Bamberga
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1993

 

   

Bamberga è una città extracircondariale della Baviera. È situata nell'Alta Franconia sul fiume Regnitz, vicino alla confluenza col fiume Meno.

La città vecchia di Bamberga è compresa dal 1993 nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO per il suo caratteristico aspetto medievale. Bamberga è nota anche per la sua grande produzione di birra ed in particolare per il birrificio Schlenkerla, che risale all'epoca medievale, e produce la caratteristica ed unica Rauchbier. La città sorge su sette colli: Domberg, Michaelsberg, Kaulberg/Obere Pfarre, Stefansberg, Jakobsberg, Altenburg e Abtsberg.  

Nel periodo successivo alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, durante la migrazione e insediamento delle popolazioni germaniche, la regione, in seguito inclusa nella Diocesi di Bamberga, era abitata per la maggior parte da Slavi. Come hanno dimostrato gli scavi archeologici effettuati nel XIX secolo sulla collina del Duomo, il sito di Bamberga era popolato già nel 600 d.C. Non è chiaro se il sito era abitato ininterrottamente dalla fine dell'Impero romano, o se è stato poi ripopolato.

Il Babenburg o Babenberch sembra esser stato verso la fine del IX secolo un centro di potere regionale, circondato da mura. Nell'anno 902, infatti, viene menzionato per la prima volta un Castrum Babenberch sulla collina della cattedrale attuale, appartenente ai Conti dei Vecchi-Babenberg. Questa famiglia, nel Regno dei Franchi orientali, prese il nome proprio da questo feudo. L'area è stata cristianizzata principalmente dai Monaci benedettini dell'abbazia di Fulda, e posta sotto l'autorità spirituale della Diocesi di Würzburg.  

Nel 903 in seguito a una faida sanguinosa con la famiglia renano-francone dei Corradinidi, volta a espandere i loro domini sulla Franconia, i Vecchi-Babenberg perdettero la contea. Con Corrado il Giovane Bamberga passò ai Corradini, da allora chiamati Feudo-Babenberg. 

Nel 906 il conte palatino Adalberto di Babenberg tese un'imboscata ai Corradini nelle vicinanze di Fritzlar col fine di riappropriarsi della Franconia. Durante il combattimento persero la vita sia il padre di Corrado il giovane sia i due fratelli di Adalberto. Quest'ultimo venne poi imprigionato su ordine del re, Ludovico IV il Fanciullo e condannato a morte per aver violato la pace reale. I Babenberg persero tutti i loro titoli e le loro proprietà in Franconia, mentre Corrado ne divenne l'indiscusso duca. Come tale ebbe un ruolo decisivo a corte, alla morte di Ludovico IV (ultimo dei Carolingi a regnare sui Franchi Orientali), nel novembre 911, Corrado venne eletto re col nome di Corrado I di Franconia. La proprietà diventa dominio reale: tale resterà fino al 973, nel momento in cui l'imperatore Ottone II diede il Castrum a suo cugino Enrico il Litigioso, duca di Baviera.

Il figlio di quest'ultimo, eletto imperatore del Sacro Romano Impero nel 1002 col nome di Enrico II, detto il Santo, per limitare il potere della diocesi di Würzburg e per incoraggiare la conversione delle genti che abitavano le regioni ad est del "Castrum", decise, nel 1007, di erigere Bamberga a diocesi. 

Nel 1008, dopo lunghe trattative con i vescovi di Würzburg e di Eichstätt, che dovevano cedere parti dei loro territori, i confini della nuova diocesi furono definiti, e papa Giovanni XVIII concesse la conferma papale nello stesso anno. Enrico II ordinò anche la costruzione di una nuova Cattedrale, consacrata il 6 maggio 1012 e subito arricchita di doni papali. Enrico II la eresse a Cattedrale imperiale in suo onore, rilasciando quei privilegi che accrebbero notevolmente il potere temporale del vescovo. 

Nel 1017 Enrico II fonda anche l'Abbazia di Monte San Michele, nei pressi di Bamberga, un'abbazia benedettina per la formazione del clero. Papa Benedetto VIII, durante la sua visita a Bamberga del 1020, rese la diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede. Per un breve periodo Bamberga fu il centro del Sacro Romano Impero. Enrico II e sua moglie Cunegonda, entrambi annoverati fra i santi della Chiesa cattolica, sono seppelliti nella cattedrale.  

