- Conciergerie
La
Conciergerie
è
un
palazzo
storico
inglobato
nel
grande
complesso
del
Palazzo
di
Giustizia,
situato
nella
parte
settentrionale
dell'Île
de
la
Cité,
nei
pressi
della
Sainte-Chapelle
e
non
lontano
dalla
Cattedrale
di
Notre-Dame.
La
Conciergerie
faceva
originariamente
parte
del
palazzo
di
Re
Filippo
IV.
Era
una
sezione
delimitata
del
palazzo,
controllata
da
una
persona
di
alto
rango,
il
concierge
o
custode
del
palazzo
reale.
Il
pian
terreno,
costruito
durante
il
regno
di
Filippo,
è
dominato
dalla
Salle
des
Gardes
e
dalla
Salle
des
Gens
d'Armes,
le
quali
sono
un
eccezionale
esempio
di
architettura
medievale.
La
seconda,
particolarmente
impressionante,
misura
ben
69
metri
di
lunghezza,
27
di
larghezza
e
8
d'altezza,
divisa
in
quattro
navate,
era
utilizzata
come
sala
da
pranzo
per
le
2.000
persone
che
lavoravano
a
palazzo;
essa
era
riscaldata
con
quattro
grossi
camini
e
illuminata
da
numerose
finestre
e
vi
si
tenevano
anche
i
banchetti
reali
e
i
procedimenti
giudiziari.
La
vicina
sala
delle
guardie,
divisa
in
due
navate
da
tre
massicci
pilastri,
era
usata
come
anticamera
per
la
Sala
Grande,
dove
il
Re
partecipava
al
lit
de
justice
(una
sessione
del
parlamento
in
presenza
del
Re).
Al
piano
superiore
vi
erano
gli
Appartamenti
reali,
andati
distrutti
da
un
incendio
nel
1618.
In
seguito
alla
Grande
Jacquerie
del
22
febbraio
1358
guidata
da
Étienne
Marcel,
nel
corso
della
quale
i
borghesi
di
Parigi
in
armi
invasero
la
reggia,
Carlo
V
decise
di
abbandonarla
per
trasferirsi
sulla
rive
droite
nel
Palazzo
Saint-Pol.
Al
Palais
de
la
Cité
mantenne
Parlamento,
Camera
dei
Conti
e
Cancelleria,
nominandovi
un
concierge
(cioè
un
custode,
o,
come
pure
si
può
tradurre
in
italiano,
un
consergio).

Nel
1391
la
Conciergerie
fu
convertita
in
prigione,
dove
erano
rinchiusi
sia
detenuti
comuni
che
detenuti
politici.
Così
come
nelle
altre
prigioni
dell'epoca
il
trattamento
dei
prigionieri
dipendeva
dalla
loro
ricchezza,
dal
loro
status
sociale
e
dalle
loro
conoscenze:
i
più
abbienti
o
influenti
avevano
una
loro
cella
con
un
letto,
una
scrivania
e
materiale
per
leggere
e
scrivere;
i
prigionieri
meno
agiati,
ma
che
potevano
permettersi
una
spesa,
avevano
a
disposizione
delle
celle
arredate
chiamate
pistoles,
dotate
di
un
letto
rozzo
e,
a
volte,
di
un
tavolo;
i
più
poveri,
conosciuti
come
pailleux
-
dal
fieno
(paille)
sul
quale
dormivano,
erano
confinati
al
buio,
all'umido,
in
celle
infestate
dai
vermi
chiamate
oubliettes
(letteralmente
"luoghi
dimenticati").
Nel
XVI
secolo,
la
Conciergerie,
fu
convertita
in
prigione
di
Stato.
Durante
la
Rivoluzione
Francese
centinaia
di
prigionieri
furono
imprigionati
presso
la
Conciergerie,
per
essere
successivamente
ghigliottinati
nelle
varie
piazze
cittadine.
Fra
i
quali
si
ricordano
Danton,
Robespierre,
Andrea
Chénier.
L'ospite
più
illustre
fu
senza
alcun
dubbio
la
regina
Maria-Antonietta.
Della
Conciergerie
medievale
sopravvivono
ancora
oggi
quattro
torri:
la
Tour
Bonbec,
che
deve
il
suo
nome
alla
camera
delle
torture
che
ospitava,
nella
quale
le
vittime
erano
incoraggiate
a
"cantare",
le
vicine
Tour
de
César
(Torre
di
Cesare),
in
onore
dell'Imperatore
Romano,
e
Tour
d'Argent
Torre
d'Argento,
così
chiamata
per
il
presunto
utilizzo
come
magazzino
del
tesoro
reale;
e
la
Tour
de
l'Horloge,
alta
47
metri,
eretta
all'angolo
nel
1350-53
come
torre
di
guardia
del
palazzo
e
in
seguito
divenuta
torre
civica.
Nel
1370
venne
dotata
del
primo
orologio
pubblico
di
Parigi,
e
uno
dei
primi
orologi
meccanici
al
mondo,
costruito
dal
lorenese
Henri
de
Vic.
Un
primo
quadrante
venne
aggiunto
nel
1418
e
nel
1585
il
re
Enrico
III
fece
realizzare
l'attuale,
prezioso
quadrante
dallo
scultore
Germain
Pilon.
Le
grandi
figure
allegoriche
rappresentano
la
Legge
e
la
Giustizia,
rovinate
dalla
Rivoluzione
francese
vennero
restaurate
nel
1852.
L'orologio
venne
di
nuovo
restaurato
nel
1909
e
l'ultima
doratura
venne
eseguita
nell'estate
2012.

La
sinistra
reputazione
che
la
Conciergerie
aveva
acquistato
nel
medioevo
si
accrebbe
quando
divenne
famosa
come
"anticamera
della
ghigliottina"
durante
il
Terrore,
fase
più
sanguinosa
della
Rivoluzione
Francese.
Nell'edificio
venne
dislocata
la
sede
del
Tribunale
dei
Rivoluzionari,
nonché
quella
della
prigione
dov'erano
imprigionati
i
condannati
di
esso
(ed
in
cui
sarebbero
stati
rinchiusi
fino
a
1.200
prigionieri
contemporaneamente).
