Rive della Senna a Parigi, tra Pont de Sully e Pont d’Iéna
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

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Conciergerie 

La Conciergerie è un palazzo storico inglobato nel grande complesso del Palazzo di Giustizia, situato nella parte settentrionale dell'Île de la Cité, nei pressi della Sainte-Chapelle e non lontano dalla Cattedrale di Notre-Dame.

La Conciergerie faceva originariamente parte del palazzo di Re Filippo IV. Era una sezione delimitata del palazzo, controllata da una persona di alto rango, il concierge o custode del palazzo reale. Il pian terreno, costruito durante il regno di Filippo, è dominato dalla Salle des Gardes e dalla Salle des Gens d'Armes, le quali sono un eccezionale esempio di architettura medievale. La seconda, particolarmente impressionante, misura ben 69 metri di lunghezza, 27 di larghezza e 8 d'altezza, divisa in quattro navate, era utilizzata come sala da pranzo per le 2.000 persone che lavoravano a palazzo; essa era riscaldata con quattro grossi camini e illuminata da numerose finestre e vi si tenevano anche i banchetti reali e i procedimenti giudiziari. 

La vicina sala delle guardie, divisa in due navate da tre massicci pilastri, era usata come anticamera per la Sala Grande, dove il Re partecipava al lit de justice (una sessione del parlamento in presenza del Re). Al piano superiore vi erano gli Appartamenti reali, andati distrutti da un incendio nel 1618.

In seguito alla Grande Jacquerie del 22 febbraio 1358 guidata da Étienne Marcel, nel corso della quale i borghesi di Parigi in armi invasero la reggia, Carlo V decise di abbandonarla per trasferirsi sulla rive droite nel Palazzo Saint-Pol. Al Palais de la Cité mantenne Parlamento, Camera dei Conti e Cancelleria, nominandovi un concierge (cioè un custode, o, come pure si può tradurre in italiano, un consergio). 

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Nel 1391 la Conciergerie fu convertita in prigione, dove erano rinchiusi sia detenuti comuni che detenuti politici. Così come nelle altre prigioni dell'epoca il trattamento dei prigionieri dipendeva dalla loro ricchezza, dal loro status sociale e dalle loro conoscenze: i più abbienti o influenti avevano una loro cella con un letto, una scrivania e materiale per leggere e scrivere; i prigionieri meno agiati, ma che potevano permettersi una spesa, avevano a disposizione delle celle arredate chiamate pistoles, dotate di un letto rozzo e, a volte, di un tavolo; i più poveri, conosciuti come pailleux - dal fieno (paille) sul quale dormivano, erano confinati al buio, all'umido, in celle infestate dai vermi chiamate oubliettes (letteralmente "luoghi dimenticati"). 

Nel XVI secolo, la Conciergerie, fu convertita in prigione di Stato.

Durante la Rivoluzione Francese centinaia di prigionieri furono imprigionati presso la Conciergerie, per essere successivamente ghigliottinati nelle varie piazze cittadine. Fra i quali si ricordano Danton, Robespierre, Andrea Chénier. L'ospite più illustre fu senza alcun dubbio la regina Maria-Antonietta.

Della Conciergerie medievale sopravvivono ancora oggi quattro torri: la Tour Bonbec, che deve il suo nome alla camera delle torture che ospitava, nella quale le vittime erano incoraggiate a "cantare", le vicine Tour de César (Torre di Cesare), in onore dell'Imperatore Romano, e Tour d'Argent Torre d'Argento, così chiamata per il presunto utilizzo come magazzino del tesoro reale; e la Tour de l'Horloge, alta 47 metri, eretta all'angolo nel 1350-53 come torre di guardia del palazzo e in seguito divenuta torre civica. 

Nel 1370 venne dotata del primo orologio pubblico di Parigi, e uno dei primi orologi meccanici al mondo, costruito dal lorenese Henri de Vic. Un primo quadrante venne aggiunto nel 1418 e nel 1585 il re Enrico III fece realizzare l'attuale, prezioso quadrante dallo scultore Germain Pilon. Le grandi figure allegoriche rappresentano la Legge e la Giustizia, rovinate dalla Rivoluzione francese vennero restaurate nel 1852. L'orologio venne di nuovo restaurato nel 1909 e l'ultima doratura venne eseguita nell'estate 2012.

La sinistra reputazione che la Conciergerie aveva acquistato nel medioevo si accrebbe quando divenne famosa come "anticamera della ghigliottina" durante il Terrore, fase più sanguinosa della Rivoluzione Francese. Nell'edificio venne dislocata la sede del Tribunale dei Rivoluzionari, nonché quella della prigione dov'erano imprigionati i condannati di esso (ed in cui sarebbero stati rinchiusi fino a 1.200 prigionieri contemporaneamente).

