Les
Invalides
Tra
Place
Vauban
e
l'Esplanade
des
Invalides
si
stende
questo
vasto
complesso
di
edifici
che
comprende
l'Hotel
des
Invalides,
il
Dòme
e
la
chiesa
di
St-Louis.
Tutta
la
costruzione,
voluta
da
Luigi
XIV
e
affidata
a
Libéral
Bruant
nel
1671,
era
destinata
a
dare
asilo
ai
soldati
invalidi
che
spesso
erano
costretti
a
mendicare.
Terminata
nel
1676,
vi
vennero
poi
aggiunte
la
chiesa
di
St-Louis
e
il
Dòme,
su
progetto
di
Hardouin-Mansart.
I
primi
pensionati
si
installarono
nel
1674.
Contemporaneamente
ospizio,
caserma,
convento,
ospedale
e
manifattura,
l'Hôtel
era
una
vera
e
propria
città,
retta
da
un
sistema
militare
e
religioso
allo
stesso
tempo.
Alla
fine
del
XVII
secolo
ospitava
fino
a
4.000
pensionati.
Questi,
inquadrati
dai
loro
ufficiali,
erano
suddivisi
in
compagnie.
I
più
abili
garantivano
un
servizio
di
guardia,
in
particolare
alla
Bastiglia,
mentre
gli
altri
animavano
laboratori
di
calzoleria,
tappezzeria
e
miniatura.
Sotto
il
Consolato
prima
e
sotto
l'impero
poi,
Napoleone
Bonaparte
riorganizza
l'istituzione
e
avvia
la
trasformazione
della
chiesa
Saint-Louis
a
pantheon
militare
nazionale.
Tale
evoluzione
venne
consacrata
a
partire
dal
1840
mediante
la
costruzione,
sotto
la
Cupola,
della
tomba
dell'Imperatore.
Ai
giorni
nostri,
l'Hôtel
National
des
Invalides,
classificato
monumento
storico,
è
un
importante
luogo
della
memoria
nazionale.
Circa
cinquanta
enti
svolgono
qui
la
loro
attività.
Tra
questi,
l'Institution
Nationale
des
Invalides,
ospedale
militare,
insediato
nella
parte
sud
del
sito,
che
porta
avanti
la
vocazione
originaria
della
fondazione,
mentre
nella
parte
nord,
le
collezioni
del
musée
de
l'Armée
hanno
sostituito
i
veterani
del
re.

La
vastissima
area
dell'Esplanade,
nata
fra
il
1704
e
il
1720,
lunga
487
metri
e
larga
250,
è
il
giusto
scenario
per
l'Hôtel
des
Invalides.
Nel
giardino
che
precede
l'Hotel
sono
allineati
cannoni
di
bronzo
del
XVII
e
del
XVIII
secolo,
i
18
pezzi
della
"batteria
trionfale"
che
tuonano
in
occasione
di
importanti
avvenimenti
e,
ai
lati
dell'ingresso,
due
carri
armati
tedeschi
catturati
nel
1944.
La
severa
e
composta
facciata,
lunga
196
metri,
ha
quattro
ordini
di
finestre
e
un
maestoso
portale
al
centro
sormontato
da
un
rilievo
rappresentante
Luigi
XIV
e
affiancato
dalla
Prudenza
e
dalla
Giustizia.
Al
centro
del
cortile,
i
cui
lati
hanno
due
piani
di
arcate,
si
trova
la
statua
di
Seurre
rappresentante
Napoleone,
che
già
stava
sulla
colonna
di
Place
Vendome.
Interessante
da
vedere,
all'interno
della
chiesa
di
St-Louis-des-lnvalides,
è
la
cappella
Napoleone,
dove
è
conservato
il
carro
che
trasportò
le
spoglie
dell'imperatore
per
la
sepoltura
a
Sant'Elena
e
il
sarcofago
con
cui
il
corpo
fu
riportato
nel
1840
in
Francia.

Dôme
des
Invalides
-
Ritenuto
uno
dei
capolavori
dell'architetto
Hardouin-Mansart,
fu
eretto
tra
il
1677
e
il
1706.
Pure
forme
e
uno
stile
classico
e
sobrio
sono
le
caratteristiche
di
questo
edificio
a
pianta
quadrata
a
due
ordini.
La
facciata
è
un'opera
di
eleganza
e
di
simmetria:
sopra
i
due
ordini
di
colonne
coronate
da
un
frontone,
si
impianta
saldo
il
tamburo
con
colonne
binate
da
cui,
mediante
un
sobrio
passaggio
di
mensoloni,
si
slancia
la
snella
cupola
decorata
di
ghirlande
e
di
motivi
floreali.
Sotto
la
luce
del
sole,
scintillano
le
foglie
dorate
con
cui
è
coperta
la
calotta,
che
termina
con
una
lanternina
a
guglia,
alta
dal
suolo
107
metri.
L'interno,
a
croce
greca,
rispecchia
la
semplicità
che
emana
anche
dall'esterno.
Nei
pennacchi
della
cupola
Charles
de
la
Fosse
ha
dipinto
i
quattro
Evangelisti,
mentre
nella
calotta
ha
voluto
rappresentare
S.
Luigi
che
porge
al
Cristo
la
spada
con
cui
ha
sconfitto
gli
infedeli.
Esattamente
sotto
la
cupola,
si
apre
la
cripta
con
la
tomba
di
Napoleone.
I
decori
interni
realizzati
tra
il
1677
e
il
1706
esaltano
la
gloria
di
Luigi
XIV,
della
monarchia
e
dei
suoi
eserciti.
Si
può
dire
che
questa
chiesa
sia
un
vero
e
proprio
sacrario
delle
memorie
napoleoniche.
Qui,
infatti,
si
trovano
le
tombe
di
alcuni
membri
della
famiglia
dell'imperatore
e
di
altri
grandi
di
Francia.
Nelle
cappelle
di
destra,
la
tomba
del
fratello
Giuseppe
Bonaparte
e
quelle
dei
due
marescialli
Vauban
e
Foch.
Il
sepolcro
dell'altro
fratello
dell'imperatore,
Girolamo,
si
trova
nella
prima
cappella
a
sinistra,
a
cui
seguono
la
tomba
di
Turenne
e
quella
di
Lyautey.

