Rive della Senna a Parigi, tra Pont de Sully e Pont d’Iéna
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

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Palazzo e Giardini del Lussemburgo

Alla morte del re Enrico IV Maria de' Medici, evidentemente non abituatasi bene all'ambiente del Louvre, preferì abitare in un luogo che in qualche modo le ricordasse quello della Firenze da cui proveniva.

Nel 1612 acquistò infatti l'hôtel del duca François de Luxembourg, insieme ad un bel po' di terreni e dette incarico a Salomon de Brosse, nel 1615, perché erigesse un palazzo il cui stile e il cui stesso materiale impiegato fosse il più vicino possibile a quello dei palazzi fiorentini che aveva lasciato, allorché era partita per la Francia. E infatti sia il bugnato che le grosse colonne ad anelli ricordano più Palazzo Pitti che un altro qualsiasi palazzo parigino.

La facciata si presenta con un padiglione a due ordini coperto da una cupola e da altri due padiglioni laterali uniti a quello centrale da gallerie.

Allo scoppio della Rivoluzione, il palazzo fu tolto alla famiglia reale e venne trasformato in prigione di Stato. Il 4 Novembre 1795 vi si insediò il primo Direttorio, poi Napoleone lo destinò a sede del Senato. Al suo interno si trovano opere di Eugène Delacroix e di Jordaens.

I Jardin du Luxembourg devono il loro nome al fatto che hanno luogo su un appezzamento di terra che un tempo era proprietà del duca di Lussemburgo.

Il parco fu aperto al pubblico ad iniziare dal 1778 ed è il risultato di diversi contributi apportati nel corso del tempo; il giardino voluto da Maria de' Medici risale al 1612, il Palazzo di Lussemburgo risale al 1615-1627, un grande frutteto con centinaia di diversi tipi di pere e mele risale al 1650, mentre il giardino all'inglese fu realizzato ad opera di Napoleone Bonaparte.

I Giardini di Lussemburgo richiamano fortemente alla mente i concetti di freschezza e di relax; nella loro vasta area verde molto bella e curata ha luogo una mescolanza perfetta di colori e di odori, con fiori che abbelliscono, come ricami, un parco completo di tutto, con romantici viali adornati con aiuole fiorite, graziose fontane con giochi d'acqua, eleganti statue, un incantevole lago ottagonale, ed uno splendido palazzo barocco sullo sfondo.

Al centro dei giardini vi è un piccolo e confortevole teatro, il Théâtre du Luxembourg, dove hanno luogo spettacoli con marionette.
Nella zona vicino al Palazzo di Lussemburgo è anche presente il Musée du Luxembourg, dedicato ad artisti contemporanei, con esposizioni saltuarie. Il Musée du Luxembourg in passato vantava la presenza di importanti collezioni di artisti del calibro di Modigliani e Henri Matisse, ma negli anni '80 molte opere d'arte di questo museo furono spostate nel Museo d'Orsay.

Oltre a potere ammirare la bellezza degli spazi verdi dei Giardini di Lussemburgo, nella zona si possono vedere altre interessanti attrazioni come monumenti, sculture e statue, quali la Statua della Libertà, una miniatura della Statua della Libertà degli Stati Uniti, la statua del Mercante di maschere e la statua di Sainte-Geneviève, ossia di Santa Genoveffa, la patrona di Parigi, ed altre statue raffiguranti dame francesi.

Oltre a questo, presso i Jardin du Luxembourg si possono ammirare bellissime fontane, come la Fontana dei Medici nella zona ovest del parco, la Fontaine de Médicis, caratterizzata da una lunga vasca fiancheggiata da alberi, terminante in una scultura raffigurante un tenero abbraccio fra due figure mitologiche, un episodio del mito di Aci e Galatea, secondo il quale il fiume siciliano Aci derivò dalla trasformazione in acque del sangue del pastore Aci, innamorato della ninfa marina Galatea, ad opera di Poseidone, a seguito dello schiacciamento del pastore con un masso scagliatogli contro dal suo rivale in amore Polifemo. Sopra la statua vi è la raffigurazione di Polifemo, il Ciclope geloso delle attenzioni di Galatea verso Aci.

La Fontana dei Medici fu commissionata nel 1624 da Maria de' Medici, grande amante della città di Firenze. Da notare l'ispirazione al manierismo italiano che accomuna l'ornamento della parigina Fontana dei Medici all'ornamento dei fiorentini giardini di Boboli che colpirono molto Maria de' Medici in gioventù.

