-
Torre
Eiffel
Se
il
simbolo
di
Roma
è
il
Colosseo,
allora
senza
dubbio
quello
di
Parigi
è
la
Tour
Eiffel:
ambedue
gli
edifici
sono
infatti
unici,
nella
loro
particolarità
di
ideazione
e
di
costruzione,
ambedue
stupiscono
per
le
dimensioni
fuori
del
comune,
ambedue
infine
testimoniano
una
volontà
insita
nell'uomo
di
creare
un
qualcosa
che
attesti
la
misura
del
suo
genio.
La
torre
fu
eretta
in
occasione
dell'Esposizione
Universale
del
1889.
Erano
gli
anni
della
rivoluzione
industriale,
anni
di
progresso,
di
conquiste
scientifiche.
Si
cercava
di
adattare
ogni
arte
al
nuovo
corso
che
aveva
preso
la
vita,
di
far
corrispondere
ogni
attività
umana
alla
nuova
sensibilità
che
i
tempi
avevano
così
rapidamente
trasformato.
Anche
l'architettura
subì
delle
modificazioni
radicali:
il
vetro,
il
ferro,
l'acciaio
erano
i
nuovi
materiali
da
costruzione,
i
più
adatti
perché
ogni
edificio
fosse
sempre
più
leggero,
più
dinamico,
più
moderno.
L'ingegnere,
insomma,
aveva
definitivamente
sostituito
l'architetto.
E
fu
infatti
un
ingegnere,
Gustave
Eiffel,
che
disegnò
non
più
sulla
carta
ma
sul
cielo,
questa
straordinaria
linea
metallica
che
sembra
trionfare,
sopra
l'orizzonte
parigino,
su
tutti
gli
altri
antichi
monumenti
della
città.
Se
quelli
simbolizzano
un
passato,
la
Tour
Eiffel
altro
non
è
che
un
anticipare
il
futuro
e
le
prossime
conquiste
dell'uomo.
Alta
complessivamente
320
metri,
la
Tour
Eiffel
è
un
leggerissimo
intreccio
di
quindicimila
pezzi
metallici
saldati
insieme.
Il
suo
straordinario
peso
di
settemila
tonnellate
poggia
su
quattro
enormi
piloni
con
basi
di
cemento.
Tre
piani
la
dividono:
il
primo
a
57
metri,
il
secondo
a
115
e
il
terzo
a
274.
In
ciascuno
di
essi
ristoranti
e
bar
offrono
al
turista
la
possibilità
di
sostare
e
di
poter
godere
una
vista
ed
un
paesaggio
unici:
talvolta,
in
giorni
in
cui
la
visibilità
è
perfetta,
l'occhio
può
spingersi
lontano
fino
a
70
chilometri.
Sotto
la
Tour
Eiffel
si
stende
il
verde
dello
Champ-de-Mars,
anticamente
luogo
militare
e
successivamente
trasformato
in
giardino.
Durante
l'Ancien
Regime
e
durante
la
Rivoluzione
vi
si
svolsero
numerose
feste:
vi
si
celebrò
anche,
l'8
giugno
1794,
la
festa
dell'Essere
Supremo,
introdotta
da
Robespierre.
In
tempi
moderni,
poi,
la
vasta
area
fu
sede
di
numerose
Esposizioni
Universali.
Oggi
il
giardino,
la
cui
disposizione
fu
curata
dal
Formigé
dal
1908
al
1928,
è
tagliato
da
ampi
viali,
arricchito
da
laghetti,
da
aiuole
fiorite
e
da
piccoli
corsi
d'acqua.

La
Torre
Eiffel
è
il
monumento
più
famoso
di
Parigi
ed
è
conosciuta
in
tutto
il
mondo
come
simbolo
della
Francia. Fu chiamata così dal nome
del
suo
progettista,
l'ingegnere
Gustave
Eiffel,
(costruttore
pure
della
Statua
della
libertà).
È
visitata
mediamente
ogni
anno
da
cinque
milioni
e
mezzo
di
turisti.
La
struttura
è
stata
costruita
in
meno
di
due
anni,
dal
1887
al
1889;
avrebbe
dovuto
servire
da
entrata
alla
Esposizione
Universale
del
1889,
una
Fiera
Mondiale
organizzata
per
celebrare
il
centenario
della
Rivoluzione
Francese.
Inaugurata
il
31
marzo
del
1889,
venne
ufficialmente
aperta
il
6
maggio
dello
stesso
anno.
Trecento
metalmeccanici
hanno
assemblato
i
18.038
pezzi
di
ferro
forgiato,
utilizzando
mezzo
milione
di
bulloni.
Viste
le
condizioni
di
sicurezza
esistenti
allora,
è
sorprendente
che
solo
un
operaio
abbia
perso
la
vita
durante
i
lavori
del
cantiere
(durante
l'installazione
degli
ascensori).
La
torre è alta con la sua
antenna
304
metri - escludendo le antenne
della
televisione
sulla
sommità,
che
sono
alte
20
metri
-
e
pesa
10.000
tonnellate.
Per
40
anni
è stata
la
struttura
più
alta
del
mondo.
Per
il
suo
mantenimento
servono
anche
50
tonnellate
di
vernice
ogni
7
anni.
A
seconda
della
temperatura
ambientale
l'altezza
della
Torre
Eiffel
può
variare
di
diversi
centimetri
a
causa
della
dilatazione
del
metallo
(sino
a
15
cm
più
alta
durante
le
calure
estive).
Nelle
giornate
ventose
sulla
cima
della
torre
si
possono
verificare
oscillazioni
sino
a
12
cm.
Quando
fu
costruita,
vi
fu
una
certa
resistenza
da
parte
del
pubblico,
in
quanto
si
pensava
che
sarebbe
stata una struttura poco estetica.
Oggigiorno
è
generalmente
considerata
uno
degli
esempi
di
arte
architettonica più straordinari nel mondo.
-
- Altezza
del
suolo
(sul
livello
del
mare):
- 33,50
metri
-
- Lunghezza
interna
dello
scarto
tra
2
pilastri:
- 74,24
metri
-
- Lunghezza
esterna
dello
scarto
tra
2
pilastri:
124,90
metri
-
- 1°
livello
- Altezza
del
pavimento
rispetto
al
suolo:
57,63
metri
- altezza
del
pavimento
rispetto
al
livello
del
mare:
91,13
metri
- Lato
esterno
(al
livello
del
pavimento):
70,69
metri
-
- 2°
livello
- Altezza
del
pavimento
rispetto
al
suolo:
115,73
metri
- Altezza
del
pavimento
rispetto
al
livello
del
mare:
149,23
metri
- Lato
esterno
(al
livello
del
pavimento):
40,96
metri
- Superficie
(Al
livello
del
pavimento):
1650
mq.
-
- 3°
livello
- Altezza
del
pavimento
rispetto
al
suolo:
276,13
metri
- Altezza
del
pavimento
rispetto
al
livello
del
mare:
309,63
metri
- Lato
esterno
(al
livello
del
pavimento):
18,65
metri
- Superficie
(Al
livello
del
pavimento):
350
mq.
-
- Peso
totale:
7224
t.
|
 |
-
- Pinnacolo
- Altezza
totale
con
antenna
(misure
2
aprile
2005):
325
metri
-
Altezza
totale
con
antenna
(misure
2000).
324
metri
- Altezza
totale
con
antenna
(misure
1994):
318,70
metri
-
Altezza
totale
con
antenna
(misure
1991):
317,96
- Altezza
totale
con
bandiera
(misure
1889):
312,27
-
Altezza
totale
senza
bandiera
(misure
1889):
300
metri
|

