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La
città Nuova
La
città nuova di Rodi deve il suo
nascere al trasferimento forzato
degli abitanti fuori dalle mura
dopo l’assedio di Solimano II
il Magnifico nel 1522.
Il
suo sviluppo e la ricostruzione
degli edifici furono effettuati
essenzialmente al tempo
dell’occupazione italiana. Gli
Italiani la ornarono inoltre con
nuove costruzioni in stile
neogotico e veneziano, molte
delle quali si conservano ancora
oggi creando un aspetto
singolare, soprattutto nella
zona del porto. La città
moderna concentra la maggior
parte delle attività
dell’isola ed è
caratterizzata da un accurato
piano regolatore, con strade
larghe e numerosi parchi e
piazze.
Il
movimento turistico della zona,
particolarmente sviluppato, ha
portato alla costruzione di un
gran numero di unità
alberghiere, che si distinguono
per il loro lusso e la loro
estetica moderna. In questa
parte della città si trova tra
l’altro la maggior parte dei
locali di divertimento, che
tengono la città viva fino alle
prime ore del mattino e le danno
un carattere cosmopolita.
Sul
lato orientale di Rodi si apre
il porto di Acandìa e,
più ad Ovest, il moderno porto
commerciale, che
nell’antichità era chiamato
il Grande Porto. In questa zona
si trovava l’antico
“Deigma”, un complesso
edilizio riccamente decorato,
che fungeva da centro
commerciale. Sfortunatamente
niente si è conservato di
questo edificio come pure non ci
sono pervenuti resti
dell’antica agorà e del
famoso teatro di Dioniso, che
gli archeologi ubicano vicino al
Grande Porto.
Il
terzo porto dell’antica Rodi
era quello di guerra,
identificato con l’odierno Mandraki,
ad Ovest del porto commerciale.
Mandraki è uno dei punti più
belli di tutta l’isola e pulsa
di vita durante tutto l’anno.
Affascinante è la vista dei
pescherecci, delle imbarcazioni
turistiche e degli yacht dei
visitatori, specie se si pensa
che la tradizione vuole che in
questa zona si ergesse il
Colosso con le gambe aperte per
consentire l’ingresso delle
navi.
Nei
punti in cui poggiava il
Colosso, davanti alla torre di
San Nicola e sul molo di fronte,
ci sono oggi due cervi di bronzo
su colonne, una specie di
simbolo di Rodi. Il molo di San
Nicola è ornato anche da tre
mulini, gli unici rimasti dei
tredici del periodo dei
Cavalieri, sufficienti però da
soli ad abbellire l’immagine
del porto e a rafforzarne il
pittoresco aspetto.
Gran
parte della zona di Mandraki è
occupata dal Mercato Nuovo,
un imponente edificio del
periodo degli Italiani. Oggi è
un posto frequentatissimo, pieno
di ristoranti, caffè e negozi,
luogo di incontro di turisti ed
anche della gente del luogo.
Dietro
il Mercato Nuovo, in piazza
Rimini, i giardini del Palazzo
del Gran Maestro sono stati
adeguatamente strutturati per
ospitare lo spettacolo “Suoni
e Luci”, che ogni sera
trasporta gli spettatori in
altre epoche. Nella stessa zona,
ogni mattina, dispongono i loro
cavalletti i pittori ambulanti
di Rodi, che con una fedeltà e
velocità uniche fanno i
ritratti dei passanti. Un
secondo ritrovo dei pittori si
trova nella idilliaca località
“Platanakia”, in via
Orpheos, nella città vecchia,
molto vicino alla torre
d'Amboise.
A
Nord del porto si possono vedere
alcuni edifici molto
interessanti. Il primo di essi
è la chiesa
dell’Evangbelismòs
(cattedrale dell'Annunciazione),
la cattedrale metropolitana ortodossa e
sede della metropolia
di Rodi. Anche nota come chiesa
di San Giovanni, in quanto
realizzata come chiesa cattolica
durante il periodo
italiano da Rodolfo
Petracco e Florestano
Di Fausto.
La
chiesa si ispira alla Chiesa di
San Giovanni dei Cavalieri
di Rodi convertita
in moschea nel 1522 e
distrutta da un fulmine che
nel novembre 1856 aveva
colpito i sotterranei utilizzati
come deposito di polvere
da sparo; l'esplosione
uccise 800 persone.