Un'altra interessante fontana della zona, ubicata a sud del parco nella sua estensione dei Giardini dell'Osservatorio, è la Fontana dell'Osservatorio, detta anche fontana delle 4 parti del mondo, risalente al 1873. La fontana è costituita da una statua in cui è raffigurato un globo sostenuto da quattro donne, ciascuna rappresentante un continente, non è stata considerata l'Oceania per mantenere la simmetria della struttura. Alla base della fontana vi sono delle belle sculture di cavalli.

Saint-Julien-le-Pauvre

La Chiesa di Saint-Julien-le-Pauvre è uno degli edifici religiosi più antichi di Parigi, infatti, fu costruita nel XII secolo dai monaci di Cluny sulle fondamenta di una chiesa del VI secolo. 

Classificata come monumento storico di Francia, la Chiesa, che fa riferimento a San Giuliano l'ospitaliere detto il povero, attira numerosi visitatori incuriositi dal suo fascino gotico unico e dal suo glorioso passato. 

Vi si trova, già nel IX secolo un cappella, ma l'attuale costruzione fu iniziata solo nel 1170 e terminata nel 1240. Si tratta quindi di una delle più antiche chiese di Parigi.

Nel 1655 viene ceduta all'Hôtel-Dieu. Durante la Rivoluzione francese viene confiscata e adibita a deposito di sale (1790).

Nel 1826 viene riaperta al culto e, nel 1846, diventa monumento storico di Francia.

Fu consacrata al culto melkita nel 1889. 

L'esterno della chiesa è caratterizzato dalla facciata. Questa, a capanna, è preceduta da un sagrato delimitato da una cancellata; sulla sinistra, l'unica parte rimanente della torre campanaria incompiuta. La parte inferiore del prospetto è decorata da un cornicione poco sporgente con triglifi, il quale è idealmente sorretto da lesene tuscaniche. Al di sopra del portale, vi è un targa realizzata durante la Terza Repubblica Francese con la storia della chiesa; più in alto, si apre il rosone circolare.

L'interno della chiesa è a tre navate. Quella centrale, incompiuta, del progetto originario mantiene soltanto l'ultima campata, con volta a crociera a sei vele e cleristorio formato da bifore; il resto dell'ambiente, invece, è illuminato da monofore con arco ribassato e coperto con una volta a botte ogivale costruita nel XVIII secolo in luogo di un soffitto ligneo. 

L'area del presbiterio occupa interamente l'abside poligonale, con due ordini sovrapposti di monofore gotiche, ed è delimitata dalla meravigliosa iconostasi lignea del 1900, realizzata con icone e veli. 

A circa 500 metri si trova anche l’interessante museo dedicato all’arte medievale, il Museo Cluny.

Saint-Severin

La Chiesa di Saint Severin si trova nel centro del quartiere latino. Si tratta di una chiesa in stile gotico fiammeggiante; il suo interno si rivela agli occhi del visitatore immediatamente in tutta la sua imponenza.

La chiesa attuale sorge nel luogo di un oratorio del VI secolo dedicato a san Martino, nel quale era solito pregare l'eremita san Severino; dopo la sua morte venne eretta una prima chiesa a pianta basilicale. La successiva chiesa romanica, venne ricostruita nel XIII secolo in forme gotiche.

In seguito alle distruzioni subite durante la guerra dei Cent'anni restava in piedi solo il campanile e le prime tre campate delle navate. Per opera del canonico d'Estouteville venne ricostruita e ampliata a cinque navate e dotata di vetrate. All'esterno furono aggiunte le gargouilles, particolarmente sporgenti.

Tra il 1489 e il 1495 venne costruito sul terreno acquistato dalla parrocchia il coro con il deambulatorio.

Anna Maria Luisa d'Orléans, duchessa di Montpensier fece aggiungere una cappella al transetto destro, opera dell'architetto Jules Hardouin Mansart. Nello stesso periodo venne rimaneggiato anche il coro, eliminando le colonnine a fascio sui pilastri, rivestiti da lastre di marmo rosso.

Dopo la Rivoluzione francese la chiesa venne riaperta al culto nel 1803 e vi sono condotti lavori di restauro a partire dal 1837, con il rimaneggiamento della facciata principale, alla quale venne aggiunto il portale di una chiesa demolita per fare spazio intorno a Notre Dame.