Dalla metà del XIII secolo in poi i vescovi divennero anche principi dell'Impero e nei secoli seguenti Bamberga venne governata dai suoi vescovi che promossero la costruzione di edifici monumentali. Nel 1248 e nel 1260 la sede ha ottenuto grandi porzioni dei possedimenti dei Conti di Merania, in parte mediante acquisto e in parte attraverso l'appropriazione dei feudi spenti. Il vecchio Vescovado di Bamberga si componeva di un territorio che si estendeva ininterrotto da Schlüsselfeld alla Foresta Francone, e con numerosi possedimenti nell'Alto Palatinato nei Ducati di Carinzia e di Salisburgo, in Turingia, e sul Danubio. Tuttavia con le modifiche derivanti dalla Riforma, il territorio della diocesi venne ridotto quasi della metà. Nel XVIII secolo comprendeva ancora 18 città con i baliaggi di Hallstadt, Güssbach, Strullensdorf, Geissfeld, le giudicature di Eckolsheim, Reiffenberg, Marlofstein, Neuenkirchen, Lichtenfels e Zeil sul Meno, Ober Scheinfeld (exclave nel principato di Schwarzenberg), Vilseck nel Palatinato superiore. Oltre le vaste terre nell'alta valle del Meno con le città fortificate di Forchheim (podesteria), Cronach (capitanato) e l'abbazia di Banz, il principato aveva vasti feudi nell'alta Carinzia (signoria di Villach e possedimenti lungo la Drava da Treuffen fino al Tarvisio fino al 1759 quando sono venduti all'Austria), che furono completamente annessi nel 1765 con le secolarizzazioni giuseppiniane in Austria.

Nel gennaio 1430 gli Hussiti arrivarono alle porte della città. Il Capitolo della cattedrale fuggì nel Castello di Giechburg, nei pressi di Scheßlitz, lo stesso vescovo si ritirò in Carinzia e i ricchi borghesi scapparono a Forchheim e Norimberga. Ne seguì il saccheggio della città e dei suoi ricchi monasteri. Quando nel febbraio arrivarono le truppe imperiali guidate dal marchese Federico I di Brandeburgo, quest'ultimo incontrò il comandante degli hussiti, Andreas Prokop, nel suo Castello di Zwernitz, dove stipulò una tregua costata 12 000 fiorini ma che permise di evitare l'incendio della città.

Una rivolta dei cittadini nel XV secolo contro il potere egemonico del vescovo, chiamato "Argomento immunità" non riuscì a destituire il potere temporale della diocesi. La guerra dei contadini tedeschi del 1524-25 lasciò comunque il segno in città; così come la Guerra dei trent'anni, dove la città subì pesantemente l'attacco delle truppe svedesi, o nella Guerra dei sette anni, segnata dalla Prussia.

I processi alle streghe del XVII secolo causarono centinaia di vittime a Bamberga raggiungendo l'apice tra il 1626 e il 1631, sotto il governo del principe vescovo Johann Georg II von Fuchs Dornheim. Nel 1627 fu fondato il famoso Drudenhaus (Carcere delle streghe) che vide, fra gli altri, imprigionato il sindaco di allora Johannes Junius, di cui ci è pervenuta una testimonianza tramite la lettera che scrisse alla figlia prima di essere giustiziato. Fino al 1632 furono condannate più di 300 persone in città e solo con l'invasione delle truppe svedesi si riuscì a fermare il vescovo e il suo massacro.

Nel 1647 fu fondata l'Università di Bamberga, con il nome di Academia Bambergensis con le facoltà di Teologia e Filosofia. In epoca barocca, sotto i principi-vescovi Franz Lothar von Schönborn (1693-1729) e Friedrich Karl von Schönborn-Buchheim (1729-1745) la città conobbe una notevole fioritura culturale. In particolare Friedrich Karl accrebbe anche la sua università con le facoltà di Giurisprudenza e Medicina.

Ben presto inizia il declino; nel 1759, i possedimenti e giurisdizioni della diocesi situata in Austria vennero venduti e quando la secolarizzazione delle terre della Chiesa ebbe luogo, nel 1802, il territorio della diocesi scese da 3305 km² a 1276 km². Presente ancora nel Collegio dei Principi del 1801 con l'11° voto, il principato, poco dopo, fu secolarizzato ed annesso alla Baviera (1803) con i suoi 207.000 abitanti.  

Con la mediatizzazione, Bamberga perse la sua indipendenza nel 1803, entrando a far parte del Regno di Baviera. Con il Trattato di Lunéville del 1801, numerose città e abbazie imperiali erano state assegnate ai principi elettori laici, come compensazione per la perdita del Palatinato a favore della Francia. Bamberga e il suo vescovado furono assegnati al Regno di Baviera. 

