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Secondo
il mito
di fondazione, Atene fu
fondata nel 1500 a.C. da due dei, Poseidone e Atena,
i quali però successivamente
iniziarono a litigare su chi di
loro avrebbe dovuto dare il
proprio nome e la propria
protezione alla città.
Le
due divinità decisero di mettersi
al giudizio degli ateniesi: Poseidone donò
loro uno splendido cavallo e
promise il suo appoggio in
battaglia, Atena invece
offrì un magnifico ulivo e
promise agli abitanti il dono
della saggezza,
dell'intelligenza e
della pace.
Gli ateniesi, dopo una lunga
discussione, decisero di affidarsi
proprio ad Atena, da cui derivò
il nome.
La
dea della guerra nominò primo re
l'egiziano Cecrope,
che era mezzo
uomo e mezzo serpente.
Atene venne governata poi da dieci
re (umani), tra cui Teseo e
l'ultimo Codro,
che, avendo saputo dall'oracolo
di Delfi che i Dori che
stavano assediando Atene avrebbero
perso solo se lo avessero ucciso,
allora si intrufolò di nascosto
fra i nemici e questi,
riconoscendolo come spia,
lo uccisero.

Situata
nella conca dell’Attica, tra i
monti Parnete, Pentelico, Imetto e
vicino al golfo Saronico, Atene è
oggi la capitale e la città più
grande della Grecia. La sua vitale
posizione geografica ed il suo
clima mite furono i motivi
fondamentali per cui fu scelta ,
fin dall’antichità più remota,
quale luogo di abitazione. Nel
corso della sua storia secolare
creò una splendida civiltà,
offerta inestimabile all’eredità
mondiale.
Ad
Atene una forma di vita
organizzata esisteva già dal
Neolitico, quando intorno al
4000-3000 a.C. i primi abitanti si
concentrarono sulla collina
dell’Acropoli e nella zona del
fiume Ilisso (l’odierno
Olympieion). La frequentazione
continuò anche nell’Età del
Bronzo (3000-1100 a.C.), allorché
gli iniziali insediamenti
pre-ellenici furono occupati
intorno al 2000 a.C. dalle prime
tribù greche. Gli abitati avevano
un carattere rurale, ma col
passare dei secoli iniziarono a
sviluppare il commercio e a creare
contatti con le regioni attorno al
mare Egeo.
Durante
l’età micenea (1550-1050 a.C.)
si ebbe una fioritura economica ed
uno sviluppo delle arti. Ad Atene
i Micenei risiedevano sulla rocca
dell'Acropoli e nelle zone
circostanti già dal XVI sec. a.C.
Poco prima del XIII costruirono
sulla cima della collina il
palazzo (anakloion) del loro sommo
capo e dopo la metà dello stesso
secolo fortificarono per la prima
volta la loro città. L’acme
dell’Atene micenea è
testimoniata da una serie di miti,
ricollegabili all’attività di
sovrani locali.
Durante
il XII secolo a.C. la maggior
parte dei centri micenei decadde e
venne abbandonata e seguì un
periodo di spostamenti di genti
all’interno del territorio
greco. Tribù come i Tessali ed i
Dori avanzarono verso Sud, ma non
occuparono mai l’Attica. I suoi
abitanti credevano di essere
sopravvissuti dall’epoca micenea
anche se è certo che ad essi si
era mescolata ed aveva convissuto
pacificamente un’altra tribù,
quella degli Ioni.
Fino
all’VIII sec. a.C. gli Ioni,
come le rimanenti tribù greche,
si espansero verso l’Oriente
creando colonie sulle coste
dell’Asia Minore. Nel contempo
all’interno dell’Attica gli
abitanti vivevano divisi in stirpi
e tribù.
Intorno
all’VIII sec. a.C. gli abitati
dell’Attica si unirono avendo
come centro Atene e creando
un’unica “città-stato”
(sinecismo).
Tra
il 1038
a.C. e il 753
a.C. il governo fu
affidato a 9 arconti,
che furono prima dei magistrati
eletti a vita per poi trasformarsi
in una carica decennale fino al 682
a.C. quando essa
divenne annuale.
