Parigi
è
nata
dalla
Senna,
e
non
lo
dimentica.
La
distinzione
fondamentale
tra
i
quartieri
storici
della
città
è
nell'essere
situati
sulla
più
ampia
riva
destra
(la
rive
droite)
o
sulla
riva
sinistra
(la
rive
gauche),
essendo
dal
lato
della
rive
droite
la
Parigi
degli
affari,
della
finanza
e
delle
istituzioni
(il
Louvre,
la
Borsa),
mentre
sulla
rive
gauche
si
sviluppa
la
Parigi
intellettuale,
colta,
musicale,
spettacolare
(la
Sorbonne,
il
quartiere
latino,
Montparnasse).
In
città,
il
corso
del
fiume
è
di
circa
13
km,
la
sua
profondità
varia
dai
3,5
ai
6
metri,
e
la
larghezza
va
dai
30
ai
200
metri.
Le
due
sponde
sono
unite
da
ben
38
ponti
(il
più
antico
dei
quali,
malgrado
il
nome,
è
il
pont
Neuf)
e
3
passerelle.
Pare
che
ancora
oggi
la
Senna
fornisca
ai
parigini
più
del
50%
dell'acqua
potabile.
È
certo
che
l'acqua
bevuta
a
Parigi
fino
al
XIX
secolo
era
solo
quella
della
Senna,
che
alimentava
le
fontane
della
città.
Il
fiume
è
sempre
stato
soggetto
a
grandi
piene,
pur
essendo
stato
arginato,
in
città.
Si
ricordano
ancora
quelle
del
gennaio
1924,
del
1955,
del
1982
e
del
1995.
Ma
l'alluvione
formidabile,
ancora
oggi
ricordata
come
"la
grande
crue",
fu
quella
del
1910,
durata
dal
21
al
30
di
gennaio,
durante
la
quale
la
Senna
raggiunse
anche
l'altezza
di
9
metri
e
mezzo,
e
costrinse
i
parigini
a
muoversi
in
barca
fino
agli
Champs
Élysées.
Fino
alla
fine
degli
anni
'60,
nella
Senna
si
poteva
fare
il
bagno
(come
del
resto
sul
Tevere
a
Roma).
La
crescita
urbana,
l'industrializzazione
e
il
conseguente
inquinamento
l'hanno
man
mano
reso
impossibile.

Jacques
Chirac,
da
sindaco
di
Parigi,
nel
1988
aveva
proposto
un'operazione
di
disinquinamento
che
permettesse
di
rendere
nuovamente
balneabile
l'acqua
del
fiume
entro
il
1994.
Al
2005
il
bagno
ancora
non
si
fa,
ma
in
compenso
dal
2002
la
Mairie,
tra
luglio
e
agosto,
approfittando
della
riduzione
fisologica
del
traffico,
interrompe
la
circolazione
sul
lungosenna
della
rive
droite
per
circa
3
km
sotto
l'Hotel
de
Ville,
e
attrezza
«Paris
Plage»,
con
sabbia,
prati,
palme
ecc.,
in
modo
che
i
parigini
possano
almeno
prendere
bagni
di
sole.
L'iniziativa
è
molto
apprezzata.
La
Senna
ha
diverse
isole.
Nel
centro
della
capitale
riposano
l'"Île
de
la
Cité",
che
della
città
fu
la
culla,
e
l'Île
Saint
Louis
urbanizzata
più
tardi,
ed
ora
piccolo
quartiere
elegantissimo.
Nella
sua
prossimità
Caterina
de'
Medici
volle
realizzare
i
giardini
delle
Tuileries.
I
"lungosenna",
localmente
chiamati
"quais"
ed
immortalati
in
decine
di
opere
pittoriche
fotografiche
e
cinematografiche,
nel
1991
sono
stati
dichiarati
patrimonio
dell'umanità
dall'UNESCO.
Dal
punto
di
vista
turistico,
una
delle
attrazioni
più
conosciute
della
Senna
sono
le
gite
in
battello,
che
consentono
una
affascinante
esplorazione
della
città
e
del
fiume.
Se
invece
si
vule
viaggiare,
sul
fiume,
si
può
cercare
un
passaggio
sulle
chiatte
commerciali,
alcune
delle
quali
offrono
ospitalità
(spartana)
a
pagamento
e
consentono
giri
assai
più
lunghi
lungo
il
fiume
e
i
suoi
canali.
Alla
Senna
il
poeta
Jacques
Prévert
dedicò
la
nota
"Canzone
della
Senna".
Il
fiume
è
stato
anche
fonte
d'ispirazione
per
molti
pittori,
specialmente
impressionisti.
Il
tratto
tutelato
dall'UNESCO
inizia
in
corrispondenza
dell'ile
Saint-Louis,
dove
si
trova
la
statua
della
santa
protettrice
di
Parigi,
Sainte-Geneviève
(santa
Genoveffa).
Più
a
ovest,
sull'Ile
de
la
Cité,
sorgono
invece
i
simboli
spirituali
della
città:
la
cattedrale
gotica
di
Notre-Dame
e
la
Sainte-Chapelle.
Poco
più
in
là
si
trova
invece
la
Conciergerie,
che
in
passato
fece
parte
del
palazzo
reale
medievale
e
che
funse
da
prigione
di
stato.
Di
fronte
il
Louvre,
il
palazzo
dei
sovrani
francesi,
conserva
una
delle
collezioni
d'arte
più
importanti
al
mondo.
Continuando
lungo
il
corso
della
Senna
seguono
il
Musée
d'Orsay,
il
Grand
e
il
Petit
Palais,
l'Assemblèe
Nationale
e
la
costruzione
in
ferro
più
famosa
al
mondo:
la
Tour
Eiffel,
un'opera
rivoluzionaria
per
l'epoca
in
cui
fu
costruita.
Île
de
la
Cité

L'Île
de
la
Cité
è
una
delle
due
isole
fluviali
della
Senna
(l'altra
è
l'Île
Saint-Louis),
centro
di
Parigi,
dove
la
città
medievale
fu
rifondata.
Il
Boulevard
du
Palais
taglia
l'isola
a
metà
e
funge
anche
da
linea
di
confine
tra
il
I
arrondissement,
al
quale
appartiene
la
parte
occidentale,
ed
il
IV
arrondissement.
L'Île
de
la
Cité
ospita
la
cattedrale
di
Notre-Dame,
sede
dell'arcivescovo
di
Parigi,
e
il
complesso
del
Palais
de
la
Cité
(già
residenza
reale
e
oggi
palazzo
di
giustizia)
con
la
Sainte-Chapelle,
la
Conciergerie
e
la
prefettura.
L'isola
è
collegata
tramite
nove
ponti
a
entrambe
le
rive
della
Senna
nonché
alla
vicina
Île
Saint-Louis;
il
ponte
più
antico
ancora
esistente
è,
a
dispetto
del
suo
nome,
il
Pont
Neuf,
che
è
situato
all'estremità
occidentale
dell'isola.
Sull'Île
de
la
Cité
si
trova
la
stazione
Cité
della
metropolitana
di
Parigi.
Per
via
della
sua
posizione
strategica
per
oltrepassare
la
Senna,
l'Île
de
la
Cité
ha
ospitato
fin
da
tempi
antichi
insediamenti
umani.
Secondo
taluni
studiosi
l'isola
sarebbe
stata
la
sede
della
piccola
tribù
celtica
dei
Parisii
(da
cui
il
nome
della
futura
città),
anche
se
le
prime
tracce
archeologiche
risalgono
all'epoca
della
città
romana,
Lutetia.
L'isola
fu
poi
sede
della
corte
merovingia
e
capitale
del
regno
di
Neustria,
mentre
nel
VI
secolo
il
re
Childeberto
I
diede
avvio
ai
lavori
della
cattedrale
di
Santo
Stefano
nell'area
in
cui
in
seguito
sorgerà
la
cattedrale
di
Notre-Dame.
Per
tutto
l'alto
medioevo
l'Île
de
la
Cité
fu
così
il
centro
politico
e
religioso
di
Parigi.
- Notre-Dame
Notre-Dame
di
Parigi,
spesso
chiamata
semplicemente
Notre-Dame
(ovvero
"Nostra
Signora",
in
riferimento
alla
Madonna)
è
la
cattedrale
cattolica
dell'arcidiocesi
di
Parigi.
In
base
alla
Legge
francese
sulla
separazione
tra
Stato
e
Chiesa
del
1905,
Notre-Dame
è
proprietà
dello
Stato
francese,
come
tutte
le
altre
cattedrali
fatte
costruire
dal
Regno
di
Francia,
ma
il
suo
utilizzo
è
assegnato
alla
Chiesa
cattolica.
Ubicata
nella
parte
orientale
dell'Île
de
la
Cité,
nel
cuore
della
capitale
francese,
nella
piazza
omonima,
Notre-Dame
rappresenta
una
delle
costruzioni
gotiche
più
celebri
del
mondo
ed
uno
dei
monumenti
più
visitati
di
Parigi.
Dal
1º
settembre
2016
il rettore arciprete è
monsignor Patrick
Chauvet. Il
15
aprile
2019
è
stata
gravemente
danneggiata
da
un imponente
incendio che
ha
portato
al
collasso
del
tetto
e
della flèche. Nonostante
la
chiusura
per
i
lavori
di
ripristino,
la
basilica
resta
la
sede
della cattedra dell'arcivescovo
di
Parigi,
senza
l'istituzione
di
una procattedrale.
Nell'area
in
cui
sorge
la
cattedrale,
originariamente
si
trovava
un
tempio
pagano
dedicato
a
Giove,
frutto
della
ricostruzione
di
Lutezia
da
parte
di
Gaio
Giulio
Cesare
dopo
la
resa
di
Vercingetorige
del
52
a.C.
Il
primo
luogo
di
culto
cristiano
venne
eretto
nel
IV
secolo
e
dedicato
a
santo
Stefano.
In
stile
paleocristiano,
aveva
cinque
navate
separate
da
colonne
marmoree
e
sorgeva
più
ad
ovest
rispetto
alla
cattedrale
odierna;
annesso
vi
era
un
battistero
dedicato
a
san
Giovanni
Battista,
con
il
nome
di
Saint-Jean-le-Rond,
demolito
nel
1715.
La
cattedrale
di
Santo
Stefano
venne
affiancata
da
un'altra
dedicata
alla
Vergine
Maria,
costruita
dal
merovingio
Childeberto
I
intorno
al
528.
Nel
VII
secolo
la
cattedrale
venne
restaurata
in
stile
romanico
oppure,
secondo
un'altra
ipotesi,
ricostruita
utilizzando
materiali
provenienti
dall'edificio
paleocristiano.
In
seguito
ad
un
incendio
nell'857,
la
chiesa
di
Nostra
Signora
venne
ricostruita
in
stile
carolingio.

