Cattedrale
di
San
Lorenzo
Martire
La Cattedrale
di
San
Lorenzo
Martire,
detta
anche Duomo
di
Trapani,
è
situata
nel
centro
storico
della
città,
lungo
il
corso
Vittorio
Emanuele.
L'edificio
originario
venne
eretto
nel 1102 come cappella annessa
al
Consolato
della
Nazione
Genovese,
nel
centro
della
zona
nobiliare
della
città,
intitolata
a san
Giorgio, patrono della
Repubblica
marinara
ligure.
La
comunità
genovese,
che
viveva
a
Trapani
si si
dedicava,
fin
dall'XI
secolo,
particolarmente
al
commercio
e
alle
attività
marinare,
ed
era
all'epoca
alleata
di Ruggero
I
di
Sicilia
(1031 ca.
- 1101)
nell'opera
di
riconquista
dell'isola
per
sottrarla
al
predominio
arabo.
Nel 1280 il
re Giacomo
II
di
Aragona (1267 - 1327)
dispose
la
suddivisione
del
quartiere Palazzo in
due
rioni,
rispettivamente
denominati San
Francesco e San
Lorenzo,
dal
nome
di
altrettante
chiese
che
qui
già
preesistevano.
Nel 1421 la chiesa è
ancora
documentata
come cappellania;
nel 1434,
per
volere
di Alfonso
V
d'Aragona,
detto
il
Magnanimo
(1396 - 1458),
il
tempio
fu
elevato
a parrocchia,
dedicata
a San
Lorenzo.
Grazie
al
contributo
delle
famiglie
più
ricche
si
iniziò
la
costruzione
delle
cappelle
laterali,
per
prima
quella
di Santo
Stefano,
finanziata
dalla
famiglia Vento,
che
ne
ottenne
lo ius
patronatus.
A
partire
dal XV
secolo la
chiesa
fu
ampliata
ed
abbellita
fino
ad
assumere
fra
il XVI e
il XVII
secolo la
forma
e
le
dimensioni
attuali.
Infatti,
dal 1583 incominciarono
i
lavori
di
ristrutturazione
dell'edificio,
che,
inglobando
alcuni
degli
immobili
esistenti
limitrofi
(come,
ad
esempio,
parte
del
consolato
dei
Genovesi),
la
ingrandirono
fino
all'altezza
delle
attuali
navate
laterali
e
poi
fino
oltre
la
strada
che
delimitava
l'isolato.
Nel 1602,
i sacerdoti ottennero
il
permesso
dal vescovo di Mazara
del
Vallo -
alla
cui
giurisdizione
apparteneva
all'epoca
la
città
di
Trapani
-
di
vendere
alcune
case
di
proprietà
per
finanziare
i
necessari
lavori
di
restauro,
in
quanto
alcune
parti
dell'edificio
erano
pericolanti.
Nel 1603,
anche
grazie
alle
offerte
dei fedeli,
iniziò
i
la
costruzione
dell'abside.
Il
progetto
generale
e
buona
parte
dei
disegni
sono
da
attribuire
all'architetto
messinese,
nonché frate
minore
conventuale
Bonaventura
Certo (doc. 1630 - 1646),
che
oltre
all'impianto
strutturale
ideò,
insieme
ad
altri
elementi,
la
cupola
e
le
dodici
colonne
marmoree.
La
chiesa,
eretta
a
partire
dal 1635,
fu
solennemente consacrata dal vescovo di Mazara
del
Vallo Bartolomeo
Castelli il 2
luglio 1705.
I
lavori
vennero,
successivamente,
completati
e
riveduti
dall'architetto
e sacerdote trapanese Giovanni
Biagio
Amico
(1684-1754),
che
inserì
nella
struttura
le
cupoline,
il
portico
balaustrato
con
il campanile e
le
cappelle
laterali.
In
questa
occasione
furono
realizzati
anche
la cantoria,
l'altare maggiore,
le
statue
e
gli
angeli
(poste
nella
parte
superiore
come
ornamento),
l'organo,
il fonte
battesimale,
i confessionali e
il pulpito,
portando
così
ad
una
maggiore
monumentalità
l'intera
chiesa
tanto
da
riuscire
ad
ottenere
nel 1737 il
titolo
di
Insigne Collegiata.
Nel 1785 furono
rifatti
il
tetto
e
la
pavimentazione,
vennero
chiusi
gli
archi
laterali
del
peristilio
e
fu
costruito
il
coro.
Nel 1788 venne
istituita
la Fabbrica
del
Duomo per
provvedere
stabilmente
alla
conservazione,
restauro
e
mantenimento
della
cattedrale.
Tra
il 1793 e
il 1801 fu
ristrutturata
la
cupola
e
i
quattro
cupolini
circostanti,
vennero
avviati
i
lavori
di
completamento
degli
stucchi
e
delle
decorazioni
pittoriche
affidandoli
ai
fratelli
palermitani Antonio e Vincenzo
Manno.