Il
tribunale
si
riunì
in
seduta
nella
Sala
Grande
tra
il
2
aprile
1793
e
il
31
maggio
1795
e
condannò
alla
ghigliottina
circa
2.600
prigionieri.
Le
sue
regole
erano
molto
semplici.
Erano
possibili
solo
due
tipi
di
sentenze:
una
dichiarazione
di
innocenza
o
una
sentenza
di
morte;
nella
maggior
parte
dei
casi
era
la
seconda
ad
essere
scelta.
Tra
i
prigionieri
(e
vittime)
più
famosi
troviamo
la
Regina
Maria
Antonietta,
il
poeta
Andrea
Chénier,
Carlotta
Corday,
Madame
Elisabetta
sorella
del
re
Luigi
XVI,
la
contessa
du
Barry
e
i
Girondini,
i
quali
furono
condannati
da
Georges
Danton
...
che
successivamente
fu
condannato
da
Robespierre,
a
sua
volta
condannato
e
giustiziato.
Le
vittime
ascoltavano
questi
processi
farsa
e
le
sentenze
nell'attiguo
palazzo
di
giustizia,
dopodiché
attraversavano
la
Salle
Saint-Louis,
che
per
questo
assunse
il
soprannome
di
Salle
des
Pas
Perdus
(letteralmente
"Sala
dei
passi
perduti"),
il
cui
nome
allude
alle
vane
speranze
di
coloro
che
attendevano
il
processo.
Le
esecuzioni
avvenivano
nell'attuale
"Place
de
la
Concorde",
l'antica
"Place
Louis
XV",
ribattezzata
durante
gli
anni
della
rivoluzione
"Place
de
la
Revolution".
Dopo
la
Restaurazione
nel
XIX
secolo,
la
Conciergerie
continuò
ad
essere
utilizzata
come
prigione
per
prigionieri
importanti
-
il
più
noto
fu
Napoleone
III.
La
cella
di
Maria
Antonietta
è
stata
convertita
in
una
cappella
dedicata
alla
sua
memoria,
e
possiamo
osservare
una
ricostruzione
della
stessa
con
arredi
d'epoca
e
manichini.
A
metà
del
XIX
secolo
La
Conciergerie
e
il
Palais
de
Justice
subirono
notevoli
cambiamenti,
i
quali
alterarono
completamente
l'aspetto
degli
edifici.
Se
prima
apparivano
come
una
fortezza
medievale,
attualmente
hanno
l'aspetto
di
un
edificio
del
1858.
Dal
1914
è
stata
aperta
al
pubblico
come
monumento
storico
nazionale.
Attualmente
è
un'attrazione
turistica
popolare,
nonostante
l'accesso
al
pubblico
sia
consentito
solo
in
una
parte
relativamente
piccola
dell'edificio;
la
restante
parte
è
utilizzata
dal
palazzo
di
giustizia
di
Parigi,
in
cui
hanno
sede
la
Corte
d'Appello
e
la
Corte
di
Cassazione.

Palazzo
di
Giustizia
Il
settore
occidentale
dell'Ile
de
la
Cité
è
occupato
dal
Palazzo
di
Giustizia,
un
complesso
di
edifici
di
varie
epoche
comprendente
la
Conciergerie,
la
Sainte-Chapelle
e
il
Palazzo
di
Giustizia
vero
e
proprio.
In
questo
sito
fin
dal
Medioevo
è
stata
amministrata
la
giustizia
dello
Stato.
Dal
XVI
secolo
alla
Rivoluzione
francese
questa
è
stata
la
sede
del
Parlamento.
La
facciata
principale
del
Palazzo
di
Giustizia
prospetta
sul
Boulevard
du
Palais
ed
è
preceduta
dalla
scenografica
Cour
de
Mai
chiusa
da
una
elegante
inferriata.
In
fondo
alla
Cour
de
Mai,
a
destra
della
scalinata,
vi
era
la
porta
della
Conciergerie
per
la
quale
passarono
i
carretti
con
i
2600
condannati
alla
ghigliottina
durante
il
periodo
del
Terrore.
Gli
esterni
sono
abbelliti
da
opere
dello
scultore
Jean-Marie
Bonnassieux.
Responsabili
della
sicurezza
sono
i
gendarmi.

- Sainte-Chapelle
La
Sainte-Chapelle
è
una
cappella
gotica
situata
nell'Île
de
la
Cité
nel
cuore
di
Parigi
e
costruita
da
Luigi
IX
in
6
anni,
dal
1242
al
1248.
Può
essere
considerato
il
capolavoro
di
tutta
l'architettura
gotica.
La
sua
costruzione
fu
decisa
nel
1241,
iniziò
nel
1246
e
venne
rapidamente
portata
a
termine:
fu
consacrata
il
26
aprile
1248.
La
decisione
della
costruzione
si
deve
al
devotissimo
Luigi
IX
di
Francia,
che
la
volle
come
cappella
del
palazzo
reale.
Il
palazzo
fu
tuttavia
in
seguito
distrutto
e
ora
la
Sainte-Chapelle
è
circondata
dal
Palazzo
di
Giustizia
di
Parigi,
che
perpetua
una
delle
funzioni
del
palazzo
reale,
che
ospitava
anche
il
letto
di
giustizia
dove
importanti
aristocratici
peroravano
le
loro
cause
di
fronte
al
re.
La
Sainte-Chapelle
aveva
bisogno
di
importanti
reliquie:
era
disponibile
la
corona
di
spine
di
Gesù.
Il
devoto
Luigi
trattenne
la
preziosa
reliquia
della
Passione,
avuta
dall'Imperatore
Latino
di
Costantinopoli,
Baldovino
II,
come
pegno
per
un
ingente
prestito
in
denaro.
La
corona
di
spine
costò
la
somma
di
centotrentacinquemila
lire
tornesi.
Per
paragone,
l'intera
costruzione
della
Sainte-Chapelle
costò
quarantamila
lire
tornesi.
