Acropoli di Atene
Grecia
  

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1986

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Una passeggiata nel centro di Atene

Una delle zone più centrali di Atene è piazza Syntagmatos (della Costituzione), circondata da strade commerciali e da lussuosi alberghi. Si estende di fronte all’edificio del Parlamento (Leophoros Amalias), costruito per alloggiare il palazzo di Ottone. 

La decisione di costruire l'odierno edificio fu presa nel 1868: in quell'anno nacque il principe Costantino, primogenito del sovrano Giorgio I di Grecia, e lo stato decise che avrebbe eretto un edificio per l'erede al trono quando ne avrebbe avuto bisogno. Venti anni dopo, quando Costantino sposò la principessa Sofia di Prussia, lo stato incaricò l'architetto Ernst Ziller di progettare il Palazzo del Principe ereditario. L'edificazione iniziò nel 1891 e terminò nel 1897.

Nel Natale 1909 un incendio distrusse gran parte del Palazzo Reale (oggi sede del Parlamento Ellenico), con il risultato che il Palazzo del Principe ereditario divenne temporaneamente residenza della famiglia reale. Dopo l'assassinio di Giorgio I nel 1913 e l'ascesa al trono di Costantino, questo edificio divenne la residenza del sovrano.

L'impiego di questo Palazzo come residenza del sovrano terminò nel 1924 con la proclamazione della Repubblica e riprese nel 1935 con la restaurazione monarchica, poiché il vecchio Palazzo Reale era stato trasformato nel palazzo del Parlamento. Fino al 1974 ospitò il sovrano: da allora è la residenza del Presidente della Repubblica.

Il posto in cui il Palazzo è stato costruito era, fino agli ultimi decenni del XIX secolo, fuori dai confini della città; il limite orientale della città era il Palazzo reale ed oltre quello si estendevano campi e piccole aziende agricole. Le uniche costruzioni che comparivano sulle mappe del periodo erano la residenza della Duchessa di Piacenza (nota come "Ilissia" ed oggi sede del Museo bizantino e cristiano di Atene) ed il monastero di Petraki, entrambi costruito al di fuori della città.

La scarsa importanza della zona in quegli anni può essere compresa per il fatto che l'orfanotrofio femminile (non più esistente) venne costruito qui nel 1854. Inoltre la terra lungo il viale Kifissias (oggi viale della Regina Sofia) rimase a lungo inedificata fino a quando lo stato non la comprò per costruire le sedi di alcuni ministeri.

Alla fine degli anni '70 del XIX secolo lo stato permise la vendita ai privati che presto portò alla costruzione di sontuosi palazzi per le famiglie ricche di Atene. Intorno al 1890 iniziò la costruzione del Palazzo del Principe ereditario, poi Palazzo reale. Oggi, con la città di Atene che si estesa per decine e decine di miglia quadrate, il Palazzo presidenziale si trova nella destra della città rispetto al centro, vicino al Giardino nazionale e al Parlamento.

Via Erode Attico, lungo cui il palazzo si trova, non solo è una delle strade più belle nella città, ma è anche legata alla vita politica e sociale della Grecia, giacché lungo essa si trova il Palazzo Maximou dove hanno sede gli uffici del Primo ministro. Il Palazzo presidenziale con il relativo giardino copre un'area totale di circa 27.000 m² (circa 7 acri). L'entrata ufficiale al Palazzo è su via Herodou Attikou.

Venne disegnato e costruito dall'architetto Ernst Ziller, che divenne architetto ufficiale di corte sotto Giorgio I e disegnò circa 700 edifici in tutta la Grecia, tra privati e pubblici. Si disse che il Re ordinò a Ziller di costruire un palazzo non troppo pretenzioso, così da non distinguersi troppo dagli altri edifici lungo la strada. Seguendo queste richieste, Ziller disegnò un edificio a tre piani, simmetrico e dalle linee neoclassiche. Il cantiere durò sei anni.

