Palazzo
e
Giardini
del
Lussemburgo
Alla
morte
del
re
Enrico
IV
Maria
de'
Medici,
evidentemente
non
abituatasi
bene
all'ambiente
del
Louvre,
preferì
abitare
in
un
luogo
che
in
qualche
modo
le
ricordasse
quello
della
Firenze
da
cui
proveniva.
Nel
1612
acquistò
infatti
l'hôtel
del
duca
François
de
Luxembourg,
insieme
ad
un
bel
po'
di
terreni
e
dette
incarico
a
Salomon
de
Brosse,
nel
1615,
perché
erigesse
un
palazzo
il
cui
stile
e
il
cui
stesso
materiale
impiegato
fosse
il
più
vicino
possibile
a
quello
dei
palazzi
fiorentini
che
aveva
lasciato,
allorché
era
partita
per
la
Francia.
E
infatti
sia
il
bugnato
che
le
grosse
colonne
ad
anelli
ricordano
più
Palazzo
Pitti
che
un
altro
qualsiasi
palazzo
parigino.
La
facciata
si
presenta
con
un
padiglione
a
due
ordini
coperto
da
una
cupola
e
da
altri
due
padiglioni
laterali
uniti
a
quello
centrale
da
gallerie.
Allo
scoppio
della
Rivoluzione,
il
palazzo
fu
tolto
alla
famiglia
reale
e
venne
trasformato
in
prigione
di
Stato.
Il
4
Novembre
1795
vi
si
insediò
il
primo
Direttorio,
poi
Napoleone
lo
destinò
a
sede
del
Senato.
Al
suo
interno
si
trovano
opere
di
Eugène
Delacroix
e
di
Jordaens.
I
Jardin
du
Luxembourg
devono
il
loro
nome
al
fatto
che
hanno
luogo
su
un
appezzamento
di
terra
che
un
tempo
era
proprietà
del
duca
di
Lussemburgo.
Il
parco
fu
aperto
al
pubblico
ad
iniziare
dal
1778
ed
è
il
risultato
di
diversi
contributi
apportati
nel
corso
del
tempo;
il
giardino
voluto
da
Maria
de'
Medici
risale
al
1612,
il
Palazzo
di
Lussemburgo
risale
al
1615-1627,
un
grande
frutteto
con
centinaia
di
diversi
tipi
di
pere
e
mele
risale
al
1650,
mentre
il
giardino
all'inglese
fu
realizzato
ad
opera
di
Napoleone
Bonaparte.
I
Giardini
di
Lussemburgo
richiamano
fortemente
alla
mente
i
concetti
di
freschezza
e
di
relax;
nella
loro
vasta
area
verde
molto
bella
e
curata
ha
luogo
una
mescolanza
perfetta
di
colori
e
di
odori,
con
fiori
che
abbelliscono,
come
ricami,
un
parco
completo
di
tutto,
con
romantici
viali
adornati
con
aiuole
fiorite,
graziose
fontane
con
giochi
d'acqua,
eleganti
statue,
un
incantevole
lago
ottagonale,
ed
uno
splendido
palazzo
barocco
sullo
sfondo.

Al
centro
dei
giardini
vi
è
un
piccolo
e
confortevole
teatro,
il
Théâtre
du
Luxembourg,
dove
hanno
luogo
spettacoli
con
marionette.
Nella
zona
vicino
al
Palazzo
di
Lussemburgo
è
anche
presente
il
Musée
du
Luxembourg,
dedicato
ad
artisti
contemporanei,
con
esposizioni
saltuarie.
Il
Musée
du
Luxembourg
in
passato
vantava
la
presenza
di
importanti
collezioni
di
artisti
del
calibro
di
Modigliani
e
Henri
Matisse,
ma
negli
anni
'80
molte
opere
d'arte
di
questo
museo
furono
spostate
nel
Museo
d'Orsay.
Oltre
a
potere
ammirare
la
bellezza
degli
spazi
verdi
dei
Giardini
di
Lussemburgo,
nella
zona
si
possono
vedere
altre
interessanti
attrazioni
come
monumenti,
sculture
e
statue,
quali
la
Statua
della
Libertà,
una
miniatura
della
Statua
della
Libertà
degli
Stati
Uniti,
la
statua
del
Mercante
di
maschere
e
la
statua
di
Sainte-Geneviève,
ossia
di
Santa
Genoveffa,
la
patrona
di
Parigi,
ed
altre
statue
raffiguranti
dame
francesi.
Oltre
a
questo,
presso
i
Jardin
du
Luxembourg
si
possono
ammirare
bellissime
fontane,
come
la
Fontana
dei
Medici
nella
zona
ovest
del
parco,
la
Fontaine
de
Médicis,
caratterizzata
da
una
lunga
vasca
fiancheggiata
da
alberi,
terminante
in
una
scultura
raffigurante
un
tenero
abbraccio
fra
due
figure
mitologiche,
un
episodio
del
mito
di
Aci
e
Galatea,
secondo
il
quale
il
fiume
siciliano
Aci
derivò
dalla
trasformazione
in
acque
del
sangue
del
pastore
Aci,
innamorato
della
ninfa
marina
Galatea,
ad
opera
di
Poseidone,
a
seguito
dello
schiacciamento
del
pastore
con
un
masso
scagliatogli
contro
dal
suo
rivale
in
amore
Polifemo.
Sopra
la
statua
vi
è
la
raffigurazione
di
Polifemo,
il
Ciclope
geloso
delle
attenzioni
di
Galatea
verso
Aci.
La
Fontana
dei
Medici
fu
commissionata
nel
1624
da
Maria
de'
Medici,
grande
amante
della
città
di
Firenze.
Da
notare
l'ispirazione
al
manierismo
italiano
che
accomuna
l'ornamento
della
parigina
Fontana
dei
Medici
all'ornamento
dei
fiorentini
giardini
di
Boboli
che
colpirono
molto
Maria
de'
Medici
in
gioventù.
Un'altra
interessante
fontana
della
zona,
ubicata
a
sud
del
parco
nella
sua
estensione
dei
Giardini
dell'Osservatorio,
è
la
Fontana
dell'Osservatorio,
detta
anche
fontana
delle
4
parti
del
mondo,
risalente
al
1873.
La
fontana
è
costituita
da
una
statua
in
cui
è
raffigurato
un
globo
sostenuto
da
quattro
donne,
ciascuna
rappresentante
un
continente,
non
è
stata
considerata
l'Oceania
per
mantenere
la
simmetria
della
struttura.
Alla
base
della
fontana
vi
sono
delle
belle
sculture
di
cavalli.