Furono
poi
aggiunti
un
pezzo
della
Vera
Croce
e
altre
reliquie.
In
tal
modo
la
cappella
divenne
un
prezioso
reliquiario.
Allo
stesso
tempo,
rivela
quali
fossero
le
ambizioni
politiche
e
culturali
di
Luigi
di
diventare
il
principale
monarca
dell'Occidente
cristiano,
mentre
il
trono
di
Costantinopoli
era
occupato
da
un
semplice
Conte
di
Fiandra
e
il
Sacro
Romano
Impero
era
in
profonda
crisi.
Come
l'imperatore
poteva
passare
dall'interno
dei
suoi
palazzi
alla
Hagia
Sophia
a
Costantinopoli,
così
ora
Luigi
IX
poteva
passare
direttamente
dal
suo
palazzo
alla
Sainte-Chapelle.
La
cappella
si
erige
proprio
al
di
sopra
di
una
cappella
inferiore
che
costituiva
da
chiesa
per
il
resto
degli
abitanti
del
palazzo,
che
era
anche
sede
del
governo.
Il
re
fu
successivamente
nominato
santo
dalla
Chiesa
cattolica.

L'aspetto
più
impressionante
della
cappella,
a
livello
visivo,
sono
le
vetrate,
di
cui
la
struttura
muraria
risulta
niente
più
che
una
delicata
cornice.
Nel
XV
secolo
fu
aggiunto
il
rosone,
con
la
rappresentazione
dell'Apocalisse.
Negli
archivi
relativi
alla
costruzione
della
cappella
non
è
nominato
nessun
architetto,
ma
ad
essa
è
qualche
volta
associato
il
nome
di
Pierre
de
Montreuil,
che
aveva
già
ricostruito
l'abside
della
Basilica
di
Saint-Denis
e
completato
la
facciata
di
Notre-Dame
de
Paris.
Durante
la
Rivoluzione
francese
la
cappella
fu
trasformata
in
un
ufficio
amministrativo
e
le
finestre
oscurate
da
enormi
schedari.
La
loro
indimenticabile
bellezza
fu
così
inavvertitamente
salvata
dai
vandalismi
che
invece
distrussero
i
banchi
del
coro,
devastarono
lo
schermo
protettivo
del
crocifisso,
abbatterono
la
guglia
e
dispersero
le
reliquie.
Nel
XIX
secolo
Viollet-le-Duc
restaurò
la
Sainte-Chapelle:
l'attuale
guglia
è
un
suo
progetto.
La
Sainte-Chapelle
è
monumento
storico
nazionale
dal
1862.
L'edificio
presenta
una
pianta
rettangolare
con
abside
poligonale
e
si
sviluppa
su
due
livelli.
In
basso,
a
pianterreno,
si
apre
la
Cappella
inferiore,
che
era
destinata
al
popolo;
e
sopra,
s'innalza
la
Cappella
superiore,
destinata
alla
famiglia
reale,
a
cui
originariamente
si
accedeva
solo
con
strette
scale
a
chiocciola.
Parametro
|
Misura
|
Altezza
delle
volte
cappella
superiore
|
15,35
m
|
Larghezza
della
cappella
superiore
|
10,70
m
|
Altezza
delle
vetrate
della
cappella
superiore
|
13,45
m
|
Larghezza
delle
vetrate
dell'abside
della
cappella
superiore
|
2,10
m
|
Diametro
del
rosone
della
cappella
superiore
|
9
m
|


Esterno
-
La
facciata
è
orientata
verso
nord-ovest
ed
è
comune
ad
entrambe
le
cappelle.
Particolarmente
slanciata,
presenta
uno
sporgente
avancorpo,
in
cui
si
aprono
un
portico
sormontato
da
una
loggia,
entrambi
con
un
prospetto
tripartito
da
archi
a
tutto
sesto
poggianti
su
pilastri
e
coperti
con
volte
a
crociera.
Nel
portico,
che
costituisce
l'ingresso
principale
alla
cappella
inferiore,
si
apre
un
portale
leggermente
strombato
sormontato
da
una
lunetta
raffigurante
l'Incoronazione
di
Maria
fra
due
angeli;
sulla
colonnina
che
divide
i
due
battenti,
vi
è
una
statua
della
Madonna
con
il
Bambino.
Analogo
è
il
portale
della
cappella
superiore,
sormontato
da
una
lunetta
con
Cristo
in
trono
fra
i
segni
della
Passione
e
santi
e
la
statua
della
colonnina
raffigurante
Gesù
redentore.
L'architrave
presenta
una
ricca
scultura
a
rilievo
con
il
Giudizio
universale.
Nella
parte
superiore
della
facciata
si
aprono
il
grande
rosone
gotico-fiammeggiante
del
XV
secolo
e,
nella
cuspide
triangolare,
un
rosone
più
piccolo,
affiancato
da
due
guglie
con
base
ottagonale.
La
chiesa
inferiore
corrisponde
ad
un
alto
basamento,
al
di
sopra
del
quale
si
aprono
ampie
finestre
con
coronamento
a
cuspide.
Il
tetto,
a
forti
spioventi,
è
arricchito
da
una
balaustra
in
marmo:
una
slanciatissima
guglia
traforata
di
75
metri
è
il
degno
coronamento
di
questa
leggiadra
architettura.
Le
fiancate
della
cappella
sono
caratterizzate
dalla
presenza
delle
molteplici
polifore
su
due
livelli,
alternate
a
contrafforti
a
pianta
rettangolare,
ciascuno
dei
quali
è
sormontato
da
una
guglia.
Lungo
il
fianco
destro,
in
corrispondenza
della
quarta
campata,
si
apriva
un
secondo
portale
della
cappella
inferiore,
del
quale
rimane
il
protiro.
Prima
dei
restauri
ottocenteschi,
a
ridosso
della
fiancata
destra
della
chiesa
vi
era
una
scalinata
che
univa
la
corte
alla
loggia.
Poco
oltre
la
metà
della
chiesa,
sul
tetto,
si
eleva
la
flèche,
costruita
nell'ottocento
su
progetto
di
Eugène
Viollet-le-Duc
in
sostituzione
dell'originale,
demolita
nel
1777.