Il
12
ottobre
1160
il
teologo
Maurice
de
Sully
divenne
vescovo
di
Parigi.
Egli
promosse
subito
la
costruzione
di
una
nuova
e
più
ampia
cattedrale,
risultando
quella
di
Santo
Stefano
in
rovina
e
la
chiesa
di
Nostra
Signora
insufficiente
per
la
popolazione
in
crescita:
la
città,
infatti,
oltre
ad
essere
diventata
con
Filippo
I
capitale
del
regno
di
Francia,
era
anche
un
importante
centro
economico
e
culturale.Vennero
demolite
le
due
chiese
di
Santo
Stefano
e
di
Nostra
Signora
e
la
prima
pietra
venne
posata
alla
presenza
di
papa
Alessandro
III,
che
soggiornò
a
Parigi
dal
24
marzo
al
25
aprile
1163,
sotto
il
regno
di
Luigi
VII
il
Giovane.
Il
nuovo
edificio
sarebbe
sorto
in
stile
gotico,
che
si
era
già
affermato
in
Francia
con
la
costruzione
della
basilica
di
Saint-Denis
(1136-XIII
secolo)
e
delle
cattedrali
di
Sens
(1135-1534),
di
Noyon
(1145-1235)
e
di
Laon
(1155-1235).
La
chiesa
avrebbe
avuto
una
pianta
simile
a
quella
della
cattedrale
di
Santo
Stefano,
con
cinque
navate
senza
cappelle
laterali
ad
eccezione
di
tre
cappelle
radiali.
Il
progetto
non
si
limitava
solo
alla
nuova
chiesa,
ma
si
estendeva
anche
sull'area
circostante:
infatti,
prevedeva
l'apertura
di
una
grande
piazza
di
fronte
alla
cattedrale
raggiungibile
da
una
nuova
strada
più
larga
per
agevolare
l'accesso
dei
fedeli,
nonché
la
ricostruzione
del
palazzo
vescovile.
La
costruzione
della
cattedrale
fu
condotta
in
due
fasi:
entro
il
1250
venne
completato
l'edificio,
mentre
fino
alla
metà
del
XIV
secolo
si
ebbe
una
serie
di
interventi
alla
struttura
sia
interna,
sia
esterna,
fino
a
raggiungere
l'aspetto
attuale.
L'edificazione
dell'edificio
venne
finanziata
sia
dalla
Chiesa,
sia
dalla
corona
di
Francia
e
lavorarono
al
cantiere
molti
cittadini
prestando
la
loro
opera
come
fabbri,
muratori
e
carpentieri.
La
costruzione
della
nuova
cattedrale
cominciò
sotto
la
supervisione
del
vescovo
Maurice
de
Sully
a
partire
dal
coro.
La
struttura,
a
cinque
navate
con
doppio
deambulatorio
intorno
all'abside,
venne
portata
a
termine
nel
1182;
il
19
maggio
dello
stesso
anno,
Henri
de
Château-Marçay,
legato
pontificio
di
papa
Lucio
III,
consacrò
l'altare
maggiore,
e
nel
1185,
nel
corso
della
prima
celebrazione
all'interno
della
cattedrale,
il
patriarca
di
Gerusalemme
Eraclio
di
Cesarea
convocò
la
Terza
Crociata.
Conclusi
i
lavori
del
coro,
iniziarono
quelli
per
la
costruzione
del
transetto
e
delle
navate
con
i
relativi
matronei.
Si
fermarono
nel
1190
dopo
la
costruzione
delle
tre
campate
più
vicine
alla
crociera.
In
seguito,
il
cantiere
si
spostò
nell'area
della
facciata,
edificata
a
partire
dal
1208
dopo
lo
scavo
delle
sue
fondamenta
e
completata
nel
1218.
A
partire
dallo
stesso
anno
si
procedette
al
completamento
delle
navate.
Queste
avevano
uno
schema
differente
da
quello
odierno:
il
matroneo
era
illuminato
da
finestre
poste
in
modo
tale
da
essere
più
in
alto
rispetto
alla
chiave
di
volta,
e
di
conseguenza
la
volta
a
crociera
era
asimmetrica;
inoltre
il
cleristorio
della
navata
centrale
presentava
un
doppio
ordine
di
finestre,
con
rosoni
circolari
in
basso,
che
davano
su
un
locale
posto
sopra
il
matroneo,
e
monofore
in
alto,
che
davano
sull'esterno.
Poiché
in
seguito
a
ciò
l'interno
della
navata
era
buio,
tra
il
1225
e
il
1250,
contemporaneamente
al
completamento
della
facciata,
al
posto
delle
doppie
finestre
del
cleristorio
vennero
aperte
alte
bifore;
inoltre
fu
ridotta
l'altezza
delle
finestre
del
matroneo,
così
da
avere
volte
a
crociera
con
le
vele
simmetriche.
Negli
stessi
anni,
tra
i
contrafforti,
lungo
le
navate
esterne,
vennero
aperte
delle
cappelle
laterali
e
il
transetto
venne
allungato.
Nel
1220
la
costruzione
della
facciata
era
arrivata
alla
galleria
dei
Re.
In
seguito
al
completamento
della
parte
superiore,
iniziò
l'edificazione
della
torre
sud,
terminata
nel
1240
e
poi
della
torre
nord,
portata
a
compimento
nel
1250.
Il
progetto
originale
prevedeva
per
ciascuna
torre
un
alto
coronamento
a
cuspide,
poi
mai
realizzato.
Dopo
il
1250,
la
cattedrale,
ormai
terminata,
fu
oggetto
di
una
serie
di
importanti
restauri
e
modifiche
fino
a
farle
acquisire,
alla
metà
del
XIV
secolo,
la
struttura
odierna.
I
primi
lavori
furono
intrapresi
per
volere
di
Renaud
Mignon
de
Corbeil,
vescovo
di
Parigi
dal
1250
e
il
1268:
le
due
facciate
del
transetto,
i
cui
portali
erano
in
stile
romanico,
vennero
ricostruite
in
stile
gotico
su
progetto
di
Jean
de
Chelles,
quella
nord
a
partire
dal
1250
circa
e
quella
sud
a
partire
dal
1258;
quest'ultima
venne
completata
da
Pierre
de
Montereau
che
subentrò
a
de
Chelles
alla
sua
morte,
nel
1265.
Dagli
stessi
architetti
fu
curata
la
realizzazione
del
portale
di
Santo
Stefano
e
del
portale
del
chiostro.
Dopo
la
morte
di
de
Montereau,
nel
1267,
divenne
architetto
della
cattedrale
Pierre
de
Chellese,
nipote
di
Jean,
che
portò
avanti
la
costruzione
dei
contrafforti
e
degli
archi
rampanti
del
coro;
il
lavoro
venne
completato
da
Jean
Ravy,
architetto
della
cattedrale
dal
1318
al
1344,
che
si
occupò
anche
delle
transenne
del
presbiterio.
Lo
jubé
venne
realizzato
da
Raymond
du
Temple,
successore
di
Jean
le
Bouteiller,
nipote
di
Ravy.
A
partire
dal
Rinascimento,
la
cattedrale
fu
oggetto
di
una
serie
di
restauri
di
entità
minore,
secondo
i
gusti
delle
varie
epoche:
questi
interventi,
nei
secoli
XV
e
XVI
si
limitarono
all'aggiunta
di
decorazioni
prima
rinascimentali,
poi
barocche,
di
altari
laterali
e
di
monumenti
funebri.
Il
primo
grande
restauro
lo
si
ebbe
alla
fine
del
XVII
secolo,
per
volere
del
re
di
Francia
Luigi
XIV,
che
così
avrebbe
adempiuto
ad
un
voto
fatto
da
suo
padre
Luigi
XIII
che,
nel
1638,
in
seguito
alla
nascita,
dopo
ventitré
anni
di
matrimonio,
del
primo
figlio
ed
erede
Luigi
Deodato,
dedicò
il
regno
di
Francia
alla
Madonna
e
si
impegnò
a
costruire
un
nuovo
altare
per
la
cattedrale
di
Parigi.
Il
progetto
viene
affidato
a
Robert
de
Cotte:
venne
demolito
lo
jubé
e
sostituito
da
una
cancellata
in
ferro
battuto
con
decorazioni
in
oro;
le
tombe
a
pavimento
del
coro
vennero
rimosse
e
l'antico
altare
maggiore
demolito,
sostituito
da
uno
nuovo
in
stile
barocco,
opera
di
Nicolas
Coustou
con
statue
di
Guillaume
Coustou
e
Antoine
Coysevox;
le
colonne
intorno
ad
esse
furono
dotate
di
un
rivestimento
marmoreo.
Nuovi
interventi
vi
furono
nella
seconda
metà
del
XVIII
secolo.
Nel
1756,
su
richiesta
del
capitolo
dei
canonici
della
cattedrale,
le
vetrate
policrome
del
cleristorio
furono
sostituite
con
vetri
bianchi
dai
fratelli
Le
Vieil
per
far
entrare
più
luce
all'interno
della
chiesa;
a
questo
scopo,
le
pareti
furono
ricoperte
con
intonaco
chiaro.
Successivamente
l'architetto
Jacques-Germain
Soufflot
alterò
il
portale
centrale
eliminando
la
colonna
centrale
e
parte
dell'apparato
decorativo
della
lunetta,
per
favorire
il
passaggio
delle
processioni.
Durante
la
Rivoluzione
francese
(1789-1799),
la
chiesa
venne
devastata:
dopo
che
tutti
gli
oggetti
in
metalli
preziosi
vennero
inviati
alla
zecca
per
essere
fusi,
nell'ottobre
del
1793,
per
ordine
della
Commune
di
Parigi,
tutte
le
statue
della
facciata,
sia
quelle
della
galleria
dei
Re,
sia
quelle
dei
portali,
vennero
distrutte
e
così
anche
la
flèche.
Nel
dicembre
dello
stesso
anno,
il
filosofo
Henri
de
Saint-Simon,
fondatore
del
movimento
politico-religioso
detto
Sansimonismo,
era
in
procinto
di
acquistare
la
cattedrale
per
poi
distruggerla.
Il
10
novembre
1793,
con
una
celebrazione
della
libertà
organizzata
da
Pierre-Gaspard
Chaumette,
la
chiesa
divenne
tempio
della
Ragione;
in
seguito,
dal
1798,
ospitò
anche
gli
uffici
del
clero
costituzionale.
In
seguito
al
Concordato
del
1801,
firmato
il
15
luglio
da
Napoleone
Bonaparte
e
papa
Pio
VII,
la
cattedrale
tornò
alla
Chiesa
cattolica
e,
dopo
un
sommario
restauro,
la
prima
messa
fu
celebrata
il
18
aprile
1802
alla
presenza
di
Napoleone
e
del
legato
pontificio
Giovanni
Battista
Caprara
Montecuccoli.
Il
2
dicembre
1804
venne
solennemente
celebrata
nella
cattedrale
l'incoronazione
di
Napoleone
come
imperatore
dei
Francesi
al
termine
di
una
messa
votiva
della
Vergine
celebrata
da
papa
Pio
VII.
In
tale
occasione,
davanti
alla
facciata,
per
coprirne
lo
stato
di
forte
degrado,
venne
installato
un
protiro
posticcio
a
pianta
quadrata
in
stile
neogotico
posto
in
corrispondenza
del
portale
maggiore
e
affiancato
da
due
portici
con
archi
ogivali.
Dopo
i
danni
inflitti
alla
cattedrale
durante
la
Rivoluzione
francese
e
le
sommosse
anti-legittimiste
del
29
luglio
1830
e
del
14
febbraio
1831,
era
necessario
un
importante
intervento
di
restauro:
sebbene
fosse
stata
riaperta
al
culto,
la
chiesa
versava
in
pessime
condizioni,
tanto
che,
sotto
il
Primo
Impero,
le
bandiere
della
battaglia
di
Austerlitz
furono
appese
alle
pareti
per
nasconderne
il
degrado.
Alcuni
interventi
locali
erano
stati
effettuati
nel
1817
con
il
restauro
del
telaio
del
tetto
e
degli
archi
rampanti
del
coro;
negli
stessi
anni
venne
incrementato
l'arredo
interno
della
cattedrale.
Un
importante
ruolo
nella
campagna
di
sensibilizzazione
per
il
restauro
della
cattedrale
lo
ebbe
lo
scrittore
Victor
Hugo
con
il
suo
romanzo
Notre-Dame
de
Paris,
pubblicato
nel
1831;
l'opinione
pubblica
si
schierò
a
favore
dell'impresa,
come
era
nelle
intenzioni
di
Hugo,
e
vi
fu
un
grande
interesse
nei
confronti
dell'edificio.
In
seguito
all'approvazione
del
ministro
degli
Affari
religiosi,
al
quale,
il
31
maggio
1842
era
stata
presentata
una
petizione
firmata
da
vari
personaggi
illustri,
tra
i
quali
Victor
Hugo,
Alfred
de
Vigny
e
Jean-Auguste-Dominique
Ingres,
vennero
scelti
gli
architetti
Jean-Baptiste-Antoine
Lassus
e
Eugène
Viollet-le-Duc,
che
si
erano
distinti
nel
restauro
della
Sainte-Chapelle,
quest'ultimo
già
facente
parte
della
Commissione
per
la
salvaguardia
delle
opere
d'arte,
costituita
sotto
la
direzione
di
Prosper
Mérimée
in
seguito
alla
pubblicazione
del
libro
di
Hugo.
I
due
architetti
incaricati,
nel
1845,
presentarono
all'Assemblea
Nazionale
un
preventivo
di
388.850
franchi
che
dovettero
abbassare
a
265.000
franchi
per
ottenere
il
finanziamento;
l'inadeguatezza
dei
fondi,
che
dovevano
servire
non
solo
al
restauro
della
cattedrale,
ma
anche
alla
costruzione
di
una
nuova
sacrestia,
fece
sì
che
nel
1850
i
lavori
dovettero
essere
sospesi
per
poi
riprendere.
Nel
1857,
alla
morte
di
Lassus,
Viollet-le-Duc
divenne
il
direttore
unico
dei
lavori.

