Rive della Senna a Parigi, tra Pont de Sully e Pont d’Iéna
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

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Arco del Trionfo

L'Arco di Trionfo è un importante monumento di Parigi. Si trova all'inizio del famoso viale dei Champs-Élysées, al centro della piazza denominata Place de l'Étoile.

Commissionato da Napoleone Bonaparte nel 1806, l'arco venne progettato da Jean Chalgrin e costruito dagli architetti Louis-Robert Goust e Jean-Nicolas Huyot, come versione neoclassica degli antichi archi di trionfo dell'Impero Romano.

L'Arco di Trionfo, alto 50 metri e largo 45, si ispira all'Arco di Tito nel Foro Romano a Roma. Il monumento ha un'altezza di 50 metri, una larghezza di 45 e una profondità di 22 metri, e ciò ne fa il secondo arco di trionfo in ordine di grandezza, dopo quello costruito in Corea del Nord nel 1982 in occasione del settantesimo compleanno di Kim Il Sung. 

Alla base di ognuna delle colonne dell'arco vi è una scultura allegorica, esse sono: Il trionfo del 1810 di Jean-Pierre Cortot, La Resistenza e La Pace entrambe di Antoine Etex e La partenza dei volontari del '92 comunemente chiamata La Marseillaise di Francois Rude. In merito a quest'ultima viene riportato che fu vittima di un incidente il giorno dell'inizio della battaglia di Verdun nel 1916: la spada tenuta in mano della scultura, rappresentante la Repubblica, si ruppe, ma venne immediatamente nascosta in modo da evitare qualsiasi interpretazione di cattivo presagio.  

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La sua costruzione fu decisa da Napoleone Bonaparte nel 1806, dopo la vittoria nella battaglia di Austerlitz, come esaltazione delle sue vittorie militari. Dopo un lungo periodo di pausa durante la Restaurazione Francese, i lavori ripresero nel 1833, sotto il regno di Luigi Filippo, e si conclusero nel 1836. Oggi la scultura rappresenta la Pace del 1815, anche se questa non è la motivazione originaria per cui fu progettato.

Alla base dell'arco venne posta, nel 1920, la tomba del Milite Ignoto e una fiamma perenne, in memoria dei morti della prima guerra mondiale che non sono mai stati identificati. 

Dopo il 1945 la tomba è anche dedicata alla memoria dei morti della seconda guerra mondiale. Una cerimonia ufficiale viene eseguita ogni 11 novembre, anniversario dell'armistizio del 1918 tra Francia e Germania. Una lastra sopra la tomba riporta: ICI REPOSE UN SOLDAT FRANÇAIS MORT POUR LA PATRIE 1914-1918 (In italiano: QUI RIPOSA UN SOLDATO FRANCESE MORTO PER LA PATRIA 1914-1918).  

Ogni sera alle 18.30 i membri dell'Associazione dei Combattenti o delle Vittime di Guerra ravvivano la fiamma. Questo accade fin dal 1923, anno dell'accensione, e anche il 14 giugno del 1940, giorno in cui l'armata tedesca entrò a Parigi e sfilò in Place de l'Étoile, alcuni ufficiali autorizzarono l'operazione. L'associazione "La Flamme sous l'Arc de Triomphe", che raggruppa 41 membri di tutte le nazionalità, organizza la cerimonia per accogliere le associazioni che, a loro volta, vengono a ravvivare la fiamma della memoria.

Sotto l'arco è presente un museo sotterraneo che contiene oggetti appartenuti a Napoleone Bonaparte e cimeli della prima guerra mondiale, nonché documenti storici riguardanti l'arco stesso.  

Avenue des Champs-Élysées
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Avenue des Champs-Élysées è la strada più famosa di Parigi che si estende dall'Arco di Trionfo a Place de la Concorde, in una lunghezza totale di quasi due chilometri (1970 metri). 

Gli Champs-Élysées erano in origine dei semplici campi, fino al 1616, quando Maria de' Medici decise di farvi costruire un lungo percorso alberato dall'allora giardiniere reale André Le Nôtre. Tale percorso si estendeva dal Louvre fino alla Tuileries. Nel 1724 il viale venne esteso fino a Place de l'Étoile.  

Chiamato prima la Gran Cours (Gran Via), il viale fu in seguito ribattezzato Champs-Elysées. All'inizio il viale non era altro che una strada di servizio per le abitazioni che si affacciavano su rue du Faubourg-St-Honoré, ma ben presto vennero allestiti punti di ristoro e la folla cominciò ad animare la zona. Nella metà del XIX secolo vennero aggiunti passaggi pedonali, fontane, la luce notturna attraverso i primi lampioni a gas, caffetterie e divenne uno dei luoghi di incontro, di socializzazione e divertimenti più alla moda del tempo. 

Nel 1860, i commercianti lungo il viale si riunirono a formare il Syndicat d'Initiative et de Défense des Champs-Élysées. Nel 1980, il gruppo cambiò il suo nome in Comité des Champs-Élysées. Il comitato si è sempre dedicato alla ricerca di progetti pubblici che aumentassero l'atmosfera di lusso del viale, e per fare azione di lobby nei confronti delle autorità, per estendere gli orari di apertura al pubblico. Anche oggi, il comitato ha diritto di approvazione sull'aggiunta di nuove imprese commerciali nel viale.

Dai funerali di Napoleone III nel 1879, questa grande arteria stradale parigina, divenne anche il percorso per le parata di stato, le sfilate per le vittorie del paese e per grandi eventi in generale. Questa strada è stata testimone di tanti avvenimenti e ha visto tanti personaggi che sono impressi nella storia della città, della Francia e in alcuni casi del mondo intero. Tra gli edifici che fiancheggiavano il viale c'erano per esempio le taverne dove era solito andare Robespierre; la sfortunata regina Maria Antonietta passeggiava con le sue amiche e prendeva lezioni di musica al Grand Hôtel de Crillon. 

Qui le truppe tedesche celebrarono la loro vittoria sulla Francia sfilando il 14 Giugno 1940. Qui le truppe di liberazione francesi insieme a quelle americane sfilarono dopo la vittoria sui tedeschi, il 25 Agosto 1944. Qui sfilò il corteo per il funerale di De Gaulle nel 1970. 

Il Rond Point des Champs-Elysées è la parte più bella, con alberi di castagno e aiuole, ma alla fine superiore, vicino all'Arco di Trionfo, ha purtroppo perso il suo fascino, con l'afflusso di catene di fast food e servizi turistici. Eppure, una passeggiata lungo il viale è ancora una parte obbligatoria di ogni visita a Parigi. 

Una delle principali destinazioni turistiche di Parigi, la parte bassa degli Champs-Élysées, è contornata da spazi verdi (Place Marigny) e da edifici come il Teatro Marigny e il Palais de la découverte. Risalendolo, vi si trovano allineati cinema, teatri, café e ristoranti molto importanti come il Fouquet's, centri commerciali e negozi di lusso. Anche un hotel a 5 stelle rinnovato.

