Rive della Senna a Parigi, tra Pont de Sully e Pont d’Iéna
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

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Les Invalides

Tra Place Vauban e l'Esplanade des Invalides si stende questo vasto complesso di edifici che comprende l'Hotel des Invalides, il Dòme e la chiesa di St-Louis. Tutta la costruzione, voluta da Luigi XIV e affidata a Libéral Bruant nel 1671, era destinata a dare asilo ai soldati invalidi che spesso erano costretti a mendicare. Terminata nel 1676, vi vennero poi aggiunte la chiesa di St-Louis e il Dòme, su progetto di Hardouin-Mansart. 

I primi pensionati si installarono nel 1674. Contemporaneamente ospizio, caserma, convento, ospedale e manifattura, l'Hôtel era una vera e propria città, retta da un sistema militare e religioso allo stesso tempo. Alla fine del XVII secolo ospitava fino a 4.000 pensionati. Questi, inquadrati dai loro ufficiali, erano suddivisi in compagnie. I più abili garantivano un servizio di guardia, in particolare alla Bastiglia, mentre gli altri animavano laboratori di calzoleria, tappezzeria e miniatura. 

Sotto il Consolato prima e sotto l'impero poi, Napoleone Bonaparte riorganizza l'istituzione e avvia la trasformazione della chiesa Saint-Louis a pantheon militare nazionale. Tale evoluzione venne consacrata a partire dal 1840 mediante la costruzione, sotto la Cupola, della tomba dell'Imperatore. 

Ai giorni nostri, l'Hôtel National des Invalides, classificato monumento storico, è un importante luogo della memoria nazionale. Circa cinquanta enti svolgono qui la loro attività. Tra questi, l'Institution Nationale des Invalides, ospedale militare, insediato nella parte sud del sito, che porta avanti la vocazione originaria della fondazione, mentre nella parte nord, le collezioni del musée de l'Armée hanno sostituito i veterani del re.

La vastissima area dell'Esplanade, nata fra il 1704 e il 1720, lunga 487 metri e larga 250, è il giusto scenario per l'Hôtel des Invalides. Nel giardino che precede l'Hotel sono allineati cannoni di bronzo del XVII e del XVIII secolo, i 18 pezzi della "batteria trionfale" che tuonano in occasione di importanti avvenimenti e, ai lati dell'ingresso, due carri armati tedeschi catturati nel 1944.

La severa e composta facciata, lunga 196 metri, ha quattro ordini di finestre e un maestoso portale al centro sormontato da un rilievo rappresentante Luigi XIV e affiancato dalla Prudenza e dalla Giustizia. Al centro del cortile, i cui lati hanno due piani di arcate, si trova la statua di Seurre rappresentante Napoleone, che già stava sulla colonna di Place Vendome.

 Interessante da vedere, all'interno della chiesa di St-Louis-des-lnvalides, è la cappella Napoleone, dove è conservato il carro che trasportò le spoglie dell'imperatore per la sepoltura a Sant'Elena e il sarcofago con cui il corpo fu riportato nel 1840 in Francia.  

Dôme des Invalides - Ritenuto uno dei capolavori dell'architetto Hardouin-Mansart, fu eretto tra il 1677 e il 1706. Pure forme e uno stile classico e sobrio sono le caratteristiche di questo edificio a pianta quadrata a due ordini. La facciata è un'opera di eleganza e di simmetria: sopra i due ordini di colonne coronate da un frontone, si impianta saldo il tamburo con colonne binate da cui, mediante un sobrio passaggio di mensoloni, si slancia la snella cupola decorata di ghirlande e di motivi floreali. Sotto la luce del sole, scintillano le foglie dorate con cui è coperta la calotta, che termina con una lanternina a guglia, alta dal suolo 107 metri.

L'interno, a croce greca, rispecchia la semplicità che emana anche dall'esterno. Nei pennacchi della cupola Charles de la Fosse ha dipinto i quattro Evangelisti, mentre nella calotta ha voluto rappresentare S. Luigi che porge al Cristo la spada con cui ha sconfitto gli infedeli. Esattamente sotto la cupola, si apre la cripta con la tomba di Napoleone. I decori interni realizzati tra il 1677 e il 1706 esaltano la gloria di Luigi XIV, della monarchia e dei suoi eserciti.

Si può dire che questa chiesa sia un vero e proprio sacrario delle memorie napoleoniche. Qui, infatti, si trovano le tombe di alcuni membri della famiglia dell'imperatore e di altri grandi di Francia. Nelle cappelle di destra, la tomba del fratello Giuseppe Bonaparte e quelle dei due marescialli Vauban e Foch. Il sepolcro dell'altro fratello dell'imperatore, Girolamo, si trova nella prima cappella a sinistra, a cui seguono la tomba di Turenne e quella di Lyautey.