Il
restauro
ebbe
come
scopo
quello
di
ricondurre
la
cattedrale
alle
originarie
caratteristiche
medioevali,
creando
un'unità
di
stili
e
integrando,
tuttavia,
elementi
architettonici
ed
artistici
di
epoche
successive
a
quella
medievale.
Vennero
quindi
eliminati
l'intonaco
delle
pareti
e
il
rivestimento
marmoreo
degli
archi
nell'area
dell'abside;
le
finestre
dei
matronei
e
delle
cappelle
laterali
vennero
sostituite
da
vetrate
policrome
e
quelle
danneggiate
restaurate.
Vi
fu
la
realizzazione
degli
affreschi
delle
cappelle
laterali
e
la
riedificazione
della
cantoria
dell'organo
maggiore,
costruito
tra
il
1862
e
il
1867
da
Aristide
Cavaillé-Coll.
Esternamente,
i
contrafforti
e
gli
archi
rampanti
vennero
restaurati
e
rinforzati
e,
quelli
che
non
li
avevano
più,
completati
con
pinnacoli.
Venne
inoltre
ricostruita
la
flèche
sulla
crociera
su
progetto
di
Viollet-le-Duc.
La
facciata,
in
avanzato
stato
di
degrado,,
fu
oggetto
di
un
importante
restauro,
che
comportò
il
ripristino
dei
bassorilievi
dei
portali
e
la
ricostruzione
delle
varie
statue,
tra
le
quali
quelle
della
galleria
dei
Re,
affidata
ad
un
gruppo
di
scultori
guidati
da
Adolphe-Victor
Geoffroy-Dechaume;
gli
stessi
realizzarono
anche
il
resto
dell'apparato
decorativo
statuario
esterno.
Le
bifore
alla
base
delle
due
torri
vennero
aperte
nuovamente
e
realizzata
una
bassa
copertura
a
spioventi
per
i
due
campanili;
Viollet-le-Duc
aveva
ideato
per
le
due
torri
due
alte
cuspidi
di
coronamento,
che
non
vennero
mai
realizzate.
Terminati
i
lavori,
la
cattedrale
venne
solennemente
consacrata
il
31
maggio
1864
da
Georges
Darboy,
arcivescovo
di
Parigi.
Il
restauro
di
Viollet-le-Duc
non
fu
esente
da
polemiche,
criticato
sia
perché,
secondo
i
romantici,
le
aggiunte
successive
alla
costruzione
della
cattedrale
andavano
mantenute,
sia
perché
l'architetto
aveva
fatto
delle
aggiunte
alla
struttura
ritenute
arbitrarie.
In
particolare,
vi
furono
critiche
alla
realizzazione
delle
chimere
della
facciata,
volute
dall'architetto
ma
non
presenti
in
origine,
e
allo
spostamento
di
cinque
gradi
della
parte
centrale
dell'intelaiatura
del
rosone
del
transetto
sud
per
farle
assumere
un
orientamento
cruciforme.

