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Bamberga
è una città
extracircondariale della Baviera.
È situata nell'Alta Franconia sul
fiume Regnitz, vicino alla
confluenza col fiume Meno.
La
città vecchia di Bamberga è
compresa dal 1993 nell'elenco dei patrimoni
dell'umanità dell'UNESCO per
il suo caratteristico aspetto
medievale. Bamberga è nota anche
per la sua grande produzione di birra ed
in particolare per il birrificio Schlenkerla,
che risale all'epoca medievale, e
produce la caratteristica ed unica Rauchbier.
La città sorge su sette colli:
Domberg, Michaelsberg,
Kaulberg/Obere Pfarre,
Stefansberg, Jakobsberg, Altenburg
e Abtsberg.
Nel
periodo successivo alla caduta
dell'Impero romano d'Occidente,
durante la migrazione e
insediamento delle popolazioni
germaniche, la regione, in seguito
inclusa nella Diocesi di
Bamberga, era abitata per la
maggior parte da Slavi. Come
hanno dimostrato gli scavi
archeologici effettuati nel XIX
secolo sulla collina del
Duomo, il sito di Bamberga era
popolato già nel 600 d.C. Non è
chiaro se il sito era abitato
ininterrottamente dalla fine
dell'Impero romano, o se è stato
poi ripopolato.
Il Babenburg o Babenberch sembra
esser stato verso la fine del IX
secolo un centro di potere
regionale, circondato da mura.
Nell'anno 902, infatti, viene
menzionato per la prima volta un Castrum
Babenberch sulla collina
della cattedrale attuale,
appartenente ai Conti dei
Vecchi-Babenberg. Questa famiglia,
nel Regno dei Franchi
orientali, prese il nome proprio
da questo feudo. L'area è stata
cristianizzata principalmente dai Monaci
benedettini dell'abbazia di
Fulda, e posta sotto l'autorità
spirituale della Diocesi di Würzburg.
Nel
903 in seguito a una faida
sanguinosa con la famiglia
renano-francone dei Corradinidi,
volta a espandere i loro domini
sulla Franconia, i
Vecchi-Babenberg perdettero la
contea. Con Corrado il
Giovane Bamberga passò ai
Corradini, da allora chiamati
Feudo-Babenberg.
Nel
906 il conte palatino Adalberto
di Babenberg tese
un'imboscata ai Corradini nelle
vicinanze di Fritzlar col
fine di riappropriarsi della
Franconia. Durante il
combattimento persero la vita sia
il padre di Corrado il giovane sia
i due fratelli di Adalberto.
Quest'ultimo venne poi
imprigionato su ordine del re, Ludovico
IV il Fanciullo e condannato
a morte per aver violato la pace
reale. I Babenberg persero tutti i
loro titoli e le loro proprietà
in Franconia, mentre Corrado ne
divenne l'indiscusso duca.
Come tale ebbe un ruolo decisivo a
corte, alla morte di Ludovico IV
(ultimo dei Carolingi a
regnare sui Franchi
Orientali), nel novembre 911,
Corrado venne eletto re col
nome di Corrado I di
Franconia. La proprietà diventa
dominio reale: tale resterà fino
al 973, nel momento in cui
l'imperatore Ottone II diede
il Castrum a suo cugino Enrico
il Litigioso, duca di Baviera.
Il
figlio di quest'ultimo, eletto imperatore
del Sacro Romano Impero nel
1002 col nome di Enrico II,
detto il Santo, per limitare il
potere della diocesi di Würzburg e
per incoraggiare la conversione
delle genti che abitavano le
regioni ad est del
"Castrum", decise, nel
1007, di erigere Bamberga a diocesi.
Nel
1008, dopo lunghe trattative con i
vescovi di Würzburg e
di Eichstätt, che dovevano
cedere parti dei loro territori, i
confini della nuova diocesi furono
definiti, e papa Giovanni
XVIII concesse la conferma
papale nello stesso anno. Enrico
II ordinò anche la costruzione di
una nuova Cattedrale, consacrata
il 6 maggio 1012 e subito
arricchita di doni papali. Enrico
II la eresse a Cattedrale
imperiale in suo onore,
rilasciando quei privilegi che
accrebbero notevolmente il potere
temporale del vescovo.
Nel
1017 Enrico II fonda anche
l'Abbazia di Monte San Michele,
nei pressi di Bamberga, un'abbazia
benedettina per la formazione del
clero. Papa Benedetto VIII,
durante la sua visita a Bamberga
del 1020, rese la diocesi immediatamente
soggetta alla Santa
Sede. Per un breve periodo
Bamberga fu il centro del Sacro
Romano Impero. Enrico II e
sua moglie Cunegonda,
entrambi annoverati fra i santi
della Chiesa cattolica, sono
seppelliti nella cattedrale.
