Rive della Senna a Parigi, tra Pont de Sully e Pont d’Iéna
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

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  Torre Eiffel

Se il simbolo di Roma è il Colosseo, allora senza dubbio quello di Parigi è la Tour Eiffel: ambedue gli edifici sono infatti unici, nella loro particolarità di ideazione e di costruzione, ambedue stupiscono per le dimensioni fuori del comune, ambedue infine testimoniano una volontà insita nell'uomo di creare un qualcosa che attesti la misura del suo genio. 

La torre fu eretta in occasione dell'Esposizione Universale del 1889. Erano gli anni della rivoluzione industriale, anni di progresso, di conquiste scientifiche. Si cercava di adattare ogni arte al nuovo corso che aveva preso la vita, di far corrispondere ogni attività umana alla nuova sensibilità che i tempi avevano così rapidamente trasformato. Anche l'architettura subì delle modificazioni radicali: il vetro, il ferro, l'acciaio erano i nuovi materiali da costruzione, i più adatti perché ogni edificio fosse sempre più leggero, più dinamico, più moderno. L'ingegnere, insomma, aveva definitivamente sostituito l'architetto. E fu infatti un ingegnere, Gustave Eiffel, che disegnò non più sulla carta ma sul cielo, questa straordinaria linea metallica che sembra trionfare, sopra l'orizzonte parigino, su tutti gli altri antichi monumenti della città. Se quelli simbolizzano un passato, la Tour Eiffel altro non è che un anticipare il futuro e le prossime conquiste dell'uomo. 

Alta complessivamente 320 metri, la Tour Eiffel è un leggerissimo intreccio di quindicimila pezzi metallici saldati insieme. Il suo straordinario peso di settemila tonnellate poggia su quattro enormi piloni con basi di cemento. Tre piani la dividono: il primo a 57 metri, il secondo a 115 e il terzo a 274. In ciascuno di essi ristoranti e bar offrono al turista la possibilità di sostare e di poter godere una vista ed un paesaggio unici: talvolta, in giorni in cui la visibilità è perfetta, l'occhio può spingersi lontano fino a 70 chilometri. 

Sotto la Tour Eiffel si stende il verde dello Champ-de-Mars, anticamente luogo militare e successivamente trasformato in giardino. Durante l'Ancien Regime e durante la Rivoluzione vi si svolsero numerose feste: vi si celebrò anche, l'8 giugno 1794, la festa dell'Essere Supremo, introdotta da Robespierre. In tempi moderni, poi, la vasta area fu sede di numerose Esposizioni Universali. Oggi il giardino, la cui disposizione fu curata dal Formigé dal 1908 al 1928, è tagliato da ampi viali, arricchito da laghetti, da aiuole fiorite e da piccoli corsi d'acqua.

La Torre Eiffel è il monumento più famoso di Parigi ed è conosciuta in tutto il mondo come simbolo della Francia. Fu chiamata così dal nome del suo progettista, l'ingegnere Gustave Eiffel, (costruttore pure della Statua della libertà). È visitata mediamente ogni anno da cinque milioni e mezzo di turisti.

La struttura è stata costruita in meno di due anni, dal 1887 al 1889; avrebbe dovuto servire da entrata alla Esposizione Universale del 1889, una Fiera Mondiale organizzata per celebrare il centenario della Rivoluzione Francese. Inaugurata il 31 marzo del 1889, venne ufficialmente aperta il 6 maggio dello stesso anno.

Trecento metalmeccanici hanno assemblato i 18.038 pezzi di ferro forgiato, utilizzando mezzo milione di bulloni. Viste le condizioni di sicurezza esistenti allora, è sorprendente che solo un operaio abbia perso la vita durante i lavori del cantiere (durante l'installazione degli ascensori).

La torre è alta con la sua antenna 304 metri - escludendo le antenne della televisione sulla sommità, che sono alte 20 metri - e pesa 10.000 tonnellate. Per 40 anni è stata la struttura più alta del mondo. Per il suo mantenimento servono anche 50 tonnellate di vernice ogni 7 anni. A seconda della temperatura ambientale l'altezza della Torre Eiffel può variare di diversi centimetri a causa della dilatazione del metallo (sino a 15 cm più alta durante le calure estive). Nelle giornate ventose sulla cima della torre si possono verificare oscillazioni sino a 12 cm.

Quando fu costruita, vi fu una certa resistenza da parte del pubblico, in quanto si pensava che sarebbe stata una struttura poco estetica. Oggigiorno è generalmente considerata uno degli esempi di arte architettonica più straordinari nel mondo.  

  
Altezza del suolo (sul livello del mare): 
33,50 metri
  
Lunghezza interna dello scarto tra 2 pilastri: 
74,24 metri
  
Lunghezza esterna dello scarto tra 2 pilastri: 124,90 metri
  
1° livello
Altezza del pavimento rispetto al suolo: 57,63 metri
altezza del pavimento rispetto al livello del mare: 91,13 metri
Lato esterno (al livello del pavimento): 70,69 metri
  
2° livello
Altezza del pavimento rispetto al suolo: 115,73 metri
Altezza del pavimento rispetto al livello del mare: 149,23 metri
Lato esterno (al livello del pavimento): 40,96 metri
Superficie (Al livello del pavimento): 1650 mq.
  
3° livello
Altezza del pavimento rispetto al suolo: 276,13 metri
Altezza del pavimento rispetto al livello del mare: 309,63 metri
Lato esterno (al livello del pavimento): 18,65 metri
Superficie (Al livello del pavimento): 350 mq.
  
Peso totale: 7224 t.
  