Poiché questo era progettato per essere la residenza del principe ereditario, non venne progettata nessuna grande sala da ballo poiché si riteneva che le cerimonie ufficiali di maggiore importanza si sarebbero svolte nel palazzo reale, molto più grande. Così, la sala più grande era il salone di ricevimento al secondo piano. Tuttavia, quando il palazzo divenne la residenza ufficiale della casa reale, una grande sala da ballo si rese necessaria e nel 1909 Ziller venne incaricato di nuovo di progettare un ampliamento che potesse essere impiegato come sala da ballo e che oggi è la sala delle Credenziali. Un altro ampliamento si rese necessario quando la principessa Sofia (figlia di re Paolo I e della regina Federika) si fidanzò con Juan Carlos di Spagna. Nel 1962 l'architetto Alexander Baltatzis progettò un'aggiunta che si è trasformata nella più grande stanza nel palazzo ed oggi è detta la sala d'Ingresso.  

I giardini del palazzo occupano un'area di circa 25 000 m² (circa 6 acri) e costituisce un'area verde nel cuore di Atene. A metà del XIX secolo questa zona, particolarmente fertile, era di fatto l'orto del palazzo reale.

Dopo la costruzione dell'edificio nel 1897 e di via Herodou Attikou, l'area intorno al palazzo fu abbellita con un grande giardino ornamentale, che probabilmente venne curato dallo staff di Ziller. Fin dall'inizio il giardino venne diviso in due parti di grandi dimensioni a causa del suolo che presentava un pendio. il palazzo sta nella parte superiore.

Il disegno del giardino davanti alla costruzione era simile a quello di altre strutture neoclassiche del periodo (l'Accademia di Atene, l'Università e la Biblioteca nazionale greca). Il giardino segue una divisione geometrica abbastanza rigida del tipo del giardino alla francese, con zone simmetriche ad erba e a piante a fioritura stagionali. Il formalismo della composizione che si avvicina a Via Erode Attico è mitigato dagli alberi sempreverdi, palme e cipressi.  

Il palazzo ha servito come residenza ufficiale del principe ereditario fino al 1913, poi del re fino al 1974 (eccetto il periodo repubblicano) ed infine del presidente della Repubblica. Sin dalla metà degli anni settanta il presidente dà un banchetto il 24 luglio per commemorare la restaurazione della democracia e le maggiori personalità politiche militari ed accademiche, rappresentative di tutto il paese, vengono invitate assieme a tutti i settori dell'economia e molte organizzazioni internazionali.

A montare la guardia d'onore al palazzo presidenziale sono gli euzoni.

Davanti al Parlamento si trova il Monumento del Milite Ignoto, dove ci sono gli Euzoni della guardia presidenziale. La zona è circondata dal Giardino Nazionale, una grande area verde, adatta e passeggiate tranquille. Vicino nel 1874-1888 fu costruito lo Zappion, che oggi serve da centro per esposizioni e convegni.

Odós Vassilissis Olgas separa lo Zappion dalla zona archeologica dell’Ilisso e conduce allo Stadio Panatenaico. Fu costruito sulle rovine di uno Stadio antico per poter ospitare le prime Olimpiadi moderne del 1896. 

Nell'antichità ospitò i Giochi panatenaici, in onore della dea Atena, protettrice della capitale greca. Durante l'età classica, lo stadio aveva i posti a sedere in legno; venne rinnovato con il marmo del monte Pentelico dall'arconte Licurgo nel 329 a.C. Nel 140 d.C. fu ampliato da Erode Attico, raggiungendo i 50 000 posti.

Rimasto sepolto per diversi secoli, venne riscoperto nel 1870 e restaurato con i fondi di Evangelis Zappas per i Giochi olimpici di Zappas, un personale tentativo di rinascita delle antiche Olimpiadi, giochi che si tennero nel 1870 e nel 1875. Lo stadio venne restaurato una seconda volta nel 1895 per i Giochi della I Olimpiade, grazie al benefattore greco Georgios Averof, che donò circa 920 000 dracme per questo progetto; una statua di marmo, rappresentante Averof, venne posta in suo onore nei pressi del Panathinaiko prima dell'inizio dei Giochi. I lavori di restauro furono condotti da Ernst Ziller e, in particolare, da Anastasios Metaxas. Lo stadio è stato costruito molto tempo prima che le dimensioni delle strutture sportive di atletica leggera fossero state standardizzate: la sua pista segue dunque l'antica traccia. Può contenere circa 80 000 posti su 50 file diverse di gradini in marmo.