Cappella
inferiore
-
La
cappella
inferiore
è
alta
meno
di
7
metri
e
presenta
una
struttura
a
tre
navate
separate
da
esili
colonnine
con
capitelli
scolpiti.
Le
due
navate
laterali
sono
notevolmente
più
strette
rispetto
a
quella
centrale
e
si
congiungono
intorno
all'abside,
andando
a
formare
un
deambulatorio
eptagonale.
L'area
dell'abside,
un
tempo
adibita
a
presbiterio,
è
rialzata
di
alcuni
gradini
rispetto
al
resto
della
cappella
e
presenta
al
centro
due
semplici
colonnine
di
sostegno
alla
struttura
soprastante.
Sulla
sinistra,
vi
è
una
statua
marmorea
dipinta
di
San
Luigi
IX.
Il
ricco
apparato
pittorico,
ampiamente
restaurato
nel
corso
dei
lavori
del
XIX
secolo,
svolge
principalmente
il
ruolo
di
decorazione
dei
vari
elementi
architettonici.
Le
volte,
a
crociera,
sono
su
sfondo
blu,
con
gigli
dorati,
richiamo
allo
stemma
del
re
di
Francia.
Tale
motivo
è
presente
anche
in
alcune
strombature
e
su
alcune
semicolonne.
Le
pareti
presentano
due
fasce
decorative:
quella
inferiore
è
costituita
da
archetti
ogivali
sorretti
da
colonnine,
con
la
parete
retrostante
affresca;
quella
superiore,
invece,
consta
in
una
finestra,
nelle
navate
una
lunetta
e
nel
deambulatorio
una
bifora.
Cappella
superiore
-
Per
una
scala
interna
dalla
Cappella
Inferiore
si
accede
a
quello
scrigno
prezioso,
quel
reliquiario
imponente
che
è
la
Cappella
Superiore.
Ad
una
sola
navata,
è
larga
17
metri
ed
alta
20,50.
In
controfacciata,
vi
sono
in
basso
tre
arcate
cieche
decorate
con
affreschi,
mentre
quella
centrale
si
apre
sull'esterno
con
il
portale;
in
alto,
invece,
sopra
la
stretta
cantoria
con
balaustra
ad
archetti
ogivali,
si
trova
il
rosone
quattrocentesco.
L'abside
è
interamente
occupata
dal
complesso
apparato
dell'altare-reliquiario,
costruito
nel
1267
ed
in
seguito
ampliato.
Questo
si
articola
su
due
livelli
sovrapposti,
uniti
da
due
scale
a
chiocciola.
Il
livello
inferiore,
al
centro,
ha
una
profonda
abside
poligonale,
ove
originariamente
si
trovava
l'altare;
quello
superiore,
invece,
ospita
un
ciborio
dalle
forme
slanciate,
poggiante
su
quattro
esili
pilastri
polistili
e
coronato
da
guglie,
ideato
per
essere
custodia
e
reliquiario
delle
reliquie
della
Corona
di
spine.
Nella
terza
campata
si
trovano
le
due
nicchie
riservate
al
re
e
alla
sua
famiglia.
Ad
ogni
pilastro
è
addossata
una
statua
trecentesca
di
un
apostolo.
L'architettura,
dunque,
è
alleggerita
al
massimo
per
permettere
l'inserzione
delle
grandi
vetrate
(alte
ben
15
metri).

Come
nell'arte
del
periodo
romanico
la
pittura
di
una
chiesa
ci
si
rivelava
seminascosta
in
un'abside
o
nel
giro
di
un
arco
o
sotto
una
larga
volta,
qui
invece,
nel
gotico,
la
pittura
si
trasferisce
magnifica
nelle
vetrate,
si
offre
trionfante
agli
sguardi
di
tutti,
illumina
con
i
suoi
smalli
preziosi
tutta
la
chiesa.
Di
notevole
importanza
è
il
ricco
apparato
decorativo
costituito
dalle
vetrate
policrome
che
chiudono
le
quadrifore
della
navata,
le
bifore
dell'abside
e
il
rosone
della
controfacciata.
Le
vetrate
della
navata
e
dell'abside,
in
totale
quindici,
risalgono
al
XIII
secolo,
e
ad
oggi
si
stima
che
una
larghissima
percentuale
dei
materiali
utilizzati
per
la
loro
realizzazione
(tra
il
65
e
il
75%)
sia
originale.
Esse
seguono
un
preciso
programma
iconografico
incentrato
sulle
storie
dell'Antico
Testamento:
il
ciclo
inizia
a
partire
dalla
prima
campata
della
navata,
con
la
vetrata
settentrionale
(parete
destra),
che
tratta
del
Libro
della
Genesi;
seguono
il
Libro
dell'Esodo
(seconda
vetrata),
il
Libro
dei
Numeri
(terza
vetrata),
il
Libro
di
Giosuè
(quarta
vetrata),
il
Libro
dei
Giudici
e
il
Libro
di
Isaia
(quinta
vetrata);
il
ciclo
si
interrompe
in
corrispondenza
delle
quattro
vetrate
centrali
dell'abside,
con
Vita
di
San
Giovanni
Evangelista
(sesta
vetrata)
e
Infanzia
di
Gesù
(settima
vetrata),
Passione
di
Gesù
(vetrata
centrale)
e
Vita
di
San
Giovanni
Battista
(settima
vetrata
di
sinistra);
il
ciclo
continua
lungo
il
fianco
sinistro
con
il
Libro
di
Daniele
(sesta
vetrata);
Libro
di
Ezechiele
(quinta
vetrata),
il
Libro
di
Geremia
e
il
Libro
di
Tobia
(quarta
vetrata),
il
Libro
di
Giuditta
e
il
Libro
di
Giobbe
(terza
vetrata),
il
Libro
di
Ester
(seconda
vetrata),
i
Libri
dei
Re
(seconda
vetrata),
per
terminare
con
la
Storia
delle
reliquie
della
Passione
(prima
vetrata).
La
vetrata
del
rosone
risale
agli
anni
novanta
del
XV
secolo
e
raffigura
scene
dall'Apocalisse.

