|
Non
sono molte le notizie storiche che
riguardano il paese di Corna Imagna: posto
ai piedi del monte Resegone, in posizione
defilata rispetto ai principale centri, ha
sempre mantenuto le caratteristiche del
piccolo borgo montano, con i propri abitanti
per lo più dediti a vivere di ciò che la
natura forniva loro. Conseguentemente le
attività principali sono sempre state
quelle del pastore, del boscaiolo,
dell'allevatore e del carbonaio, ovvero
colui che trasformava la legna in carbone
vegetale.
Il
toponimo trova origine nella parlata locale,
il dialetto bergamasco. Difatti il termine
Corna sta ad indicare una roccia, per cui il
significato sarebbe di paese costruito sulla
roccia.
Le
origini del paese dovrebbero comunque
risalire al periodo medievale quando il
territorio, fino ad allora scarsamente
antropizzato, vide un incremento abitativo
dovuto alle lotte tra guelfi e ghibellini.
Queste
infatti costringevano alcuni esponenti
dell'una o dell'altra fazione (nonostante la
valle fosse considerata una sorta di feudo
guelfo) ad abbandonare i propri luoghi
d'origine e di trasferirsi in posti al
riparo dalle persecuzioni avverse, tra cui
appunto la zona di Corna Imagna.

Gli
abitanti stessi infatti, cercarono quindi di
mantenersi estranei alle dispute di potere,
cosa che garantì loro tranquillità al
riparo da scontri e ritorsioni sia durante
le suddette lotte, sia dopo l'avvento della
Repubblica di Venezia.
Nel
periodo della Serenissima il borgo si
ritagliò un discreto spazio in ambito
amministrativo, essendo posto a sede della
gestione giuridica di tutti i paesi della
valle, con il giusdicente
residente proprio nel paese.
I
secoli successivi non videro fatti di
rilievo coinvolgere la piccola comunità
che, forte del proprio isolamento, seguì le
vicende del resto della provincia senza
parteciparvi in modo diretto.
Si
trovò quindi annessa alla Repubblica
Cisalpina che, come riportato da documenti
del tempo, requisì un buon numero di
oggetti preziosi custoditi nella chiesa
parrocchiale per sopperire alla mancanza di
denaro dell'amministrazione.
La
chiesa dei Santi Simone e Guida Taddeo,
venne edificata nel corso del XVI
secolo quando la parrocchia si rese
autonoma dai paesi vicini. Questa tuttavia
venne totalmente ricostruita nel 1927 su
progetto dell'architetto Giulio Paleni. In
essa sono custodite opere provenienti dal
vecchio edificio di culto: tra queste vi
sono dipinti ed affreschi di buon pregio,
tra cui spicca quella del Chizzoletti.
Altri
edifici degni di menzione sono la chiesa di
San Domenico, posta in località Canito,
e l'edificio denominato Cà Berizzi.
Quest'ultimo venne edificato in posizione
panoramica dall'omonima famiglia nel corso
del XVIII secolo, e comprende anche
ambienti utilizzati per svolgere attività
agricole, nonché una piccola chiesetta.
|