Nei tempi recenti, questo stadio venne usato spesso come sede di celebrazioni degli atleti greci vittoriosi, come la nazionale di calcio dopo la vittoria del Campionato europeo di calcio e la cerimonia di apertura dei Campionati del mondo di atletica leggera del 1997, con un concerto del compositore Vangelis.

Per i Giochi della XXVIII Olimpiade, il Panathinaiko ospitò il torneo di tiro con l'arco e l'arrivo della Maratona, vinta da Stefano Baldini. La sua capacità fu di 5 720 spettatori per il tiro con l'arco (dal 15 al 21 agosto) e di 28 400 spettatori, per l'arrivo della maratona (dal 22 al 29 agosto).

Vicino allo Stadio, in odós Irodi Attikoù ci sono il Palazzo Presidenziale e il Megaron Maximou (residenza del Primo Ministro).

Il Giardino Nazionale arriva fino a Leophoros Vassilissis Sophias con i pittoreschi negozi di fiori, il Museo Benaki, le Ambasciate e il Ministero degli Esteri. Alle spalle si trova la piazza di Kolonaki, una tra le zone più costose di Atene. Un po’ più in alto si eleva la collina del Lykavittòs. Con la teleferica o tramite la strada verdeggiante, l’ascesa al Lykavittòs offre una vista panoramica su tutta Atene. La chiesetta di Haghios Gheorghios domina sulla cima della collina, mentre più in basso il teatro all’aperto ospita d’estate rappresentazioni teatrali e concerti.

Da piazza Syntagmatos tre strade parallele, Stadiou, Eleftheriou Venizelou (Panepistimiou) e Akadimias portano in piazza Omonias. In odós Stadiou si trovano il Museo Storico e la piazza Klafthmonos. All’inizio di odós Panepistimiou risalta l’albergo Grande Bretagne (1842-1843) e, più oltre, l’Iliou Melathron (casa di Schliemann, 1878-9), l’Archeologikì Eteria (Società Archeologica, 1958), la chiesa cattolica di S. Dionigi (1853-1887), l’Ofthalmiatrio (ambulatorio oftalmico, 1847- 1854), la Banca di Grecia (1933-1938), e soprattutto l’Accademia (1858-1887), l’Università (1839-1864) e la Biblioteca (1877-1902) che danno un aspetto peculiare alla strada. In Odós Akadimias si trova il Centro Culturale del Comune di Atene, edificio del XIX secolo, dove vengono ospitate numerosissime mostre e manifestazioni culturali.

La piazza Omonias è la più vecchia di Atene. È il cuore della capitale, il crocevia dove si incontrano tutte le classi della società ateniese. Sotto la piazza c’è la stazione della metropolitana, piena di chioschi, piccoli venditori, musicisti ambulanti e venditori di biglietti di lotterie.

Nelle immediate vicinanze ci sono altre due piazze: piazza Kaninghos, ugualmente molto frequentata, e piazza Exarchion, adatta alla vita notturna. Un po’ più in alto, la collina di Strephi crea un polmone verde nel centro della città. Da piazza Omonias si diparte l’odós 28 Oktovriou (Patission) dove ci sono due importantissimi edifici, il Politecnico (1862- 1876) e il Museo Archeologico.

Le bellezze di Atene non si limitano però alle sue zone centrali. Ogni quartiere e ogni strada ha qualcosa di interessante da presentare: piccole piazze ornate da statue, parchi, cinematografi, teatri (più di 60 in tutta la capitale), conservatori di musica, vecchi edifici, piccoli caffè e taverne. Atene è la città dove il nuovo incontra il vecchio creando una fisionomia unica ed è proprio qui che si trova il suo fascino.

Monastero di Kessarianì

Alle pendici dell’Imetto, in una zona lussureggiante, nell’XI secolo fu costruito il Monastero di Kessarianì, dedicato alla Presentazione della Vergine. All’interno di un alto recinto furono costruiti il katholikón (chiesa del monastero), le celle dei monaci (a Sud), il refettorio (ad Ovest) e un bagno che al tempo della dominazione turca fu trasformato in frantoio.