Il tribunale si riunì in seduta nella Sala Grande tra il 2 aprile 1793 e il 31 maggio 1795 e condannò alla ghigliottina circa 2.600 prigionieri. Le sue regole erano molto semplici. Erano possibili solo due tipi di sentenze: una dichiarazione di innocenza o una sentenza di morte; nella maggior parte dei casi era la seconda ad essere scelta. Tra i prigionieri (e vittime) più famosi troviamo la Regina Maria Antonietta, il poeta Andrea Chénier, Carlotta Corday, Madame Elisabetta sorella del re Luigi XVI, la contessa du Barry e i Girondini, i quali furono condannati da Georges Danton ... che successivamente fu condannato da Robespierre, a sua volta condannato e giustiziato.

Le vittime ascoltavano questi processi farsa e le sentenze nell'attiguo palazzo di giustizia, dopodiché attraversavano la Salle Saint-Louis, che per questo assunse il soprannome di Salle des Pas Perdus (letteralmente "Sala dei passi perduti"), il cui nome allude alle vane speranze di coloro che attendevano il processo. Le esecuzioni avvenivano nell'attuale "Place de la Concorde", l'antica "Place Louis XV", ribattezzata durante gli anni della rivoluzione "Place de la Revolution".

Dopo la Restaurazione nel XIX secolo, la Conciergerie continuò ad essere utilizzata come prigione per prigionieri importanti - il più noto fu Napoleone III. La cella di Maria Antonietta è stata convertita in una cappella dedicata alla sua memoria, e possiamo osservare una ricostruzione della stessa con arredi d'epoca e manichini. A metà del XIX secolo La Conciergerie e il Palais de Justice subirono notevoli cambiamenti, i quali alterarono completamente l'aspetto degli edifici. Se prima apparivano come una fortezza medievale, attualmente hanno l'aspetto di un edificio del 1858.

Dal 1914 è stata aperta al pubblico come monumento storico nazionale. Attualmente è un'attrazione turistica popolare, nonostante l'accesso al pubblico sia consentito solo in una parte relativamente piccola dell'edificio; la restante parte è utilizzata dal palazzo di giustizia di Parigi, in cui hanno sede la Corte d'Appello e la Corte di Cassazione.

Palazzo di Giustizia

Il settore occidentale dell'Ile de la Cité è occupato dal Palazzo di Giustizia, un complesso di edifici di varie epoche comprendente la Conciergerie, la Sainte-Chapelle e il Palazzo di Giustizia vero e proprio.

In questo sito fin dal Medioevo è stata amministrata la giustizia dello Stato. Dal XVI secolo alla Rivoluzione francese questa è stata la sede del Parlamento. 

La facciata principale del Palazzo di Giustizia prospetta sul Boulevard du Palais ed è preceduta dalla scenografica Cour de Mai chiusa da una elegante inferriata. In fondo alla Cour de Mai, a destra della scalinata, vi era la porta della Conciergerie per la quale passarono i carretti con i 2600 condannati alla ghigliottina durante il periodo del Terrore.

Gli esterni sono abbelliti da opere dello scultore Jean-Marie Bonnassieux. Responsabili della sicurezza sono i gendarmi.

Sainte-Chapelle  

La Sainte-Chapelle è una cappella gotica situata nell'Île de la Cité nel cuore di Parigi e costruita da Luigi IX in 6 anni, dal 1242 al 1248. Può essere considerato il capolavoro di tutta l'architettura gotica.

La sua costruzione fu decisa nel 1241, iniziò nel 1246 e venne rapidamente portata a termine: fu consacrata il 26 aprile 1248. La decisione della costruzione si deve al devotissimo Luigi IX di Francia, che la volle come cappella del palazzo reale. Il palazzo fu tuttavia in seguito distrutto e ora la Sainte-Chapelle è circondata dal Palazzo di Giustizia di Parigi, che perpetua una delle funzioni del palazzo reale, che ospitava anche il letto di giustizia dove importanti aristocratici peroravano le loro cause di fronte al re.

La Sainte-Chapelle aveva bisogno di importanti reliquie: era disponibile la corona di spine di Gesù. Il devoto Luigi trattenne la preziosa reliquia della Passione, avuta dall'Imperatore Latino di Costantinopoli, Baldovino II, come pegno per un ingente prestito in denaro. La corona di spine costò la somma di centotrentacinquemila lire tornesi. Per paragone, l'intera costruzione della Sainte-Chapelle costò quarantamila lire tornesi.