Inizialmente
Eiffel
aveva
avuto
il
permesso
di
lasciare
in
piedi
la
Torre
per
soli
20
anni,
ma
vista
la
sua
utilità
per
motivi
di
comunicazione
e
come
laboratorio
per
studi
scientifici
le
fu
permesso
di
rimanere.
Lo
stesso
Gustave
Eiffel
contribuì
da
allora
a
tali
ricerche
che
portarono
all'installazione
di
un
barometro,
un
parafulmine
e
di
un
apparecchio
per
la
radiotelegrafia.
Dal
Capodanno
del
2000 sulla Torre si trova un faro
che
da
allora
illumina
la
città
tutte
le
sere.
Eiffel,
che
all'inizio
non
aveva
altra
ambizione
che
celebrare
con
questa
costruzione
i progressi della tecnica, si
sentì
presto
obbligato
a
trovare
delle
utilità
scientifiche
alla
sua
Torre,
come
misure
meteorologiche,
analisi
dell'aria,
esperienze
come
quella
di
Foucault,
ecc.
Non
sarà
solo
un
oggetto
di
curiosità
per
il
pubblico,
sia
durante
l'esposizione
che
dopo,
ma
renderà
ancora
servigi
alla
scienza
e
alla
difesa
nazionale.
Proprio
la
difesa
nazionale,
infatti,
salvò
la
torre
dalla
distruzione
cui
era
destinata.
Dal
1898
Eiffel
aveva
permesso
a
Eugène
Ducretet
di
realizzare
esperimenti
di
telegrafia
senza
fili
fra
la
Torre
ed
il
Panthéon, e offerto alla direzione
del
genio
di
finanziarli
egli
stesso.
Il
generale
Ferrié,
che
divenne
poi
amico
di
Eiffel,
riuscì
nelle
prime
comunicazioni
di
questo
tipo
favorendo
la
causa
della
torre
insieme
ai
militari
contro
la
demolizione.
Fu
così
che
la
Tour
Eiffel
permise
di
comunicare
con
le
navi
da
guerra
e
con
i
dirigibili,
oltre
che
di
intercettare
i
messaggi
del
nemico.
In
questo
modo
fu
possibile
poi
l'arresto
di
Gertrude
Zelle,
detta
Mata
Hari,
e
che
furono
mobilitati
in
tempo
i
taxi
parigini
per
inviarli
sul
fronte
della
Marna
dove
divennero per
sempre:
«i
taxi
della
Marna».
L'ingegnere
Gustave
Eiffel
decise
di
far
incidere,
sotto
la
balconata
del
primo
piano
della
torre,
i
nomi
di
72
cittadini
francesi
-
soprattutto
scienziati
e
ingegneri
-
in
segno
di
riconoscimento
per
i
loro
studi.
I
nomi,
ben
visibili
dal
suolo,
si
trovano
su
tutti
i
quattro
lati
della
torre
(18
per
ciascun
lato);
erano
stati
ricoperti
di
vernice
all'inizio
del
XX
secolo,
ma
vennero
recuperati
e
restaurati
tra
il
1986
ed
il
1987.
Curiosamente
dell'elenco
non
fa
parte
nessuna
donna:
critiche
furono
in
particolare
mosse
per
l'esclusione
della
matematica
Sophie
Germain
le
cui
ricerche
sulla
teoria
dell'elasticità
furono
cruciali
per
la
costruzione
della
torre
stessa.
Nonostante
la
torre
sia
uno
degli
esempi
di
architettura
dell'era
post
industriale
di
maggiore
impatto,
essa
venne
interamente
ideata
e
progettata
da
un
ingegnere,
il
quale
decise
di
rendere
omaggio,
sulla
facciata
trocadero
agli
esponenti
del
mondo
scientifico
e
non
umanistico,
i
quali,
in
fase
di
costruzione
e
oltre
non
si
risparmiarono
critiche
denigratorie
"dell'orrendo
mostro
metallico"

Proprietà
delle
autorità
locali
di
Parigi,
la
Torre
Eiffel
è
gestita
da
una
società
privata
"Scieté
Nouvelle
d’Exploitation
de
la
Tour
Eiffel"
che
cura
la
manutenzione
della
sua
struttura
e
la
rinnova
ogni
7
anni
con
50
tonnellate
di
pittura
grazie
ad
operai
specializzati
nelle
scalate
acrobatiche.
La
torre
è
illuminata
da
352
proiettori
di
1000
watt
e
la
sera
scintilla
tutte
le
ore
con
20.000
lampadine
e
800
luci
di
festa,
creando
uno
spettacolo
unico
e
suggestivo.
Lo
scintillare
della
Torre
Eiffel
è
stato
inizialmente
previsto
per
festeggiare
il
passaggio
all’anno
2000.
I
parigini,
coscienti
però
della
sua
bellezza,
non
vollero
più
rinunciare
a
questa
meraviglia
e
nonostante
l’eccessivo
consumo
di
energia
elettrica,
la
società
che
gestisce
la
Torre
Eiffel
ha
cambiato
decisione
lasciandole
il
suo
abito
scintillante.
Così,
dopo
un
anno
di
pausa,
la
Torre
Eiffel
ha
ritrovato
le
sue
scintille
durante
la
serata
inaugurale
del
21
giugno
2003
alle
23:20.
Le
nuove
scintille
sono
più
impressionanti
delle
precedenti;
il
nuovo
sistema
di
illuminazione
ha
infatti
permesso
di
ridurre
considerevolmente
il
consumo
d’energia
elettrica,
permettendo
così
alla
Torre
Eiffel
di
scintillare
ancora
per
10
anni
e
più;
sicuramente
tra
10
anni
l'illuminazione
sarà
ancora
presente.
La
cerimonia
che
ha
accolto
il
nuovo
sistema
di
luci,
si
è
svolta
con
grande
emozione.
L’avvenimento
è
infatti
stato
celebrato
da
artisti
di
fama
nazionale
e
internazionale.
Il
momento
dell’accensione
è
stato
accompagnato
da
uno
spettacolo
di
fuochi
d’artificio.
Ad
assistere
alla
manifestazione
erano
presenti
più
di
200.000
persone,
letteralmente
affascinate
dal
sorprendente
spettacolo.
Per
ridare
eleganza
(ed
energia)
alla
Torre
Eiffel,
quattro
enormi
fari
dotati
di
lampade
xenon
di
600
watts
ruotano
in
permanenza
sulla
sua
punta.