A causa degli alti affitti, poche persone attualmente vivono sugli Champs-Élysées; i piani alti degli edifici tendono ad essere occupati da uffici. Gli affitti sono particolarmente alti sul lato nord del viale, per via della migliore esposizione alla luce solare. La splendida architettura dei grandiosi "Champs-Élysées" è ammirata da molte persone. Si trovano di fianco al Palazzo Presidenziale con la sua cancellata, e al "Grand palais", che venne eretto alla fine del XIX secolo. Mentre si cammina lungo la passeggiata alberata è anche possibile incontrare dei teatrini di marionette all'aperto per i bambini, una tradizione francese sempre popolare.

A tutt'oggi la Avenue de Champs-Élysées è un luogo d'incontro nazionale per gli eventi più importanti, la parata del 14 Luglio (La Fête Nationale), le celebrazioni del Capodanno a Parigi, o le vittorie sportive della Francia. Lungo il suo percorso sono ospitati negozi come Louis Vuitton, Chanel, Jean Paul Gaultier, o grossi nomi alberghieri come Marriott International o Four Seasons, così come tantissimi ristoranti, caffetterie e locali della vita notturna parigina.

Palazzo dell'Eliseo

Il Palazzo dell'Eliseo è la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Francese. Appartenuto alla celebre Madame de Pompadour, costituisce un notevole esempio di architettura e decorazione rococò.

Imponente dimora signorile, sorse fra le modeste botteghe del faubourg Saint-Honoré. Venne edificato dall'architetto Armand-Claude Mollet fra il 1718 e il 1720 per Louis Henri de La Tour d'Auvergne, conte d'Évreux. Il complesso venne concepito, secondo il gusto del tempo, sul tipico impianto dell'Hôtel particulier: palazzo inserito lungo un asse trasversale dove sul davanti si apre la corte d'onore e, dietro, i giardini. Ne rappresenta uno dei migliori esempi. Sulla via un grande portale monumentale a colonne ioniche binate immette nella corte semicircolare cinta da arcate sormontate da balaustra. In fondo si erge il palazzo, a due piani, ai cui lati si aprono due piccoli cortili usati dai servitori e fornitori per i lavori domestici. All'interno si accede per un vestibolo, che immette al piano terra, secondo l'uso del tempo destinato alla ricezione, e in seguito al primo piano, destinato alla famiglia nobile e ad accogliere i più intimi. Vista l'ingente spesa della costruzione, il Conte decise di allestire solo il pian terreno, che venne decorato fra il 1720 e il 1722 dal successore i Mollet, Jules Michel Alexandre Hardouin. Costituisce un bell'esempio dello stile Reggenza improntato sulle boiserie a motivi floreali e belle sovrapporte scolpite, realizzate da Michel Lange.

Nel 1753 il palazzo venne acquistato per 730.000 lire dal re Luigi XV di Francia, il quale, il 24 dicembre dello stesso anno, ne fece dono alla sua favorita Madame de Pompadour, destando l'ammirazione della corte di Versailles per questo luogo, allora alle porte di Parigi.

Madame de Pompadour, sostenuta dal re, intraprese numerose trasformazioni atte a decorare gli ambienti con ricche boiserie in bianco-oro tipiche dello stile rococò del quale ne sarà la grande promotrice. Incarica il suo architetto preferito, Lassurance, di costruire una scala d'onore, di allestire il primo piano e di organizzarvi una sontuosa Camera da letto, la grande alcôve. A Verbreck è dato l'incarico delle sculture, a Charles-André van Loo, François Boucher e Dubois le pitture di medaglioni e pannelli. Grande donna colta e raffinata, la marchesa, sceglierà di persona le stoffe, i motivi decorativi, i marmi, arazzi di Gobelins, i lampadari in cristalli di Boemia come pure i servizi da tavola, gli orologi ecc. facendo della residenza un grande esempio dello stile rococò.

Lo sfarzo si manifesta anche all'esterno nei giardini, guarniti di portici, labirinti, cascate e anche di una grotta dorata, che secondo le tendenze del tempo, ispirate dalle celebri scene favolistico-campestri del grande pittore Watteau, si amava distrarsi in giochi pastorali; una sorta di retour à la nature.

Il 15 novembre 1757, all'età di 36 anni, la Marchesa nominò suo fratello, il Marchese di Marigny, suo erede universale. Ma alla sua morte, il 15 aprile 1764, il re destinò il palazzo agli Ambasciatori. Tutto il mobilio con le opere d'arte vennero venduti, e il parco notevolmente ridotto, destinato in parte ad aumentare la Promenade degli Champs-Élysées.

Nel 1773 viene acquistato dal banchiere Nicolas Beaujon, e nel 1783 passa alla duchessa Batilde di Borbone-Orléans, ultima proprietaria della residenza.

Durante la Rivoluzione Francese, divenuto proprietà pubblica, il palazzo fu abitato da Carolina Bonaparte e poi dall'imperatrice Giuseppina di Beauharnais. Il 22 giugno 1815 Napoleone vi firmò l'atto di abdicazione.

Il nome, risalente alla fine del Settecento (prima il palazzo era detto Hôtel de Bourbon, dall'ultima abitante), molto presumibilmente è dovuto alla splendida passeggiata che costeggiava l'ampio giardino alla francese ed il palazzo medesimo.

Dal 1873 è la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica francese.

Nel 1953, durante una cerimonia al Palazzo dell'Eliseo, il Presidente Francese Vincent Auriol, reclamò un antico privilegio riservato ai monarchi francesi e consegnò personalmente la berretta Cardinalizia, ad Angelo Giuseppe Roncalli Nunzio Apostolico a Parigi e futuro papa Giovanni XXIII.

Petit Palais - Grand Palais

L'Esposizione Universale che si tenne a Parigi nel 1900 fu, per la città, una tappa fondamentale della sua storia artistica e urbanistica. In quell'occasione vennero costruiti monumenti ed opere il cui stile moderno era fin troppo eclettico e rimbombate. In accordo con tale gusto furono eretti i due palazzi contigui del Petit Palais e del Grand Palais, entrambi di grandiose proporzioni, caratterizzati da ampi colonnati, fregi e composizioni scultoree. 

Il Grand Palais, costruito dal Deglane e dal Louvet, ha una facciata con colonne ioniche lunga 240 metri e alta 20. 

Attualmente vi si tengono importanti esposizioni artistiche e mostre di pittura, mentre precedentemente la sua vasta area serviva per fiere, saloni dell'automobile ed analoghe manifestazioni. Una parte è occupata dal Palais de la Découverte, dove sono presentate le ultime conquiste della scienza e le grandi tappe del progresso.

Gli angoli del Gran Palais sono coronati da enormi quadrighe che danno l'esatta impressione di volersi slanciare fuori dal posto che occupano per galoppare nello spazio circostante.

Il Petit Palais è un padiglione espositivo oggi divenuto museo costruito per l'Esposizione universale del 1900 su progetto dell'architetto francese Charles Girault. 

Costruito insieme al Grand Palais ed al pont Alexandre III, ospita oggi il Museo di belle arti della città di Parigi (Musée des beaux-arts de la ville de Paris).