Ruderi romani venuti alla luce mostrano che dovevano esserci prima del monastero edifici più antichi.

Il katholikón è una chiesa con pianta a croce greca e con cupola centrale. Il nartece fu aggiunto nel XVII secolo e fu dipinto con immagini sacre dal pittore loannis Hypatos. Gli affreschi originali del naós (parte centrale della chiesa) sono andati distrutti e quelli che si conservano furono eseguiti nel XVIII secolo, influenzati dai modelli della Scuola Cretese (XVI sec.). È stato però trovato, sulla parete meridionale della chiesa, un affresco del XIV secolo: raffigura la Madonna in atteggiamento di Deesis (supplica) ed è oggi visibile dalla cappella di Haghios Antonios, aggiunta nel XVI secolo.

Su un’altura a Sud-Ovest del monastero sono state scoperte rovine di una basilica paleocristiana e quelle di una chiesa del IX-X secolo. Lì vicino al tempo della dominazione franca fu costruita la chiesetta di Haghios Markos.

Monastero di Dafni

Il monastero di Dafni si trova sull’antica Via Sacra, nel punto in cui c’era il tempio di Apollo Dafneios. Una prima chiesa cristiana fu costruita nella zona nel V secolo e fu circondata da mura, oggi visibili a Nord. La chiesa che si è conservata fino ad oggi, insieme alle celle dei monaci, un refettorio e una cisterna furono costruite alla fine dell’XI secolo. L’exonartece, ad Ovest dell’esonartece, fu aggiunto tre decenni più tardi e disponeva anche di un piano per uso biblioteca o residenza dell’igumeno. 

Nel 1207 il monastero passò nelle mani dei monaci Cistercensi, mentre dopo l’occupazione turca pervenne agli ortodossi. Durante la Rivoluzione Greca divenne una polveriera e nel periodo 1883-1885 fu usato come manicomio. I lavori di restauro del complesso iniziarono nel 1888.

La chiesa dell’XI secolo è del tipo a pianta ottagonale. La sua caratteristica principale è la grande cupola che copre quasi l’intera chiesa dando un senso di sicurezza e unità all’interno.

Ciò che rende il monastero di Dafni un monumento unico nell’Attica è la sua decorazione musiva, che dovette essere completata nel 1100. Nella cupola è raffigurato il Pantocrator circondato da profeti e nell’abside dello hierón la Madonna in trono con il Bambino tra gli arcangeli Michele e Gabriele. Nel naós e nell’esonartece sono presentate scene delle vita di Cristo e della Madonna e numerosissime figure di santi.

Dal punto di vista stilistico i mosaici del monastero di Dafni sono in stretto rapporto con i valori estetici dell’antichità greca. Le composizioni sono caratterizzate da armonia e misura nelle proporzioni, delicatezza nelle graduazioni cromatiche, agio nel drappeggio e tentativo di resa della bellezza ideale. Data la loro elevata tecnica si ritiene che siano stati realizzati da una “bottega” di Costantinopoli.

Musée archéologique nazionale

Il Museo Archeologico di Atene si trova in un edificio neoclassico a due piani del XIX secolo, costruito da Er. Zieler che apportò modifiche a più vecchi progetti di L. Lange. È uno tra i più importanti Musei del mondo e vi sono esposti reperti provenienti da tutta la Grecia, dalla Preistoria fino al periodo bizantino.

La collezione preistorica si trova nelle sale 4,5,6 del pianterreno. Nella sala 5 sono esposti i primi esempi di arte del territorio greco, provenienti da siti neolitici e da insediamenti delle prime fasi dell’Età del Bronzo. Colpisce la delicata esecuzione di vasi e di idoli provenienti da Sesklo e da Dimini in Tessaglia.

La sala 6 mette in mostra i capolavori della civiltà cicladica degli inizi dell’Età del Bronzo. Il marmo, abbondante nelle Cicladi, fu la materia prima per la creazione di idoli e di vasi di un’arte eccezionale.

Un altro materiale prezioso, l’oro, domina nella sala 4 che comprende le opere dell’epoca micenea. Il grande tesoro di gioielli d’oro, sigilli, utensili, maschere funerarie e armi, e le numerose stele funerarie che provengono nella maggior parte dalle tombe di Micene. 