LesInvalides TombaJosephNapoleon.jpg (124459 byte) LesInvalides TombaVauban.jpg (100843 byte) LesInvalides TombaTurenne.jpg (96317 byte) LesInvalides TombaFoch.jpg (91338 byte)

Tomba di Napoleone I - Il 5 maggio 1821, a Sant'Elena, moriva Napoleone Bonaparte, ma solo dopo sette anni i francesi potevano ottenere dall'Inghilterra il permesso di riportare il loro imperatore nella sua terra. Luigi Filippo inviò il figlio, principe di Joinville, a Sant'Elena per procedere all'esumazione del corpo dell'imperatore. 

Fu, questo di ritorno in Francia, l'ultimo viaggio trionfale dell'uomo più amato dal suo popolo, più venerato dai suoi soldati, più temuto dai suoi nemici. Nel settembre del 1840 una nave francese portò il corpo di Napoleone a Le Havre, per risalire poi lentamente tutto il corso della Senna fino a Parigi. Tutta la città, praticamente, assistette il 15 dicembre, sotto una tempesta di neve, ai funerali dell'imperatore, che venne fatto sfilare lentamente per i grandi boulevards, passare sotto l'Arco di Trionfo, scendere per gli Champs-Elysées, per terminare qui, nel Dôme des Invalides, un esilio che era durato fin troppi anni. 

La salma fu chiusa, come quella di un faraone egizio, entro sei bare: la prima di lamiera, la seconda di mogano, la terza e la quarta di piombo, la quinta di legno d'ebano e la sesta di quercia. Esse furono poste poi nel grande sarcofago di porfido, nella cripta appositamente sistemata dal grande architetto Visconti e terminata nel 1861.

Attorno al sarcofago, le dodici "Vittorie" scolpite da Pradier simbolizzano le campagne militari di Napoleone. Sul pavimento di marmo policromo sono iscritte 8 celebri vittorie. L'opera civile dell'Imperatore viene evocata da 10 basso-rilievi scolpiti da Simart, che decorano i muri della cripta (pacificazione della nazione, centralizzazione amministrativa, consiglio di Stato, Codice Civile, Concordato, Università imperiale, Corte dei conti, codice del commercio, Grandi lavori, Legione d'onore). Nella cella, sotto una statua di Napoleone in costume del Sacre, riposa suo figlio, l'Aiglon, il re di Roma.

LesInvalides Cripta3.JPG (202106 byte) LesInvalides3.jpg (149868 byte) LesInvalides Cripta4.JPG (160966 byte) LesInvalides Cripta2.jpg (131306 byte) LesInvalides Cripta5.JPG (141182 byte) LesInvalides Cripta.jpg (132903 byte) LesInvalides Cripta6.jpg (191220 byte)

La chiesa Saint-Louis des Invalides - La cattedrale di San Luigi degli Invalidi, anche conosciuta come Chiesa dei Soldati, è un importante luogo di culto cattolico, essendo la sede vescovile dell'ordinariato militare in Francia.

Nel 1676 l'architetto Jules Hardouin Mansart ebbe l'incarico di progettare una chiesa destinata all'utilizzo degli ospiti della struttura, e l'edificazione di questa iniziò nel marzo 1676 per terminare circa trent'anni dopo, nel 1706. La cerimonia di apertura vi fu l'anno stesso, con la consegna delle chiavi a Luigi XIV. Contemporaneamente, a partire dal 1680, sempre su progetto di Mansart, alle spalle della chiesa ne venne costruita un'altra a croce greca, con alta cupola dorata, originariamente facente le funzioni di cappella palatina e successivamente adibita a tomba di Napoleone; dal 1873 i due luoghi di culto sono collegati tramite un'ampia vetrata che si apre nella parete di fondo di entrambi.

In seguito alla conversione di gran parte del complesso in Musée de l'Armée, la chiesa è rientrata all'interno del percorso museale, divenendo successivamente cattedrale dell'Ordinariato militare in Francia, eretto nel 1952.

La cattedrale di San Luigi degli Invalidi è in stile neoclassico, ed è situata, all'interno del complesso dell'Hôtel des Invalides, tra la cappella reale, ospitante la tomba di Napoleone, e il cortile d'onore.

Su quest'ultimo dà l'ingresso principale della chiesa, costituito da tre portali che si aprono sul portico con loggia che corre sui quattro lati del cortile; in corrispondenza della cattedrale, vi è un avancorpo poco sporgente a due ordini, entrambi divisi in tre campate da coppie di colonne corinzie; al centro dell'ordine superiore, la statua di Charles Émile Marie Seurre raffigurante Napoleone, realizzata nel 1805 con il bronzo fuso di alcuni cannoni.