Saint-Julien-le-Pauvre
La
Chiesa
di
Saint-Julien-le-Pauvre
è
uno
degli
edifici
religiosi
più
antichi
di
Parigi,
infatti,
fu
costruita
nel
XII
secolo
dai
monaci
di
Cluny
sulle
fondamenta
di
una
chiesa
del
VI
secolo.
Classificata
come
monumento
storico
di
Francia,
la
Chiesa,
che
fa
riferimento
a
San
Giuliano
l'ospitaliere
detto
il
povero,
attira
numerosi
visitatori
incuriositi
dal
suo
fascino
gotico
unico
e
dal
suo
glorioso
passato.
Vi
si
trova,
già
nel
IX
secolo
un
cappella,
ma
l'attuale
costruzione
fu
iniziata
solo
nel
1170
e
terminata
nel
1240.
Si
tratta
quindi
di
una
delle
più
antiche
chiese
di
Parigi.
Nel
1655
viene
ceduta
all'Hôtel-Dieu.
Durante
la
Rivoluzione
francese
viene
confiscata
e
adibita
a
deposito
di
sale
(1790).
Nel
1826
viene
riaperta
al
culto
e,
nel
1846,
diventa
monumento
storico
di
Francia.
Fu
consacrata
al
culto
melkita
nel
1889.
L'esterno
della
chiesa
è
caratterizzato
dalla
facciata.
Questa,
a
capanna,
è
preceduta
da
un
sagrato
delimitato
da
una
cancellata;
sulla
sinistra,
l'unica
parte
rimanente
della
torre
campanaria
incompiuta.
La
parte
inferiore
del
prospetto
è
decorata
da
un
cornicione
poco
sporgente
con
triglifi,
il
quale
è
idealmente
sorretto
da
lesene
tuscaniche.
Al
di
sopra
del
portale,
vi
è
un
targa
realizzata
durante
la
Terza
Repubblica
Francese
con
la
storia
della
chiesa;
più
in
alto,
si
apre
il
rosone
circolare.
L'interno
della
chiesa
è
a
tre
navate.
Quella
centrale,
incompiuta,
del
progetto
originario
mantiene
soltanto
l'ultima
campata,
con
volta
a
crociera
a
sei
vele
e
cleristorio
formato
da
bifore;
il
resto
dell'ambiente,
invece,
è
illuminato
da
monofore
con
arco
ribassato
e
coperto
con
una
volta
a
botte
ogivale
costruita
nel
XVIII
secolo
in
luogo
di
un
soffitto
ligneo.
L'area
del
presbiterio
occupa
interamente
l'abside
poligonale,
con
due
ordini
sovrapposti
di
monofore
gotiche,
ed
è
delimitata
dalla
meravigliosa
iconostasi
lignea
del
1900,
realizzata
con
icone
e
veli.
A
circa
500
metri
si
trova
anche
l’interessante
museo
dedicato
all’arte
medievale,
il
Museo
Cluny.

Saint-Severin
La
Chiesa
di
Saint
Severin
si
trova
nel
centro
del
quartiere
latino.
Si
tratta
di
una
chiesa
in
stile
gotico
fiammeggiante;
il
suo
interno
si
rivela
agli
occhi
del
visitatore
immediatamente
in
tutta
la
sua
imponenza.
La
chiesa
attuale
sorge
nel
luogo
di
un
oratorio
del
VI
secolo
dedicato
a
san
Martino,
nel
quale
era
solito
pregare
l'eremita
san
Severino;
dopo
la
sua
morte
venne
eretta
una
prima
chiesa
a
pianta
basilicale.
La
successiva
chiesa
romanica,
venne
ricostruita
nel
XIII
secolo
in
forme
gotiche.
In
seguito
alle
distruzioni
subite
durante
la
guerra
dei
Cent'anni
restava
in
piedi
solo
il
campanile
e
le
prime
tre
campate
delle
navate.
Per
opera
del
canonico
d'Estouteville
venne
ricostruita
e
ampliata
a
cinque
navate
e
dotata
di
vetrate.
All'esterno
furono
aggiunte
le
gargouilles,
particolarmente
sporgenti.
Tra
il
1489
e
il
1495
venne
costruito
sul
terreno
acquistato
dalla
parrocchia
il
coro
con
il
deambulatorio.
Anna
Maria
Luisa
d'Orléans,
duchessa
di
Montpensier
fece
aggiungere
una
cappella
al
transetto
destro,
opera
dell'architetto
Jules
Hardouin
Mansart.
Nello
stesso
periodo
venne
rimaneggiato
anche
il
coro,
eliminando
le
colonnine
a
fascio
sui
pilastri,
rivestiti
da
lastre
di
marmo
rosso.
Dopo
la
Rivoluzione
francese
la
chiesa
venne
riaperta
al
culto
nel
1803
e
vi
sono
condotti
lavori
di
restauro
a
partire
dal
1837,
con
il
rimaneggiamento
della
facciata
principale,
alla
quale
venne
aggiunto
il
portale
di
una
chiesa
demolita
per
fare
spazio
intorno
a
Notre
Dame.