Con
la bolla Ut
animarum
Pastores,
datata 31
maggio 1844, papa
Gregorio
XVI costituì
la
nuova Diocesi,
stabilendo
la
sede
vescovile
in Trapani,
e
lo
stesso
anno
sopraggiunsero
le bolle
apostoliche che
elevavano
la
Chiesa
San
Lorenzo
Martire
a
Cattedrale,
mettendo
fine
alla
lunga
contesa
per
il
primato
con
la Collegiata
di
San
Pietro
Apostolo e
la Basilica
di
San
Niccolò.
Dal 1961 al 1971,
in
osservanza
alla
riforma
liturgica,
apportata
dal Concilio
Vaticano
II,
con
il vescovo Francesco
Ricceri,
si
procedette
allo
spostamento
dell'altare sotto
la
cupola
(ubicato
in
precedenza
in
fondo
all'abside),
alla
rimozione
della
balaustra,
all'ampliamento
del presbiterio collocando
al
centro,
in
fondo
all'abside,
la cattedra sormontata
da
un
baldacchino
ligneo,
al
rifacimento
dell'intera
pavimentazione
dell'edificio
e
alla
realizzazione
di
un
ponte
di
raccordo
tra
il
Palazzo
vescovile
e
la
chiesa.
Dal 1995 al 1997,
per
volontà
del vescovo Domenico
Amoroso,
sulla
base
dei
nuovi
orientamenti
liturgici post-conciliari,
sono
stati
eseguiti
ulteriori
lavori
di
adeguamento
dell'area presbiteriale,
sotto
la
direzione
e
su
progetto
dell'architetto Carmela
Rinaudo,
e
di
rifacimento
di
tutti
suoi
arredi
(altare, ciborio, ambone, fonte
battesimale, candelabro per cero
pasquale e cattedra)
realizzati
da Umberto
Benini
Craparotta,
coadiuvato
da
maestranze
trapanesi.

La cattedrale,
in
stile
barocco,
costruita
con
la
pietra
bianca
calcarea
delle
cave
trapanesi,
alternata
a
conci
di
tufo,
presenta
una
facciata
ad
andamento
curvilineo,
priva
di
coronamento
e
decorata
da
lesene
ioniche,
con
due
torri
impostate
ai
lati:
quella
di
destra
è
sormontata
da
un
campanile
con
una
cuspide
coperta
da
maioliche
policrome.
La
facciata
è
preceduta
da
un
portico
a
peristilio
balaustrato
(XVIII
secolo),
diviso
in
tre
campate
e
aperto
da
altrettanti
archi
a
tutto
sesto
e
chiuso
da
una
cancellata,
realizzata
in
bronzo
e
ferro
battuto
da Ennio
Tesei nel 1990,
inaugurata
il 29
giugno dello
stesso
anno.
La
chiesa,
orientata
(ossia
con
l'abside
rivolto
a
Est),
presenta
una
pianta
basilicale,
divisa
in
tre
navate
da
colonne
marmoree
di
ordine
tuscanico,
sei
per
lato,
sorreggenti
cinque
archi
a
tutto
sesto, transetto e
profondo
abside,
affiancata
da
due cappelle per
lato.
La
navata
centrale
è
coperta
con
volta
a
botte,
mentre
le
due
laterali
sono
coperte
con
volta
a
crociera;
su
queste
ultime,
si
aprono
le cappelle
laterali,
quattro
per
lato.
L'incrocio
tra
il
transetto
e
la
navata
è
coperto
dalla
cupola,
contornata
da
quattro
cupolini
e
sorretta
da
un
originale
tamburo,
esternamente
a
sezione
quadrata
e
internamente
circolare.
Navata
centrale
Lungo
la
navata
centrale
si
notano:
-
nella
volta,
ciclo
di
dipinti
murali
con Storie
dell'Antico e Nuovo
Testamento (1801),
affreschi
di Antonio e Vincenzo
Manno:
l'opera
venne
realizzata,
in
occasione
della
visita
del
re Ferdinando
I
di
Borbone (1751 – 1825),
dai
due
fratelli
palermitani
che
avevano
decorato
nel 1794 con
gli
stessi
soggetti
la
volta
della Cattedrale
di
San
Paolo di
Medina
a Malta.
-
all'inizio, Gesù
Cristo crocifisso (1665),
in
legno
intagliato
e
policromo,
attribuito
a Giuseppe
Milanti.
Navata
sinistra
Lungo
la
navata
sinistra
si
aprono
quattro
pregevoli
cappelle:
-
prima cappella,
dedicata
a san
Cristoforo,
all'interno
sono
collocate:
all'altare, San
Cristoforo (1800 ca.),
olio
su
tela
di Vincenzo
Manno.
-
seconda cappella,
intitolata
a san
Giorgio,
dove
si
conservano:
all'altare, San
Giorgio
e
il
drago (1639 ca.), olio
su
tela,
attribuito
ad Andrea
Carreca;
a
destra, Stemma
crociato
della Repubblica
marinara
di
Genova (prima
metà
del XVII
secolo),
in
marmo
grigio,
bianco
e
rosso,
opera
di
maestranze
trapanesi.