Ugualmente ricchi sono i ritrovamenti provenienti dai palazzi micenei, tra cui risaltano gli affreschi di Micene e di Tirinto e le tavolette fittili di Pylos con la prima scrittura greca, la Lineare B.

L’evoluzione della scultura greca d’età storica è presentata nelle sale 7-34 e 41-43. Nel periodo arcaico furono effettuati i primi esperimenti nell’arte plastica (sale 7-13). Le statue funerarie di Kouroi inizialmente schematizzate e frontali, cominciarono ad acquisire gradualmente maggiore plasticità e movimento, per conquistare alla fine l’equilibrio e la giusta resa dei particolari anatomici. Lo stesso cammino si ebbe anche nelle statue delle Korai, nelle stele funerarie e nelle sculture architettoniche.

La sala 14 comprende alcune stele funerarie ed esempi dello stile severo degli inizi del V sec. a.C. Un’eccezionale opera dello stile severo è esposta nella sala 15: la statua bronzea di Poseidone o Zeus rinvenuta nel mare dell’Artemision. Molto probabilmente opera dello scultore Kalamis, è pervasa da un’interiorità nell’espressione e da una dinamicità nel movimento. Elementi simili si osservano anche nel cosiddetto Apollo dell’ “Omphalòs”, copia romana di un’opera del 450 a.C. Nella stessa sala risalta un rilievo proveniente dal Telesterio di Eleusi che rappresenta Demetra, Kore e Trittolemo.

Le conquiste della scultura classica sono presentate nelle sale 16- 28. Un posto importante occupano le stele funerarie che, dopo una legge che ne proibiva la produzione della fine del VI sec. a.C., ricomparvero in Attica intorno al 440 a.C. I defunti sono rappresentati sulle stele con uno sguardo lontano, soli o accompagnati dai loro schiavi e dagli oggetti e dagli animali amati. 

Nel IV sec. a.C. i monumenti funebri diventano più monumentali e maggiormente drammatici. La produzione di stele funerarie in Attica fu interrotta ancora una volta nel 317 a.C. a seguito di un decreto di Demetrio Falireo. Di particolare interesse sono alcuni rilievi votivi e le sculture architettoniche provenienti dall’Heraion di Argos, dal tempio di Nemesi a Ramnunte e dal tempio di Asclepio e dalla Tholos di Epidauro. Nella sala 28 domina la statua bronzea di un giovane - Paride che tiene il pomo? - rinvenuta nel mare di Anticitera. Il modellato dei volumi e gli assi del movimento indicano che l’artista ha seguito il “canone” di Policleto (340 a.C. circa).

La scultura ellenistica occupa le sale 29-30. Risaltano i ritrovamenti provenienti dal tempio di Despoina a Lykossoura in Arcadia e la testa del Filosofo, una protome colossale di Athena, una statua di Poseidone e una statua di Afrodite con Pan ed Eros. Nella sala 21 è esposto il celebre “Diadoumenos” copia tardo-ellenistica di un’importante opera di Policleto. Sorprendente è la statua bronzea di un cavallo col suo piccolo fantino. Nella sala 34, chiamata sala dell’Altare, è esposto un altare monumentale , dedicato ad Afrodite e alle Grazie (210 a.C.).

Una ricca collezione di sculture romane si trova nelle sale 41-43 e comprende protomi, statue e rilievi resi realisticamente.

Gli oggetti in bronzo del Museo sono esposti nelle sale 36-37. Provengono da Dodona (collezione Karapanos) e dall’Acropoli di Atene e sono soprattutto offerte fatte dai fedeli. Colpiscono per la grande varietà dei tipi e l’abilità nella loro resa miniaturistica. Tra essi risalta l’eccezionale statua bronzea di Ermes (IV sec.a.C.) rinvenuta a Maratona.

Una collezione a parte, dono di Elena Stathatou, presentata nella sala 32, comprende oggetti dell’arte antica e bizantina.

Nelle sale 49-56 del secondo piano è esposta una ricchissima collezione di vasi. I primi, del periodo geometrico, sono caratterizzati da una decorazione con motivi geometrici, che gradualmente si arricchisce con figure schematizzate di cavalli, camosci, volatili e uomini. Tra le botteghe di ceramica risalta quella di Corinto e subito dopo quella dell’Attica. 