La composizione del palazzo è organizzata intorno al giardino interno ad emiciclo ed all'esposizione erano dedicate in origine solamente gli ampi locali voltati al piano nobile. 

Il piano terra, corrispondente al basamento bugnato visibile dall'esterno, nacque in origine come sede degli uffici e dei magazzini, sebbene anch'esso oggi ospiti importanti oggetti da collezione.

La facciata si sviluppa per circa 150 metri, ed è fortemente connotata dal grande arco di ingresso centrale e dalla cupola che lo sovrasta. Colonne ioniche dalle volute fortemente sporgenti ornano sia l'affaccio su strada che il peristilio semicircolare della corte interna. Numerosi bassorilievi completano la composizione. L'architetto concepì inoltre il padiglione come successione di spazi da illuminare interamente tramite luce naturale, inondandone le sale sia grazie alle ampie finestrature che tramite i maestosi soffitti vetrati a centrovolta.

Le stesse tematiche saranno nuovamente riprese dal progettista Charles Girault pochi anni più tardi nella progettazione del Museo reale per l'Africa Centrale, realizzato a Tervuren - in Belgio - a partire dal 1904. Il Petit Palais di Parigi viene inoltre spesso accostato al Teatro dell'Opera di Ho Chi Min, progettato negli stessi anni da Eugène Ferret, architetto - tra le sue varie realizzazioni - anche del Casinò di Sanremo.

A partire dal 2000 e fino al 2005, il Petit Palais fu sottoposto ad un'accurata opera di rinnovamento e restauro, costata più di 72 milioni di euro e curata dall'architetto Philippe Chaix. L'attuale Museo di belle arti ospitato al suo interno è rapidamente divenuto una delle nuove principali attrazioni cittadine. L'intervento si è concentrato in maniera particolare sulla rimozione di tutti i tramezzi ed altri elementi aggiunti a posteriori che corrompevano l'ideale originario di palazzo illuminato di giorno solo da luce naturale. Visto il buono stato di conservazione delle strutture originarie, è stato dunque possibile riportare l'edificio alla sua conformazione iniziale. Le grandi finestre che caratterizzano i locali principali affacciano - oltre che su avenue Churchill laddove possibile - anche sulla corte interna, rendendo omogenea e naturale l'illuminazione delle opere d'arte.

La superficie espositiva permanente venne inoltre ampliata, passando dai precedenti 3000 agli attuali 5000 metri quadrati disponibili. I locali posti al piano terra - in origine pensati come esclusivamente di servizio - sono stati anch'essi parzialmente aperti al pubblico. Tra le numerose opere ivi esposte, spiccano opere dello scultore e pittore Jean-Baptiste Carpeaux, così come di Paul Cézanne, Gustave Courbet e Auguste Rodin. La sala Ludovico VI ospita invece ceramiche e mobili di particolare pregio.

A partire dal 1902, il palazzo venne ribattezzato "Palais des beaux-arts de la ville de Paris" e destinato ad accogliere esposizioni temporanee ed una collezione permanente contenente opere databili dall'antichità fino al XIX secolo. Le opere di epoca successiva sarebbero state ospitate al Palais de Tokyo.

La collezione originaria è stata, nel corso degli anni, ampliata grazie a numerose donazioni, tra le quali si possono ricordare per qualità e quantità di opere d'arte i seguenti lasciti:

- Eugène e Auguste Dutuit cedettero le proprie collezioni - comprendenti circa 20.000 opere d'arte - nel 1902. Si contano al loro interno numerosi capolavori della scuola olandese (tra cui un autoritratto di Rembrandt e il Ratto di Proserpina di Rubens), dell'antichità greca e romana, oggetti risalenti al Medioevo ed al Rinascimento, disegni ed incisioni di maestri quali Martin Schongauer, Albrecht Dürer, Rembrandt e Fragonard.

Edward Tuck e la moglie Julia donarono al museo nel 1930 la propria collezione di oggetti d'arte francese del XVIII secolo.

Ambroise Vollard donò numerose opere d'arte moderna al museo, tra cui suoi numerosi ritratti ad opera di Pierre Bonnard (1924), Paul Cézanne (1899) ed altri.

Roger Cabal diede in lascito al museo la propria collezione di icone nel 1998.

Oltre a ricevere donazioni, il museo si è anche impegnato in prima persona nell'aqcuisto di opere d'arte, specialmente di Gustave Courbet.

Dopo il restauro, il Petit Palais ha aperto le proprie porte anche alla fotografia contemporanea con una grande mostra fotografica sulle civiltà del mondo. Alcune delle immagini esposte vennero in seguito acquisite dal museo stesso.

Il fondo d'arti grafiche del museo è costituito da circa 18.000 incisioni e 9.000 disegni, antichi e moderni. La collezione di disegni comprende opere di Rembrandt, Jacob van Ruisdael, Adriaen van Ostade, Antoon Van Dyck, Le Lorrain, Antoine Watteau, Jean Honoré Fragonard e Hubert Robert.

Tra le incisioni si ricordano opere di Martin Schongauer, Albrecht Dürer, Luca da Leida, Rembrandt (una collezione eccezionale di oltre 350 pezzi), Antoon Van Dyck, Jean Honoré Fragonard e Antoine Watteau.

Place de la Concorde

Place de la Concorde è situata ai piedi degli Champs-Élysées. Dopo la Place des Quinconces di Bordeaux, è la più grande piazza francese.

Il comune di Parigi aveva stabilito, nel 1748, di erigere una statua equestre in onore di Luigi XV il beneamato, ed aveva per questo indetto un concorso. Uno fra i partecipanti propose di utilizzare una semplice spianata in terra battuta, al tempo inutilizzata e senza forma, che si trovava al limitare dei giardini delle Tuileries, così chiamata perché vi era un ponte di legno sul canale al confine dei giardini. La scelta eventuale di questo sito poteva urbanisticamente sortire una sperata influenza positiva per l'urbanizzazione delle nuove zone che tendevano a costruirsi verso l'ovest della capitale, nel faubourg di Saint-Honoré.

La proprietà di buona parte dei terreni interessati dal progetto era già del re, e questo avrebbe potuto ridurre considerevolmente la necessità di ricorso agli espropri; del resto, già prima della chiusura del bando e quindi prima della scelta definitiva, si erano allestite trattative con gli eredi di John Law, precedente proprietario di altri terreni interessati dal progetto. Qui si proponeva perciò la realizzazione di una piazza reale, una delle tante che, insieme a quelle già realizzate a Rennes, Rouen, Bordeaux, Digione e Montpellier, già celebravano i fasti del monarca con statue equestri.

A Parigi questo spazio, come gli altri incentrato sull'ostentazione della rispettiva statua, si presentava come in primo luogo aperto, perché si iscriveva in una zona ancora non urbanizzata. Valorizzata dalle facciate disegnate da Gabriel, piazza Luigi XV avrebbe costituito un'interpunzione architettonica fra le Tuileries e la verde fuga prospettica degli Champs-Élysées.