Croce commemorativa
della consacrazione
della
chiesa primitiva
(XIV
secolo).
-
terza cappella,
dedicata
a sant'Antonio
di
Padova,
dove
sono
custodite:
all'altare, Madonna con Gesù
Bambino e sant'Antonio
di
Padova (fine XVII
secolo),
olio
su
tela
di Giuseppe
Felice;
Gruppo
scultoreo con San
Giuseppe e Gesù
il
Bambino (seconda
metà
del XVIII
secolo),
in
legno
intagliato
e
policromo,
tela
e
colla,
di
ambito
trapanese.
Monumento
funebre del vescovo Filippo
Jacolino (post 1950),
in
marmo,
di Domenico
Li
Muli.
-
quarta cappella,
dedicata
alla Deposizione,
dove
si
notano:
all'altare, Deposizione
di
Gesù
Cristo dalla croce (1634 - 1636),
olio
su
tela
di
scuola
fiamminga:
opera
ispirata
al
capolavoro
con
il
medesimo
soggetto
del
pittore Pieter
Paul
Rubens.
Monumento
del
prelato Diego
De
Luca,
in
marmo,
di Federico
Siracusa.
Transetto
sinistro
Nel
braccio
sinistro
del transetto è
posta
la cappella,
dedicata
a
Santo
Stefano protomartire,
dove
sono
visibili:
all'altare,
Dipinto
murale
con Martirio di santo
Stefano (XVIII
sec.),
affresco
di Domenico
la
Bruna.
Organo
a
canne,
costruito
nel 2008 dai
Fratelli
Cimino.
Monumento
al
cavaliere Benedetto
Alberto
Omodei,
opera
di Delisi
Dal
braccio
sinistro
del
transetto
si
accede
alla Cappella della
Madonna
di
Trapani,
che
affianca
l'abside
centrale,
dove
sono
conservati:
all'altare, Statua
della Madonna con Gesù
Bambino detta Maria
Santissima
di
Trapani (2008),
in
marmo:
opera
donata
dal
vescovo
Francesco
Miccichè,
copia
dell'originale,
in
legno
intagliato
e
policromo,
di Giuseppe
Greco,
custodita
nella Basilica
di
Maria
Santissima
Annunziata a
Trapani.
Monumento
funebre del vescovo Francesco
Ragusa (post 1895),
in
marmo,
di Leonardo
Croce.
Abside
e
presbiterio
Nella
profonda
abside
è
collocata
una mostra
d'altare,
costituita
da
due
colonne
corinzie
e
un
timpano,
e
sormontata
da
due
statue
in
stucco
con
le Allegorie
della Fede e
della Speranza,
all'interno
della
quale
è
collocato
il
dipinto
raffigurante:
Dio
Padre eterno (prima
metà
del XVIII
secolo),
olio
su
tavola
di Domenico
La
Bruna:
l'opera
nel tempo
pasquale viene
sostituita
con
la Resurrezione
di
Gesù
Cristo (1895),
olio
su
tela
di
P.
Croce.
Nel presbiterio sono
collocati:
al
centro, Altare cubico (1997),
in
marmo,
di Umberto
Benini
Craparotta:
l'opera,
sovrastata
da
un
coevo ciborio del
medesimo
artista,
è
decorata
con
rilievi
raffiguranti:
sulla
fronte, Agnello
di
Dio tra
gli evangelisti con simboli;
sul
retro, Etimasia tra quattro serafini;
sui
lati, Ventiquattro vegliardi
dell'Apocalisse.
a
sinistra, Cattedra (1997),
in
marmo,
di Umberto
Benini
Craparotta:
l'opera
è
decorata
sui
lati
con
rilievi
raffiguranti:
Gesù
Cristo Buon
Pastore e Gesù
Cristo in
trono.
a
destra, Ambone, fonte
battesimale e candelabro per cero
pasquale (1997),
in
marmo,
di Umberto
Benini
Craparotta.
Transetto
destro
Nel
braccio
destro
del transetto è
posta
la cappella,
dedicata
a San
Lorenzo martire,
dove
sono
visibili:
all'altare, Martirio di san
Lorenzo (XVII
secolo),
olio
su
tela
di
Giuseppe
Felice.
Monumento
ad Ascanio
Fardella (1638).
Dal
braccio
destro
del
transetto
si
accede
alla Cappella del
Santissimo
Sacramento,
che
affianca
l'abside
centrale,
dove
si
conservano:
nell'abside, Reliquiario monumentale
a
teca
multipla
dei
Santi
martiri,
in
legno
intagliato
e
dorato;
sotto
l'altare,
entro
un paliotto-urna, Statua
di Gesù
Cristo
deposto,
(prima
metà
del XVIII
secolo),
in
alabastro
rosa,
attribuita
all'artista
Giacomo
Tartaglia: l'opera
è
realizzata
con
un
materiale
molto
pregiato
e
ricercato,
proveniente
dalle
cave
di
Val
d'Erice,
detto
anche
"pietra
incarnata",
per
la
sua
colorazione
e
per
le
venature
che
simulano
l'incarnato
umano.