Pont
Neuf
Il
Pont
Neuf
è,
nonostante
il
nome,
il
ponte
più
antico
tuttora
esistente
a
Parigi.
Attraversa
la
Senna
in
corrispondenza
della
punta
ovest
dell'Île
de
la
Cité.
Costituito
da
diverse
arcate
in
pietra,
nel
1889
è
stato
classificato
monumento
storico
della
Francia,
e
nel
1991
l'UNESCO
lo
ha
dichiarato
Patrimonio
dell'Umanità.
Escludendo
i
ponti
lungo
il
Boulevard
Périphérique
il
Pont
Neuf
è
il
più
lungo
di
Parigi
(238 m).
Il
nome
deriva
dal
fatto
che
si
tratta
del
primo
ponte
in
pietra
di
Parigi
(precedentemente
i
ponti
erano
costruiti
in
legno).
Enrico
III
di
Francia
decise
di
edificarlo
nel
1577,
il
16
marzo
1578
venne
approvato
il
progetto
definitivo
e
il
31
marzo
dello
stesso
anno
il
re
stesso
pose
la
prima
pietra
dell'opera
in
presenza
delle
due
regine,
la
madre
Caterina
de'
Medici
e
la
moglie
Luisa
di
Lorena-Vaudémont.
Il
ponte
sarà
costruito
sotto
i
regni
di
Enrico
III
e
di
Enrico
IV
di
Francia,
tra
il
1578
e
il
1607.
A
causa
delle
Guerre
di
religione
francesi
i
lavori
furono
sospesi
per
dieci
anni
(1588-1598),
finché
nel
1599
Enrico
IV
ordinò
la
ripresa
della
costruzione.
Il
2
gennaio
1602
egli
autorizzò
la
realizzazione
di
una
grande
pompa
ad
acqua
detta
la
Samaritaine,
per
rifornire
il
Palazzo
del
Louvre
ed
il
Palazzo
delle
Tuileries,
inclusi
i
giardini.
Questo
ponte
è
anche
il
primo
di
Parigi
su
cui
non
compaiono
costruzioni.
Nel
luglio
1606
il
re
decise
di
creare
una
piazza
circondata
da
case
aventi
le
stesse
facciate,
la
Place
Dauphine,
a
est
del
ponte.
I
lavori
terminarono
nel
1607
e
il
ponte
fu
inaugurato
dal
re
Enrico
IV.
Il
23
agosto
1614,
quattro
anni
dopo
l'assassinio
del
re,
fu
inaugurata
la
statua
equestre
di
Enrico
IV,
che
per
volere
di
Maria
de'
Medici
era
stata
costruita
da
Giambologna;
rimpiazzata
poi
durante
la
Restaurazione
da
una
nuova.
Nel
1985
l'artista
americano
Christo,
esponente
della
Land
art,
dopo
lunghe
trattative
con
il
sindaco
di
Parigi,
ha
completamente
avvolto
il
ponte
con
carta,
lasciandolo
"incartato"
per
15
ore.
Differisce
per
tanti
motivi
dagli
altri
ponti
parigini:
innanzi
tutto
è
stato
il
primo
ponte
ad
attraversare
la
Senna
in
tutta
la
sua
larghezza,
collegando
la
riva
destra,
quella
sinistra
e
l'estremità
occidentale
dell'Île
de
la
Cité;
poi
è
stato
il
primo
a
disporre
di
marciapiedi
(i
primi
di
Parigi)
e
di
balcons
a
semicerchio;
infine,
lungo
le
sue
arcate
troviamo
scolpiti
ben
385
mascarons
(mascheroni
grotteschi),
tutti
dello
scultore
Germain
Pilon.

Tour
Saint-Jacques
La
Tour
Saint-Jacques
è
una
torre
in
stile
gotico
fiammeggiante.
Opera
di
Jean
de
Félin,
la
torre
è
caratterizzata
da
strette
bifore
che
si
alternano
a
nicchie
sormontate
da
guglie
e
pinnacoli,
entro
le
quali
sono
situate
numerose
statue.
Sulla
sommità
della
torre
è
collocata
una
statua
che
raffigura
San
Giacomo
Maggiore,
opera
del
1870
di
Paul
Chenillon.
L'edificio
campanario,
alto
circa
52
metri,
fu
eretto
tra
il
1508
e
il
1523
e
costituisce
l'unica
testimonianza
della
chiesa
di
Saint-Jacques-de-la-Boucherie,
consacrata
a
San
Giacomo
Maggiore.
Il
santuario
possedeva
una
reliquia
di
San
Giacomo
e
fu
meta
di
pellegrinaggio,
come
testimonia
la
Guida
del
pellegrino,
che
tuttavia
non
menziona
la
città.
Secondo
la
Chronique
de
Turpin
la
chiesa
fu
fondata
da
Carlo
Magno
e
questo
fatto
le
ha
valso
l'iscrizione
al
patrimonio
mondiale
dell'UNESCO
al
titolo
dei
Cammini
di
Santiago
de
Compostela
nel
1998,
insieme
ad
altre
70
località
della
Francia.
Nel
1648
il
matematico
e
fisico
francese
Blaise
Pascal
vi
condusse
esperimenti
sulla
pressione
atmosferica
e
sulla
densità
dell'aria:
per
commemorarli
fu
eretta
la
sua
statua,
posizionata
alla
base
della
torre,
e
fu
installato,
nel
1891
un
laboratorio
meteorologico.
La
chiesa
fu
demolita
nel
1793,
nel
corso
della
Rivoluzione
Francese,
mentre
il
campanile
fu
conservato,
in
quanto
giudicato
di
notevole
valore
architettonico.
Pur
essendo
scampata
alla
distruzione,
la
torre
subì
due
incendi
nel
1819
e
nel
1823,
che
le
arrecarono
ingenti
danni.
Il
campanile,
acquistato
da
dei
fabbricanti
di
palline
di
piombo,
venne
restaurato
dagli
architetti
Théodore
Ballu
e
Boguet
e
le
statue
che
erano
andate
distrutte
furono
sostituite
grazie
all'intervento
degli
scultori
Cavelier,
Dantan,
Protet,
Cordier
e
Froget.