Furono poi aggiunti un pezzo della Vera Croce e altre reliquie. In tal modo la cappella divenne un prezioso reliquiario. Allo stesso tempo, rivela quali fossero le ambizioni politiche e culturali di Luigi di diventare il principale monarca dell'Occidente cristiano, mentre il trono di Costantinopoli era occupato da un semplice Conte di Fiandra e il Sacro Romano Impero era in profonda crisi. Come l'imperatore poteva passare dall'interno dei suoi palazzi alla Hagia Sophia a Costantinopoli, così ora Luigi IX poteva passare direttamente dal suo palazzo alla Sainte-Chapelle. La cappella si erige proprio al di sopra di una cappella inferiore che costituiva da chiesa per il resto degli abitanti del palazzo, che era anche sede del governo.

Il re fu successivamente nominato santo dalla Chiesa cattolica.  

L'aspetto più impressionante della cappella, a livello visivo, sono le vetrate, di cui la struttura muraria risulta niente più che una delicata cornice. Nel XV secolo fu aggiunto il rosone, con la rappresentazione dell'Apocalisse.

Negli archivi relativi alla costruzione della cappella non è nominato nessun architetto, ma ad essa è qualche volta associato il nome di Pierre de Montreuil, che aveva già ricostruito l'abside della Basilica di Saint-Denis e completato la facciata di Notre-Dame de Paris.

Durante la Rivoluzione francese la cappella fu trasformata in un ufficio amministrativo e le finestre oscurate da enormi schedari. La loro indimenticabile bellezza fu così inavvertitamente salvata dai vandalismi che invece distrussero i banchi del coro, devastarono lo schermo protettivo del crocifisso, abbatterono la guglia e dispersero le reliquie. Nel XIX secolo Viollet-le-Duc restaurò la Sainte-Chapelle: l'attuale guglia è un suo progetto. La Sainte-Chapelle è monumento storico nazionale dal 1862.

L'edificio presenta una pianta rettangolare con abside poligonale e si sviluppa su due livelli. 

In basso, a pianterreno, si apre la Cappella inferiore, che era destinata al popolo; e sopra, s'innalza la Cappella superiore, destinata alla famiglia reale, a cui originariamente si accedeva solo con strette scale a chiocciola.

Parametro

Misura

Altezza delle volte cappella superiore

15,35 m

Larghezza della cappella superiore

10,70 m

Altezza delle vetrate della cappella superiore

13,45 m

Larghezza delle vetrate dell'abside della cappella superiore

2,10 m

Diametro del rosone della cappella superiore

9 m

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Esterno - La facciata è orientata verso nord-ovest ed è comune ad entrambe le cappelle. Particolarmente slanciata, presenta uno sporgente avancorpo, in cui si aprono un portico sormontato da una loggia, entrambi con un prospetto tripartito da archi a tutto sesto poggianti su pilastri e coperti con volte a crociera. 

Nel portico, che costituisce l'ingresso principale alla cappella inferiore, si apre un portale leggermente strombato sormontato da una lunetta raffigurante l'Incoronazione di Maria fra due angeli; sulla colonnina che divide i due battenti, vi è una statua della Madonna con il Bambino

Analogo è il portale della cappella superiore, sormontato da una lunetta con Cristo in trono fra i segni della Passione e santi e la statua della colonnina raffigurante Gesù redentore. L'architrave presenta una ricca scultura a rilievo con il Giudizio universale. Nella parte superiore della facciata si aprono il grande rosone gotico-fiammeggiante del XV secolo e, nella cuspide triangolare, un rosone più piccolo, affiancato da due guglie con base ottagonale.

La chiesa inferiore corrisponde ad un alto basamento, al di sopra del quale si aprono ampie finestre con coronamento a cuspide. Il tetto, a forti spioventi, è arricchito da una balaustra in marmo: una slanciatissima guglia traforata di 75 metri è il degno coronamento di questa leggiadra architettura. 

Le fiancate della cappella sono caratterizzate dalla presenza delle molteplici polifore su due livelli, alternate a contrafforti a pianta rettangolare, ciascuno dei quali è sormontato da una guglia. Lungo il fianco destro, in corrispondenza della quarta campata, si apriva un secondo portale della cappella inferiore, del quale rimane il protiro. Prima dei restauri ottocenteschi, a ridosso della fiancata destra della chiesa vi era una scalinata che univa la corte alla loggia.