LesInvalides SaintLouis5.jpg (139120 byte)LesInvalides SaintLouis4.jpg (115891 byte)L'interno della cattedrale è a tre navate divise da due file di archi a tutto sesto poggianti su pilastri. La navata centrale è coperta con volta a botte lunettata, mentre le navate laterali, e il soprastante matroneo, sono coperte con volta a crociera; grandi finestre ad arco danno luce all'interno. 

LesInvalides SaintLouis3.jpg (174429 byte)LesInvalides SaintLouis2.jpg (190295 byte) A metà della navata maggiore, sulla destra, si trova il pulpito in marmo, ornato da un bassorilievo dorato con Gesù che predica alle folle. In fondo alla navata, si trova il presbiterio, cinto da una balaustra; al centro è posto l'altare maggiore in marmi policromi, sormontato dal grande tabernacolo e affiancato dalla cattedra, costituita da un tronetto in legno con un dossale in marmo. A metà delle due navate laterali, si trovano la cappella della Madonna e il battistero, con semplice fonte battesimale marmoreo. 

La parete fondale della navata centrale è costituita da un'ampia vetrata che dà sulla retrostante cappella reale degli Invalidi.   

Il fregio della chiesa è decorato con un centinaio di trofei sottratti al nemico, costellando la storia delle armate francesi dal 1805 al XX secolo. Testimoni di una tradizione secolare, questi trofei sono rimasti appesi nella volta della cattedrale di Notre-Dame di Parigi fino alla Rivoluzione. Quelli sopravvissuti alla distruzione furono trasferiti agli Invalides dal 1793. L'Hôtel ha ricevuto allora l'incarico di custodire gli stemmi e i trofei di Francia. Circa 1500 di questi trofei vennero incendiati nel cortile dal governatore degli Invalides nel 1814, pur di non vederli cadere in mano al nemico.

Dedicata a Saint Louis e consacrata alla Santa Trinità, la chiesa è amministrativamente collegata al musée de l'Armée sin dalla sua creazione, nel 1905. Oggi è la cattedrale degli eserciti francesi.

Lo strumento è a trasmissione elettrica, con 64 registri (dei quali 54 reali); il materiale fonico è interamente collocato all'interno della cassa lignea barocca, progettata da Jules Hardouin Mansart, che presenta una mostra formata da canne di Principale disposte in più campi. La consolle, anch'essa in cantoria, è moderna; essa ha tre tastiere, di 61 note ciascuna, e pedaliera dritta di 32 note, con i registri, e le unioni e gli accoppiamenti azionati da placchette a bilico poste su più file ai lati e al di sopra del manuali.

Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne, costruito tra il 1679 e il 1687 da Alexandre Thierry, successivamente più volte rimaneggiato e nel 1957 ricostruito dalla ditta organaria Beuchet-Debierre.

Corte d'onore degli Invalides - I cannoni francesi dei secoli XVII-XIX - La corte d'onore dell'Hôtel des Invalides presenta un'eccezionale batteria formata da 60 cannoni classici francesi in bronzo, veri e propri gioielli delle collezioni di artiglieria del musée del'Armée.

Questi pezzi hanno segnato 200 anni di storia dell'artiglieria del territorio francese secondo un percorso che propone ai visitatori di scoprire la costruzione di materiali, il loro ruolo, e l'epopea dei grandi artiglieri francesi.

Il percorso inizia con i primi modelli di cannoni classici francesi, messi a punto dai fratelli Keller nel 1666. Sono questi pezzi di grosso calibro ad essere sistemati nelle roccaforti in occasione delle guerre di Luigi XIV e che hanno consentito il successo di Vauban. Il cannone classico francese ha conosciuto un grande successo e varie evoluzioni. Poi viene presentato un complesso di trenta cannoni cosiddetti d'ordinanza reale del 1732. Questi pezzi prestigiosi sono tutti decorati con decori araldici e mitologici, in maniera regolamentata.

A partire dal 1764, i cannoni a sistema Grìbeauval - dal nome del loro creatore - sostituiscono i cannoni classici francesi. Questa nuova artiglieria, più maneggevole e meglio organizzata, avrà esito eccellente durante le guerre di rivoluzione e imperiali. Napoleone Bonaparte, artigliere di formazione, sarà in grado di sfruttarla al meglio, in particolare durante le due campagne d'Italia e le battaglie di Friedland e di Wagram.

A partire dal 1825, il sistema Valée sostituisce il sistema Gribeauval. I cannoni di questi due sistemi sono più funzionali e meno decorati rispetto ai cannoni classici francesi.

Gli otto mortai presentati sono stati realizzati per le guerre della Rivoluzione e dell'Impero. Agli angoli del cortile sono esposti due grossi obici che sono stati ideati per bombardare Cadice, in occasione dell'assedio di questa città nel 1810 da parte dell'esercito francese. Potevano lanciare palle a quasi sei chilometri di distanza, performance senza precedenti all'epoca.