Tra
il
1860
e
il
1870,
nell'ambito
della
riqualificazione
urbanistica
della
città,
su
progetto
di
Georges
Eugène
Haussmann,
venne
aperta
una
grande
piazza
di
fronte
al
sagrato
della
cattedrale
demolendo
vari
antichi
edifici,
tra
le
quali
alcune
case
con
intelaiatura
a
traliccio
del
XV
secolo
e
e
l'antico
Hôtel-Dieu.
Durante
la
Comune
di
Parigi
del
1871,
nella
cattedrale,
da
poco
restaurata
e
riaperta
al
culto,
vennero
incendiate
alcune
panche
e
sedie,
senza
gravi
danni;
l'edificio
venne
risparmiato
durante
le
due
guerre
mondiali.
Nel
1935,
il
cardinale
Jean
Verdier,
arcivescovo
di
Parigi,
incaricò
dodici
artisti
contemporanei
della
realizzazione
di
ventiquattro
vetrate,
dodici
per
il
cleristorio
della
navata
centrale
ed
altrettante
per
il
matroneo;
queste
vennero
realizzate
in
stile
moderno
ispirandosi
al
Credo
ed
installate
nel
1938;
furono
poi
rimosse
in
seguito
ad
una
serie
di
aspre
critiche.
Nel
1952,
al
solo
Jacques
Le
Chevallier
venne
dato
l'incarico,
dall'amministrazione
dei
monumenti
storici,
di
realizzare
un
progetto
per
delle
nuove
vetrate
basate
sul
disegno
di
quelle
degli
anni
trenta;
le
nuove
finestre
vennero
realizzate
tra
il
1961
e
il
1965
ed
inaugurate
il
26
aprile
1966.
Negli
anni
novanta
la
cattedrale
fu
oggetto
di
restauri
sia
interni,
con
l'ampliamento
dell'organo
maggiore,
sia
esterni,
con
una
radicale
pulizia
della
facciata
principale,
terminata
in
occasione
del
giubileo
del
2000.
Nel
2004,
per
volere
del
cardinale
Jean-Marie
Lustiger,
arcivescovo
di
Parigi,
venne
realizzato
il
nuovo
presbiterio
e,
a
partire
dallo
stesso
anno,
l'emittente
televisiva
francese
KTO
trasmette
in
diretta
dalla
cattedrale
i
vespri
nei
giorni
feriali
e
la
messa
la
domenica
sera
e
nelle
feste
più
importanti.
In
occasione
dell'850º
anniversario
della
fondazione
della
cattedrale
è
stata
fatta
una
serie
di
migliorie
all'edificio,
con
la
realizzazione
di
un
nuovo
allestimento
per
il
museo
del
Tesoro,
il
restauro
dell'organo
e
l'installazione
di
un
nuovo
apparato
di
illuminazione
interna.
Inoltre,
la
chiesa
è
stata
dotata
di
un
nuovo
concerto
di
nove
campane,
benedetto
dall'arcivescovo
di
Parigi,
cardinale
André
Armand
Vingt-Trois,
il
2
febbraio
2013.
I
festeggiamenti
sono
stati
solennemente
aperti
il
12
dicembre
2012
con
la
celebrazione
di
una
messa
solenne
presieduta
dal
cardinale
Vingt-Trois.
In
occasione
di
questo
anniversario
è
stato
installato,
nella
piazza
antistante
la
cattedrale,
il
Cammino
del
Giubileo,
comprendente
te
vetrate
del
1937
di
Jacques
Le
Chevallier
raffiguranti
Santa
Genoveffa,
San
Marcello
e
lo
Spirito
Santo;
il
cammino
culmina
con
una
gradinata
dalla
quale
si
può
ammirare
la
facciata
della
cattedrale
e
che
viene
utilizzata
per
spettacoli.

Papa
Giovanni
Paolo
II
ha
visitato
la
cattedrale
e
vi
ha
celebrato
la
messa
il
30
maggio
1980
e,
in
occasione
della
beatificazione
di
Frédéric
Ozanam,
il
22
agosto
1997;
papa
Benedetto
XVI,
il
12
settembre
2008,
ha
presieduto
nella
cattedrale
la
celebrazione
dei
vespri.
Il
15
aprile
2019
la
cattedrale
è
stata
colpita
da
un
grave
incendio,
che
ha
provocato
il
collasso
della flèche e
del
tetto,
con
il
crollo
del transetto. Il
lavoro
incessante
dei
vigili
del
fuoco
è
riuscito
a
mettere
in
salvo
la
struttura
portante
e
gran
parte
delle
opere
d'arte,
tra
cui
quelle
presenti
nel
tesoro
della
cattedrale. Il
giorno
successivo,
il presidente
della
Repubblica
francese
Emmanuel
Macron,
durante
il
suo
discorso
alla
nazione
riguardo
all'incendio,
ha
annunciato
la
ricostruzione
della
cattedrale
in
un
arco
di
tempo
di
cinque
anni. In
poco
meno
di
una
settimana
le
donazioni
per
la
ricostruzione
del
tetto
sono
ammontate
a
1
miliardo
di
euro.
Il
15
giugno,
in
occasione
della
solennità
della
dedicazione
della
cattedrale,
una celebrazione
eucaristica è
stata
presieduta
dall'arcivescovo Michel
Aupetit all'interno
dell'edificio;
essa
ha
avuto
luogo
nella
cappella
assiale
e
ha
visto
la
partecipazione
di
un
gruppo
ristretto
di
persone.
In
seguito
alla
chiusura
della
cattedrale
le
principali
celebrazioni
che
avevano
luogo
al
suo
interno
sono
state
spostate
nella chiesa
di
Saint-Sulpice,
nel
VI
arrondissement,
la
più
grande
della
città
dopo
Notre-Dame. A
partire
dal
1º
settembre
2019
hanno
ripreso
anche
quelle
quotidiane
del capitolo presso
la chiesa
di
Saint-Germain-l'Auxerrois,
nel I arrondissement.
Il
7 dicembre 2024, a 2.059 giorni dall'incendio,
l'arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich ha
riaperto ufficialmente le porte della cattedrale
restaurata alla presenza del Presidente
della Repubblica Emmanuel Macron e di
numerosi capi di stato e di
governo mondiali, tra i quali anche il Presidente
statunitense eletto Donald Trump, alla sua
prima visita all'estero dalla vittoria alle elezioni.
Il
giorno 8 dicembre 2024, in occasione della
festività dell'Immacolata Concezione, lo stesso
arcivescovo di Parigi ha celebrato la prima
messa inaugurale nel corso della quale è stato
consacrato l'altare maggiore.
La
cattedrale,
fin
dalla
sua
fondazione,
fu
luogo
di
importanti
eventi
di
rilevanza
nazionale;
proprio
per
questo
venne
scelta
nel
1239
da
re
Luigi
IX
il
Santo,
in
attesa
del
completamento
della
Sainte-Chapelle,
come
collocazione,
al
tempo
provvisoria
e
poi
diventata
definitiva
dopo
il
Concordato
del
1801,
della
reliquia
della
Corona
di
spine.
All'interno
della
cattedrale
sono
state
celebrate
molte
cerimonie
religiose
legate
ai
re
di
Francia:
tra
queste
il
matrimonio
tra
Maria
Stuarda,
regina
di
Scozia
e
Francesco
di
Valois,
delfino
di
Francia
(24
aprile
1558);
quello
per
procura
tra
Elisabetta
di
Valois
e
Filippo
II
di
Spagna
(22
giugno
1559);
le
cosiddette
nozze
di
sangue
tra
Enrico
III
di
Navarra,
poi
Enrico
IV
di
Francia,
e
Margherita
di
Valois,
così
chiamate
perché
vennero
celebrate
il
18
agosto
1572,
sei
giorni
prima
della
Notte
di
San
Bartolomeo;
il
matrimonio
tra
l'imperatore
Napoleone
III
e
Eugenia
de
Montijo
(30
gennaio
1853).
Nel
XIX
secolo,
in
Notre-Dame
furono
celebrati
i
battesimi
del
re
di
Roma
Napoleone
II
(1811)
e
del
principe
imperiale
Napoleone
Eugenio
Luigi
Bonaparte
(1856).
L'edificio
è
stato
anche
il
luogo
di
eventi
politici,
come
la
prima
convocazione
degli
Stati
Generali,
il
10
aprile
1302
da
parte
di
Filippo
il
Bello,
e
il
canto
del
Te
Deum
per
varie
imprese
militari:
nel
1447
per
la
riconquista
di
Parigi
da
parte
di
Carlo
VII,
il
22
maggio
1594
da
Enrico
IV
per
lo
stesso
motivo,
il
9
maggio
1945
per
la
vittoria
della
Francia
durante
la
seconda
guerra
mondiale,
preceduto,
il
26
agosto
1944,
dal
canto
del
Magnificat
per
la
Liberazione
di
Parigi.
La
chiesa
è
stata
inoltre
luogo
dell'incoronazione
illegittima
di
Enrico
VI
d'Inghilterra
a
re
di
Francia
(16
dicembre
1431),
del
processo
di
riabilitazione
di
Giovanna
d'Arco
(1456)
e
dell'abiura
del
Maresciallo
di
Francia
Henri
de
La
Tour
d'Auvergne-Bouillon
(1668).
All'interno
della
cattedrale
sono
stati
celebrati
vari
funerali
di
Stato
e
cerimonie
commemorative,
come
quella
per
Charles
de
Gaulle
(12
novembre
1970)
e
quella,
ecumenica,
per
le
vittime
del
volo
Air
France
447
(3
novembre
2009).
La
cattedrale
è
stata
anche
luogo
di
atti
clamorosi
come
suicidi,
ad
esempio
quello
del
saggista
e
scrittore
Dominique
Venner,
che
si
è
ucciso
il
21
maggio
2013
con
un
colpo
di
pistola
in
bocca
nei
pressi
dell'altare
maggiore;
similmente,
l'11
febbraio
1931
un
giovane
intellettuale
messicano
in
esilio
a
Parigi
si
era
ucciso
sparandosi
al
cuore
all'interno
della
chiesa.