Dalla
metà del XIII secolo in poi i
vescovi divennero anche principi
dell'Impero e nei secoli
seguenti Bamberga venne governata
dai suoi vescovi che promossero la
costruzione di edifici
monumentali. Nel 1248 e nel 1260
la sede ha ottenuto grandi
porzioni dei possedimenti dei
Conti di Merania, in parte
mediante acquisto e in parte
attraverso l'appropriazione dei
feudi spenti. Il vecchio Vescovado
di Bamberga si componeva di un
territorio che si estendeva
ininterrotto da Schlüsselfeld alla Foresta
Francone, e con numerosi
possedimenti nell'Alto Palatinato nei
Ducati di Carinzia e di Salisburgo,
in Turingia, e sul Danubio.
Tuttavia con le modifiche
derivanti dalla Riforma, il
territorio della diocesi venne
ridotto quasi della metà. Nel
XVIII secolo comprendeva ancora 18
città con i baliaggi di
Hallstadt, Güssbach,
Strullensdorf, Geissfeld, le
giudicature di Eckolsheim,
Reiffenberg, Marlofstein,
Neuenkirchen, Lichtenfels e Zeil
sul Meno, Ober Scheinfeld (exclave
nel principato di Schwarzenberg),
Vilseck nel Palatinato superiore.
Oltre le vaste terre nell'alta
valle del Meno con le città
fortificate di Forchheim
(podesteria), Cronach (capitanato)
e l'abbazia di Banz, il principato
aveva vasti feudi nell'alta
Carinzia (signoria di Villach e
possedimenti lungo la Drava da
Treuffen fino al Tarvisio fino al
1759 quando sono venduti
all'Austria), che furono
completamente annessi nel 1765 con
le secolarizzazioni giuseppiniane
in Austria.
Nel
gennaio 1430 gli Hussiti arrivarono
alle porte della città. Il Capitolo della
cattedrale fuggì nel Castello
di Giechburg, nei pressi di Scheßlitz,
lo stesso vescovo si ritirò in Carinzia e
i ricchi borghesi scapparono a Forchheim e Norimberga.
Ne seguì il saccheggio della città
e dei suoi ricchi monasteri.
Quando nel febbraio arrivarono le
truppe imperiali guidate dal
marchese Federico I di
Brandeburgo, quest'ultimo incontrò
il comandante degli hussiti,
Andreas Prokop, nel suo Castello
di Zwernitz, dove stipulò una
tregua costata 12 000 fiorini
ma che permise di evitare
l'incendio della città.
Una
rivolta dei cittadini nel XV
secolo contro il potere
egemonico del vescovo, chiamato
"Argomento immunità"
non riuscì a destituire il potere
temporale della diocesi. La guerra
dei contadini tedeschi del
1524-25 lasciò comunque il segno
in città; così come la Guerra
dei trent'anni, dove la città subì
pesantemente l'attacco delle
truppe svedesi, o nella Guerra
dei sette anni, segnata dalla Prussia.
I
processi alle streghe del XVII
secolo causarono centinaia di
vittime a Bamberga raggiungendo
l'apice tra il 1626 e il 1631,
sotto il governo del principe
vescovo Johann Georg II von Fuchs
Dornheim. Nel 1627 fu fondato il
famoso Drudenhaus (Carcere
delle streghe) che vide, fra gli
altri, imprigionato il sindaco di
allora Johannes Junius, di cui ci
è pervenuta una testimonianza
tramite la lettera che scrisse
alla figlia prima di essere
giustiziato. Fino al 1632 furono
condannate più di 300 persone in
città e solo con l'invasione
delle truppe svedesi si riuscì a
fermare il vescovo e il suo
massacro.
Nel
1647 fu fondata l'Università di
Bamberga, con il nome di Academia
Bambergensis con le facoltà
di Teologia e Filosofia.
In epoca barocca, sotto i
principi-vescovi Franz Lothar
von Schönborn (1693-1729) e Friedrich
Karl von Schönborn-Buchheim
(1729-1745) la città conobbe una
notevole fioritura culturale. In
particolare Friedrich Karl
accrebbe anche la sua università
con le facoltà di Giurisprudenza
e Medicina.
Ben
presto inizia il declino; nel
1759, i possedimenti e
giurisdizioni della diocesi
situata in Austria vennero
venduti e quando la
secolarizzazione delle terre
della Chiesa ebbe luogo, nel 1802,
il territorio della diocesi scese
da 3305 km² a 1276 km².
Presente ancora nel Collegio dei
Principi del 1801 con l'11° voto,
il principato, poco dopo, fu
secolarizzato ed annesso alla
Baviera (1803) con i suoi 207.000
abitanti.
Con
la mediatizzazione, Bamberga
perse la sua indipendenza nel
1803, entrando a far parte del Regno
di Baviera. Con il Trattato
di Lunéville del 1801,
numerose città e abbazie imperiali
erano state assegnate ai principi
elettori laici, come compensazione
per la perdita del Palatinato a
favore della Francia.
Bamberga e il suo vescovado furono
assegnati al Regno di Baviera.