GUSTAVE
EIFFEL
-
Il
maestro
delle
costruzioni
in
ferro
-
Anche
i
bambini
conoscono
la
Tour
Eiffel,
e
quindi
il
nome
dell'ingegnere
francese
Gustave
Eiffel
(1832-1923),
rappresentante
di
una
fase
dell'età
industriale
in
cui
tutto
sembrava
possibile
e
in
cui,
grazie
ai
progressi
della
tecnica,
vennero
realizzate
le
idee
più
audaci.
Figlio
di
immigrati
tedeschi
provenienti
dalla
regione
dell'Eiffel,
dopo
gli
studi
in
chimica
il
giovane
Gustave
dedicò
tutto
se
stesso
alle
costruzioni
in
ferro,
riscuotendo
subito
un
notevole
successo
con
la
realizzazione
di
grandi
ponti.
Del
resto,
la
ferrovia
si
stava
ormai
diffondendo
a
livello
mondiale
come
mezzo
di
trasporto
di
massa,
per
cui
i
ponti
erano
un'opera
molto
richiesta.
Abilissimo
negli
affari
sia
in
patria
sia
all'estero
(operò
addirittura
in
Africa
e
Sudamerica),
Eiffel
(o
il
suo
studio
parigino
in
cui
lavoravano
architetti
e
ingegneri
di
prim'ordine)
costruì
viadotti,
stazioni
ferroviarie,
sale
macchine
e
strutture
fieristiche,
ma
anche
l'armatura
della
Statua
della
Libertà
a
New
York
e
l'ascensore
di
Santa
Justa
a
Lisbona
sono
opera
sua.
I progetti di Eiffel erano orientati verso il nuovo
"stile
grafico"
ed
era
quindi
al
passo
con
i
tempi
anche
dal
punto
di
vista
estetico.
Nelle
sue
opere
l'architetto
utilizzò
elementi
costruttivi
prefabbricati
realizzati
in
un
materiale
ferroso
dotato
di
particolare
resistenza
ed
elasticità,
tanto
che
molte
di
queste
strutture
sono
ancora
oggi
intatte.
Solo
nel
caso
di
un
ponte
ferroviario
vicino
a
Basilea
si
verificò
un
tragico
cedimento
strutturale
(1891),
che
però
fu
dovuto
a
un
difetto
di
costruzione.
- Palais
de
Chaillot
(Trocadéro)
Progettata
in
cima
alla
collina
di
Chaillot,
l'area
del
Trocadéro
domina
la
Senna,
di
fronte
alla
Tour
Eiffel.
Comprende
il
Palazzo
di
Chaillot,
il
quale
ospita
diversi
musei,
dei
giardini,
la
piazza
del
Trocadéro
e
un
acquario
sotterraneo.
Riconosciuto
da
alcuni
come
il
monumento
maggiore
degli
anni
Trenta
a
Parigi,
il
Palazzo
di
Chaillot
è,
commisurato
alla
capitale,
molto
più
della
semplice
testimonianza
di
un'epoca,
segnando
con
la
sua
monumentale
impronta
la
grande
composizione
urbana
e
topografica
di
Parigi.
Il
Palazzo
del
Trocadéro,
predecessore
del
Palazzo
di
Chaillot
-
Prima
del
Palazzo
di
Chaillot,
di
fronte
alla
Tour
Eiffel,
svettava
il
Palazzo
del
Trocadéro,
costruito
dall'architetto
Davioud
per
l'esposizione
universale
del
1878.
Questo
edificio,
che
si
erge
lungo
tutta
la
collina
di
Chaillot,
a
strapiombo
sulla
valle
della
Senna,
era
all'epoca
(negli
anni
Trenta)
considerato
il
testimone
antiquato
dello
stile
eclettico
di
fine
secolo.
Era
composto
da
un'immensa
rotonda
–
nell'asse
del
Campo
di
Marte
–
che
ospitava
un
salone
delle
feste
da
5000
posti,
affiancato
da
due
torri
e,
su
entrambi
i
lati,
simmetricamente,
da
due
grandi
ali
curvilinee
che
già
tracciavano
il
profilo
del
futuro
palazzo
degli
anni
Trenta.

Il
Palazzo
di
Chaillot
-
Simbolo
dello
stile
degli
anni
Trenta,
il
Palazzo
di
Chaillot
è
formato
da
due
padiglioni
e
due
ali
curvilinee
di
195
m
che
scendono
verso
la
Senna.
Queste
ali
contornano
un
vuoto
centrale
(la
Spianata
dei
diritti
dell'uomo)
che
sostituisce
la
rotonda
monumentale
del
vecchio
palazzo.
Venne
realizzato
in
occasione
dell'esposizione
universale
del
1937
dagli
architetti
Léon
Azéma,
Jacques
Carlu
e
Louis-Hippolyte
Boileau.
Grazie
alla
sua
superficie
di
55.000
m2,
ospita
la
Città
dell'architettura
e
del
patrimonio,
il
Teatro
Nazionale
di
Chaillot,
il
Museo
Nazionale
della
Marina
e
il
Museo
dell'Uomo.
Il
nome
Trocadéro
deriva
dal
forte
di
Cadice
conquistato
dagli
eserciti
di
Luigi
XVIII
nel
1823
per
ristabilire
la
monarchia
assoluta
in
Spagna.
La
Città
dell'architettura
e
del
patrimonio
-
Allestito
nell'ala
“Paris”
del
Palazzo
di
Chaillot,
il
più
grande
centro
d'architettura
del
mondo
copre
una
superficie
di
22.000
m2.
Questo
edificio
pubblico
a
carattere
industriale
e
commerciale,
posto
sotto
la
tutela
del
Ministero
della
Cultura,
ha
l'obiettivo
di
promuovere
l'architettura
francese
in
Francia
e
all'estero,
di
far
conoscere
le
opere
rappresentative
del
patrimonio
architettonico
francese
e
di
diffondere
le
creazioni
contemporanee
internazionali.
Aperto
al
pubblico
nel
2007,
nasce
dalla
fusione
di
tre
strutture:
il
Museo
dei
monumenti
francesi,
l'Istituto
francese
d'architettura
e
la
Scuola
di
Chaillot,
che
ne
hanno
costituito
i
tre
dipartimenti:
patrimonio,
architettura
e
formazione.
La
Città
ha
partecipato
alla
fondazione
dell'Osservatorio
della
città.
A
maggio
del
2009,
si
è
associata
con
altri
tre
istituti
limitrofi
(Museo
d'arte
moderna
della
città
di
Parigi,
Museo
del
quai
Branly,
Palazzo
di
Tokyo)
per
formare
la
collina
dei
musei.
Il
Teatro
Nazionale
di
Chaillot
-
Il
Teatro
Nazionale
di
Chaillot,
costruito
dai
fratelli
Niermans,
per
molto
tempo
luogo
di
riferimento
del
teatro
popolare,
associato
ai
grandi
nomi
di
Jean
Vilar
e
Antoine
Vitez,
è
dal
1975
uno
dei
quattro
teatri
nazionali
di
Parigi.
Il
Museo
Nazionale
della
Marina
-
Nato
da
una
collezione
donata
al
re
Luigi
XV
da
Louis
Duhamel
du
Monceau,
il
Museo
Nazionale
della
Marina,
aperto
nel
1943,
occupa
una
parte
dell'ala
Passy
del
Palazzo
di
Chaillot.
Possiede
delle
strutture
annesse
a
Brest,
Port-Louis,
Rochefort
e
Tolone.
Il
Museo
dell'Uomo
-
Il
Museo
dell'Uomo,
creato
da
Paul
Rivet
nel
1937,
attualmente
in
fase
di
riassetto,
rimarrà
chiuso
fino
al
2012.

La
spianata
-
Altrimenti
nota
come
il
Sagrato
delle
libertà
e
dei
diritti
dell'uomo,
amatissima
dai
fan
dei
rollerblade,
la
spianata
del
Trocadéro
è
un
punto
panoramico
da
cui
ammirare
i
giardini,
la
Tour
Eiffel
e,
un
po'
oltre,
i
grandi
monumenti
della
capitale.
I
giardini
del
Trocadéro
-
I
giardini
del
Trocadéro,
in
francese
Jardins
du
Trocadéro,
sono
uno
spazio
verde
di
circa
diecimila
metri
quadrati
creato
nel
1937
in
occasione
dell’Esposizione
Universale.
I
giardini,
che
si
estendono
dal
Palais
de
Chaillot
alla
Senna,
sono
famosi
per
la
meravigliosa
Fontana
di
Varsavia,
una
serie
di
vasche
piccole
a
cascata
collegate
ad
una
grande
vasca
costeggiata
ai
lati
da
filari
di
alberi
ed
ornata
con
sculture
in
pietra
e
in
bronzo.
La
fontana
crea
uno
spettacolo
estremamente
incantevole,
soprattutto
di
notte,
grazie
a
potenti
getti
d’acqua
che
raggiungono
anche
i
dodici
metri
di
altezza.
I
giardini
sono
punteggiati
da
un
certo
numero
di
sculture,
alcune
risalente
al
1930,
tra
cui
risaltano
le
statue
in
pietra
“L’Homme”
realizzata
da
Pierre
Traverse
e
“La
Femme”
di
Daniel
Bacqué.
Altrettanto
notevoli
sono
le
statue
in
bronzo
dorato
"Taureau
et
Daim"
di
Paul
Jouve
e
"Chevaux
et
Chien"
di
Georges
Guyot.