Navata
destra
Lungo
la
navata
destra
si
aprono
quattro
pregevoli
cappelle:
prima cappella,
dedicata
a san
Pietro
apostolo,
dove
si
conservano:
all'altare, Gesù
Cristo consegna
le
chiavi
a san
Pietro (seconda
metà
del XVIII
secolo),
olio
su
tela
di
ambito
siciliano;
Statua
del Sacro
Cuore
di
Gesù
Cristo (XVIII
secolo),
in
legno
intagliato
e
policromo,
di
ambito
trapanese.
seconda cappella,
detta
dell'Ultima
Cena,
dove
all'altare
è
collocato
il
dipinto
raffigurante:
Ultima
Cena (prima
metà
del XVIII
secolo),
olio
su
tela
di Vito
d'Anna:
dipinto
ispirato
al
capolavoro
con
il
medesimo
soggetto
del
pittore Pieter
Paul
Rubens.
terza cappella,
dedicata
alla Natività,
dove
all'interno
si
notano:
all'altare, Adorazione
dei
pastori (1634-1636),
olio
su
tela,
opera
del
pittore
fiammingo Geronimo
Gerardi;
Statua
di san
Lorenzo martire (inizio
del XVI
secolo),
in
marmo
della
scuola
di Antonello
Gagini.
quarta cappella,
intitolata
al Crocifisso,
dove
sono
custoditi:
all'altare, Crocifissione
di
Gesù
Cristo (1646),
olio
su
tela
attribuita
a Giacomo
Lo
Verde:
l'opera
per
molto
tempo
è
stata
attribuita
al
pittore
fiammingo Antoon
van
Dyck,
ma
recenti
restauri
e
approfondite
ricerche
ne
hanno
assegnato
la
paternità
al
pittore
trapanese.
Tomba della serva
di
Dio Innocenza
Riccio: religiosa
francescana
morta
nel 1624.
Monumento
al
pittore Giuseppe
Errante (secondo
quarto
del XIX
secolo),
in
marmo,
di Leonardo
Pennino.
Controfacciata
Sulla
controfacciata,
al
di
sopra
del
portale
d'ingresso,
sono
posti
la cantoria e
l'organo
a
canne principale
della
cattedrale,
costruito
nel 1967 dalla
ditta
dei
Fratelli
Ruffatti.
Chiesa
di
Sant'Agostino

Ex
cappella
dei
templari
e
dedicata
nel
1101
a
San
Giovanni
Battista,
venne
concessa
da
Federico
III
d’Aragona
ai
padri
Agostiniani
che
la
ristrutturarono
ed
ampliarono
conferendole
l’attuale
aspetto
con
unica
navata
ed
abside
poligonale,
facciata
a
capanna
ed
ampio
rosone.
La
chiesa
di
S.
Agostino
è
una
delle
chiese
più
antiche
che
il
centro
storico
di
Trapani
conserva
perfettamente.
Attualmente,
è
sede
museale
del
Polo
Espositivo
della
Diocesi
di
Trapani.
Edificata
nel
1101
vicino
alla
cinta
muraria
medievale,
inizialmente
dedicata
a
S.
Giovanni
Battista,
la
chiesa
sorgeva
vicino
all’ospizio
dei
Cavalieri
Templari.
Successivamente
allo
scioglimento
dell’ordine
tramite
una
Bolla
pontificia,
la
chiesa
venne
concessa
ai
padri
Agostiniani
che
la
adattarono
secondo
i
canoni
del
gotico
siciliano.
Elemento
di
particolare
interesse
è
la
struttura
dell’edificio,
il
prospetto
a
capanna
con
un
portale
inserito
in
muratura
a
sguincio,
con
al
centro
un
grande
rosone
costruito
da
maestranze
locali
con
pietra
proveniente
dalle
antiche
cave
di
Pietretagliate.
Quest'ultimo,
composto
da
archetti
intrecciati
che
creano
un
movimento
che
conduce
lo
sguardo
all’agnello,
centro
focale
del
rosone,
è
dominato
dai
simboli
delle
tre
grandi
religioni
monoteiste.
Danneggiata
gravemente
dai
bombardamenti
della
seconda
guerra
mondiale,
dell’interno
rimangono
parti
della
copertura
in
legno
rivestita
da
tavolette
dipinte
che
raffigurano
immagini
grottesche
e
allegoriche,
custodite
al
Museo
Pepoli
e
al
Museo
Abatellis
di
Palermo.
Il
museo
della
diocesi
che
si
trova
all’interno
dell’edificio
venne
eretto
dal
Vescovo
Francesco
Miccichè
il
13
ottobre
del
2008
affidandone
la
direzione
alla
prof.ssa
Annamaria
Precopi
Lombardo,
attuale
direttore.