Nel 1753 fu indetto un altro concorso, stavolta per la sistemazione della spianata, e la tenzone fu riservata ai membri dell'Accademia Reale d'Architettura. Ange-Jacques Gabriel, direttore dell'accademia in qualità di primo architetto del re, fu incaricato di mettere a punto un progetto che raccogliesse e coordinasse le migliori idee espresse dai concorrenti. Il progetto di Gabriel fu accettato nel 1755. La convenzione fra la città di Parigi, i rappresentanti del re e gli eredi del Law fu sottoscritta nel 1758. In cambio dei terreni ceduti, gli eredi ricevettero l'edificio situato sul lato di nord-ovest della piazza ed i terreni edificabili da ambo le parti della progettata Via del Re. Acconsentirono a pagare la realizzazione delle facciate di tutti gli edifici di cui avrebbero ottenuto la proprietà ed accettarono il vincolo di gallerie aperte al pubblico dipartenti dalla piazza.

Iniziata da Edme Bouchardon e completata da Jean-Baptiste Pigalle, la statua equestre di Luigi XV fu inaugurata il 20 giugno 1763. Fu sistemata rivolta verso est, all'intersezione dell'asse della nuova rue royale (che collegava la Madeleine alla Senna) con l'asse del giardino delle Tuileries e dell'avenue des Champs-Élysées. Il piedistallo era decorato di bassorilievo di bronzo e di cariatidi che evocano le virtù del re. Poiché però quest'ultimo era diventato, all'epoca dell'inaugurazione della statua, dopo la Guerra dei sette anni, largamente impopolare, la statua venne trovata con una benda sugli occhi, a dimostrazione di come il re fosse diventato cieco ai bisogni del suo popolo. 

La piazza fu completata nel 1772. Un recinto ottagonale, ornato di una balaustra e contornato da canali profondi e piantonato da garitte, fu creato attorno alla statua. Solo il lato nord della piazza fu edificato, lasciando libera la vista sulla Senna. Una parte del programma di completamento tuttavia non fu mai realizzata: Gabriel aveva previsto di decorare i tetti delle garitte con gruppi scultorei rappresentanti trofei, e realizzare due fontane ai lati della statua. Inoltre, i due grandi edifici a nord della piazza dovevano essere inquadrati, in lieve arretramento, da due edifici più piccoli e fra loro identici. La piazza fu dunque intitolata place Louis XV.

Ai tempi della Rivoluzione Francese, la piazza è un luogo di passaggio obbligato per i cortei, sia improvvisati sia previsti dal protocollo delle feste. Diviene, inoltre, uno dei grandi luoghi di raccolta delle folle durante il periodo rivoluzionario, soprattutto dopo che vi sarà installata la ghigliottina.

Il 12 luglio 1789, dopo le dimissioni di Jacques Necker, interpretata come un segno di restaurazione da parte del re, si riunisce nella piazza una folla inferocita brandente i busti di Necker e di Filippo d'Orléans. Il 13 luglio la folla, guadagnato l'appoggio di un reggimento della Guardia Francese, prende la Bastiglia.

Nel 1792, Piazza Luigi XV viene rinominata Place de la Révolution. La statua del Sovrano viene distrutta e rimpiazzata da un'immensa statua della Libertà in cartone e stucco. La piazza diviene il palcoscenico sanguinario della Rivoluzione, con l'installazione della ghigliottina. La macchina per la decapitazione viene collocata nella piazza in via provvisoria nell'ottobre del 1792, per l'esecuzione dei ladri dei gioielli della Corona. Vi ritorna il 21 gennaio 1793 per l'esecuzione di Luigi XVI; successivamente, viene posta a metà tra il basamento della statua di Luigi XV e l'ingresso degli Champs-Élysées, e infine installata permanentemente, dall'11 maggio 1793 sino al 9 giugno 1794, tra il centro della piazza e l'ingresso delle Tuileries.

La ghigliottina viene quindi spostata in Piazza del Trono Rovesciato (l'attuale place de la Nation) ma nuovamente installata in Place de la Concorde per l'esecuzione di Maximilien de Robespierre e dei suoi sostenitori. Delle 2498 persone ghigliottinate durante la Rivoluzione, 1119 furono giustiziate in piazza della Rivoluzione.

Con la fine del periodo del Terrore, a partire dall'anno V, il governo prende a designare la piazza come Place de la Concorde, ma il nome diviene ufficiale solamente nel 1830.

Ad oggi, la storia di Place de la Concorde si nasconde dietro al traffico che si accalca intorno al gigantesco obelisco egizio decorato da geroglifici inneggianti al regno del faraone Ramses III.

Invece, nel XIX secolo, la piazza simbolo della furia sanguinaria del Terrore e dell'esecuzione della famiglia reale pone un problema politico ai governi dell'epoca. La Restaurazione propone di costruirvi un monumento in memoria di Luigi XVI, di cui Carlo X pone la prima pietra il 3 maggio 1826. Ma la prevista statua di Luigi XVI non verrà mai eseguita e il suo basamento servirà come base per l'obelisco di Luxor.

Nel 1831 il Viceré d'Egitto, Mehemet-Ali, offre alla Francia i due obelischi che ornavano l'ingresso del palazzo di Ramses III a Tebe (Luxor). Il primo viene trasportato a Parigi nel 1833, e Luigi-Filippo I decide di installarlo in Place de la Concorde, dove " non ricorderà nessun evento politico". L'operazione, che si traduce in una vera prodezza tecnica, viene portata a termine il 25 ottobre 1836, sotto la direzione dell'ingegnere della marina Appollinaire Lebas, davanti ad un pubblico di 200 000 curiosi.

Tra il 1836 ed il 1846, la piazza viene trasformata dall'architetto Jakob Ignaz Hittorff che ne conserva il concetto originario espresso da Gabriel. Vi aggiunge due fontane monumentali ai lati dell'obelisco e circonda la piazza in un abbraccio di lampioni e colonne rostrali. La piazza si erge come una celebrazione del genio navale francese, per via della presenza, in uno degli edifici costruiti da Gabriel, del Ministero della Marina. Le due fontane celebrano la navigazione fluviale (la fontana nord presenta le raffigurazioni sedute del Reno e del Rodano della raccolta del grano e della ragione) e la navigazione marittima (La fontana sud presenta le raffigurazione del Mediterraneo, dell'oceano e della Pesca). Le colonne rostrali sono decorate con prue di navi, che evocano contemporaneamente lo stemma della Città di Parigi. Le statue allegoriche di otto villaggi francesi definiscono il perimetro dell'ottagono immaginato da Gabriel.

Nel 1854, i fossati, conservati da Hittorff, vengono riempiti per adeguare meglio la piazza alla circolazione.

Il 6 febbraio 1934 a Parigi, in Place de la Concorde, per la prima volta scendono in piazza, fianco a fianco in una grande manifestazione di protesta contro il simbolo della democrazia parlamentare, il Palais Bourbon (la camera dei deputati) e contro il governo a matrice radical-socialista presieduto da Daladier, militanti dell'estrema sinistra e dell'estrema destra. Tutti assieme, mischiati tra di loro i Camelots du Roi, gli attivisti dell'Action Française, i giovani operai della 'cintura rossa', membri della Jeunesse Patriote e militanti comunisti, ex combattenti disoccupati e studenti. Gli scontri con le forze dell'ordine causano 20 morti e 2300 feriti.