Ancor prima della firma definitiva del Reichsdeputationshauptschluss nel 1803, la Baviera aveva occupato militarmente il territorio della diocesi già il 2 settembre 1802 e il 29 novembre viene dichiarato provincia bavarese. Il Principe vescovo Christoph Franz von Buseck, rassegnando le dimissioni, siglò la fine dell'indipendenza di Bamberga.

Bamberga fu collegata al sistema ferroviario tedesco nel 1844. Durante la rivoluzione del marzo 1848, Bamberga fu una roccaforte dei democratici, tanto che vi vennero stilati i cosiddetti 14 articoli di Bamberga, una carta dei diritti fondamentali. I più noti esponenti erano gli avvocati Nikolaus Titus e Ignaz Prell, il medico Heinrich Heinkelmann e il giornalista Carl Heger. Il 25 e 26 maggio 1854, otto Stati tedeschi centrali (Regno di Baviera, Regno di Sassonia, Regno di Hannover, Regno di Württemberg, Granducato di Baden, Assia_Kassel, Assia-Darmstadt e Nassau) si incontrarono in città durante la cosiddetta Conferenza di Bamberga per discutere circa la loro posizione rispetto alle due grandi potenze orientali: l'Impero d'Austria e il Regno di Prussia.

Nel 1909, a Bamberg, sorse uno dei primi gruppi di Boy-scout fondati in Germania.

Dopo la prima guerra mondiale, quando un'insurrezione comunista prese il controllo della Baviera, il recentemente eletto Governo regionale bavarese (Gabinetto di Hoffmann) si rifugiò a Bamberga il 7 aprile 1919 e dovette restarvi per quasi due anni, prima che la capitale Monaco venisse riconquistata dai Freikorps (si veda Repubblica di Weimar). La prima costituzione democratica della Baviera fu approvata a Bamberga, diventando nota come Bamberger Verfassung, la Costituzione di Bamberga.

Nel febbraio del 1926 la città fu sede della Conferenza di Bamberga, convocata da Adolf Hitler nel suo tentativo di promuovere l'unità e per soffocare il dissenso all'interno del giovane NSDAP. Bamberga fu scelta per la sua posizione, in Franconia, non lontano dai membri della fazione dissidente del Nord nazista, ma ancora all'interno della Baviera. Nel 1933 i nazisti presero il potere a Bamberga e iniziarono le persecuzione dei cittadini ebrei e il Rogo di libri del 1º luglio.

Dopo la Seconda guerra mondiale Bamberga apparteneva alla Zona di occupazione americana. L'amministrazione militare creò un campo per gli sfollati.  

Enrico II il Buono

Enrico, figlio del duca Enrico di Baviera e di Gisela di Borgogna, nacque in Baviera nel 973. Il futuro imperatore venne educato alla più fervida vita religiosa da san Volfango vescovo di Ratisbona. Nel 997 sposò Cunegonda del Lussemburgo e per celebrare le nozze il duca di Baviera gli donò la città di Bamberga. Seguendo le teorie apprese alla scuola di san Volfango, Enrico volle porre la città come nuovo baluardo della fede contro il paganesimo, ancora largamente diffuso a oriente della Germania, istituendo il principato ecclesiastico a governo della città. 

Nel 1002 divenne re di Germania, due anni dopo ricevette anche la corona di re d'Italia, estendendo i propri domini sulla penisola italiana; combatté e sconfisse nel 1013 Ardovino d'Ivrea, guadagnandosi la corona imperiale. Venne solennemente incoronato imperatore del Sacro romano impero nel 1014. 

Tutta la sua vita venne improntata alla protezione della chiesa e al benessere della religione, profuse grande impegno nella diffusione della regola benedettina cooperando con ì principali centri della riforma del tempo, Cluny, Montecassino, Camaldoli, Einsiedeln e Verdun per il ripristino della disciplina ecclesiastica e sociale. 

Durante gli ultimi anni della sua vita, l'imperatore espresse il desiderio di ottenere l'ingresso nell'ordine benedettino; per questa sua attenzione verso l'ordine di san Benedetto, papa Pio X, alla fine dell'Ottocento, dichiarò Enrico II patrono degli Oblati benedettini. Morì nel 1024 e venne sepolto insieme alla moglie Cunegonda nella cattedrale di Bamberga; grazie alla vita esemplare condotta dalla coppia imperiale, vennero beatificati entrambi nel 1146.

Architettura

A partire dal 1215 il cantiere della cattedrale venne riavviato ed entro la seconda metà del XIII secolo poté dirsi concluso. L'inconfondibile mole del Dom, scandita da quattro torri, è il simbolo della città e uno dei più alti esempi di architettura gotica di area tedesca, che trova il suo apice nella decorazione dei portali ai piedi delle torri, risalenti al 1235, dove spiccano le statue della Vergine col Bambino adorata dai santi Giorgio e Pietro e di Enrico II e Cunegonda.

