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I
primi insediamenti umani presenti sul
territorio comunale sono databili all'età
del bronzo, come è stato possibile
stabilire grazie al ritrovamento di
frammenti scheletrici e di suppellettili
inseriti in un corredo funerario. Questi
reperti, rinvenuti nella grotta dei
Polacchi, sono ora conservati presso il
museo archeologico di Bergamo. Le successive
epoche non hanno lasciato resti sul
territorio, anche se probabilmente vi furono
piccoli nuclei abitativi in epoca romana e
longobarda.
Queste
tesi paiono essere suffragate dal
significato etimologico che, secondo alcuni,
deriverebbe dalla voce latina rupta, inteso
come una via aperta tra ostacoli. Altre
ipotesi vedrebbero risalire il significato
etimologico dal lemma longobardo Rothar
(persona rossa di pelo), che implicherebbe
quindi la presenza di genti di stirpe
longobarda. Un'ultima interpretazione
vorrebbe invece riferire il nome a ruota,
elemento compreso anche nello stemma della
famiglia Rota, che da qui ebbe origine. È
comunque in epoca medievale che il paese
comincia ad assumere una fisionomia ben
precisa, tanto da essere citato in documenti
ufficiali per la prima volta nell’anno
1151. Composto principalmente dai nuclei di
Rota Dentro e Rota Fuori, nonché da
svariate contrade, vide imperversare in
epoca medievale scontri cruenti, molto più
che nelle altre zone della provincia
bergamasca, tra guelfi e ghibellini.
Questo
per il fatto che la valle Imagna,
prevalentemente guelfa, era in netta
contrapposizione con l’attigua valle
Brembilla, schierata con i ghibellini: in
tutta la zona sorsero castelli e
fortificazioni, e Rota non fu da meno. I
primi scontri videro prevalere i guelfi,
tanto che i ghibellini chiesero aiuto ai
Visconti, signori di Milano. Questi
riuscirono a sconfiggere gli avversari e ad
estendere il proprio dominio sulle valli
della zona. Il modo con cui infierirono
sugli avversari portò i guelfi a cercare più
volte la vendetta con ulteriori uccisioni.
Dopo continui ribaltamenti di fronte il
dominio dei Visconti e dei ghibellini fu
definitivo, seguito da ulteriori saccheggi
nel 1382, nel 1398 e nel 1404. Una leggenda
racconta di un raccapricciante episodio
avvenuto al termine di quest'ultima
battaglia che vide protagonista tale Andrea,
abitante di Rota. Fatto prigioniero, venne
barbaramente decapitato, tanto che gli
avversari giocarono con la sua testa,
facendola rotolare con ripetuti calci.
La
situazione si rovesciò quando la zona passò
sotto il controllo della repubblica di
Venezia che, in contrapposizione con i
Visconti, sosteneva lo schieramento guelfo.
Seguirono distruzioni nei confronti dei
possedimenti ghibellini, mentre i paesi
guelfi, tra cui Rota, ebbero un trattamento
di favore. Nel corso degli anni andò
acquisendo sempre maggiore prestigio la
locale famiglia dei Rota, che si stabilì a
Venezia e diede numerose personalità di
spicco alle istituzioni lagunari. Altro
personaggio di prestigio nato nel paese fu
Giacomo Quarenghi, rinomato architetto e
pittore vissuto tra il XVIII ed il XIX
secolo. I secoli successivi videro pochi
fatti di rilievo coinvolgere la piccola
comunità che, forte del proprio isolamento,
seguì le vicende del resto della provincia
senza parteciparvi in modo diretto.
I
comuni di Rota Dentro e Rota Fuori rimasero
distinti fino al 1927 quando vennero fusi
nella nuova entità amministrativa Rota d'Imagna.
Il recente rilancio del turismo ha fatto sì
che il paese di Rota Imagna diventasse il
principale centro turistico della valle.
Questo grazie alla gradevole posizione si
possono compiere un gran numero di
escursioni adatte ad ogni tipo di esigenza:
sia semplici passeggiate che percorsi
impegnativi, fino alla possibilità di
utilizzare proficuamente la mountain bike.
Il
recente rilancio del turismo ha fatto sì
che il paese di Rota Imagna diventasse il
principale centro turistico della valle.
Questo grazie alla gradevole posizione si
possono compiere un gran numero di
escursioni adatte ad ogni tipo di esigenza:
sia semplici passeggiate che percorsi
impegnativi, fino alla possibilità di
utilizzare proficuamente la mountain bike.
Molto
importante è la chiesa parrocchiale di Rota
Dentro, dedicata a San Gottardo. Edificata
nel 1496 ma elevata a rango di parrocchiale
soltanto un secolo più tardi, presenta un
portale in granito e numerose opere, tra le
quali spiccano quelle di Carlo Ceresa ed
alcuni intarsi di pregevole fattura.
Non
è da meno la chiesa parrocchiale di Rota
Fuori, dedicata a San Siro. Documentata a
partire dal 1470, venne riedificata nel
1765. Anch'essa possiede numerose opere di
grande importanza tra cui quelle di Gaetano
Peverada, di Pier Francesco Mazzucchelli e
di Carlo Ceresa, ma anche stucchi ed intagli
del XVII secolo, ed una vasca battesimale
datata 1614.
Meritano
inoltre menzione Ca' Piatone, villa
signorile del XVII secolo dotata di archi e
portici in pietra a vista, dove nacque
Giacomo Quarenghi, e Villa Mazzucotelli con
un grande giardino. Molto caratteristici
sono infine il borgo di Chignolo, piccolo
nucleo di stampo rurale a cui si accede
tramite un sentiero su cui si trova il Ponte
del Follo, costruito con una struttura ad
unica arcata in pietra.
Aprile
2019
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