Nel VII sec. a.C. l’arte subisce gli influssi dell’Oriente ed i vasi vengono decorati con sfingi, grifoni e felini. Verso la fine dello stesso secolo nell’arte ceramica inizia lo stile a figure nere, con figure di colore scuro su fondo chiaro. Fonte di ispirazione per i motivi decorativi sono ormai i miti. La bottega attica prevale su quella corinzia e produce opere di un’arte eccezionale. Alla fine del VI sec. a.C. comincia ad essere usato lo stile a figure rosse, in cui le figure conservano il colore rossastro della terracotta, mentre il fondo ed i particolari vengono dipinti di nero. Con questa tecnica vengono resi meglio i volumi e la pittura vascolare si avvicina maggiormente all’arte della pittura. Nello stesso periodo vengono prodotte anche le lekythoi bianche, vasi funerari, che vengono decorati con soggetti funebri in varie tonalità cromatiche su fondo bianco. Il colore bianco applicato viene abbinato allo stile a figure rosse sui vasi del IV sec.a.C. In seguito la pittura vascolare inizia a decadere e lo stile a figure rosse cessa di essere in uso alla fine dell’epoca classica.

Al secondo piano nella sala 48 è esposta una collezione preistorica: la ceramica e gli affreschi provenienti dall’abitato di Akrotiri di Thera (Santorini). La civiltà di Akrotiri si sviluppò nel 1550-1500 a.C. e venne distrutta dall’eruzione del vulcano di Santorini. Sotto la cenere vulcanica si sono conservate attraverso i secoli quasi intatte le sue conquiste. Gli affreschi, influenzati dall’arte minoica che dominava allora nell’Egeo, colpiscono con la vivacità dei colori, la naturalezza dei soggetti e la fedeltà del disegno.

Museo epigrafico

Si trova nell’edificio del Museo Archeologico e comprende epigrafi su lastre litiche o su basi di statue dal VI sec. a.C. fino al IV sec. d.C.

Museo bizantino

Dal 1930 ha la sua sede nel Palazzo della Duchessa di Plaisance, costruzione di St. Kleanthis. Gli oggetti esposti datano dal periodo bizantino fino al XIX secolo.

Al pianterreno sono esposte sculture, sculture in legno, icone ed affreschi. In tre delle sale è stata ricostruita una Basilica paleocristiana, una chiesa con pianta a croce greca inscritta del pieno periodo bizantino e una cappella post-bizantina. Al primo piano sono esposte sculture, icone, affreschi asportati da chiese del XIII-XIV secolo, oggetti in miniatura, utensili e paramenti sacri.

Nelle due ali indipendenti del pianterreno si trovano affreschi asportati dalla chiesa dell’Episkopì di Evrytania (IX-XIII sec.), icone, ceramiche, sculture, sculture in legno e manoscritti.

Museo Benaki

La collezione privata di Antonis Benakis si trova in un edificio neoclassico di odós Vassilissis Sophias e Koumbari 1. È composta da opere d’età preistorica (ceramica, idoli, anelli), da numerosissimi oggetti (ceramica, sculture, gioielli, mosaici, opere pittoriche, vetri, utensili ecclesiastici, manoscritti, ricami, icone, epigrafi) di epoca classica, romana e bizantina. Comprende anche opere di pittori europei e greci (XVII-XX sec.) e archivi storici con fotografie, documenti, ecc.

Museo Kanellopoulos

La collezione di Pavlos e Alexandra Kanellopoulos è esposta in un edificio neoclassico in odós Theorias e Panòs in Plaka. Comprende statuette, vasi, oggetti in bronzo, sculture, gioielli, armi, monete e icone che vanno dalla preistoria fino al periodo bizantino.

pag. 118 In alto: la Vite, icona del Museo Bizantino. In basso: A. Icona dell’arcangelo Michele con scettro e globo, dove sono riportate le iniziali X (Christòs), D (Dikeos = Giusto), K (Kritìs = Giudice) Data al XIV secolo (Museo Bizantino). B. Icona della Crocifissione, da Salonicco. Opera eccezionale dell’arte paleologa (Museo Bizantino).