Pinnacolo
Altezza totale con antenna (misure 2 aprile 2005): 325 metri  -  Altezza totale con antenna (misure 2000). 324 metri
Altezza totale con antenna (misure 1994): 318,70 metri  -  Altezza totale con antenna (misure 1991): 317,96
Altezza totale con bandiera (misure 1889): 312,27  -  Altezza totale senza bandiera (misure 1889): 300 metri

Inizialmente Eiffel aveva avuto il permesso di lasciare in piedi la Torre per soli 20 anni, ma vista la sua utilità per motivi di comunicazione e come laboratorio per studi scientifici le fu permesso di rimanere.

Lo stesso Gustave Eiffel contribuì da allora a tali ricerche che portarono all'installazione di un barometro, un parafulmine e di un apparecchio per la radiotelegrafia. Dal Capodanno del 2000 sulla Torre si trova un faro che da allora illumina la città tutte le sere.

Eiffel, che all'inizio non aveva altra ambizione che celebrare con questa costruzione i progressi della tecnica, si sentì presto obbligato a trovare delle utilità scientifiche alla sua Torre, come misure meteorologiche, analisi dell'aria, esperienze come quella di Foucault, ecc.

Non sarà solo un oggetto di curiosità per il pubblico, sia durante l'esposizione che dopo, ma renderà ancora servigi alla scienza e alla difesa nazionale. Proprio la difesa nazionale, infatti, salvò la torre dalla distruzione cui era destinata.

Dal 1898 Eiffel aveva permesso a Eugène Ducretet di realizzare esperimenti di telegrafia senza fili fra la Torre ed il Panthéon, e offerto alla direzione del genio di finanziarli egli stesso. Il generale Ferrié, che divenne poi amico di Eiffel, riuscì nelle prime comunicazioni di questo tipo favorendo la causa della torre insieme ai militari contro la demolizione.

Fu così che la Tour Eiffel permise di comunicare con le navi da guerra e con i dirigibili, oltre che di intercettare i messaggi del nemico. In questo modo fu possibile poi l'arresto di Gertrude Zelle, detta Mata Hari, e che furono mobilitati in tempo i taxi parigini per inviarli sul fronte della Marna dove divennero per sempre: «i taxi della Marna».  

L'ingegnere Gustave Eiffel decise di far incidere, sotto la balconata del primo piano della torre, i nomi di 72 cittadini francesi - soprattutto scienziati e ingegneri - in segno di riconoscimento per i loro studi. I nomi, ben visibili dal suolo, si trovano su tutti i quattro lati della torre (18 per ciascun lato); erano stati ricoperti di vernice all'inizio del XX secolo, ma vennero recuperati e restaurati tra il 1986 ed il 1987. Curiosamente dell'elenco non fa parte nessuna donna: critiche furono in particolare mosse per l'esclusione della matematica Sophie Germain le cui ricerche sulla teoria dell'elasticità furono cruciali per la costruzione della torre stessa. Nonostante la torre sia uno degli esempi di architettura dell'era post industriale di maggiore impatto, essa venne interamente ideata e progettata da un ingegnere, il quale decise di rendere omaggio, sulla facciata trocadero agli esponenti del mondo scientifico e non umanistico, i quali, in fase di costruzione e oltre non si risparmiarono critiche denigratorie "dell'orrendo mostro metallico"

Proprietà delle autorità locali di Parigi, la Torre Eiffel è gestita da una società privata "Scieté Nouvelle d’Exploitation de la Tour Eiffel" che cura la manutenzione della sua struttura e la rinnova ogni 7 anni con 50 tonnellate di pittura grazie ad operai specializzati nelle scalate acrobatiche.

La torre è illuminata da 352 proiettori di 1000 watt e la sera scintilla tutte le ore con 20.000 lampadine e 800 luci di festa, creando uno spettacolo unico e suggestivo.

Lo scintillare della Torre Eiffel è stato inizialmente previsto per festeggiare il passaggio all’anno 2000. I parigini, coscienti però della sua bellezza, non vollero più rinunciare a questa meraviglia e nonostante l’eccessivo consumo di energia elettrica, la società che gestisce la Torre Eiffel ha cambiato decisione lasciandole il suo abito scintillante. Così, dopo un anno di pausa, la Torre Eiffel ha ritrovato le sue scintille durante la serata inaugurale del 21 giugno 2003 alle 23:20. 

Le nuove scintille sono più impressionanti delle precedenti; il nuovo sistema di illuminazione ha infatti permesso di ridurre considerevolmente il consumo d’energia elettrica, permettendo così alla Torre Eiffel di scintillare ancora per 10 anni e più; sicuramente tra 10 anni l'illuminazione sarà ancora presente. La cerimonia che ha accolto il nuovo sistema di luci, si è svolta con grande emozione. L’avvenimento è infatti stato celebrato da artisti di fama nazionale e internazionale. Il momento dell’accensione è stato accompagnato da uno spettacolo di fuochi d’artificio. Ad assistere alla manifestazione erano presenti più di 200.000 persone, letteralmente affascinate dal sorprendente spettacolo.

Per ridare eleganza (ed energia) alla Torre Eiffel, quattro enormi fari dotati di lampade xenon di 600 watts ruotano in permanenza sulla sua punta.

GUSTAVE EIFFEL - Il maestro delle costruzioni in ferro - Anche i bambini conoscono la Tour Eiffel, e quindi il no­me dell'ingegnere francese Gustave Eiffel (1832-1923), rappresentante di una fase dell'età industriale in cui tutto sembrava possibile e in cui, grazie ai progressi della tecnica, vennero realizzate le idee più audaci. Figlio di immigrati tedeschi provenienti dalla regione dell'Eiffel, dopo gli studi in chimica il giovane Gustave dedicò tutto se stesso alle costruzioni in ferro, riscuotendo subito un notevole successo con la realizzazione di grandi ponti. Del resto, la ferrovia si stava ormai diffondendo a livello mondiale come mezzo di trasporto di massa, per cui i ponti erano un'opera molto richiesta. 