La
chiesa venne ricostruita sulla
base delle incisioni realizzate
dal colonnello belga Bernard Eugène
Antoine Rottiers che visitò
Rodi nel 1826 e pubblicate nel
volume Description des
monumens de Rhodes nel
1828. Divenne la cattedrale cattolica dell'arcidiocesi
di Rodi; dopo il
passaggio del Dodecaneso
italiano alla Grecia nel 1947 venne
convertita in una chiesa
greco-ortodossa, e fu
intitolata all'Annunciazione, Evangelismos.
Inaugurata dal vescovo Timoteo
fu adattata internamente alle
esigenze del culto ortodosso.
L'interno fu dipinto all'epoca
del vescovo Spyridon e con
l'aggiunta di sculture in marmo
tra gli anni 1951 e 1961. Tra il
2006 ed il 2010 la chiesa e la
zona circostante sono state
ristrutturate e abbellite.
L'interno
è basilicale a tre navate
divise da colonne con grandi
archi ogivali. Alle pareti si
trovano raffigurazioni della Via
Crucis di Antonio
Maraini. A destra
dell'altare maggiore si trova
una copia del Battesimo di
Cristo donata dall'Esercito
Italiano.
Nella
cappella del Fileremo è
presente la riproduzione della
Madonna del Fileremo, nel
chiostro ci sono 19 sarcofagi
dedicati ai Gran
maestri dei Cavalieri
di Rodi (1305-1534).
Il campanile quadrato,
progettato da Florestano
Di Fausto, possiede 6
campane tra i quali la maggiore,
la Marinara è stata
donata dalla Marina
Militare.
Dopo
la chiesa c’è l’edificio
dell'Arcivescovado e il Palazzo
del Governatore, un misto di
stile bizantino, medievale e
spagnolo. Il palazzo del
Governatore, che ha ospitato dal
1948 al 2011 la prefettura
del Dodecaneso fu la
sede a Rodi dei governatori
delle Isole italiane dell'Egeo, possedimento
coloniale del Regno
d'Italia.
Il
palazzo, che si affaccia da un
lato sul Porto del Mandraccio e
dall'altro sul Foro Italico,
venne costruito nel 1926-1927 su
progetto dell'architetto Florestano
Di Fausto, riprendendo lo stile
gotico del Palazzo
Ducale di Venezia.
È
una costruzione in pietra bianca
e rossa di Lindo;
i lampadari sono in Murano ed
i pavimenti in maiolica.
All'interno, nel salone dei
ricevimenti, era presente un
ritratto di Vittorio
Emanuele III in
abito di cavaliere
di San Giovanni, opera
del pittore C. Cane. Dalle
finestre e dalle terrazze si
vede da un lato il Foro Italico
e dall'altro la costa dell'Anatolia.
Gli
edifici contigui
furono
tutti realizzati su progetto
dell'architetto Florestano Di
Fausto: al piano terra la sede
della Banca
d'Italia, di fianco la chiesa
dell'Annunciazione copia
della distrutta chiesa nei
pressi del Palazzo del Gran
Maestro ed in origine dedicata a san
Giovanni Battista,
costruita nel 1925,
e, infine, al di là del palazzo
del Governatore, la palazzina
del Comando Marina, dalle forme
originali.
Un
po’ più a Nord si trova la moschea
di Murat Reis, costruita al
posto della chiesa cattolica di
Sant’Antonio, opera di
Solimano II il Magnifico, era il
cimitero ufficiale turco. Sul
molo più settentrionale di
Mandraki domina l'edificio
dell’Acquario, uno dei
migliori nel suo genere. In esso
si possono vedere specie marine,
provenienti da mari greci e
tropicali, esposte in 24 vasche
attorno a tortuosi passaggi.
Da
qui comincia il litorale di
Rodi, una spiaggia perfettamente
organizzata, che da maggio fino
ad ottobre ospita un gran numero
di bagnanti.
A
pochi chilometri a Sud del
centro della città vale la pena
visitare Rodini, a circa
3 km dal centro della città,
lungo la strada che conduce a
Lindos. Il parco Rodini è un
valloncello verdissimo, molto
ombroso, pieno di acque sorgive
e laghetti sparsi di ninfee. In
questo ambiente ideale vivono e
si moltiplicano liberamente dei
pavoni che gli danno un
particolare colore esotico.
Alcuni sostengono che a Rodini
si trovava l'antica Scuola di
Retorica di Rodi.