Date
importanti
nella
costruzione
1160
Maurice
de
Sully
(vescovo
di
Parigi),
ordina
la
demolizione
della
cattedrale
originaria.
1163
Viene
posata
la
prima
pietra,
inizia
la
costruzione.
1182
Abside
e
coro
vengono
completati,
l'altare
maggiore
viene
consacrato.
1196
Viene
ultimata
la
navata,
muore
il
vescovo
de
Sully.
1200
Cominciano
i
lavori
sulla
facciata
ovest.
1225
La
facciata
occidentale
viene
terminata.
1250
Vengono
completate
le
torri
ed
il
rosone.
1250
-
1345
Gli
ultimi
elementi
vengono
sistemati.
|
Dimensioni
Parametro
|
Misura
|
Lunghezza
totale
|
128
m
|
Lunghezza
della
navata
|
60
m
|
Lunghezza
del
coro
|
36
m
|
Lunghezza
del
transetto
|
48
m
|
|
|
Larghezza
totale
|
40
m
|
Larghezza
della
navata
|
12
m
|
Larghezza
delle
navate
laterali
|
6
m
|
Larghezza
del
transetto
|
14
m
|
|
|
Altezza
della
volta
|
33
m
|
Altezza
del
tetto
|
43
m
|
Altezza
delle
torri
|
69
m
|
Altezza
della
flèche
|
96
m
|
|
La
cattedrale
è
situata
nella
parte
orientale
dell'Île
de
la
Cité
ed
è
posta
fra
due
piazze:
Parvis
Notre-Dame
-
place
Jean-Paul-II
e
Square
Jean-XXIII.
La
prima,
situata
davanti
alla
facciata,
era
originariamente
chiamata
soltanto
parvis
Notre-Dame
ed
è
stata
intitolata,
non
senza
polemiche,
a
papa
Giovanni
Paolo
II
il
3
settembre
2006.
La
piazza
è
caratterizzata
dalla
pavimentazione
e
dalle
aiole
disposte
asimmetricamente,
che
ricalcano
la
posizione
delle
antiche
case
quattrocentesche
prima
della
loro
demolizione
nella
seconda
metà
del
XIX
secolo.
Nella
piazza
si
trova
il
point
zéro
des
routes
de
France,
dal
quale
vengono
calcolate
le
distanze
chilometriche
da
e
per
Parigi.
Alle
spalle
della
cattedrale,
sorge
un'ampia
piazza
dedicata
a
papa
Giovanni
XXIII,
risalente,
nel
suo
assetto
attuale,
al
1844;
al
centro
dell'area
vi
è
la
neogotica
fontana
della
Vergine,
realizzata
nel
1845
da
Alphonse
Vigoureux.
La
cattedrale
di
Parigi
è
stata
una
delle
prime
grandi
chiese
gotiche,
venuta
immediatamente
dopo
la
ricostruzione
del
coro
della
basilica
di
Saint-Denis
da
parte
dell'abate
Sugerio,
considerato
il
"padre"
del
gotico.
Notre-Dame,
a
sua
volta,
divenne
esempio
per
moltissime
costruzioni
gotiche
successive.
Si
tratta
di
una
chiesa
a
pianta
rettangolare,
col
transetto
contenuto
all'interno
del
perimetro
dell'edificio;
lo
spazio
interno,
caratterizzato
dalla
presenza
di
numerose
cappelle
laterali
e
radiali,
è
quindi
articolato
secondo
una
pianta
a
croce
latina,
con
cinque
navate
che
si
chiudono,
nella
zona
absidale,
con
un
doppio
deambulatorio.
La
cattedrale
parigina
si
presenta
in
uno
stile
non
ancora
del
tutto
maturo,
ancora
con
elementi
di
derivazione
romanica,
tra
cui
soprattutto
le
colonne
cilindriche:
la
sua
navata,
infatti,
non
risulta
slanciata
e
luminosa
come
quella
delle
cattedrali
del
gotico
maturo,
in
cui
i
pilastri
polistili
permettono
la
presenza
di
volte
più
alte
e
di
grandi
vetrate;
con
l'aggiunta
delle
cappelle,
non
presenti
nel
progetto
originario,
venne
meno
l'illuminazione
delle
navate
laterali
e
quindi
si
dovettero
sostituire
le
monofore
della
navata
centrale
con
più
grandi
bifore.
Notre-Dame
presenta
anche
alcune
differenze
rispetto
alla
basilica
di
Saint-Denis,
come
nell'area
del
deambulatorio,
doppio
per
entrambe
le
chiese,
dove
nella
prima
le
cappelle
radiali
sono
ben
definite,
mentre
nella
seconda
sono
leggermente
sporgenti
ed
integrate
nelle
campate,
condividendo
con
queste
la
volta
a
crociera;
inoltre
vi
è
la
presenza
di
un
matroneo
ben
definito,
differente
da
quello
della
cattedrale
di
Sens
(delle
bifore
che
danno
su
un
locale
sottotetto)
e
con
finestre
più
articolate
rispetto
a
quelle
del
matroneo
della
cattedrale
di
Noyon
(bifore
nella
navata
e
nel
coro,
monofore
nell'abside).
Un
elemento
architettonico
peculiare
della
cattedrale
di
Parigi
sono
gli
archi
rampanti,
secondo
alcuni
autori
qui
sperimentati
per
la
prima
volta;
secondo
altri,
invece,
sarebbero
stati
utilizzati
per
la
prima
volta
nella
chiesa
abbaziale
di
Saint-Germain-des-Prés,
poco
distante
da
Notre-Dame,
il
cui
coro
venne
consacrato
nel
1163
da
papa
Alessandro
III.