Poco oltre la metà della chiesa, sul tetto, si eleva la flèche, costruita nell'ottocento su progetto di Eugène Viollet-le-Duc in sostituzione dell'originale, demolita nel 1777.

Cappella inferiore - La cappella inferiore è alta meno di 7 metri e presenta una struttura a tre navate separate da esili colonnine con capitelli scolpiti. Le due navate laterali sono notevolmente più strette rispetto a quella centrale e si congiungono intorno all'abside, andando a formare un deambulatorio eptagonale. L'area dell'abside, un tempo adibita a presbiterio, è rialzata di alcuni gradini rispetto al resto della cappella e presenta al centro due semplici colonnine di sostegno alla struttura soprastante. Sulla sinistra, vi è una statua marmorea dipinta di San Luigi IX.

Il ricco apparato pittorico, ampiamente restaurato nel corso dei lavori del XIX secolo, svolge principalmente il ruolo di decorazione dei vari elementi architettonici. Le volte, a crociera, sono su sfondo blu, con gigli dorati, richiamo allo stemma del re di Francia. Tale motivo è presente anche in alcune strombature e su alcune semicolonne. Le pareti presentano due fasce decorative: quella inferiore è costituita da archetti ogivali sorretti da colonnine, con la parete retrostante affresca; quella superiore, invece, consta in una finestra, nelle navate una lunetta e nel deambulatorio una bifora.

Cappella superiore - Per una scala interna dalla Cappella Inferiore si accede a quello scrigno prezioso, quel reliquiario imponente che è la Cappella Superiore. Ad una sola navata, è larga 17 metri ed alta 20,50. In controfacciata, vi sono in basso tre arcate cieche decorate con affreschi, mentre quella centrale si apre sull'esterno con il portale; in alto, invece, sopra la stretta cantoria con balaustra ad archetti ogivali, si trova il rosone quattrocentesco.

L'abside è interamente occupata dal complesso apparato dell'altare-reliquiario, costruito nel 1267 ed in seguito ampliato. Questo si articola su due livelli sovrapposti, uniti da due scale a chiocciola. Il livello inferiore, al centro, ha una profonda abside poligonale, ove originariamente si trovava l'altare; quello superiore, invece, ospita un ciborio dalle forme slanciate, poggiante su quattro esili pilastri polistili e coronato da guglie, ideato per essere custodia e reliquiario delle reliquie della Corona di spine.

Nella terza campata si trovano le due nicchie riservate al re e alla sua famiglia. Ad ogni pilastro è addossata una statua trecentesca di un apostolo. L'architettura, dunque, è alleggerita al massimo per permettere l'inserzione delle grandi vetrate (alte ben 15 metri).

Come nell'arte del periodo romanico la pittura di una chiesa ci si rivelava seminascosta in un'abside o nel giro di un arco o sotto una larga volta, qui invece, nel gotico, la pittura si trasferisce magnifica nelle vetrate, si offre trionfante agli sguardi di tutti, illumina con i suoi smalli preziosi tutta la chiesa. 

Di notevole importanza è il ricco apparato decorativo costituito dalle vetrate policrome che chiudono le quadrifore della navata, le bifore dell'abside e il rosone della controfacciata. Le vetrate della navata e dell'abside, in totale quindici, risalgono al XIII secolo, e ad oggi si stima che una larghissima percentuale dei materiali utilizzati per la loro realizzazione (tra il 65 e il 75%) sia originale. Esse seguono un preciso programma iconografico incentrato sulle storie dell'Antico Testamento: il ciclo inizia a partire dalla prima campata della navata, con la vetrata settentrionale (parete destra), che tratta del Libro della Genesi; seguono il Libro dell'Esodo (seconda vetrata), il Libro dei Numeri (terza vetrata), il Libro di Giosuè (quarta vetrata), il Libro dei Giudici e il Libro di Isaia (quinta vetrata); il ciclo si interrompe in corrispondenza delle quattro vetrate centrali dell'abside, con Vita di San Giovanni Evangelista (sesta vetrata) e Infanzia di Gesù (settima vetrata), Passione di Gesù (vetrata centrale) e Vita di San Giovanni Battista (settima vetrata di sinistra); il ciclo continua lungo il fianco sinistro con il Libro di Daniele (sesta vetrata); Libro di Ezechiele (quinta vetrata), il Libro di Geremia e il Libro di Tobia (quarta vetrata), il Libro di Giuditta e il Libro di Giobbe (terza vetrata), il Libro di Ester (seconda vetrata), i Libri dei Re (seconda vetrata), per terminare con la Storia delle reliquie della Passione (prima vetrata). La vetrata del rosone risale agli anni novanta del XV secolo e raffigura scene dall'Apocalisse.