Musée de l'Armée - Il museo conserva e presenta al pubblico un eccezionale insieme di opere e oggetti relativi alla storia militare della Francia, dal Medio Evo al XX secolo: antiche armature, uniformi, componenti di equipaggiamenti, coltelli, spade, armi ed armamenti (armi bianche, armi da fuoco..), armi di lusso, pezzi d'artiglieria, stemmi, ornamenti, statuette storiche, strumenti musicali, quadri, fotografie, sculture, effetti personali di grandi personaggi storici.

Armature e armi antiche, secoli XIII-XVII: la ricchezza delle sue collezioni antiche fa del musée de l'Armée uno dei tre maggiori musei di armi a livello internazionale.

Da Luigi XIV a Napoleone III, 1643-1870: Le collezioni di questo reparto rappresentano un complesso unico al mondo, sia per varietà che per numero: uniformi di semplici soldati o pezzi di lusso, equipaggiamenti di innu­merevoli reggimenti francesi e stranieri, armi, bardature, ordini e decori, emblemi, statuette storiche, strumenti musicali e modellini d'artiglieria si affiancano agli effetti personali di personaggi illustri, quali Napoleone Bonaparte e i suoi marescialli. A tutto ciò fa eco un notevole complesso di dipinti contemporanei agli eventi.

Le due guerre mondiali, 1871-1990: queste sale ritracciano la storia militare della Francia dal 1871 ai 1990 e in generale quella dei due grandi conflitti mondiali del XX secolo. Questa presentazione si basa su un migliaio di oggetti testimoniano la varietà delle collezioni: uniformi francesi e straniere, alcune delle quali sono appartenute a illustri capi militari (Foch, Joffre, de Lattre, Ledere...),  oggetti riportati dalle antiche colonie, modelli storici, arma­menti (armi bianche, pistole, fucili, mitragliatrici...), oggetti di vita quotidiana dei soldati, pezzi di prestigio (bastoni dei marescialli e spade d'onore). Emblemi, dipinti e archivi personali (lettere, cartoline...) la arricchiscono assieme a film documentar!, fotografie, cartine e bassorilievi che completano questo percorso dinamico e pedagogico.

Pont Alexandre III

Ecco un altro dei numerosi ponti parigini, quello che con una sola arcata metallica lunga 107 metri e larga 40 unisce l'Esplanade des Invalides agli Champs-Elysées. 

Costruito dal 1896 al 1900, in stile Art Nouveau, porta il nome dello zar Alessandro III il cui figlio Nicola II lo aveva inaugurato. Il ponte fu infatti costruito per celebrare l'avvenuta alleanza russo-francese tra lo zar Alessandro III di Russia e il presidente francese Marie François Sadi Carnot. Ghirlande fiorite, fanali sorretti da putti, allegorie di geni marini formano la ricca decorazione che impreziosisce il ponte. 

Il ponte ha cambiato diverse volte colore, dal grigio iniziale al verde-bruno al grigio perla. Ha ripreso il suo colore originale in occasione del suo totale restauro nel 1998.

Sui due piloni sulla riva destra stanno le rappresentazioni della Francia medioevale e della Francia moderna, mentre su quelli della riva sinistra si trovano le statue rappresentanti la Francia rinascimentale e quella al tempo di Luigi XIV. 

Le allegorie della Senna e della Neva, ancora per simboleggiare la Francia e la Russia, stanno sui piloni all'ingresso del ponte.  

Caratteristiche

  • Tipo di costruzione : Ponte ad arco a tre articolazioni

  • Costruzione : 1896 - 1900

  • Inaugurazione : 14 aprile 1900

  • Architetti : Cassien-Bernard e Gaston Cousin

  • Ingegneri costruttori : Jean Résal e Amédée Alby

  • Decorazioni : Georges Récipon, Emmanuel Frémiet, Jules Coutan, Henri Gauquié, Grandzlin, Pierre Granet, Alfred Lenoir, Laurent Marqueste, André Massoule, Gustave Michel, Léopold Morice, Abel Poulin, Clément Steiner

  • Materiale struttura portante : acciaio

  • Lunghezza totale : 160 metri

  • Lunghezza della travata principale : 107,50 metri

  • Larghezza : 40 metri

  • Freccia : 1/17 (rapporto altezza/luce)

  • Impresa costruttrice : "Groupe Fives-Lille" e altre

  • Classificazione come monumento storico : 1975

Palais Bourbon

Palais Bourbon è un edificio storico che si trova davanti al Pont de la Concorde. 

Porta la firma di ben quattro famosi architetti: il Giardini che lo iniziò nel 1722, il Lassurance che continuò i lavori, l'Aubert e il Gabriel che lo terminarono nel 1728. In origine fu costruito per la figlia di Luigi XIV, la duchessa di Borbone, che dette il suo nome al palazzo. 