Abilissimo negli affari sia in patria sia all'estero (operò addirittura in Africa e Sudamerica), Eiffel (o il suo studio parigino in cui lavoravano architetti e ingegneri di prim'ordine) costruì viadotti, stazioni ferroviarie, sale macchine e strutture fieristiche, ma anche l'armatura della Statua della Libertà a New York e l'ascensore di Santa Justa a Lisbona sono opera sua. I progetti di Eiffel erano orientati verso il nuovo "stile grafico" ed era quindi al passo con i tempi anche dal punto di vista estetico. Nelle sue opere l'architetto utilizzò elementi costruttivi prefabbricati realizzati in un materiale ferroso dotato di particolare resistenza ed elasticità, tanto che molte di queste strutture sono ancora oggi intatte. Solo nel caso di un ponte ferroviario vicino a Basilea si verificò un tragico cedimento strutturale (1891), che però fu dovuto a un difetto di costruzione.  

Palais de Chaillot (Trocadéro)
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Progettata in cima alla collina di Chaillot, l'area del Trocadéro domina la Senna, di fronte alla Tour Eiffel. Comprende il Palazzo di Chaillot, il quale ospita diversi musei, dei giardini, la piazza del Trocadéro e un acquario sotterraneo.

Riconosciuto da alcuni come il monumento maggiore degli anni Trenta a Parigi, il Palazzo di Chaillot è, commisurato alla capitale, molto più della semplice testimonianza di un'epoca, segnando con la sua monumentale impronta la grande composizione urbana e topografica di Parigi.

Il Palazzo del Trocadéro, predecessore del Palazzo di Chaillot - Prima del Palazzo di Chaillot, di fronte alla Tour Eiffel, svettava il Palazzo del Trocadéro, costruito dall'architetto Davioud per l'esposizione universale del 1878. Questo edificio, che si erge lungo tutta la collina di Chaillot, a strapiombo sulla valle della Senna, era all'epoca (negli anni Trenta) considerato il testimone antiquato dello stile eclettico di fine secolo. Era composto da un'immensa rotonda – nell'asse del Campo di Marte – che ospitava un salone delle feste da 5000 posti, affiancato da due torri e, su entrambi i lati, simmetricamente, da due grandi ali curvilinee che già tracciavano il profilo del futuro palazzo degli anni Trenta.

Il Palazzo di Chaillot - Simbolo dello stile degli anni Trenta, il Palazzo di Chaillot è formato da due padiglioni e due ali curvilinee di 195 m che scendono verso la Senna. Queste ali contornano un vuoto centrale (la Spianata dei diritti dell'uomo) che sostituisce la rotonda monumentale del vecchio palazzo. Venne realizzato in occasione dell'esposizione universale del 1937 dagli architetti Léon Azéma, Jacques Carlu e Louis-Hippolyte Boileau. Grazie alla sua superficie di 55.000 m2, ospita la Città dell'architettura e del patrimonio, il Teatro Nazionale di Chaillot, il Museo Nazionale della Marina e il Museo dell'Uomo. Il nome Trocadéro deriva dal forte di Cadice conquistato dagli eserciti di Luigi XVIII nel 1823 per ristabilire la monarchia assoluta in Spagna.

La Città dell'architettura e del patrimonio - Allestito nell'ala “Paris” del Palazzo di Chaillot, il più grande centro d'architettura del mondo copre una superficie di 22.000 m2. Questo edificio pubblico a carattere industriale e commerciale, posto sotto la tutela del Ministero della Cultura, ha l'obiettivo di promuovere l'architettura francese in Francia e all'estero, di far conoscere le opere rappresentative del patrimonio architettonico francese e di diffondere le creazioni contemporanee internazionali. Aperto al pubblico nel 2007, nasce dalla fusione di tre strutture: il Museo dei monumenti francesi, l'Istituto francese d'architettura e la Scuola di Chaillot, che ne hanno costituito i tre dipartimenti: patrimonio, architettura e formazione. La Città ha partecipato alla fondazione dell'Osservatorio della città. A maggio del 2009, si è associata con altri tre istituti limitrofi (Museo d'arte moderna della città di Parigi, Museo del quai Branly, Palazzo di Tokyo) per formare la collina dei musei.

Il Teatro Nazionale di Chaillot - Il Teatro Nazionale di Chaillot, costruito dai fratelli Niermans, per molto tempo luogo di riferimento del teatro popolare, associato ai grandi nomi di Jean Vilar e Antoine Vitez, è dal 1975 uno dei quattro teatri nazionali di Parigi.

Il Museo Nazionale della Marina - Nato da una collezione donata al re Luigi XV da Louis Duhamel du Monceau, il Museo Nazionale della Marina, aperto nel 1943, occupa una parte dell'ala Passy del Palazzo di Chaillot. Possiede delle strutture annesse a Brest, Port-Louis, Rochefort e Tolone.

Il Museo dell'Uomo - Il Museo dell'Uomo, creato da Paul Rivet nel 1937, attualmente in fase di riassetto, rimarrà chiuso fino al 2012.

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La spianata - Altrimenti nota come il Sagrato delle libertà e dei diritti dell'uomo, amatissima dai fan dei rollerblade, la spianata del Trocadéro è un punto panoramico da cui ammirare i giardini, la Tour Eiffel e, un po' oltre, i grandi monumenti della capitale.

I giardini del Trocadéro - I giardini del Trocadéro, in francese Jardins du Trocadéro, sono uno spazio verde di circa diecimila metri quadrati creato nel 1937 in occasione dell’Esposizione Universale. 

I giardini, che si estendono dal Palais de Chaillot alla Senna, sono famosi per la meravigliosa Fontana di Varsavia, una serie di vasche piccole a cascata collegate ad una grande vasca costeggiata ai lati da filari di alberi ed ornata con sculture in pietra e in bronzo. La fontana crea uno spettacolo estremamente incantevole, soprattutto di notte, grazie a potenti getti d’acqua che raggiungono anche i dodici metri di altezza. 