Al
re rimasero da svolgere le
funzioni religiose e di presiedere
all'areopago,
perché il comando militare
supremo passò in mano ad un arconte,
mentre gli incarichi civili e
giudiziari furono presieduti
dall'arconte affiancato dai tesmoteti.
Le
nove cariche andavano a formare il
collegio dei 9 arconti,
il cui incarico era annuale e
tutti di estrazione nobiliare.
I tre arconti più in vista, oltre
ai sei tesmoteti, erano: l'arconte
eponimo, l'arconte
re (capo
religioso) e l'arconte
polemarco (capo
militare).
Gli
altri arconti tramandavano le
leggi a voce cercando di
conquistare sempre più potere.
Nel
corso di questi secoli (Periodo
geometrico - 1050-700 a.C.) la
civiltà greca conobbe notevoli
conquiste. Per la prima volta la
religione si concentrò sui dodici
dèi dell’Olimpo e allo stesso
tempo venne creata una nuova
scrittura, radice di tutti gli
alfabeti europei. La poesia acquisì,
tramite le epiche di Omero, il suo
primo nucleo e l’arte iniziò le
sue ricerche dalla ceramica. La
decorazione geometrica sui vasi di
uso quotidiano o funerario diede
il nome a questo periodo.
Nel
VII sec. a.C. gli artisti sono
influenzati dall’Oriente ma in
seguito le loro opere vengono ad
acquisire un carattere puramente
greco.
Il
VI sec. a.C. è l’epoca della
realizzazione dei primi templi
marmorei in siile dorico e ionico,
delle statue dei Kouroi e delle
Korai, dei vasi a figure nere. È
l'epoca delia fioritura della
poesia lirica, corale ed epica
(Saffo, Stesicoro, Esiodo),
l’epoca dei filosofi ionici
(Talele, Eraclito, Pitagora) e
dell’organizzazione delle feste
panelleniche. Attraverso la loro
espansione in Oriente ed in
Occidente (VIII-VI sec. a.C.) i
Greci prendono coscienza, per la
prima volta, della loro identità
nazionale e della loro comune
origine.
In
tutte queste evoluzioni, avvenute
nel periodo arcaico (VII-VI sec.
a.C. ),
il ruolo di Atene fu essenziale.
Il centro della città fu
gradualmente spostato nel luogo
dell’Agorà, mentre la collina
dell’Acropoli iniziò ad
acquisire un carattere cultuale e
ad essere arricchita di templi e
santuari. Parallelamente si
verificarono notevoli
riordinamenti sociali. Il potere
fino ad allora reale pervenne
nelle mani di ricchi proprietari
terrieri (aristocrazia).
Seguì
un periodo di agitazioni e nel 624
a.C. per la prima volta venne
codificato da Draconte il Diritto
ateniese, una serie di leggi
durissime, tanto che tuttora si
usa l'aggettivo
"draconiano" per
indicare provvedimenti molto
severi (infatti in caso di
omicidio volontario si poteva
anche essere puniti con la morte,
invece in caso di omicidio
involontario con l'esilio). La sua
legislazione non riuscì però ad
appianare le differenze sociali e
nel 594 a.C. gli Ateniesi
incaricarono Solone di redigere
nuove leggi.
Solone,
poeta dotato di forte patriottismo
e personalità accettata da tutti,
mirava all’interesse generale
degli Ateniesi. Con le sue leggi,
le cariche e gli obblighi dei
cittadini venivano stabiliti
secondo il loro reddito. Ai
rappresentanti del potere aggiunse
istituzioni democratiche, come
l’Ekklesia del Demos (Assemblea
del popolo) e l’Eliea (tribunale
supremo), che eleggevano gli
arconti e amministravano la
giustizia. Tra le più note misure
di Solone era la
“seisachtheia" (=scarico di
un peso) che prevedeva
l'alleviamento dei debiti.
Nonostante queste riforme, che si
possono considerare in sostanza
come un primo passo verso la
Democrazia, i conflitti sociali
continuarono.
