto d’attrazione turistica è la
Cà del Maestro, palazzo signorile,
e la sua ghiacciaia. Quest’ultima
serviva in passato per conservare le
derrate alimentari utilizzando
la neve, che garantiva la
refrigerazione dei cibi.
All’incrocio
tra Valle Imagna, Valle Brembana e
Val Brembilla, il borgo di Clanezzo
è un luogo suggestivo, che riporta
in epoche passate. Punti di
interesse sono il castello (ora
utilizzato per feste e banchetti),
la dogana e il porto, al quale
attraccava il traghetto che faceva
la spola tra le due rive del Fiume
Brembo trasportando merci e persone.
Gli
itinerari in Valle Imagna - Oltre
a cose da vedere, in Valle Imagna ci
sono molte cose da fare per chi ama
stare nella natura e fare trekking,
godendo di una bella giornata
all’aria aperta.
La
Valle del Brunone è un sito
naturale di incantevole bellezza,
ricca di rocce, fossili e acque
sulfuree (oggi inattive ma
conosciute per le loro proprietà
curative), di piante cedue e
vita animale. Un posto incantevole
da visitare nelle belle giornate di
sole. Questo
sito ha anche un valore storico
fondamentale: qui sono stati
ritrovati fossili risalenti al
Triassico superiore, quali rettili,
pesci, crostacei e insetti, tra cui
una spettacolare libellula.
Le
grotte: Europa, Forgnone, la Tomba
dei Polacchi - Oltre
ai tesori in superficie, la Valle
Imagna ha tesori nelle sue
profondità: il
suo territorio è ricchissimo di
fenomeni carsici e presenta il più
alto numero di cavità naturali. Ce
ne sono infatti 250 conosciute, di
cui 100 catastate e 140 conosciute;
si ipotizza che ce ne siano molte
altre ancora inesplorate.
La
Grotta Europa, nel territorio di
Bedulita, è ricca di
concrezioni, cannule, drappi,
colonne e stalagmiti. La grotta è
meta di visite da parte di scolari e
non, svolte sempre con
l’accompagnamento del Gruppo
Speleologico Valle Imagna o dello
Speleo Club Orobico.
Altro
tesoro in profondità è la Grotta
del Forgnone, uno dei sistemi
carsici più lunghi dell'alta Valle
Imagna. Composta da due rami,
all’interno della grotta c’è un
ampio salone con una cascata che
precipita da circa 20 metri e
numerose concrezioni. La grotta è
accessibile per gruppi che compiono
studi e/o ricerche.
La
Tomba dei Polacchi, a Rota d’Imagna,
ci permette di fare un viaggio a
ritroso nel tempo: al suo interno
sono stati ritrovati alcuni reperti
tra cui manufatti di metallo e osso,
un vaso in terracotta contenente
offerte rituali e frammenti ceramici.
Questo fa pensare che la grotta
fosse anticamente un luogo di culto
per la venerazione di divinità
dell’acqua.

Sentieri
e itinerari per vivere la natura - La
Comunità Montana Valle Imagna ha
stilato una lista di 16 percorsi e
sentieri da percorre a piedi o
in mountain bike, che portano
scoprire le località più nascoste
e rurali dei vari paesi.
Altri
sentieri e itinerari portano a
visitare luoghi naturalistici di
grande bellezza, quali il Monte
Linzone, il Monte Resegone, Il
Sentiero dei Giganti e il Sentiero
naturalistico del Chitò.
Situato
nel territorio di Costa Valle Imagna,
dal Laghetto del Perus è
possibile ammirare il panorama e
partire per numerose escursioni verso
il Monte Tesoro o il Resegone. In
sua prossimità c’è il Passo del
Pertus, valico prealpino che mette
in comunicazione la Valle Imagna con
la Val San Martino.
La
località I Tre Faggi a
Fuipiano Valle Imagna offre uno
scenario suggestivo, al cui centro
spiccano i tre grossi tronchi. La
loro forma curva è stata
probabilmente originata dal vento o
da continui e profondi movimenti
della terra.
Situati in una posizione panoramica
sulla dorsale della montagna, dai
Tre Faggi è possibile avere una
vista spettacolare sulla Valle
Imagna.

Aprile
2019
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