Tomba
di
Napoleone
I
-
Il
5
maggio
1821,
a
Sant'Elena,
moriva
Napoleone
Bonaparte,
ma
solo
dopo
sette
anni
i
francesi
potevano
ottenere
dall'Inghilterra
il
permesso
di
riportare
il
loro
imperatore
nella
sua
terra.
Luigi
Filippo
inviò
il
figlio,
principe
di
Joinville,
a
Sant'Elena
per
procedere
all'esumazione
del
corpo
dell'imperatore.
Fu,
questo
di
ritorno
in
Francia,
l'ultimo
viaggio
trionfale
dell'uomo
più
amato
dal
suo
popolo,
più
venerato
dai
suoi
soldati,
più
temuto
dai
suoi
nemici.
Nel
settembre
del
1840
una
nave
francese
portò
il
corpo
di
Napoleone
a
Le
Havre,
per
risalire
poi
lentamente
tutto
il
corso
della
Senna
fino
a
Parigi.
Tutta
la
città,
praticamente,
assistette
il
15
dicembre,
sotto
una
tempesta
di
neve,
ai
funerali
dell'imperatore,
che
venne
fatto
sfilare
lentamente
per
i
grandi
boulevards,
passare
sotto
l'Arco
di
Trionfo,
scendere
per
gli
Champs-Elysées,
per
terminare
qui,
nel
Dôme
des
Invalides,
un
esilio
che
era
durato
fin
troppi
anni.
La
salma
fu
chiusa,
come
quella
di
un
faraone
egizio,
entro
sei
bare:
la
prima
di
lamiera,
la
seconda
di
mogano,
la
terza
e
la
quarta
di
piombo,
la
quinta
di
legno
d'ebano
e
la
sesta
di
quercia.
Esse
furono
poste
poi
nel
grande
sarcofago
di
porfido,
nella
cripta
appositamente
sistemata
dal
grande
architetto
Visconti
e
terminata
nel
1861.
Attorno
al
sarcofago,
le
dodici
"Vittorie"
scolpite
da
Pradier
simbolizzano
le
campagne
militari
di
Napoleone.
Sul
pavimento
di
marmo
policromo
sono
iscritte
8
celebri
vittorie.
L'opera
civile
dell'Imperatore
viene
evocata
da
10
basso-rilievi
scolpiti
da
Simart,
che
decorano
i
muri
della
cripta
(pacificazione
della
nazione,
centralizzazione
amministrativa,
consiglio
di
Stato,
Codice
Civile,
Concordato,
Università
imperiale,
Corte
dei
conti,
codice
del
commercio,
Grandi
lavori,
Legione
d'onore).
Nella
cella,
sotto
una
statua
di
Napoleone
in
costume
del
Sacre,
riposa
suo
figlio,
l'Aiglon,
il
re
di
Roma.

La
chiesa
Saint-Louis
des
Invalides
-
La
cattedrale
di
San
Luigi
degli
Invalidi,
anche
conosciuta
come
Chiesa
dei
Soldati,
è
un
importante
luogo
di
culto
cattolico,
essendo
la
sede
vescovile
dell'ordinariato
militare
in
Francia.
Nel
1676
l'architetto
Jules
Hardouin
Mansart
ebbe
l'incarico
di
progettare
una
chiesa
destinata
all'utilizzo
degli
ospiti
della
struttura,
e
l'edificazione
di
questa
iniziò
nel
marzo
1676
per
terminare
circa
trent'anni
dopo,
nel
1706.
La
cerimonia
di
apertura
vi
fu
l'anno
stesso,
con
la
consegna
delle
chiavi
a
Luigi
XIV.
Contemporaneamente,
a
partire
dal
1680,
sempre
su
progetto
di
Mansart,
alle
spalle
della
chiesa
ne
venne
costruita
un'altra
a
croce
greca,
con
alta
cupola
dorata,
originariamente
facente
le
funzioni
di
cappella
palatina
e
successivamente
adibita
a
tomba
di
Napoleone;
dal
1873
i
due
luoghi
di
culto
sono
collegati
tramite
un'ampia
vetrata
che
si
apre
nella
parete
di
fondo
di
entrambi.
In
seguito
alla
conversione
di
gran
parte
del
complesso
in
Musée
de
l'Armée,
la
chiesa
è
rientrata
all'interno
del
percorso
museale,
divenendo
successivamente
cattedrale
dell'Ordinariato
militare
in
Francia,
eretto
nel
1952.
La
cattedrale
di
San
Luigi
degli
Invalidi
è
in
stile
neoclassico,
ed
è
situata,
all'interno
del
complesso
dell'Hôtel
des
Invalides,
tra
la
cappella
reale,
ospitante
la
tomba
di
Napoleone,
e
il
cortile
d'onore.
Su
quest'ultimo
dà
l'ingresso
principale
della
chiesa,
costituito
da
tre
portali
che
si
aprono
sul
portico
con
loggia
che
corre
sui
quattro
lati
del
cortile;
in
corrispondenza
della
cattedrale,
vi
è
un
avancorpo
poco
sporgente
a
due
ordini,
entrambi
divisi
in
tre
campate
da
coppie
di
colonne
corinzie;
al
centro
dell'ordine
superiore,
la
statua
di
Charles
Émile
Marie
Seurre
raffigurante
Napoleone,
realizzata
nel
1805
con
il
bronzo
fuso
di
alcuni
cannoni.
 L'interno
della
cattedrale
è
a
tre
navate
divise
da
due
file
di
archi
a
tutto
sesto
poggianti
su
pilastri.
La
navata
centrale
è
coperta
con
volta
a
botte
lunettata,
mentre
le
navate
laterali,
e
il
soprastante
matroneo,
sono
coperte
con
volta
a
crociera;
grandi
finestre
ad
arco
danno
luce
all'interno.