- Champ-de-Mars
e
Ecole
Militaire
Champ
de
Mars
trae
il
nome
da
Marte,
il
dio
romano
della
guerra,
e
la
sua
fama
è
legata
al
fatto
che
si
estende
tra
la
Tour
Eiffel,
sita
a
nord-ovest,
e
l'École
militaire
(Accademia
militare),
sita
a
sud-est.
Guardando
verso
il
basso
dall'alto
della
Tour
Eiffel,
il
Campo
di
Marte
è
proprio
ciò
che
si
vede.
Questo
verde
tappeto
che
si
stende
sotto
la
Tour
Eiffel
in
origine
era
un
luogo
militare
che
venne
successivamente
trasofrmato
in
giradino.
Durante
il
periodo
della
Rivoluzione
Francese
vi
si
svolgere
numerose
feste:
famosa
quella
dell'Essere
Supremo,
introdotta
da
Robespierre,
che
vi
celebrò
l'8
giugno
1794.
La
zona
è
nota
anche
perché
Charles
Montgolfier
la
utilizzò
per
il
decollo
della
prima
mongolfiera
della
storia,
un
pallone
a
idrogeno
che
prese
quota
nel
1780,
ma
anche
perché
nel
verde
dei
giardini
venivano
organizzate
corse
di
cavalli.
Lo
Champ
de
Mars
fu
completamente
sottratto
alla
funzione
militare
nel
1920
ed
oggi,
a
volere
sottolineare
il
taglio
con
il
passato,
è
ivi
presente
dal
2000
il
Mur
pour
la
Paix
(Muro
per
la
pace),
un
monumento
costituito
principalmente
da
metallo
e
vetro,
sito
di
fronte
all'École
militaire,
nella
Place
Joffre.
Il
monumento
è
dedicato
alla
pace
nel
mondo
ed
è
un'opera
di
Jean-Michel
Wilmotte
e
Clara
Halter;
sui
suoi
due
grandi
vetri
vi
è
scritta
la
parola
"pace"
in
32
diverse
lingue,
conferendo
al
muro
un
significato
universale
basato
sull'importanza
della
fratellanza
fra
tutti
i
popoli.
Oggigiorno
il
Parc
du
Champ
de
Mars
è
meta
ambita
da
turisti
e
residenti,
anche
perché
il
campo
viene
associato
quasi
istintivamente
alla
Tour
Eiffel,
e
quindi
una
visita
a
questa
interessante
zona
verde
di
Parigi
diviene
quasi
d'obbligo
per
chi
si
trovi
nelle
vicinanze
della
Torre
più
famosa
del
mondo.
Il
palazzo
dell'Ecole
Militaire,
che
chiude
a
sud
la
prospettiva
dello
Champ-de-Mars
fu
edificato
su
iniziativa
del
finanziere
Pâris-Duverney
e
di
Madame
de
Pompadour,
desiderosi
entrambi
che
anche
i
giovani
più
poveri
potessero
intraprendere
la
carriera
militare.
Jacques-Ange
Gabriel
fu
l'architetto
di
questo
edificio,
eretto
dal
1751
al
1773
con
uno
stile
sobrio
e
linee
armoniose.
La
facciata
è
a
due
ordini
di
finestre:
al
centro
è
mossa
da
un
padiglione
con
colonne
che
sorreggono
il
frontone
decorato
di
statue
e
coperto
da
una
cupola.
Sul
retro,
dalla
piazza
di
Fontenoy,
è
possibile
vedere
l'elegante
Cortile
d'Onore
con
il
portico
a
colonne
doriche
binate
e
la
facciata
formata
da
tre
padiglioni
collegati
fra
loro
da
due
ali
a
colonne.
In
questo
palazzo,
ancora
oggi
adibito
a
scuola
militare,
fu
allievo
nel
1784
Napoleone
Bonaparte,
che
ne
uscì
l'anno
seguente
con
il
grado
di
sottotenente
in
seconda
di
artiglieria.

Palais
Royal
Il
Palais-Royal
è
un
edificio
storico
situato
di
fronte
all'ala
Nord
del
Louvre.
Al
suo
interno
ospita
il
Consiglio
di
Stato
ed
il
Consiglio
costituzionale,
oltre
ad
una
sala
della
Comédie-Française
chiamata
Salle
Richelieu.
Fu
costruito
sul
terreno
dove
sorgeva
l'hôtel
de
Rambouillet
per
volere
del
Cardinale
Richelieu
(per
questo
motivo
il
palazzo
fu
inizialmente
chiamato
Palais
Cardinal).
Il
progettista,
l'architetto
Jacques
Lemercier,
iniziò
i
lavori
di
costruzione
nel
1624,
terminandoli
nel
1636.
Alla
morte
di
Richelieu,
avvenuta
nel
1642,
la
proprietà
fu
ereditata
dalla
Famiglia
Reale.
Dopo
la
morte
di
Luigi
XIII
ospitò
la
regina
Madre
Anna
d'Austria,
il
cardinale
Mazzarino
e
Luigi
XIV,
ai
tempi
ancora
bambino.
Successivamente,
poiché
Luigi
XIV
non
amava
vivere
a
Parigi,
il
palazzo
venne
concesso
come
residenza
ai
Duchi
di
Orleans,
a
partire
da
Filippo
I
d'Orléans,
fratello
del
Re
Sole.
Nel
1784
Luigi
Filippo
d'Orléans
aprì
al
pubblico
i
giardini
del
palazzo,
dando
il
compito
all'architetto
Victor
Louis
di
costruire
i
180
colonnati
che
ancora
oggi
circondano
il
parco,
in
modo
che
le
gallerie
così
costruite
potessero
ospitare
botteghe
e
taverne.
L'iniziativa
fu
spinta
da
un
duplice
scopo:
aumentare
la
popolarità
della
famiglia
Orléans
e
ripianarne
i
debiti.
I
giardini
del
Palais-Royal
diventarono
così
un
vivace
luogo
di
incontro
per
Parigi,
sia
di
giorno,
grazie
alle
botteghe,
sia
la
notte,
a
causa
delle
prostitute
che
si
posizionavano
lungo
i
colonnati.
Nel
1830
Luigi
Filippo
revocò
però
tutte
le
licenze,
obbligando
mercanti
e
prostitute
a
lasciare
il
palazzo.
Più
avanti,
nel
1848,
al
palazzo
ebbe
luogo
il
debutto
teatrale
dell'attrice
Suzanne
Lagier.
Oggi
il
Palais-Royal
ospita
il
Consiglio
di
Stato
ed
il
Consiglio
costituzionale
francese,
oltre
ad
una
sala
della
Comédie-Française
chiamata
Salle
Richelieu.
Nel
1986
nel
cortile
del
palazzo
fu
installata
un'opera
dell'artista
concettuale
Daniel
Buren:
una
serie
di
colonne
disposte
in
un'area
di
3.000
metri
quadrati.
L'opera,
denominata
"Les
Deux
Plateaux"
(ma
meglio
conosciuta
come
"Le
Colonne
di
Buren"),
aprì
un
acceso
dibattito
sull'integrazione
tra
arte
antica
e
moderna.
I
giardini,
molto
ben
curati,
sono
aperti
al
pubblico
e
possono
liberamente
essere
visitati.