Pont Neuf

Il Pont Neuf è, nonostante il nome, il ponte più antico tuttora esistente a Parigi. Attraversa la Senna in corrispondenza della punta ovest dell'Île de la Cité. Costituito da diverse arcate in pietra, nel 1889 è stato classificato monumento storico della Francia, e nel 1991 l'UNESCO lo ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità.

Escludendo i ponti lungo il Boulevard Périphérique il Pont Neuf è il più lungo di Parigi (238 m). Il nome deriva dal fatto che si tratta del primo ponte in pietra di Parigi (precedentemente i ponti erano costruiti in legno).

Enrico III di Francia decise di edificarlo nel 1577, il 16 marzo 1578 venne approvato il progetto definitivo e il 31 marzo dello stesso anno il re stesso pose la prima pietra dell'opera in presenza delle due regine, la madre Caterina de' Medici e la moglie Luisa di Lorena-Vaudémont. Il ponte sarà costruito sotto i regni di Enrico III e di Enrico IV di Francia, tra il 1578 e il 1607. A causa delle Guerre di religione francesi i lavori furono sospesi per dieci anni (1588-1598), finché nel 1599 Enrico IV ordinò la ripresa della costruzione. Il 2 gennaio 1602 egli autorizzò la realizzazione di una grande pompa ad acqua detta la Samaritaine, per rifornire il Palazzo del Louvre ed il Palazzo delle Tuileries, inclusi i giardini.

Questo ponte è anche il primo di Parigi su cui non compaiono costruzioni. Nel luglio 1606 il re decise di creare una piazza circondata da case aventi le stesse facciate, la Place Dauphine, a est del ponte.

I lavori terminarono nel 1607 e il ponte fu inaugurato dal re Enrico IV.

Il 23 agosto 1614, quattro anni dopo l'assassinio del re, fu inaugurata la statua equestre di Enrico IV, che per volere di Maria de' Medici era stata costruita da Giambologna; rimpiazzata poi durante la Restaurazione da una nuova.

Nel 1985 l'artista americano Christo, esponente della Land art, dopo lunghe trattative con il sindaco di Parigi, ha completamente avvolto il ponte con carta, lasciandolo "incartato" per 15 ore.

Differisce per tanti motivi dagli altri ponti parigini: innanzi tutto è stato il primo ponte ad attraversare la Senna in tutta la sua larghezza, collegando la riva destra, quella sinistra e l'estremità occidentale dell'Île de la Cité; poi è stato il primo a disporre di marciapiedi (i primi di Parigi) e di balcons a semicerchio; infine, lungo le sue arcate troviamo scolpiti ben 385 mascarons (mascheroni grotteschi), tutti dello scultore Germain Pilon.

Tour Saint-Jacques

La Tour Saint-Jacques è una torre in stile gotico fiammeggiante. Opera di Jean de Félin, la torre è caratterizzata da strette bifore che si alternano a nicchie sormontate da guglie e pinnacoli, entro le quali sono situate numerose statue. Sulla sommità della torre è collocata una statua che raffigura San Giacomo Maggiore, opera del 1870 di Paul Chenillon.

L'edificio campanario, alto circa 52 metri, fu eretto tra il 1508 e il 1523 e costituisce l'unica testimonianza della chiesa di Saint-Jacques-de-la-Boucherie, consacrata a San Giacomo Maggiore. Il santuario possedeva una reliquia di San Giacomo e fu meta di pellegrinaggio, come testimonia la Guida del pellegrino, che tuttavia non menziona la città. 

Secondo la Chronique de Turpin la chiesa fu fondata da Carlo Magno e questo fatto le ha valso l'iscrizione al patrimonio mondiale dell'UNESCO al titolo dei Cammini di Santiago de Compostela nel 1998, insieme ad altre 70 località della Francia.

Nel 1648 il matematico e fisico francese Blaise Pascal vi condusse esperimenti sulla pressione atmosferica e sulla densità dell'aria: per commemorarli fu eretta la sua statua, posizionata alla base della torre, e fu installato, nel 1891 un laboratorio meteorologico.

La chiesa fu demolita nel 1793, nel corso della Rivoluzione Francese, mentre il campanile fu conservato, in quanto giudicato di notevole valore architettonico. Pur essendo scampata alla distruzione, la torre subì due incendi nel 1819 e nel 1823, che le arrecarono ingenti danni.