L'interno conserva ancora chiaramente i resti della costruzione romanica, ben visibile nel coro orientale, mentre la nuova architettura gotica informa il coro occidentale, chiamato Peterschor. Al centro del coro nuovo si trova la tomba di papa Clemente II, vescovo di Bamberga dal 1040 al 1047 e unico pontefice a essere sepolto a nord delle Alpi. La cattedrale conserva inoltre la celebre statua del Cavaliere, capolavoro di ignoto maestro del XIII secolo, assurta a simbolo del mondo cavalieresco medievale.

In contrapposizione alla città alta, nel corso dei secoli, si sviluppò, ai piedi della collina, la città dei mercanti e dei borghesi, rivale e antagonista della roccaforte del potere religioso. La separazione e i profondi conflitti d'interessi che separarono la città alta, sede del potere vescovile, da quella bassa, portò anche a terribili conseguenze, come la caccia alle streghe e agli eretici che, agli inizi del Seicento, portarono nelle borse del vescovo Johann Georg Fuchs von Dornehaim un patrimonio ingente, frutto degli espropri perpetrati ai danni delle vittime del Tribunale ecclesiastico.  

Alla fine del Trecento, su di un isolotto al centro del fiume Regnitz, venne eretto l'Altes Rathaus; la posizione sull'acqua fu scelta come dichiarata volontà di zona neutrale, nella quale i rappresentanti delle due opposte fazioni potevano tentare di discutere e risolvere i problemi della città. Da questo isolotto si può ammirare la particolarissima zona di Bamberga chiamata Klein Venedig (piccola Venezia), vecchio quartiere dei pescatori, caratterizzata dalle alte case con tetti a spioventi incurvati.

Con l'avvento al potere nel corso del Seicento e per tutto il Settecento della casata dei vescovi-principi di Schònborn, si assisté in Bamberga a uno straordinario fervore edilizio che adeguò la città alle nuove caratteristiche dello stile barocco; i vescovi arrivarono addirittura a concedere agevolazioni fiscali ai cittadini privati che avessero ristrutturato la propria abitazione nelle forme barocche. Tale rinnovato interesse per l'architettura trova un alfiere nel vescovo Lothar Franz, il quale nel 1693 volle trasformare la propria residenza in una sede adatta al proprio rango, sulla scorta delle realizzazioni che si stavano attuando a Wùrzburg, sotto la direzione dell'architetto Johann Leonhard Dientzenhofer, trasformandola in una capitale barocca.

La Neue Residenz , edificata dal 1695 al 1704 in forme austere e classiciste nelle fronti, tradisce, negli interni, la volontà del principe-vescovo di creare interni decorati secondo il nuovo stile che andava caratterizzando tutte le corti europee. 

In virtù anche degli sgravi fiscali promessi dall'autorità del vescovo, sorsero numerosissime abitazioni barocche concentrate, principalmente, intorno alla Judenstrasse e alla Concordiastrasse, zone abitate da ricchi borghesi che in risposta al lusso barocco ostentato dagli Schònborn nella città alta riedificarono le proprie case. 

La caratteristica principale degli edifici di Judenstrasse è rappresentata dall'eleganza e dall'omogeneità delle facciate, edificate a partire dai primi anni del Settecento. Fulcro della città alta è la Domplatz , sulla quale prospettano i principali edifici che hanno caratterizzato e ancor oggi sono il vanto della città di Bamberga: la Neue Residenz , l'Alte Hofhaltung e la grandiosa cattedrale.  

Duomo di Bamberga

Il Duomo Imperiale dei santi Pietro e Giorgio è la cattedrale di Bamberga in Baviera, sede dell'arcidiocesi metropolitana. Ha ricevuto il titolo di "Basilica Minore" e con la sua mole è l'emblema della città, che sovrasta. E' uno dei più grandi e antichi monumenti della Germania e dell'Europa; dal punto di vista della storia spirituale, si annovera tra i più grandi edifici religiosi tedeschi del Medioevo; una basilica medievale a tre navate, con un transetto occidentale e due cori, situati ognuno tra le due torri. La costruzione è consigliabile osservarla da est a ovest, perchè ciò corrisponde anche alle fasi di costruzione e alla particolarità degli stili. La sua forma, con i due cori più elevati, ricorda una nave possente con la prua rialzata e con la chiglia.