I giardini sono punteggiati da un certo numero di sculture, alcune risalente al 1930, tra cui risaltano le statue in pietra “L’Homme” realizzata da Pierre Traverse e “La Femme” di Daniel Bacqué. Altrettanto notevoli sono le statue in bronzo dorato "Taureau et Daim" di Paul Jouve e "Chevaux et Chien" di Georges Guyot.

Champ-de-Mars e Ecole Militaire

Champ de Mars trae il nome da Marte, il dio romano della guerra, e la sua fama è legata al fatto che si estende tra la Tour Eiffel, sita a nord-ovest, e l'École militaire (Accademia militare), sita a sud-est. Guardando verso il basso dall'alto della Tour Eiffel, il Campo di Marte è proprio ciò che si vede.

Questo verde tappeto che si stende sotto la Tour Eiffel in origine era un luogo militare che venne successivamente trasofrmato in giradino. 

Durante il periodo della Rivoluzione Francese vi si svolgere numerose feste: famosa quella dell'Essere Supremo, introdotta da Robespierre, che vi celebrò l'8 giugno 1794.

La zona è nota anche perché Charles Montgolfier la utilizzò per il decollo della prima mongolfiera della storia, un pallone a idrogeno che prese quota nel 1780, ma anche perché nel verde dei giardini venivano organizzate corse di cavalli.

Lo Champ de Mars fu completamente sottratto alla funzione militare nel 1920 ed oggi, a volere sottolineare il taglio con il passato, è ivi presente dal 2000 il Mur pour la Paix (Muro per la pace), un monumento costituito principalmente da metallo e vetro, sito di fronte all'École militaire, nella Place Joffre. Il monumento è dedicato alla pace nel mondo ed è un'opera di Jean-Michel Wilmotte e Clara Halter; sui suoi due grandi vetri vi è scritta la parola "pace" in 32 diverse lingue, conferendo al muro un significato universale basato sull'importanza della fratellanza fra tutti i popoli.

Oggigiorno il Parc du Champ de Mars è meta ambita da turisti e residenti, anche perché il campo viene associato quasi istintivamente alla Tour Eiffel, e quindi una visita a questa interessante zona verde di Parigi diviene quasi d'obbligo per chi si trovi nelle vicinanze della Torre più famosa del mondo.

Il palazzo dell'Ecole Militaire, che chiude a sud la prospettiva dello Champ-de-Mars fu edificato su iniziativa del finanziere Pâris-Duverney e di Madame de Pompadour, desiderosi entrambi che anche i giovani più poveri potessero intraprendere la carriera militare.

Jacques-Ange Gabriel fu l'architetto di questo edificio, eretto dal 1751 al 1773 con uno stile sobrio e linee armoniose. La facciata è a due ordini di finestre: al centro è mossa da un padiglione con colonne che sorreggono il frontone decorato di statue e coperto da una cupola. Sul retro, dalla piazza di Fontenoy, è possibile vedere l'elegante Cortile d'Onore con il portico a colonne doriche binate e la facciata formata da tre padiglioni collegati fra loro da due ali a colonne.

In questo palazzo, ancora oggi adibito a scuola militare, fu allievo nel 1784 Napoleone Bonaparte, che ne uscì l'anno seguente con il grado di sottotenente in seconda di artiglieria.

Palais Royal

Il Palais-Royal è un edificio storico situato di fronte all'ala Nord del Louvre. Al suo interno ospita il Consiglio di Stato ed il Consiglio costituzionale, oltre ad una sala della Comédie-Française chiamata Salle Richelieu.

Fu costruito sul terreno dove sorgeva l'hôtel de Rambouillet per volere del Cardinale Richelieu (per questo motivo il palazzo fu inizialmente chiamato Palais Cardinal). Il progettista, l'architetto Jacques Lemercier, iniziò i lavori di costruzione nel 1624, terminandoli nel 1636.

Alla morte di Richelieu, avvenuta nel 1642, la proprietà fu ereditata dalla Famiglia Reale. Dopo la morte di Luigi XIII ospitò la regina Madre Anna d'Austria, il cardinale Mazzarino e Luigi XIV, ai tempi ancora bambino. Successivamente, poiché Luigi XIV non amava vivere a Parigi, il palazzo venne concesso come residenza ai Duchi di Orleans, a partire da Filippo I d'Orléans, fratello del Re Sole.

Nel 1784 Luigi Filippo d'Orléans aprì al pubblico i giardini del palazzo, dando il compito all'architetto Victor Louis di costruire i 180 colonnati che ancora oggi circondano il parco, in modo che le gallerie così costruite potessero ospitare botteghe e taverne. L'iniziativa fu spinta da un duplice scopo: aumentare la popolarità della famiglia Orléans e ripianarne i debiti. I giardini del Palais-Royal diventarono così un vivace luogo di incontro per Parigi, sia di giorno, grazie alle botteghe, sia la notte, a causa delle prostitute che si posizionavano lungo i colonnati.

Nel 1830 Luigi Filippo revocò però tutte le licenze, obbligando mercanti e prostitute a lasciare il palazzo. Più avanti, nel 1848, al palazzo ebbe luogo il debutto teatrale dell'attrice Suzanne Lagier.

Oggi il Palais-Royal ospita il Consiglio di Stato ed il Consiglio costituzionale francese, oltre ad una sala della Comédie-Française chiamata Salle Richelieu. Nel 1986 nel cortile del palazzo fu installata un'opera dell'artista concettuale Daniel Buren: una serie di colonne disposte in un'area di 3.000 metri quadrati. L'opera, denominata "Les Deux Plateaux" (ma meglio conosciuta come "Le Colonne di Buren"), aprì un acceso dibattito sull'integrazione tra arte antica e moderna.

I giardini, molto ben curati, sono aperti al pubblico e possono liberamente essere visitati.