La
facciata
della
chiesa
è
orientata
verso
ovest
ed
è
a
salienti,
con
paramento
murario
in
blocchi
di
pietra.
Nella
parte
inferiore
del
prospetto,
in
corrispondenza
della
navata
centrale
interna,
si
apre
un
unico
portale,
con
profonda
strombatura
e
ghimberga
affiancata
da
due
guglie
a
pianta
quadrata.
Nella
lunetta,
si
trova
un
bassorilievo
raffigurante
la
Madonna
in
trono
col
Bambino
tra
due
angeli.
Al
disopra
del
portale,
vi
sono
cinque
monofore
ogivali
sormontate
da
un
ballatoio
con
balaustra
scolpita.
Sul
ballatoio
si
affaccia
un
grande
finestrone
a
lunetta
a
sesto
acuto,
in
gotico
flamboyant.
La
facciata
termina
con
un'alta
cuspide
triangolare,
al
centro
della
quale
si
apre
un
oculo
circolare,
sormontata
da
una
croce
in
marmo.
Alla
sinistra
della
facciata,
si
innalza
la
torre
campanaria
a
tre
ordini:
quello
inferiore,
nel
quale
si
apre
un
portale
con
un
bassorilievo
raffigurante
San
Martino
divide
il
suo
mantello
con
un
povero
nella
lunetta;
quello
mediano,
con
bifore
cieche;
quello
superiore,
all'interno
del
quale
vi
è
la
cella
campanaria,
con
una
grande
bifora
su
ciascun
lato
affiancata
da
due
gargoyles.
Il
campanile
termina
in
alto
con
una
copertura
a
cuspide
piramidale.
Sul
fianco
destro
della
chiesa,
vi
sono
i
resti
di
un
antico
chiostro,
già
cimitero
parrocchiale.
Del
porticato
rimangono
poche
arcate
del
lato
est
e
del
lato
sud.
Una
curiosità:
nell'antico
cimitero
-
oggi
sostituito
da
un
omonimo
giardino
-
nel
corso
del
XV
secolo,
Luigi
XI
ordinò
la
prima
operazione
di
calcoli
biliari
da
effettuare
su
un
anonimo
arciere,
che
era
condannato
a
morte
e
che
accettò
di
essere
la
cavia
di
questa
operazione.
L'arciere
sopravvisse
all'operazione
e
fu
salva
la
vita!

L'interno
della
chiesa
è
a
cinque
navate
di
otto
campate
ciascuna
con
cappelle
laterali
ed
è
privo
del
transetto;
le
quattro
navate
laterali
si
ricongiungono
intorno
all'abside
formando
un
doppio
deambulatorio,
anch'esso
con
cappelle
laterali.
La
navata
centrale,
più
alta
e
più
grande
rispetto
alle
altre,
è
coperta
con
volte
a
crociera.
Le
pareti
laterali
seguono
uno
schema
preciso
con,
sopra
le
arcate
che
mettono
in
comunicazione
le
navate,
un
triforio,
costituito
da
due
bifore
per
navata,
e
dal
cleristorio,
con
bifore
nelle
prime
tre
campate
e
trifore
nelle
ultime
cinque.
I
pilastri
che
dividono
le
due
navate
laterali,
sono
caratterizzati
dalle
teste
di
angeli
situate
sui
capitelli,
aggiunte
nel
XVI
secolo.
Il
pilastro
centrale
del
deambulatorio
ha
la
particolarità
di
essere
tortile.
La
navata
centrale
termina
con
l'abside
poligonale,
con
basso
triforio
rinascimentale
e
cleristorio
formato
da
bifore.
All'interno
dell'abside
si
trova
il
presbiterio,
rialzato
di
alcuni
gradini
rispetto
al
resto
della
chiesa,
al
centro
del
quale
si
trova
l'altare
maggiore
ligneo-barocco,
alle
spalle
del
quale
si
trova
il
tabernacolo.
All'interno
della
chiesa
si
trovano
vetrate
gotiche,
in
particolare
una
con
l'Albero
di
Jesse,
a
cui
se
ne
aggiungono
altre
del
XIX
secolo,
tra
cui
quella
raffigurante
il
Martirio
di
San
Giovanni
Battista.
Le
alte
finestre
del
deambulatorio
sono
opera
moderna
(1966)
di
Jean
Bazaine
e
trattano
il
tema
dei
sette
sacramenti.
Annessa
alla
chiesa
si
trova
la
cappella
feriale,
dalla
particolare
pianta
ovale,
con
arredi
moderni
costituiti
dall'altare,
dall'ambone,
dal
tabernacolo
e
dal
crocifisso
in
bronzo
e
dalla
sede
in
legno.