Ancor
prima della firma definitiva del Reichsdeputationshauptschluss nel
1803, la Baviera aveva occupato
militarmente il territorio della
diocesi già il 2 settembre 1802 e
il 29 novembre viene dichiarato
provincia bavarese. Il Principe
vescovo Christoph Franz von
Buseck, rassegnando le dimissioni,
siglò la fine dell'indipendenza
di Bamberga.
Bamberga
fu collegata al sistema
ferroviario tedesco nel 1844.
Durante la rivoluzione del marzo
1848, Bamberga fu una roccaforte
dei democratici, tanto che vi
vennero stilati i cosiddetti 14
articoli di Bamberga, una carta
dei diritti fondamentali. I più
noti esponenti erano gli avvocati
Nikolaus Titus e Ignaz Prell, il
medico Heinrich Heinkelmann e il
giornalista Carl Heger. Il 25 e 26
maggio 1854, otto Stati tedeschi
centrali (Regno di Baviera, Regno
di Sassonia, Regno di Hannover, Regno
di Württemberg, Granducato di
Baden, Assia_Kassel,
Assia-Darmstadt e Nassau)
si incontrarono in città durante
la cosiddetta Conferenza di
Bamberga per discutere circa
la loro posizione rispetto alle
due grandi potenze orientali:
l'Impero d'Austria e il Regno
di Prussia.
Nel
1909, a Bamberg, sorse uno dei
primi gruppi di Boy-scout fondati
in Germania.
Dopo
la prima guerra mondiale,
quando un'insurrezione comunista prese
il controllo della Baviera, il
recentemente eletto Governo
regionale bavarese (Gabinetto di
Hoffmann) si rifugiò a Bamberga
il 7 aprile 1919 e dovette
restarvi per quasi due anni, prima
che la capitale Monaco venisse
riconquistata dai Freikorps (si
veda Repubblica di Weimar).
La prima costituzione democratica
della Baviera fu approvata a
Bamberga, diventando nota come Bamberger
Verfassung, la Costituzione di
Bamberga.
Nel
febbraio del 1926 la città fu
sede della Conferenza di
Bamberga, convocata da Adolf
Hitler nel suo tentativo di
promuovere l'unità e per
soffocare il dissenso all'interno
del giovane NSDAP. Bamberga
fu scelta per la sua posizione, in
Franconia, non lontano dai membri
della fazione dissidente del Nord
nazista, ma ancora all'interno
della Baviera. Nel 1933 i nazisti
presero il potere a Bamberga e
iniziarono le persecuzione dei
cittadini ebrei e il Rogo di
libri del 1º luglio.
Dopo
la Seconda guerra mondiale Bamberga
apparteneva alla Zona di
occupazione americana.
L'amministrazione militare creò
un campo per gli sfollati.
Enrico
II il Buono
Enrico,
figlio del duca Enrico di Baviera
e di Gisela di Borgogna, nacque in
Baviera nel 973. Il futuro
imperatore venne educato alla più
fervida vita religiosa da san
Volfango vescovo di Ratisbona. Nel
997 sposò Cunegonda del
Lussemburgo e per celebrare le
nozze il duca di Baviera gli donò
la città di Bamberga. Seguendo le
teorie apprese alla scuola di san
Volfango, Enrico volle porre la
città come nuovo baluardo della
fede contro il paganesimo, ancora
largamente diffuso a oriente della
Germania, istituendo il principato
ecclesiastico a governo della città.
Nel
1002 divenne re di Germania, due
anni dopo ricevette anche la
corona di re d'Italia, estendendo
i propri domini sulla penisola
italiana; combatté e sconfisse
nel 1013 Ardovino d'Ivrea,
guadagnandosi la corona imperiale.
Venne solennemente incoronato
imperatore del Sacro romano impero
nel 1014.
Tutta
la sua vita venne improntata alla
protezione della chiesa e al
benessere della religione, profuse
grande impegno nella diffusione
della regola benedettina
cooperando con ì principali
centri della riforma del tempo,
Cluny, Montecassino, Camaldoli,
Einsiedeln e Verdun per il
ripristino della disciplina
ecclesiastica e sociale.
Durante
gli ultimi anni della sua vita,
l'imperatore espresse il desiderio
di ottenere l'ingresso nell'ordine
benedettino; per questa sua
attenzione verso l'ordine di san
Benedetto, papa Pio X, alla fine
dell'Ottocento, dichiarò Enrico
II patrono degli Oblati
benedettini. Morì nel 1024 e
venne sepolto insieme alla moglie
Cunegonda nella cattedrale di
Bamberga; grazie alla vita
esemplare condotta dalla coppia
imperiale, vennero beatificati
entrambi nel 1146.

Architettura
A
partire dal 1215 il cantiere della
cattedrale venne riavviato ed
entro la seconda metà del XIII
secolo poté dirsi concluso.