Il Duomo è intitolato a S. Pietro ed ha un ulteriore patrono, San Giorgio. Questo è dovuto al fatto che da sempre ebbe due funzioni, quella religiosa e quella civica.  S. Pietro simboleggiava il Papato (sacerdozio)  e S. Giorgio (uno dei primi patroni nobili introdotti dall'oriente nell'est della Franconia)  l'Impero. Questa doppia valenza si concretizza nella presenza di due cori: uno a est e uno a ovest. Il centro liturgico, l'altare, è collocato nel coro occidentale ma stabilisce un collegamento ideale con un  punto non liturgico, che nei secoli fu meta di pellegrinaggio e devozione popolare:la tomba dell'imperatore. La chiesa venne consacrata il 6 maggio 1012, nel giorno del  trentanovesimo compleanno dell'imperatore del Sacro Romano Impero, Enrico II.

La prima pietra dell'edificio precedente all'odierna cattedrale, detto Heinrichsdom, venne posta nel 1004 dall'imperatore Enrico II il Santo sulle fondamenta della cappella, e il cimitero, dell'antico Babenburg (il sito primitivo di Bamberga, ereditato da suo padre Enrico il Litigioso). Nel 1007 Bamberga venne elevata, per volere imperiale, a Diocesi e la chiesa venne notevolmente migliorata ed assunse già quella pianta bicefala, a due cori contrapposti e quel particolare orientamento da nord-est a sud-ovest, che ancora la caratterizzano. Nell'anno 1012 l'edificio si poté definire terminato. Il 6 maggio 1012, data di ricorrenza del compleanno di Enrico II, si svolse una solenne cerimonia di consacrazione della cattedrale a san Pietro, la Vergine Maria e san Giorgio. 

La presenza di 45 vescovi e alti dignitari della Chiesa fra cui, con una sola eccezione, tutti gli arcivescovi del presente Sacro Romano Impero, testimoniano l'importanza che il nuovo edificio avrebbe assunto nella chiesa tedesca. L'Heinrichsdom aveva una pianta basilicale divisa in tre navate da colonne reggenti soffitti lignei piatti, con un transetto e il coro principale verso est fiancheggiato da due torri e chiuso da un'abside semi-circolare. Il duomo entrava nella tradizione delle grandi cattedrali dell'XI secolo, anche se in confronto a quelle maestose contemporanee di Magonza (lunga 116 metri) e di Spira (lunga 134 metri), con la sua lunghezza di soli 75 metri restava piuttosto modesta. Di questa cattedrale oggi si conserva solo la tomba sotterranea dei vescovi.

Durante la veglia pasquale del 1081 un incendio si sviluppò all'interno del Duomo distruggendone il tetto e le torri. Subito si corse ai ripari tanto che nel 1087 il vescovo Rupert poté tenervi un sinodo. I lavori di ripristino continuarono anche sotto il suo successore, il vescovo sant'Ottone, già esperto in costruzioni avendo condotto il cantiere per la trasformazione della cattedrale di Spira. Il duomo di Bamberga ricevette un nuovo assetto: le colonne vennero rivestite di stucchi atti a celare le bruciature della pietra, il coro orientale venne dotato di una costosa copertura in rame per ridurre il pericolo di incendio e i campanili a guglie vennero dorati.  

Nel 1185 si sviluppò un altro, ben più grave incendio, tanto che si decise per l'integrale demolizione dell'edificio, anche se per continuare a celebrare le funzioni religiose e preservare, in questo modo, la sacralità del luogo, la demolizione e la ricostruzione vennero coordinati in modo da garantire sempre il culto all'interno della chiesa. La nuova costruzione si pose nello stesso identico posto, mantenendone anche il particolare orientamento. Essendo l'imperatore Enrico II già stato canonizzato nel 1146, il vescovo Thimo von Lyskirch si adoperò perché altrettanto avvenisse per l'imperatrice Cunegonda. La sua canonizzazione avvenne in cattedrale il 29 marzo 1200 e fu una delle più importanti santificazioni nel medioevo perché pochissime erano le donne canonizzate non martiri. In seguito all'evento, venne eretto un altare in onore di Cunegonda.

La nomina a vescovo, nel 1203, del potente Eckbert di Andechs-Merania, fratello di Santa Edvige, di Agnese di Merania, moglie del re di Francia Filippo Augusto e di Ottone II di Borgogna, oltre che cognato del re Andrea II d'Ungheria e cugino del futuro imperatore Federico II, rafforzò l'intenzione di ricostruire il duomo. Tuttavia il regicidio di Filippo di Svevia, assassinato il 21 giugno 1208 nella Corte Vecchia, poco prima della sua elezione a imperatore, dal conte palatino Ottone VIII di Wittelsbach, fermò i lavori per alcuni anni. Il vescovo Eckbert, partigiano di parte guelfa per l'elezione imperiale di Federico II, venne subito considerato complice, e così fuggì dal cognato Andrea II d'Ungheria. Con grande impegno diplomatico, presto fu riabilitato, tanto che nel 1212 poté tornare nella sua diocesi. 