La facciata della chiesa è orientata verso ovest ed è a salienti, con paramento murario in blocchi di pietra. Nella parte inferiore del prospetto, in corrispondenza della navata centrale interna, si apre un unico portale, con profonda strombatura e ghimberga affiancata da due guglie a pianta quadrata. Nella lunetta, si trova un bassorilievo raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra due angeli. Al disopra del portale, vi sono cinque monofore ogivali sormontate da un ballatoio con balaustra scolpita. Sul ballatoio si affaccia un grande finestrone a lunetta a sesto acuto, in gotico flamboyant. La facciata termina con un'alta cuspide triangolare, al centro della quale si apre un oculo circolare, sormontata da una croce in marmo.

Alla sinistra della facciata, si innalza la torre campanaria a tre ordini: quello inferiore, nel quale si apre un portale con un bassorilievo raffigurante San Martino divide il suo mantello con un povero nella lunetta; quello mediano, con bifore cieche; quello superiore, all'interno del quale vi è la cella campanaria, con una grande bifora su ciascun lato affiancata da due gargoyles. Il campanile termina in alto con una copertura a cuspide piramidale.

Sul fianco destro della chiesa, vi sono i resti di un antico chiostro, già cimitero parrocchiale. Del porticato rimangono poche arcate del lato est e del lato sud.

Una curiosità: nell'antico cimitero - oggi sostituito da un omonimo giardino - nel corso del XV secolo, Luigi XI ordinò la prima operazione di calcoli biliari da effettuare su un anonimo arciere, che era condannato a morte e che accettò di essere la cavia di questa operazione. L'arciere sopravvisse all'operazione e fu salva la vita!

L'interno della chiesa è a cinque navate di otto campate ciascuna con cappelle laterali ed è privo del transetto; le quattro navate laterali si ricongiungono intorno all'abside formando un doppio deambulatorio, anch'esso con cappelle laterali.

La navata centrale, più alta e più grande rispetto alle altre, è coperta con volte a crociera. Le pareti laterali seguono uno schema preciso con, sopra le arcate che mettono in comunicazione le navate, un triforio, costituito da due bifore per navata, e dal cleristorio, con bifore nelle prime tre campate e trifore nelle ultime cinque. I pilastri che dividono le due navate laterali, sono caratterizzati dalle teste di angeli situate sui capitelli, aggiunte nel XVI secolo. Il pilastro centrale del deambulatorio ha la particolarità di essere tortile.

La navata centrale termina con l'abside poligonale, con basso triforio rinascimentale e cleristorio formato da bifore. All'interno dell'abside si trova il presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, al centro del quale si trova l'altare maggiore ligneo-barocco, alle spalle del quale si trova il tabernacolo.

All'interno della chiesa si trovano vetrate gotiche, in particolare una con l'Albero di Jesse, a cui se ne aggiungono altre del XIX secolo, tra cui quella raffigurante il Martirio di San Giovanni Battista. Le alte finestre del deambulatorio sono opera moderna (1966) di Jean Bazaine e trattano il tema dei sette sacramenti.

Annessa alla chiesa si trova la cappella feriale, dalla particolare pianta ovale, con arredi moderni costituiti dall'altare, dall'ambone, dal tabernacolo e dal crocifisso in bronzo e dalla sede in legno.

Sulla cantoria in controfacciata, si trova il principale organo a canne della chiesa. Lo strumento è stato costruito nel 1961 dal Alfred Kern riutilizzando l'antica cassa lignea del XVIII secolo, opera di Jean François Pichon, che la costruì nel 1745 per l'organo realizzato da François Dupré.

L'organo è a trasmissione integralmente meccanica ed ha consolle a finestra con quattro tastiere di 56 note ciascuna e pedaliera dritta di 30 note.

Nei pressi del presbiterio, si trova un secondo organo a canne, costruito nel 1966 da Philippe Hartmann. Lo strumento, a trasmissione meccanica, ha un'unica tastiera di 56 note e pedaliera dritta di 30 note priva di registri propri e costantemente unita al manuale.

 
Sorbona

La Sorbona è un edificio la cui fama è legata alle università di cui è stata ed è ancora sede. Si trova nel quartiere latino, compresa tra rue des Écoles, rue Saint Jacques, rue Cujas e l'omonima Place de la Sorbonne.