- L'Opera
L'Operà
di
Parigi
è
uno
degli
edifici
più
belli
del
mondo.
La
si
ammira
in
tutto
il
suo
stile
Barocco,
nella
opulenza
regale
che
fu
della
Parigi
imperiale,
ed
anche
nel
suo
fantasma
segreto!
La
storia
della
grande
Operà
parisienne
è
ricca
di
spunti
interessanti
e
spazia
dall'architettura
alla
letteratura,
alla
musica
ed
al
mistero.
L'Opéra
National
de
Paris
venne
fondata
nel
1669
dal
re
Luigi
XIV
e
si
compone
attualmente
di
due
edifici
principali:
Operà
Garnier
e
Operà
Bastille.
Sontuoso
ed
opulente,
l'edificio
venne
progettato
da
Charles
Garnier
nel
1861
e
completato
nel
1875
come
uno
dei
più
grandi
teatri
del
mondo,
record
che
mantiene
ancora
oggi.
Durante
i
lavori,
sotto
la
struttura,
venne
scoperto
un
piccolo
laghetto
sotterraneo,
visibile
ancora
oggi
dalle
sue
cantine:
fu
il
nascondiglio
del
Fantasma
dell'Opera,
nel
famoso
dramma
di
Paul
Leroux.
Trasformato
poi
in
un
musical
di
Andrew
Lloyd
Webber,
il
Fantasma
dell'Opera
narra
di
una
giovane
cantante,
Christine,
e
del
fantasma
che
si
innamora
di
lei,
Erik,
una
sotterranea
forza
misteriosa
che
spaventa
i
membri
del
cast.
Il
nuovo
teatro
parigino
in
realtà
è
dovuto
proprio
a
Napoleone
III:
costui
si
affrettò
alla
costruzione
di
un
nuovo
edificio
a
seguito
di
un
attentato
subito
dal
corteo
reale
che
si
apprestava
ad
assistere
ad
uno
spettacolo
teatrale.
Ottanta
persone
furono
uccise
dai
dissidenti
e
questo
spinse
l'imperatore
a
chiedere
un
nuovo
edificio
con
caratteristiche
strutturali
attinenti
alla
sua
sicurezza
fisica
e
a
quella
della
sua
corte.
In
modo
informale,
furono
presentate
oltre
200
candidature
e
su
171
progetti
visualizzati,
l'incarico
venne
assegnato
proprio
a
Garnier,
un
architetto
allora
sconosciuto.
Nel
1858
l'imperatore
autorizzò
Haussmann
a
demolire
i
12.000
metri
quadrati
necessari
per
costruire
l'opéra.
La
prima
pietra
fu
posta
nel
1861,
seguita
da
l'inizio
della
costruzione
nel
1862.
Si
dice
che
la
moglie
del
imperatore,
l'imperatrice
Eugenia,
chiese
a
Garnier
durante
la
costruzione
se
l'edificio
sarebbe
stato
in
stile
greco
o
romano,
alla
quale
l'architetto
rispose:
"È
in
stile
Napoleone
III,
Madame";
un
stile
molto
ricercato
alla
ricerca
di
molti
dettagli
e
commistioni,
che
si
può
definire
eclettico.
La
costruzione
dell'opéra
ebbe
diverse
battute
d'arresto.
Il
lavoro
dovette
essere
interrotto
per
la
scoperta
di
grotte
con
acque
sotterrane
nel
corso
degli
scavi,
una
delle
quali
dovette
essere
prosciugata
con
pompe
per
8
mesi.
Fu
anche
interrotta
dopo
il
disastro
della
guerra
franco-prussiana,
con
la
caduta
del
secondo
impero
francese
e
la
Comune
di
Parigi
del
1870.
Durante
questo
periodo
il
lavoro
continuò
sporadicamente
e
girava
la
voce
che
la
costruzione
dell'opera
sarebbe
stata
abbandonata.
Si
ebbe
un
incentivo
per
completare
la
costruzione
di
questo
edificio
quando
la
vecchia
Opera
di
Parigi,
conosciuta
come
Teatro
dell'Accademia
Imperiale
di
Musica,
fu
distrutta
da
un
incendio
durato
27
ore
il
29
ottobre
1873,
lasciando
una
Parigi
disperata.
Questo
teatro
era
stata
la
sede
del
Balletto
dell'Opera
di
Parigi
e
dal
1821
aveva
presentato
i
più
grandi
capolavori.
Dopo
il
1874,
Garnier
e
il
suo
team
completarono
il
teatro.

Il
Palais
Garnier
fu
formalmente
inaugurato
il
15
gennaio
1875,
in
una
sontuosa
cerimonia
che
comprendeva
la
rappresentazione
del
terzo
atto
dell'opera
La
Juive,
di
Halevy,
e
brani
tratti
dal
Les
Huguenots
di
Meyerbeer.
Il
corpo
di
ballo
presentò
uno
spettacolo
gestito
dal
maestro
di
ballo
Luigi
Merante
costituito
dalla
famosa
scena
di
Giuseppe
Mazilier,
Le
Jardin
Animé,
ricreata
dal
suo
balletto
Le
Corsaire.
Le
misure
dell'edificio
di
Garnier
sono
da
paragonare
a
quelle
di
un
piccolo
stadio,
11.237
m²,
una
lunghezza
di
173
metri
per
una
larghezza
di
125
metri.
L'altezza
è
di
circa
74
metri
e
l'auditorium
offre
una
capacità
di
2.156
posti
a
sedere
(si
ammiri
in
particolare
il
soffitto,
dipinto
nel
1964
da
Marc
Chagall).
L'Opera
Garnier
rimane
a
tutt'oggi
il
simbolo
più
importante
del
XIX
secolo
Barocco
francese.
L'esterno
è
decorato
con
molti
elaborati
fregi
in
marmo
multicolore,
colonne
e
statue
ricche,
molte
delle
quali
ritraggono
divinità
della
mitologia
greca.
Busti
in
bronzo
dorato
di
molti
dei
grandi
compositori
si
trovano
tra
le
colonne
della
facciata
anteriore
del
teatro
e
raffigurano
da
sinistra
a
destra:
Rossini,
Auber,
Beethoven,
Mozart,
Spontini,
Meyerbeer
e
Halévy.
Rispettivamente
sul
lato
sinistro
e
destro
della
facciata
sono
collocati
i
busti
dei
librettisti
Eugène
Scribe
e
Philippe
Quinault.
Il
gruppo
scultoreo
Apollo,
Poesia
e
Musica,
che
si
trova
al
vertice
del
timpano
sud
è
opera
di
Millet
Aimé,
e
le
due
piccole
figure
in
bronzo
di
Pegasus
alle
estremità
del
timpano
sud
sono
di
Eugène-Louis
Lequesne.
I
due
gruppi
dorati
figurali
l'Armonia
e
la
Poesia,
che,
rispettivamente,
coronano
gli
apici
della
facciata
principale
di
sinistra
e
destra,
sono
stati
entrambi
disegnati
da
Charles
Gumery.
Le
basi
dei
due
avancorpi
sono
decorate
(da
sinistra
a
destra)
con
quattro
gruppi
principali
multifigure
scolpite
da:
François
Jouffroy,
Jean-Baptiste
Claude
Eugène
Guillaume,
Jean-Baptiste
Carpeaux
e
Jean-Joseph
Perraud.
La
facciata
incorpora
anche
altri
lavori
da
Gumery,
Alexandre
Falguière,
e
altri.