A
metà
della
navata
maggiore,
sulla
destra,
si
trova
il
pulpito
in
marmo,
ornato
da
un
bassorilievo
dorato
con
Gesù
che
predica
alle
folle.
In
fondo
alla
navata,
si
trova
il
presbiterio,
cinto
da
una
balaustra;
al
centro
è
posto
l'altare
maggiore
in
marmi
policromi,
sormontato
dal
grande
tabernacolo
e
affiancato
dalla
cattedra,
costituita
da
un
tronetto
in
legno
con
un
dossale
in
marmo.
A
metà
delle
due
navate
laterali,
si
trovano
la
cappella
della
Madonna
e
il
battistero,
con
semplice
fonte
battesimale
marmoreo.
La
parete
fondale
della
navata
centrale
è
costituita
da
un'ampia
vetrata
che
dà
sulla
retrostante
cappella
reale
degli
Invalidi.
Il
fregio
della
chiesa
è
decorato
con
un
centinaio
di
trofei
sottratti
al
nemico,
costellando
la
storia
delle
armate
francesi
dal
1805
al
XX
secolo.
Testimoni
di
una
tradizione
secolare,
questi
trofei
sono
rimasti
appesi
nella
volta
della
cattedrale
di
Notre-Dame
di
Parigi
fino
alla
Rivoluzione.
Quelli
sopravvissuti
alla
distruzione
furono
trasferiti
agli
Invalides
dal
1793.
L'Hôtel
ha
ricevuto
allora
l'incarico
di
custodire
gli
stemmi
e
i
trofei
di
Francia.
Circa
1500
di
questi
trofei
vennero
incendiati
nel
cortile
dal
governatore
degli
Invalides
nel
1814,
pur
di
non
vederli
cadere
in
mano
al
nemico.
Dedicata
a
Saint
Louis
e
consacrata
alla
Santa
Trinità,
la
chiesa
è
amministrativamente
collegata
al
musée
de
l'Armée
sin
dalla
sua
creazione,
nel
1905.
Oggi
è
la
cattedrale
degli
eserciti
francesi.

Lo
strumento
è
a
trasmissione
elettrica,
con
64
registri
(dei
quali
54
reali);
il
materiale
fonico
è
interamente
collocato
all'interno
della
cassa
lignea
barocca,
progettata
da
Jules
Hardouin
Mansart,
che
presenta
una
mostra
formata
da
canne
di
Principale
disposte
in
più
campi.
La
consolle,
anch'essa
in
cantoria,
è
moderna;
essa
ha
tre
tastiere,
di
61
note
ciascuna,
e
pedaliera
dritta
di
32
note,
con
i
registri,
e
le
unioni
e
gli
accoppiamenti
azionati
da
placchette
a
bilico
poste
su
più
file
ai
lati
e
al
di
sopra
del
manuali.
Sulla
cantoria
in
controfacciata,
si
trova
l'organo
a
canne,
costruito
tra
il
1679
e
il
1687
da
Alexandre
Thierry,
successivamente
più
volte
rimaneggiato
e
nel
1957
ricostruito
dalla
ditta
organaria
Beuchet-Debierre.
Corte
d'onore
degli
Invalides
-
I
cannoni
francesi
dei
secoli
XVII-XIX
-
La
corte
d'onore
dell'Hôtel
des
Invalides
presenta
un'eccezionale
batteria
formata
da
60
cannoni
classici
francesi
in
bronzo,
veri
e
propri
gioielli
delle
collezioni
di
artiglieria
del
musée
del'Armée.
Questi
pezzi
hanno
segnato
200
anni
di
storia
dell'artiglieria
del
territorio
francese
secondo
un
percorso
che
propone
ai
visitatori
di
scoprire
la
costruzione
di
materiali,
il
loro
ruolo,
e
l'epopea
dei
grandi
artiglieri
francesi.
Il
percorso
inizia
con
i
primi
modelli
di
cannoni
classici
francesi,
messi
a
punto
dai
fratelli
Keller
nel
1666.
Sono
questi
pezzi
di
grosso
calibro
ad
essere
sistemati
nelle
roccaforti
in
occasione
delle
guerre
di
Luigi
XIV
e
che
hanno
consentito
il
successo
di
Vauban.
Il
cannone
classico
francese
ha
conosciuto
un
grande
successo
e
varie
evoluzioni.
Poi
viene
presentato
un
complesso
di
trenta
cannoni
cosiddetti
d'ordinanza
reale
del
1732.
Questi
pezzi
prestigiosi
sono
tutti
decorati
con
decori
araldici
e
mitologici,
in
maniera
regolamentata.
A
partire
dal
1764,
i
cannoni
a
sistema
Grìbeauval
-
dal
nome
del
loro
creatore
-
sostituiscono
i
cannoni
classici
francesi.
Questa
nuova
artiglieria,
più
maneggevole
e
meglio
organizzata,
avrà
esito
eccellente
durante
le
guerre
di
rivoluzione
e
imperiali.
Napoleone
Bonaparte,
artigliere
di
formazione,
sarà
in
grado
di
sfruttarla
al
meglio,
in
particolare
durante
le
due
campagne
d'Italia
e
le
battaglie
di
Friedland
e
di
Wagram.
A
partire
dal
1825,
il
sistema
Valée
sostituisce
il
sistema
Gribeauval.
I
cannoni
di
questi
due
sistemi
sono
più
funzionali
e
meno
decorati
rispetto
ai
cannoni
classici
francesi.
Gli
otto
mortai
presentati
sono
stati
realizzati
per
le
guerre
della
Rivoluzione
e
dell'Impero.
Agli
angoli
del
cortile
sono
esposti
due
grossi
obici
che
sono
stati
ideati
per
bombardare
Cadice,
in
occasione
dell'assedio
di
questa
città
nel
1810
da
parte
dell'esercito
francese.
Potevano
lanciare
palle
a
quasi
sei
chilometri
di
distanza,
performance
senza
precedenti
all'epoca.