Se
si cammina per dieci minuti
circa lungo il valloncello si
trova una tomba scolpita nella
roccia, erroneamente chiamata
Tomba di Tolomeo. La roccia è
stata asportata in modo tale da
prendere la forma di un grande
tumulo quadrato con il lato
lungo 27,80 m. Ogni lato è
ornato da 21 semicolonne di
ordine dorico. E' del periodo
ellenistico e fu restaurata nel
1924.

L’intera
città nuova è ricca di locali
di divertimento (discoteche,
bar, pub, locali con musica
greca), la maggior parte dei
quali è concentrata fuori del
settore nord delle mura, ad
Ovest di Mandraki.
Vicino
all’Aktì Miaouli funziona il Casinò
di Rodi; in piazza Vassilissis
Olgas si possono seguire
rappresentazioni teatrali nell'edificio
del Teatro Nazionale.
Manifestazioni di danze
tradizionali vengono realizzate
di frequente nei mesi estivi nel
Teatro Tradizionale di Danza,
che si trova nella città
vecchia in via Andronikou.
La
città di Rodi offre ai
visitatori anche grandi
possibilità di acquisti. Noto
in tutto il mondo è il mercato
di profumi e di liquori nonché
la grande varietà di ombrelli.
L'isola è famosa anche per i
suoi vini e soprattutto per il
suo spumante, il CAIR (Consorzio
Agrario Italiano di Rodi). In
tutti i negozi turistici sono a
disposizione grandi varietà di
souvenir e di prodotti locali,
per ricordare ai visitatori il
loro soggiorno nell’isola di
Helios.
Collina
del Monte Smith

Questa
collina ha preso il nome
dall'ammiraglio inglese Sir
Sindey Smith che qui aveva il
suo osservatorio nel 1802, per
controllare i movimenti della
flotta di Napoleone durante la
guerra contro i Turchi. Un po'
più a sud della sua sommità si
trova un gruppo di importanti
monumenti antichi.
In
una incavatura naturale si trova
lo Stadio, opera forse
del II secolo a.C., in gran
parte ricostruito. E' lungo 200
metri e largo 35. Qui di solito
vengono dati concerti di noti
complessi musicali greci o
stranieri, che vengono a Rodi in
estate.

Accanto
allo Stadio si trova un piccolo Teatro,
dai cui pochi resti si è potuto
risalire alla sua pianta
originale e quindi ricostruirlo
in marmo bianco. Molti
suppongono che servisse
piuttosto per le lezioni della
famosa scuola di Retorica di
Rodi che per rappresentazioni
teatrali.
Più
in alto dominava sulla zona il
grande Tempio di Apollo Pizio.
Con le poche rovine rimaste è
stato ricostruito un angolo del
tempio. I tre edifici
menzionati, assieme al celebre Ginnasio,
rappresentarono uno dei
principali focolai della vita
culturale e artistica
dell'antica Rodi.
Sulla
collina si trovava l'acropoli
superiore dell'antica Rodi
mentre l'acropoli inferiore si
trovava nel luogo in cui sorge
il Castello della Città
Medievale. La vista da qui è
incantevole, sia dell'isola che
del mare, delle isole vicine e
della costa dell'Asia Minore.

Cultura
e tradizione
Tutta
l'atmosfera di Rodi rivela
un’estetica raffinata ed una
sviluppata sensibilità
artistica. Fin dall’antichità
i Redensi avevano sviluppato le
lettere e le arti. Il famoso
Colosso era considerato una
delle sette meraviglie del mondo
antico. L’atmosfera
cosmopolita che domina
nell’isola e gli influssi che
essa riceve dal turismo non
hanno cambiato il carattere dei
Rodensi. Gentili e ospitali,
festaioli e socievoli riescono a
trascinare i visitatori in quasi
tutte le manifestazioni. Molti
dei loro usi e costumi si
ravvivano con la partecipazione
dei turisti, specialmente in
campagna. L’architettura
dell’isola è basata su
elementi di diverse epoche e
civiltà. Entrando nella città
di Rodi si ha l’impressione
che oscilli nel tempo. Le
memorie dell’antichità
s’incontrano con le memorie
degli anni bizantini e
cavallereschi e in mezzo a tutti
questi ricordi dei secoli
passati si trovano i segni della
vita moderna.