Alla
sede
principale
(Parrocchia
di
S.
Nicola)
è
stata
affiancata
l’ex
chiesa
S.
Agostino
per
esporre
i
beni
delle
altre
parrocchie
del
territorio
del
trapanese.
Il
6
marzo
2009
ha
iniziato
la
sua
attività
con
la
benedizione
alla
presenza
del
Presidente
del
Senato
Renato
Schifani.
Oltre
alle
varie
mostre
ospitate
al
suo
interno,
sono
allestiti
numerosi
cantieri
per
il
restauro,
tra
questi
ricordiamo
il
“cantiere
aperto”
di
Restauro
del
Simulacro
della
Vergine
Addolorata
,
l’ultimo
dei
venti
gruppi
dei
Misteri
di
Trapani,
a
cura
di
Elena
Vetere,
finanziato
dal
presidente
del
Trapani
Calcio.
Chiesa
di
Santa
Maria
di
Gesù
La
Chiesa
di
Santa
Maria
del
Gesù
fu
eretta,
con
l’annesso
convento,
nella
prima
metà
del
XVI
secolo,
sui
resti
di
una
precedente
chiesa
dedicata
a
San
Marco,
per
i
padri
Francescani
Osservanti.
La
facciata
in
conci
di
tufo,
di
forme
miste
gotico-rinascimentali,
ha
un
bel
portale
ogivale
sovrastato
da
una
grande
nicchia
a
forma
di
conchiglia.
Sulla
facciata
destra,
invece,
si
trova
un
portale
rinascimentale,
con
un
interessante
rilievo
raffigurante
l’Annunciazione
in
un
tipico
stile
gotico-catalano.
All’interno
la
chiesa
si
presenta
suddivisa
in
tre
navate,
separate
da
tre
ampie
arcate
a
tutto
sesto
con
tre
relative
absidi
poligonali.
La
copertura
è
costituita
da
capriate
in
legno
lasciate
a
vista.
Nell’abside
della
navata
centrale,
all’interno
del
quale
predomina
la
figura
di
Maria
SS.
Immacolata,
si
trova
l’altare
maggiore
in
marmo,
opera
nel
1624
di
Francesco
Lo
Mastro.
Le
navate
laterali
presentano
due
cappelle:
a
destra,
rispetto
all’ingresso
principale,
la
Cappella
della
Madonna
degli
Angeli,
dove
si
può
ammirare
la
meravigliosa
raffigurazione
in
terracotta
policroma
invetriata
denominata
“Madonna
col
Bambino
circondata
dagli
Angeli”,
opera
del
toscano
Andrea
della
Robbia,
posta
sotto
il
meraviglioso
baldacchino
in
marmo
realizzato
nel
1521
da
Antonello
Gagini,
appartenente
alla
scuola
dei
Gagini;
a
sinistra
si
trova
la
Cappella
del
SS.
Crocifisso.
Lungo
le
navate
si
possono
ammirare
importanti
quadri
come
quelli
raffiguranti
San
Domenico
e
San
Francesco
di
V.
Carreca,
San
Diego
e
la
“Porziuncola”
di
Domenico
La
Bruna,
e
i
quadri
raffiguranti
S.Elisabetta
e
la
Vergine
Maria,
opere
del
Carreca,
(seppur
non
se
ne
abbia
certezza).
All’interno
della
chiesa
si
trovano
anche
lo
stemma
della
famiglia
Ciambra,
importante
famiglia
nobiliare
trapanese
dell’epoca,
posta
a
decoro
di
una
pregiata
tribuna
in
marmo
realizzata
nel
XVI
secolo
dalla
scuola
dei
Gagini,
e
il
sarcofago
di
Giacomo
Staiti,
altra
importante
personalità
di
spicco
della
società
trapanese
dell’epoca.
Tutte
queste
preziose
opere
contribuiscono
a
rendere
la
chiesa
una
tra
le
più
significative
di
Trapani.
Nel
1879
il
convento
annesso
venne
ceduto
alla
Provincia.
Danneggiato
durante
la
seconda
guerra
mondiale,
venne
successivamente
distrutto.
Durante
il
Venerdì
Santo,
solitamente
intorno
alle
ore
14,00,
contestualmente
all’uscita
dei
Misteri
dalla
Chiesa
del
Purgatorio,
nella
Cappella
del
Santissimo
Crocifisso
si
svolge
la
tradizionale
Discesa
del
Cristo
dalla
Croce,
suggestivo
rito
eseguito
a
luci
spente,
con
la
sola
luce
naturale
che
riesce
a
filtrare
dal
portale
e
dalle
vetrate.
L'importanza
di
questa
manifestazione
è
tale
che,
fino
alla
metà
degli
anni
'60,
la
stessa
Processione
dei
Misteri
di
Trapani
poteva
prendere
avvio
solo
dopo
essersi
conclusa
la
"Discesa".