L'inconfondibile mole del Dom,
scandita da quattro torri, è il
simbolo della città e uno dei più
alti esempi di architettura gotica
di area tedesca, che trova il suo
apice nella decorazione dei
portali ai piedi delle torri,
risalenti al 1235, dove spiccano
le statue della Vergine col
Bambino adorata dai santi Giorgio
e Pietro e di Enrico II e
Cunegonda.
L'interno
conserva ancora chiaramente i
resti della costruzione romanica,
ben visibile nel coro orientale,
mentre la nuova architettura
gotica informa il coro
occidentale, chiamato Peterschor.
Al centro del coro nuovo si trova
la tomba di papa Clemente II,
vescovo di Bamberga dal 1040 al
1047 e unico pontefice a essere
sepolto a nord delle Alpi. La
cattedrale conserva inoltre la
celebre statua del Cavaliere,
capolavoro di ignoto maestro del
XIII secolo, assurta a simbolo del
mondo cavalieresco medievale.
In
contrapposizione alla città alta,
nel corso dei secoli, si sviluppò,
ai piedi della collina, la città
dei mercanti e dei borghesi,
rivale e antagonista della
roccaforte del potere religioso.
La separazione e i profondi
conflitti d'interessi che
separarono la città alta, sede
del potere vescovile, da quella
bassa, portò anche a terribili
conseguenze, come la caccia alle
streghe e agli eretici che, agli
inizi del Seicento, portarono
nelle borse del vescovo Johann
Georg Fuchs von Dornehaim un
patrimonio ingente, frutto degli
espropri perpetrati ai danni delle
vittime del Tribunale
ecclesiastico.

Alla
fine del Trecento, su di un
isolotto al centro del fiume
Regnitz, venne eretto l'Altes
Rathaus; la posizione sull'acqua
fu scelta come dichiarata volontà
di zona neutrale, nella quale i
rappresentanti delle due opposte
fazioni potevano tentare di
discutere e risolvere i problemi
della città. Da questo isolotto
si può ammirare la
particolarissima zona di Bamberga
chiamata Klein Venedig (piccola
Venezia), vecchio quartiere dei
pescatori, caratterizzata dalle
alte case con tetti a spioventi
incurvati.
Con
l'avvento al potere nel corso del
Seicento e per tutto il Settecento
della casata dei vescovi-principi
di Schònborn, si assisté in
Bamberga a uno straordinario
fervore edilizio che adeguò la
città alle nuove caratteristiche
dello stile barocco; i vescovi
arrivarono addirittura a concedere
agevolazioni fiscali ai cittadini
privati che avessero ristrutturato
la propria abitazione nelle forme
barocche. Tale rinnovato interesse
per l'architettura trova un
alfiere nel vescovo Lothar Franz,
il quale nel 1693 volle
trasformare la propria residenza
in una sede adatta al proprio
rango, sulla scorta delle
realizzazioni che si stavano
attuando a Wùrzburg, sotto la
direzione dell'architetto Johann
Leonhard Dientzenhofer,
trasformandola in una capitale
barocca.
La
Neue Residenz
, edificata dal 1695 al
1704 in
forme austere e classiciste nelle
fronti, tradisce, negli interni,
la volontà del principe-vescovo
di creare interni decorati secondo
il nuovo stile che andava
caratterizzando tutte le corti
europee.
In
virtù anche degli sgravi fiscali
promessi dall'autorità del
vescovo, sorsero numerosissime
abitazioni barocche concentrate,
principalmente, intorno alla
Judenstrasse e alla
Concordiastrasse, zone abitate da
ricchi borghesi che in risposta al
lusso barocco ostentato dagli Schònborn
nella città alta riedificarono le
proprie case.
La
caratteristica principale degli
edifici di Judenstrasse è
rappresentata dall'eleganza e
dall'omogeneità delle facciate,
edificate a partire dai primi anni
del Settecento. Fulcro della città
alta è la Domplatz
, sulla quale prospettano i
principali edifici che hanno
caratterizzato e ancor oggi sono
il vanto della città di Bamberga:
la Neue Residenz
, l'Alte Hofhaltung e la grandiosa
cattedrale.
Duomo
di Bamberga

Il Duomo
Imperiale dei santi Pietro e
Giorgio è la cattedrale di Bamberga in Baviera,
sede dell'arcidiocesi metropolitana.
Ha ricevuto il titolo di
"Basilica Minore" e con
la sua mole è l'emblema della
città, che sovrasta. E' uno dei
più grandi e antichi monumenti
della Germania e dell'Europa; dal
punto di vista della storia
spirituale, si annovera tra i più
grandi edifici religiosi tedeschi
del Medioevo; una basilica
medievale a tre navate, con un
transetto occidentale e due cori,
situati ognuno tra le due torri.
La costruzione è consigliabile
osservarla da est a ovest, perchè
ciò corrisponde anche alle fasi
di costruzione e alla particolarità
degli stili. La sua forma, con i
due cori più elevati, ricorda una
nave possente con la prua rialzata
e con la chiglia.