Il nome designava in origine il Collegio della Sorbona, fondato da Robert de Sorbon nel 1253, ma il termine Sorbona viene utilizzato anche per indicare, più generalmente, l'Università di Parigi prima del 1793, le diverse facoltà che vi avevano sede nel XIX secolo, e la nuova Università di Parigi dal 1896 al 1970. Quando nel 1971 l'Università di Parigi è divisa in tredici distinte università, tre di esse prendono l'appellativo Sorbona nel loro nome:

- l'Università Parigi I (Panthéon-Sorbonne) - È una delle più prestigiose università francesi, conosciuta soprattutto per scienze politiche, economia e diritto. Ospita anche l'Osservatorio della Sorbona;

- l'Università Parigi III (Sorbonne Nouvelle) - È una delle eredi della facoltà di scienze umane, lingue, arti dello spettacolo.

- l'Università Parigi IV (Paris-Sorbonne) - Si divide in 12 campus ed è una delle migliori a livello mondiale per quanto riguarda arti e scienze umane. 

Queste tre condividono i vecchi locali della Sorbona nel quartiere Latino, insieme alla René Descartes, specializzata in medicina, scienze umane e sanitarie. 

LE ALTRE NOVE UNIVERSITA' - La Panthéon Assas è l’ereditiera dell’antica facoltà di diritto e scienze economiche, considerata come la prima università giuridica francese. Se invece è la scienza che vi appassiona, alla Pierre et Marie Curie troverete sicuramente il percorso che fa per voi, del resto il nome proviene da due premi nobel per la fisica.

La Vincennes Saint Denis è specializzata in materie letterarie (lettere, scienze umane e sociali, arte), mentre la Denis Diderot è più versatile, e offre sia percorsi scientifici che letterari. Le altre università offrono diversi corsi di laurea, come la Paris Dauphine, dove si studia matematica e informatica così come diritto, economia e lingue.

A ovest di Parigi c’è la Paris Ouest Nanterre La Défense, con un campus di ben 32 ettari, mentre a est la Paris Est Créteil Val de Marne. A sud c’è la Paris-Sud, con facoltà come medicina e farmacia ma anche scienze e ingegneria. Per ultima, ma non per importanza, la Paris-Nord con ben cinque campus. Tutte le università sono particolarmente attente alla ricerca e all’internazionalizzazione.

Tra i personaggi illustri che l’hanno frequentata compaiono Giordano Bruno, H. Balzac, Pierre e Marie Curie, T.S. Eliot, Giuseppe Ungaretti, Eliezer Wiesel. Ma il suo cambiamento radicale è avvenuto dopo le proteste studentesche del 1968, iniziate a causa della chiusura dell’Università di Nanterre e sfociate nel cosiddetto Maggio francese, una rivolta sociale, politica e culturale senza precedenti, che portò la Sorbona ad essere divisa in 13 università autonome tra loro nel 1970.

Il Collegio della Sorbona venne fondato nel 1253 dal teologo del XIII secolo Robert de Sorbon, cappellano e confessore di San Luigi, all'interno dell'Università di Parigi; nel collegio si insegnava principalmente la teologia agli studenti più poveri. Nel 1469, per iniziativa di Luigi XI, all'interno della Sorbona venne creata la prima stamperia di Francia, gestita dal rettore Jean Heynlin e dal bibliotecario Guillaume Fichet.

Il cardinale Richelieu, che studiò alla Sorbona nel 1606-1607, divenne rettore dell'Università nel 1622. Fece restaurare l'edificio e fece costruire la cappella, nella quale è ancora sepolto; dedicata originariamente a sant'Orsola, fu privata della sua vocazione originale durante la Rivoluzione francese, quando venne consacrata a tempio della dea Ragione; successivamente, Napoleone la trasforma in atelier per artisti. Attualmente è utilizzata per ricevimenti o esposizioni.

Nel 1806 Napoleone riorganizzò il sistema d'insegnamento francese, istituendo un'Università di Francia, di cui cinque facoltà avevano sede a Parigi (Scienze, Lettere, Teologia cattolica, Diritto, Medicina); la Sorbona divenne la sede della facoltà di Scienze, della facoltà di Lettere e della facoltà di Teologia cattolica. Caduto l'impero napoleonico, il primo ministro del re Luigi XVIII, Armand Emmanuel du Plessis duca di Richelieu, per onorare la memoria del Cardinale e per dare prestigio alla Sorbona, fece costruire un grande anfiteatro da 1.200 posti; professori celebri, come François Guizot o Victor Cousin vi tennero lezioni. L'insegnamento della teologia cattolica fu soppresso nel 1885 per legge.