La
Regina
Vittoria
inoltre
passò
qui
durante
la
visita
ufficiale
nel
1854,
dando
il
nome
alla
vicina
via.
La
Torre,
classificata
come
Monumento
storico
nel
1862,
fu
riacquistata
dal
comune
di
Parigi
su
richiesta
del
prefetto
Haussmann
nel
1883.
Il
monumento
ispirò
lo
scrittore
Alexandre
Dumas,
che
nel
1856
compose
il
dramma
La
Tour-Saint-Jacques-la-Boucherie.
L'edificio
fu
soggetto
a
ulteriori
interventi
di
restauro
nel
1937
e
tra
il
2005
e
il
2009,
dai
quali
è
emerso
che
molte
delle
decorazioni
oggi
esistenti
non
sono
frutto
dei
restauri
ottocenteschi,
ma
risalgono
all'epoca
tardo-medievale
in
cui
la
torre
fu
costruita.
- Chiesa
di
Saint-Germain-l'Auxerrois
La
chiesa
di
Saint-Germain
l'Auxerrois
è
un
luogo
di
culto
cattolico
situato
in
Place
du
Louvre,
di
fronte
alla
facciata
est
del
palazzo
del
Louvre.
La
chiesa
divenne
la
parrocchia
dei
reali
di
Francia
da
quando
la
casata
dei
Valois
si
stabilì
al
Louvre:
per
questo
vi
si
trovano
sepolti
molti
artisti
di
corte
quali
Nöel-Nicolas
Coypel,
François
Boucher,
Jean-Baptiste
van
Loo,
Jean-Baptiste-Siméon
Chardin,
Antoine
Coysevox,
Nicolas
Coustou,
Louis
Le
Vau,
Jacques-Germain
Soufflot,
ecc.
Vi
fu
sepolto
anche
Concini,
ministro
di
Luigi
XIII,
ma
a
causa
della
sua
impopolarità,
il
popolo
ne
violò
la
sepoltura
dopo
appena
24
ore
e
ne
fece
a
pezzi
e
bruciò
il
corpo,
vendendone
poi
le
ceneri.
Una
prima
chiesa
dedicata
a
san
Germano
vescovo
di
Auxerre
esisteva
già
in
epoca
merovingia
nel
luogo
in
cui
sorge
l'edificio
attuale;
questa
venne
distrutta
nel
corso
dell'assedio
di
Parigi
dell'885-886
da
parte
dei
Vichinghi
e
ricostruita
tra
il
XIII
e
il
XV
secolo.
Nei
secoli
successivi,
la
chiesa
fu
oggetto
di
vari
interventi
di
restauro;
importante
fu
quello
della
metà
del
XVIII
secolo,
quando
fu
distrutto
lo
jubé
cinquecentesco
(progettato
da
Pierre
Lescot
e
scolpito
da
Jean
Goujon)
e
venne
realizzato
il
nuovo
assetto
barocco
del
coro
e
del
presbiterio
su
progetto
di
Claude
Bacarit.
La
chiesa
fu
teatro
di
importanti
eventi
storici,
in
quanto
si
ritiene
che
fu
una
delle
campane
della
chiesa
suonata
a
martello
per
errore
a
scatenare
il
massacro
della
notte
di
San
Bartolomeo
(23-24
agosto
1572);
inoltre
fu
il
luogo
in
cui
si
sposarono
Molière
e
Armande
Béjart
il
20
febbraio
1662
e
in
cui
il
futuro
Luigi
XVII
di
Francia
ricevette
la
Prima
Comunione
all'inizio
della
Rivoluzione
francese,
dopo
il
rientro
forzato
al
palazzo
delle
Tuileries
della
famiglia
reale
(4
giugno
1789).
Durante
la
Rivoluzione
francese,
la
chiesa
venne
depredata
e
divenne
dapprima
magazzino
di
foraggi,
stazione
di
polizia
e
fabbrica
di
salnitro;
poi
tempio
della
teofilantropia
per
tornare
luogo
di
culto
cattolico
nel
1802.
Tuttavia,
durante
il
Primo
Impero
francese,
la
chiesa
avrebbe
dovuto
essere
demolita
per
realizzare
un
colonnato
di
fronte
al
palazzo
del
Louvre,
progetto
iniziato
da
Jean-Baptiste
Colbert
sotto
Luigi
XIV
e
mai
portato
a
termine.
In
occasione
dell'undicesimo
anniversario
dell'assassinio
di
Carlo
di
Borbone-Francia,
duca
di
Berry,
il
14
febbraio
1831
la
chiesa
venne
notevolmente
danneggiata
da
numerosi
rivoltosi
antimonarchici
e
dovette
restare
chiusa
per
alcuni
anni
fino
ai
lavori
di
restauro
condotti
da
Jean-Baptiste-Antoine
Lassus
e
Eugène
Viollet-le-Duc,
terminati
nel
1840.

Durante
il
Secondo
Impero
francese,
il
Barone
Haussmann,
autore
della
trasformazione
urbanistica
di
Parigi
che
da
lui
prende
nome,
rifiutò
di
demolire
l'edificio
in
quanto
legato
alle
vicende
della
notte
di
San
Bartolomeo
e
si
limitò
a
demolire
le
abitazioni
fatiscenti
nei
pressi
della
chiesa.
All'architetto
Jacques
Hittorff
venne
dato
l'incarico
di
costruire
alla
sinistra
di
quest'ultima
la
sede
del
I
arrondissement,
con
facciata
quasi
gemella
a
quella
della
chiesa;
i
due
edifici
vennero
raccordati
da
un
portico
con
al
centro
una
torre
campanaria
in
stile
neogotico
progettata
da
Théodore
Ballu.
Dal
1862
la
chiesa
è
monumento
storico
di
Francia.