L'interno
del
Palazzo
Garnier
è
costituito
da
intrecci
di
corridoi,
vani,
scale,
nicchie
e
pianerottoli
che
permettono
il
movimento
di
un
gran
numero
di
persone
e
lo
spazio
per
socializzare
durante
l'intervallo.
Ricco
di
velluto,
foglia
d'oro,
e
cherubini
e
ninfe,
l'interno
è
caratteristico
da
una
sontuosità
barocca.
Il
ridotto,
o
foyer,
è
l'emblema
della
ricchezza
dell'edificio.
La
splendida
scala
ha
un'altezza
di
30
metri,
mentre
il
grande
salone,
adiacente
all'auditorium,
presenta
un
soffitto
a
mosaico
e
un
gran
numero
di
lampadari.
Il
suo
pubblico
si
siede
sotto
un
lampadario
centrale
che
pesa
più
di
sei
tonnellate,
e
ha
un
grande
palcoscenico
con
spazio
per
ospitare
fino
a
450
artisti.
La
superficie
del
soffitto,
che
circonda
il
lampadario,
contiene
dal
1964
un
dipinto
di
Marc
Chagall,
che
è
stato
installato
su
un
telaio
rimovibile
sulle
scene
originali
e
mostra
le
opere
di
14
compositori
-
Moussorgsky,
Mozart,
Wagner,
Berlioz,
Rameau,
Debussy,
Ravel,
Stravinsky,
Tchaikovsky,
Adam,
Bizet,
Verdi,
Beethoven
e
Gluck.
Sebbene
lodato
da
alcuni,
altri
sentono
che
Chagall
crea
"una
nota
stonata
nell'opera
di
Garnier,
attentamente
orchestrata
negli
interni.
Dall'inaugurazione
della
moderna
Opéra
de
Paris
Bastille
nel
1989,
l'Operà
Garnier
viene
principalmente
utilizzata
per
spettacoli
di
balletto,
ed
è
stata
ufficialmente
ribattezzata
'Palais
Opera'.
Il
moderno
edificio
venne
inaugurato
durante
l'anniversario
dei
200
anni
dalla
Presa
della
Bastiglia
ed
anche
questo
non
scherza
di
certo
in
dimensioni,
visto
che
riesce
a
riempire
l'intero
isolato
tra
rue
de
Lyon,
rue
Charenton
e
rue
Moreau,
ed
ha
completamente
alterato
la
Place
de
la
Bastille,
tanto
che
la
celebre
Colonne
de
Juillet,
che
ricorda
la
successiva
Rivoluzione
del
1830,
sembra
perdere
importanza.
Oggi,
il
riferimento
sembra
proprio
lo
dia
il
moderno
edificio
in
vetro
e
metallo,
che
alle
spalle
ha
accumulato
già
non
poche
polemiche
di
stile
ed
è
il
risultato
di
una
gara
internazionale
vinta
da
Carlos
Ott.
L'antica
Opera
House
di
Parigi
è
aperta
alla
visita
del
pubblico
e
rimane
una
delle
attrazioni
principali
della
capitale
francese.
Da
non
perdere
è
anche
la
Bibliothèque-Musée
de
l'Opéra
National
de
Paris,
una
biblioteca
e
museo
dell'Opéra
National
de
Paris
situata
nel
distretto
IX
arrondissement
e
parte
del
dipartimento
di
musica
della
Bibliothèque
Nationale
de
France
(BNF).
Il
museo
è
invece
ospitato
all'interno
del
Palais
Garnier,
e
mostra
tre
secoli
di
storia
dell'Opera
attraverso
dipinti,
disegni
di
scenografie
e
costumi
e
modelli
in
scala;
autentico
spaccato
della
Parigi
del
XIX
secolo.

- Place
Vendôme
Place
Vendôme
fu
fatta
costruire
da
Luigi
XIV
con
un
decreto
firmato
1686,
per
accogliervi
la
Biblioteca
Reale,
le
Accademie
e
una
sua
statua
equestre,
analogamente
a
quanto
aveva
fatto
Enrico
IV
a
Place
Dauphine.
Il
progetto,
con
la
tipica
forma
ottagonale
si
deve
a
Jules
Hardouin-Mansart
(l'architetto
al
quale
si
deve
anche
il
termine
mansarda),
con
i
palazzi
caratterizzati
da
arcate
piene
al
pian
terreno,
finestre
alternate
a
lesene
nei
due
ordini
superiori,
colonnati
corinzi
e
frontoni
triangolari
sugli
avancorpi.
La
statua
equestre
di
Luigi
XIV
venne
abbattuta
e
fusa
durante
la
Rivoluzione
francese
(solo
un
piede
si
conservò
ed
oggi
si
trova
al
Museo
Carnavalet)
mentre
venne
cambiato
nome
alla
piazza
rinominata
Piazza
delle
Picche.
A
partire
dall'epoca
del
Secondo
Impero
la
piazza
divenne
un
luogo
di
richiamo
per
i
più
importanti
gioiellieri
parigini,
che
ancora
oggi
hanno
le
proprie
vetrine
in
questo
luogo.
Al
n.
13
si
trova
il
Ministero
della
Giustizia
francese:
sulla
facciata
dell'edificio
un
curioso
metro
scolpito
doveva
diventare
l'unità
di
misura
nazionale
durante
il
periodo
della
Rivoluzione.
Al
n.
15
si
trova
l'Hotel
Ritz,
inaugurato
nel
1898,
dove
vengono
ospitate
numerose
personalità
in
visita
a
Parigi:
qui
Marcel
Proust
organizzò
un
grand
diner,
Coco
Chanel
visse
dal
1931
in
una
suite
fino
alla
sua
morte
(la
geometria
della
sua
forma
ottagonale
ispirò
il
profilo
della
bottiglia
e
del
tappo
del
profumo
Chanel
nº
5).
Al
n.
12
della
piazza
ha
abitato
Fryderyk
Chopin.
La
colonna
Vendôme
è
una
colonna
coclide
situata
al
centro
della
piazza
con
lo
stesso
nome.
Nel
corso
degli
anni
assunse
diversi
nomi
colonna
d'Austerlitz,
poi
colonna
della
Vittoria,
prima
di
diventare
colonna
della
Grande
Armata
(da
non
confondersi
con
la
Colonna
della
Grande
Armata
eretta
a
Wimille
in
onore
di
Napoleone).
È
comunemente
chiamata
colonna
Vendôme.
È
una
colonna
di
bronzo
alta
44
metri
e
con
un
diametro
medio
di
circa
3,60
metri,
posata
su
un
basamento
e
sormontata
da
una
statua
di
Napoleone.
Il
suo
fusto,
formato
da
98
tamburi
di
pietra,
è
ricoperto
da
una
spirale
in
bronzo
fusa
con
1200
cannoni
presi
alle
armate
russe
e
austriache
(numero
senza
dubbio
propagandistico,
gli
storici
calcolano
circa
130
cannoni
presi
ad
Austerlitz)
e
decorata,
all'antica
maniera,
di
bassorilievi
che
rappresentano
trofei
e
scene
di
battaglie.
Questa
spirale,
lunga
280
metri
e
composta
da
425
lastre
di
bronzo,
fu
disegnata
da
Pierre
Bergeret
ed
eseguita
da
un
squadra
di
scultori
composta
tra
l'altro
da
Louis
Boizot,
Bosio,
Bartolini,
Claude
Ramey,
François
Rude,
Courbet,
Clodion
e
Ruxthiel.
Una
scala
interna
permette
d'accedere
ad
una
piattaforma
situata
sotto
la
statua.
Risale
al
secondo
impero
la
statua
visibile
attualmente.
È
opera
dello
scultore
Auguste
Dumont
e
rappresenta
Napoleone
in
Caesar
imperator,
drappeggiato
in
una
toga
corta
e
che
porta
come
attributi
della
sua
gloria,
il
gladio,
la
vittoria
alata
e
la
corona
imperiale
di
alloro.
La
base
della
colonna
Vendôme
è
in
porfido
di
Algajola.
L'iscrizione
dedicatoria
è
la
seguente:
«Neapolio
Imp
Aug,
Monumentum
belli
Germanici
anno
MDCCCV
(1805)
trimestri
spatio
ductu
suo
profligati
ex
aere
capto
gloriae
exercitus
maximi
dicavit»
(Napoleone
Imperatore
Augusto,
ha
dedicato
alla
gloria
della
Grande
Armata,
questa
colonna,
monumento
creato
con
il
bronzo
conquistato
al
nemico
durante
la
guerra
di
Germania
nel
1805,
guerra
che,
sotto
il
suo
comando,
terminò
nel
giro
di
tre
mesi).
La
colonna
Vendôme
è
un'imitazione
della
colonna
Traiana,
interamente
in
marmo,
di
Roma
antica.
A
Parigi,
nello
stesso
stile
del
monumento,
si
trova
anche
la
colonna
di
luglio
(colonne
de
Juillet)
in
place
de
la
Bastille.
La
place
Vendôme,
voluta
da
Luigi
XIV,
e
disegnata
da
Jules
Hardouin
Mansart
e
aveva
al
suo
centro
una
statua
equestre
del
Re
Sole.
La
piazza
era
denominata
piazza
Luigi
il
Grande.
Nel
1792
i
rivoluzionari
distrussero
la
statua,
simbolo
del
potere
reale.
Nel
1800
un
decreto
prende
in
considerazione
la
costruzione
di
una
colonna,
nel
capoluogo
di
ogni
dipartimento,
e
dedicata
ai
prodi
del
dipartimento.
A
Parigi,
il
20
marzo
Bonaparte
Primo
Console
decise
di
far
erigere
una
colonna
nazionale
in
place
de
la
Concorde,
dedicata
alla
Nazione
e
una
dipartimentale
in
place
Vendôme.
La
colonna
nazionale
non
fu
mai
costruita,
per
quella
progettata
per
la
place
des
Piques
(o
Vendôme)
fu
posata
solo
la
prima
pietra
il
14
luglio
1800
da
Luciano,
fratello
di
Napoleone
Bonaparte
e
ministro
dell'Interno
e
non
fu
portata
a
termine.
L'idea
fu
ripresa
nel
1803
dal
Primo
Console
che
confermò
l'erezione
di
una
colonna
in
place
Vendôme
«come
quella
innalzata
a
Roma,
in
onore
di
Traiano»,
ornata
di
108
simboli
dei
dipartimenti
disposti
in
spirale
e
sormontata
dalla
statua
di
Carlo
Magno.
In
un
primo
tempo
dedicata
alla
Gloria
del
Popolo
Francese,
la
colonna
diventerà
ben
presto
alla
gloria
di
Napoleone.
Ma
la
costruzione
fu
lenta
e
bisognò
attendere
il
1805
e
la
fusione
del
1200
cannoni
presi
al
nemico
(in
totale
180
tonnellate)
perché
il
progetto,
rilanciato
da
Vivant
Denon,
procedesse.
Compiuta
nel
1810
e
dedicata
alla
gloria
delle
armate
vittoriose,
la
colonna
fu
denominata
colonna
della
Grande
Armata.
Una
statua
di
Napoleone
in
veste
cesarea
dello
scultore
Antoine-Denis
Chaudet
(1763-1810)
fu
posta
sulla
sommità.
Nel
1814
la
statua
fu
tolta
dalle
truppe
alleate
che
occupavano
Parigi
e
sostituita
da
una
bandiera
bianca
ornata
da
gigli
durante
la
Restaurazione.
Nel
1818,
la
statua
fu
fusa
per
realizzare
la
statua
equestre
di
Enrico
IV
sul
Pont
Neuf.