Musée
de
l'Armée
-
Il
museo
conserva
e
presenta
al
pubblico
un
eccezionale
insieme
di
opere
e
oggetti
relativi
alla
storia
militare
della
Francia,
dal
Medio
Evo
al
XX
secolo:
antiche
armature,
uniformi,
componenti
di
equipaggiamenti,
coltelli,
spade,
armi
ed
armamenti
(armi
bianche,
armi
da
fuoco..),
armi
di
lusso,
pezzi
d'artiglieria,
stemmi,
ornamenti,
statuette
storiche,
strumenti
musicali,
quadri,
fotografie,
sculture,
effetti
personali
di
grandi
personaggi
storici.
Armature
e
armi
antiche,
secoli
XIII-XVII:
la
ricchezza
delle
sue
collezioni
antiche
fa
del
musée
de
l'Armée
uno
dei
tre
maggiori
musei
di
armi
a
livello
internazionale.
Da
Luigi
XIV
a
Napoleone
III,
1643-1870:
Le
collezioni
di
questo
reparto
rappresentano
un
complesso
unico
al
mondo,
sia
per
varietà
che
per
numero:
uniformi
di
semplici
soldati
o
pezzi
di
lusso,
equipaggiamenti
di
innumerevoli
reggimenti
francesi
e
stranieri,
armi,
bardature,
ordini
e
decori,
emblemi,
statuette
storiche,
strumenti
musicali
e
modellini
d'artiglieria
si
affiancano
agli
effetti
personali
di
personaggi
illustri,
quali
Napoleone
Bonaparte
e
i
suoi
marescialli.
A
tutto
ciò
fa
eco
un
notevole
complesso
di
dipinti
contemporanei
agli
eventi.
Le
due
guerre
mondiali,
1871-1990:
queste
sale
ritracciano
la
storia
militare
della
Francia
dal
1871
ai
1990
e
in
generale
quella
dei
due
grandi
conflitti
mondiali
del
XX
secolo.
Questa
presentazione
si
basa
su
un
migliaio
di
oggetti
testimoniano
la
varietà
delle
collezioni:
uniformi
francesi
e
straniere,
alcune
delle
quali
sono
appartenute
a
illustri
capi
militari
(Foch,
Joffre,
de
Lattre,
Ledere...),
oggetti
riportati
dalle
antiche
colonie,
modelli
storici,
armamenti
(armi
bianche,
pistole,
fucili,
mitragliatrici...),
oggetti
di
vita
quotidiana
dei
soldati,
pezzi
di
prestigio
(bastoni
dei
marescialli
e
spade
d'onore).
Emblemi,
dipinti
e
archivi
personali
(lettere,
cartoline...)
la
arricchiscono
assieme
a
film
documentar!,
fotografie,
cartine
e
bassorilievi
che
completano
questo
percorso
dinamico
e
pedagogico.

Pont
Alexandre
III
Ecco
un
altro
dei
numerosi
ponti
parigini,
quello
che
con
una
sola
arcata
metallica
lunga
107
metri
e
larga
40
unisce
l'Esplanade
des
Invalides
agli
Champs-Elysées.
Costruito dal 1896 al 1900, in stile Art
Nouveau, porta il nome dello zar Alessandro III il cui
figlio
Nicola
II
lo
aveva
inaugurato.
Il
ponte
fu
infatti
costruito
per
celebrare
l'avvenuta
alleanza
russo-francese
tra
lo
zar
Alessandro
III
di
Russia
e
il
presidente
francese
Marie
François
Sadi
Carnot. Ghirlande fiorite, fanali sorretti da putti,
allegorie
di
geni
marini
formano
la
ricca
decorazione
che
impreziosisce
il
ponte.
Il
ponte
ha
cambiato
diverse
volte
colore,
dal
grigio
iniziale
al
verde-bruno
al
grigio
perla.
Ha
ripreso
il
suo
colore
originale
in
occasione
del
suo
totale
restauro
nel
1998.
Sui due piloni sulla riva destra stanno le
rappresentazioni
della
Francia
medioevale
e
della
Francia
moderna,
mentre
su
quelli
della
riva
sinistra
si
trovano
le
statue
rappresentanti
la
Francia
rinascimentale
e
quella
al
tempo
di
Luigi
XIV.
Le allegorie della Senna e della Neva, ancora per
simboleggiare
la
Francia
e
la
Russia,
stanno
sui
piloni
all'ingresso
del
ponte.
Caratteristiche
-
Tipo
di
costruzione :
Ponte
ad
arco
a
tre
articolazioni
-
Costruzione :
1896
-
1900
-
Inaugurazione :
14
aprile
1900
-
Architetti :
Cassien-Bernard
e
Gaston
Cousin
-
Ingegneri
costruttori :
Jean
Résal
e
Amédée
Alby
-
Decorazioni :
Georges
Récipon,
Emmanuel
Frémiet,
Jules
Coutan,
Henri
Gauquié,
Grandzlin,
Pierre
Granet,
Alfred
Lenoir,
Laurent
Marqueste,
André
Massoule,
Gustave
Michel,
Léopold
Morice,
Abel
Poulin,
Clément
Steiner
-
Materiale
struttura
portante :
acciaio
-
Lunghezza
totale :
160
metri
-
Lunghezza
della
travata
principale :
107,50
metri
-
Larghezza :
40
metri
-
Freccia :
1/17
(rapporto
altezza/luce)
-
Impresa
costruttrice :
"Groupe
Fives-Lille"
e
altre
-
Classificazione
come
monumento
storico :
1975