L'Opera

L'Operà di Parigi è uno degli edifici più belli del mondo. La si ammira in tutto il suo stile Barocco, nella opulenza regale che fu della Parigi imperiale, ed anche nel suo fantasma segreto! La storia della grande Operà parisienne è ricca di spunti interessanti e spazia dall'architettura alla letteratura, alla musica ed al mistero. L'Opéra National de Paris venne fondata nel 1669 dal re Luigi XIV e si compone attualmente di due edifici principali: Operà Garnier e Operà Bastille.     

Sontuoso ed opulente, l'edificio venne progettato da Charles Garnier nel 1861 e completato nel 1875 come uno dei più grandi teatri del mondo, record che mantiene ancora oggi. Durante i lavori, sotto la struttura, venne scoperto un piccolo laghetto sotterraneo, visibile ancora oggi dalle sue cantine: fu il nascondiglio del Fantasma dell'Opera, nel famoso dramma di Paul Leroux. Trasformato poi in un musical di Andrew Lloyd Webber, il Fantasma dell'Opera narra di una giovane cantante, Christine, e del fantasma che si innamora di lei, Erik, una sotterranea forza misteriosa che spaventa i membri del cast.

Il nuovo teatro parigino in realtà è dovuto proprio a Napoleone III: costui si affrettò alla costruzione di un nuovo edificio a seguito di un attentato subito dal corteo reale che si apprestava ad assistere ad uno spettacolo teatrale. Ottanta persone furono uccise dai dissidenti e questo spinse l'imperatore a chiedere un nuovo edificio con caratteristiche strutturali attinenti alla sua sicurezza fisica e a quella della sua corte. In modo informale, furono presentate oltre 200 candidature e su 171 progetti visualizzati, l'incarico venne assegnato proprio a Garnier, un architetto allora sconosciuto.

Nel 1858 l'imperatore autorizzò Haussmann a demolire i 12.000 metri quadrati necessari per costruire l'opéra. La prima pietra fu posta nel 1861, seguita da l'inizio della costruzione nel 1862. Si dice che la moglie del imperatore, l'imperatrice Eugenia, chiese a Garnier durante la costruzione se l'edificio sarebbe stato in stile greco o romano, alla quale l'architetto rispose: "È in stile Napoleone III, Madame"; un stile molto ricercato alla ricerca di molti dettagli e commistioni, che si può definire eclettico.

La costruzione dell'opéra ebbe diverse battute d'arresto. Il lavoro dovette essere interrotto per la scoperta di grotte con acque sotterrane nel corso degli scavi, una delle quali dovette essere prosciugata con pompe per 8 mesi. Fu anche interrotta dopo il disastro della guerra franco-prussiana, con la caduta del secondo impero francese e la Comune di Parigi del 1870. Durante questo periodo il lavoro continuò sporadicamente e girava la voce che la costruzione dell'opera sarebbe stata abbandonata. Si ebbe un incentivo per completare la costruzione di questo edificio quando la vecchia Opera di Parigi, conosciuta come Teatro dell'Accademia Imperiale di Musica, fu distrutta da un incendio durato 27 ore il 29 ottobre 1873, lasciando una Parigi disperata. Questo teatro era stata la sede del Balletto dell'Opera di Parigi e dal 1821 aveva presentato i più grandi capolavori. Dopo il 1874, Garnier e il suo team completarono il teatro.

Il Palais Garnier fu formalmente inaugurato il 15 gennaio 1875, in una sontuosa cerimonia che comprendeva la rappresentazione del terzo atto dell'opera La Juive, di Halevy, e brani tratti dal Les Huguenots di Meyerbeer. Il corpo di ballo presentò uno spettacolo gestito dal maestro di ballo Luigi Merante costituito dalla famosa scena di Giuseppe Mazilier, Le Jardin Animé, ricreata dal suo balletto Le Corsaire.

Le misure dell'edificio di Garnier sono da paragonare a quelle di un piccolo stadio, 11.237 m², una lunghezza di 173 metri per una larghezza di 125 metri. L'altezza è di circa 74 metri e l'auditorium offre una capacità di 2.156 posti a sedere (si ammiri in particolare il soffitto, dipinto nel 1964 da Marc Chagall). L'Opera Garnier rimane a tutt'oggi il simbolo più importante del XIX secolo Barocco francese. 

L'esterno è decorato con molti elaborati fregi in marmo multicolore, colonne e statue ricche, molte delle quali ritraggono divinità della mitologia greca. Busti in bronzo dorato di molti dei grandi compositori si trovano tra le colonne della facciata anteriore del teatro e raffigurano da sinistra a destra: Rossini, Auber, Beethoven, Mozart, Spontini, Meyerbeer e Halévy. Rispettivamente sul lato sinistro e destro della facciata sono collocati i busti dei librettisti Eugène Scribe e Philippe Quinault. 

Il gruppo scultoreo Apollo, Poesia e Musica, che si trova al vertice del timpano sud è opera di Millet Aimé, e le due piccole figure in bronzo di Pegasus alle estremità del timpano sud sono di Eugène-Louis Lequesne. I due gruppi dorati figurali l'Armonia e la Poesia, che, rispettivamente, coronano gli apici della facciata principale di sinistra e destra, sono stati entrambi disegnati da Charles Gumery. Le basi dei due avancorpi sono decorate (da sinistra a destra) con quattro gruppi principali multifigure scolpite da: François Jouffroy, Jean-Baptiste Claude Eugène Guillaume, Jean-Baptiste Carpeaux e Jean-Joseph Perraud. La facciata incorpora anche altri lavori da Gumery, Alexandre Falguière, e altri.