Nel 1215 il cantiere del Duomo riprese le sue attività, ma le relazioni internazionali del vescovo, lo spinsero a modificare lo stile architettonico influenzato dallo sviluppo dell'arte contemporanea francese.

Tra il 1215 e il 1225 a erigere il coro orientale venne chiamato un Maestro alto-renano; a lui succederà un architetto della Borgogna che volterà il coro, erigerà le torri e costruirà il piedicroce. Un terzo architetto, un converso cistercense, eresse il transetto e il coro occidentale, mentre un quarto Maestro, della Francia settentrionale, realizzò tutte le sculture dell'edificio. I lavori finirono nel 1237 e nello stesso anno il nuovo Duomo, di dimensioni maggiori, venne consacrato, come riportato dagli Annuari di Erfurt: "Hoc anno pridie Nonas Maii in Babenberc dedicatum est monasterium ab his episcopis: Erbipolense, Eystatense, Nuwenburgense, Merseburgense; domino papa ibidem magnam faciente indulgentiam."

"Quest'anno il giorno prima del Nove di maggio, la cattedrale di Bamberga, fu consacrata dai seguenti vescovi: di Würzburg, di Eichstätt, di Naumburg, e di Merseburg. Il Papa aveva concesso una grande indulgenza".

Successivamente subì varie trasformazioni, vennero asportate le belle vetrate colorate, vennero eretti nuovi altari e furono inserite opere plastiche del primo barocco; vennero ricoperti con uno strato di colore tutti i dipinti medievali; nel XVIII secolo venne trasformato l'esterno, sostituendo le tegole con l'ardesia, mentre venne abbattuto il piccolo campanile centrale terminante con una lanterna; sulle quattro torri venne messo un tetto a cuspide. L'architettura odierna la mantiene dal 1766. 

Dopo la fine della Guerra dei Trent'anni, sotto il Principe vescovo Melchior Otto Voit von Salzburg, la cattedrale venne "modernizzata". In linea con le tendenze dettate dal Concilio di Trento, il Duomo venne reso barocco, come simbolo della Controriforma. Anche se il Capitolo della cattedrale non sposò mai in pieno l'attuazione del nuovo movimento artistico, il 10 maggio 1611, decise di dipingere l'interno. Nel 1678, poi, quasi tutti i 30 altari erano barocchi. Nel corso dei secoli, tuttavia, l'uso di candele obbligò più volte a nuove pitture, tanto che si trovano resti di ben 12 strati e di colori diversi, soprattutto in bianco, ma anche in verde, ocra e giallo. Una decisione importante fu, poi, quella della rimozione delle antiche vetrate istoriate superiori per aver più luce.

Nel 1830, il re Ludovico I di Baviera decise che la cattedrale doveva essere restituita al suo originale stile romanico, e ordinò una ricostruzione purificatrice, affidandola al celebre architetto Friedrich von Gärtner.

Nel 1806 venne dichiarata anche chiesa parrocchiale, quindi si inserì un altare anche nel coro orientale e tra il 1828-1837, per volere di Ludovico I di Baviera, vennero pulite le pareti dagli elementi estranei barocchi, e si cercò di riportare la costruzione all'aspetto medievale, cosa che in parte si è realizzata, ma il gioco di luce dato dal gusto barocco non ha potuto essere mitigato.

Caratterizzato dall'inconfondibile profilo a quattro torri e con pianta bicefala, il duomo, presenta il coro orientale che, su un alto zoccolo, domina la piazza facendone da facciata. Di fattura tardoromanica, è tripartito orizzontalmente da cornici a motivi geometrici. Le grandi finestre a tutto sesto, fortemente strombate, sono decorate con semicolonne aggettanti. In alto corre una galleria tripartita di archi sostenuti da colonnine binate. Ai lati svettano le due torri a più ordini, romanici, in basso; e gotici, in alto; coronate da cuspidi ramate. Sotto le torri si aprono due portali ornati negli archivolti da motivi geometrici a losanghe di carattere normanno (1215-20) e sculture, capolavori della plastica romanica di gusto francese: a destra il Marienpforte, "Portale di Maria", con nel timpano la Vergine adorata dai Santi Patroni Pietro e Giorgio e dalla coppia imperiale Enrico II e Cunegonda; a sinistra il Adamspforte, "Portale di Adamo" reca nel timpano statue di Adamo e Eva, di cui gli originali sono ora conservati nel Museo Diocesano. Sul fianco nord della chiesa, verso la piazza, si apre il maggiore Fürstenportal, "Portale del Principe", col Giudizio Finale nel timpano, e copie di quelle della Chiesa e della Sinagoga, dei Profeti e degli Apostoli.