Palais
Bourbon
Palais
Bourbon
è
un
edificio
storico
che
si
trova
davanti
al
Pont
de
la
Concorde.
Porta
la
firma
di
ben
quattro
famosi
architetti:
il
Giardini
che
lo
iniziò
nel
1722,
il
Lassurance
che
continuò
i
lavori,
l'Aubert
e
il
Gabriel
che
lo
terminarono
nel
1728.
In
origine
fu
costruito
per
la
figlia
di
Luigi
XIV,
la
duchessa
di
Borbone,
che
dette
il
suo
nome
al
palazzo.
Divenne
nel
1764
proprietà
del
principe
Luigi-Giuseppe
di
Borbone-Condé
e
fu
da
questi
ampliato
fino
a
raggiungere
l'aspetto
che
ha
attualmente,
imponente
e
nobile
sulla
piazza
che
porta
lo
stesso
nome.
Dal
1803
al
1807
Napoleone
fece
costruire
dal
Poyet,
aperta
sulla
Senna,
la
facciata
neoclassica,
in
armonia
con
l'altra
della
Madeleine
che
la
fronteggia
lontana,
in
fondo
alla
Rue
Royale.
Il
portico
della
facciata
reca
un
frontone
allegorico,
che
il
Cortot
scolpì
nel
1842.
Altri
bassorilievi
allegorici
nelle
ali
sono
opera
di
Rude
e
di
Pradier.
Il
palazzo
risente
delle
modifiche
effettuate
nel
corso
del
XVIII
secolo,
senza
per
questo
perdere
armonia.
L'entrata
principale
dell'edificio
dà
sulla
piazza
omonima
e
conserva
l'aspetto
settecentesco.
L'interno
è
ricco
di
opere
d'arte:
basterà
ricordare
che
Delacroix
vi
decorò
dal
1838
al
1845
la
Biblioteca
con
la
Storia
della
Civiltà,
mentre
sempre
in
questa
stanza,
Houdon
scolpì
i
busti
di
Diderot
e
di
Voltaire.
Sede,
prima,
del
Consiglio
dei
Cinquecento
e
poi
Camera
dei
Deputati,
oggi
ospita
l'Assemblea
Nazionale.
Il
palazzo
è
stato
decorato
in
gran
parte
da
Eugène
Delacroix,
massimo
esponente
della
pittura
romantica
nella
prima
metà
dell'Ottocento.
All'interno
vanno
segnalati:
-
la
Sala
delle
Sedute,
realizzata
nel
1832,
un
emiciclo
intorno
al
quale
si
trovano
20
imponenti
colonne
ioniche
marmoree,
alcuni
bassorilievi
e
arazzi
della
scuola
dei
Gobelins;
-
la
Sala
dei
Passi
Perduti,
con
un
soffitto
dipinto
da
Claude-Joseph
Vernet;
-
la
Sala
delle
Conferenze,
che
conserva
alcuni
dipinti
e
sculture
di
pregio,
e
l'annesso
vestibolo;
-
la
Biblioteca,
che
conserva
decorazioni
realizzate
fra
il
1838
e
il
1847
da
Delacroix,
fra
i
quali
merita
una
menzione
la
Storia
della
Civiltà
dipinta
nella
volta,
e
che
ospita
i
busti
commerorativi
di
Voltaire
e
Denis
Diderot
realizzati
da
Jean-Antoine
Houdon;
la
Biblioteca
custodisce
preziose
opere
tra
le
quali
vanno
segnalate
il
Codice
Borbonicus,
gli
atti
originali
del
processo
di
Giovanna
d'Arco
e
vari
manoscritti
del
filosofo
Jean-Jacques
Rousseau.
-
il
Salone
del
Re,
che
conserva
le
raffigurazioni
della
Giustizia,
dell'Agricoltura,
dell'Industria
e
della
Guerra
realizzate
da
Delacroix.

Saint-
Germain-des-Pres
L'abbazia
di
San
Germano
dei
prati
è
uno
dei
più
antichi
luoghi
di
culto
cattolici
di
Parigi.
Del
complesso,
attualmente
rimane
soltanto
la
chiesa,
uno
dei
primi
edifici
in
stile
gotico
della
città,
costruita
in
luogo
di
una
più
antica
tra
il
1014
e
il
1163.
Dal
26
ottobre
1953
è
monumento
storico
di
Francia.
Le
sue
origini
risalgono
al
542
quando
re
Childeberto
I
la
fece
costruire
per
custodirvi
delle
reliquie
di
San
Vincenzo
che
egli
aveva
ricevuto
in
Spagna
durante
l'assedio
di
Saragozza:
Childeberto
stava
infatti
assediando
la
città
quando
udì
che
la
popolazione
si
era
posta
sotto
la
protezione
di
San
Vincenzo.
Questo
lo
portò
a
scegliere
di
interrompere
l'assedio
per
non
contrastare
la
protezione
divina
invocata
e
come
tale
lasciò
la
città.
In
segno
di
gratitudine
per
aver
interrotto
le
ostilità,
il
vescovo
di
Saragozza
gli
offrì
in
dono
la
stola
di
San
Vincenzo
che
in
quella
città
era
conservata.
Posta
quindi
sotto
patronato
reale,
l'abbazia
divenne
una
delle
più
ricche
di
Francia;
essa
accolse
un
importante
scriptorium
già
a
partire
dall'XI
secolo
e
rimase
un
centro
della
vita
intellettuale
cattolica
francese
sino
alla
Rivoluzione
francese.
Nel
558
la
chiesa
venne
ufficialmente
dedicata
a
San
Vincenzo
ad
opera
di
Germano,
vescovo
di
Parigi,
il
23
dicembre;
quello
stesso
giorno
Childeberto
morì.
Per
commemorare
questi
eventi,
presso
la
chiesa
venne
eretto
anche
un
monastero,
i
cui
abati
avevano
giurisdizione
temporale
e
spirituale
sull'area
del
quartiere
di
Saint-Germain,
che
si
era
formato
attorno
alla
chiesa
(questo
privilegio
ebbe
valore
sino
al
1670).
La
chiesa
venne
quindi
saccheggiata
più
volte
ed
incendiata
dai
Normanni
nel
IX
secolo
sino
a
venire
ricostruita
nel
1014
e
completata
nel
1163,
quando
venne
dedicata
da
papa
Alessandro
III
in
persona.
Il
santo
patrono
scelto
fu
San
Germano
di
Parigi
(in
francese,
appunto,
Saint
Germain
de
Paris),
quello
stesso
vescovo
che
aveva
consacrato
l'antica
chiesa
e
che
era
stato
successivamente
canonizzato.
Le
grandi
mura
di
Parigi,
erette
sotto
il
regno
di
Filippo
II
di
Francia,
non
comprendevano
la
chiesa,
il
che
consentì
al
complesso
di
espandersi
ulteriormente.
Venne
costruito
un
nuovo
refettorio
per
il
monastero
ad
opera
di
Pierre
de
Montereau
attorno
al
1239
(questi
fu
più
tardi
l'architetto
della
Sainte-Chapelle).