Durante la terza repubblica, per volontà di Jules Ferry, fu intrapresa la restaurazione degli edifici del XVII secolo. I lavori furono diretti dall'architetto Henri-Paul Nénot, i vecchi edifici furono demoliti tra il 1884 e il 1894, mentre la costruzione di quelli nuovi cominciò nel 1885. Una prima parte fu inaugurata nel 1889, centenario della Rivoluzione, dal presidente Marie François Sadi Carnot, mentre la totalità dei lavori fu compiuta nel 1901. È nel 1894 che il barone Pierre de Coubertin fonda, alla Sorbona, il CIO, che segna la nascita delle moderne Olimpiadi.

Nel 1895 fu ricostituita l'Università di Parigi, che raggruppava le cinque facoltà dell'epoca napoleonica, e la Sorbona ne divenne la sede. Essa è anche l'università più ricca del mondo in cui ha fatto visita il Papa.

Nel maggio del 1968, la Sorbona fu il cuore delle manifestazioni studentesche, cominciate con l'occupazione della facoltà di Nanterre nel marzo dello stesso anno, che sfoceranno in un'ampia contestazione nazionale e in un prolungato sciopero generale dei lavoratori (eventi noti con il nome di maggio francese). I primi scontri del maggio '68 nacquero in seguito all'intervento della polizia nel cortile della Sorbona, il 3 maggio: davanti al rischio di scontri tra il gruppo neofascista Occidente, che si muoveva verso la Sorbona, e gli studenti di estrema sinistra radunati nel cortile dell'università, la polizia ordinò un'evacuazione, a cui seguirono scontri con gli studenti e decine di arresti. 

È il primo dei molti confronti, tra studenti e forze dell'ordine, che si susseguirono nelle strade del quartiere latino per tutto il mese di maggio, quando la protesta si allargò e coinvolse strati sempre più ampi della popolazione. A partire dal 13 maggio, cominciò lo sciopero generale e l'università fu occupata. Soltanto nel giugno 1968, dopo che il presidente Charles de Gaulle sciolse l'Assemblea Nazionale e indisse nuove elezioni (da cui il suo partito uscirà vincente), la protesta rientrò.

Nel 2006, centinaia di manifestanti che protestavano contro la legge nota come “pari opportunità” (égalité des chances, in francese) e contro il “Contratto di prima assunzione” (CPE), occuparono la Sorbona per tre notti, dall'8 all'11 marzo, prima di essere evacuati dalle forze dell'ordine. Il quartiere è rimasto di difficile accesso per settimane e la Sorbona ha riaperto le porte solo il 24 aprile dello stesso anno, per paura che nuove occupazioni potessero verificarsi di nuovo, sebbene i corsi abbiano potuto riprendere il loro corso molto lentamente. I danni provocati da questa protesta ammontano a circa 800.000 euro, cifra che ha costretto l'università ad affittare i locali per la produzione di film o telefilm, al fine di trovare il denaro necessario per pagare i lavori di ristrutturazione.

All'inizio del XVII secolo, il collegio della Sorbona si presentava come un insieme di edifici diversi, collocati lungo la rue de la Sorbonne, tra il chiostro di San Bernardo a nord e il collegio di Calvi a sud; vi era anche una cappella del XIV secolo, che dava su rue de la Sorbonne.

È nel 1626 che il cardinale Richelieu ordinò la ristrutturazione dell'insieme, e nel 1630 il progetto iniziale fu ampliato e migliorato; la cappella originale, che in un primo momento doveva solo essere modernizzata, fu invece demolita e sostituita da un edificio di vaste dimensioni, progettato dall'architetto Jacques Lemercier; diventerà il mausoleo del Cardinale dopo la sua morte. 

Il grosso dei lavori, cominciati nel 1635, era già compiuto alla morte del Cardinale nel 1642 e i lavori furono completamente ultimati dalla duchessa d'Arguillon, erede di Richelieu. Tale cappella appartiene ai capolavori dell'architettura parigina. Al suo interno vi è un organo di Dallery, inoperante ormai da più di 150 anni, che non può più essere utilizzato benché conservato in buono stato.

Gli edifici che si vedono oggigiorno sono quelli costruiti alla fine del XIX secolo.

Grandi Terme e Hotel de Cluny

Il Boulevard Saint-Germain, sulla Rive Gauche della Senna, si trova nel quartiere latino, uno dei quartieri più vivi di Parigi. Qui si trovano i resti delle Terme Nord, le più grandi terme romane della zona (6000 mq). Del vasto complesso termale della città di Lutètia Parisiòrum (Parigi), costruite a partire dal I secolo d.C., si conservano ancora molte delle strutture originali e soprattutto i grandiosi locali del caldarium e del frigidarium (coperto con massicce volte in muratura), nei quali sono presenti preziosi resti di decorazioni a mosaico. 

