|
Non
sono molte le notizie storiche che
riguardano il paese di Fuipiano: posto alla
testata della valle Imagna, in posizione
defilata rispetto ai principali centri, ha
sempre mantenuto le caratteristiche del
piccolo borgo montano, con i propri abitanti
per lo più dediti a vivere di ciò che la
natura forniva loro. Conseguentemente le
attività principali sono sempre state
quelle del pastore, dell'allevatore, del
boscaiolo e del carbonaio, ovvero colui
che trasformava la legna in carbone
vegetale.
Il
toponimo sembra trovare origine nella
parlata locale, il dialetto bergamasco:
si pensa infatti possa derivare dal termine foipià,
che indica un pianoro con molti faggi, anche
se altre correnti di pensiero ritengono
derivi da faveanud, inteso come pozza
d'acqua, elemento molto presente sul
territorio comunale.
Le
origini del paese dovrebbero comunque
risalire al periodo medievale quando il
territorio, fino ad allora scarsamente
antropizzato, vide un incremento abitativo
dovuto alle lotte tra guelfi e
ghibellini.
Queste
infatti costringevano alcuni esponenti
dell'una o dell'altra fazione (nonostante la
valle fosse considerata una sorta di feudo
guelfo) ad abbandonare i propri luoghi
d'origine e di trasferirsi in posti al
riparo dalle persecuzioni avverse, tra cui
appunto la zona di Fuipiano. In questo
periodo la famiglia di maggior importanza
era quella dei Locatelli, la quale gestiva
le principali attività anche nei paesi
limitrofi, uno dei quali (Locatello) prese
il nome dallo stesso casato.
Gli abitanti stessi infatti, cercarono di
mantenersi estranei alle dispute di potere,
cosa che garantì loro tranquillità al
riparo da scontri e ritorsioni sia durante
le suddette lotte, sia dopo l'avvento della
Repubblica di Venezia, che tuttavia occupò
soltanto una parte del territorio comunale,
tra cui il rione di Arnosto dove vi pose una
dogana, considerandolo una sorta di
avamposto verso il Ducato di Milano che
aveva il controllo sulla restante porzione
di territorio.
I secoli successivi non videro fatti di
rilievo coinvolgere la piccola comunità
che, forte del proprio isolamento, seguì le
vicende del resto della provincia senza
parteciparvi in modo diretto.
Gli
abitanti erano per lo più dediti a vivere
di ciò che la natura forniva loro e,
conseguentemente, le attività principali
fino alla metà del ‘900 sono state quelle
del pastore, dell'allevatore, del boscaiolo
e del carbonaio, ovvero colui che
trasformava la legna in carbone vegetale.
Il paese, come il resto della Valle Imagna,
risentì notevolmente della mancanza di
occupazione, fattore che determinò
l'emigrazione dei propri abitanti verso città
e nazioni che potessero garantire maggior
reddito. Soltanto a partire dal 1960 circa
il turismo e la conseguente rivalorizzazione
del territorio hanno arginato questo
fenomeno, dando nuova linfa al paese.
Nel 1976 si verificò un episodio che
sconvolse la tranquilla vita degli abitanti:
una rovinosa frana, dovuta al cedimento di
parte della montagna che sovrasta il paese,
spazzò via la contrada di Pagafone,
cancellandola completamente.
L'edificio
di maggior richiamo è indubbiamente la
chiesa parrocchiale di San Giovanni
Battista. Posta in posizione dominante,
risale al 1561, anche se presenta un
sostanziale rifacimento avvenuto quasi due
secoli più tardi.
All'interno
numerose sono le opere presenti, che
permettono a questo edificio sacro di
fregiarsi del titolo di monumento di maggior
richiamo dell'alta valle Imagna: una Madonna
delle Grazie di Giacomo Francia, ed
altri di Giuseppe Orelli, di Giovanni
Chizzoletti e di Francesco Quarenghi.

Luoghi
raggiungibili
Fontana
del Pal - Roccolo Zuccala (Roccolino) -
Pralongone - Tre Faggi - Le Creste e la Tisa
(i Canti) - Zucco di Pralongone (torretta) -
Foppa delle ache o Foppa del Pelandi' -
Madonna dei Canti - Passo del Grassello;
La
Tisa - ol Fosat - Pralongone
Sopracorna
- Rocce Bianche - Roccolo di Piazzacava -
Monte Castello - Costa di Piazzacava, le
Gemelle (verso i Tre Faggi);
Clap
- La Roccia Spaccata - Nivarola - Piazzacava;
Ca
Cavaggio - Curnino Alto - S.Pietro di
Berbenno (S.Piro) - Curnino Basso - Blello;
Piaz
- Passo del Grassello - Monte Cucco (Zucco
di Valbona) - Alpeggio Regionale ERSAF -
Passo di Valbona - Costa del Palio - Passo
del Palio;
Arnosto
- Capione - Galzaniga (Valsenighe) - Strada
forestale ex mulattiera per il Passo del
Palio e Morterone.
Morterone:
Sentiero
dei Grandi Alberi - Frasnida - Fo' de
Valmana;
Ponte
di Corda - Valle della Remola - Enna secca -
Sorgente de Fum Lacc (Fumo Latteo, sorgente
dell'Enna).
Val
Taleggio:
Corna
Bianca - Ponte Senesi - Costa d'Olda;
Piazzoli
- Rimesse - Ponte della Lavina - Valle
dell'Enna dal Ponte della Lavina a Morterone.

Aprile
2019
|