Il
portale
venne
realizzato
nel
XII
secolo
e,
dopo
che
questo
crollò
rovinosamente
nel
1604,
venne
rimpiazzato
da
un
nuovo
portale
classicheggiante
nel
1606,
eseguito
da
Marcel
Le
Roy.
Nel
Seicento
l'abbazia
era
divenuta
una
potentissima
sede
benedettina
e
nel
1618
vi
sorse
la
congregazione
di
San
Mauro,
che
la
rese
un
fondamentale
centro
culturale.
Venne
soppressa
durante
la
Rivoluzione,
dopo
che
gran
parte
dell'edificio
era
andata
distrutta
in
un
incendio
nel
1794.
Nelle
vicinanze
del
monastero
ebbe
luogo
uno
degli
episodi
più
feroci
della
Rivoluzione
Francese:
il
massacro
di
318
preti
da
parte
della
folla,
il
3
settembre
1792.
La
chiesa,
chiusa
al
culto,
venne
riaperta
nel
1803.
Tra
il
1821
e
il
1854,
al
chiesa
fu
oggetto
di
una
lunga
serie
di
restauri
conservativi,
dapprima
sotto
la
direzione
di
Étienne-Hippolyte
Godde,
poi,
dal
1840,
di
Victor
Baltard.
Nel
2012,
è
stato
realizzato
il
nuovo
presbiterio
sotto
la
crociera.
La
chiesa
attuale
è
priva
di
facciata:
si
accede
all'edificio,
infatti,
tramite
portale
marmoreo
del
XII
secolo,
preceduto
da
un
protiro
seicentesco,
il
quale
è
posto
alla
base
di
una
delle
tre
torri
originarie,
l'unica
sopravvissuta,
che
contiene
nella
cella
campanaria
una
delle
più
antiche
campane
di
Francia.
Un
secondo
ingresso
è
sul
lato
destro
della
chiesa
e,
anch'esso
in
stile
barocco,
è
opera
di
Marcel
Le
Roy
che
lo
realizzò
nel
1606.
All'incrocio
del
transetto,
ai
due
lati
del
coro,
si
trova
ciò
che
resta
di
antichi
campanili,
ora
ridotti
a
due
tozze
torri
alte
fino
al
cleristorio
della
navata
centrale.
L'area
absidale
presenta,
esternamente,
una
serie
di
archi
rampanti
che
sostengono
la
struttura,
decorati
alla
base
con
delle
colonnine.
Secondo
alcune
ipotesi,
sarebbero
il
primo
esempio
di
tale
sostegno
nella
storia
dell'architettura.
Internamente,
la
chiesa
presenta
una
pianta
a
croce
latina.
L'aula
è
divisa
in
tre
navate
coperte
con
volte
a
crociera
da
arcate
a
tutto
sesto
poggianti
su
pilastri
con
semicolonne;
la
navata
maggiore
è
decorata
con
affreschi
policromi
e
presenta,
nella
parte
superiore
delle
pareti,
un
cleristorio
formato
da
ampie
monofore,
senza
triforio
o
matroneo.
Oltre
il
transetto,
essa
continua
con
il
profondo
coro,
circondato
da
un
deambulatorio
con
cappelle
radiali
e
terminante
con
abside
semicircolare,
le
cui
pareti
presentano
dei
mosaici
e,
al
di
sotto
del
cleristorio,
un
basso
triforio.
Fra
le
vetrate
conservate
all'interno
della
chiesa,
le
più
antiche
sono
nella
cappella
di
Santa
Genoveffa
e
risalgono
al
XIII
secolo.
Tra
le
sepolture
famose
si
ricordano
quelle
del
filosofo
Cartesio,
del
poeta
Nicolas
Boileau,
di
Jean
Mabillon,
fondatore
della
paleografia
e
della
diplomatica,
e
del
re
Giovanni
II
Casimiro
di
Polonia,
divenuto
abate
di
Saint
Germain
des
Prés
nel
1669.
Nel
transetto,
inoltre,
si
trovano
due
altari
laterali
barocchi
del
XVII
secolo:
quello
di
sinistra
è
dedicato
a
san
Francesco
Saverio,
mentre
quello
di
destra
a
santa
Margherita.
Il
presbiterio
è
situato
nella
crociera
ed
è
costituito
da
moderni
arredi
in
marmo
(altare
a
ambone)
e
legno
(sede
e
crocifisso);
al
centro
dell'abside,
si
trova
ancora
l'altare
maggiore
neogotico,
sul
quale
è
posto
il
tabernacolo
installato
nel
2014.

Sulla
cantoria
in
controfacciata
si
trova
l'organo
a
canne
della
chiesa,
ricostruito
nel
1973
dalla
ditta
organaria
Haerpfer-Erman.
Prima
dell'organo
ottocentesco
ve
ne
erano
stati
altri
due:
il
primo
risalente
al
XV
secolo,
il
secondo
costruito
nel
1661
da
Pierre
e
Alexandre
Thierry
e
nel
1798
trasferito
nella
Chiesa
di
Saint-Eustache.
Lo
strumento
attuale
venne
acquistato
nel
1805
e
proveniva
dalla
abbazia
di
San
Vittore,
per
la
quale
era
stato
costruito
nel
1691
da
Alexandre
Thierry
e
successivamente
più
volte
modificato
da
vari
organari;
una
volta
trasferito
nella
sua
nuova
collocazione,
è
stato
ricostruito
da
Jean-Baptiste
Stoltz
nel
1862
prima
dell'intervento
di
Haerpfer-Erman.
L'organo
a
canne
è
a
trasmissione
integralmente
meccanica
e
conta
56
registri.
Il
materiale
fonico
è
integralmente
alloggiato
all'interno
della
cassa
lignea
ottocentesca,
con
positivo
tergale
e
mostra
composta
da
canne
di
Principale
con
bocche
a
scudo,
sormontata
da
alcune
sculture
di
angeli.
La
consolle
(organo)|consolle]]
si
trova
anch'essa
in
cantoria
ed
è
a
finestra;
essa
dispone
di
quattro
tastiere
di
56
note
ciascuna
e
pedaliera
concava
di
30
note;
i
registri
sono
azionati
da
pomelli
ad
estrazione
posti
su
più
file
verticali
alla
destra
e
alla
sinistra
dei
manuali.
Il
palazzo
abbaziale
in
pietra
e
mattoni
fu
costruito
nel
1586
per
Carlo
di
Borbone,
cardinale
ed
abate
di
Saint-Germain
e,
per
brevissimo
tempo,
pretendente
al
trono
di
Francia.
Più
di
dieci
abati
si
susseguirono
sino
alla
Rivoluzione,
quando
il
palazzo
fu
venduto.
James
Pradier,
scultore
del
XIX
secolo,
famoso
per
le
sue
sculture
femminili,
installò
qui
il
suo
studio.
Il
palazzo
è
rinomato
soprattutto
per
l'abbinamento
di
vari
materiali
e
per
le
belle
finestre
verticali.