Chiesa
del
Purgatorio
La
famosissima chiesa del Purgatorio si trova
nella
via
San
Francesco
d’Assisi,
parallela
al
principale
Corso
Vittorio
Emanuele
di
cui
parleremo
più
avanti
a
proposito
della Cattedrale
di
San
Lorenzo.
Fu
costruita
nel
1688,
ma
il
suo
prospetto
fu
realizzato
tra
il
1712
e
il
1714
dall'architetto
trapanese
Giovanni
Biagio
Amico,
così
come
testimoniano
le
date
incise
sugli
zoccoli
in
marmo
alla
base.
La
facciata
presenta dodici statue in
stucco
degli
Apostoli
e
sopra
al
portone
una
statua
a
mezzo
busto
del
SS.
Salvatore.
L’architetto
Amico
per
sua
volontà
fu
sepolto
sotto
la
soglia
d’ingresso
di
questa
chiesa,
dove
tutt'ora
si
trova
una
lapide-ricordo
in
sua
memoria.
Questo
santuario
deve
la
sua
fama
soprattutto
a
ciò
che
custodisce
al
suo
interno,
cioè
i
famosi
“Misteri” (mestieri). Si tratta del
gruppo
sacro
di
venti
statue
risalenti
al
1400,
realizzate
in
legno,
tela
e
colla
e
raffiguranti
la passione di Cristo. Da
oltre
400
anni,
infatti,
la
tradizione
trapanese
coinvolge
ed
invita
devoti,
meno
devoti
e
curiosi,
ad
assistere
alla
processione
che
avviene
il
venerdì
santo.
Il
portone
della
Chiesa
del
Purgatorio
si
apre
puntuale
alle
ore
14:00
e
le
statue,
portate
a
spalla
da
veri
devoti
del
luogo,
sfilano
per
24
ore
lungo
le
vie
del
centro
storico
trapanese,
accompagnate
da
marce
funebri
eseguite
da
bande
musicali
locali.
Il
rientro,
il
giorno
seguente,
avviene
nella
commozione
generale
dei
processionanti
fino
alla
chiusura
delle
porte
alle
loro
spalle.
Chiesa
di
Maria
SS.
dell'Itria

Si
trova
nella
via
Garibaldi,
una
delle
principali
vie
del
centro
storico
di
Trapani
e
fu
edificata
su
una
chiesa
già
esistente.
E’
un
notevole
esempio
di
barocco
siciliano.
Chiamata
comunemente
Chiesa
di
S.
Rita
perché
vi
si
venerano
la
Santa
di
Cascia
oltre
alle
reliquie
del
venerabile
Fra
Santo
di
S.
Domenico.
Il
venerabile
Fra
Santo,
chiamato
Vito
Antonio,
nasce
a
Trapani
il
5
agosto
1655
da
Giuseppe
di
Santo
e
da
Paola
Iguali
o
Berceri.
Desiderando
una
vita
più
perfetta,
entrò
tra
gli
Agostiniani
Scalzi
a
Marsala
in
qualità
di
fratello
converso.
Il
22
maggio
1685
emise
la
sua
professione
religiosa
col
nome
di
Fra
Santo
di
S.
Domenico.
Da
Marsala
ritornò
a
Trapani
e,
dopo
aver
lavorato
per
43
anni
nell’ufficio
gravoso
di
questuante,
tramite
numerose
faticose
elemosine
raccolte,
poté
costruire
la
Chiesa
di
S.
Maria
dell’Itria.
Essa
fu
fatta
costruire
in
contemporanea
al
convento
dagli
agostiniani
scalzi
che,
nel
1621,
ottennero
dalla
Confraternita
di
S.
Maria
dell’Itria
la
chiesa
già
esistente.
Il
prospetto
del
1745
è
di
Pietro
Castro
e
si
articola
su
due
ordini:
nella
parte
inferiore
sono
presenti
due
nicchie,
oggi
prive
di
statue,
tra
colonne
corinzie.
Nella
parte
superiore,
il
secondo
ordine
è
composto
da
una
grande
finestra,
posta
proprio
perpendicolarmente
al
portone
di
entrata,
e
all’interno
del
timpano,
che
corona
la
struttura,
troviamo
lo
stemma
degli
Eremiti
di
S.
Agostino.
L’interno
a
tre
navate,
ristrutturato
nel
Seicento,
possiede
numerose
opere
d’arte,
come
le
statue
realizzate
in
legno
tela
e
colla
della
Sacra
Famiglia
di
Andrea
Tipa,
poste
sull’altare
maggiore,
il
Crocifisso
di
Pietro
Orlando,
e
vari
dipinti,
tra
cui
la
tela
di
Sant’Agostino
di
Pietro
Novelli,
il
quadro
di
S.
Nicolò
da
Tolentino
di
Carreca
e
i
quadri
dell’Arcangelo
Raffaele,
della
Madonna
dell’Itria
e
dell’Immacolata
di
Giuseppe
Felice.