Durante
la
monarchia
di
Luglio
una
nuova
statua
dell'imperatore,
il
Piccolo
Caporale,
opera
di
Charles
Émile
Seurre,
(oggi
agli
Invalides),
viene
collocata
sulla
sommità
della
colonna
il
21
giugno
1833,
alla
presenza
di
Luigi
Filippo,
preoccupato
di
procurarsi
un
po'
della
gloria
dell'Impero.
L’effigie
misura
3,50
di
altezza.
Napoleone
III,
ritenne
che
questa
preziosa
statua
fosse
in
pericolo
sulla
sommità
della
colonna,
la
fece
togliere
e
sostituire
con
una
copia
della
prima
statua
in
imperatore
romano
di
Chaudet,
realizzata
dallo
scultore
Auguste
Dumont.
È
questa
statua,
ripristinata,
che
si
può
vedere
oggigiorno.
Con
la
sola
differenza
che
Chaudet
aveva
rappresentato
l'Imperatore
che
reggeva
con
la
sua
mano
sinistra
il
globo
della
vittoria
e
la
sua
spada
era
impugnata
dalla
mano
destra
mentre
Dumont
ha
rappresentato
Napoleone
che
impugna
con
la
sua
mano
sinistra
la
spada
e
il
globo
della
vittoria
è
sostenuto
dalla
sua
mano
destra.
L'episodio
più
drammatico
accade
nel
1871,
all'epoca
dell’insurrezione
della
Comune
di
Parigi.
È
il
pittore
Gustave
Courbet
che
per
primo
indirizza
una
petizione
al
governo
della
Difesa
nazionale
il
14
settembre
1870
chiedendo
"di
demolire
la
colonna,
o
che
egli
stesso
voglia
prenderne
l’iniziativa,
dando
l'incarico
all'amministrazione
del
Museo
dell'artiglieria,
e
facendo
trasportare
i
materiali
all'hôtel
de
la
Monnaie".
Aveva
l'intenzione
di
farla
ricostruire
agli
Invalides.
Ma
l'insurrezione
della
Comune
di
Parigi
prende
il
potere
e
questa
volta
gli
obiettivi
sono
altri:
"La
Comune
di
Parigi
considera
che
la
colonna
imperiale
della
place
Vendôme
è
un
monumento
di
barbarie,
un
simbolo
di
forza
bruta
e
di
falsa
gloria,
una
affermazione
di
militarismo,
una
negazione
del
diritto
internazionale,
un
insulto
permanente
dei
vincitori
ai
vinti,
un
attentato
continuo
ad
uno
dei
tre
grandi
principi
della
Repubblica:
la
fratellanza!".
Courbet,
trascinato
nella
bufera
non
può
riformare
la
propria
decisione
e,
un
po'
suo
malgrado,
porterà
storicamente
la
responsabilità
della
distruzione
della
colonna.
Il
16
maggio
1871,
la
colonna
viene
abbattuta
davanti
ad
una
folla
in
festa.
Dopo
la
caduta
della
Comune,
le
lastre
di
bronzo
vengono
recuperate
e
la
colonna
è
ricostruita
come
la
si
vede
oggi.
Courbet
è
condannato
a
pagare
i
costi
di
ricostruzione
ma
muore
prima
della
scadenza
della
prima
rata.
- La
Madeleine

