Trapani
  
  

   

Cattedrale di San Lorenzo Martire

La Cattedrale di San Lorenzo Martire, detta anche Duomo di Trapani, è situata nel centro storico della città, lungo il corso Vittorio Emanuele.

L'edificio originario venne eretto nel 1102 come cappella annessa al Consolato della Nazione Genovese, nel centro della zona nobiliare della città, intitolata a san Giorgio, patrono della Repubblica marinara ligure. La comunità genovese, che viveva a Trapani si si dedicava, fin dall'XI secolo, particolarmente al commercio e alle attività marinare, ed era all'epoca alleata di Ruggero I di Sicilia (1031 ca. - 1101) nell'opera di riconquista dell'isola per sottrarla al predominio arabo.

Nel 1280 il re Giacomo II di Aragona (1267 - 1327) dispose la suddivisione del quartiere Palazzo in due rioni, rispettivamente denominati San Francesco e San Lorenzo, dal nome di altrettante chiese che qui già preesistevano.

Nel 1421 la chiesa è ancora documentata come cappellania; nel 1434, per volere di Alfonso V d'Aragona, detto il Magnanimo (1396 - 1458), il tempio fu elevato a parrocchia, dedicata a San Lorenzo. Grazie al contributo delle famiglie più ricche si iniziò la costruzione delle cappelle laterali, per prima quella di Santo Stefano, finanziata dalla famiglia Vento, che ne ottenne lo ius patronatus.

A partire dal XV secolo la chiesa fu ampliata ed abbellita fino ad assumere fra il XVI e il XVII secolo la forma e le dimensioni attuali. Infatti, dal 1583 incominciarono i lavori di ristrutturazione dell'edificio, che, inglobando alcuni degli immobili esistenti limitrofi (come, ad esempio, parte del consolato dei Genovesi), la ingrandirono fino all'altezza delle attuali navate laterali e poi fino oltre la strada che delimitava l'isolato.

Nel 1602, i sacerdoti ottennero il permesso dal vescovo di Mazara del Vallo - alla cui giurisdizione apparteneva all'epoca la città di Trapani - di vendere alcune case di proprietà per finanziare i necessari lavori di restauro, in quanto alcune parti dell'edificio erano pericolanti. Nel 1603, anche grazie alle offerte dei fedeli, iniziò i la costruzione dell'abside.

Il progetto generale e buona parte dei disegni sono da attribuire all'architetto messinese, nonché frate minore conventuale Bonaventura Certo (doc. 1630 - 1646), che oltre all'impianto strutturale ideò, insieme ad altri elementi, la cupola e le dodici colonne marmoree. La chiesa, eretta a partire dal 1635, fu solennemente consacrata dal vescovo di Mazara del Vallo Bartolomeo Castelli il 2 luglio 1705.

I lavori vennero, successivamente, completati e riveduti dall'architetto e sacerdote trapanese Giovanni Biagio Amico (1684-1754), che inserì nella struttura le cupoline, il portico balaustrato con il campanile e le cappelle laterali. In questa occasione furono realizzati anche la cantoria, l'altare maggiore, le statue e gli angeli (poste nella parte superiore come ornamento), l'organo, il fonte battesimale, i confessionali e il pulpito, portando così ad una maggiore monumentalità l'intera chiesa tanto da riuscire ad ottenere nel 1737 il titolo di Insigne Collegiata.

Nel 1785 furono rifatti il tetto e la pavimentazione, vennero chiusi gli archi laterali del peristilio e fu costruito il coro.

Nel 1788 venne istituita la Fabbrica del Duomo per provvedere stabilmente alla conservazione, restauro e mantenimento della cattedrale.

Tra il 1793 e il 1801 fu ristrutturata la cupola e i quattro cupolini circostanti, vennero avviati i lavori di completamento degli stucchi e delle decorazioni pittoriche affidandoli ai fratelli palermitani Antonio e Vincenzo Manno.

Con la bolla Ut animarum Pastores, datata 31 maggio 1844, papa Gregorio XVI costituì la nuova Diocesi, stabilendo la sede vescovile in Trapani, e lo stesso anno sopraggiunsero le bolle apostoliche che elevavano la Chiesa San Lorenzo Martire a Cattedrale, mettendo fine alla lunga contesa per il primato con la Collegiata di San Pietro Apostolo e la Basilica di San Niccolò.