Divenne nel 1764 proprietà del principe Luigi-Giuseppe di Borbone-Condé e fu da questi ampliato fino a raggiungere l'aspetto che ha attualmente, imponente e nobile sulla piazza che porta lo stesso nome. 

Dal 1803 al 1807 Napoleone fece costruire dal Poyet, aperta sulla Senna, la facciata neoclassica, in armonia con l'altra della Madeleine che la fronteggia lontana, in fondo alla Rue Royale. Il portico della facciata reca un frontone allegorico, che il Cortot scolpì nel 1842. Altri bassorilievi allegorici nelle ali sono opera di Ru­de e di Pradier.  

Il palazzo risente delle modifiche effettuate nel corso del XVIII secolo, senza per questo perdere armonia. L'entrata principale dell'edificio dà sulla piazza omonima e conserva l'aspetto settecentesco.

L'interno è ricco di opere d'arte: basterà ricordare che Delacroix vi decorò dal 1838 al 1845 la Biblioteca con la Storia della Civiltà, mentre sempre in questa stanza, Houdon scolpì i busti di Diderot e di Voltaire. Sede, prima, del Consiglio dei Cinquecento e poi Camera dei Deputati, oggi ospita l'Assemblea Nazionale.

Il palazzo è stato decorato in gran parte da Eugène Delacroix, massimo esponente della pittura romantica nella prima metà dell'Ottocento. All'interno vanno segnalati:

  • la Sala delle Sedute, realizzata nel 1832, un emiciclo intorno al quale si trovano 20 imponenti colonne ioniche marmoree, alcuni bassorilievi e arazzi della scuola dei Gobelins;

  • la Sala dei Passi Perduti, con un soffitto dipinto da Claude-Joseph Vernet;

  • la Sala delle Conferenze, che conserva alcuni dipinti e sculture di pregio, e l'annesso vestibolo;

  • la Biblioteca, che conserva decorazioni realizzate fra il 1838 e il 1847 da Delacroix, fra i quali merita una menzione la Storia della Civiltà dipinta nella volta, e che ospita i busti commerorativi di Voltaire e Denis Diderot realizzati da Jean-Antoine Houdon; la Biblioteca custodisce preziose opere tra le quali vanno segnalate il Codice Borbonicus, gli atti originali del processo di Giovanna d'Arco e vari manoscritti del filosofo Jean-Jacques Rousseau.

  • il Salone del Re, che conserva le raffigurazioni della Giustizia, dell'Agricoltura, dell'Industria e della Guerra realizzate da Delacroix.

Saint- Germain-des-Pres

L'abbazia di San Germano dei prati è uno dei più antichi luoghi di culto cattolici di Parigi. Del complesso, attualmente rimane soltanto la chiesa, uno dei primi edifici in stile gotico della città, costruita in luogo di una più antica tra il 1014 e il 1163. Dal 26 ottobre 1953 è monumento storico di Francia.

Le sue origini risalgono al 542 quando re Childeberto I la fece costruire per custodirvi delle reliquie di San Vincenzo che egli aveva ricevuto in Spagna durante l'assedio di Saragozza: Childeberto stava infatti assediando la città quando udì che la popolazione si era posta sotto la protezione di San Vincenzo. Questo lo portò a scegliere di interrompere l'assedio per non contrastare la protezione divina invocata e come tale lasciò la città. In segno di gratitudine per aver interrotto le ostilità, il vescovo di Saragozza gli offrì in dono la stola di San Vincenzo che in quella città era conservata.

Posta quindi sotto patronato reale, l'abbazia divenne una delle più ricche di Francia; essa accolse un importante scriptorium già a partire dall'XI secolo e rimase un centro della vita intellettuale cattolica francese sino alla Rivoluzione francese.

Nel 558 la chiesa venne ufficialmente dedicata a San Vincenzo ad opera di Germano, vescovo di Parigi, il 23 dicembre; quello stesso giorno Childeberto morì. Per commemorare questi eventi, presso la chiesa venne eretto anche un monastero, i cui abati avevano giurisdizione temporale e spirituale sull'area del quartiere di Saint-Germain, che si era formato attorno alla chiesa (questo privilegio ebbe valore sino al 1670).

La chiesa venne quindi saccheggiata più volte ed incendiata dai Normanni nel IX secolo sino a venire ricostruita nel 1014 e completata nel 1163, quando venne dedicata da papa Alessandro III in persona. Il santo patrono scelto fu San Germano di Parigi (in francese, appunto, Saint Germain de Paris), quello stesso vescovo che aveva consacrato l'antica chiesa e che era stato successivamente canonizzato. Le grandi mura di Parigi, erette sotto il regno di Filippo II di Francia, non comprendevano la chiesa, il che consentì al complesso di espandersi ulteriormente. Venne costruito un nuovo refettorio per il monastero ad opera di Pierre de Montereau attorno al 1239 (questi fu più tardi l'architetto della Sainte-Chapelle).