L’annesso
convento,
passato
allo
Stato
dolo
il
1861,
divenne
nel
1923
sede
del
Liceo
scientifico
Vincenzo
Fardella.
Collegiata
di
San
Pietro
Apostolo
La chiesa
di
San
Pietro,
titolo
completo chiesa
arcipretale
insigne
collegiata
di
San
Pietro, è
un
luogo
di
culto
cattolico
ubicato
in
via
Serraglio
San
Pietro,
nel
La
tradizione
orale
vuole
che
sia
stato
il
primo
luogo
di
culto
cristiano
edificato
a
Trapani,
su
un
preesistente
tempio
pagano
dopo
il
passaggio
di
San
Pietro,
nell'ambito
dei
primi
processi
di
cristianizzazione
da
evangelizzazione.
Il
primitivo sacro
recinto nel
corso
dei
secoli
è
stato
oggetto
di
numerosi
interventi
di
riconversione
e
riedificazioni
di
strutture
sempre
più
grandiose,
col
fine
di
rispondere
alle
crescenti
pratiche
di
culto.
Nell'alternanza
delle
varie
dominazioni
numerose
sono
state
le
attestazioni,
le
opere
di
regnanti,
sovrani,
imperatori,
e
gli
avvicendamenti
di
titolati
architetti.
Una
prima
riedificazione
e
conseguente
ampliamento
è
documentato
per
opera
del
conte Ruggero
I
d'Altavilla nel
1076,
per
l'evento
alla
chiesa
fu
concessa
la
dignità arcipretale insigne collegiata.
Per
la
fedeltà
dimostrata
dalla
popolazione
durante
le
vicende
dei Vespri
Siciliani, Pietro
III
di
Aragona effettuò
nel
tempio
il
giuramento
di
mantenere
i
privilegi
della
città.
Nel
1535,
reduce
dalla
trionfale campagna
di
Tunisi,
l'imperatore Carlo
V
d'Asburgo nel
corso
di
una
solenne
cerimonia
fra
le
sue
mura,
offrì
in
dono
un
raffinato
stendardo
sottratto
alle
armate
turco
-
ottomane.
Salito
al
trono
di
Sicilia
il
re
di
Sardegna, Vittorio
Amedeo
II
di
Savoia,
il
sovrano
intervenne
nella
chiesa
di
San
Pietro
nel
periodo
immediatamente
a
ridosso
l'incoronazione
svolta
a
Palermo:
arco
temporale
della
permanenza
nel Regno
di
Sicilia compreso
tra
il
23
ottobre
1713
e
il
7
settembre
1714.
La
chiesa
fu
solennemente
consacrata
il
29
ottobre
del
1726,
dal
trapanese
monsignor Giuseppe
Barlotta
Ferro dei
principi
di
San
Giuseppe,
abate
di
Santa
Maria
de
Parco
di Altofonte e
vescovo
titolare
della diocesi
di
Telepte.
Sono
documentati
interventi
diretti
dal
teologo
e
architetto Giovanni
Biagio
Amico nella
prima
metà
del XVIII
secolo.
Dopo
la
riedificazione
nel
1775
la
chiesa
presenta
un
impianto
basilicale
a
cinque
navate,
e
risulta
essere
unica
nel
suo
genere
a
Trapani.
Ferdinando
III e
poi
I
delle
Due
Sicilie,
nell'anno
1801,
in
questa
chiesa
ricevette
la
benedizione
del
Santissimo.
A
seguire,
a
partire
dal
soggiorno
riparatore
della
corte
borbonica
presso
il Palazzo
Reale a
Palermo,
furono
accolti
nel
tempio Francesco
I e Ferdinando
II.
Dal XVII
secolo al
1844
si
susseguirono
numerose
petizioni
per
la
(ri)costituzione
della
sede
vescovile Drepanensis.
In
effetti
già
in epoca
aragonese (1496)
erano
state
rivolte
suppliche
al
sovrano
e
al
pontefice
affinché
provvedessero
alla
agognata
concessione.
Istituzione
ostacolata
dalla diocesi
di
Mazara
del
Vallo,
maldisposta
a
cedere
parte
del
territorio
sottoposto
alla
sua
giurisdizione
ecclesiale,
nonché
dalle
limitate
risorse
finanziarie
a
sostenere
la
nascente
istituzione.
Fu
scartata
l'idea
di
un
concattedra
da
istituirsi
presso
la
protobasilica
di
San
Nicola.
Nel 1844 re Ferdinando
II rimosse
le
cause
ostative,
pertanto Trapani fu
elevata
a sede
vescovile con
la
costituzione
della diocesi da
parte
di papa
Gregorio
XVI,
riconosciuta
con bolla "Ut
animarum
Pastores",
il
tempio
di
San
Lorenzo
fu
elevato
al
rango
di cattedrale ponendo
fine
all'annosa
contesa
con
la
collegiata
di
San
Pietro
Apostolo
e
la protobasilica
di
San
Niccolò.