Dal 1961 al 1971, in osservanza alla riforma liturgica, apportata dal Concilio Vaticano II, con il vescovo Francesco Ricceri, si procedette allo spostamento dell'altare sotto la cupola (ubicato in precedenza in fondo all'abside), alla rimozione della balaustra, all'ampliamento del presbiterio collocando al centro, in fondo all'abside, la cattedra sormontata da un baldacchino ligneo, al rifacimento dell'intera pavimentazione dell'edificio e alla realizzazione di un ponte di raccordo tra il Palazzo vescovile e la chiesa.

Dal 1995 al 1997, per volontà del vescovo Domenico Amoroso, sulla base dei nuovi orientamenti liturgici post-conciliari, sono stati eseguiti ulteriori lavori di adeguamento dell'area presbiteriale, sotto la direzione e su progetto dell'architetto Carmela Rinaudo, e di rifacimento di tutti suoi arredi (altare, ciborio, ambone, fonte battesimale, candelabro per cero pasquale e cattedra) realizzati da Umberto Benini Craparotta, coadiuvato da maestranze trapanesi.

La cattedrale, in stile barocco, costruita con la pietra bianca calcarea delle cave trapanesi, alternata a conci di tufo, presenta una facciata ad andamento curvilineo, priva di coronamento e decorata da lesene ioniche, con due torri impostate ai lati: quella di destra è sormontata da un campanile con una cuspide coperta da maioliche policrome.

La facciata è preceduta da un portico a peristilio balaustrato (XVIII secolo), diviso in tre campate e aperto da altrettanti archi a tutto sesto e chiuso da una cancellata, realizzata in bronzo e ferro battuto da Ennio Tesei nel 1990, inaugurata il 29 giugno dello stesso anno.

La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), presenta una pianta basilicale, divisa in tre navate da colonne marmoree di ordine tuscanico, sei per lato, sorreggenti cinque archi a tutto sesto, transetto e profondo abside, affiancata da due cappelle per lato.

La navata centrale è coperta con volta a botte, mentre le due laterali sono coperte con volta a crociera; su queste ultime, si aprono le cappelle laterali, quattro per lato. L'incrocio tra il transetto e la navata è coperto dalla cupola, contornata da quattro cupolini e sorretta da un originale tamburo, esternamente a sezione quadrata e internamente circolare.

Navata centrale

Lungo la navata centrale si notano: 

- nella volta, ciclo di dipinti murali con Storie dell'Antico e Nuovo Testamento (1801), affreschi di Antonio e Vincenzo Manno: l'opera venne realizzata, in occasione della visita del re Ferdinando I di Borbone (1751 – 1825), dai due fratelli palermitani che avevano decorato nel 1794 con gli stessi soggetti la volta della Cattedrale di San Paolo di Medina a Malta.

- all'inizio, Gesù Cristo crocifisso (1665), in legno intagliato e policromo, attribuito a Giuseppe Milanti.

Navata sinistra

Lungo la navata sinistra si aprono quattro pregevoli cappelle:

- prima cappella, dedicata a san Cristoforo, all'interno sono collocate:

all'altare, San Cristoforo (1800 ca.), olio su tela di Vincenzo Manno.

- seconda cappella, intitolata a san Giorgio, dove si conservano:

all'altare, San Giorgio e il drago (1639 ca.), olio su tela, attribuito ad Andrea Carreca;

a destra, Stemma crociato della Repubblica marinara di Genova (prima metà del XVII secolo), in marmo grigio, bianco e rosso, opera di maestranze trapanesi.

Croce commemorativa della consacrazione della chiesa primitiva (XIV secolo).

- terza cappella, dedicata a sant'Antonio di Padova, dove sono custodite:

all'altare, Madonna con Gesù Bambino e sant'Antonio di Padova (fine XVII secolo), olio su tela di Giuseppe Felice;

Gruppo scultoreo con San Giuseppe e Gesù il Bambino (seconda metà del XVIII secolo), in legno intagliato e policromo, tela e colla, di ambito trapanese.

Monumento funebre del vescovo Filippo Jacolino (post 1950), in marmo, di Domenico Li Muli.

- quarta cappella, dedicata alla Deposizione, dove si notano:

all'altare, Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (1634 - 1636), olio su tela di scuola fiamminga: opera ispirata al capolavoro con il medesimo soggetto del pittore Pieter Paul Rubens.

Monumento del prelato Diego De Luca, in marmo, di Federico Siracusa.