Nel
561-560 a.C. Pisistrato, aiutato
dalle classi popolari, instaurò
ad Atene un regime tirannico.
Durante la sua epoca furono poste
le fondamenta per lo sviluppo
della marina e la città fu
abbellita con numerosissimi
monumenti e santuari. Pisistrato
per primo introdusse ad Atene il
culto del dio Dioniso, trascrisse
le epiche omeriche e riorganizzò
le Panatenee, feste dedicate ad
Athena. Dopo la sua morte (528
a.C.) la sua opera fu portata
avanti dai figli Ipparco ed Ippia
fino al 510 a.C., quando la
tirannide fu abbattuta.
Nel
508 a.C. Clistene, fondatore del
regime democratico, fu eletto
arconte. Tutti gli abitanti
dell'Attica ebbero la possibilità
di ottenere cariche e di
partecipare agli affari pubblici. Clistene
suddivise il territorio
dell'Attica in trenta distretti,
chiamati trittie. Le trittie
furono distribuite in dieci tribù,
ciascuna delle quali comprendeva
una trittia della città, una
della costa e una
dell'interno (scelte per
sorteggio).
Il
peso degli aristocratici risultò
notevolmente sminuito, perché si
trovarono suddivisi in diverse
tribù. Ogni tribù era un'entità
astratta e non territoriale (le
trittie che componevano una tribù
erano volutamente non confinanti).
All'interno di ogni tribù
l'influenza degli aristocratici
era bilanciata da quella degli
altri ceti sociali, che avevano
interessi differenti, tanto che
Isagora richiamò Cleomene I nel
507 a.C., ma la popolazione
ateniese lo cacciò.
Il
colpo di stato non finì certo
qui, perché una coalizione
formata da spartani, beoti, dagli
isolani di Egina e di
truppe provenienti da Calcide
attaccarono la città, che
resistette fino a quando Demarato fece
rientrare l'esercito di Sparta per
poi passare all'offensiva
scacciando i nemici e fondando una
colonia in Eubea.
Le
donne ateniesi trascorrevano la
maggior parte del tempo in casa,
nel gineceo, lo spazio a loro
riservato, e la loro funzione era
generare figli e occuparsi della
famiglia. Venivano infatti
promesse in moglie quando erano
ancora bambine e potevano
contrarre matrimonio a partire dai
12 anni. Rigorosamente obbligate
alla castità prima del
matrimonio, erano ovviamente
tenute alla fedeltà una volta
sposate; al marito invece era
consentito avere relazioni con
altre donne, potendo dunque
possedere la concubina (pallakè),
con cui avere rapporti sessuali, e
la compagna (etèra).
Quest'ultima, pur concedendosi
all'uomo a pagamento, non era una
prostituta: a differenza delle
donne destinate al matrimonio, le
etere ricevevano un'educazione ed
erano colte; conoscevano la
musica, il canto e la danza e
accompagnavano l'uomo nei luoghi
di socialità, nei quali non erano
ammesse né le mogli né le
concubine. Come le altre donne
greche, le ateniesi non avevano
diritti politici, e dunque non
potevano partecipare al governo e
all'amministrazione della polis, e
neppure scegliere chi sposare né
come amministrare i propri beni.
Nella
società greca classica ebbe molta
importanza l'istruzione militare e
ad Atene, come in maggior parte
delle poleis consisteva
in due anni di addestramento. Come
primo atto gli efebi compiuti
i 18 anni effettuavano un giuramento nel tempio
di Aglauro, poi un primo anno di
addestramento fisico e un secondo
prettamente militare.
In
caso di guerra i
nominativi dei chiamati alle armi
venivano affissi nell'agorà e
comprendevano in genere gli uomini
con età inferiore ai 50 anni, ma
se c'era la necessità potevano
essere utilizzati gli uomini fino
ai 60 anni e poi gli efebi. Tale
chiamata poteva essere generale PANDEMEI o
per EPONIMO, cioè
parziale interessando solo alcune
classi di età, distinte con gli
eroi ateniesi o per servizi a
lungo termine, a rotazione, di
classi di tribù diverse.