Sulla
cantoria
in
controfacciata,
si
trova
il
principale
organo
a
canne
della
chiesa.
Lo
strumento
è
stato
costruito
nel
1961
dal
Alfred
Kern
riutilizzando
l'antica
cassa
lignea
del
XVIII
secolo,
opera
di
Jean
François
Pichon,
che
la
costruì
nel
1745
per
l'organo
realizzato
da
François
Dupré.
L'organo
è
a
trasmissione
integralmente
meccanica
ed
ha
consolle
a
finestra
con
quattro
tastiere
di
56
note
ciascuna
e
pedaliera
dritta
di
30
note.
Nei
pressi
del
presbiterio,
si
trova
un
secondo
organo
a
canne,
costruito
nel
1966
da
Philippe
Hartmann.
Lo
strumento,
a
trasmissione
meccanica,
ha
un'unica
tastiera
di
56
note
e
pedaliera
dritta
di
30
note
priva
di
registri
propri
e
costantemente
unita
al
manuale.
Sorbona
La
Sorbona
è
un
edificio
la
cui
fama
è
legata
alle
università
di
cui
è
stata
ed
è
ancora
sede.
Si
trova
nel
quartiere
latino,
compresa
tra
rue
des
Écoles,
rue
Saint
Jacques,
rue
Cujas
e
l'omonima
Place
de
la
Sorbonne.
Il
nome
designava
in
origine
il
Collegio
della
Sorbona,
fondato
da
Robert
de
Sorbon
nel
1253,
ma
il
termine
Sorbona
viene
utilizzato
anche
per
indicare,
più
generalmente,
l'Università
di
Parigi
prima
del
1793,
le
diverse
facoltà
che
vi
avevano
sede
nel
XIX
secolo,
e
la
nuova
Università
di
Parigi
dal
1896
al
1970.
Quando
nel
1971
l'Università
di
Parigi
è
divisa
in
tredici
distinte
università,
tre
di
esse
prendono
l'appellativo
Sorbona
nel
loro
nome:
-
l'Università
Parigi
I
(Panthéon-Sorbonne)
-
È
una
delle
più
prestigiose
università
francesi,
conosciuta
soprattutto
per
scienze
politiche,
economia
e
diritto.
Ospita
anche
l'Osservatorio
della
Sorbona;
-
l'Università
Parigi
III
(Sorbonne
Nouvelle)
-
È
una
delle
eredi
della
facoltà
di
scienze
umane,
lingue,
arti
dello
spettacolo.
-
l'Università
Parigi
IV
(Paris-Sorbonne)
-
Si
divide
in
12
campus
ed
è
una
delle
migliori
a
livello
mondiale
per
quanto
riguarda
arti
e
scienze
umane.
Queste
tre
condividono
i
vecchi
locali
della
Sorbona
nel
quartiere
Latino,
insieme
alla
René
Descartes,
specializzata
in
medicina,
scienze
umane
e
sanitarie.
LE
ALTRE
NOVE
UNIVERSITA'
-
La
Panthéon
Assas
è
l’ereditiera
dell’antica
facoltà
di
diritto
e
scienze
economiche,
considerata
come
la
prima
università
giuridica
francese.
Se
invece
è
la
scienza
che
vi
appassiona,
alla
Pierre
et
Marie
Curie
troverete
sicuramente
il
percorso
che
fa
per
voi,
del
resto
il
nome
proviene
da
due
premi
nobel
per
la
fisica.
La
Vincennes
Saint
Denis
è
specializzata
in
materie
letterarie
(lettere,
scienze
umane
e
sociali,
arte),
mentre
la
Denis
Diderot
è
più
versatile,
e
offre
sia
percorsi
scientifici
che
letterari.
Le
altre
università
offrono
diversi
corsi
di
laurea,
come
la
Paris
Dauphine,
dove
si
studia
matematica
e
informatica
così
come
diritto,
economia
e
lingue.
A
ovest
di
Parigi
c’è
la
Paris
Ouest
Nanterre
La
Défense,
con
un
campus
di
ben
32
ettari,
mentre
a
est
la
Paris
Est
Créteil
Val
de
Marne.
A
sud
c’è
la
Paris-Sud,
con
facoltà
come
medicina
e
farmacia
ma
anche
scienze
e
ingegneria.
Per
ultima,
ma
non
per
importanza,
la
Paris-Nord
con
ben
cinque
campus.
Tutte
le
università
sono
particolarmente
attente
alla
ricerca
e
all’internazionalizzazione.
Tra
i
personaggi
illustri
che
l’hanno
frequentata
compaiono
Giordano
Bruno,
H.
Balzac,
Pierre
e
Marie
Curie,
T.S.
Eliot,
Giuseppe
Ungaretti,
Eliezer
Wiesel.
Ma
il
suo
cambiamento
radicale
è
avvenuto
dopo
le
proteste
studentesche
del
1968,
iniziate
a
causa
della
chiusura
dell’Università
di
Nanterre
e
sfociate
nel
cosiddetto
Maggio
francese,
una
rivolta
sociale,
politica
e
culturale
senza
precedenti,
che
portò
la
Sorbona
ad
essere
divisa
in
13
università
autonome
tra
loro
nel
1970.

Il
Collegio
della
Sorbona
venne
fondato
nel
1253
dal
teologo
del
XIII
secolo
Robert
de
Sorbon,
cappellano
e
confessore
di
San
Luigi,
all'interno
dell'Università
di
Parigi;
nel
collegio
si
insegnava
principalmente
la
teologia
agli
studenti
più
poveri.
Nel
1469,
per
iniziativa
di
Luigi
XI,
all'interno
della
Sorbona
venne
creata
la
prima
stamperia
di
Francia,
gestita
dal
rettore
Jean
Heynlin
e
dal
bibliotecario
Guillaume
Fichet.
Il
cardinale
Richelieu,
che
studiò
alla
Sorbona
nel
1606-1607,
divenne
rettore
dell'Università
nel
1622.
Fece
restaurare
l'edificio
e
fece
costruire
la
cappella,
nella
quale
è
ancora
sepolto;
dedicata
originariamente
a
sant'Orsola,
fu
privata
della
sua
vocazione
originale
durante
la
Rivoluzione
francese,
quando
venne
consacrata
a
tempio
della
dea
Ragione;
successivamente,
Napoleone
la
trasforma
in
atelier
per
artisti.
Attualmente
è
utilizzata
per
ricevimenti
o
esposizioni.
Nel
1806
Napoleone
riorganizzò
il
sistema
d'insegnamento
francese,
istituendo
un'Università
di
Francia,
di
cui
cinque
facoltà
avevano
sede
a
Parigi
(Scienze,
Lettere,
Teologia
cattolica,
Diritto,
Medicina);
la
Sorbona
divenne
la
sede
della
facoltà
di
Scienze,
della
facoltà
di
Lettere
e
della
facoltà
di
Teologia
cattolica.
Caduto
l'impero
napoleonico,
il
primo
ministro
del
re
Luigi
XVIII,
Armand
Emmanuel
du
Plessis
duca
di
Richelieu,
per
onorare
la
memoria
del
Cardinale
e
per
dare
prestigio
alla
Sorbona,
fece
costruire
un
grande
anfiteatro
da
1.200
posti;
professori
celebri,
come
François
Guizot
o
Victor
Cousin
vi
tennero
lezioni.
L'insegnamento
della
teologia
cattolica
fu
soppresso
nel
1885
per
legge.
Durante
la
terza
repubblica,
per
volontà
di
Jules
Ferry,
fu
intrapresa
la
restaurazione
degli
edifici
del
XVII
secolo.
I
lavori
furono
diretti
dall'architetto
Henri-Paul
Nénot,
i
vecchi
edifici
furono
demoliti
tra
il
1884
e
il
1894,
mentre
la
costruzione
di
quelli
nuovi
cominciò
nel
1885.
Una
prima
parte
fu
inaugurata
nel
1889,
centenario
della
Rivoluzione,
dal
presidente
Marie
François
Sadi
Carnot,
mentre
la
totalità
dei
lavori
fu
compiuta
nel
1901.
È
nel
1894
che
il
barone
Pierre
de
Coubertin
fonda,
alla
Sorbona,
il
CIO,
che
segna
la
nascita
delle
moderne
Olimpiadi.
Nel
1895
fu
ricostituita
l'Università
di
Parigi,
che
raggruppava
le
cinque
facoltà
dell'epoca
napoleonica,
e
la
Sorbona
ne
divenne
la
sede.
Essa
è
anche
l'università
più
ricca
del
mondo
in
cui
ha
fatto
visita
il
Papa.