L'interno del Palazzo Garnier è costituito da intrecci di corridoi, vani, scale, nicchie e pianerottoli che permettono il movimento di un gran numero di persone e lo spazio per socializzare durante l'intervallo. Ricco di velluto, foglia d'oro, e cherubini e ninfe, l'interno è caratteristico da una sontuosità barocca. Il ridotto, o foyer, è l'emblema della ricchezza dell'edificio

La splendida scala ha un'altezza di 30 metri, mentre il grande salone, adiacente all'auditorium, presenta un soffitto a mosaico e un gran numero di lampadari. Il suo pubblico si siede sotto un lampadario centrale che pesa più di sei tonnellate, e ha un grande palcoscenico con spazio per ospitare fino a 450 artisti.

La superficie del soffitto, che circonda il lampadario, contiene dal 1964 un dipinto di Marc Chagall, che è stato installato su un telaio rimovibile sulle scene originali e mostra le opere di 14 compositori - Moussorgsky, Mozart, Wagner, Berlioz, Rameau, Debussy, Ravel, Stravinsky, Tchaikovsky, Adam, Bizet, Verdi, Beethoven e Gluck. Sebbene lodato da alcuni, altri sentono che Chagall crea "una nota stonata nell'opera di Garnier, attentamente orchestrata negli interni.

Dall'inaugurazione della moderna Opéra de Paris Bastille nel 1989, l'Operà Garnier viene principalmente utilizzata per spettacoli di balletto, ed è stata ufficialmente ribattezzata 'Palais Opera'. 

Il moderno edificio venne inaugurato durante l'anniversario dei 200 anni dalla Presa della Bastiglia ed anche questo non scherza di certo in dimensioni, visto che riesce a riempire l'intero isolato tra rue de Lyon, rue Charenton e rue Moreau, ed ha completamente alterato la Place de la Bastille, tanto che la celebre Colonne de Juillet, che ricorda la successiva Rivoluzione del 1830, sembra perdere importanza. Oggi, il riferimento sembra proprio lo dia il moderno edificio in vetro e metallo, che alle spalle ha accumulato già non poche polemiche di stile ed è il risultato di una gara internazionale vinta da Carlos Ott.

L'antica Opera House di Parigi è aperta alla visita del pubblico e rimane una delle attrazioni principali della capitale francese. Da non perdere è anche la Bibliothèque-Musée de l'Opéra National de Paris, una biblioteca e museo dell'Opéra National de Paris situata nel distretto IX arrondissement e parte del dipartimento di musica della Bibliothèque Nationale de France (BNF). Il museo è invece ospitato all'interno del Palais Garnier, e mostra tre secoli di storia dell'Opera attraverso dipinti, disegni di scenografie e costumi e modelli in scala; autentico spaccato della Parigi del XIX secolo. 

Place Vendôme

Place Vendôme fu fatta costruire da Luigi XIV con un decreto firmato 1686, per accogliervi la Biblioteca Reale, le Accademie e una sua statua equestre, analogamente a quanto aveva fatto Enrico IV a Place Dauphine. Il progetto, con la tipica forma ottagonale si deve a Jules Hardouin-Mansart (l'architetto al quale si deve anche il termine mansarda), con i palazzi caratterizzati da arcate piene al pian terreno, finestre alternate a lesene nei due ordini superiori, colonnati corinzi e frontoni triangolari sugli avancorpi.

La statua equestre di Luigi XIV venne abbattuta e fusa durante la Rivoluzione francese (solo un piede si conservò ed oggi si trova al Museo Carnavalet) mentre venne cambiato nome alla piazza rinominata Piazza delle Picche.

A partire dall'epoca del Secondo Impero la piazza divenne un luogo di richiamo per i più importanti gioiellieri parigini, che ancora oggi hanno le proprie vetrine in questo luogo. Al n. 13 si trova il Ministero della Giustizia francese: sulla facciata dell'edificio un curioso metro scolpito doveva diventare l'unità di misura nazionale durante il periodo della Rivoluzione.

Al n. 15 si trova l'Hotel Ritz, inaugurato nel 1898, dove vengono ospitate numerose personalità in visita a Parigi: qui Marcel Proust organizzò un grand diner, Coco Chanel visse dal 1931 in una suite fino alla sua morte (la geometria della sua forma ottagonale ispirò il profilo della bottiglia e del tappo del profumo Chanel nº 5). Al n. 12 della piazza ha abitato Fryderyk Chopin.

La colonna Vendôme è una colonna coclide situata al centro della piazza con lo stesso nome. Nel corso degli anni assunse diversi nomi colonna d'Austerlitz, poi colonna della Vittoria, prima di diventare colonna della Grande Armata (da non confondersi con la Colonna della Grande Armata eretta a Wimille in onore di Napoleone). È comunemente chiamata colonna Vendôme

È una colonna di bronzo alta 44 metri e con un diametro medio di circa 3,60 metri, posata su un basamento e sormontata da una statua di Napoleone. Il suo fusto, formato da 98 tamburi di pietra, è ricoperto da una spirale in bronzo fusa con 1200 cannoni presi alle armate russe e austriache (numero senza dubbio propagandistico, gli storici calcolano circa 130 cannoni presi ad Austerlitz) e decorata, all'antica maniera, di bassorilievi che rappresentano trofei e scene di battaglie. Questa spirale, lunga 280 metri e composta da 425 lastre di bronzo, fu disegnata da Pierre Bergeret ed eseguita da un squadra di scultori composta tra l'altro da Louis Boizot, Bosio, Bartolini, Claude Ramey, François Rude, Courbet, Clodion e Ruxthiel. Una scala interna permette d'accedere ad una piattaforma situata sotto la statua. Risale al secondo impero la statua visibile attualmente. È opera dello scultore Auguste Dumont e rappresenta Napoleone in Caesar imperator, drappeggiato in una toga corta e che porta come attributi della sua gloria, il gladio, la vittoria alata e la corona imperiale di alloro. La base della colonna Vendôme è in porfido di Algajola. 