LETTERE
- Nell’antichità
Rodi emerse come importante
centro culturale e artistico.
Dopo il III secolo a.C. aveva
una vera università, che era
frequentata non solo dagli
isolani ma anche da giovani
provenienti da tutti i punti del
mondo conosciuto. Insigni romani
come Cicerone, Giulio Cesare,
Lucrezio, Pompeo, Tiberio e
Cassio vennero a Rodi per
imparare l’arte della retorica
e studiare filosofia.
Nella
poesia epica si distinse
Pisandro di Kamiros che inneggiò
nel suo famoso poema
“Iraklia” le gesta e le virtù
del mitico eroe. Antagoras di
Rodi scrisse un poema epico dal
titolo “Tebea" e degli
epigrammi. A Rodi visse e
scrisse il poeta alessandrino
Apollonios (295 - 215 a.C.),
conosciuto come “Apollonios il
Rodense”, che fu il più
grande poeta epico dell’età
alessandrina. Una delle sue
poesie più conosciute è
l’”Argonaftikà”.
Tra
i filosofi si distinsero
Kleovoulini di Lindos e il
filosofo stoico Panetios. A
Lindos nacque e visse nel VII
secolo a.C. il grande saggio
Kleovulos. Figlio di Evagoras,
saggio legislatore e politico
acuto governò per 40 anni
interi la sua patria. A
Kleovulos sono attribuite molte
massime tra cui “Il valore è
la misura di tutto”, “La
gioia è il massimo dei
piaceri”, “Riflettere prima
di fare”, “Evitare
l’ingiustizia” ecc. Vengono
menzionati anche storici di Rodi
come Polizilos, Zinon,
Antisthenis, Posidonios,
Kallixenos, Sosikratis e altri.
La
retorica rappresentò il vanto
di Rodi. La scuola, fondata nel
324 a.C. dall’oratore ateniese
Eskinis, concentrava studenti
provenienti da tutto il
Mediterraneo, specialmente da
Roma. Tra i celebri oratori sono
menzionati Molon, Apollonios,
Posidonios, Meneklis e
Archelaos. Sul primo, il grande
Cicerone scrisse
caratteristicamente: “Sono
venuto a Rodi per assistere alle
lezioni di retorica di Molon. È
un oratore dotato, un eccellente
scrittore e acuto nel giudicare.
Insegna con saggezza e le sue
lezioni hanno il successo che si
meritano”.
ARTE
- A
Rodi anche le Arti ebbero
splendore come le Lettere.
Scultura, Pittura e Arte
Vascolare presentarono opere, le
cui qualità e numero continua a
sorprenderci. Tra gli scultori i
più noti furono Charis,
Filiskos, Aristonidas, i
fratelli Apollonios e Tavriskos,
Aghisandros, Athinodoros e
Polidoros. Charis di Lindos,
allievo di Lisippos, scolpì con
arte il famoso Colosso, una
delle sette meraviglie del
mondo.
Filiskos
fu l’autore delle statue di
Apollo, di Litò, di Artemide e
delle Muse. Aristonidas creò
con arte eccezionale la statua
in bronzo dell’afflitto
Athamantas, che in un momento di
follia uccise il figlio
Learchos. I fratelli Apollonios
e Tavriskos, che vissero la
maggior parte del loro tempo a
Rodi, crearono il celebre gruppo
scultoreo chiamato “Toro
Farnesiano” (una copia è
conservata nel Museo di Napoli).
L’opera più nota, realizzata
da tre scultori: Aghisandros,
Athinodoros e Polidoros, è il
Laocoonte. Questa eccellente
opera d’arte rappresenta il
castigo di Laocoonte, sacerdote
del Dio Apollo, il quale per la
sua irreverenza verso il Dio fu
condannato, assieme ai suoi
figli, a morire in seguito
all’abbraccio mortale di due
grandi serpenti, che il Dio mandò
dal mare. Questo celebre gruppo
scultoreo fu trasportato a Roma
nel I secolo a.C. e fu trovato,
nel 1506, vicino ai bagni del
palazzo di Nerone. Plinio,
menzionandolo, lo considera
superiore a tutte le opere di
scultura e di pittura, mentre
oggi è annoverato tra i
capolavori dell’Arte Greca.