Transetto sinistro

Nel braccio sinistro del transetto è posta la cappella, dedicata a Santo Stefano protomartire, dove sono visibili:

all'altare, Dipinto murale con Martirio di santo Stefano (XVIII sec.), affresco di Domenico la Bruna.

Organo a canne, costruito nel 2008 dai Fratelli Cimino.

Monumento al cavaliere Benedetto Alberto Omodei, opera di Delisi

Dal braccio sinistro del transetto si accede alla Cappella della Madonna di Trapani, che affianca l'abside centrale, dove sono conservati:

all'altare, Statua della Madonna con Gesù Bambino detta Maria Santissima di Trapani (2008), in marmo: opera donata dal vescovo Francesco Miccichè, copia dell'originale, in legno intagliato e policromo, di Giuseppe Greco, custodita nella Basilica di Maria Santissima Annunziata a Trapani.

Monumento funebre del vescovo Francesco Ragusa (post 1895), in marmo, di Leonardo Croce.

Abside e presbiterio

Nella profonda abside è collocata una mostra d'altare, costituita da due colonne corinzie e un timpano, e sormontata da due statue in stucco con le Allegorie della Fede e della Speranza, all'interno della quale è collocato il dipinto raffigurante:

Dio Padre eterno (prima metà del XVIII secolo), olio su tavola di Domenico La Bruna: l'opera nel tempo pasquale viene sostituita con la Resurrezione di Gesù Cristo (1895), olio su tela di P. Croce.

Nel presbiterio sono collocati:

al centro, Altare cubico (1997), in marmo, di Umberto Benini Craparotta: l'opera, sovrastata da un coevo ciborio del medesimo artista, è decorata con rilievi raffiguranti:

sulla fronte, Agnello di Dio tra gli evangelisti con simboli;

sul retro, Etimasia tra quattro serafini;

sui lati, Ventiquattro vegliardi dell'Apocalisse.

a sinistra, Cattedra (1997), in marmo, di Umberto Benini Craparotta: l'opera è decorata sui lati con rilievi raffiguranti:

Gesù Cristo Buon Pastore e Gesù Cristo in trono.

a destra, Ambone, fonte battesimale e candelabro per cero pasquale (1997), in marmo, di Umberto Benini Craparotta.

Transetto destro

Nel braccio destro del transetto è posta la cappella, dedicata a San Lorenzo martire, dove sono visibili:

all'altare, Martirio di san Lorenzo (XVII secolo), olio su tela di Giuseppe Felice.

Monumento ad Ascanio Fardella (1638).

Dal braccio destro del transetto si accede alla Cappella del Santissimo Sacramento, che affianca l'abside centrale, dove si conservano:

nell'abside, Reliquiario monumentale a teca multipla dei Santi martiri, in legno intagliato e dorato;

sotto l'altare, entro un paliotto-urna, Statua di Gesù Cristo deposto, (prima metà del XVIII secolo), in alabastro rosa, attribuita all'artista Giacomo Tartaglia: l'opera è realizzata con un materiale molto pregiato e ricercato, proveniente dalle cave di Val d'Erice, detto anche "pietra incarnata", per la sua colorazione e per le venature che simulano l'incarnato umano.

Navata destra

Lungo la navata destra si aprono quattro pregevoli cappelle:

prima cappella, dedicata a san Pietro apostolo, dove si conservano:

all'altare, Gesù Cristo consegna le chiavi a san Pietro (seconda metà del XVIII secolo), olio su tela di ambito siciliano;

Statua del Sacro Cuore di Gesù Cristo (XVIII secolo), in legno intagliato e policromo, di ambito trapanese.

seconda cappella, detta dell'Ultima Cena, dove all'altare è collocato il dipinto raffigurante:

Ultima Cena (prima metà del XVIII secolo), olio su tela di Vito d'Anna: dipinto ispirato al capolavoro con il medesimo soggetto del pittore Pieter Paul Rubens.

terza cappella, dedicata alla Natività, dove all'interno si notano:

all'altare, Adorazione dei pastori (1634-1636), olio su tela, opera del pittore fiammingo Geronimo Gerardi;

Statua di san Lorenzo martire (inizio del XVI secolo), in marmo della scuola di Antonello Gagini.

quarta cappella, intitolata al Crocifisso, dove sono custoditi:

all'altare, Crocifissione di Gesù Cristo (1646), olio su tela attribuita a Giacomo Lo Verde: l'opera per molto tempo è stata attribuita al pittore fiammingo Antoon van Dyck, ma recenti restauri e approfondite ricerche ne hanno assegnato la paternità al pittore trapanese.