Il campanile, acquistato da dei fabbricanti di palline di piombo, venne restaurato dagli architetti Théodore Ballu e Boguet e le statue che erano andate distrutte furono sostituite grazie all'intervento degli scultori Cavelier, Dantan, Protet, Cordier e Froget.

La Regina Vittoria inoltre passò qui durante la visita ufficiale nel 1854, dando il nome alla vicina via.

La Torre, classificata come Monumento storico nel 1862, fu riacquistata dal comune di Parigi su richiesta del prefetto Haussmann nel 1883. Il monumento ispirò lo scrittore Alexandre Dumas, che nel 1856 compose il dramma La Tour-Saint-Jacques-la-Boucherie.

L'edificio fu soggetto a ulteriori interventi di restauro nel 1937 e tra il 2005 e il 2009, dai quali è emerso che molte delle decorazioni oggi esistenti non sono frutto dei restauri ottocenteschi, ma risalgono all'epoca tardo-medievale in cui la torre fu costruita.

Chiesa di Saint-Germain-l'Auxerrois

La chiesa di Saint-Germain l'Auxerrois è un luogo di culto cattolico situato in Place du Louvre, di fronte alla facciata est del palazzo del Louvre.

La chiesa divenne la parrocchia dei reali di Francia da quando la casata dei Valois si stabilì al Louvre: per questo vi si trovano sepolti molti artisti di corte quali Nöel-Nicolas Coypel, François Boucher, Jean-Baptiste van Loo, Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Antoine Coysevox, Nicolas Coustou, Louis Le Vau, Jacques-Germain Soufflot, ecc. Vi fu sepolto anche Concini, ministro di Luigi XIII, ma a causa della sua impopolarità, il popolo ne violò la sepoltura dopo appena 24 ore e ne fece a pezzi e bruciò il corpo, vendendone poi le ceneri.

Una prima chiesa dedicata a san Germano vescovo di Auxerre esisteva già in epoca merovingia nel luogo in cui sorge l'edificio attuale; questa venne distrutta nel corso dell'assedio di Parigi dell'885-886 da parte dei Vichinghi e ricostruita tra il XIII e il XV secolo. Nei secoli successivi, la chiesa fu oggetto di vari interventi di restauro; importante fu quello della metà del XVIII secolo, quando fu distrutto lo jubé cinquecentesco (progettato da Pierre Lescot e scolpito da Jean Goujon) e venne realizzato il nuovo assetto barocco del coro e del presbiterio su progetto di Claude Bacarit.

La chiesa fu teatro di importanti eventi storici, in quanto si ritiene che fu una delle campane della chiesa suonata a martello per errore a scatenare il massacro della notte di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572); inoltre fu il luogo in cui si sposarono Molière e Armande Béjart il 20 febbraio 1662 e in cui il futuro Luigi XVII di Francia ricevette la Prima Comunione all'inizio della Rivoluzione francese, dopo il rientro forzato al palazzo delle Tuileries della famiglia reale (4 giugno 1789).

Durante la Rivoluzione francese, la chiesa venne depredata e divenne dapprima magazzino di foraggi, stazione di polizia e fabbrica di salnitro; poi tempio della teofilantropia per tornare luogo di culto cattolico nel 1802. Tuttavia, durante il Primo Impero francese, la chiesa avrebbe dovuto essere demolita per realizzare un colonnato di fronte al palazzo del Louvre, progetto iniziato da Jean-Baptiste Colbert sotto Luigi XIV e mai portato a termine. 

In occasione dell'undicesimo anniversario dell'assassinio di Carlo di Borbone-Francia, duca di Berry, il 14 febbraio 1831 la chiesa venne notevolmente danneggiata da numerosi rivoltosi antimonarchici e dovette restare chiusa per alcuni anni fino ai lavori di restauro condotti da Jean-Baptiste-Antoine Lassus e Eugène Viollet-le-Duc, terminati nel 1840.

Durante il Secondo Impero francese, il Barone Haussmann, autore della trasformazione urbanistica di Parigi che da lui prende nome, rifiutò di demolire l'edificio in quanto legato alle vicende della notte di San Bartolomeo e si limitò a demolire le abitazioni fatiscenti nei pressi della chiesa. All'architetto Jacques Hittorff venne dato l'incarico di costruire alla sinistra di quest'ultima la sede del I arrondissement, con facciata quasi gemella a quella della chiesa; i due edifici vennero raccordati da un portico con al centro una torre campanaria in stile neogotico progettata da Théodore Ballu. Dal 1862 la chiesa è monumento storico di Francia.