Il portale venne realizzato nel XII secolo e, dopo che questo crollò rovinosamente nel 1604, venne rimpiazzato da un nuovo portale classicheggiante nel 1606, eseguito da Marcel Le Roy. Nel Seicento l'abbazia era divenuta una potentissima sede benedettina e nel 1618 vi sorse la congregazione di San Mauro, che la rese un fondamentale centro culturale.

Venne soppressa durante la Rivoluzione, dopo che gran parte dell'edificio era andata distrutta in un incendio nel 1794. Nelle vicinanze del monastero ebbe luogo uno degli episodi più feroci della Rivoluzione Francese: il massacro di 318 preti da parte della folla, il 3 settembre 1792. La chiesa, chiusa al culto, venne riaperta nel 1803.

Tra il 1821 e il 1854, al chiesa fu oggetto di una lunga serie di restauri conservativi, dapprima sotto la direzione di Étienne-Hippolyte Godde, poi, dal 1840, di Victor Baltard. Nel 2012, è stato realizzato il nuovo presbiterio sotto la crociera.

La chiesa attuale è priva di facciata: si accede all'edificio, infatti, tramite portale marmoreo del XII secolo, preceduto da un protiro seicentesco, il quale è posto alla base di una delle tre torri originarie, l'unica sopravvissuta, che contiene nella cella campanaria una delle più antiche campane di Francia. Un secondo ingresso è sul lato destro della chiesa e, anch'esso in stile barocco, è opera di Marcel Le Roy che lo realizzò nel 1606.

All'incrocio del transetto, ai due lati del coro, si trova ciò che resta di antichi campanili, ora ridotti a due tozze torri alte fino al cleristorio della navata centrale. L'area absidale presenta, esternamente, una serie di archi rampanti che sostengono la struttura, decorati alla base con delle colonnine. Secondo alcune ipotesi, sarebbero il primo esempio di tale sostegno nella storia dell'architettura.

Internamente, la chiesa presenta una pianta a croce latina. L'aula è divisa in tre navate coperte con volte a crociera da arcate a tutto sesto poggianti su pilastri con semicolonne; la navata maggiore è decorata con affreschi policromi e presenta, nella parte superiore delle pareti, un cleristorio formato da ampie monofore, senza triforio o matroneo. Oltre il transetto, essa continua con il profondo coro, circondato da un deambulatorio con cappelle radiali e terminante con abside semicircolare, le cui pareti presentano dei mosaici e, al di sotto del cleristorio, un basso triforio.

Fra le vetrate conservate all'interno della chiesa, le più antiche sono nella cappella di Santa Genoveffa e risalgono al XIII secolo. Tra le sepolture famose si ricordano quelle del filosofo Cartesio, del poeta Nicolas Boileau, di Jean Mabillon, fondatore della paleografia e della diplomatica, e del re Giovanni II Casimiro di Polonia, divenuto abate di Saint Germain des Prés nel 1669. Nel transetto, inoltre, si trovano due altari laterali barocchi del XVII secolo: quello di sinistra è dedicato a san Francesco Saverio, mentre quello di destra a santa Margherita. Il presbiterio è situato nella crociera ed è costituito da moderni arredi in marmo (altare a ambone) e legno (sede e crocifisso); al centro dell'abside, si trova ancora l'altare maggiore neogotico, sul quale è posto il tabernacolo installato nel 2014.

Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne della chiesa, ricostruito nel 1973 dalla ditta organaria Haerpfer-Erman. Prima dell'organo ottocentesco ve ne erano stati altri due: il primo risalente al XV secolo, il secondo costruito nel 1661 da Pierre e Alexandre Thierry e nel 1798 trasferito nella Chiesa di Saint-Eustache. Lo strumento attuale venne acquistato nel 1805 e proveniva dalla abbazia di San Vittore, per la quale era stato costruito nel 1691 da Alexandre Thierry e successivamente più volte modificato da vari organari; una volta trasferito nella sua nuova collocazione, è stato ricostruito da Jean-Baptiste Stoltz nel 1862 prima dell'intervento di Haerpfer-Erman.

L'organo a canne è a trasmissione integralmente meccanica e conta 56 registri. Il materiale fonico è integralmente alloggiato all'interno della cassa lignea ottocentesca, con positivo tergale e mostra composta da canne di Principale con bocche a scudo, sormontata da alcune sculture di angeli. La consolle (organo)|consolle]] si trova anch'essa in cantoria ed è a finestra; essa dispone di quattro tastiere di 56 note ciascuna e pedaliera concava di 30 note; i registri sono azionati da pomelli ad estrazione posti su più file verticali alla destra e alla sinistra dei manuali.