Museo storico nazionale

Si trova nell’edificio del Vecchio Parlamento (1858-1871), in odós Stadiou e Kolokotroni. La collezione comprende cimeli della storia dell’ellenismo moderno: bandiere, armi, sigilli, divise, medaglie, opere pittoriche, manoscritti, documenti storici e fotografie.

Museo numismatico

Si trova in un edificio neoclassico di odós Panepistimiou 10-12 (Iliou Melathron) che fu costruito da Zieler quale dimora di Schliemann (1878-9). Comprende una collezione di monete d’oro, d’argento e di bronzo che vanno dal VII sec. a.C. fino all’età moderna.

Pinacoteca nazionale - Museo Alex Soutsos

Si trova in odós Vassileos Konstantinou 50. L’esposizione permanente è composta da sculture, incisioni e quadri di pittori stranieri e greci (P. Doxaràs, N. Koutouzis, N. Ghyzis, N. Lytras, Y. Iakovidis, K. Parthenis, Y. Tsarouchis, S. Vassiliou, G. Moralis, G. Bouzianis, N. Enghonopoulos, ecc.). Tra i dipinti esposti risaltano alcuni quadri di El Greco. Nella Pinacoteca ci sono anche sale per esposizioni periodiche.

Museo dell'arte cicladica

L’ingresso si trova in odós Neophytou Douka 4. Comprende un’importantissima collezione di opere della Civiltà Cicladica (3° millennio a.C.) e numerosissimi oggetti che vanno dal VI sec. a.C. fino all’epoca romana.

Museo di arte popolare greca

Si trova in odós Kydathineon in Plaka. Gli oggetti esposti coprono tutti i settori dell’arte popolare greca: tessuti, ricami, ceramica, costumi di carnevale, figure del Teatro delle Ombre, opere del pittore popolare Theophilos, gioielli, armi e costumi locali.

Museo di storia natuale - Goulandrì

Si trova in odós Levidou a Kifissià e raccoglie speci della flora e della fauna, uno scheletro fossile di dinosauro, molluschi, conchiglie marine, fossili, minerali e rocce da tutto il mondo.

Pireo

Il porto commerciale del Pireo è il più grande della Grecia ed uno dei più importanti del Mediterraneo. Costituisce un centro di collegamento fondamentale del paese, collegando l'Attica con la maggior parte dei porti dell'Egeo e del Mediterraneo.

Fu abitato per la prima volta al tempo di Temistocle, quando vennero realizzate le Lunghe Mura (478 a.C.) e fu realizzato secondo la pianta ippodamea. La città acquisì una particolare importanza quando Atene divenne una potenza marinara.

Gli antichi porti del Pireo erano Zea e Mounichia. Zea, l’odierno Passalimani, è uno dei più grandi attracchi per imbarcazioni da diporto del Mediterraneo. Mounichia, nota come Mikrolimano o Tourkolimano, è un pittoresco porticciolo con yacht e pescherecci, circondati da numerosissime taverne di pesce. Al di sopra del Mikrolimano si innalza la collina di Kastella, più volte cantata, con le case tradizionali e la vista panoramica. Sulla cima si trova la chiesetta del Profitis Ilias e nelle immediate vicinanze il Teatro Veakio, famoso per le rappresentazioni estive.

Il porto commerciale del Pireo è tra i più importanti del Mediterraneo. La città stessa con i suoi quartieri periferici costituisce una zona industriale particolarmente importante per l’economia greca. Il centro del Pireo, comunque, è caratterizzato da strade larghe, piazze aperte, viali alberati e parchi.

Museo archeologico del Pireo - Nella zona del Pireo sono stati scoperti due antichi teatri (a Zea ed a Mounichia) e resti delle antiche fortificazioni. I ritrovamenti più importanti custoditi nel Museo del Pireo testimoniano l’acme della città.