Il
tempio
presenta
la
facciata
rivolta
ad
occidente
con
torre
campanaria
affiancata
sul
lato
sinistro,
absidi
ad
oriente.
Il
prospetto
principale
offre
tre
varchi
d'accesso.
Una
quarta
porta
si
apre
a
meridione
con
portalino
sormontato
da
timpano
ad
arco
spezzato,
e
la
quinta
rivolta
a
settentrione.
Il portale centrale,
delimitato
da colonne
ioniche con capitelli
corinzi,
reca
un architrave sormontato
da
timpano
spezzato
con
edicola
e
nicchia
intermedia,
all'interno
di
quest'ultima
è
custodita
la
statua
raffigurante
una Madonna
con
Bambino altrimenti
nota
come Madonna
del
Cardello.
Nello
scanello
i
rilievi
dell'Annunciazione,
la
scultura
di
scuola
gaginiana
(Giacomo
Gagini) era
collocata
sul
terzo
altare
di
destra.
Sotto
il
piedistallo
lo
stemma
recante
il Triregno e
le
Chiavi
di
San
Pietro.
Sulla crociera si
erge
la
cupola
con
nervature
di
tufo,
alcuni
dei
cupolini
delle
navate
esterne
conservano
parte
del
rivestimento
settecentesco
realizzato
con
scaglie
di
ceramica
giallo
-
verde.
L'interno
con
impianto
basilicale
ripartito
in
cinque
navate
suddivise
da
14
colonne
e
altrettanti
pilastri
esterni. Il
primitivo
tetto
ligneo
con
gli
interventi
del
1786
fu
sostituito
da
volta
in
muratura
che
al
presente
è
decorata
da
riquadri
affrescati. Cantoria addossata
alla controfacciata sostenuta
da
coppia
di
colonne.
Ambiente
totalmente
occupato
da
organo,
costruito
dal
palermitano
Francesco
La
Grassa
tra
il
1836
e
il
1847.
Nelle
nicchie
che
delimitano
il
portale
centrale,
ospitano
le
statue
raffiguranti San
Pietro e San
Paolo.
Navata
destra
Prima
campata: Cappella
Battistero. Fonte
battesimale.
Altorilievo
ligneo
raffigurante Battesimo
di
Gesù.
Seconda
campata:
Terza
campata:
varco
d'uscita
meridionale.
Quarta
campata:
Quinta
campata:
Navata
sinistra
Prima
campata:
ambienti
destinati
ad
archivio.
Seconda
campata:
Terza
campata:
varco
d'uscita
settentrionale.
Quarta
campata:
Pulpito ligneo.
Quinta
campata: Cappella
del
Santissimo
Crocifisso.
Su
reliquiario
è
collocato
il Crocifisso,
attribuito
a Giuseppe
Milanti,
tra
le
statue
della Vergine
Maria e San
Giovanni
Evangelista.
Ambiente
sotto
il
patrocinio
Palmeggiano.
Transetto
Braccio
destro: Cappella
di
San
Pietro.
Ambiente
con
statua
raffigurante San
Pietro sedente
in
cattedra
con
abiti
pontificali,
statua
lignea
opera
di Mario
Ciotta,
grande
baldacchino
ligneo.
Braccio
sinistro: Cappella
di
San
Paolo.
Ambiente
con
statua
raffigurante San
Paolo.
Dipinto
raffigurante San
Paolo del
1617,
opera
di Andrea
Carrera.
Absidiole
Absidiola
destra: Cappella
del
Santissimo
Sacramento.
Ambiente
con Crocifisso.
Prezioso paliotto e
busti
incastonati
negli
oculi
del
dossale.
Absidiola
sinistra: Cappella
della
Madonna
di
Trapani.
Statua
raffigurante
la Madonna
di
Trapani collocata
sotto
un
baldacchino,
sostenuto
da
otto
colonne
disposte
ad
emiciclo,
manufatto
improntato
al
medesimo
apparato
presente
nel basilica-santuario
di
Maria
Santissima
Annunziata.
Ambienti
storicamente
concessi
alla
corporazione
dei
Mugnai.
Grandi
quadroni
laterali.
Il presbiterio sopraelevato
è
caratterizzato
da
un
monumentale
altare versus
Deum e coro di
ventisei
stalli
per
il
collegio
dei
canonici.
Il
dossale
è
costituito
da
coppie
di
colonne
sormontate
da capitelli
corinzi,
la
coppia
interna
aggettante.
I
fusti
sostengono
un architrave sormontato
da timpano spezzato.
L'edicola custodisce
il
dipinto Trasfigurazione,
opera
di Andrea
Carrera, giunta
nel
tempio
nel
1679.
Nella
calotta
absidale
campeggia
una
grande
raggiera
e
manufatto
in
stucco.
Sulle
pareti
laterali
i
dipinti
raffiguranti
l'Adorazione
dei
Magi e
l'Adorazione
dei
Pastori,
olio
su
tela.
Pag.
2
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