La piazza è stata costruita da Ange-Jacques Gabriel nel 1755 come un ottagono con il perimetro delimitato dagli Champs-Élysées e dal Jardin des Tuileries. Le fontane, aggiunte successivamente da Jacques Hittorff, sono ispirate a quelle della basilica di San Pietro a Roma.

All'estremo nord, due grandi edifici identici in pietra definiscono la prospettiva della piazza. Divisi da Rue Royale, sono tra i migliori esempi dell'architettura del Secolo XVIII.

Soltanto le facciate sono state progettate da Gabriel, e costruite tra il 1766 ed il 1775. Si ispirano al colonnato del Palazzo del Louvre, di Claude Perrault secondo il principio di un colonnato costruito su un basamento messo in forte risalto (qui da alcune bozze sporgenti), di una grande trabeazione, di padiglioni angolari e di elementi decorativi, come i medaglioni ovali ornati da ghirlande. I frontoni sono stati decorati con rappresentazioni allegoriche dell'agricoltura, del commercio, della magnificenza e della felicità pubblica realizzati da Michel-Ange Slodtz e Guillaume Coustou.

L'edificio situato ad est di rue Royale è, sin dalle origini, interamente appartenuto alla corona francese. Fu da principio assegnato al Garde-Meuble, le cui gallerie erano aperte al pubblico tutti i martedì de la Quasimodo à la Saint-Martin tra le 9 e le 13. A partire dal 1789, accolse il ministero della Marina che, sotto la direzione dell'ammiraglio Decrès, sviluppò considerevolmente i suoi uffici fino ad occupare tutto l'edificio. L'hôtel – detto hôtel du Garde-Meuble o, più comunemente, hôtel de la Marine – è stato costruito secondo i piani di Gabriel con la direzione di Jacques-Germain Soufflot. I decori interni, di una grande magnificenza, sono opera dell'architetto Jacques Gondouin e costituiscono una tappa importante nell'evoluzione del gusto del XVIII secolo. Sono stati sfortunatamente denaturati dalle trasformazioni effettuate nel Secondo Impero, anche se i grandi saloni d'apparato e la Gallerie Dorata conservano ancora qualche elemento originale.

A nord-ovest della piazza, dall'altro lato di rue Boissy d'Anglas, si ergeva fino al 1775 il deposito dei marmi della corona. Dopo la soppressione del deposito, il terreno fu concesso al fermier général Laurent Grimod de La Reynière, con l'obbligo per lui di edificare un edificio analogo all'hôtel de Saint-Florentin. Il pittore Charles-Louis Clérisseau vi eseguì il primo decoro in stile classico ispirato dalle scoperte archeologiche fatte a Pompei e Ercolano. L'hôtel ospitò in seguito il Circolo imperiale, poi il Circole dell'Unione artistica. Sfigurato per le aggiunte successive, l'hôtel è stato demolito e rimpiazzato da un pastiche in stile neo-classico edificato tra il 1931 e il 1933 dagli architetti William Delano e Victor Laloux per ospitare l'ambasciata degli Stati Uniti. Questo hôtel, che ben risponde all'Hôtel de Talleyrand, ristabilisce la simmetria del lato nord della piazza come Gabriel l'aveva inizialmente immaginata.

L'obelisco egizio di Luxor, vecchio ormai 3300 anni (XIII secolo a.C.), è arrivato in Francia nel 1836. Il re Luigi Filippo lo fece posizionare al centro della piazza durante l'intervento di rifacimento di quest'ultima da parte dell'architetto Hittorff. Alto 2286 centimetri, il monolito, in sienite rosa, pesa 227 tonnellate. I geroglifici che lo coprono celebrano la gloria del faraone Ramesse II.

Dopo che numerosi egittologi avevano sostenuto che la parte superiore degli obelischi egizi (detta pyramidion) era sempre rivestita da fogli d'oro, nel maggio 1998 ne è stata realizzata una ricostruzione, grazie al mecenatismo di Pierre Bergé e Yves Saint-Laurent.

L'obelisco si trova lungo la linea dell'axe historique di Parigi che parte dall'Arc de Triomphe du Carrousel fino all'Arche de la Défense passando per il giardino delle Tuileries, Place de la Concorde, gli Champs-Élysées e l'Arco di Trionfo. L'obelisco indica anche l'ora esatta.

Nel 1719, i due gruppi di statue scolpite da Antoine Coysevox, che rappresentano la Fama e Mercurio che monta Pegaso il cavallo alato, che decoravano l'abbeveratoio di Marly, furono poste alle Tuileries e rimpiazzate dai cavalli di Guillaume Coustou. Anche questi furono spostati e posti all'entrata dell'avenue des Champs-Élysées nel 1795 per iniziativa del carpentiere Huzard, per paura del vandalismo che li minacciava. I quattro gruppi sono oggi rimpiazzati da copie.

A ciascun lato della piazza si trova una statua che rappresenta una città francese: Brest e Rouen di Jean-Pierre Cortot; Lione e Marsiglia di Louis Petitot; Bordeaux e Nantes di Louis-Denis Caillouette; Lilla e Strasburgo di James Pradier. Si dice che quest'ultimo abbia preso come modello per Strasburgo Juliette Drouet, che era stata sua amante prima di diventare quella di Victor Hugo.

La statua di Strasburgo fu per lungo tempo coperta da un velo nero e di fiori per la perdita dell'Alsazia-Lorena, ceduta dalla Francia alla Germania nel 1871.

Giardino delle Tuileries - L'Orangerie

Il giardino delle Tuileries è un giardino pubblico ubicato fra il Museo del Louvre e Place de la Concorde. Creato da Caterina de' Medici come giardino del Palazzo delle Tuileries nel 1564, venne aperto al pubblico nel 1667 e divenne un parco pubblico dopo la Rivoluzione francese. Nel XIX e nel e XX secolo è stato il luogo celebrato dai parigini per il passeggio ed il relax.

Il giardino di Caterina de' Medici - Nel luglio 1559, dopo la morte del marito, Enrico II, la regina Caterina de' Medici decise di spostare la sua residenza al castello di Tournelles, vicino alla Bastiglia, lasciando il palazzo del Louvre, assieme a suo figlio, il nuovo re Francesco II. Decise che avrebbe costruito lì un nuovo palazzo per se stessa, separato dal Louvre, con un giardino sul modello dei giardini della sua Firenze.

A quel tempo c'era un'area vuota delimitata dalla Senna a sud, da rue Saint-Honore a nord, dal Louvre a est, e dalle mura della città e da un profondo fossato pieno d'acqua ad ovest. Dal XIII secolo questa zona era occupata da botteghe, chiamate tuileries, che fabbricavano tegole per i tetti degli edifici. Alcuni dei terreni erano stati acquistati all'inizio del XVI secolo dal re Francesco I. Caterina acquistò altri terreni e cominciò a far costruire un nuovo palazzo e il giardino.