La
facciata
occidentale
-
La
facciata
principale
della
cattedrale
è
rivolta
ad
ovest
e
venne
costruita
a
partire
dall'episcopato
di
Eudes
de
Sully,
successore
di
Maurice
de
Sully
ma
con
lui
non
imparentato:
iniziata
nel
1208,
venne
completata
nel
1250
con
la
costruzione
della
torre
sud.
Il
prospetto
della
cattedrale
misura
43,5
metri
di
larghezza
e
45
di
altezza
(escluse
le
torri)
ed
è
suddiviso
in
quattro
ordini
orizzontali
da
cornicioni.
In
basso,
si
aprono
i
tre
portali,
che
da
sinistra
sono
il
portale
della
Vergine
(l'unico
dei
tre
sormontato
da
una
ghimberga),
il
portale
del
Giudizio
universale
e
il
portale
di
Sant'Anna.
Essi
sono
ogivali
e
strombati
e
le
porte
sono
divise
in
due
fornici
da
un
trumeau.
I
portali
sono
alternati
a
contrafforti
quadrangolari,
ciascuno
dei
quali
decorato
da
una
nicchia
all'interno
della
quale
vi
è
una
scultura,
risalente
ai
restauri
ottocenteschi;
le
statue
nelle
nicchie
raffigurano,
da
sinistra,
Santo
Stefano,
l'Allegoria
della
Chiesa
(con
in
mano
la
croce
e
il
calice),
l'Allegoria
della
Sinagoga
(con
gli
occhi
bendati
da
un
serpente)
e
San
Dionigi.
Al
di
sopra
dei
portali,
si
apre
la
galleria
dei
Re,
costituita
da
28
statue
dei
re
di
Giudea
separate
da
colonnine.
Più
in
alto,
vi
sono
tre
finestre,
al
centro
un
rosone
e
ai
lati
due
bifore,
precedute
da
una
balconata
con
balaustra.
L'ultimo
livello
della
facciata
è
costituito
da
una
serie
di
slanciate
bifore
sorrette
da
colonne
con
capitelli
scolpiti,
sormontata
da
una
balconata
detta
galleria
delle
Chimere,
posta
a
46
metri
di
altezza
e
così
chiamata
per
le
statue
raffiguranti
delle
chimere
volute
da
Eugène
Viollet-le-Duc;
tra
queste,
ve
n'è
una
raffigurante
Strige
che,
nelle
leggende
dell'antica
Roma,
era
un
uccello
notturno
di
cattivo
auspicio
che
si
nutriva
di
sangue
e
carne
umana.
Alla
facciata
della
cattedrale
è
ispirata
quella
della
cattedrale
dell'Assunzione
di
Covington,
nel
Kentucky
(USA),
costruita
su
progetto
di
Leon
Coquard
tra
il
1908
e
il
1910
e
rimasta
incompleta
delle
torri.

Portale
del
Giudizio
Universale
-
Il
portale
del
Giudizio
universale
è
il
portale
centrale
della
facciata
occidentale.
È
il
più
recente
dei
tre
portali
della
facciata
e
venne
realizzato
tra
il
1220
e
il
1230;
nel
,
su
progetto
di
Jacques-Germain
Soufflot
venne
alterato
con
la
creazione
di
un
unico
fornice
e
ricondotto
alle
caratteristiche
originarie
durante
il
restauro
ottocentesco
diretto
da
Viollet-le-Duc.
La
decorazione
della
lunetta,
ordinata
su
tre
fasce
decorative
sovrapposte,
tratta
il
tema
del
giudizio
finale
che,
secondo
l'escatologia
cattolica
avverrà
alla
fine
dei
tempi,
quando
Dio
giudicherà
tutti
gli
uomini
in
base
alle
azioni
da
loro
compiute
durante
la
vita,
e
destinerà
ciascuno
al
Paradiso
oppure
all'Inferno.
Nell'architrave
è
raffigurata
la
risurrezione
dei
morti
che,
svegliati
da
due
angeli
che
suonano
la
tromba,
escono
dalle
rispettive
tombe.
Nella
fascia
decorativa
superiore
vi
sono,
al
centro,
l'arcangelo
Michele
e
Satana
che,
con
una
bilancia,
pesano
le
anime;
al
lato,
due
schiere
di
individui:
a
sinistra
i
beati
e
a
destra
i
dannati,
questi
ultimi
legati
con
delle
catene
e
condotti
da
due
demoni
verso
l'Inferno.
In
alto,
al
centro,
assiso
in
trono,
si
trova
Cristo
giudice,
vestito
con
una
tunica
che
lascia
vedere
le
stigmate;
ai
suoi
lati
stanno,
in
piedi,
due
angeli
che
portano
i
segni
della
sua
Passione:
la
Croce
(angelo
di
destra)
e
i
chiodi
e
la
Lancia
di
Longino
(angelo
di
sinistra).
Alle
due
estremità
sono
raffigurati
la
Madonna
e
Giovanni
Evangelista
inginocchiati.
Gran
parte
delle
sculture
dei
due
ordini
inferiori
sono
state
distrutte
nel
1771
da
Soufflot
e
ricostruite
nel
secolo
successivo
in
base
ai
disegni
di
quelle
originarie.
Nella
parte
inferiore
della
strombatura
vi
sono
dodici
statue,
sei
per
lato,
raffiguranti
i
Dodici
Apostoli,
gravemente
danneggiate
durante
la
Rivoluzione
francese
ed
in
seguito
restaurate.
Gli
apostoli
di
sinistra,
dall'esterno,
sono
Bartolomeo,
Simone,
Giacomo
il
Minore,
Andrea,
Giovanni,
Pietro;
quelli
di
destra,
dall'esterno,
sono
Matteo,
Giuda
Taddeo,
Filippo,
Tommaso,
Giacomo
e
Paolo
di
Tarso.
Al
di
sotto
degli
apostoli,
si
trovano
ventiquattro
bassorilievi
disposti
su
due
ordini
sovrapposti
e
raffiguranti
virtù
(ordine
superiore)
e
vizi
(ordine
inferiore,
entro
dei
tondi).
L'archivolto
è
decorato
con
le
Schiere
celesti,
ad
eccezione
della
fascia
inferiore
di
destra,
ove
vi
è
una
raffigurazione
dell'Inferno
e
delle
vergini
stolte,
contrapposte
alle
vergini
sagge.
A
ridosso
del
trumeau
vi
è
la
statua
detta
Le
Beau-Dieu,
opera
di
Adolphe-Victor
Geoffroy-Dechaume
che
la
realizzò
su
disegno
di
Viollet-le-Duc.
Essa
raffigura
Cristo
in
posizione
eretta,
con
la
mano
destra
in
atto
di
benedizione
e
la
sinistra
che
tiene
il
libro
dei
Vangeli,
e
poggia
su
un
piedistallo
raffigurante
le
Arti.

Portale
della
Vergine
-
Il
portale
della
Vergine
è
il
portale
di
sinistra
della
facciata.
Venne
realizzato
tra
il
1210
e
il
1220
e,
danneggiato
durante
la
Rivoluzione
francese,
è
stato
ripristinato
nel
corso
dei
restauri
ottocenteschi.
La
decorazione
a
rilievo
della
lunetta
è
disposta
su
tre
ordini
sovrapposti.
Nell'architrave
vi
è,
al
centro,
la
raffigurazione
dell'Arca
dell'Alleanza
posta
sotto
un
baldacchino
gotico
sorretto
da
colonnine;
ai
lati,
trovano
posto
a
sedere
a
sinistra
tre
profeti
e
a
destra
tre
re
di
Giudea,
con
in
mano
le
prefigurazioni
della
venuta
di
Cristo.
Nella
fascia
superiore
è
raffigurata
la
scena
della
dormizione
di
Maria,
ovvero
la
teoria
sostenuta
da
una
parte
dei
teologi,
che
Maria
non
sarebbe
veramente
morta,
ma
sarebbe
soltanto
caduta
in
un
sonno
profondo
prima
di
essere
assunta
in
cielo.
Al
centro
della
scena,
vi
è
il
corpo
di
Maria
che
viene
sollevato
dal
sepolcro
da
due
angeli
per
essere
portato
in
Paradiso;
intorno
e
alle
spalle
di
esso
si
trovano
gli
apostoli
tra
i
quali
all'estrema
sinistra
Paolo,
sotto
un
fico,
e
Pietro
e,
all'estrema
destra,
sotto
un
olivo,
Giovanni.
Al
centro,
Gesù
che
indica
il
ventre
della
madre,
dal
quale
venne
generato.
Nella
parte
superiore
della
lunetta,
è
raffigurata
l'Incoronazione
di
Maria:
la
Madonna
siede
in
trono
di
fianco
a
Cristo
e
viene
da
lui
benedetta
e
le
consegna
lo
scettro,
mentre
un
angelo
pone
sulla
sua
testa
una
corona.
Ai
lati,
due
angeli
cerofori
inginocchiati.
Nella
parte
inferiore
della
strombatura,
si
trovano
otto
statue.
Quelle
di
sinistra
raffigurano,
dall'esterno,
l'imperatore
Costantino
e
San
Dionigi,
affiancato
da
due
angeli
e
con
la
testa
in
mano,
simbolo
del
suo
martirio;
a
destra,
dall'esterno,
sono
raffigurati
San
Silvestro
papa,
Santa
Genoveffa,
Santo
Stefano
e
San
Giovanni
Battista.
Intorno
alla
porta
e
sotto
le
statue
sono
raffigurati
il
ciclo
della
vita
dell'uomo
con
i
segni
zodiacali,
i
mesi
dell'anno
e
le
stagioni.
L'archivolto
è
decorato
con
figure
di
santi
ricostruite
durante
il
restauro
del
XIX
secolo.
Il
trumeau
è
decorato
con
una
statua
raffigurante
la
Madonna
col
Bambino,
strettamente
collegata
alla
soprastante
Arca
dell'Alleanza
in
quanto
Maria
è,
come
l'arca,
il
frutto
di
una
promessa
fatta
da
Dio
al
suo
popolo
e
alle
sculture
sottostanti,
in
quanto
nuova
Eva.
La
statua
poggia
su
piedistallo
poligonale
con
scene
di
Adamo
ed
Eva
nel
Giardino
dell'Eden:
a
sinistra
la
creazione
di
Eva
da
una
costola
di
Adamo,
a
destra
la
cacciata
di
Adamo
ed
Eva
e
al
centro
la
tentazione
di
Adamo,
dove
al
posto
del
serpente
si
trova
Lilith,
personaggio
non
presente
nel
racconto
biblico
considerato
dagli
antichi
ebrei
la
prima
moglie
di
Adamo
poi
ripudiata
per
aver
rifiutato
di
obbedire
al
marito;
in
seguito
a
ciò
sarebbe
diventata
un
demone
notturno.