Il
Duomo è intitolato a S. Pietro ed
ha un ulteriore patrono, San
Giorgio. Questo è dovuto al fatto
che da sempre ebbe due funzioni,
quella religiosa e quella civica.
S. Pietro simboleggiava il Papato
(sacerdozio) e S. Giorgio
(uno dei primi patroni nobili
introdotti dall'oriente nell'est
della Franconia) l'Impero.
Questa doppia valenza si
concretizza nella presenza di due
cori: uno a est e uno a ovest. Il
centro liturgico, l'altare, è
collocato nel coro occidentale ma
stabilisce un collegamento ideale
con un punto non liturgico,
che nei secoli fu meta di
pellegrinaggio e devozione
popolare:la tomba dell'imperatore.
La chiesa venne consacrata il 6
maggio 1012, nel giorno del
trentanovesimo compleanno
dell'imperatore del Sacro Romano
Impero, Enrico II.
La
prima pietra dell'edificio
precedente all'odierna cattedrale,
detto Heinrichsdom, venne posta
nel 1004 dall'imperatore Enrico
II il Santo sulle fondamenta
della cappella, e il cimitero,
dell'antico Babenburg (il sito
primitivo di Bamberga,
ereditato da suo padre Enrico il
Litigioso). Nel 1007 Bamberga
venne elevata, per volere
imperiale, a Diocesi e
la chiesa venne notevolmente
migliorata ed assunse già quella pianta bicefala,
a due cori contrapposti
e quel particolare orientamento da
nord-est a sud-ovest, che ancora
la caratterizzano. Nell'anno 1012
l'edificio si poté definire
terminato. Il 6 maggio 1012, data
di ricorrenza del compleanno di
Enrico II, si svolse una solenne
cerimonia di consacrazione della
cattedrale a san Pietro, la Vergine
Maria e san Giorgio.
La
presenza di 45 vescovi e alti
dignitari della Chiesa fra cui,
con una sola eccezione, tutti gli
arcivescovi del presente Sacro
Romano Impero, testimoniano
l'importanza che il nuovo edificio
avrebbe assunto nella chiesa
tedesca. L'Heinrichsdom aveva una
pianta basilicale divisa in tre
navate da colonne reggenti
soffitti lignei piatti, con un
transetto e il coro principale
verso est fiancheggiato da due
torri e chiuso da un'abside
semi-circolare. Il duomo entrava
nella tradizione delle grandi
cattedrali dell'XI secolo, anche
se in confronto a quelle maestose
contemporanee di Magonza (lunga
116 metri) e di Spira (lunga
134 metri), con la sua lunghezza
di soli 75 metri restava piuttosto
modesta. Di questa cattedrale oggi
si conserva solo la tomba
sotterranea dei vescovi.
Durante
la veglia pasquale del 1081 un
incendio si sviluppò all'interno
del Duomo distruggendone il tetto
e le torri. Subito si corse ai
ripari tanto che nel 1087 il
vescovo Rupert poté tenervi un sinodo.
I lavori di ripristino
continuarono anche sotto il suo
successore, il vescovo sant'Ottone,
già esperto in costruzioni avendo
condotto il cantiere per la
trasformazione della cattedrale di
Spira. Il duomo di Bamberga
ricevette un nuovo assetto: le
colonne vennero rivestite di
stucchi atti a celare le
bruciature della pietra, il coro
orientale venne dotato di una
costosa copertura in rame per
ridurre il pericolo di incendio e
i campanili a guglie vennero
dorati.
Nel
1185 si sviluppò un altro, ben più
grave incendio, tanto che si
decise per l'integrale demolizione
dell'edificio, anche se per
continuare a celebrare le funzioni
religiose e preservare, in questo
modo, la sacralità del luogo, la
demolizione e la ricostruzione
vennero coordinati in modo da
garantire sempre il culto
all'interno della chiesa. La nuova
costruzione si pose nello stesso
identico posto, mantenendone anche
il particolare orientamento.
Essendo l'imperatore Enrico
II già stato canonizzato nel
1146, il vescovo Thimo von
Lyskirch si adoperò perché
altrettanto avvenisse per
l'imperatrice Cunegonda. La
sua canonizzazione avvenne in
cattedrale il 29 marzo 1200 e fu
una delle più importanti
santificazioni nel medioevo perché
pochissime erano le donne
canonizzate non martiri. In
seguito all'evento, venne eretto
un altare in onore di Cunegonda.
La
nomina a vescovo, nel 1203, del
potente Eckbert di Andechs-Merania,
fratello di Santa Edvige, di Agnese
di Merania, moglie del re di
Francia Filippo Augusto e
di Ottone II di Borgogna,
oltre che cognato del re Andrea
II d'Ungheria e cugino del
futuro imperatore Federico
II, rafforzò l'intenzione di
ricostruire il duomo. Tuttavia il regicidio di Filippo
di Svevia, assassinato il 21
giugno 1208 nella Corte
Vecchia, poco prima della sua
elezione a imperatore, dal conte
palatino Ottone VIII di Wittelsbach,
fermò i lavori per alcuni anni.