La regina fece venire un architetto paesaggista da Firenze, Bernard de Carnesse, per far realizzare un giardino rinascimentale all'italiana, con fontane, un labirinto e una grotta, decorata con immagini di faience, rappresentanti piante ed animali, realizzate da Bernard Palissy, al quale Caterina aveva ordinato di scoprire il segreto della porcellana cinese.

Il giardino di Caterina de' Medici era uno spazio chiuso lungo cinquecento metri e largo trecento, separato da una strada dal nuovo castello. Era diviso in scomparti rettangolari da sei viottoli e le sezioni erano piantate con prati, aiuole, e piccoli gruppi di cinque alberi, chiamati Quinconces, e, più praticamente, con orti e vigneti.

Le Tuileries furono al loro tempo il più bello e grande giardino di Parigi. Caterina lo utilizzò per sontuose feste reali in onore degli ambasciatori della regina Elisabetta I e per il matrimonio di sua figlia, Margherita di Valois con il futuro Enrico IV.

Il giardino di Enrico IV - Re Enrico III fu costretto a fuggire da Parigi nel 1588, e il giardino cadde in rovina. Il suo successore, Enrico IV e il suo giardiniere, Claude Mollet, restaurarono i giardini e costruirono una passeggiata coperta della lunghezza del giardino, e una pista parallela piantumata con alberi di gelsoi, visto che sperava di coltivare i bachi e dar vita ad una industria della seta in Francia. Egli fece anche costruire una vasca rettangolare di 65 metri per 45 metri con una fontana alimentata tramite una nuova pompa chiamata La Samaritaine, che era stata costruita nel 1608 sul Pont Neuf. L'area compresa tra il palazzo e l'ex fossato di Carlo V fu trasformato nel "Nuovo Giardino", con una grande fontana al centro. Anche se Enrico IV non visse mai nel Palazzo delle Tuilieries, che era continuamente in fase di costruzione, utilizzò i giardini per il relax e l'esercizio fisico.

Il giardino di Luigi XIII - Nel 1610, alla morte del padre, Luigi XIII, all'età di nove anni, divenne il nuovo proprietario dei giardini delle Tuileries che divennero il suo enorme parco giochi, usato per la caccia e nel quale teneva un serraglio di animali. Sul lato nord dei giardini, Maria de' Medici aveva istituito una scuola di equitazione, scuderie e un maneggio coperto per i cavalli.

Quando il re e la corte erano assenti da Parigi, i giardini si trasformavano in un luogo di piacere per la nobiltà. Nel 1630 una conigliera presso il bastione ovest del giardino venne trasformata in una passeggiata fiorita e un cabaret. La figlia di Gastone d'Orleans e nipote di Luigi XIII, conosciuta come La Grand Mademoiselle, tenne una sorta di corte nel cabaret, e il "Giardino Nuovo" di Enrico IV (oggi Carosello) divenne noto come il Parterre de Mademoiselle. Nel 1652 la Grand Mademoiselle venne espulsa dal castello e dal giardino per aver sostenuto una rivolta, la Fronde, contro suo cugino, il giovane Luigi XIV.

Il giardino di Luigi XIV e Le Nôtre - Il nuovo re impose rapidamente il proprio senso dell'ordine ai giardini delle Tuileries. I suoi architetti, Louis Le Vau e Francois d'Orbay, terminarono finalmente il palazzo delle Tuileries, facendone una vera e propria residenza reale. Nel 1662, per celebrare la nascita del suo primo figlio, Luigi XIV tenne un grande corteo di cortigiani a cavallo nel nuovo giardino che era stato ampliato riempiendo il fossato di Carlo V e trasformato in campo da parate. Successivamente, la piazza divenne nota come la Place du Carrousel.

Nel 1664, Colbert, il sovrintendente degli edifici del re, incaricò l'architetto paesaggista André Le Nôtre, di ridisegnare l'intero giardino. Le Nôtre era il nipote di Pierre Le Nôtre, uno dei giardinieri di Caterina de' Medici, e suo padre Jean era stato anch'egli giardiniere alle Tuileries. Egli iniziò trasformando le Tuileries in un formale giardino alla francese, uno stile che aveva sviluppato a Vaux-le-Vicomte e perfezionato a Versailles, sulla base di simmetria, ordine e lunghe prospettive.

I giardini di Le Nôtre erano progettati per essere visti dall'alto, da un edificio o da una terrazza. Eliminò la strada che separava il palazzo dal giardino, e la sostituì con una terrazza che guardava, dall'alto in basso, il parterre delimitato da basse siepi di bosso e aiuole con disegni di fiori. Al centro delle aiuole pose tre vasche con fontane. Di fronte, al centro delle prima fontana disegnò la grande allée, lunga 350 metri. Costruì altri due viottoli, fiancheggiati da alberi di castagno, su entrambi i lati. Questi tre viali principali erano attraversati da piccoli vicoli, per creare compartimenti contenenti diversi alberi, arbusti e fiori.

Sul lato sud del parco, vicino alla Senna, costruì una lunga terrazza alberata, chiamata la Terrasse du Bord-de-l'eau, con una vista sul fiume. Una seconda terrazza venne costruita sul lato nord, con vista sul giardino, chiamata Terrasse des Feuillants.   Sul lato ovest del giardino, accanto all'odierna Place de la Concorde, costruì due rampe a forma di ferro di cavallo e due terrazze con vista su un bacino ottagonale del diametro di sessanta metri, con una fontana al centro. Queste terrazze incorniciavano l'ingresso occidentale del giardino, e costituivano un altro punto di vista per vedere il giardino dall'alto.

Le Notre voleva che la prospettiva dal palazzo, alla fine occidentale del giardino, continuasse anche al di fuori del giardino stesso. Nel 1667 fece il progetto per un viale, con due file di alberi su entrambi i lati, che continuavano ad ovest verso l'attuale Rond-Point des Champs Elysées.

Le Nôtre e le sue centinaia di muratori, giardinieri e addetti al movimento terra, lavorarono sul giardino nel periodo 1666-1672. Ma, nel 1671, il Re, furioso con i parigini perché si opponevano alla sua autorità, abbandonò Parigi e si trasferì a Versailles.

Nel 1667, su richiesta del celebre autore di La bella addormentata e altre fiabe, Charles Perrault, il Giardino delle Tuileries venne aperto al pubblico, ad eccezione dei mendicanti, "lacchè" e soldati. Fu il primo giardino reale ad essere aperto al pubblico.

Il giardino delle Tuileries nel XVIII secolo - Dopo la morte di Luigi XIV, il futuro Luigi XV divenne proprietario del giardino delle Tuileries all'età di cinque anni. Il giardino, abbandonato da quasi quarant'anni, venne rimesso in ordine. Nel 1719, due grandi gruppi statuari equestri, La Renommée e Mercure, opera dello scultore Antoine Coysevox, vennero spostati dalla residenza del Re a Marly e posti all'ingresso ovest del giardino. Altre statue di Nicholas e Guillaume Coustou, Corneille e Cleve Sebastien Slodz, Thomas Regnaudin e Coysevox vennero collocate lungo il Canal Allée. Un ponte mobile venne posto sul lato ovest sopra il fossato, per rendere più facile l'accesso al giardino. La creazione della piazza Luigi XV (ora Place de la Concorde) ha creato un grande vestibolo al giardino.