Agli
inizi del V sec. a.C. i Greci
dovettero affrontare la politica
espansionistica del vicino stato
persiano. Gli Ateniesi con
l’aiuto degli abitanti di Platea
vinsero i Persiani a Maratona nel
490 a.C. Nei decenni successivi il
pericolo persiano fu eliminato
grazie ai tentativi comuni di
tutti i Greci. Ruolo preminente
ebbero Sparta, con il suo
esercito, ed Atene, che su
iniziativa dello stratega
Temistocle aveva rinforzato le sue
forze marittime. La vittoria greca
nella battaglia navale di Salamina
nel 480 a.C. fu in sostanza opera
della flotta ateniese e di
Temistocle. Tuttavia, Atene
durante le guerre persiane fu
incendiata e distrutta due volte
dai generali persiani Serse e
Mardonio (480/489 a.C.). Dopo la
fine della guerra Temistocle
ricostruì e fortificò Atene ed
il Pireo (478 a.C.). A Temistocle
è dovuta anche la fondazione
della cosiddetta Lega Delia (478
a.C.), a cui aderì la maggior
parte delle città greche ad
eccezione di quelle che
appartenevano alla sfera di
influenza spartana. Le divergenze
tra Atene e Sparta avevano
incominciato ad intravedersi ben
presto. L’antagonismo delle due
città divenne più intenso quando
la marina ateniese, con a capo
Cimone, prese il prevalere nel
bacino dell’Egeo.
Seguì
un periodo di scontri tra le due
città (460-445 a.C.), mentre ad
Atene prevaleva Pericle, per la
sua storia. La sua epoca è stata
definita “secolo d’oro”,
visto che Atene conobbe la sua
acme maggiore e divenne sovrana
assoluta dei suoi alleati. Capo
carismatico, portò la democrazia
ateniese al suo completamento e
ornò la città di monumenti di
uno splendore eccezionale.
I
contributi delle città alleate
unitamente a tutte le entrate
dello stato furono usati per la
realizzazione di capolavori
d’arte. Il culmine di tutti
questi è il Partenone
sull’Acropoli, monumento-simbolo
dell’Atene democratica. Al tempo
di Pericle furono favorite le arti
e le lettere, mentre il teatro fu
rafforzato con la distribuzione di
biglietti gratuiti ai cittadini
(theorikà: denaro per il teatro).
La
poesia del V sec. a.C. si avvalora
di figure della drammaturgia
mondiale quali Eschilo, Sofocle,
Euripide ed Aristofane, la
filosofia di Socrate, la scienza
di Democrito e di Ippocrate, la
storia di Erodoto e di Tucidide.
La scultura partendo
dall’interiorità del cosiddetto
stile severo si completò negli
anni di Pericle. Le opere di Fidia
espressero nella maniera migliore
la bellezza del corpo e
dell’anima, l’armonia e
l’equilibrio. Un progresso
analogo si verificò anche nella
pittura. Le rappresentazioni sui
vasi a figure rosse del V sec.
a.C. sono testimonianze
inconfutabili dell’abilità
degli artisti. In questo clima la
maggiore festa ateniese, le
Panatenee, acquisì una
particolare imponenza, dando alla
città l’opportunità di
esprimere la sua ricchezza, la sua
potenza e le sue forze creative.
Era
naturale che lo sviluppo di Atene
provocasse la rivalità di Sparta
e portasse le due città a
scontrarsi. Così
nel 431 a.C. scoppiò la
cosiddetta guerra del Peloponneso,
che ebbe risultati disastrosi per
Atene. Gli storici dividono
la guerra in tre fasi: nella
prima, la fase Archidamica, che
prende il nome dal re spartano Archidamo
II, Sparta effettuò continui
attacchi contro l'Attica, mentre
Atene utilizzava la propria
potente flotta per colpire le
coste del Peloponneso. Questo
periodo di scontri si concluse nel
421 a.C. con la firma della pace
di Nicia, ma l'interruzione della
guerra durò poco: al 415 a.C.
risale infatti la spedizione
ateniese in Sicilia, evento
disastroso per le forze della Lega
di Delo tanto da rinnovare il
contrasto tra le due entità
greche che si contendevano
l'egemonia.