Era sicuramente la zona più calda di Parigi, qui si raggiungevano 40/60° e la gente amava recarsi in questo luogo soprattutto nel periodo invernale, quando faceva freddo. 

Alle terme si potevano incontrare romani, romane ma anche Galli romanizzati; era il luogo dove si poteva trovare un miscuglio di etnie e anche di sessi. Infatti in teoria, gli orari erano rigidamente separati, le donne la mattina e gli uomini il pomeriggio, ma si sa che molti imperatori emanarono delle leggi che imponevano severamente questa distinzione proprio perché le regole non venivano rispettate e quindi in certi momenti capitava di vedere uomini e donne praticamente insieme, soprattutto nel Calidarium.

I corridoi sotterranei erano la "sola macchina" delle terme, perché proprio qui lavoravano tutti gli schiavi che facevano funzionare le sovrastanti terme ed era un luogo infernale. Qui si sudava per il lavoro, mentre sopra si sudava per il piacere. Le terme dovevano essere una macchina perfetta: nei sotterranei c'erano dei forni alimentati a legna, il calore passava sotto i pavimenti, lungo le parete e quindi nei camini. Ci voleva pertanto un tiraggio perfetto e strutture enormi.

Qui per lavarsi, i romani utilizzavano l'acqua della Senna che veniva fatta passare con un perfetto sistema di piani inclinati e poi, una volta utilizzata, veniva incanalata e indirizzata nuovamente verso la Senna.

Il Frigidarium era un luogo immenso con una volta a 14 metri di altezza. Qui dovevano esserci delle vasche con delle fontane dalle quali sgorgava acqua fredda che i romani utilizzavano per bagnarsi. Questo era un ambiente in cui ovviamente non si sostava a lungo.

I romani utilizzavano le terme tutti i giorni e non solo per lavarsi ma anche per incontrare gente, conversare con gli amici e anche per fare affari. Tutte le terme erano ricoperte da marmi pregiati, provenienti da tutti i luoghi dell'impero e arrivati fin qui dopo un lunghissimo viaggio, terminato lungo la Senna. Vi erano sicuramente mosaici, colonne di marmo, stucchi, affreschi, che furono depredati in epoca medioevale.

Con il medioevo qui l'acqua non scorreva più e anche le terme non funzionavano più; la gente non andava più alle terme a lavarsi o a conversare, gli ambienti furono completamente depredati e la struttura fu inglobata in un edificio particolare chiamato l'Hotel du Cluny, un'ampia residenza privata, sede di rappresentanza di Parigi dei monaci benedettini di Cluny, città che si trova in Borgogna.

Adattandosi alla struttura delle terme, realizzarono nel XV secolo, un edificio imponente in stile gotico e con il tetto in ardesia.

Addossato alle rovine delle Terme romane e racchiuso nel verde di un giardino, l'Hotel de Clumy è uno degli esempi più belli di architettura flamboyante in Parigi.

Su questo terreno, di proprietà del monastero di Cluny in Borgogna, l'abate Jacques d'Amboise tra il 1485 e il 1498 fece costruire un palazzo per farvi risiedere i monaci benedettini che da Cluny venivano a visitare la capitale.

Durante la Rivoluzione l'hotel fu venduto. Nel 1833 vi venne ad abitare un collezionista, Alexandre du Sommerand, e alla sua morte, avvenuta nel 1842, la sua dimora e le collezioni che aveva raccolto furono acquistate dallo Stato. Due anni più tardi fu inaugurato il Museo, in cui vennero raccolte le testimonianze della vita francese medioevale, dai costumi alle oreficerie, dalle maioliche alle armi, dalle statue agli arazzi.

Si entra nel Museo per una porta che da direttamente nella corte. Da qui l'edificio si presenta in tutta la sua eleganza e sobrietà: due ordini di finestre crociate e una torre scalare ornata dagli emblemi di San Giacomo. Il gotico fiammeggiante si sprigiona qui nella balaustra a coronamento del tetto e negli ormai classici abbaini.

Nelle ventiquattro sale del Museo sono riunite le collezioni raccolte da Alexandre du Sommerand e che, per i loro molteplici aspetti e per la ricchezza di materiale, sono in grado di darci un panorama completo di quella che poteva essere la vita quotidiana nel Medioevo.