Tomba della serva di Dio Innocenza Riccio: religiosa francescana morta nel 1624.

Monumento al pittore Giuseppe Errante (secondo quarto del XIX secolo), in marmo, di Leonardo Pennino.

Controfacciata

Sulla controfacciata, al di sopra del portale d'ingresso, sono posti la cantoria e l'organo a canne principale della cattedrale, costruito nel 1967 dalla ditta dei Fratelli Ruffatti.

Chiesa di Sant'Agostino

Ex cappella dei templari e dedicata nel 1101 a San Giovanni Battista, venne concessa da Federico III d’Aragona ai padri Agostiniani che la ristrutturarono ed ampliarono conferendole l’attuale aspetto con unica navata ed abside poligonale, facciata a capanna ed ampio rosone.

La chiesa di S. Agostino è una delle chiese più antiche che il centro storico di Trapani conserva perfettamente. Attualmente, è sede museale del Polo Espositivo della Diocesi di Trapani. Edificata nel 1101 vicino alla cinta muraria medievale, inizialmente dedicata a S. Giovanni Battista, la chiesa sorgeva vicino all’ospizio dei Cavalieri Templari. Successivamente allo scioglimento dell’ordine tramite una Bolla pontificia, la chiesa venne concessa ai padri Agostiniani che la adattarono secondo i canoni del gotico siciliano.

Elemento di particolare interesse è la struttura dell’edificio, il prospetto a capanna con un portale inserito in muratura a sguincio, con al centro un grande rosone costruito da maestranze locali con pietra proveniente dalle antiche cave di Pietretagliate. Quest'ultimo, composto da archetti intrecciati che creano un movimento che conduce lo sguardo all’agnello, centro focale del rosone, è dominato dai simboli delle tre grandi religioni monoteiste. Danneggiata gravemente dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, dell’interno rimangono parti della copertura in legno rivestita da tavolette dipinte che raffigurano immagini grottesche e allegoriche, custodite al Museo Pepoli e al Museo Abatellis di Palermo.

Il museo della diocesi che si trova all’interno dell’edificio venne eretto dal Vescovo Francesco Miccichè il 13 ottobre del 2008 affidandone la direzione alla prof.ssa Annamaria Precopi Lombardo, attuale direttore. Alla sede principale (Parrocchia di S. Nicola) è stata affiancata l’ex chiesa S. Agostino per esporre i beni delle altre parrocchie del territorio del trapanese. Il 6 marzo 2009 ha iniziato la sua attività con la benedizione alla presenza del Presidente del Senato Renato Schifani. Oltre alle varie mostre ospitate al suo interno, sono allestiti numerosi cantieri per il restauro, tra questi ricordiamo il “cantiere aperto” di Restauro del Simulacro della Vergine Addolorata , l’ultimo dei venti gruppi dei Misteri di Trapani, a cura di Elena Vetere, finanziato dal presidente del Trapani Calcio.

Chiesa di Santa Maria di Gesù

La Chiesa di Santa Maria del Gesù fu eretta, con l’annesso convento, nella prima metà del XVI secolo, sui resti di una precedente chiesa dedicata a San Marco, per i padri Francescani Osservanti.

La facciata in conci di tufo, di forme miste gotico-rinascimentali, ha un bel portale ogivale sovrastato da una grande nicchia a forma di conchiglia. Sulla facciata destra, invece, si trova un portale rinascimentale, con un interessante rilievo raffigurante l’Annunciazione in un tipico stile gotico-catalano.

All’interno la chiesa si presenta suddivisa in tre navate, separate da tre ampie arcate a tutto sesto con tre relative absidi poligonali. La copertura è costituita da capriate in legno lasciate a vista.

Nell’abside della navata centrale, all’interno del quale predomina la figura di Maria SS. Immacolata, si trova l’altare maggiore in marmo, opera nel 1624 di Francesco Lo Mastro.

Le navate laterali presentano due cappelle: a destra, rispetto all’ingresso principale, la Cappella della Madonna degli Angeli, dove si può ammirare la meravigliosa raffigurazione in terracotta policroma invetriata denominata “Madonna col Bambino circondata dagli Angeli”, opera del toscano Andrea della Robbia, posta sotto il meraviglioso baldacchino in marmo realizzato nel 1521 da Antonello Gagini, appartenente alla scuola dei Gagini; a sinistra si trova la Cappella del SS. Crocifisso.