A
Rodi, accanto alla scultura fiorì
anche la pittura. Molti scultori
erano anche pittori, ma il più
grande pittore di Rodi ed uno
dei più importanti
dell’antica Grecia fu
Protoghenis. Come sue migliori
opere vengono menzionate:
lalysos con il suo cane da
caccia, il Satiro che riposa,
Tlipolemos e altre. Mentre nei
propilei dell’Acropoli di
Atene c’era un altro suo
famoso quadro che rappresentava
due triremi attiche, la Paralo e
l'Ammoniada.
A
Rodi fiorì anche l’arte della
ceramica. Già dall’epoca
minoica famosi erano i raffinati
vasi di lalysos e di Kamiros,
che si distinguevano per la
delicatezza delle loro
rappresentazioni. Dal 1.500 al
700 a.C. la pittura vascolare
redense rappresentava, con
eccezionale arte, scene
mitologiche o scene dell’epica
di Omero. Gli antichi chiamavano
“rodiades" i vasi e le
coppe di quell’epoca. Ma la
ceramica rodense si sviluppò in
modo straordinario dopo il
declino dell'arte vascolare
ateniese, verso la fine del IV
secolo a.C.

IL
COLOSSO - Era
considerato una delle sette
meraviglie del mondo; molto si
è detto sulle sue dimensioni
colossali e su dove doveva
essere eretto ma, dal momento
che non se ne è conservata
alcuna parte, non possiamo
essere sicuri di niente. Unici
dati certi che attestano la sua
esistenza sono le descrizioni
fatte dai viaggiatori che si
recarono a Rodi per vederlo. I
Rodensi costruirono il Colosso
in onore del loro dio
protettore, Helios, dopo il
fallito tentativo di Demetrio
Poliorcete di occupare la città
nel 305/4 a.C. Le spese per la
sua costruzione furono coperte
dal ricavato della vendita delle
macchine da guerra, che Demetrio
aveva lasciato sull’isola,
somma che raggiunse un totale di
300 talenti, pari a circa 3
miliardi di dracme.
La
realizzazione della statua fu
affidata allo scultore Chares di
Lindos e furono necessari circa
dodici anni per ultimarla.
Secondo le fonti antiche le
varie parti della statua furono
realizzate separatamente.
All’inizio fu creata una base
di marmo dove furono fissati i
piedi fino all’altezza dei
malleoli. Furono quindi
collocate gradualmente le
rimanenti parti del corpo mentre
di pari passo la statua veniva
interrata in modo da ottenere
una superficie di appoggio su
cui poter lavorare. È
verosimile quindi che attorno
alla statua si innalzasse
gradualmente una collina di
terra che alla fine dovette
raggiungere i 30 metri di
altezza. La testa del Colosso
era molto probabilmente cinta da
una corona di raggi, come
attesta una testa fittile di
Helios esposta nel Museo di
Rodi. Nella mano destra il dio
doveva tenere una torcia che
serviva come faro per i marinai.
La
maggior parte delle informazioni
sulla posizione della statua
provengono da scrittori e
raffigurazioni del periodo
bizantino, che seguono i canoni
dell’estetica bizantina. Sul
luogo in cui doveva essere
situata la statua sono state
formulate varie ipotesi. Secondo
alcuni era collocata con le
gambe aperte all’entrata del
porto in modo che vi potessero
passare al di sotto le navi.
Secondo altri era eretta nel
peribolo del tempio del dio
Helios, che andrebbe
identificato con il luogo in cui
si trova oggi il palazzo del
Gran Maestro.
Molte
sono d’altronde anche le
teorie riguardo alle dimensioni
del Colosso. I viaggiatori che
visitarono Rodi ci informano che
era alto 31-32 metri. Secondo le
loro descrizioni, dodici uomini
potevano stare seduti sul suo
petto, un uomo poteva stare in
piedi dentro la testa, il naso
era lungo 30 cm e le unghie 15
cm. Lo scrittore romano, Plinio,
che vide la statua a Rodi nel 77
d.C., riporta che con difficoltà
se ne poteva abbracciare il
pollice. L’impressione che la
statua suscitava nell’antichità
è riflettuta da uno dei
dialoghi di Luciano, in cui è
riportato che Menippo, salendo
al cielo, potè riconoscere la
terra solo perché erano
visibili fino alle nuvole il
Colosso di Rodi e il Faro di
Alessandria.