Una delle più preziose collezioni del museo è quella delle tappezzerie tessute nella Loira e nelle Fiandre nel XV e nel XVI secolo. Nella sala XI, detta anche la Rotonda, si trova il famoso arazzo della "Dame à Liocorne", dei primi anni del XVI secolo.

In questo piano del Museo la sala più famosa e più bella è senza dubbio la ventesima, cioè la Cappella, l'antico oratorio degli abati. Del più puro stile gotico fiammeggiante, ha un solo pilastro al centro della stanza, da cui partono le nervature della volta: lungo le pareti, una serie di mensole sorreggono altrettante nicchie con le statue della famiglia d'Amboise. La nota più preziosa di questa Cappella sono i celebri arazzi illustranti la Leggenda di Santo Stefano, un'opera destinata alla cattedrale di Auxerre e compiuta verso il 1490.

In corrispondenza del prospetto settentrionale dell’originario Hôtel de Cluny, nel 2000 è stato ricavato anche il cosiddetto giardino medioevale, un ampio spazio verde nel quale aiuole fiorite si alternano a fontane e piante d’alto fusto, riproponendo le principali essenze commestibili, medicinali e decorative diffuse fra XIII e XIV secolo.

Pantheon

Sulla cima della Montagne Sainte-Geneviève, non lontano dall'Università Sorbona e dal Jardin du Luxembourg, il Panthéon si affaccia quasi con imponenza sul Quartiere Latino di Parigi. Già nel 507, questo luogo fu scelto dal re Clodoveo, il primo re dei Franchi Merovingi, per costruirvi una basilica che potesse servire da mausoleo per lui e sua moglie Clotilde.

Il monumento attuale è una chiesa a cupola, con pianta a croce greca (navata e transetto della stessa lunghezza, una scelta all'epoca inedita su così grande scala in Francia), che prevedeva un ampio portico con un colonnato in stile corinzio a sostenere una costruzione lunga circa 110 metri, larga 84 e alta 83. Con il peristilio a sei colonne e il frontone triangolare (unico all'epoca), le colonne corinzie, viene generalmente definita un'opera in stile neoclassico, ma la navata a volta proviene dall'architettura gotica, mentre la cupola a tamburo con il peristilio esterno richiama lo stile classico del XVII e XVIII secolo francese e l'uso delle cupole di copertura evoca lo stile bizantino.

La cupola, il cui aspetto richiama quello della cattedrale di Saint Paul a Londra, è costituita da tre cupole, di cui una sola visibile dall'esterno, incastrate le une nelle altre. La cripta copre tutta la superficie dell'edificio, con quattro gallerie sotto ciascuno dei bracci della navata. Dopo essere entrato in una sala decorata da colonne doriche, il visitatore scopre al centro dell’edificio la vasta sala a volta di forma circolare. Una cripta incredibilmente vasta, che sembrava già predestinare l'edificio a diventare il tempio degli uomini illustri.

Nel suo insieme, il progetto rompe con gli stili classico e barocco dei secoli precedenti grazie alla perfetta simmetria, l'originale altezza delle colonne - che lo distinguono, ad esempio, da Saint-Louis des Invalides - e il rifiuto di qualsiasi eccesso decorativo.

Il sovrano francese Luigi XV fece un voto nel 1744 in base al quale, se si fosse ripreso da una grave malattia, avrebbe fatto edificare sulle rovine della chiesa di Santa Genoveffa una nuova costruzione degna della santa patrona di Parigi. Al Marchese de Marigny venne commissionata la sovrintendenza per la costruzione del nuovo edificio, della cui progettazione venne incaricato l'architetto Jacques-Germain Soufflot.

Nonostante le fondamenta venissero gettate nel 1758, a causa di gravi problemi economici, il completamento della costruzione venne eseguito solo dopo la morte di Soufflot, per opera di un suo pupillo, Jean-Baptiste Rondelet, nel 1789, proprio in coincidenza con lo scoppio della Rivoluzione francese, al seguito della quale la destinazione dell'edificio venne commutata dal governo rivoluzionario da santuario a mausoleo per le importanti personalità nazionali. E tale rimase fino al 1821 quando il re Luigi XVIII decise di riconsegnare il Pantheon a quella che avrebbe dovuto essere la sua destinazione originaria e cioè una chiesa cattolica consacrata al culto di Santa Genoveffa, patrona di Parigi.

Tuttavia il 15 agosto 1830 la Monarchia di luglio toglie il monumento al culto religioso e ne ripristina la destinazione laica.

Questo stato di cose perdurerà sino al 1851 quando la Seconda repubblica francese fa ridiventare chiesa l'edificio.