Il palazzo abbaziale in pietra e mattoni fu costruito nel 1586 per Carlo di Borbone, cardinale ed abate di Saint-Germain e, per brevissimo tempo, pretendente al trono di Francia. Più di dieci abati si susseguirono sino alla Rivoluzione, quando il palazzo fu venduto. James Pradier, scultore del XIX secolo, famoso per le sue sculture femminili, installò qui il suo studio. Il palazzo è rinomato soprattutto per l'abbinamento di vari materiali e per le belle finestre verticali.

Saint-Sulpice

La chiesa di Saint-Sulpice è un importante luogo di culto dedicato a san Sulpizio il Pio

Durante i lavori di costruzione dell'attuale chiesa nel 1724, venne riscoperta una pietra tombale risalente al X secolo, fatto che per molto tempo ha fatto discutere gli storici circa l'antichità della costruzione della chiesa di Saint-Sulpice di Parigi. Questo ritrovamento, infatti, proverebbe l'esistenza di un luogo di culto e più propriamente di un cimitero che vi sorgeva attorno già da epoche remote.

Tra il XII ed il XIV si sa per certo che la cappella precedente venne abbattuta ed al suo posto vi venne eretta una chiesa vera e propria. I lavori vennero promossi da Francesco I di Francia e vennero completati nel 1614 con l'apposizione anche di tre cappelle. Questa necessità pervenne dall'ingrandirsi degli allora borghi di Saint-Germain-des-Prés e Saint-Germain e quindi da qui la necessità di costruire una chiesa più grande per accogliere un sempre maggiore numero di fedeli e in questo l'antica cappella si era dimostrata insufficiente in quanto i posti erano limitati ad alcune dozzine.

La chiesa venne ricostruita a partire del 1645 ed il progetto affidato all'architetto Christophe Gamard su incarico dell'abate di Saint-Germain-des-Prés con la posa della prima pietra ad opera di Gastone d'Orleans. La nuova chiesa venne largamente voluta anche dal parroco, Jean-Jacques Olier, insigne teologo che fu anche fondatore dell'omonima congregazione sacerdotale con sede nella chiesa stessa. Il progetto, ad ogni modo, si dimostrò ben presto inadatto alla nuova chiesa ed i lavori vennero così bloccati e un nuovo progetto venne affidato agli architetti Daniel Gittard e Louis Le Vau che il 20 febbraio 1655 consentirono finalmente alla regina Anna d'Austria di posare ufficialmente la prima pietra della nuova costruzione. Il cantiere si fermò dal 1678 al 1718 per mancanza di fondi.

In totale la chiesa impiegò 130 anni per venire completata.

La facciata, con doppio colonnato ionico, di stile neoclassico, è opera di Giovanni Niccolò Servandoni, architetto e decoratore, realizzata tra il 1732 ed il 1754, tra difficoltà e modifiche. La torre sud risale al 1749, rimasta incompiuta, è opera di Oudot de Maclaurin. La facciata è stata restaurata nel 1777, sotto la guida di Jean Chalgrin che ha realizzato anche la torre nord; in quest'occasione, fu terminato il campanile dalla ricca iconografia e vi fu posta una delle campane più grandi della capitale.

La chiesa è dal 20 maggio 1915 monumento nazionale di Francia.

La chiesa di Saint-Sulpice non è orientata, come tradizione, secondo l'asse ovest-est, ma secondo quello nord-sud ed ha una lunghezza di 120 metri, una larghezza di 57 ed un'altezza alla volta centrale di 30 metri, distinguendosi così per essere la seconda chiesa più grande di Parigi dopo Notre Dame.

Da notare inoltre, nella parte nord del transetto, la presenza di una meridiana, a forma di obelisco e con un filo di ottone incardinato nel monumento e nel pavimento della chiesa, in direzione sud. È stato installato nel XVIII secolo dagli studiosi dell'Osservatorio di Parigi su richiesta del curato del luogo, desideroso di stabilire con precisione la data dell'equinozio di marzo, e quindi quella di Pasqua. Ogni giorno dell'anno, quando il sole culmina a mezzogiorno, i suoi raggi attraversano una lente situata nella vetrata del transetto sud e va a toccare la linea di ottone, più o meno vicino all'obelisco a seconda del periodo dell'anno.

La cattedra di Saint-Sulpice è un pulpito sopraelevato su cui sedeva un tempo il parroco della cattedrale parigina durante le celebrazioni importanti e per le prediche dal pulpito. Essa venne realizzata nel 1788 da Charles de Wailly e donata dal Duca di Aiguillon, pronipote del cardinale Richelieu, il quale fu un donatore della parrocchia.