Nel
413 a.C. si apre la fase
Deceleica, caratterizzata
dall'intenzione spartana di
fomentare moti di ribellione tra
le forze sottoposte ad Atene;
questa strategia, unita agli aiuti
economici provenienti dalla Persia
e all'incapacità ateniese di
difendersi, portò nel 404 a.C.
alla vittoria della Lega del
Peloponneso, dopo la battaglia
navale di Egospotami. La rivalità
fra le due città storiche ha dato
origine al proverbio:
Se
Atene piange, Sparta non ride.
Dopo
la sua sconfitta definitiva nel
404 a.C., Atene fu obbligata a
demolire le sue mura e a
consegnare la sua flotta. Adottò
il regime dei suoi avversari ed il
potere fu preso da trenta
oligarchi, noti come Trenta
Tiranni. Ben presto la democrazia
fu ristabilita e gli Ateniesi
riuscirono a ricostruire sotto
Conone le loro mura, nel 394 a.C.
Agli
inizi del IV sec. a.C.
l’antagonismo tra le città-stato
della Grecia fu incoraggiato anche
dall’intervento dei Persiani.
Atene procedette alla fondazione
di una nuova lega nel 378/7 a.C.,
che però si sciolse ben presto.
Filippo
II, re di Macedonia (359-336
a.C.), occupò Atene nel 338 a.C.
e un anno dopo fu riconosciuto
quale capo supremo nella guerra
contro i Persiani.
Ad
Atene dopo l'ascesa di Filippo
II il Macedone che si voleva
impadronire, e ci riuscì, della Tracia per
avere uno sbocco sul Mar Nero, si
crearono due fazioni: la prima,
capeggiata da Eschine che
era filomacedone, ovvero disposto
ad un'alleanza con il Regno
di Macedonia per porre fine
alle guerricciole condotte da
altre polis, alla
seconda c'era Demostene che
era contrario ad una alleanza con
la Macedonia e vedeva minacciata
l'autonomia democratica di Atene.
Demostene aveva ragione. In un
primo momento però Eschine si
vide in una situazione di
vantaggio ma ben presto i
cittadini ateniesi, dopo che
Filippo II ebbe conquistato la Grecia
Centrale, diedero ragione a
Demostene, che costituì
un'alleanza anti-macedone con la
partecipazione anche di Tebe.
Dopo la sconfitta a Cheronea,
avvenuta nel 338 a.C., Filippo,
che aveva vinto, si mosse con
diplomazia sia con Atene e sia con
altre polis per
accordarsi sul futuro della
Grecia. Nel 337 a.C. a Corinto si
formò una lega, la lega di
Corinto, con a capo Filippo
II, che impose alle altre polis il
divieto di farsi reciprocamente
guerra, l'obbligo di rispettare il
Regno di Macedonia e di
contribuire con l'esercito alle
spedizioni macedoni contro i
persiani. Atene fu costretta ad
aderire alla lega.
Filippo
II fu assassinato nel 336
a.C. dal capitano delle Guardie
reali, Pausania; Alessandro,
suo figlio, fu nominato re con il
nome di Alessandro III.
Partito Alessandro per la sua campagna
nei Balcani, corse la falsa
notizia secondo cui il medesimo
sarebbe morto in battaglia contro
il popolo bellicoso degli Illiri.
La città di Tebe portò avanti
una rivolta contro il Regno
di Macedonia ma Alessandro,
sistemate le tribù barbare che
minacciavano la Macedonia dal
nord, si diresse a Tebe e
la distrusse. Non fece però la
stessa cosa per Atene, che
pure si era ribellata, poiché
aveva paura che la spedizione
contro i persiani non andasse a
buon fine. Catturò e rilasciò il
rivale politico ateniese Demostene.