Durante tutto questo periodo nessuna personalità viene sepolta nel Pantheon (ad eccezione di Jacques-Germain Soufflot, architetto del monumento stesso, inumato nel 1829).

Soltanto nel 1885 con la solenne sepoltura di Victor Hugo, viene decisa la definitiva soppressione della chiesa di Sainte Geneviève e la perenne destinazione laica del Pantheon.

Parallela a tutti questi cambiamenti è la storia dei vari simboli che sono stati via via posti sulla sommità dell'edificio.

Si comincia nel 1790 con una croce provvisoria, tolta l'anno dopo in occasione dei funerali di Mirabeau e la destinazione laica del monumento.

Al suo posto viene collocata una statua di Claude Dejoux rappresentante una donna che dà fiato ad una tromba. La scultura sarà però rimossa il 3 gennaio 1822 con l'inaugurazione ufficiale della chiesa di Santa Genoveffa e rimpiazzata con una croce di bronzo dorata.

Nel 1830, nuova laicizzazione e sostituzione della croce con la bandiera tricolore francese.

Nel 1851 fa ritorno la croce dorata. Tuttavia, il 2 aprile 1871 i Comunardi ne tagliano i bracci laterali e l'utilizzano come asta per la bandiera, questa volta, rossa.

Finalmente, nel luglio 1873, viene piazzato il simbolo attuale e cioè una croce di pietra alta 4 metri e pesante 1500 kg e che, da allora, nessuno ha più ritenuto necessario rimuovere, nonostante la definitiva destinazione laica del monumento.

Nel 1851 il fisico francese Léon Foucault scelse il Pantheon per realizzare una sua dimostrazione scientifica della rotazione della Terra installando nella cupola centrale della costruzione un pendolo della lunghezza di circa 67 metri. Nel 1995 la sfera metallica originale che servì per l'esperimento è stata donata al Pantheon dal Conservatoire National des Arts et Métiers.

I più celebri grandi uomini ammessi al Pantheon durante la III, la IV e la V Repubblica

Terza Repubblica

1885: Victor Hugo, scrittore, inumato al Pantheon nel 1885.
1894: il presidente della Repubblica francese Sadi Carnot, assassinato a Lione da un anarchico, inumato al Pantheon immediatamente dopo il suo assassinio.
1907: Marcellin Berthelot, chimico e uomo politico.
1908: Emile Zola, scrittore e autore del celebre J'accuse che segna una svolta nell'affare Dreyfus.
1920: Léon Gambetta, uomo politico repubblicano. Lo stesso giorno, i resti del milite ignoto vengono trasferiti al Pantheon.
1924: Jean Jaurès, uomo politico e fondatore della SFIO, assassinato alla vigilia della Prima Guerra mondiale.
1933: Paul Painlevé, matematico e uomo politico. 

Quarta Repubblica

1948: Paul Langevin, fisico.
1949: Adolphe-Sylvestre-Félix Eboué, nato a Cayenne, deputato della Francia coloniale.
1949: Victor Schoelcher, uomo politico, protagonista nella lotta per l'abolizione della schiavitù.
1952: Louis Braille, professore e inventore della scrittura per i ciechi, inumato al Pantheon in occasione del centenario della sua morte.

Quinta Repubblica

1964: Jean Moulin, capo combattente della Resistenza interna. André Malraux pronuncia il suo celebre discorso.
1964: René Cassin, giurista, partigiano, premio Nobel per la pace, tra i promotori della creazione dell'Unesco e uno degli autori della Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo.
1988: Jean Monnet, economista, padre del concetto di Unione europea, inumato al Pantheon in occasione del centenario della sua morte.
1989: l'abate Baptiste-Henri, conte Grégoire (1750-1831), ecclesiastico, senatore e conte dell'Impero, che fu un sostenitore della concessione della cittadinanza francese agli ebrei e dell'abolizione della schiavitù.
1989: Gaspard Monge, matematico e fondatore dell'Ecole Polytechnique.
1989: Jean-Antoine de Caritat, marchese di Condorcet, filosofo, uomo politico e matematico.
1995: Pierre e Marie Curie, fisici, premio Nobel per la fisica.
1996: André Malraux, scrittore e ministro della Cultura.
2002: Alexandre Dumas, scrittore.
2007: i Giusti di Francia, omaggio solenne della Nazione ai francesi che hanno salvato migliaia di giudei durante la seconda guerra mondiale.
2011: Aimé Césaire, poeta, uomo politico e fondatore del movimento letterario della negritudine.

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