Portale
di
Sant'Anna
-
Il
portale
di
Sant'Anna
è
il
portale
di
destra
della
facciata
occidentale.
È
il
più
antico
dei
tre
ingressi
e
l'apparato
scultoreo
venne
realizzato
tra
il
1140
e
il
1150
per
uno
spazio
più
piccolo
ed
in
seguito
completato.
Anche
questo
portale
subì
danneggiamenti
durante
la
Rivoluzione
francese
e
venne
restaurato
nel
XIX
secolo.
L'apparato
decorativo
scultoreo
della
lunetta
tratta
di
Maria
e
dei
suoi
genitori
Anna
e
Gioacchino
ed
è
articolato
su
tre
piani
sovrapposti.
Nell'ordine
inferiore,
scolpito
nel
XIII
secolo
per
raccordare
la
decorazione
già
esistente
al
nuovo
portale,
sono
raffigurate
Scene
del
matrimonio
di
Gioacchino
ed
Anna;
in
quello
mediano,
invece,
del
XII
secolo,
da
sinistra
l'Annunciazione
a
Maria,
la
Visitazione
ad
Elisabetta,
la
Natività
di
Gesù,
l'Annuncio
ai
Pastori,
Erode
e
i
Magi.
Nella
parte
superiore,
all'interno
di
una
lunetta
di
dimensioni
minori
rispetto
a
quelle
della
lunetta
del
portale,
è
raffigurata
al
centro,
sotto
un
baldacchino,
la
Madonna
in
trono
col
Bambino,
con
ai
lati
due
angeli
turiferari
e,
alle
estremità
della
composizione,
il
vescovo
Maurice
de
Sully
con
il
decano
del
capitolo
Barbedour
e,
sul
lato
opposto,
inginocchiato,
Luigi
VII;
secondo
un'altra
interpretazione,
potrebbero
essere
il
vescovo
San
Germano
e
il
re
Childeberto
I.
Intorno
alla
lunetta
del
XII
secolo
vi
è
un
rilievo
del
secolo
successivo
con
ai
lati
elementi
vegetali
e
al
centro
due
angeli.
Alla
base
della
strombatura
trovano
luogo
otto
statue
ottocentesche
disposte
in
due
gruppi
di
quattro
ciascuna:
quelle
di
sinistra,
dall'esterno,
raffigurano
il
profeta
Elia,
la
vedova
di
Sarepta,
Salomone
e
Pietro
apostolo;
quelle
di
destra,
dall'esterno,
il
profeta
Isaia,
una
Sibilla,
(oppure
un
re
e
Betsabea),
il
re
Davide
e
Paolo
apostolo.
Il
trumeau
presenta
una
statua
raffigurante
San
Marcello
che
schiaccia
il
drago;
le
due
porte
dispongono
di
finiture
in
ferro
battuto
risalenti
al
XIII
secolo.

La
Galleria
dei
Re
-
La
galleria
dei
Re
è
posta
al
di
sopra
dei
portali
e
consiste
in
un
loggiato
formato
da
ventotto
archi
trilobati
poggianti
su
colonnine;
all'interno
di
ciascuno
di
essi
si
trova
una
statua,
alta
3,5
metri,
raffigurante
uno
dei
re
di
Giudea;
sebbene
questi
siano
stati
venti,
probabilmente
il
loro
numero
venne
arbitrariamente
accresciuto
fino
a
farlo
coincidere
con
quello
dei
re
di
Francia
fino
a
Filippo
il
Bello.
L'unico
re
identificabile
è
Davide,
il
quattordicesimo
da
sinistra,
che
poggia
i
piedi
sopra
un
leone.
Gli
archi
sono
disposti
asimmetricamente
nei
tre
campi
dettati
dai
quattro
contrafforti
della
facciata:
al
centro
e
a
sinistra
sono
in
gruppi
di
otto,
mentre
a
destra
sono
sette.
Le
statue
attualmente
visibili
risalgono
al
restauro
ottocentesco
e
furono
realizzate
su
disegno
di
Eugène
Viollet-le-Duc
dopo
che
quelle
originarie
erano
andate
distrutte
nel
1793
durante
la
Rivoluzione
francese
in
quanto
ritenute
raffigurazioni
dei
re
di
Francia;
nel
1977,
nell'ambito
della
riqualificazione
della
piazza,
i
resti
di
quest'ultime
sono
stati
rinvenuti
sotterrati
davanti
alla
facciata
della
cattedrale
e
sono
conservati
presso
il
Museo
di
Cluny.

Cerniere
delle
porte
-
Le
porte
lignee
della
facciata
occidentale
sono
caratterizzate
dalle
cerniere
in
ferro
battuto,
riccamente
decorate;
queste
vennero
realizzate
non
come
una
scultura
unitaria,
ma
come
l'unione
di
pezzi
più
piccoli
saldati
fra
di
loro
anche
attraverso
passanti
e
uniti
al
legno
della
porta
attraverso
dei
chiodi;
il
loro
spessore
è
di
2
centimetri,
mentre
la
loro
larghezza
è
compresa
tra
il
16
e
i
18
centimetri.
Secondo
una
leggenda,
le
cerniere
sarebbero
opera
di
un
unico
fabbro,
Biscornet,
il
quale,
dopo
molti
giorni
di
lavoro,
insoddisfatto
del
risultato,
avrebbe
invocato
il
demonio
in
un
momento
di
rabbia
e
questi
lo
avrebbe
aiutato,
tanto
che
le
porte,
terminate
nell'arco
di
una
notte,
non
poterono
esser
aperte
se
non
dopo
esser
state
benedette
con
l'acqua
santa.
Un'altra
leggenda
vuole
che
le
cerniere
siano
state
forgiate
dal
demonio
stesso
nella
fucina
infernale.
In
realtà,
il
manufatto
attualmente
in
loco
non
è
più
quello
originario
medievale,
risalente
al
XIII
secolo
ma,
per
quanto
riguarda
le
porte
laterali,
rimaneggiato
nel
corso
del
XVIII
secolo;
le
cerniere
del
portale
del
Giudizio
sono
invece
integralmente
opera
del
fabbro
Pierre
François
Marie
Boulanger
che
le
realizzò
tra
il
1859
e
il
1867;
infatti,
con
l'eliminazione
del
trumeau
su
progetto
di
Jacques-Germain
Soufflot,
fu
necessaria
la
costruzione
e
l'installazione
di
una
porta
adatta
alle
nuove
dimensioni
del
portale,
con
cerniere
costruite
ex
novo
raffiguranti
la
Madonna
e
Gesù.