L'iscrizione dedicatoria è la seguente: «Neapolio Imp Aug, Monumentum belli Germanici anno MDCCCV (1805) trimestri spatio ductu suo profligati ex aere capto gloriae exercitus maximi dicavit» (Napoleone Imperatore Augusto, ha dedicato alla gloria della Grande Armata, questa colonna, monumento creato con il bronzo conquistato al nemico durante la guerra di Germania nel 1805, guerra che, sotto il suo comando, terminò nel giro di tre mesi).

La colonna Vendôme è un'imitazione della colonna Traiana, interamente in marmo, di Roma antica. A Parigi, nello stesso stile del monumento, si trova anche la colonna di luglio (colonne de Juillet) in place de la Bastille.

La place Vendôme, voluta da Luigi XIV, e disegnata da Jules Hardouin Mansart e aveva al suo centro una statua equestre del Re Sole. La piazza era denominata piazza Luigi il Grande. Nel 1792 i rivoluzionari distrussero la statua, simbolo del potere reale.

Nel 1800 un decreto prende in considerazione la costruzione di una colonna, nel capoluogo di ogni dipartimento, e dedicata ai prodi del dipartimento. A Parigi, il 20 marzo Bonaparte Primo Console decise di far erigere una colonna nazionale in place de la Concorde, dedicata alla Nazione e una dipartimentale in place Vendôme. La colonna nazionale non fu mai costruita, per quella progettata per la place des Piques (o Vendôme) fu posata solo la prima pietra il 14 luglio 1800 da Luciano, fratello di Napoleone Bonaparte e ministro dell'Interno e non fu portata a termine. 

L'idea fu ripresa nel 1803 dal Primo Console che confermò l'erezione di una colonna in place Vendôme «come quella innalzata a Roma, in onore di Traiano», ornata di 108 simboli dei dipartimenti disposti in spirale e sormontata dalla statua di Carlo Magno. In un primo tempo dedicata alla Gloria del Popolo Francese, la colonna diventerà ben presto alla gloria di Napoleone. Ma la costruzione fu lenta e bisognò attendere il 1805 e la fusione del 1200 cannoni presi al nemico (in totale 180 tonnellate) perché il progetto, rilanciato da Vivant Denon, procedesse. Compiuta nel 1810 e dedicata alla gloria delle armate vittoriose, la colonna fu denominata colonna della Grande Armata. Una statua di Napoleone in veste cesarea dello scultore Antoine-Denis Chaudet (1763-1810) fu posta sulla sommità.

Nel 1814 la statua fu tolta dalle truppe alleate che occupavano Parigi e sostituita da una bandiera bianca ornata da gigli durante la Restaurazione. Nel 1818, la statua fu fusa per realizzare la statua equestre di Enrico IV sul Pont Neuf.

Durante la monarchia di Luglio una nuova statua dell'imperatore, il Piccolo Caporale, opera di Charles Émile Seurre, (oggi agli Invalides), viene collocata sulla sommità della colonna il 21 giugno 1833, alla presenza di Luigi Filippo, preoccupato di procurarsi un po' della gloria dell'Impero. L’effigie misura 3,50 di altezza. Napoleone III, ritenne che questa preziosa statua fosse in pericolo sulla sommità della colonna, la fece togliere e sostituire con una copia della prima statua in imperatore romano di Chaudet, realizzata dallo scultore Auguste Dumont. È questa statua, ripristinata, che si può vedere oggigiorno. Con la sola differenza che Chaudet aveva rappresentato l'Imperatore che reggeva con la sua mano sinistra il globo della vittoria e la sua spada era impugnata dalla mano destra mentre Dumont ha rappresentato Napoleone che impugna con la sua mano sinistra la spada e il globo della vittoria è sostenuto dalla sua mano destra.

L'episodio più drammatico accade nel 1871, all'epoca dell’insurrezione della Comune di Parigi. È il pittore Gustave Courbet che per primo indirizza una petizione al governo della Difesa nazionale il 14 settembre 1870 chiedendo "di demolire la colonna, o che egli stesso voglia prenderne l’iniziativa, dando l'incarico all'amministrazione del Museo dell'artiglieria, e facendo trasportare i materiali all'hôtel de la Monnaie". Aveva l'intenzione di farla ricostruire agli Invalides. Ma l'insurrezione della Comune di Parigi prende il potere e questa volta gli obiettivi sono altri: "La Comune di Parigi considera che la colonna imperiale della place Vendôme è un monumento di barbarie, un simbolo di forza bruta e di falsa gloria, una affermazione di militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori ai vinti, un attentato continuo ad uno dei tre grandi principi della Repubblica: la fratellanza!".

Courbet, trascinato nella bufera non può riformare la propria decisione e, un po' suo malgrado, porterà storicamente la responsabilità della distruzione della colonna. Il 16 maggio 1871, la colonna viene abbattuta davanti ad una folla in festa. Dopo la caduta della Comune, le lastre di bronzo vengono recuperate e la colonna è ricostruita come la si vede oggi. Courbet è condannato a pagare i costi di ricostruzione ma muore prima della scadenza della prima rata.

La Madeleine

La chiesa Sainte-Marie-Madeleine, affettuosamente chiamata la Madeleine dai parigini, è un luogo di culto dedicato a Maria Maddalena. 

L'attuale chiesa della Maddalena sorge nella medesima posizione di un più antico luogo di culto, consacrato nel 1182 da Maurice de Sully e situato all'interno di un agglomerato urbano chiamato Ville l'Évêque, originariamente fuori la città di Parigi e ad essa annesso solo nel 1722.