Lungo le navate si possono ammirare importanti quadri come quelli raffiguranti San Domenico e San Francesco di V. Carreca, San Diego e la “Porziuncola” di Domenico La Bruna, e i quadri raffiguranti S.Elisabetta e la Vergine Maria, opere del Carreca, (seppur non se ne abbia certezza).

All’interno della chiesa si trovano anche lo stemma della famiglia Ciambra, importante famiglia nobiliare trapanese dell’epoca, posta a decoro di una pregiata tribuna in marmo realizzata nel XVI secolo dalla scuola dei Gagini, e il sarcofago di Giacomo Staiti, altra importante personalità di spicco della società trapanese dell’epoca.

Tutte queste preziose opere contribuiscono a rendere la chiesa una tra le più significative di Trapani.

Nel 1879 il convento annesso venne ceduto alla Provincia. Danneggiato durante la seconda guerra mondiale, venne successivamente distrutto.

Durante il Venerdì Santo, solitamente intorno alle ore 14,00, contestualmente all’uscita dei Misteri dalla Chiesa del Purgatorio, nella Cappella del Santissimo Crocifisso si svolge la tradizionale Discesa del Cristo dalla Croce, suggestivo rito eseguito a luci spente, con la sola luce naturale che riesce a filtrare dal portale e dalle vetrate. L'importanza di questa manifestazione è tale che, fino alla metà degli anni '60, la stessa Processione dei Misteri di Trapani poteva prendere avvio solo dopo essersi conclusa la "Discesa".

Chiesa del Purgatorio

La famosissima chiesa del Purgatorio si trova nella via San Francesco d’Assisi, parallela al principale Corso Vittorio Emanuele di cui parleremo più avanti a proposito della Cattedrale di San Lorenzo. Fu costruita nel 1688, ma il suo prospetto fu realizzato tra il 1712 e il 1714 dall'architetto trapanese Giovanni Biagio Amico, così come testimoniano le date incise sugli zoccoli in marmo alla base. La facciata presenta dodici statue in stucco degli Apostoli e sopra al portone una statua a mezzo busto del SS. Salvatore.

L’architetto Amico per sua volontà fu sepolto sotto la soglia d’ingresso di questa chiesa, dove tutt'ora si trova una lapide-ricordo in sua memoria. Questo santuario deve la sua fama soprattutto a ciò che custodisce al suo interno, cioè i famosi “Misteri” (mestieri). Si tratta del gruppo sacro di venti statue risalenti al 1400, realizzate in legno, tela e colla e raffiguranti la passione di Cristo. Da oltre 400 anni, infatti, la tradizione trapanese coinvolge ed invita devoti, meno devoti e curiosi, ad assistere alla processione che avviene il venerdì santo.

Il portone della Chiesa del Purgatorio si apre puntuale alle ore 14:00 e le statue, portate a spalla da veri devoti del luogo, sfilano per 24 ore lungo le vie del centro storico trapanese, accompagnate da marce funebri eseguite da bande musicali locali.

Il rientro, il giorno seguente, avviene nella commozione generale dei processionanti fino alla chiusura delle porte alle loro spalle.

Chiesa di Maria SS. dell'Itria

Si trova nella via Garibaldi, una delle principali vie del centro storico di Trapani e fu edificata su una chiesa già esistente. E’ un notevole esempio di barocco siciliano. Chiamata comunemente Chiesa di S. Rita perché vi si venerano la Santa di Cascia oltre alle reliquie del venerabile Fra Santo di S. Domenico.

Il venerabile Fra Santo, chiamato Vito Antonio, nasce a Trapani il 5 agosto 1655 da Giuseppe di Santo e da Paola Iguali o Berceri. Desiderando una vita più perfetta, entrò tra gli Agostiniani Scalzi a Marsala in qualità di fratello converso. Il 22 maggio 1685 emise la sua professione religiosa col nome di Fra Santo di S. Domenico. Da Marsala ritornò a Trapani e, dopo aver lavorato per 43 anni nell’ufficio gravoso di questuante, tramite numerose faticose elemosine raccolte, poté costruire la Chiesa di S. Maria dell’Itria. Essa fu fatta costruire in contemporanea al convento dagli agostiniani scalzi che, nel 1621, ottennero dalla Confraternita di S. Maria dell’Itria la chiesa già esistente. 