Saint-Sulpice
La
chiesa
di
Saint-Sulpice
è
un
importante
luogo
di
culto
dedicato
a
san
Sulpizio
il
Pio
Durante
i
lavori
di
costruzione
dell'attuale
chiesa
nel
1724,
venne
riscoperta
una
pietra
tombale
risalente
al
X
secolo,
fatto
che
per
molto
tempo
ha
fatto
discutere
gli
storici
circa
l'antichità
della
costruzione
della
chiesa
di
Saint-Sulpice
di
Parigi.
Questo
ritrovamento,
infatti,
proverebbe
l'esistenza
di
un
luogo
di
culto
e
più
propriamente
di
un
cimitero
che
vi
sorgeva
attorno
già
da
epoche
remote.
Tra
il
XII
ed
il
XIV
si
sa
per
certo
che
la
cappella
precedente
venne
abbattuta
ed
al
suo
posto
vi
venne
eretta
una
chiesa
vera
e
propria.
I
lavori
vennero
promossi
da
Francesco
I
di
Francia
e
vennero
completati
nel
1614
con
l'apposizione
anche
di
tre
cappelle.
Questa
necessità
pervenne
dall'ingrandirsi
degli
allora
borghi
di
Saint-Germain-des-Prés
e
Saint-Germain
e
quindi
da
qui
la
necessità
di
costruire
una
chiesa
più
grande
per
accogliere
un
sempre
maggiore
numero
di
fedeli
e
in
questo
l'antica
cappella
si
era
dimostrata
insufficiente
in
quanto
i
posti
erano
limitati
ad
alcune
dozzine.
La
chiesa
venne
ricostruita
a
partire
del
1645
ed
il
progetto
affidato
all'architetto
Christophe
Gamard
su
incarico
dell'abate
di
Saint-Germain-des-Prés
con
la
posa
della
prima
pietra
ad
opera
di
Gastone
d'Orleans.
La
nuova
chiesa
venne
largamente
voluta
anche
dal
parroco,
Jean-Jacques
Olier,
insigne
teologo
che
fu
anche
fondatore
dell'omonima
congregazione
sacerdotale
con
sede
nella
chiesa
stessa.
Il
progetto,
ad
ogni
modo,
si
dimostrò
ben
presto
inadatto
alla
nuova
chiesa
ed
i
lavori
vennero
così
bloccati
e
un
nuovo
progetto
venne
affidato
agli
architetti
Daniel
Gittard
e
Louis
Le
Vau
che
il
20
febbraio
1655
consentirono
finalmente
alla
regina
Anna
d'Austria
di
posare
ufficialmente
la
prima
pietra
della
nuova
costruzione.
Il
cantiere
si
fermò
dal
1678
al
1718
per
mancanza
di
fondi.
In
totale
la
chiesa
impiegò
130
anni
per
venire
completata.
La
facciata,
con
doppio
colonnato
ionico,
di
stile
neoclassico,
è
opera
di
Giovanni
Niccolò
Servandoni,
architetto
e
decoratore,
realizzata
tra
il
1732
ed
il
1754,
tra
difficoltà
e
modifiche.
La
torre
sud
risale
al
1749,
rimasta
incompiuta,
è
opera
di
Oudot
de
Maclaurin.
La
facciata
è
stata
restaurata
nel
1777,
sotto
la
guida
di
Jean
Chalgrin
che
ha
realizzato
anche
la
torre
nord;
in
quest'occasione,
fu
terminato
il
campanile
dalla
ricca
iconografia
e
vi
fu
posta
una
delle
campane
più
grandi
della
capitale.
La
chiesa
è
dal
20
maggio
1915
monumento
nazionale
di
Francia.