Il Museo Archeologico si trova in odós Charilaou Trikoupi 31. La collezione principale è costituita da numerosissime stele funerarie che datano dall’epoca classica fino a quella romana. In una sala è stata realizzata la ricostruzione di un monumento funebre di grandi dimensioni. È esposta inoltre una serie di rilievi di epoca romana che rappresentano i soggetti dello scudo dell’Athena Parthenos dell’Acropoli. I più importanti reperti esposti nel Museo sono indubbiamente le tre statue bronzee di Apollo (530 a.C.), di Athena (IV sec.a.C.) e di Artemide (IV sec.a.C.), rinvenute nel 1958.

Museo navale - Si trova sull’Akti Themistokleous, vicino alla Marina di Zea. Comprende modelli di navi, carte nautiche, una parte delle Lunghe Mura, un vecchio faro, oggetti nautici appartenenti al panfilo “Argo” di Ar. Onassis, modellini in osso fabbricati da prigionieri francesi delle guerre napoleoniche, e oggetti che datano dal periodo della Rivoluzione del 1821 fino alla Guerre Balcaniche.

Eleusi (Elefsina)

Eleusi si trova sulla strada che collega Atene col Peloponneso e la Grecia Centrale, in una pianura che è conosciuta come Thriasio Pedio. La zona fu abitata dall’Età del Bronzo e fu un regno indipendente fino al tempo di Eretteo e di Teseo, allorquando venne sottomessa ad Atene. Fin dall’epoca micenea ad Eieusi venivano celebrati riti misterici in onore di Demetra e Kore (Persefone), la cui origine si riporta al mito.

Secondo la tradizione, la dea dell’agricoltura, Demetra, aveva una figlia, Persefone, che fu rapita da Plutone, dio degli Inferi. Demetra vagò nove giorni cercandola, fino a quando si fermò ad Eleusi presso un pozzo, il cosiddetto pozzo Kallichoro. Lì la trovarono le figlie del re Keleos e la ospitarono senza sapere chi fosse. Per riconoscenza la dea si assunse l’educazione di Demofonte, figlio di Keleos. Volendo renderlo immortale lo teneva ogni sera sopra la fiamma del focolare.

Quando ciò fu appreso dalla regina Metaneira, essa scacciò Demetra dal palazzo e la dea rivelando la sua identità si isolò e seccò la terra. Con la mediazione di Zeus fu trovata una soluzione accomodante: sei mesi all’anno (autunno, inverno) Persefone sarebbe rimasta negli Inferi e nei rimanenti sei (primavera, estate) sarebbe salita sulla terra facendo fiorire e fruttificare gli alberi. Allora gli abitanti di Eleusi fondarono un santuario e istituirono feste per le due dee e Demetra insegnò l’agricoltura a Trittolemo, figlio di Keleos.

I Misteri Eleusini vennero celebrati ininterrottamente fino all’epoca romana ed avevano fama panellenica. Si distinguevano in Piccoli Misteri (effettuati in primavera nel Metroon dell’Ilisso) e in Grandi Misteri. I Grandi Misteri venivano officiati alla fine dell’estate e duravano nove giorni. Iniziavano con una processione, che trasportava gli utensili sacri della dea e che partiva da Eleusi e attraverso la Via Sacra arrivava nell’Agorà. 

L’inizio della festa veniva proclamato dal l’arconte-re nella Stoà Poikile; dopo aver effettuato purificazioni e sacrifici una seconda processione ripartiva in direzione di Eleusi. Durante il percorso i mystes (iniziati) officiavano il culto in santuari della Via Sacra (Apollo Pizio, Afrodite, ecc.) e una volta arrivati al pozzo Kallichoro si fermavano e danzavano tutta la notte. Dopo sacrifici e digiuno celebravano i Misteri nel cosiddetto Telesterio. 

Sembra che i riti sacri creassero una tensione tale che portava gradualmente ad una elevazione psichica e spirituale. Il loro contenuto però è rimasto sconosciuto dato che era rigorosamente vietato per legge rivelare qualunque cosa fosse in relazione con i riti.

Ad Eleusi, che oggi è una zona industriale, si conservano le rovine del Telesterio e di numerosissimi edifici collegati con la festa. Nel Museo di Eleusi sono conservati importanti ritrovamenti del sito, che datano dalla preistoria fino all’epoca romana.

Agosto 2013

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Fonti:
Grecia Antica Ed. Papadimas
Atene, tra mito e storia Ed. D. Haitalis