Il vescovo Eckbert, partigiano di
parte guelfa per
l'elezione imperiale di Federico
II, venne subito considerato
complice, e così fuggì dal
cognato Andrea II d'Ungheria. Con
grande impegno diplomatico, presto
fu riabilitato, tanto che nel 1212
poté tornare nella sua
diocesi.
Nel
1215 il cantiere del Duomo riprese
le sue attività, ma le relazioni
internazionali del vescovo, lo
spinsero a modificare lo stile
architettonico influenzato dallo
sviluppo dell'arte contemporanea
francese.
Tra
il 1215 e il 1225 a erigere il
coro orientale venne chiamato un
Maestro alto-renano; a lui
succederà un architetto della
Borgogna che volterà il
coro, erigerà le torri e costruirà
il piedicroce. Un terzo
architetto, un converso cistercense,
eresse il transetto e il coro
occidentale, mentre un quarto
Maestro, della Francia settentrionale,
realizzò tutte le sculture
dell'edificio. I lavori finirono
nel 1237 e nello stesso anno il
nuovo Duomo, di dimensioni
maggiori, venne consacrato, come
riportato dagli Annuari di Erfurt:
"Hoc anno pridie Nonas Maii
in Babenberc dedicatum est
monasterium ab his episcopis:
Erbipolense, Eystatense,
Nuwenburgense, Merseburgense;
domino papa ibidem magnam faciente
indulgentiam."
"Quest'anno
il giorno prima del Nove di
maggio, la cattedrale di Bamberga,
fu consacrata dai seguenti
vescovi: di Würzburg, di Eichstätt,
di Naumburg, e di Merseburg.
Il Papa aveva concesso una grande
indulgenza".
Successivamente
subì varie trasformazioni,
vennero asportate le belle vetrate
colorate, vennero eretti nuovi
altari e furono inserite opere
plastiche del primo barocco;
vennero ricoperti con uno strato
di colore tutti i dipinti
medievali; nel XVIII secolo venne
trasformato l'esterno, sostituendo
le tegole con l'ardesia, mentre
venne abbattuto il piccolo
campanile centrale terminante con
una lanterna; sulle quattro torri
venne messo un tetto a cuspide.
L'architettura odierna la mantiene
dal 1766.
Dopo
la fine della Guerra dei
Trent'anni, sotto il Principe
vescovo Melchior Otto Voit
von Salzburg, la cattedrale venne
"modernizzata". In linea
con le tendenze dettate dal Concilio
di Trento, il Duomo venne reso barocco,
come simbolo della Controriforma.
Anche se il Capitolo della
cattedrale non sposò mai in pieno
l'attuazione del nuovo movimento
artistico, il 10 maggio 1611,
decise di dipingere l'interno. Nel
1678, poi, quasi tutti i 30 altari
erano barocchi. Nel corso dei
secoli, tuttavia, l'uso di candele
obbligò più volte a nuove
pitture, tanto che si trovano
resti di ben 12 strati e di colori
diversi, soprattutto in bianco, ma
anche in verde, ocra e giallo. Una
decisione importante fu, poi,
quella della rimozione delle
antiche vetrate istoriate
superiori per aver più luce.
Nel
1830, il re Ludovico I di
Baviera decise che la
cattedrale doveva essere
restituita al suo originale stile
romanico, e ordinò una
ricostruzione purificatrice,
affidandola al celebre architetto Friedrich
von Gärtner.

Nel
1806 venne dichiarata anche chiesa
parrocchiale, quindi si inserì un
altare anche nel coro orientale e
tra il 1828-1837, per volere di
Ludovico I di Baviera, vennero
pulite le pareti dagli elementi
estranei barocchi, e si cercò di
riportare la costruzione
all'aspetto medievale, cosa che in
parte si è realizzata, ma il
gioco di luce dato dal gusto
barocco non ha potuto essere
mitigato.
Caratterizzato
dall'inconfondibile profilo a
quattro torri e con pianta
bicefala, il duomo, presenta il
coro orientale che, su un alto
zoccolo, domina la piazza
facendone da facciata. Di fattura
tardoromanica, è tripartito
orizzontalmente da cornici a
motivi geometrici. Le grandi
finestre a tutto sesto, fortemente
strombate, sono decorate con
semicolonne aggettanti. In alto
corre una galleria tripartita di
archi sostenuti da colonnine
binate. Ai lati svettano le due
torri a più ordini, romanici, in
basso; e gotici, in alto; coronate
da cuspidi ramate. Sotto le torri
si aprono due portali ornati negli
archivolti da motivi geometrici a
losanghe di carattere normanno
(1215-20) e sculture, capolavori
della plastica romanica di gusto
francese: a destra il Marienpforte,
"Portale di Maria", con
nel timpano la Vergine
adorata dai Santi Patroni Pietro e
Giorgio e dalla coppia imperiale
Enrico II e Cunegonda; a sinistra
il Adamspforte, "Portale
di Adamo" reca nel timpano
statue di Adamo e Eva,
di cui gli originali sono ora
conservati nel Museo Diocesano.