Il
Colosso rimase eretto nel suo
posto d’origine per 56 anni e
nel 227/6 a.C. crollò a causa
di un forte terremoto che colpì
l’isola. I Rodensi, anche se
avevano raccolto il denaro
necessario per la sua
riparazione, alla fine non lo
ricollocarono richiamandosi ad
un oracolo che li ammoniva che
se lo avessero fatto molte
sciagure avrebbero colpito gli
abitanti dell’isola. Rimase
esattamente così come era
crollato per circa 800 anni,
costituendo per i periegeti di
Rodi un’attrattiva degna di
essere vista. Il fatto che i
resti della statua non fossero
rimossi per diversi secoli,
benché il bronzo fosse una
materia preziosa, testimonia che
i Rodensi erano particolarmente
orgogliosi della loro creazione.
Nel 653 d.C. gli Arabi di
Moaviah, che avevano occupato
l’isola, vendettero le parti
in bronzo ad un mercante ebreo,
che si dice necessitò di 900
cammelli per trasportare il
materiale.

USI
E COSTUMI -
Tutta l’isola è pervasa di
un’atmosfera cosmopolita. Gli
influssi che esercitano i
visitatori stranieri sugli
isolani sono continui,
nonostante ciò il carattere di
quest’ultimi non è cambiato.
Sono rimasti semplici, cordiali,
ospitali. La loro intelligenza e
capacità imprenditoriale li ha
portati allo sviluppo economico,
ma questo non ha cambiato il
loro comportamento verso i loro
connazionali ma anche verso i
turisti. Gentili, socievoli e
disinvolti nei loro rapporti con
gli stranieri, amano tantissimo
la loro isola e fanno il
possibile per darne le migliori
impressioni ai turisti. Forse
questi elementi non si possono
notare subito nei mesi di alta
stagione turistica, ma
sicuramente esistono,
semplicemente non si è
presentata l'occasione di
scoprirli.
I
Redensi sono festaioli, fatto
dimostrato dai balli e dalle
feste che organizzano. Non si
lasciano scappare nessuna
occasione. A volte si tratta
della festa di qualche santo, a
volte delle grandi feste
dell’anno, a volte di un
gioioso anniversario, a volte di
qualche felice evento, tutti
pretesti per organizzare la
festa e il ballo, trascinando in
uno scoppio festoso anche gli
spettatori.
Le
grandi feste della Cristianità:
Pasqua, Natale, l’Epifania, la
Dormizione di Maria Vergine
vengono festeggiate con
grandiosità. Mentre piccole
feste locali e sagre le troviamo
più vive in campagna. Una cosa
inseparabile di ogni baldoria è
il loro rinomato vino. Il vino
rodense è famoso
dall’antichità.
Nel
medioevo i Cavalieri di San
Giovanni contribuirono ad una
ulteriore diffusione del buon
vino, la quale continua anche
oggi.
La
maggior parte dei coltivatori
che vendono l'uva ai produttori,
fanno il loro vino usando i
metodiche preferiscono. Spesso,
una volta messo da parte
abbastanza vino per il loro
consumo, vendono il rimanente ai
bar e alle trattorie
dell’isola.
ATTIVITA'
- Fino
ai tempi medievali Rodi era una
grande potenza navale. La
maggior parte dei suoi abitanti
erano commercianti o naviganti.
La dominazione turca che seguì
fu un periodo difficile per i
Redensi. Essi furono costretti a
trasferirsi in zone fuori città,
ma piano piano, una volta preso
in mano il commercio,
contribuirono alla creazione di
una prosperità economica, rara
per quel periodo. Con il passare
degli anni l’attività
commerciale si indebolì. Gli
abitanti si occupavano sempre di
più dell’agricoltura e
dell’allevamento del bestiame.
Dopo il 1950 queste attività
furono piano piano abbandonate e
l’interesse della popolazione
si orientò verso il turismo.
Oggi
la maggior parte della
popolazione esercita
prevalentemente professioni che
hanno a che fare con il turismo
e il commercio. Naturalmente
alcuni sono rimasti fedeli alla
vita agricola e si occupano di
agricoltura, allevamento del
bestiame, coltivazione della
vite, pesca e apicoltura. Ci
sono altri che ancora continuano
ad occuparsi delle arti
tradizionali, di ricamo, di
tessitura con il telaio a mano,
di fabbricazione dei tappeti,
d'arte vascolare e di ceramica.