Pochi anni dopo, mentre Alessandro
era impegnato in Asia, il re
di Sparta Agide
III, promosse una guerra
contro la Macedonia. Atene,
sobillata da Licurgo,
disdisse tutti i trattati
stipulati con i Macedoni, ma al
momento di fornire truppe e aiuti
ad Agide come promesso, si tirò
indietro. Sparta soccombette nella battaglia
di Megalopoli contro i
macedoni di Antipatro nel 331
a.C. e subì le conseguenze
della sua ribellione, ma
Alessandro Magno non ritenne di
dover prendere provvedimenti
contro Atene.
Nel
periodo ellenistico (323-146
a.C.), subito dopo la morte di
Alessandro, Atene dipese dalla
politica dei sovrani della
Macedonia. Quale governatore fu
designato Demetrio Falireo (317
a.C.) e poi Demetrio Poliorcete
(307 a.C.).
Già
prima della morte di Alessandro,
Atene iniziò i preparativi per
una ribellione contro i Macedoni,
sotto la spinta
di Demostene e Iperide.
Il decreto degli esuli,
emesso da Alessandro poco prima
della sua morte, fu un ulteriore
motivo di ribellione: con esso
Atene avrebbe perso il controllo
di Samo, alleata dal 366
a.C., dove i cleruchi ateniesi
avrebbero dovuto riconsegnare agli
esuli i propri terreni. Perciò
gli Ateniesi si rifiutarono di
sottostare alle condizioni del
decreto e fecero prigionieri gli
esuli di Samo. Ottenuta per via
diplomatica la defezione dei
Tessali dall'esercito macedone,
Atene diede inizio alle operazioni
belliche occupando il passo
delle Termopili e assediando
la città di Lamia, ove si
era installato Antipatro con le
sue truppe. Tuttavia Atene subì
una cocente sconfitta navale ad Amorgo,
il cui esito consentì anche ai
macedoni di Leonnato (20.000
fanti e 1.500 cavalieri) di essere
trasportati a soccorso di
Antipatro. Per difendersi da
Leonnato gli ateniesi tolsero
l'assedio a Lamia e Antipatro fu
così libero di riprendere
l'azione, usufruendo di ulteriori
rinforzi portatigli da Cratero.
Lo scontro decisivo tra le forze
ateniesi e quelle di Antipatro,
che contavano anche i rinforzi di
Cratero, ebbe luogo il 5 settembre
322 a.C. a Crannone, in Tessaglia e
fu una disfatta per gli ateniesi.
Successivamente
Antipatro e Cratero impegnarono il
rimanente delle forze armate
ateniesi in continui scontri, per
loro vittoriosi, fino a che Atene
dovette chiedere la pace,
sottostando alle condizioni poste
da Antipatro. Queste furono
miti: Atene avrebbe dovuto
disarmare l'armata, accettare una
guarnigione macedone presso il Pireo e
riformare la costituzione in modo
da garantire diritti politici solo
a chi possedesse un patrimonio
mobile o immobile pari a duemila
dracme, fatto che avrebbe escluso
dal governo le classi sociali più
basse, principali fautrici della
guerra; gli Ateniesi accettarono i
termini.
Quanto
a Iperide e Demostene, principali
istigatori del conflitto, il primo
fu ucciso in Eubea, il
secondo, rifugiatosi presso il
santuario di Poseidone a Calauria,
si suicidò (Plutarco, Demostene,
29).

Seguirono
i re di Pergamo e d’Egitto,
molti dei quali abbellirono la
città e frequentarono le sue
Scuole.
Nel
146 a.C. i Romani conquistarono il
territorio greco, Atene però fu
oggetto di un trattamento
favorevole. Nell'86 a.C. tuttavia
il generale romano Si lla la
saccheggiò e distrusse
interamente le sue mura. Negli
anni che seguirono fu luogo di
villeggiatura e di studio di
personalità quali Cicerone,
Orazio e Ovidio.
Nel
II sec. d.C. l'imperatore Adriano
ampliò Atene verso Est ed insieme
al ricco cittadino Erode Attico la
ornò con importanti monumenti.