Sul fianco nord della chiesa,
verso la piazza, si apre il
maggiore Fürstenportal,
"Portale del Principe",
col Giudizio Finale nel
timpano, e copie di quelle della Chiesa e
della Sinagoga, dei Profeti e
degli Apostoli.
Una
porta minore, detta di Veit, in
stile Cistercense dà accesso al
transetto sud.
Nel
campanile sono presenti quattro
campane antiche create tra il 1185 e
il 1311.
Quando
si entra nel Duomo di Bamberga, ci
si sente pervadere da un grande
senso di rispetto e ci si sente
piccolissimi di fronte a tanta
vastità. Il Duomo ha linee
semplici, quasi severe, le
altissime volte, i pilastri
maestosi sembrano abbracciare il
visitatore. Non si sente
l'estraneità del luogo, solo una
sensazione di 'ritorno', di
spiritualità fortissima.
L'interno
è diviso in tre navate da
possenti pilastri compositi che
formano gli arconi e arrivano fino
alle volte a crociera. Ogni
volta inscrive una coppia di campate.
I due cori della pianta bicefala
chiudono le prospettive.
Il
Cavaliere di Bamberga o Bamberg
Reiter, 1235 circa, fa parte della
ricca sfilata di sculture che
compongono la plastica del coro
orientale, dove si trovano le
opere più importanti dell'intera
cattedrale, chiamate anche 'plastiche
degli Hohenstaufen" perchè
realizzate nel periodo tra il 1230
e il 1240. Attorno all'identità
di questo Cavaliere c'è un
mistero: chi è? Nessuna certezza
ma svariate ipotesi: da Costantino
il Grande a Corrado III, un re
santo o forse Stefano d'Ungheria
(cognato di Enrico II), fino a
dire che può trattarsi di uno dei
Re Magi. Il Cavaliere non porta
armi; sta in sella al suo fiero
cavallo, di cui tiene le redini,
tenendo il capo eretto come se
scrutasse l'infinito davanti a sè.
I
cori occupano, ognuno, circa un
terzo dello spazio e sono sempre
stati il centro delle funzioni più
importanti che si svolgevano nel
Duomo di Bamberga.
Il
coro orientale
è influenzato dallo stile tardo
romanico: costituito da un grande
abside semicircolare con ampie
aperture ad archi tondi, ha la
parte del coro vera e propria
ricoperta da una volta a tutto
sesto ed è delimitato da un
recinto ottenuto con la
costruzione di un muro a mezza
altezza verso le navate laterali.
Due rampe di scale conducono qui,
a destra e a sinistra-
praticamente-superata la tomba
dell'Imperatore e Cunigonda.
Prima
di arrivare alle colonne annodate,
si sale la gradinata che ospita la
zona del coro orientale e qui si
possono ammirare due curiosi
animali dalla testa umana presenti
all'ingresso di ognuna delle due
parti; ci sono anche le figure
sedute di Enrico II e Cunigonda e
rilievi di Cavalieri.
Nella
parte più terminale del coro
orientale, addossate all'abside,
stanno una serie di colonne, in
semicerchio, per la precisione 12,
suddivise a tre a tre da uno
spazio in muratura.
Le
prime tre, a sinistra rispetto
all'altare, sono costituite da una
colonna ritorta, una annodata da
un intreccio a mezza altezza
davvero incantevole ed elaborato,
e una liscia. Al di sopra,
capitelli e pulvini tutti lavorati
e scolpiti con soggetti simbolici;
anche le basi delle colonne
presentano incisioni e figure
simboliche. Chiude, superiormente,
una sorta di lavorazione ad
archetto trilobato, che potrebbe
indicare come queste opere non
stessero qui in origine.
Peterschor
- A ovest il Peterschor,
dedicato a San Pietro, è
ricavato nell'abside occidentale.
Accoglie una cattedra del 1904 e,
al centro, la tomba di papa Clemente
II. Davanti all'abside vi sono
preziosi stalli lignei
gotici risalenti alla fine del XIV
secolo, affollati di statue e
sculture. L'Altare della Croce, in
legno di tiglio dorato (1652-53),
con statue di Gesù, Maria,
Maria Maddalena e Giovanni, è uno
dei pochissimi residui dell'arte
barocca, opera di Justus
Glesker. Di fronte l'Altare del
popolo (1974-75), in arenaria, con
medaglioni che mostrano la vita di
Gesù, di Klaus Backmund.
Sotto
il coro, una cripta riaperta nel
1995, contiene le sepolture degli
ultimi arcivescovi.