Nel
maggio
del
1968,
la
Sorbona
fu
il
cuore
delle
manifestazioni
studentesche,
cominciate
con
l'occupazione
della
facoltà
di
Nanterre
nel
marzo
dello
stesso
anno,
che
sfoceranno
in
un'ampia
contestazione
nazionale
e
in
un
prolungato
sciopero
generale
dei
lavoratori
(eventi
noti
con
il
nome
di
maggio
francese).
I
primi
scontri
del
maggio
'68
nacquero
in
seguito
all'intervento
della
polizia
nel
cortile
della
Sorbona,
il
3
maggio:
davanti
al
rischio
di
scontri
tra
il
gruppo
neofascista
Occidente,
che
si
muoveva
verso
la
Sorbona,
e
gli
studenti
di
estrema
sinistra
radunati
nel
cortile
dell'università,
la
polizia
ordinò
un'evacuazione,
a
cui
seguirono
scontri
con
gli
studenti
e
decine
di
arresti.
È
il
primo
dei
molti
confronti,
tra
studenti
e
forze
dell'ordine,
che
si
susseguirono
nelle
strade
del
quartiere
latino
per
tutto
il
mese
di
maggio,
quando
la
protesta
si
allargò
e
coinvolse
strati
sempre
più
ampi
della
popolazione.
A
partire
dal
13
maggio,
cominciò
lo
sciopero
generale
e
l'università
fu
occupata.
Soltanto
nel
giugno
1968,
dopo
che
il
presidente
Charles
de
Gaulle
sciolse
l'Assemblea
Nazionale
e
indisse
nuove
elezioni
(da
cui
il
suo
partito
uscirà
vincente),
la
protesta
rientrò.
Nel
2006,
centinaia
di
manifestanti
che
protestavano
contro
la
legge
nota
come
“pari
opportunità”
(égalité
des
chances,
in
francese)
e
contro
il
“Contratto
di
prima
assunzione”
(CPE),
occuparono
la
Sorbona
per
tre
notti,
dall'8
all'11
marzo,
prima
di
essere
evacuati
dalle
forze
dell'ordine.
Il
quartiere
è
rimasto
di
difficile
accesso
per
settimane
e
la
Sorbona
ha
riaperto
le
porte
solo
il
24
aprile
dello
stesso
anno,
per
paura
che
nuove
occupazioni
potessero
verificarsi
di
nuovo,
sebbene
i
corsi
abbiano
potuto
riprendere
il
loro
corso
molto
lentamente.
I
danni
provocati
da
questa
protesta
ammontano
a
circa
800.000
euro,
cifra
che
ha
costretto
l'università
ad
affittare
i
locali
per
la
produzione
di
film
o
telefilm,
al
fine
di
trovare
il
denaro
necessario
per
pagare
i
lavori
di
ristrutturazione.

All'inizio
del
XVII
secolo,
il
collegio
della
Sorbona
si
presentava
come
un
insieme
di
edifici
diversi,
collocati
lungo
la
rue
de
la
Sorbonne,
tra
il
chiostro
di
San
Bernardo
a
nord
e
il
collegio
di
Calvi
a
sud;
vi
era
anche
una
cappella
del
XIV
secolo,
che
dava
su
rue
de
la
Sorbonne.
È
nel
1626
che
il
cardinale
Richelieu
ordinò
la
ristrutturazione
dell'insieme,
e
nel
1630
il
progetto
iniziale
fu
ampliato
e
migliorato;
la
cappella
originale,
che
in
un
primo
momento
doveva
solo
essere
modernizzata,
fu
invece
demolita
e
sostituita
da
un
edificio
di
vaste
dimensioni,
progettato
dall'architetto
Jacques
Lemercier;
diventerà
il
mausoleo
del
Cardinale
dopo
la
sua
morte.
Il
grosso
dei
lavori,
cominciati
nel
1635,
era
già
compiuto
alla
morte
del
Cardinale
nel
1642
e
i
lavori
furono
completamente
ultimati
dalla
duchessa
d'Arguillon,
erede
di
Richelieu.
Tale
cappella
appartiene
ai
capolavori
dell'architettura
parigina.
Al
suo
interno
vi
è
un
organo
di
Dallery,
inoperante
ormai
da
più
di
150
anni,
che
non
può
più
essere
utilizzato
benché
conservato
in
buono
stato.
Gli
edifici
che
si
vedono
oggigiorno
sono
quelli
costruiti
alla
fine
del
XIX
secolo.