Nel
1993
la
chiesa
è
stata
occupata
da
un
gruppo
di
cattolici
tradizionalisti
che
poi
ha
dovuto
abbandonare
l'edificio
su
ordine
dell'arcivescovo
di
Parigi
cardinale
Jean-Marie
Lustiger;
dal
2007,
in
seguito
al
motu
proprio
Summorum
Pontificum
di
Benedetto
XVI,
nella
chiesa
si
celebra
sia
secondo
la
forma
ordinaria,
che
quella
straordinaria
del
rito
romano.
La
chiesa
è
un
notevole
edificio
gotico
la
cui
costruzione
iniziò
nel
XIII
secolo
e
si
protrasse
fino
al
XV
secolo,
quando
venne
restaurata
in
stile
gotico
fiammeggiante.
La
facciata
cuspidata
venne
rielaborata
fra
il
1435
e
il
1439
quando
vi
furono
aggiunti
il
rosone
e
il
portico
gotico-fiammeggiante
a
cinque
arcate
su
pilastri,
quest'ultimo
opera
di
Jean
Gaussel.
Sotto
il
portico
si
aprono
tre
portali
del
XIII
secolo;
quello
centrale
è
il
più
pregevole,
decorato
con
le
statue
delle
Vergini
savie
e
Vergini
stolte
e
quelle
degli
Apostoli.
Il
lato
destro
è
caratterizzato
dalla
presenza
di
una
serie
di
doccioni
e
dalla
facciata
in
stile
gotico
fiammeggiante
del
transetto
sud.
Accanto
al
transetto
si
erge
il
piccolo
campanile
del
XIII
secolo
a
pianta
quadrangolare,
i
rintocchi
della
cui
campana
diedero
erroneamente
il
segnale
per
l'inizio
della
strage
della
Notte
di
San
Bartolomeo.
Notevole
la
parte
absidale
con
duplici
archi
rampanti.
Alla
sinistra
della
chiesa,
si
trova
la
sede
del
I
arrondissement,
progettata
da
Jacques
Hittorff;
essa
è
caratterizzata
dalla
facciata,
gemella
di
quella
della
chiesa,
con
portico
sormontato
da
un
rosone.
Tra
i
due
edifici
si
eleva
un
campanile
in
stile
neogotico,
progettato
da
Théodore
Ballu
e
realizzato
tra
il
1858
e
il
1863,
la
cui
cella
campanaria
è
a
pianta
ottagonale.

L'interno
della
chiesa
è
a
croce
latina,
con
aula
divisa
in
cinque
navate
da
polistili
sui
quali
poggiano
le
volte
a
crociera.
La
navata
centrale
è
priva
di
triforio
e
il
suo
cleristorio
è
costituito
da
grandi
quadrifore
con
vetri
semplici;
oltre
il
transetto,
al
quale
la
navata
si
raccorda
tramite
la
crociera,
essa
costituisce
il
coro
terminante
con
l'abside
poligonale
intorno
alla
quale
vi
è
un
doppio
deambulatorio;
in
quest'area
le
finestre
sono
bifore
e,
al
posto
dei
pilastri
a
fascio,
vi
sono
colonne
neoclassiche
scanalate.
Il
presbiterio
è
costituito
da
arredi
moderni
ed
è
situato
nella
crociera;
l'antico
altare
maggiore,
in
stile
neoclassico,
è
situato
nell'abside.
Nella
chiesa
si
conservano
notevoli
opere
d'arte:
mobilio
intagliato
(tribuna
reale
e
pulpito)
nel
1684,
opera
di
François
Mercier;
cancellata
settecentesca
del
coro;
ancona
cinquecentesca
lignea
scolpita
e
dorata
con
la
Vita
della
Vergine
e
dossale
ligneo
fiammingo
scolpito
nel
XV
secolo
con
Scene
della
Vita
di
Cristo.
Nella
grande
cappella
trecentesca
(aperta
nel
lato
destro)
vi
è
custodita
la
pregevole
statua
lignea
policroma
di
San
Germano
d'Auxerre,
del
XIII
secolo.
Alcune
vetrate
policrome
risalgono
ai
secoli
XV
e
XVI.
Organo
maggiore
-
L'organo
maggiore
della
chiesa
è
stato
costruito
nel
1771
da
François-Henri
Clicquot
per
la
cappella
del
palazzo
reale
del
re
di
Francia.
Fu
collocato
sulla
cantoria
in
controfacciata
della
chiesa
di
San
Germano
d'Auxerre
ove
si
trova
tuttora
nel
1791;
sopravvissuto
alla
Rivoluzione
francese,
è
stato
restaurato
nel
1864
da
Joseph
Merklin
e,
fra
il
1970
e
il
1980,
ampliato
da
Adrien
Maciet.
Lo
strumento
è
a
trasmissione
meccanica
con
leva
Barker
e
dispone
di
32
registri.
La
sua
consolle
è
a
finestra
ed
ha
3
tastiere
di
54
tasti
le
prime
due
(Grand-orgue
e
Positif)
e
di
42
la
terza
(Récit
expressif)
ed
una
pedaliera
di
27;
i
registri
sono
attivati
da
pomelli
ad
estrazione
posti
ai
lati
dei
manuali.
Il
materiale
fonico
è
racchiuso
all'interno
della
cassa
lignea
barocca,
con
positivo
tergale.
Organo
del
coro
-
Sul
lato
sinistro
del
coro,
si
trova
un
organo
a
canne
costruito
da
Abbey
nel
1838
per
l'accompagnamento
dei
canti
durante
le
liturgie
e
restaurato
da
Merklin
(1900),
Hermann
(1961)
e
Dargassies
(1995).
Lo
strumento
è
racchiuso
all'interno
di
una
cassa
lignea
in
stile
neogotico
ed
è
a
trasmissione
mista,
meccanica
per
i
manuali
ed
elettrica
per
il
pedale.
La
consolle
dispone
di
due
tastiere
di
54
note
ciascuna
e
pedaliera
di
27.
- Hotel
de
Ville
L'Hôtel
de
Ville
è
uno
splendido
palazzo
dell'arrondissement
4
di
Parigi,
dove
ha
sede
il
municipio
della
città,
ossia
il
cuore
dell'amministrazione
di
Parigi.