La
chiesa
di
Saint-Sulpice
non
è
orientata,
come
tradizione,
secondo
l'asse
ovest-est,
ma
secondo
quello
nord-sud
ed
ha
una
lunghezza
di
120
metri,
una
larghezza
di
57
ed
un'altezza
alla
volta
centrale
di
30
metri,
distinguendosi
così
per
essere
la
seconda
chiesa
più
grande
di
Parigi
dopo
Notre
Dame.
Da
notare
inoltre,
nella
parte
nord
del
transetto,
la
presenza
di
una
meridiana,
a
forma
di
obelisco
e
con
un
filo
di
ottone
incardinato
nel
monumento
e
nel
pavimento
della
chiesa,
in
direzione
sud.
È
stato
installato
nel
XVIII
secolo
dagli
studiosi
dell'Osservatorio
di
Parigi
su
richiesta
del
curato
del
luogo,
desideroso
di
stabilire
con
precisione
la
data
dell'equinozio
di
marzo,
e
quindi
quella
di
Pasqua.
Ogni
giorno
dell'anno,
quando
il
sole
culmina
a
mezzogiorno,
i
suoi
raggi
attraversano
una
lente
situata
nella
vetrata
del
transetto
sud
e
va
a
toccare
la
linea
di
ottone,
più
o
meno
vicino
all'obelisco
a
seconda
del
periodo
dell'anno.
La
cattedra
di
Saint-Sulpice
è
un
pulpito
sopraelevato
su
cui
sedeva
un
tempo
il
parroco
della
cattedrale
parigina
durante
le
celebrazioni
importanti
e
per
le
prediche
dal
pulpito.
Essa
venne
realizzata
nel
1788
da
Charles
de
Wailly
e
donata
dal
Duca
di
Aiguillon,
pronipote
del
cardinale
Richelieu,
il
quale
fu
un
donatore
della
parrocchia.
Il
trono
è
un'opera
artistica
e
di
equilibrio
nello
stesso
tempo:
essa
è
realizzata
in
marmo
e
legno
di
quercia
e
si
regge
unicamente
sulle
due
scale
laterali
che
conducono
alla
seduta.
Nel
1791
monsignor
de
Panesmont,
parroco
della
chiesa,
dichiarò
il
suo
rifiuto
di
prestare
giuramento
alla
Costituzione
Civile
del
Clero
da
questa
sede,
davanti
alla
guardia
nazionale
ed
ai
suoi
seguaci,
i
quali
poi
risparmiarono
il
trono
per
utilità
nel
parlare
all'interno
della
chiesa.
Il
complesso,
monumentale,
presenta
ai
lati
due
statue
in
legno
di
tiglio
dorato
rappresentanti
l'una
la
fede
(che
tiene
un
calice)
e
l'altra
la
speranza
(appoggiata
a
un'ancora)
che
introducono
per
l'appunto
la
scalinata
marmorea
che
porta
al
torno,
posto
in
un
pulpito
di
legno
dorato.
Alla
base
delle
statue
si
trovano
quattro
rilievi
in
bronzo
dorato
opera
di
Edme
Dumont
che
rappresentano
i
simboli
dei
quattro
evangelisti.
Il
pulpito
è
in
legno
dorato
e
come
da
tradizione
sul
soffitto
del
baldacchino
è
presente
una
colomba
dorata
raggiante,
simbolo
dello
Spirito
Santo.
La
chiesa
di
Saint
Sulpice
contiene
numerose
opere
d'arte,
tra
le
quali
troviamo:
-
delle
acquasantiere
composte
da
due
grandi
conchiglie
donate
dalla
Serenissima
Repubblica
di
Venezia
al
re
di
Francia
Francesco
I.
Esse
sono
montate
su
delle
basi
scolpite
da
Jean
Baptiste
Pigalle
-
affreschi
di
Eugène
Delacroix,
tra
cui
la
Lotta
di
Giacobbe
con
l'angelo.
-
boiseries
in
stile
Luigi
XV
nella
sacrestia
(1735)
-
tomba
di
Jean-Baptiste
Joseph
Languet
de
Gergy
(1753),
abate
di
Bernay
e
curato
della
parrocchia
di
Saint
Sulpice,
opera
di
Michel-Ange
Slodtz
-
affresco
dell'Assunzione
della
Vergine
nella
cappella
della
Vergine
dipinti
da
François
Lemoyne
-
due
affreschi
di
Victor
Mottez
(1809-1897):
Saint
Martin
déchirant
son
manteau
e
Saint
Martin
ressuscitant
le
néophyte
de
Ligugé
-
una
statua
della
Vergine
di
Jean-Baptiste
Pigalle
(c.
1777)
presso
la
Cappella
della
Vergine
in
fondo
alla
chiesa
-
i
decori
della
cappella
di
san
Francesco
Saverio
dipinti
nel
1859
da
Jacques-Émile
Lafon
che
per
l'occasione
ricevette
la
croce
di
cavaliere
della
Legion
d'Onore
Il
grande
organo
di
Saint
Sulpice
è
uno
dei
più
grandi
strumenti
in
Francia
con
i
suoi
102
registri.
Numerose
registrazioni
sono
state
realizzate
con
questo
strumento
che,
comunque,
può
ancora
essere
ascoltato
tutte
le
domeniche
durante
la
funzione
mattutina.
L'organo
fu
originalmente
costruito
da
François
Henri
Clicquot
tra
il
1776
e
il
1781
dietro
un
buffet
di
stile
Luigi
XVI
disegnato
da
Jean
Chalgrin.
Lo
strumento
fu
ricostruito
da
Aristide
Cavaillé-Coll
nel
1862,
conservando
anche
alcune
canne
del
vecchio
organo
di
Clicquot.
L'organo
è
distribuito
su
sette
piani:
l'altezza
dal
piano
della
cantoria
alla
volta
raggiunge
i
18
metri.
Il
meccanismo
occupa
quattro
piani,
mentre
le
canne
ne
occupano
gli
altri
tre.
L'organo
è
famoso
anche
per
il
suo
impianto
scenico
in
legno,
articolato
su
una
struttura
tipicamente
neoclassica
a
colonne
che
accoglie
le
canne
di
facciata
e
si
presenta
a
teatro
armonico
leggermente
incavato.
Sul
fronte
si
trovano
anche
numerose
statue
di
angeli
musicanti
e
figure
sacre
che
incorniciano
anche
un
orologio
a
quadrante
installato
sul
davanti
e
visibile
chiaramente
dalla
navata
centrale
della
chiesa.
L'organo
fu
inaugurato
il
29
aprile
1863
con
César
Franck,
Camille
Saint-Saëns,
Alexandre
Guilmant,
Auguste
Bazille,
e
l'organista
titolare,
Georges
Schmitt.
In
questo
tempo
Louis
James
Alfred
Lefébure-Wely
prese
il
posto
di
Schmitt
come
organista.
Dopo
la
morte
di
Lefébure-Wély
il
31
dicembre
1869,
Charles-Marie
Widor
(1844-1937)
diventò
"organista
temporaneo".
Rimase
"temporaneo"
per
64
anni:
mai
divenne
"titolare".
La
posizione
fu
assegnata
in
seguito
a
Marcel
Dupré
dal
1934
al
1971.
L'organo,
dunque,
conobbe
solo
due
organisti
in
un
periodo
di
cent'anni:
per
questo
motivo
l'organo
fu
conservato
intatto,
nonostante
i
molti
radicali
cambiamenti
di
gusto
organistico.
La
chiesa
dispone,
oltre
al
Grand'Organo,
anche
un
organo
più
piccolo
di
fattura
antica
posto
nel
coro
e
che
un
tempo
veniva
utilizzato
per
le
sole
funzioni
minori
del
capitolo.
Costruito
da
Daublaine
e
Callinet
nel
1844,
l'organo
corale
della
chiesa
di
Saint-Sulpice
venne
restaurato
ed
ampliato
da
Cavaillé-Coll
nel
1857
e
nuovamente
nel
1903
da
Mutin.
Questo
organo
permise
a
Widor
di
comporre
la
sua
Messa
per
due
organi
e
due
cori.

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