Grandi
Terme
e
Hotel
de
Cluny
Il
Boulevard
Saint-Germain,
sulla
Rive
Gauche
della
Senna,
si
trova
nel
quartiere
latino,
uno
dei
quartieri
più
vivi
di
Parigi.
Qui
si
trovano
i
resti
delle
Terme
Nord,
le
più
grandi
terme
romane
della
zona
(6000
mq).
Del
vasto
complesso
termale
della
città
di
Lutètia
Parisiòrum
(Parigi),
costruite
a
partire
dal
I
secolo
d.C.,
si
conservano
ancora
molte
delle
strutture
originali
e
soprattutto
i
grandiosi
locali
del
caldarium
e
del
frigidarium
(coperto
con
massicce
volte
in
muratura),
nei
quali
sono
presenti
preziosi
resti
di
decorazioni
a
mosaico.
Era
sicuramente
la
zona
più
calda
di
Parigi,
qui
si
raggiungevano
40/60°
e
la
gente
amava
recarsi
in
questo
luogo
soprattutto
nel
periodo
invernale,
quando
faceva
freddo.
Alle
terme
si
potevano
incontrare
romani,
romane
ma
anche
Galli
romanizzati;
era
il
luogo
dove
si
poteva
trovare
un
miscuglio
di
etnie
e
anche
di
sessi.
Infatti
in
teoria,
gli
orari
erano
rigidamente
separati,
le
donne
la
mattina
e
gli
uomini
il
pomeriggio,
ma
si
sa
che
molti
imperatori
emanarono
delle
leggi
che
imponevano
severamente
questa
distinzione
proprio
perché
le
regole
non
venivano
rispettate
e
quindi
in
certi
momenti
capitava
di
vedere
uomini
e
donne
praticamente
insieme,
soprattutto
nel
Calidarium.
I
corridoi
sotterranei
erano
la
"sola
macchina"
delle
terme,
perché
proprio
qui
lavoravano
tutti
gli
schiavi
che
facevano
funzionare
le
sovrastanti
terme
ed
era
un
luogo
infernale.
Qui
si
sudava
per
il
lavoro,
mentre
sopra
si
sudava
per
il
piacere.
Le
terme
dovevano
essere
una
macchina
perfetta:
nei
sotterranei
c'erano
dei
forni
alimentati
a
legna,
il
calore
passava
sotto
i
pavimenti,
lungo
le
parete
e
quindi
nei
camini.
Ci
voleva
pertanto
un
tiraggio
perfetto
e
strutture
enormi.

Qui
per
lavarsi,
i
romani
utilizzavano
l'acqua
della
Senna
che
veniva
fatta
passare
con
un
perfetto
sistema
di
piani
inclinati
e
poi,
una
volta
utilizzata,
veniva
incanalata
e
indirizzata
nuovamente
verso
la
Senna.
Il
Frigidarium
era
un
luogo
immenso
con
una
volta
a
14
metri
di
altezza.
Qui
dovevano
esserci
delle
vasche
con
delle
fontane
dalle
quali
sgorgava
acqua
fredda
che
i
romani
utilizzavano
per
bagnarsi.
Questo
era
un
ambiente
in
cui
ovviamente
non
si
sostava
a
lungo.
I
romani
utilizzavano
le
terme
tutti
i
giorni
e
non
solo
per
lavarsi
ma
anche
per
incontrare
gente,
conversare
con
gli
amici
e
anche
per
fare
affari.
Tutte
le
terme
erano
ricoperte
da
marmi
pregiati,
provenienti
da
tutti
i
luoghi
dell'impero
e
arrivati
fin
qui
dopo
un
lunghissimo
viaggio,
terminato
lungo
la
Senna.
Vi
erano
sicuramente
mosaici,
colonne
di
marmo,
stucchi,
affreschi,
che
furono
depredati
in
epoca
medioevale.
Con
il
medioevo
qui
l'acqua
non
scorreva
più
e
anche
le
terme
non
funzionavano
più;
la
gente
non
andava
più
alle
terme
a
lavarsi
o
a
conversare,
gli
ambienti
furono
completamente
depredati
e
la
struttura
fu
inglobata
in
un
edificio
particolare
chiamato
l'Hotel
du
Cluny,
un'ampia
residenza
privata,
sede
di
rappresentanza
di
Parigi
dei
monaci
benedettini
di
Cluny,
città
che
si
trova
in
Borgogna.
Adattandosi
alla
struttura
delle
terme,
realizzarono
nel
XV
secolo,
un
edificio
imponente
in
stile
gotico
e
con
il
tetto
in
ardesia.

Addossato
alle
rovine
delle
Terme
romane
e
racchiuso
nel
verde
di
un
giardino,
l'Hotel
de
Clumy
è
uno
degli
esempi
più
belli
di
architettura
flamboyante
in
Parigi.
Su
questo
terreno,
di
proprietà
del
monastero
di
Cluny
in
Borgogna,
l'abate
Jacques
d'Amboise
tra
il
1485
e
il
1498
fece
costruire
un
palazzo
per
farvi
risiedere
i
monaci
benedettini
che
da
Cluny
venivano
a
visitare
la
capitale.
Durante
la
Rivoluzione
l'hotel
fu
venduto.
Nel
1833
vi
venne
ad
abitare
un
collezionista,
Alexandre
du
Sommerand,
e
alla
sua
morte,
avvenuta
nel
1842,
la
sua
dimora
e
le
collezioni
che
aveva
raccolto
furono
acquistate
dallo
Stato.
Due
anni
più
tardi
fu
inaugurato
il
Museo,
in
cui
vennero
raccolte
le
testimonianze
della
vita
francese
medioevale,
dai
costumi
alle
oreficerie,
dalle
maioliche
alle
armi,
dalle
statue
agli
arazzi.
Si
entra
nel
Museo
per
una
porta
che
da
direttamente
nella
corte.
Da
qui
l'edificio
si
presenta
in
tutta
la
sua
eleganza
e
sobrietà:
due
ordini
di
finestre
crociate
e
una
torre
scalare
ornata
dagli
emblemi
di
San
Giacomo.
Il
gotico
fiammeggiante
si
sprigiona
qui
nella
balaustra
a
coronamento
del
tetto
e
negli
ormai
classici
abbaini.
Nelle
ventiquattro
sale
del
Museo
sono
riunite
le
collezioni
raccolte
da
Alexandre
du
Sommerand
e
che,
per
i
loro
molteplici
aspetti
e
per
la
ricchezza
di
materiale,
sono
in
grado
di
darci
un
panorama
completo
di
quella
che
poteva
essere
la
vita
quotidiana
nel
Medioevo.
Una
delle
più
preziose
collezioni
del
museo
è
quella
delle
tappezzerie
tessute
nella
Loira
e
nelle
Fiandre
nel
XV
e
nel
XVI
secolo.
Nella
sala
XI,
detta
anche
la
Rotonda,
si
trova
il
famoso
arazzo
della
"Dame
à
Liocorne",
dei
primi
anni
del
XVI
secolo.
In
questo
piano
del
Museo
la
sala
più
famosa
e
più
bella
è
senza
dubbio
la
ventesima,
cioè
la
Cappella,
l'antico
oratorio
degli
abati.
Del
più
puro
stile
gotico
fiammeggiante,
ha
un
solo
pilastro
al
centro
della
stanza,
da
cui
partono
le
nervature
della
volta:
lungo
le
pareti,
una
serie
di
mensole
sorreggono
altrettante
nicchie
con
le
statue
della
famiglia
d'Amboise.
La
nota
più
preziosa
di
questa
Cappella
sono
i
celebri
arazzi
illustranti
la
Leggenda
di
Santo
Stefano,
un'opera
destinata
alla
cattedrale
di
Auxerre
e
compiuta
verso
il
1490.
In
corrispondenza
del
prospetto
settentrionale
dell’originario
Hôtel
de
Cluny,
nel
2000
è
stato
ricavato
anche
il
cosiddetto
giardino
medioevale,
un
ampio
spazio
verde
nel
quale
aiuole
fiorite
si
alternano
a
fontane
e
piante
d’alto
fusto,
riproponendo
le
principali
essenze
commestibili,
medicinali
e
decorative
diffuse
fra
XIII
e
XIV
secolo.