I rinomati e ancor oggi
richiestissimi piatti di Lindos
iniziarono ad essere prodotti
nel XVI secolo. Sono
caratterizzati dalla ricchezza
dei motivi, ispirati alla
natura, in particolare cervi,
pesci ed uccelli, rappresentati
in una composizione armonica e
fatti con incomparabile grazia e
maestria.
ARCHITETTURA - L’architettura
di ogni luogo è
indissolubilmente legata alla
morfologia del terreno, alla
posizione geografica e alla
storia del posto. Così
l’abitato più importante di
Rodi, che è anche il capoluogo
dell’isola, si è sviluppato
sulla sua costa settentrionale,
in un punto chiave per le
comunicazioni marittime nella
zona. I rimanenti centri
abitati, oggi più importanti,
si trovano molto vicini al
capoluogo e sugli assi stradali
che collegavano tra di loro le
antiche città di Lindos,
lalysos e Kamiros.
La
maggior parte delle attrazioni
turistiche si trova nella parte
settentrionale; nella parte
rimanente si sono sviluppati
abitati degni di nota dal punto
di vista dell’urbanistica e
dell’aspetto architettonico.
I
centri abitati di Rodi possono
essere distinti in costieri e
dell’entroterra. Quelli
costieri, come Rodi e Lindos,
sono costruiti ad anfiteatro su
un porto naturale e di solito
hanno, come Lindos, vista sul
mare. La storia degli abitati
costieri ha inizio
nell’antichità; Rodi e Lindos
in specie erano grandi centri
commerciali con influenza sulla
regione d’intorno. La vita di
questi due abitati continua nel
Medioevo e quando tutti gli
altri abitati vengono spostati
all’interno dell’isola, Rodi
e Lindos sono trasformati in
possenti fortezze.
L’apparizione
degli abitati dell’entroterra
è dovuta al risultato del
bisogho degli abitanti di
proteggersi dalle incursioni dei
pirati, nel periodo bizantino, e
dopo la caduta di Costantinopoli
nelle mani dei Turchi. Gli
abitanti dei centri costieri
scelgono punti non visibili dal
mare e dalle strade, come le
pendici di monti e di colline,
piccole valli o pianure o zone
vicino a fiumi; creano così
nuovi insediamenti, di cui la
maggior parte viene fortificata.
I Rodensi per proteggersi dai
pirati, costruiscono anche
castelli, in cui si rifugiavano
in caso di incursioni, e torri,
soprattutto lungo le coste
dell’isola. I materiali usati
per la costruzione dei suddetti
centri abitati sono quelli che
si trovano in abbondanza
sull’isola, cioè la pietra,
la terra e il legno. I tipi
delle case che si incontrano a
Rodi devono la loro forma a
seconda dei bisogni quotidiani
degli abitanti, della loro
estetica, delle condizioni
climatiche e del paesaggio. Si
dividono in sei tipi:
La
casa popolare rurale o
monolocale, in cui
alloggiano famiglie
economicamente povere. È
costituita da un vano, di solito
rettangolare, in cui la famiglia
soddisfa a tutte le sue necessità.
In questo ambiente si lavora, si
mangia, si dorme e si accolgono
gli ospiti. Per la copertura
della casa viene usato il legno,
mentre i pavimenti sono in terra
battuta o ricoperti con
ciottoli. La casa monolocale
gradualmente si è sviluppata
anche in forme più composite.
La stanza ha continuato ad
essere l’abitazione
principale, fuori di questa però
hanno preso forma gli spazi
ausiliari, cioè la cucina, le
stalle e il forno.
La
casa semiborghese si
incontra in zone i cui abitanti
si dedicarono al commercio e
alla navigazione e di
conseguenza furono
economicamente più abbienti.
Questo tipo di casa costituisce
una variante evoluta di quella
popolare. Spesso è a due piani
ed ha interno ed esterno
riccamente decorati. Il cortile
è isolato dalla strada grazie
ad un muro di recinzione ed ha
un ingresso con portone.
Case
signorili di Lindos.
I conquistatori che calpestarono
il suolo di questo centro
abitato, che è uno dei più
antichi dell’isola, lasciarono
le loro impronte
nell’architettura delle case.
La maggior parte delle case
signorili di Lindos fu costruita
agli inizi del XVII secolo e in
esse si ritrovano elementi degli
stili insulare, bizantino,
medievale ed arabo. Elemento
caratteristico è la ricca
decorazione sia degli interni
(soffitti dipinti) che delle
facciate e dei cortili
(pavimenti a ciottoli).