Nel
III sec. d.C. l’imperatore
Valeriano costruì nuove mura per
fronteggiare una probabile
incursione della tribù gotica
degli Eruli.
Nel
267 d.C. gli Eruli forzarono le
mura e saccheggiarono Atene.
Allora la città si raccolse
sull'Acropoli e intorno alle sue
pendici e venne circondata da
mura, lasciando al di fuori l'Agorà.
Nei
primi anni bizantini gli antichi
templi di Atene furono trasformati
in chiese cristiane (IV-V sec.
d.C.). Al tempo di Giustiniano la
città fu fortificata (VI sec.
d.C.), ma subì un colpo fatale
con la chiusura delle sue scuole
filosofiche (529 d.C.).
Dal
IX fino al XII sec. d.C. l'arte
bizantina fiorì nell'Attica. Durante
questo periodo furono costruite più
di quaranta chiese come la
Kapnikarea, il monastero di
Kesarianì, il monastero di Dafnì,
ecc.

Con
la caduta di Costantinopoli per
mano dei Franchi nel 1204 d.C.
Atene pervenne ad Ottone de la
Roche di Borgogna. Nel XIV sec.
d.C. fu occupata prima dai
Catalani, poi dalla famiglia
fiorentina degli Acciaioli e
successivamente dai Veneziani e
quindi dai Bizantini.
Nel
1458 venne occupata dai Turchi e
l’Acropoli divenne un quartiere
turco.
Nel
1687, Atene passò nelle mani di
Venezia. Durante la sua
occupazione, ebbe luogo
l'esplosione di una polveriera
turca, che distrusse il Partenone.
Nel
1821, durante la Guerra
d'Indipendenza Greca, Atene fu
saccheggiata.
Nel
1832, se creó un protettorato per
le potenze occidentali e si
proclamò Ottone re della Grecia,
ovvero il figlio di Luigi di
Baviera. Durante il suo regno fu
modificato l'aspetto della
città, con la costruzione di
numerosi edifici pubblici.
Il
18 settembre 1835 Atene divenne la
capitale del regno della Grecia.
Nel
1912, Eleftherius Vénselos decise
di recuperare i territori
dell'Antica Grecia, ma un generale
emergente in Turchia, Kemal
Ataturk, con l'aiuto dei paesi
europei pose fine al sogno
ellenico.
Dopo
il fallimento di questa avventura, più
di un milione di rifugiati grieci,
provenienti dalla Turchia, dovettero
trasferirsi in Grecia, la maggior
parte ad Atene. Ciò causò una
crescita smisurata e disordinata
della città.
Il
25 marzo 1924 si proclamò la
Repubblica. Nel 1936 raggiunse il
potere il dittatore Metazas.
Durante
la Seconda Guerra Mondiale, la
Grecia si dichiarò neutrale.
Malgrado ciò, fu attaccata dalle
truppe italiane, che i greci
riuscirono a sconfiggere. Poco
dopo, le truppe naziste posero
fine alla resistenza greca.
Dopo
la guerra, arrivò ad Atene
una nuova ondata d'immigrati,
dalle zone rurali e isole,
causando una nuova crescita rapida
e caotica.
Nel
1948, ebbe inizio la Guerra
Civile Greca in cui la
destra, aiutata dagli Stati Uniti
e dal Regno Unito, risultò
vincitrice.
Nel
1967, ebbe luogo il Colpo di Stato
dei Colonnelli che durò fino al 1974.
Nel
1981, passò a formar parte
dell'Unione Europea e, nel
2001, divenne uno dei membri
dell'euro. L'incorporazione
all'Unione Europea, ma anche i
Giochi Olimpici del 2004,
promossero la costruzione di
grandi infrastrutture.
Atene
oggi è il centro politico,
economico e culturale della Grecia e
una destinazione turistica di
grande importanza internazionale.