Nel 1993 la chiesa è stata occupata da un gruppo di cattolici tradizionalisti che poi ha dovuto abbandonare l'edificio su ordine dell'arcivescovo di Parigi cardinale Jean-Marie Lustiger; dal 2007, in seguito al motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, nella chiesa si celebra sia secondo la forma ordinaria, che quella straordinaria del rito romano.

La chiesa è un notevole edificio gotico la cui costruzione iniziò nel XIII secolo e si protrasse fino al XV secolo, quando venne restaurata in stile gotico fiammeggiante.

La facciata cuspidata venne rielaborata fra il 1435 e il 1439 quando vi furono aggiunti il rosone e il portico gotico-fiammeggiante a cinque arcate su pilastri, quest'ultimo opera di Jean Gaussel. Sotto il portico si aprono tre portali del XIII secolo; quello centrale è il più pregevole, decorato con le statue delle Vergini savie e Vergini stolte e quelle degli Apostoli. Il lato destro è caratterizzato dalla presenza di una serie di doccioni e dalla facciata in stile gotico fiammeggiante del transetto sud. Accanto al transetto si erge il piccolo campanile del XIII secolo a pianta quadrangolare, i rintocchi della cui campana diedero erroneamente il segnale per l'inizio della strage della Notte di San Bartolomeo. Notevole la parte absidale con duplici archi rampanti.

Alla sinistra della chiesa, si trova la sede del I arrondissement, progettata da Jacques Hittorff; essa è caratterizzata dalla facciata, gemella di quella della chiesa, con portico sormontato da un rosone. Tra i due edifici si eleva un campanile in stile neogotico, progettato da Théodore Ballu e realizzato tra il 1858 e il 1863, la cui cella campanaria è a pianta ottagonale.

L'interno della chiesa è a croce latina, con aula divisa in cinque navate da polistili sui quali poggiano le volte a crociera. La navata centrale è priva di triforio e il suo cleristorio è costituito da grandi quadrifore con vetri semplici; oltre il transetto, al quale la navata si raccorda tramite la crociera, essa costituisce il coro terminante con l'abside poligonale intorno alla quale vi è un doppio deambulatorio; in quest'area le finestre sono bifore e, al posto dei pilastri a fascio, vi sono colonne neoclassiche scanalate. Il presbiterio è costituito da arredi moderni ed è situato nella crociera; l'antico altare maggiore, in stile neoclassico, è situato nell'abside.

Nella chiesa si conservano notevoli opere d'arte: mobilio intagliato (tribuna reale e pulpito) nel 1684, opera di François Mercier; cancellata settecentesca del coro; ancona cinquecentesca lignea scolpita e dorata con la Vita della Vergine e dossale ligneo fiammingo scolpito nel XV secolo con Scene della Vita di Cristo. Nella grande cappella trecentesca (aperta nel lato destro) vi è custodita la pregevole statua lignea policroma di San Germano d'Auxerre, del XIII secolo. Alcune vetrate policrome risalgono ai secoli XV e XVI.

Organo maggiore - L'organo maggiore della chiesa è stato costruito nel 1771 da François-Henri Clicquot per la cappella del palazzo reale del re di Francia. Fu collocato sulla cantoria in controfacciata della chiesa di San Germano d'Auxerre ove si trova tuttora nel 1791; sopravvissuto alla Rivoluzione francese, è stato restaurato nel 1864 da Joseph Merklin e, fra il 1970 e il 1980, ampliato da Adrien Maciet.

Lo strumento è a trasmissione meccanica con leva Barker e dispone di 32 registri. La sua consolle è a finestra ed ha 3 tastiere di 54 tasti le prime due (Grand-orgue e Positif) e di 42 la terza (Récit expressif) ed una pedaliera di 27; i registri sono attivati da pomelli ad estrazione posti ai lati dei manuali. Il materiale fonico è racchiuso all'interno della cassa lignea barocca, con positivo tergale.

Organo del coro - Sul lato sinistro del coro, si trova un organo a canne costruito da Abbey nel 1838 per l'accompagnamento dei canti durante le liturgie e restaurato da Merklin (1900), Hermann (1961) e Dargassies (1995).

Lo strumento è racchiuso all'interno di una cassa lignea in stile neogotico ed è a trasmissione mista, meccanica per i manuali ed elettrica per il pedale. La consolle dispone di due tastiere di 54 note ciascuna e pedaliera di 27.   