Il
municipio
si
trova
nella
Place
de
l'Hôtel
de
Ville,
la
vecchia
Place
de
Grève
(Piazza
del
Lido),
ubicata
nei
pressi
di
un
porto,
non
troppo
distante
dalla
chiesa
St-Gervais-et-St-Protais.
La
facciata
sinistra
del
palazzo,
la
facciata
nord,
si
trova
sulla
famosa
Rue
de
Rivoli.
Il
palazzo
comunale
fu
eretto
dove
in
precedenza
vi
era
una
vecchia
casa
della
Place
de
Grève,
luogo
dove
fu
posizionata
per
la
prima
volta
la
famigerata
ghigliottina
e
dove
furono
giustiziati
criminali
comuni,
non
politici.
La
vecchia
casa
fu
dunque
rasa
al
suolo
per
lasciare
il
posto
ad
una
nuova,
elegante
costruzione
che
fu
completata
durante
il
regno
di
Luigi
XIII,
nel
1628.
L'Hôtel
de
Ville
divenne
sede
del
municipio
a
partire
dal
1357,
ma
le
radici
di
questa
istituzione
amministrativa
e
politica
sono
più
antiche;
originariamente,
infatti,
a
Parigi
vi
era
la
Hanse
des
marchands
de
l'eau,
una
corporazione
di
mercanti
con
a
capo
Étienne
Marcel,
prévôt
des
marchands
(capo
della
municipalità
parigina,
in
pratica
il
sindaco),
corporazione
che
controllava
i
traffici
fluviali
di
Parigi
e
che
presiedeva
il
consiglio
municipale,
avente
origini
nel
1246.
Fu
Étienne
Marcel
che
acquistò
la
vecchia
casa
della
Place
de
Grève,
la
Maison
aux
Piliers
(Casa
delle
Colonne),
a
partire
dalla
quale
fu
poi
edificato
l'Hôtel
de
Ville.
L'amministrazione
si
trasferì
dunque
in
questo
palazzo
a
partire
dalla
vecchia
sede
del
Parloir
aux
Bourgeois,
ubicata
nella
Place
du
Châtelet.
In
realtà
l'Hôtel
de
Ville,
inizialmente
noto
anche
con
l'appellativo
di
Ostel
de
Ville,
non
ospita
solo
l'amministrazione
locale
del
municipio:
qui
si
tengono
anche
importanti
congressi
e,
a
partire
dal
1977,
il
palazzo
ospita
anche
il
sindaco.
Nei
pressi
dell'Hôtel
de
Ville
si
può
anche
ammirare
una
statua
di
Étienne
Marcel,
di
fatto
padre
dell'istituzione
del
municipio
di
Parigi,
scultura
ad
opera
di
Antonin
Idrac.
La
sede
dell'assemblea
dell'Hôtel
de
Ville
subì
diversi
interventi
di
ricostruzione
ed
ampliamenti
nel
corso
del
tempo,
fra
cui
quelli
a
seguito
di
un
incendio
divampato
nel
1871
nel
contesto
delle
insurrezioni
della
Comune
di
Parigi
(Commune
de
Paris);
l'edificio
odierno
fu
inaugurato
nel
1880.
La
Comune
di
Parigi,
comunque,
si
era
stabilita
nell'edificio
utilizzandolo
come
quartier
generale.
Del
resto,
in
precedenza,
durante
la
Rivoluzione
Francese,
la
zona
dell'Hôtel
de
Ville
fu
teatro
dell'assassinio
del
prévôt
des
marchands
Jacques
de
Flesselles,
una
delle
prime
vittime
in
assoluto
della
Rivoluzione,
e
dell’arresto
del
rivoluzionario
e
politico
Robespierre,
successivamente
ghigliottinato,
nel
1794.
L'Hôtel
de
Ville
ebbe
nel
corso
dei
secoli
una
enorme
rilevanza
politica,
oltre
che
amministrativa;
fu
anche
teatro
della
proclamazione
della
Terza
Repubblica
Francese,
nel
1870
e,
solo
un
anno
prima,
durante
la
guerra
Franco-Prussiana,
i
membri
del
Governo
di
Difesa
Nazionale
furono
arrestati
nel
palazzo,
per
poi
essere
liberati
grazie
ad
un
tunnel
sotterraneo
risalente
al
1807
ed
esistente
ancora
oggi.
In
tempi
relativamente
recenti,
nel
1944,
il
generale
Charles
de
Gaulle
delle
forze
armate
della
France
Libre
(Francia
Libera),
fece
un
famoso
discorso
alla
popolazione,
sulla
Libération
de
Paris
(Liberazione
di
Parigi)
della
Seconda
Guerra
Mondiale,
affacciandosi
da
una
finestra
della
facciata
frontale
del
palazzo.
L'Hôtel
de
Ville
si
presenta
come
un
monumento
molto
bello
ed
imponente,
con
decorazioni
e
sculture,
soprattutto
per
quanto
concerne
lo
splendido
salone
delle
feste,
alto
ben
13
metri.
Le
due
ali
del
palazzo
furono
costruite
nel
1835,
per
la
commissione
del
prefetto
del
Dipartimento
della
Senna
Rambuteau.
La
hall
del
palazzo
fu
invece
ricostruita
dal
1873
al
1892.
Lungo
ciascuna
facciata
dell'Hôtel
de
Ville
vi
sono
sculture
di
famosi
personaggi
che
hanno
segnato
la
storia
di
Parigi:
artisti,
scienziati,
politici
tra
i
quali:
Eugène
Delacroix,
Jean
Bernard
Léon
Foucault,
André
Le
Nôtre,
Pierre
Lescot,
Jules
Muchelet,
François
Miron,
Alfred
de
Musset,
Charles
Perrault,
Jean-Baptiste
Pialle,
Richelieu,
Madame
de
Staël,
Voltaire.
ecc.
Le
sculture
furono
ealizzate
da
oltre
200
scultori,
fra
cui
il
celebre
Auguste
Rodin
che
si
occupò
della
scultura
del
matematico
Jean
le
Rond
d'Alembert.
Si
contano
ben
338
statue.

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