Pantheon
Sulla
cima
della
Montagne
Sainte-Geneviève,
non
lontano
dall'Università
Sorbona
e
dal
Jardin
du
Luxembourg,
il
Panthéon
si
affaccia
quasi
con
imponenza
sul
Quartiere
Latino
di
Parigi.
Già
nel
507,
questo
luogo
fu
scelto
dal
re
Clodoveo,
il
primo
re
dei
Franchi
Merovingi,
per
costruirvi
una
basilica
che
potesse
servire
da
mausoleo
per
lui
e
sua
moglie
Clotilde.
Il
monumento
attuale
è
una
chiesa
a
cupola,
con
pianta
a
croce
greca
(navata
e
transetto
della
stessa
lunghezza,
una
scelta
all'epoca
inedita
su
così
grande
scala
in
Francia),
che
prevedeva
un
ampio
portico
con
un
colonnato
in
stile
corinzio
a
sostenere
una
costruzione
lunga
circa
110
metri,
larga
84
e
alta
83.
Con
il
peristilio
a
sei
colonne
e
il
frontone
triangolare
(unico
all'epoca),
le
colonne
corinzie,
viene
generalmente
definita
un'opera
in
stile
neoclassico,
ma
la
navata
a
volta
proviene
dall'architettura
gotica,
mentre
la
cupola
a
tamburo
con
il
peristilio
esterno
richiama
lo
stile
classico
del
XVII
e
XVIII
secolo
francese
e
l'uso
delle
cupole
di
copertura
evoca
lo
stile
bizantino.
La
cupola,
il
cui
aspetto
richiama
quello
della
cattedrale
di
Saint
Paul
a
Londra,
è
costituita
da
tre
cupole,
di
cui
una
sola
visibile
dall'esterno,
incastrate
le
une
nelle
altre.
La
cripta
copre
tutta
la
superficie
dell'edificio,
con
quattro
gallerie
sotto
ciascuno
dei
bracci
della
navata.
Dopo
essere
entrato
in
una
sala
decorata
da
colonne
doriche,
il
visitatore
scopre
al
centro
dell’edificio
la
vasta
sala
a
volta
di
forma
circolare.
Una
cripta
incredibilmente
vasta,
che
sembrava
già
predestinare
l'edificio
a
diventare
il
tempio
degli
uomini
illustri.
Nel
suo
insieme,
il
progetto
rompe
con
gli
stili
classico
e
barocco
dei
secoli
precedenti
grazie
alla
perfetta
simmetria,
l'originale
altezza
delle
colonne
-
che
lo
distinguono,
ad
esempio,
da
Saint-Louis
des
Invalides
-
e
il
rifiuto
di
qualsiasi
eccesso
decorativo.

Il
sovrano
francese
Luigi
XV
fece
un
voto
nel
1744
in
base
al
quale,
se
si
fosse
ripreso
da
una
grave
malattia,
avrebbe
fatto
edificare
sulle
rovine
della
chiesa
di
Santa
Genoveffa
una
nuova
costruzione
degna
della
santa
patrona
di
Parigi.
Al
Marchese
de
Marigny
venne
commissionata
la
sovrintendenza
per
la
costruzione
del
nuovo
edificio,
della
cui
progettazione
venne
incaricato
l'architetto
Jacques-Germain
Soufflot.
Nonostante
le
fondamenta
venissero
gettate
nel
1758,
a
causa
di
gravi
problemi
economici,
il
completamento
della
costruzione
venne
eseguito
solo
dopo
la
morte
di
Soufflot,
per
opera
di
un
suo
pupillo,
Jean-Baptiste
Rondelet,
nel
1789,
proprio
in
coincidenza
con
lo
scoppio
della
Rivoluzione
francese,
al
seguito
della
quale
la
destinazione
dell'edificio
venne
commutata
dal
governo
rivoluzionario
da
santuario
a
mausoleo
per
le
importanti
personalità
nazionali.
E
tale
rimase
fino
al
1821
quando
il
re
Luigi
XVIII
decise
di
riconsegnare
il
Pantheon
a
quella
che
avrebbe
dovuto
essere
la
sua
destinazione
originaria
e
cioè
una
chiesa
cattolica
consacrata
al
culto
di
Santa
Genoveffa,
patrona
di
Parigi.
Tuttavia
il
15
agosto
1830
la
Monarchia
di
luglio
toglie
il
monumento
al
culto
religioso
e
ne
ripristina
la
destinazione
laica.
Questo
stato
di
cose
perdurerà
sino
al
1851
quando
la
Seconda
repubblica
francese
fa
ridiventare
chiesa
l'edificio.
Durante
tutto
questo
periodo
nessuna
personalità
viene
sepolta
nel
Pantheon
(ad
eccezione
di
Jacques-Germain
Soufflot,
architetto
del
monumento
stesso,
inumato
nel
1829).
Soltanto
nel
1885
con
la
solenne
sepoltura
di
Victor
Hugo,
viene
decisa
la
definitiva
soppressione
della
chiesa
di
Sainte
Geneviève
e
la
perenne
destinazione
laica
del
Pantheon.
Parallela
a
tutti
questi
cambiamenti
è
la
storia
dei
vari
simboli
che
sono
stati
via
via
posti
sulla
sommità
dell'edificio.