Il prospetto del 1745 è di Pietro Castro e si articola su due ordini: nella parte inferiore sono presenti due nicchie, oggi prive di statue, tra colonne corinzie. Nella parte superiore, il secondo ordine è composto da una grande finestra, posta proprio perpendicolarmente al portone di entrata, e all’interno del timpano, che corona la struttura, troviamo lo stemma degli Eremiti di S. Agostino. 

L’interno a tre navate, ristrutturato nel Seicento, possiede numerose opere d’arte, come le statue realizzate in legno tela e colla della Sacra Famiglia di Andrea Tipa, poste sull’altare maggiore, il Crocifisso di Pietro Orlando, e vari dipinti, tra cui la tela di Sant’Agostino di Pietro Novelli, il quadro di S. Nicolò da Tolentino di Carreca e i quadri dell’Arcangelo Raffaele, della Madonna dell’Itria e dell’Immacolata di Giuseppe Felice. 

L’annesso convento, passato allo Stato dolo il 1861, divenne nel 1923 sede del Liceo scientifico Vincenzo Fardella.

Collegiata di San Pietro Apostolo

La chiesa di San Pietro, titolo completo chiesa arcipretale insigne collegiata di San Pietro, è un luogo di culto cattolico ubicato in via Serraglio San Pietro, nel

La tradizione orale vuole che sia stato il primo luogo di culto cristiano edificato a Trapani, su un preesistente tempio pagano dopo il passaggio di San Pietro, nell'ambito dei primi processi di cristianizzazione da evangelizzazione.

Il primitivo sacro recinto nel corso dei secoli è stato oggetto di numerosi interventi di riconversione e riedificazioni di strutture sempre più grandiose, col fine di rispondere alle crescenti pratiche di culto. Nell'alternanza delle varie dominazioni numerose sono state le attestazioni, le opere di regnanti, sovrani, imperatori, e gli avvicendamenti di titolati architetti.

Una prima riedificazione e conseguente ampliamento è documentato per opera del conte Ruggero I d'Altavilla nel 1076, per l'evento alla chiesa fu concessa la dignità arcipretale insigne collegiata.

Per la fedeltà dimostrata dalla popolazione durante le vicende dei Vespri Siciliani, Pietro III di Aragona effettuò nel tempio il giuramento di mantenere i privilegi della città.

Nel 1535, reduce dalla trionfale campagna di Tunisi, l'imperatore Carlo V d'Asburgo nel corso di una solenne cerimonia fra le sue mura, offrì in dono un raffinato stendardo sottratto alle armate turco - ottomane.

Salito al trono di Sicilia il re di Sardegna, Vittorio Amedeo II di Savoia, il sovrano intervenne nella chiesa di San Pietro nel periodo immediatamente a ridosso l'incoronazione svolta a Palermo: arco temporale della permanenza nel Regno di Sicilia compreso tra il 23 ottobre 1713 e il 7 settembre 1714.

La chiesa fu solennemente consacrata il 29 ottobre del 1726, dal trapanese monsignor Giuseppe Barlotta Ferro dei principi di San Giuseppe, abate di Santa Maria de Parco di Altofonte e vescovo titolare della diocesi di Telepte.

Sono documentati interventi diretti dal teologo e architetto Giovanni Biagio Amico nella prima metà del XVIII secolo. Dopo la riedificazione nel 1775 la chiesa presenta un impianto basilicale a cinque navate, e risulta essere unica nel suo genere a Trapani.

Ferdinando III e poi I delle Due Sicilie, nell'anno 1801, in questa chiesa ricevette la benedizione del Santissimo. A seguire, a partire dal soggiorno riparatore della corte borbonica presso il Palazzo Reale a Palermo, furono accolti nel tempio Francesco I e Ferdinando II.

Dal XVII secolo al 1844 si susseguirono numerose petizioni per la (ri)costituzione della sede vescovile Drepanensis. In effetti già in epoca aragonese (1496) erano state rivolte suppliche al sovrano e al pontefice affinché provvedessero alla agognata concessione. Istituzione ostacolata dalla diocesi di Mazara del Vallo, maldisposta a cedere parte del territorio sottoposto alla sua giurisdizione ecclesiale, nonché dalle limitate risorse finanziarie a sostenere la nascente istituzione. Fu scartata l'idea di un concattedra da istituirsi presso la protobasilica di San Nicola.