Alcune festività, come il 25 agosto, festa di San Luigi, sono state celebrate con concerti e fuochi d'artificio nel parco. Un pallone aerostatico ante litteram venne realizzato nel giardino il 1 dicembre 1783 da Jacques Alexandre César Charles e Nicolas Louis Robert. Vennero approntati anche piccoli stand gastronomici e le sedie potevano essere noleggiate a basso prezzo. Le toilet pubbliche vennero realizzate nel 1780.

Il giardino delle Tuileries durante la rivoluzione francese - Il 6 ottobre 1789, all'inizio della Rivoluzione francese, re Luigi XVI venne portato, contro la sua volontà, al Palazzo delle Tuileries. Il giardino venne chiuso al pubblico tranne nel pomeriggio. Alla regina Maria Antonietta e al Delfino venne concessa una parte del giardino per il loro uso privato, prima sul lato ovest della Promenade Bord d'eaux, quindi ai margini della piazza Luigi XV.

Dopo il fallito tentativo del re di fuggire dalla Francia, la sorveglianza della famiglia venne aumentata e fu loro permesso di passeggiare nel parco la sera del 18 settembre 1791, durante la festa organizzata per celebrare la nuova Costituzione francese, quando i viali del parco erano stati illuminati con piramidi e file di lanterne. Il 10 agosto 1792, una folla assaltò il Palazzo, e le guardie svizzere del re vennero inseguite attraverso i giardini e massacrate. Dopo la rimozione del Re dal potere e la sua esecuzione a morte, le Tuileries divennero il Giardino nazionale (Jardin National) della nuova Repubblica francese. Nel 1794 il nuovo governo assegnò il rinnovamento dei giardini al pittore Jacques-Louis David, e a suo cognato, l'architetto August Cheval de Saint-Hubert i quali concepirono un giardino decorato con portici romani, portici monumentali, colonne e altre decorazioni classiche. Il progetto di David e di Saint-Hubert non venne però mai completato. Tutto ciò che rimane oggi sono due esedre, muretti semicircolari coronati con statue nei pressi dei due stagni al centro del giardino..

Mentre il progetto di David non era ancora finito, un gran numero di statue vennero trasferite da residenze reali per essere esposte al pubblico. I giardini vennero utilizzati anche per feste rivoluzionarie. L'8 giugno 1794, una cerimonia in onore del Culto dell'Essere Supremo venne organizzata alle Tuileries da Robespierre, con scene e costumi disegnati da Jacques-Louis David. Dopo un inno scritto per l'occasione, Robespierre diede fuoco a manichini che rappresentavano l'ateismo, l'ambizione, l'egoismo e le false semplicità, rivelando una statua della saggezza.

Il giardino delle Tuileries nel XIX secolo - Nel XIX secolo, il giardino delle Tuileries divenne il luogo preferito dai parigini per rilassarsi, incontrare amici, passeggiare, godersi l'aria fresca e il verde, e divertirsi.

Napoleone Bonaparte, in procinto di diventare imperatore, si trasferì nel Palazzo delle Tuileries il 19 febbraio 1800 e iniziò ad apportare miglioramenti per soddisfare le esigenze di una residenza imperiale. Venne creata una strada nuova tra il Louvre e Place du Caroussel, un recinto chiuso dal cortile, e venne costruito un piccolo arco di trionfo, modellato sull'arco di Settimio Severo a Roma, al centro di Place du Carrousel , come ingresso cerimoniale al suo palazzo.

Nel 1801 Napoleone ordinò la costruzione di una nuova strada lungo il bordo settentrionale delle Tuileries, attraverso lo spazio che era stato occupato dalla scuola di equitazione e maneggio costruita da Maria de' Medici, ed i giardini privati di aristocratici e di conventi e ordini religiosi che erano stati chiusi durante la Rivoluzione. Questa nuova strada ha assorbito anche parte della Terrasse des Feuillants, che era stata occupata da caffè e ristoranti. La nuova strada, fiancheggiata da portici sul lato nord, venne nominata rue de Rivoli, dopo la vittoria di Napoleone nel 1797.

Napoleone fece pochi cambiamenti all'interno del giardino. Continuò a utilizzare il giardino per le parate militari e per celebrare eventi speciali, tra cui il passaggio del suo corteo di nozze il 2 aprile 1810, quando sposò l'arciduchessa Maria Luisa d'Austria.

Dopo la caduta di Napoleone, il giardino divenne, per breve tempo, l'accampamento dei soldati austriaci e russi occupanti. La monarchia venne restaurata, e il nuovo re, Carlo X, rinnovò una tradizione antica celebrando il giorno di San Carlo in giardino.

Nel 1830, dopo una breve rivoluzione, un nuovo re, Luigi Filippo, divenne proprietario delle Tuileries. Voleva un giardino privato all'interno delle Tuileries, e pertanto una sezione del giardino antistante il palazzo venne separata da una recinzione dal resto delle Tuileries. Un piccolo fossato, aiuole e otto nuove statue di scultori del periodo, decorarono il nuovo giardino privato.

Nel 1852, a seguito di un'altra rivoluzione e il breve governo della Seconda Repubblica, un nuovo imperatore, Luigi Napoleone, divenne proprietario del giardino. Ampliò la sua riserva privata all'interno del giardino più a ovest fino al viale nord-sud che attraversa il grande bacino circolare, in modo da comprendere le due piccole vasche rotonde. Decorò il suo nuovo giardino con aiuole di piante e fiori esotici, e con nuove statue. Nel 1859 trasformò la Terrasse du Bord-de-l'Eau in un parco giochi per il figlio, il principe imperiale. Fece anche costruire i padiglioni gemelli, il Jeu de Paume e la Orangerie, sul lato ovest del giardino, e una nuova balaustra di pietra all'ingresso ovest. Quando l'imperatore non era a Parigi, di solito da maggio a novembre, tutto il giardino, tra cui il suo giardino privato e il parco giochi, venivano aperti al pubblico.

Nel 1870, l'imperatore Luigi Napoleone fu sconfitto e catturato dai tedeschi, e Parigi fu teatro della rivolta della Comune. Una bandiera rossa prese a sventolare sul palazzo, e questo poteva essere visitato per cinquanta centesimi. Quando l'esercito combatté per riconquistare la città, i comunardi, deliberatamente, bruciarono il palazzo delle Tuileries, e cercarono di bruciare anche il Louvre. Le rovine del palazzo non furono abbattute fino al 1883 ed il luogo dove sorgeva il palazzo, tra i due padiglioni del Louvre, divenne parte del giardino.

Il giardino delle Tuileries nel XX secolo - Alla fine del XIX e all'inizio del XX secolo, il giardino delle Tuilieries era pieno di intrattenimenti per il pubblico; acrobati, teatri di marionette, stand di bibite, piccole imbarcazioni sui bacini, passeggiate sull'asino, e vendita di giocattoli. Nel 1900, in occasione dei Giochi della II Olimpiade, il Giardino ospitò le gare di scherma. La pace del giardino venne interrotta dalla prima guerra mondiale nel 1914; le statue vennero protette da sacchi di sabbia, e nel 1918, due colpi di artiglieria a lungo raggio dei tedeschi colpirono il giardino.