Si
comincia
nel
1790
con
una
croce
provvisoria,
tolta
l'anno
dopo
in
occasione
dei
funerali
di
Mirabeau
e
la
destinazione
laica
del
monumento.
Al
suo
posto
viene
collocata
una
statua
di
Claude
Dejoux
rappresentante
una
donna
che
dà
fiato
ad
una
tromba.
La
scultura
sarà
però
rimossa
il
3
gennaio
1822
con
l'inaugurazione
ufficiale
della
chiesa
di
Santa
Genoveffa
e
rimpiazzata
con
una
croce
di
bronzo
dorata.
Nel
1830,
nuova
laicizzazione
e
sostituzione
della
croce
con
la
bandiera
tricolore
francese.
Nel
1851
fa
ritorno
la
croce
dorata.
Tuttavia,
il
2
aprile
1871
i
Comunardi
ne
tagliano
i
bracci
laterali
e
l'utilizzano
come
asta
per
la
bandiera,
questa
volta,
rossa.
Finalmente,
nel
luglio
1873,
viene
piazzato
il
simbolo
attuale
e
cioè
una
croce
di
pietra
alta
4
metri
e
pesante
1500
kg
e
che,
da
allora,
nessuno
ha
più
ritenuto
necessario
rimuovere,
nonostante
la
definitiva
destinazione
laica
del
monumento.
Nel
1851
il
fisico
francese
Léon
Foucault
scelse
il
Pantheon
per
realizzare
una
sua
dimostrazione
scientifica
della
rotazione
della
Terra
installando
nella
cupola
centrale
della
costruzione
un
pendolo
della
lunghezza
di
circa
67
metri.
Nel
1995
la
sfera
metallica
originale
che
servì
per
l'esperimento
è
stata
donata
al
Pantheon
dal
Conservatoire
National
des
Arts
et
Métiers.
I
più
celebri
grandi
uomini
ammessi
al
Pantheon
durante
la
III,
la
IV
e
la
V
Repubblica
Terza
Repubblica
1885:
Victor
Hugo,
scrittore,
inumato
al
Pantheon
nel
1885.
1894:
il
presidente
della
Repubblica
francese
Sadi
Carnot,
assassinato
a
Lione
da
un
anarchico,
inumato
al
Pantheon
immediatamente
dopo
il
suo
assassinio.
1907:
Marcellin
Berthelot,
chimico
e
uomo
politico.
1908:
Emile
Zola,
scrittore
e
autore
del
celebre J'accuse che
segna
una
svolta
nell'affare
Dreyfus.
1920:
Léon
Gambetta,
uomo
politico
repubblicano.
Lo
stesso
giorno,
i
resti
del
milite
ignoto
vengono
trasferiti
al
Pantheon.
1924:
Jean
Jaurès,
uomo
politico
e
fondatore
della
SFIO,
assassinato
alla
vigilia
della
Prima
Guerra
mondiale.
1933:
Paul
Painlevé,
matematico
e
uomo
politico.
Quarta
Repubblica
1948:
Paul
Langevin,
fisico.
1949:
Adolphe-Sylvestre-Félix
Eboué,
nato
a
Cayenne,
deputato
della
Francia
coloniale.
1949:
Victor
Schoelcher,
uomo
politico,
protagonista
nella
lotta
per
l'abolizione
della
schiavitù.
1952:
Louis
Braille,
professore
e
inventore
della
scrittura
per
i
ciechi,
inumato
al
Pantheon
in
occasione
del
centenario
della
sua
morte.
Quinta
Repubblica
1964:
Jean
Moulin,
capo
combattente
della
Resistenza
interna.
André
Malraux
pronuncia
il
suo
celebre
discorso.
1964:
René
Cassin,
giurista,
partigiano,
premio
Nobel
per
la
pace,
tra
i
promotori
della
creazione
dell'Unesco
e
uno
degli
autori
della
Dichiarazione
universale
dei
Diritti
dell'Uomo.
1988:
Jean
Monnet,
economista,
padre
del
concetto
di
Unione
europea,
inumato
al
Pantheon
in
occasione
del
centenario
della
sua
morte.
1989:
l'abate
Baptiste-Henri,
conte
Grégoire
(1750-1831),
ecclesiastico,
senatore
e
conte
dell'Impero,
che
fu
un
sostenitore
della
concessione
della
cittadinanza
francese
agli
ebrei
e
dell'abolizione
della
schiavitù.
1989:
Gaspard
Monge,
matematico
e
fondatore
dell'Ecole
Polytechnique.
1989:
Jean-Antoine
de
Caritat,
marchese
di
Condorcet,
filosofo,
uomo
politico
e
matematico.
1995:
Pierre
e
Marie
Curie,
fisici,
premio
Nobel
per
la
fisica.
1996:
André
Malraux,
scrittore
e
ministro
della
Cultura.
2002:
Alexandre
Dumas,
scrittore.
2007:
i
Giusti
di
Francia,
omaggio
solenne
della
Nazione
ai
francesi
che
hanno
salvato
migliaia
di
giudei
durante
la
seconda
guerra
mondiale.
2011:
Aimé
Césaire,
poeta,
uomo
politico
e
fondatore
del
movimento
letterario
della
negritudine.

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