Hotel de Ville  

L'Hôtel de Ville è uno splendido palazzo dell'arrondissement 4 di Parigi, dove ha sede il municipio della città, ossia il cuore dell'amministrazione di Parigi. Il municipio si trova nella Place de l'Hôtel de Ville, la vecchia Place de Grève (Piazza del Lido), ubicata nei pressi di un porto, non troppo distante dalla chiesa St-Gervais-et-St-Protais. La facciata sinistra del palazzo, la facciata nord, si trova sulla famosa Rue de Rivoli.

Il palazzo comunale fu eretto dove in precedenza vi era una vecchia casa della Place de Grève, luogo dove fu posizionata per la prima volta la famigerata ghigliottina e dove furono giustiziati criminali comuni, non politici. La vecchia casa fu dunque rasa al suolo per lasciare il posto ad una nuova, elegante costruzione che fu completata durante il regno di Luigi XIII, nel 1628.

L'Hôtel de Ville divenne sede del municipio a partire dal 1357, ma le radici di questa istituzione amministrativa e politica sono più antiche; originariamente, infatti, a Parigi vi era la Hanse des marchands de l'eau, una corporazione di mercanti con a capo Étienne Marcel, prévôt des marchands (capo della municipalità parigina, in pratica il sindaco), corporazione che controllava i traffici fluviali di Parigi e che presiedeva il consiglio municipale, avente origini nel 1246.

Fu Étienne Marcel che acquistò la vecchia casa della Place de Grève, la Maison aux Piliers (Casa delle Colonne), a partire dalla quale fu poi edificato l'Hôtel de Ville. L'amministrazione si trasferì dunque in questo palazzo a partire dalla vecchia sede del Parloir aux Bourgeois, ubicata nella Place du Châtelet.

In realtà l'Hôtel de Ville, inizialmente noto anche con l'appellativo di Ostel de Ville, non ospita solo l'amministrazione locale del municipio: qui si tengono anche importanti congressi e, a partire dal 1977, il palazzo ospita anche il sindaco.

Nei pressi dell'Hôtel de Ville si può anche ammirare una statua di Étienne Marcel, di fatto padre dell'istituzione del municipio di Parigi, scultura ad opera di Antonin Idrac.

La sede dell'assemblea dell'Hôtel de Ville subì diversi interventi di ricostruzione ed ampliamenti nel corso del tempo, fra cui quelli a seguito di un incendio divampato nel 1871 nel contesto delle insurrezioni della Comune di Parigi (Commune de Paris); l'edificio odierno fu inaugurato nel 1880. La Comune di Parigi, comunque, si era stabilita nell'edificio utilizzandolo come quartier generale. 

Del resto, in precedenza, durante la Rivoluzione Francese, la zona dell'Hôtel de Ville fu teatro dell'assassinio del prévôt des marchands Jacques de Flesselles, una delle prime vittime in assoluto della Rivoluzione, e dell’arresto del rivoluzionario e politico Robespierre, successivamente ghigliottinato, nel 1794.

L'Hôtel de Ville ebbe nel corso dei secoli una enorme rilevanza politica, oltre che amministrativa; fu anche teatro della proclamazione della Terza Repubblica Francese, nel 1870 e, solo un anno prima, durante la guerra Franco-Prussiana, i membri del Governo di Difesa Nazionale furono arrestati nel palazzo, per poi essere liberati grazie ad un tunnel sotterraneo risalente al 1807 ed esistente ancora oggi.

In tempi relativamente recenti, nel 1944, il generale Charles de Gaulle delle forze armate della France Libre (Francia Libera), fece un famoso discorso alla popolazione, sulla Libération de Paris (Liberazione di Parigi) della Seconda Guerra Mondiale, affacciandosi da una finestra della facciata frontale del palazzo.

L'Hôtel de Ville si presenta come un monumento molto bello ed imponente, con decorazioni e sculture, soprattutto per quanto concerne lo splendido salone delle feste, alto ben 13 metri. Le due ali del palazzo furono costruite nel 1835, per la commissione del prefetto del Dipartimento della Senna Rambuteau. La hall del palazzo fu invece ricostruita dal 1873 al 1892.

Lungo ciascuna facciata dell'Hôtel de Ville vi sono sculture di famosi personaggi che hanno segnato la storia di Parigi: artisti, scienziati, politici tra i quali: Eugène Delacroix, Jean Bernard Léon Foucault, André Le Nôtre, Pierre Lescot, Jules Muchelet, François Miron, Alfred de Musset, Charles Perrault, Jean-Baptiste Pialle, Richelieu, Madame de Staël, Voltaire. ecc. Le sculture furono ealizzate da oltre 200 scultori, fra cui il celebre Auguste Rodin che si occupò della scultura del matematico Jean le Rond d'Alembert. Si contano ben 338 statue.


  

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