Torri.
Si tratta di costruzioni che
risalgono al periodo dei
Cavalieri di San Giovanni. Si
incontrano nella città
medievale di Rodi e nella zona
di Trianda. Sono costruzioni a
due piani, costruite con pietra
intagliata e con feritoie al
piano sopraelevato.
Casa
turca.
L’insediamento dei Turchi
sull’isola influenzò, come
naturale, anche l’architettura
del luogo. Questo nuovo tipo di
abitazione, con chiare influenze
orientali, è frugalmente
arredato, ma presenta una ricca
decorazione all’interno.
Elemento caratteristico della
casa turca è il sachnisì,
grata di legno che copre i
balconi o le finestre della
facciata.
Le
case Marasiotika. Si
tratta del tipo di abitazioni
che si incontra a Marasia. Sono
a pianta lunga e stretta, di
solito ad un piano, e per questo
motivo sono chiamate anche
makrynaria.

Il
senso estetico e il buon gusto
che si notano negli oggetti di
arte popolare si manifestano nel
migliore dei modi anche nelle
abitazioni dei Rodensi. La loro
architettura è basata su
elementi di diverse epoche e
civiltà. In essa si può
riconoscere le caratteristiche
dell’architettura popolare
isolana, ma nello stesso tempo
anche gli influssi di stili
occidentali e orientali, che era
naturale fossero portati
nell’isola dai suoi vari
conquistatori e colonizzatori.
Le semplici abitazioni popolari
degli agricoltori, le case dei
piccoli borghesi, le torri e i
palazzi signorili di Lindos,
sono tutti esemplari di tendenze
che contribuirono alla
formazione dell’identità
architettonica dell’isola.
I
diversi elementi decorativi
delle abitazioni della città
sono dei particolari
architettonici che gli danno un
tono caratteristico e
pittoresco. I vecchi
bassorilievi, consumati dal
tempo, testimoniano la passione
creativa e il senso estetico di
altri secoli. Disegni
decorativi, composizioni,
rappresentazioni mitologiche e
stemmi sono stati scolpiti su
pietra e incorporati in diversi
elementi architettonici.
Perfino
le fontane in marmo scolpito che
decorano le strade e le piazze
testimoniano il senso estetico e
il buon gusto dei Rodensi. Le
moderne case rodensi mantengono
vivi gli elementi della
tradizione architettonica.
Cortili lastricati, balconate di
legno sostenute da portici e
adorne di pareti bianche o
colorate, infissi di legno dai
colori vivi, elementi decorativi
popolari: tutto risalta in un
ambiente multicolore di verde e
fiori. Stupende composizioni ed
un gran senso estetico
dell’armonia caratterizzano
anche le case moderne di Lindos.
Queste
presentano parti intere decorate
con dei bassorilievi o con
elementi decorativi inseriti.
MANIFESTAZIONI
CULTURALI - L'attività
culturale è molto intensa e
specialmente nei mesi estivi
vengono organizzate diverse
manifestazioni musicali,
spettacoli tetrali e mostre.
In
inverno lo scenario nell'isola
cambia un po'. E' il periodo in
cui si fa il resoconto dell'anno
e si organizzano i progetti
futuri. I giorni passano a ritmo
tranquillo e tutta la vita
scorre serena. Anche in questo
periodo diverso si dovrebbe
visitare l'isola. E' un periodo
adatto per coloro che desiderano
tranquillità per godersi le
diverse bellezze natruali
dell'isola. Molte volte anche in
inverno vengono ospitati
congressi e seminari a livello
mondiale, dal momento che
l'isola dispone di impianti
moderni e dei migliori mezzi
tecnologici per la loro
organizzazione.
In
qualsiasi stagione si decida di
visitare Rodi si rimarrà
certamente incantati dalla
bellezza del suo paesaggio e
dalla signorilità dei suoi
abitanti. È sorprendente come
tutta l’atmosfera dia un senso
di unione di tutti i popoli che
sono passati dall’isola e
hanno lì lasciato un pezzo
della loro vita, contribuendo,
ognuno a suo modo, alla
formazione della sua storia e
civiltà. Si saluterà l’isola
riportando nella mente le
migliori impressioni e
sicuramente rimarrà il
desiderio di ritornare per
rivivere la sua atmosfera
signorile.
Agosto
2014 - Agosto 2015
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