Nel
transetto sud, interessanti un
epitaffio in pietra del vescovo
Philipp Von Henneberg, morto nel
1487 di un maestro magontino e,
soprattutto, sull'altare, il
dossale di Maria (1520-1523),
opera di Veit Stoss il
Vecchio. Nello stesso transetto
sud, la cappella del chiodo
(1456), contiene 97 epitaffi
bronzei di canonici (XV-XVII
secolo) e un Crocifisso (1658).
Sotto
la torre a nordovest nel 1997 è
stata creata una cappella per
accogliere i teschi di Enrico II
il Santo e della moglie Cunegonda.
Georgenchor
- A est il Georgenchor,
dedicato a San Giorgio, è
ricavato nell'abside orientale.
Appare sopraelevato sulla cripta
sottostante. Nei transetti sono
statue di Apostoli, più
antiche quelle del braccio sud e
più moderne quelle del braccio
nord; e due tombe del XII
secolo. Davanti all'abside vi sono
stalli lignei con chimere e leoni
della prima metà del XIV
secolo, (ritoccati).
Nella
cripta sono tombe di vari vescovi,
quella del re Corrado III che
morì a Bamberga nel 1152 e un
fonte battesimale.
A
destra del coro è l'ingresso
verso il chiostro tardogotico (XV
secolo), con gallerie popolate di
tombe.
Nella
sala capitolare, visibili un
altare in legno (c. 1500), e
un chiodo supposto appartenere
alla Vera Croce, venerato a
Bamberga sin dal XIV secolo.
Nella cappella del Sacramento,
invece, un quadro (c. 1520)
attribuito a Lucas Cranach il
Vecchio.
Navate
- Nella navata centrale spicca la
tomba dell'imperatore Enrico II il
Santo e della moglie Cunegonda,
posta al centro di fronte il
Georgenchor. Sempre nella navata
centrale un pulpito (XIX secolo) e
l'organo (1976), opera del mastro
organaro Rieger.
Nella
navata sud, al terzo pilastro, si
nota la lastra tombale del vescovo Friedrich
von Hohenlohe, al settimo
pilastro, rilievo
dell'Annunciazione, tra i pilastri
settimo e ottavo, statue della Chiesa e
della Sinagoga; ai lati dei
pilastri ottavi di destra e
sinistra, parti di un recinto in
pietra (prima parte del XIII
secolo), ad armature che
inquadrano statue a bassorilievo
di Apostoli e Profeti.
Nella
navata nord, a sinistra, le tombe
degli arcivescovi Albrecht
von Wertheim, morto nel 1421 e
Friedrich Von Trechendingen, morto
nel 1366. Al pilastro successivo,
contro il coro, gruppo della Visitazione e
gruppo di San Dionigi con Angelo
sorridente; infine, la lastra
tombale di papa Clemente II.
Il
Duomo di Bamberga conserva
numerose opere d'arte fra le quali
emergono:
Veit-Stoß-Altar.
L'altare dedicato alla Vergine o
al Natale, deve il nome al
celebre Veit Stoss che
lo scolpì in legno di tiglio nel
1523 su commissione di suo figlio,
Andreas Stoss, priore del
monastero carmelitano di Norimberga.
Quando il monastero fu sciolto la
pala venne portata dallo stesso
committente alla Parrocchiale
Superiore di Bamberga. Venne poi
qui trasferito, come prestito, per
la celebrazione dei 700 anni della
cattedrale nel 1937.
Kirchgattendorfer
Altar. L'altare mariano risale a
intorno il 1510. Deve il suo nome
al paese originario di
Kirchgattendorf, un piccolo
villaggio del Margraviato di Bayreuth,
che divenne protestante durante la Riforma.
Riemenschneideraltar.
Il cosiddetto altare di
Riemenschneider con sculture dei
primi anni del XVI secolo, prende
il nome dalla scultura centrale di San
Sebastiano eseguito dalla
bottega di Tilman
Riemenschneider.
Mühlhausener
Altar. L'artare mariano venne
realizzato intorno al 1500 per la
parrocchiale di Mühlhausen, a
pochi chilometri a sud di
Bamberga, poi divenuta
protestante.
lastra
tombale del vescovo Friedrich
von Hohenlohe, morto nel 1352, al
terzo pilastro della navata sud,
capolavoro di un ignoto Maestro
gotico.
Tomba
di papa Clemente II, morto
nel 1047, nel Peterschor,
esempio di arte ottoniana del 1230 circa,
in marmo nero, con figura del papa
e rilievi allegorici.
Tomba
di Enrico II
- La tomba dell'imperatore Enrico
II il Santo e della moglie Cunegonda
di Lussemburgo, sorge nella navata
centrale, di fronte il Georgenchor.
Capolavoro di Tilman
Riemenschneider, venne realizzata
in calcare e marmo fra il 1499 e
il 1513 su bozzetti di Wolfgang
Katzheimer. Sul basamento reca
bassorilievi di un gusto già rinascimentale che
illustrano la Vita
dell'Imperatore. La lastra tombale
porta le statue giacenti della
coppia imperiale.
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