Nel periodo fra le due guerre, il Jeu de paume venne trasformato in una galleria d'arte, e la parte occidentale venne utilizzata per esporre le ninfee di Claude Monet. La Orangerie divenne invece una galleria di arte contemporanea occidentale.

Durante la seconda guerra mondiale, il Jeu de paume venne usato dai tedeschi come magazzino per la conservazione delle opere d'arte confiscate agli ebrei.

La liberazione di Parigi nel 1944, vide aspri combattimenti nel giardino e i dipinti di Monet, le ninfee, vennero gravemente danneggiati durante la battaglia.

Fino agli anni 1960, quasi tutte le sculture del giardino datavano al XVIII e XIX secolo. Nel 1964-65, André Malraux, ministro della Cultura per il presidente Charles De Gaulle, fece rimuovere le statue del XIX secolo che circondavano la Place du Carrousel e le fece sostituire con sculture contemporanee di Aristide Maillol.

Nel 1994, come parte del progetto del Grand Louvre lanciato dal presidente François Mitterrand, l'architetto paesaggista belga Jacques Wirtz rifece il giardino del Carrousel, con l'aggiunta di labirinti e con siepi basse che si irradiavano dall'arco di trionfo alla piazza.

Nel 1998, durante la presidenza di Jacques Chirac, sono state collocate nel giardino opere di scultura moderna di Jean Dubuffet, Henri Lawrence, Etienne Martin, Henry Moore, Germaine Richier, Auguste Rodin e David Smith. Nel 2000, sono state aggiunte le opere di artisti viventi, comprese opere di Magdalena Abakanowicz, Louise Bourgeois, Tony Cragg, Roy Lichtenstein, Francois Morrellet, Giuseppe Penone, Anne Rochette e Lawrence Weiner. Un altro insieme di tre opere di Daniel Dezeuze, Erik Dietman e Eugene Dodeigne, chiamato priere toucher (prego toccate) è stato poi aggiunto.

Il giardino delle Tuileries nel XXI secolo - Agli inizi del XXI secolo, l'architetto paesaggista francese Pascal Cribier e Louis Benech si sono adoperati per ripristinare alcune delle soluzioni create da André Le Nôtre.

Jardin du Carrousel - Conosciuta anche come Place du Carrousel, questa parte del giardino era precedentemente racchiusa dalle due ali del Louvre e dal Palazzo delle Tuileries. Nel XVIII secolo è stata utilizzata come piazza d'armi per la cavalleria e altre festività. L'elemento centrale è l'Arc de Triomphe du Carrousel, costruito per celebrare le vittorie di Napoleone, con sculture in bassorilievo delle sue battaglie realizzate da Jean Joseph Espercieux. Il giardino è stato rifatto nel 1995 per presentare una collezione di ventuno statue di Aristide Maillol, che erano state messe alle Tuileries nel 1964.

La Terrasse - La terrazza sopraelevata tra il Carrousel e il resto del giardino era utilizzata per essere uno spiazzo a fronte del Palazzo delle Tuileries. Dopo che il palazzo fu bruciato nel 1870, è stata trasformata in una strada, che è stata interrata nel 1877. La terrazza è decorata da due grandi vasi provenienti dai giardini di Versailles, e due statue di Aristide Maillol, il Monumento a Cézanne a nord e il Monumento ai caduti di Port Vendres a sud.

Il fossato di Carlo V - Due scalinate scendono dalla Terrasse al fossato detto di Carlo V, che ricostruì il Louvre nel XIV secolo. Faceva parte delle antiche fortificazioni che originariamente circondavano il palazzo. Sul lato ovest rimangono le tracce lasciate dai combattimenti durante l'assedio infruttuoso di Parigi da parte di Enrico IV di Francia nel 1590 durante le Guerre di religione francesi. Dal 1994 il fossato è stato decorato con statue della facciata del vecchio palazzo delle Tuileries e con bassorilievi realizzati nel XIX secolo durante la Restaurazione della monarchia francese, che avrebbero dovuto sostituire i napoleonici bassorilievi sull'Arc de Triomphe du Carrousel, ma non sono mai stati messi in sito.

Le Grand Carré de le Tuileries - Le Grand Carré (Grande piazza) è la parte orientale del giardino delle Tuilieries, che segue ancora il progetto di giardino alla francese realizzato da André Le Nôtre nel XVII secolo.

La parte orientale del Grand Carré, intorno al bacino circolare, era il giardino privato del re sotto Luigi Filippo e Napoleone III, separata dal resto delle Tuileries da una cancellata.

La maggior parte delle statue del Grand Carré vi vennero sistemate nel XIX secolo. 

Le Grand Couvert delle Tuileries - Il Grand Couvert è la parte di giardino coperta da alberi. I due bar del Grand Couvert prendono il nome da due famosi caffè presenti un tempo nel giardino, la caffetteria Very, presente sul terrazzo des Feuiillants dall XVIII al XIX secolo, e la caffetteria Renard, che XVIII secolo era stata luogo di ritrovo sulla terrazza occidentale.

Il Grand Couvert comprende anche le due esedre, muretti curvi costruiti per contornare le statue, sopravvissuti alla Rivoluzione Francese. Vennero costruiti nel 1799 da Jean Charles Moreau, parte di un più ampio progetto incompiuto realizzato dal pittore Jacques-Louis David nel 1794. Ora sono decorate con calchi in gesso di modanature sui temi mitologici provenienti dal parco di Luigi XIV a Marly.

Il Grand Couvert contiene numerose ed importanti opere del XX secolo e di autori contemporanei.

L'Orangerie, il Jeu de Paume, e la Terrazza occidentale delle Tuileries - L'Orangerie, sul limite occidentale del giardino confinante con la Senna, venne costruita nel 1852 dall'architetto Firmin Bourgeois. Dal 1927 vi sono stati esposti i dipinti ninfee di Claude Monet. Vi si trova anche la collezione Walter-Guillaume di Impressionisti.

Sulla terrazza dell'Orangerie si trovano quattro sculture di Auguste Rodin: Le Baiser (1881–1898); Eve (1881) e La Grande Ombre (1880) e La Meditation avc bras (1881–1905). Vi è anche un'opera moderna, Grand Commandement blanc (1986), di Alain Kirili.

Il Jeu de Paume venne costruito nel 1861 dall'architetto Viraut, e poi ampliato nel 1878. Nel 1927 divenne un annesso del Museo del Palazzo del Lussemburgo per esporre lavori di arte contemporanea provenienti dal di fuori dalla Francia. Durante l'occupazione tedesca e la seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1944, venne utilizzato dai tedeschi come deposito per la conservazione delle opere d'arte che avevano espropriato alle famiglie ebree. Dal 1947 fino al 1986, è divenuto Musée du Jeu de Paume, che esponeva molte importanti opere di pittori impressionisti poi trasferite al museo d'Orsay. Oggi, il Jeu de Paume è utilizzato per mostre di arte moderna e contemporanea.

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