Il trono è un'opera artistica e di equilibrio nello stesso tempo: essa è realizzata in marmo e legno di quercia e si regge unicamente sulle due scale laterali che conducono alla seduta. Nel 1791 monsignor de Panesmont, parroco della chiesa, dichiarò il suo rifiuto di prestare giuramento alla Costituzione Civile del Clero da questa sede, davanti alla guardia nazionale ed ai suoi seguaci, i quali poi risparmiarono il trono per utilità nel parlare all'interno della chiesa.

Il complesso, monumentale, presenta ai lati due statue in legno di tiglio dorato rappresentanti l'una la fede (che tiene un calice) e l'altra la speranza (appoggiata a un'ancora) che introducono per l'appunto la scalinata marmorea che porta al torno, posto in un pulpito di legno dorato. Alla base delle statue si trovano quattro rilievi in bronzo dorato opera di Edme Dumont che rappresentano i simboli dei quattro evangelisti.

Il pulpito è in legno dorato e come da tradizione sul soffitto del baldacchino è presente una colomba dorata raggiante, simbolo dello Spirito Santo.

La chiesa di Saint Sulpice contiene numerose opere d'arte, tra le quali troviamo:

- delle acquasantiere composte da due grandi conchiglie donate dalla Serenissima Repubblica di Venezia al re di Francia Francesco I. Esse sono montate su delle basi scolpite da Jean Baptiste Pigalle

- affreschi di Eugène Delacroix, tra cui la Lotta di Giacobbe con l'angelo.

- boiseries in stile Luigi XV nella sacrestia (1735)

- tomba di Jean-Baptiste Joseph Languet de Gergy (1753), abate di Bernay e curato della parrocchia di Saint Sulpice, opera di Michel-Ange Slodtz

- affresco dell'Assunzione della Vergine nella cappella della Vergine dipinti da François Lemoyne

- due affreschi di Victor Mottez (1809-1897): Saint Martin déchirant son manteau e Saint Martin ressuscitant le néophyte de Ligugé

- una statua della Vergine di Jean-Baptiste Pigalle (c. 1777) presso la Cappella della Vergine in fondo alla chiesa

- i decori della cappella di san Francesco Saverio dipinti nel 1859 da Jacques-Émile Lafon che per l'occasione ricevette la croce di cavaliere della Legion d'Onore

Il grande organo di Saint Sulpice è uno dei più grandi strumenti in Francia con i suoi 102 registri. Numerose registrazioni sono state realizzate con questo strumento che, comunque, può ancora essere ascoltato tutte le domeniche durante la funzione mattutina.

L'organo fu originalmente costruito da François Henri Clicquot tra il 1776 e il 1781 dietro un buffet di stile Luigi XVI disegnato da Jean Chalgrin. Lo strumento fu ricostruito da Aristide Cavaillé-Coll nel 1862, conservando anche alcune canne del vecchio organo di Clicquot. L'organo è distribuito su sette piani: l'altezza dal piano della cantoria alla volta raggiunge i 18 metri. Il meccanismo occupa quattro piani, mentre le canne ne occupano gli altri tre.

L'organo è famoso anche per il suo impianto scenico in legno, articolato su una struttura tipicamente neoclassica a colonne che accoglie le canne di facciata e si presenta a teatro armonico leggermente incavato. Sul fronte si trovano anche numerose statue di angeli musicanti e figure sacre che incorniciano anche un orologio a quadrante installato sul davanti e visibile chiaramente dalla navata centrale della chiesa.

L'organo fu inaugurato il 29 aprile 1863 con César Franck, Camille Saint-Saëns, Alexandre Guilmant, Auguste Bazille, e l'organista titolare, Georges Schmitt. In questo tempo Louis James Alfred Lefébure-Wely prese il posto di Schmitt come organista. Dopo la morte di Lefébure-Wély il 31 dicembre 1869, Charles-Marie Widor (1844-1937) diventò "organista temporaneo". Rimase "temporaneo" per 64 anni: mai divenne "titolare". La posizione fu assegnata in seguito a Marcel Dupré dal 1934 al 1971. L'organo, dunque, conobbe solo due organisti in un periodo di cent'anni: per questo motivo l'organo fu conservato intatto, nonostante i molti radicali cambiamenti di gusto organistico.

La chiesa dispone, oltre al Grand'Organo, anche un organo più piccolo di fattura antica posto nel coro e che un tempo veniva utilizzato per le sole funzioni minori del capitolo.

Costruito da Daublaine e Callinet nel 1844, l'organo corale della chiesa di Saint-Sulpice venne restaurato ed ampliato da Cavaillé-Coll nel 1857 e nuovamente nel 1903 da Mutin. Questo organo permise a Widor di comporre la sua Messa per due organi e due cori.

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