Una porta minore, detta di Veit, in stile Cistercense dà accesso al transetto sud.

Nel campanile sono presenti quattro campane antiche create tra il 1185 e il 1311.

Quando si entra nel Duomo di Bamberga, ci si sente pervadere da un grande senso di rispetto e ci si sente piccolissimi di fronte a tanta vastità. Il Duomo ha linee semplici, quasi severe, le altissime volte, i pilastri maestosi sembrano abbracciare il visitatore. Non si sente l'estraneità del luogo, solo una sensazione di 'ritorno', di spiritualità fortissima.

L'interno è diviso in tre navate da possenti pilastri compositi che formano gli arconi e arrivano fino alle volte a crociera. Ogni volta inscrive una coppia di campate. I due cori della pianta bicefala chiudono le prospettive.

Il Cavaliere di Bamberga o Bamberg Reiter, 1235 circa, fa parte della ricca sfilata di sculture che compongono la plastica del coro orientale, dove si trovano le opere più importanti dell'intera cattedrale, chiamate anche 'plastiche degli Hohenstaufen" perchè realizzate nel periodo tra il 1230 e il 1240. Attorno all'identità di questo Cavaliere c'è un mistero: chi è? Nessuna certezza ma svariate ipotesi: da Costantino il Grande a Corrado III, un re santo o forse Stefano d'Ungheria (cognato di Enrico II), fino a dire che può trattarsi di uno dei Re Magi. Il Cavaliere non porta armi; sta in sella al suo fiero cavallo, di cui tiene le redini, tenendo il capo eretto come se scrutasse l'infinito davanti a sè. 

I cori occupano, ognuno, circa un terzo dello spazio e sono sempre stati il centro delle funzioni più importanti che si svolgevano nel Duomo di Bamberga.

Il coro orientale è influenzato dallo stile tardo romanico: costituito da un grande abside semicircolare con ampie aperture ad archi tondi, ha la parte del coro vera e propria ricoperta da una volta a tutto sesto ed è delimitato da un recinto ottenuto con la costruzione di un muro a mezza altezza verso le navate laterali. Due rampe di scale conducono qui, a destra e a sinistra- praticamente-superata la tomba dell'Imperatore e Cunigonda. 

Prima di arrivare alle colonne annodate, si sale la gradinata che ospita la zona del coro orientale e qui si possono ammirare due curiosi animali dalla testa umana presenti all'ingresso di ognuna delle due parti; ci sono anche le figure sedute di Enrico II e Cunigonda e rilievi di Cavalieri.

Nella parte più terminale del coro orientale, addossate all'abside, stanno una serie di colonne, in semicerchio, per la precisione 12, suddivise a tre a tre da uno spazio in muratura.

Le prime tre, a sinistra rispetto all'altare, sono costituite da una colonna ritorta, una annodata da un intreccio a mezza altezza davvero incantevole ed elaborato, e una liscia. Al di sopra, capitelli e pulvini tutti lavorati e scolpiti con soggetti simbolici; anche le basi delle colonne presentano incisioni e figure simboliche. Chiude, superiormente, una sorta di lavorazione ad archetto trilobato, che potrebbe indicare come queste opere non stessero qui in origine. 

Peterschor - A ovest il Peterschor, dedicato a San Pietro, è ricavato nell'abside occidentale. Accoglie una cattedra del 1904 e, al centro, la tomba di papa Clemente II. Davanti all'abside vi sono preziosi stalli lignei gotici risalenti alla fine del XIV secolo, affollati di statue e sculture. L'Altare della Croce, in legno di tiglio dorato (1652-53), con statue di Gesù, Maria, Maria Maddalena e Giovanni, è uno dei pochissimi residui dell'arte barocca, opera di Justus Glesker. Di fronte l'Altare del popolo (1974-75), in arenaria, con medaglioni che mostrano la vita di Gesù, di Klaus Backmund.

Sotto il coro, una cripta riaperta nel 1995, contiene le sepolture degli ultimi arcivescovi.