Miti
e tradizioni
Il
cammino storico dei Greci, la loro
civiltà, le loro concezioni
sociali e religiose, ed anche la
loro realtà quotidiana si
ritrovano mirabilmente espressi
nella mitologia. Oltre ai miti
panellenici degli dèi e degli
eroi, ogni città aveva le sue
tradizioni e i suoi culti.
Atene
collega il suo nome alla lotta di
due dèi. Secondo la tradizione
Poseidone, dio dell’impetuosità,
dei terremoti e delle tempeste,
rivendicava Atene alla dea della
sapienza, Athena. Poseidone colpì
la terra col suo tridente e da
essa balzarono un cavallo indomito
e acqua impetuosa. Al contrario il
dono di Athena fu un ramo
d’olivo che spuntò dalla
roccia. Nella lotta di queste due
forze, una violenta e l’altra
pacifica, la città decretò la
vittoria di Athena e ne prese il
nome.
Secondo
il mito Atene fu abitata
inizialmente dai Pelasgi, a cui è
dovuta la costruzione delle prime
mura della città.
Contemporaneamente come primo re
della città è ricordato Cecrope,
che aveva corpo umano nella parte
superiore e di serpente in quella
inferiore. Un altro re, Erittonio,
era figlio di Efesto, dio del
fuoco. Efesto non potendo unirsi
ad Athena fecondò Gea (la Terra).
In tal modo Erittonio è collegato
alla fertilità della terra, come
d’altronde anche Cecrope, dato
che il suo corpo di serpente
denota le forze della terra.
Figlio di Erittonio era Eretteo,
che aveva un serpente come
simbolo. Da Eretteo discendeva
Ione che dagli Ateniesi fu
proclamato polemarco e re. Questa
tradizione riecheggia molto
probabilmente la penetrazione
pacifica degli Ioni nell’Attica.
Il
più importante re di Atene fu
Teseo, nato a Trezene, città del
Peloponneso. Sua madre era Etra,
che nella stessa notte si era
unita con Poseidone e col re di
Atene, Egeo. Teseo da piccolo
credeva di essere figlio di
Poseidone. Ben presto però
apprese che suo padre era il
mortale Egeo e partì per andarlo
a trovare ad Atene. Sulla sua
strada uccise una serie di
malfattori e arrivò al palazzo
paterno. Lì apprese che il re di
Creta, Minosse, avendo perso suo
figlio ad Atene, aveva imposto
agli Ateniesi un grave tributo di
sangue. Essi infatti erano
obbligati a mandare a Minosse ogni
nove anni sette fanciulli e sette
fanciulle, nutrimento per il
mostro cretese Minotauro. Teseo
partì subito per Creta e trovò
il Minotauro, all’interno del
palazzo di Minosse, il mitico
Labirinto. La figlia di Minosse,
Arianna, si innamorò di Teseo e
lo aiutò ad uscire dal Labirinto:
gli diede da tenere una delle
estremità del filo (mitos) e legò
l’altra estremità
all’ingresso del palazzo.
Dopo
l’uccisione del Minotauro Teseo
ritornò ad Atene con la sua nave.
Dimenticò però di cambiare le
vele nere del lutto e di
sostituirle con quelle bianche,
segno del successo. Egeo vide da
lontano la nave e certo che il
figlio fosse morto, si gettò
dall’Acropoli suicidandosi.
Secondo una versione fu da allora
chiamato Egeo il mare che bagna da
Est le coste greche. Appena Teseo
succedette a suo padre, unì le
città dell’Attica con centro
Atene e istituì le feste
“Sinecie” in ricordo del
sinecismo. Cambiò inoltre, per
simboleggiare la nuova unità
politica, il nome delle vecchie
feste “Atenee” in
“Panatenee”, governò il suo
popolo in maniera esemplare e fu
ucciso nell’isola di Skyros dal
re Licomede. Gli Ateniesi
conservarono una fede profonda per
Teseo, tanto che nella battaglia
di Maratona (490 a.C.) lo
sognarono che combatteva al loro
fianco contro i Persiani.
Nell’antichità d’altronde
Atene era nota anche come la città
di Teseo.

Agosto
2013
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