Nel 1844 re Ferdinando II rimosse le cause ostative, pertanto Trapani fu elevata a sede vescovile con la costituzione della diocesi da parte di papa Gregorio XVI, riconosciuta con bolla "Ut animarum Pastores", il tempio di San Lorenzo fu elevato al rango di cattedrale ponendo fine all'annosa contesa con la collegiata di San Pietro Apostolo e la protobasilica di San Niccolò.

Il tempio presenta la facciata rivolta ad occidente con torre campanaria affiancata sul lato sinistro, absidi ad oriente. Il prospetto principale offre tre varchi d'accesso. Una quarta porta si apre a meridione con portalino sormontato da timpano ad arco spezzato, e la quinta rivolta a settentrione.

Il portale centrale, delimitato da colonne ioniche con capitelli corinzi, reca un architrave sormontato da timpano spezzato con edicola e nicchia intermedia, all'interno di quest'ultima è custodita la statua raffigurante una Madonna con Bambino altrimenti nota come Madonna del Cardello. Nello scanello i rilievi dell'Annunciazione, la scultura di scuola gaginiana (Giacomo Gagini) era collocata sul terzo altare di destra. Sotto il piedistallo lo stemma recante il Triregno e le Chiavi di San Pietro.

Sulla crociera si erge la cupola con nervature di tufo, alcuni dei cupolini delle navate esterne conservano parte del rivestimento settecentesco realizzato con scaglie di ceramica giallo - verde.

L'interno con impianto basilicale ripartito in cinque navate suddivise da 14 colonne e altrettanti pilastri esterni. Il primitivo tetto ligneo con gli interventi del 1786 fu sostituito da volta in muratura che al presente è decorata da riquadri affrescati. Cantoria addossata alla controfacciata sostenuta da coppia di colonne. Ambiente totalmente occupato da organo, costruito dal palermitano Francesco La Grassa tra il 1836 e il 1847. Nelle nicchie che delimitano il portale centrale, ospitano le statue raffiguranti San Pietro e San Paolo.

Navata destra

Prima campata: Cappella Battistero. Fonte battesimale. Altorilievo ligneo raffigurante Battesimo di Gesù.

Seconda campata:

Terza campata: varco d'uscita meridionale.

Quarta campata:

Quinta campata:

Navata sinistra

Prima campata: ambienti destinati ad archivio.

Seconda campata:

Terza campata: varco d'uscita settentrionale.

Quarta campata:

Pulpito ligneo.

Quinta campata: Cappella del Santissimo Crocifisso. Su reliquiario è collocato il Crocifisso, attribuito a Giuseppe Milanti, tra le statue della Vergine Maria e San Giovanni Evangelista. Ambiente sotto il patrocinio Palmeggiano.

Transetto

Braccio destro: Cappella di San Pietro. Ambiente con statua raffigurante San Pietro sedente in cattedra con abiti pontificali, statua lignea opera di Mario Ciotta, grande baldacchino ligneo.

Braccio sinistro: Cappella di San Paolo. Ambiente con statua raffigurante San Paolo. Dipinto raffigurante San Paolo del 1617, opera di Andrea Carrera.

Absidiole

Absidiola destra: Cappella del Santissimo Sacramento. Ambiente con Crocifisso. Prezioso paliotto e busti incastonati negli oculi del dossale.

Absidiola sinistra: Cappella della Madonna di Trapani. Statua raffigurante la Madonna di Trapani collocata sotto un baldacchino, sostenuto da otto colonne disposte ad emiciclo, manufatto improntato al medesimo apparato presente nel basilica-santuario di Maria Santissima Annunziata. Ambienti storicamente concessi alla corporazione dei Mugnai. Grandi quadroni laterali.

Il presbiterio sopraelevato è caratterizzato da un monumentale altare versus Deum e coro di ventisei stalli per il collegio dei canonici.

Il dossale è costituito da coppie di colonne sormontate da capitelli corinzi, la coppia interna aggettante. I fusti sostengono un architrave sormontato da timpano spezzato. L'edicola custodisce il dipinto Trasfigurazione, opera di Andrea Carrera, giunta nel tempio nel 1679.

Nella calotta absidale campeggia una grande raggiera e manufatto in stucco. Sulle pareti laterali i dipinti raffiguranti l'Adorazione dei Magi e l'Adorazione dei Pastori, olio su tela.

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