Nel transetto sud, interessanti un epitaffio in pietra del vescovo Philipp Von Henneberg, morto nel 1487 di un maestro magontino e, soprattutto, sull'altare, il dossale di Maria (1520-1523), opera di Veit Stoss il Vecchio. Nello stesso transetto sud, la cappella del chiodo (1456), contiene 97 epitaffi bronzei di canonici (XV-XVII secolo) e un Crocifisso (1658).

Sotto la torre a nordovest nel 1997 è stata creata una cappella per accogliere i teschi di Enrico II il Santo e della moglie Cunegonda.

Georgenchor - A est il Georgenchor, dedicato a San Giorgio, è ricavato nell'abside orientale. Appare sopraelevato sulla cripta sottostante. Nei transetti sono statue di Apostoli, più antiche quelle del braccio sud e più moderne quelle del braccio nord; e due tombe del XII secolo. Davanti all'abside vi sono stalli lignei con chimere e leoni della prima metà del XIV secolo, (ritoccati).

Nella cripta sono tombe di vari vescovi, quella del re Corrado III che morì a Bamberga nel 1152 e un fonte battesimale.

A destra del coro è l'ingresso verso il chiostro tardogotico (XV secolo), con gallerie popolate di tombe.

Nella sala capitolare, visibili un altare in legno (c. 1500), e un chiodo supposto appartenere alla Vera Croce, venerato a Bamberga sin dal XIV secolo. Nella cappella del Sacramento, invece, un quadro (c. 1520) attribuito a Lucas Cranach il Vecchio.

Navate - Nella navata centrale spicca la tomba dell'imperatore Enrico II il Santo e della moglie Cunegonda, posta al centro di fronte il Georgenchor. Sempre nella navata centrale un pulpito (XIX secolo) e l'organo (1976), opera del mastro organaro Rieger.

Nella navata sud, al terzo pilastro, si nota la lastra tombale del vescovo Friedrich von Hohenlohe, al settimo pilastro, rilievo dell'Annunciazione, tra i pilastri settimo e ottavo, statue della Chiesa e della Sinagoga; ai lati dei pilastri ottavi di destra e sinistra, parti di un recinto in pietra (prima parte del XIII secolo), ad armature che inquadrano statue a bassorilievo di Apostoli e Profeti.

Nella navata nord, a sinistra, le tombe degli arcivescovi Albrecht von Wertheim, morto nel 1421 e Friedrich Von Trechendingen, morto nel 1366. Al pilastro successivo, contro il coro, gruppo della Visitazione e gruppo di San Dionigi con Angelo sorridente; infine, la lastra tombale di papa Clemente II.

Il Duomo di Bamberga conserva numerose opere d'arte fra le quali emergono:

Veit-Stoß-Altar. L'altare dedicato alla Vergine o al Natale, deve il nome al celebre Veit Stoss che lo scolpì in legno di tiglio nel 1523 su commissione di suo figlio, Andreas Stoss, priore del monastero carmelitano di Norimberga. Quando il monastero fu sciolto la pala venne portata dallo stesso committente alla Parrocchiale Superiore di Bamberga. Venne poi qui trasferito, come prestito, per la celebrazione dei 700 anni della cattedrale nel 1937.

Kirchgattendorfer Altar. L'altare mariano risale a intorno il 1510. Deve il suo nome al paese originario di Kirchgattendorf, un piccolo villaggio del Margraviato di Bayreuth, che divenne protestante durante la Riforma.

Riemenschneideraltar. Il cosiddetto altare di Riemenschneider con sculture dei primi anni del XVI secolo, prende il nome dalla scultura centrale di San Sebastiano eseguito dalla bottega di Tilman Riemenschneider.

Mühlhausener Altar. L'artare mariano venne realizzato intorno al 1500 per la parrocchiale di Mühlhausen, a pochi chilometri a sud di Bamberga, poi divenuta protestante.

lastra tombale del vescovo Friedrich von Hohenlohe, morto nel 1352, al terzo pilastro della navata sud, capolavoro di un ignoto Maestro gotico.

Tomba di papa Clemente II, morto nel 1047, nel Peterschor, esempio di arte ottoniana del 1230 circa, in marmo nero, con figura del papa e rilievi allegorici.  

Tomba di Enrico II - La tomba dell'imperatore Enrico II il Santo e della moglie Cunegonda di Lussemburgo, sorge nella navata centrale, di fronte il Georgenchor. Capolavoro di Tilman Riemenschneider, venne realizzata in calcare e marmo fra il 1499 e il 1513 su bozzetti di Wolfgang Katzheimer. Sul basamento reca bassorilievi di un gusto già rinascimentale che illustrano la Vita dell'Imperatore. La lastra tombale porta le statue giacenti della coppia imperiale.

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