La
chiesa
Sainte-Marie-Madeleine,
affettuosamente
chiamata
la
Madeleine
dai
parigini,
è
un
luogo
di
culto
dedicato
a
Maria
Maddalena.
L'attuale
chiesa
della
Maddalena
sorge
nella
medesima
posizione
di
un
più
antico
luogo
di
culto,
consacrato
nel
1182
da
Maurice
de
Sully
e
situato
all'interno
di
un
agglomerato
urbano
chiamato
Ville
l'Évêque,
originariamente
fuori
la
città
di
Parigi
e
ad
essa
annesso
solo
nel
1722.
Nel
1757
venne
commissionato
a
Pierre
Contant
d'Ivry
il
progetto
di
una
nuova
e
più
grande
chiesa
in
sostituzione
di
quella
medievale;
egli,
ispirandosi
alla
tardobarocca
cappella
reale
dell'Hôtel
des
Invalides,
opera
di
Jules
Hardouin
Mansart,
ideò
una
chiesa
a
croce
latina,
con
alta
cupola
a
copertura
della
crociera;
la
prima
pietra
venne
posata
il
3
aprile
1763,
tuttavia
i
lavori
si
arrestarono
l'anno
successivo.
Alla
morte
di
Contant
d'Ivry,
il
suo
allievo
Guillaume-Martin
Couture
fece
un
nuovo
progetto,
ispirato
al
Pantheon
di
Roma,
e
prima
che
i
lavori
si
interrompessero
nuovamente
a
causa
della
Rivoluzione
francese,
erano
state
gettate
le
fondamenta
ed
era
stata
costruita
la
facciata.
Nel
periodo
rivoluzionario
venne
avanzata
la
proposta
di
riconversione
dell'edificio
con
finalità
civili,
destinato
ad
accogliere
la
biblioteca
e
la
sede
della
borsa
valori.
Napoleone
Bonaparte,
nel
1806,
affidò
il
progetto
per
il
completamento
della
struttura,
che
sarebbe
dovuta
diventare
Tempio
della
Gloria
della
Grande
Armata
(in
lingua
francese:
Temple
de
la
Gloire
de
la
Grande
Armée),
a
Pierre-Alexandre
Vignon,
il
quale
demolì
le
fondazioni
precedenti
e
si
ispirò
alla
Maison
Carrée
di
Nîmes;
il
ruolo
celebrativo
venne
meno
dopo
la
costruzione,
nel
1807-1809,
dell'Arco
di
Trionfo
del
Carrousel
e
Luigi
XVIII,
durante
la
Restaurazione
francese,
volle
che
il
tempio
tornasse
chiesa.
Nel
1828
morì
Vignon
e
venne
sostituito
da
Jacques-Marie
Huvé
e,
nello
stesso
anno,
Philippe
Joseph
Henri
Lemaire
ebbe
l'incarico
per
la
realizzazione
del
frontone.
Nel
1831
venne
costruita
la
volta
della
navata
e
i
lavori
si
protrassero
fino
al
1842.
La
chiesa
venne
consacrata
dall'arcivescovo
di
Parigi
Denis-Auguste
Affre
nel
1845,
dopo
che
era
stata
ipotizzata
una
sua
riconversione
in
stazione
ferroviaria
o
sede
del
parlamento.
Il
30
ottobre
1849
ebbero
luogo
all'interno
della
chiesa
gli
imponenti
funerali
di
Fryderyk
Chopin,
che
aveva
chiesto
per
tale
occasione
l'esecuzione
della
Messa
di
Requiem
in
Re
minore
K
626
di
Wolfgang
Amadeus
Mozart,
per
la
quale
fu
necessario
introdurre
nel
coro
della
chiesa
per
la
prima
volta
cantanti
donne,
cosa
resa
possibile
grazie
ad
una
dispensa
dell'arcivescovo
di
Parigi.
Fra
gli
altri
funerali
figurano
quello
della
nota
cantante
e
danzatrice
afroamericana
Josephine
Baker,
celebrato
l'11
aprile
1975,
e
quello
della
cantante
oriunda
italiana
Dalida,
celebrato
l'8
maggio
1987.

L'esterno
della
chiesa
della
Madeleine,
in
puro
stile
neoclassico,
è
ispirato
alla
Maison
Carrée
di
Nîmes,
nel
sud
della
Francia.
Ha
la
forma
di
tempio
periptero
con
due
facciate
identiche
sui
lati
corti
costituite
da
due
timpani
triangolari,
ognuno
sorretto
da
otto
colonne
corinzie,
mentre
i
lati
ne
hanno
18
ciascuno.
La
facciata
principale,
orientata
verso
sud,
presenta
nel
timpano
un
elaborato
frontone
scolpito,
opera
di
Philippe
Joseph
Henri
Lemaire,
raffigurante
il
Giudizio
universale
(1828-1833):
al
centro
vi
è
Gesù
Cristo
giudice,
ai
piedi
del
quale
Maria
Maddalena,
inginocchiata,
intercede
per
i
dannati.
Sotto
il
pronao,
in
posizione
centrale,
si
apre
il
grande
portale
d'accesso
alla
chiesa,
con
battenti
bronzei
finemente
scolpiti,
di
Henri
de
Triqueti,
raffiguranti
i
Dieci
comandamenti
collegati
ad
episodi
vetero-testamentari.
Lungo
le
pareti
esterne
della
"cella"
si
trovano
entro
32
nicchie
quadrangolari
altrettante
statue
di
santi.
L'interno
si
discosta
notevolmente
dalla
struttura
dei
templi
antichi:
è,
infatti,
a
navata
unica
con
tre
cupole
affrescate
e
invisibili
dall'esterno
e
termina
con
l'ampia
abside
semicircolare
sorretta
dalle
colonne
ioniche
del
finto
deambulatorio.
Lungo
le
pareti
laterali,
decorate
con
intarsi
marmorei
geometrici,
si
aprono
grandi
nicchie
contenenti
sei
statue
di
santi
e
uno
stretto
matroneo
anch'esso
sorretto
da
colonne
ioniche.


Il
presbiterio,
cinto
da
una
balaustra
in
marmo
bianco,
è
preceduto
da
una
scalinata.
Al
centro,
sopra
l'altare
maggiore,
si
trova
il
complesso
scultoreo
raffigurante
Gloria
di
Santa
Maria
Maddalena
di
Carlo
Marochetti.
Al
di
sopra
delle
colonne
del
finto
deambulatorio,
vi
è
un
grande
mosaico
in
stile
neo-bizantino,
disegnato
da
Charles-Joseph
Lameire
nel
1888
e
raffigurante
Cristo
risorto
trionfante
tra
santi;
il
catino,
invece,
è
decorato
con
un
affresco
di
Jules-Claude
Ziegler
in
stile
nazareno,
il
cui
soggetto
è
Cristo
fra
gli
apostoli,
i
santi
e
personaggi
storici
(1837),
tra
i
quali
Napoleone
Bonaparte,
in
ottemperanza
alla
destinazione
originaria
ottocentesca
dell'edificio.
Tra
le
opere
più
interessanti
presenti
nella
chiesa,
vi
è
il
Battesimo
di
Cristo,
situato
nel
vestibolo,
opera
dello
scultore
digionese
François
Rude.
Sulla
cantoria
in
controfacciata,
si
trova
l'organo
a
canne
Aristide
Cavaillé-Coll
opus
26,
costruito
nel
1846
e
successivamente
più
volte
restaurato
e
rimaneggiato:
una
prima
volta
nel
1927
da
Charles
Mutin,
poi
nel
1957
da
Roethinger,
nel
1971
da
Danion-Gonzalez
(che
elettrificò
la
trasmissione)
e
ampliato
nel
1988
da
Dergassies.
Lo
strumento
è
a
trasmissione
mista,
pneumatica
per
i
manuali
e
il
pedale
ed
elettrica
per
i
registri,
e
conta
58
registri,
dieci
in
più
rispetto
allo
strumento
originario,
che
era
caratterizzato
da
un
gran
numero
di
fondi
di
16',
8'
e
4'
e
di
registri
ad
ancia,
con
numero
limitato
di
ripieni.
La
consolle,
situata
in
cantoria
e
rivolta
verso
la
navata,
dispone
di
quattro
tastiere
di
56
note
ciascuna
e
pedaliera
di
32
note,
con
i
registri
azionati
da
pomelli
ad
estrazione
posti,
come
in
origine,
su
più
file
ai
lati
dei
manuali.
Al
centro
dell'abside,
alle
spalle
dell'altare
maggiore,
si
trova
l'organo
a
canne
Aristide
Cavaillé-Coll
opus
15,
costruito
nel
1843
e
più
volte
restaurato
e
modificato
successivamente.
Lo
strumento,
a
trasmissione
elettrica,
ha
16
registri
e
la
sua
consolle
dispone
di
due
tastiere
di
56
note
ciascuna
ed
una
pedaliera
di
32.

Pag.
3
Pag.
5
|