Nel 1757 venne commissionato a Pierre Contant d'Ivry il progetto di una nuova e più grande chiesa in sostituzione di quella medievale; egli, ispirandosi alla tardobarocca cappella reale dell'Hôtel des Invalides, opera di Jules Hardouin Mansart, ideò una chiesa a croce latina, con alta cupola a copertura della crociera; la prima pietra venne posata il 3 aprile 1763, tuttavia i lavori si arrestarono l'anno successivo. Alla morte di Contant d'Ivry, il suo allievo Guillaume-Martin Couture fece un nuovo progetto, ispirato al Pantheon di Roma, e prima che i lavori si interrompessero nuovamente a causa della Rivoluzione francese, erano state gettate le fondamenta ed era stata costruita la facciata. Nel periodo rivoluzionario venne avanzata la proposta di riconversione dell'edificio con finalità civili, destinato ad accogliere la biblioteca e la sede della borsa valori. Napoleone Bonaparte, nel 1806, affidò il progetto per il completamento della struttura, che sarebbe dovuta diventare Tempio della Gloria della Grande Armata (in lingua francese: Temple de la Gloire de la Grande Armée), a Pierre-Alexandre Vignon, il quale demolì le fondazioni precedenti e si ispirò alla Maison Carrée di Nîmes; il ruolo celebrativo venne meno dopo la costruzione, nel 1807-1809, dell'Arco di Trionfo del Carrousel e Luigi XVIII, durante la Restaurazione francese, volle che il tempio tornasse chiesa.

Nel 1828 morì Vignon e venne sostituito da Jacques-Marie Huvé e, nello stesso anno, Philippe Joseph Henri Lemaire ebbe l'incarico per la realizzazione del frontone. Nel 1831 venne costruita la volta della navata e i lavori si protrassero fino al 1842. La chiesa venne consacrata dall'arcivescovo di Parigi Denis-Auguste Affre nel 1845, dopo che era stata ipotizzata una sua riconversione in stazione ferroviaria o sede del parlamento.

Il 30 ottobre 1849 ebbero luogo all'interno della chiesa gli imponenti funerali di Fryderyk Chopin, che aveva chiesto per tale occasione l'esecuzione della Messa di Requiem in Re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart, per la quale fu necessario introdurre nel coro della chiesa per la prima volta cantanti donne, cosa resa possibile grazie ad una dispensa dell'arcivescovo di Parigi. Fra gli altri funerali figurano quello della nota cantante e danzatrice afroamericana Josephine Baker, celebrato l'11 aprile 1975, e quello della cantante oriunda italiana Dalida, celebrato l'8 maggio 1987.

L'esterno della chiesa della Madeleine, in puro stile neoclassico, è ispirato alla Maison Carrée di Nîmes, nel sud della Francia. Ha la forma di tempio periptero con due facciate identiche sui lati corti costituite da due timpani triangolari, ognuno sorretto da otto colonne corinzie, mentre i lati ne hanno 18 ciascuno.

La facciata principale, orientata verso sud, presenta nel timpano un elaborato frontone scolpito, opera di Philippe Joseph Henri Lemaire, raffigurante il Giudizio universale (1828-1833): al centro vi è Gesù Cristo giudice, ai piedi del quale Maria Maddalena, inginocchiata, intercede per i dannati. Sotto il pronao, in posizione centrale, si apre il grande portale d'accesso alla chiesa, con battenti bronzei finemente scolpiti, di Henri de Triqueti, raffiguranti i Dieci comandamenti collegati ad episodi vetero-testamentari.

Lungo le pareti esterne della "cella" si trovano entro 32 nicchie quadrangolari altrettante statue di santi.

L'interno si discosta notevolmente dalla struttura dei templi antichi: è, infatti, a navata unica con tre cupole affrescate e invisibili dall'esterno e termina con l'ampia abside semicircolare sorretta dalle colonne ioniche del finto deambulatorio. Lungo le pareti laterali, decorate con intarsi marmorei geometrici, si aprono grandi nicchie contenenti sei statue di santi e uno stretto matroneo anch'esso sorretto da colonne ioniche.

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Il presbiterio, cinto da una balaustra in marmo bianco, è preceduto da una scalinata. Al centro, sopra l'altare maggiore, si trova il complesso scultoreo raffigurante Gloria di Santa Maria Maddalena di Carlo Marochetti. Al di sopra delle colonne del finto deambulatorio, vi è un grande mosaico in stile neo-bizantino, disegnato da Charles-Joseph Lameire nel 1888 e raffigurante Cristo risorto trionfante tra santi; il catino, invece, è decorato con un affresco di Jules-Claude Ziegler in stile nazareno, il cui soggetto è Cristo fra gli apostoli, i santi e personaggi storici (1837), tra i quali Napoleone Bonaparte, in ottemperanza alla destinazione originaria ottocentesca dell'edificio. Tra le opere più interessanti presenti nella chiesa, vi è il Battesimo di Cristo, situato nel vestibolo, opera dello scultore digionese François Rude.

Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne Aristide Cavaillé-Coll opus 26, costruito nel 1846 e successivamente più volte restaurato e rimaneggiato: una prima volta nel 1927 da Charles Mutin, poi nel 1957 da Roethinger, nel 1971 da Danion-Gonzalez (che elettrificò la trasmissione) e ampliato nel 1988 da Dergassies.

Lo strumento è a trasmissione mista, pneumatica per i manuali e il pedale ed elettrica per i registri, e conta 58 registri, dieci in più rispetto allo strumento originario, che era caratterizzato da un gran numero di fondi di 16', 8' e 4' e di registri ad ancia, con numero limitato di ripieni. La consolle, situata in cantoria e rivolta verso la navata, dispone di quattro tastiere di 56 note ciascuna e pedaliera di 32 note, con i registri azionati da pomelli ad estrazione posti, come in origine, su più file ai lati dei manuali.

Al centro dell'abside, alle spalle dell'altare maggiore, si trova l'organo a canne Aristide Cavaillé-Coll opus 15, costruito nel 1843 e più volte restaurato e modificato successivamente. Lo strumento, a trasmissione elettrica, ha 16 registri e la sua consolle dispone di due tastiere di 56 note ciascuna ed una pedaliera di 32.

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