Rosone
-
Al
di
sopra
della
galleria
dei
Re,
in
asse
con
il
portale
del
Giudizio
universale,
si
apre
il
rosone,
che
dà
luce
alla
navata
centrale
della
cattedrale
ed
è
il
punto
focale
di
tutta
la
facciata.
Questo
ha
un
diametro
di
9,7
metri
ed
è
posto
dietro
ad
un
gruppo
scultoreo
ottocentesco
composto
da
una
Madonna
col
Bambino
al
centro
e
da
due
Angeli
ai
lati.
La
vetrata,
già
restaurata
nel
XVI
secolo,
è
stata
in
gran
parte
rifatta
durante
i
restauri
di
Viollet-le-Duc.
L'iconografia
si
sviluppa
su
tre
cerchi
concentrici
con,
nel
mezzo,
la
Madonna
in
trono
col
Bambino.
Nel
cerchio
interno,
sono
raffigurati
dodici
profeti;
in
quello
mediano,
entro
ventiquattro
tondi,
vi
sono
i
vizi
e
i
segni
zodiacali;
in
quello
esterno,
entro
altrettanti
campi
a
forma
di
croce
greca
con
angoli
smussati,
si
trovano
le
virtù
e
i
mesi
dell'anno.
Torri
-
Al
di
sopra
della
galleria
delle
chimere,
si
elevano
le
due
torri
campanarie
a
pianta
quadrangolare,
leggermente
asimmetriche,
con
quella
di
destra
(torre
sud,
terminata
nel
1250)
leggermente
più
stretta
rispetto
a
quella
di
sinistra
(torre
nord,
terminata
nel
1240).
All'altezza
del
cleristorio
della
navata
centrale
della
chiesa,
all'interno
di
ciascuna
delle
due
torri,
vi
è
una
sala
coperta
con
volta
a
crociera
con
otto
vele
ed
illuminata
dalla
rispettiva
bifora
di
facciata
posta
al
fianco
del
rosone.
Esternamente
sono
caratterizzate
dalle
celle
campanarie
che
danno
sull'esterno
con
due
monofore
ogivali
per
ogni
facciata.
Il
coronamento,
che
si
trova
a
69
metri
di
altezza
dal
suolo
e
che
si
raggiunge
tramite
378
gradini,
è
piano,
con
un
basso
tetto
ad
ottuplo
spiovente
di
dimensioni
minori
e
balaustra
scolpita
decorata
con
gargolle.
Secondo
vari
architetti
e
studiosi,
tra
i
quali
Eugène
Viollet-le-Duc,
nel
progetto
originario
era
previsto
un
coronamento
a
cuspide,
come
nelle
altre
cattedrali
gotiche
francesi.
Lo
stesso
Viollet-le-Duc
aveva
presentato
un
progetto
per
realizzare
tale
copertura
ispirata
alla
cuspide
della
torre
di
destra
della
cattedrale
di
Chartres,
che
però
non
venne
eseguito.
Fiancate
-
Le
fiancate
della
cattedrale
rispecchiano
la
struttura
interna
della
chiesa,
a
cinque
navate
con
matroneo
e
cappelle
laterali,
con
tre
livelli
distinti:
il
più
alto
corrisponde
al
cleristorio
della
navata
centrale;
quello
intermedio
corrisponde
al
matroneo
con
finestre
a
lunetta
ogivale;
quello
inferiore
corrisponde
alle
cappelle,
con
quadrifore
fornite
di
ghimberga.
Le
cappelle
sono
ricavate
nello
spazio
tra
i
contrafforti.
Questi
sono
a
pianta
rettangolare
e
sono
sormontati
da
pinnacoli
aggiunti
nel
XIV
secolo
e
restaurati
ed
in
parte
ricostruiti
da
Eugène
Viollet-le-Duc.
I
contrafforti
vennero
costruiti
insieme
agli
archi
rampanti
a
partire
dal
1220
per
assolvere
ad
un
doppio
scopo:
il
primo
di
carattere
statico,
il
secondo
di
carattere
pratico.
Poiché
erano
state
aperte
nel
cleristorio
della
navata
centrale
grandi
bifore
al
posto
del
doppio
ordine
di
rosoni
e
monofore,
i
contrafforti
e
gli
archi
rampanti
avevano
il
compito
di
rafforzare
la
struttura
scaricando
al
suolo
le
spinte
dell'edificio.
Dal
punto
di
vista
pratico,
gli
archi
vennero
concepiti
ed
utilizzati
anche
come
scolo
delle
acque
meteoriche
e
perciò
dotati
di
una
gargolla,
un
doccione
avente
le
sembianze
di
un
mostro.
Gli
archi
rampanti
sono
doppi:
quello
superiore
corrisponde
alla
navata
centrale,
quello
inferiore
al
matroneo.

Transetto
-
Facciata
nord
-
La
facciata
del
transetto
rivolta
verso
settentrione
venne
costruita
in
stile
gotico
a
partire
dal
1250
su
progetto
di
Jean
de
Chelles
in
sostituzione
di
quella
precedente,
in
stile
romanico.
Il
prospetto
dà
su
Rue
du
Cloître
Notre
Dame
ed
è
suddiviso
orizzontalmente
in
più
ordini.
In
basso
si
apre
il
portale
del
chiostro,
posto
fra
due
apparati
decorativi
con
tre
nicchie
ciascuno,
i
resti
delle
cui
statue,
raffiguranti
i
Re
Magi
(a
sinistra)
e
le
Virtù
teologali
(a
destra)
si
trovano
al
Museo
di
Cluny.
Il
portale
è
strombato
ed
è
sormontato
da
una
ghimberga
decorata
con,
al
centro,
un
oculo.
Il
trumeau
è
decorato
con
una
statua
del
XIII
secolo
raffigurante
la
Madonna,
risparmiata
durante
la
Rivoluzione
francese,
sebbene
sia
stato
distrutto
il
Bambino
Gesù
che
teneva
in
braccio.
L'iconografia
della
lunetta
è
incentrata
sulla
figura
di
Maria
e
si
sviluppa
su
tre
piani
sovrapposti.
In
basso,
da
sinistra,
vi
sono
la
Natività
di
Gesù,
la
Presentazione
di
Gesù
al
Tempio,
Re
Erode,
la
Strage
degli
Innocenti
e
la
Fuga
in
Egitto;
nella
fascia
mediana,
è
riportata
la
leggenda
di
Teofilo
di
Andana,
trattata
anche
nel
dramma
liturgico
di
Rutebeuf
Il
miracolo
di
Teofilo,
secondo
la
quale
Teofilo,
dopo
aver
venduto
la
propria
anima
al
demonio
per
diventare
vescovo,
attraverso
l'invocazione
della
Madonna
avrebbe
ottenuto
il
perdono.
Al
di
sopra
del
portale,
vi
è
una
serie
di
nove
bifore
poggianti
su
colonnine
e
sormontate
da
un
rosone
il
cui
diametro
è
di
13,10
metri.
L'iconografia
di
quest'ultimo
è
incentrata
sulla
glorificazione
di
Maria
e
si
sviluppa
su
tre
circonferenze
concentriche
entro
tondi.
Al
centro
è
raffigurata
la
Madonna
in
trono
con
il
Bambino,
nella
circonferenza
interna
i
profeti,
nella
circonferenza
mediana
e
in
quella
esterna
personaggi
dell'Antico
Testamento,
tra
i
quali
giudici
e
re.
La
facciata
termina
con
una
slanciata
cuspide
decorata
con
un
rosone
circolare
affiancato
da
quattro
più
piccoli
a
forma
di
croce;
ai
suoi
lati
vi
sono
due
guglie
con
base
ottagonale
formata
da
archi
ogivali
poggianti
su
colonnine.

Facciata
sud
-
La
facciata
del
transetto
rivolta
verso
sud
e
la
Senna
venne
iniziata,
come
reca
un'iscrizione
posta
sopra
la
soglia
della
porta,
il
12
febbraio
1258
su
progetto
di
Jean
de
Chelles
e,
dopo
la
sua
morte
(1265),
portata
a
compimento
da
Pierre
de
Montereau;
è
stata
interessata
dai
restauri
condotti
da
Viollet-le-Duc
che
ruotò
di
cinque
gradi
la
parte
centrale
dell'intelaiatura
del
rosone
per
farle
assumere
un
aspetto
cruciforme.
Il
prospetto,
suddiviso
orizzontalmente
in
più
ordini,
presenta
al
centro
della
parte
inferiore
il
portale
di
Santo
Stefano,
terminato
nel
1270
con
il
compito
di
collegare
la
cattedrale
al
palazzo
vescovile
Il
portale
è
strombato
ed
è
sormontato
da
una
ghimberga
al
centro
della
quale
si
apre
un
oculo.
Il
trumeau
è
decorato
da
una
statua
raffigurante
Santo
Stefano,
scolpita
nel
XIX
secolo
da
Adolphe-Victor
Geoffroy-Dechaume
in
sostituzione
di
quella
medievale,
danneggiata
durante
la
Rivoluzione
francese
e
attualmente
al
Museo
di
Cluny.
La
lunetta
raffigura
gli
avvenimenti
inerenti
al
martirio
del
santo,
narrati
nei
capitoli
sesto
e
settimo
degli
Atti
degli
Apostoli.
La
decorazione
a
bassorilievo
si
sviluppa
su
tre
fasce
sovrapposte:
in
quella
inferiore
a
sinistra
vi
è
la
Predicazione
di
Santo
Stefano,
a
destra
la
Condanna
alla
lapidazione;
in
quella
mediana
vi
sono
a
sinistra
il
Martirio
e
a
destra
la
Sepoltura;
in
alto,
Gesù
fra
due
angeli.
L'intradosso
della
strombatura
è
decorato
con
sculture
di
Martiri
ed
Angeli,
mentre
le
statue
alla
base
e
ai
lati
del
portale
raffigurano,
a
gruppi
di
tre,
gli
Apostoli
e
la
Leggenda
di
San
Martino;
sono
presenti
anche
bassorilievi
con
scene
dalla
vita
quotidiana
di
studenti
e
professori
dell'Università
di
Parigi,
fondata
intorno
al
1170.
Al
di
sopra
del
loggiato
di
otto
bifore
soprastante
il
portale,
vi
è
il
rosone,
di
12,90
metri
di
diametro,
ricostruito
nel
XIX
secolo
da
Eugène
Viollet-le-Duc
al
posto
di
quello
precedente,
danneggiato
durante
la
Rivoluzione
francese,
e
caratterizzato
da
un'ossatura
marmorea
più
spessa
in
confronto
a
quella
degli
altri
rosoni
della
cattedrale
per
resistere
meglio
alle
intemperie.
La
vetrata,
in
parte
con
elementi
originari
del
XIII
secolo,
è
opera
di
Alfred
Gérente
che
si
ispirò
a
quella
medioevale,
con
un'iconografia
basata
sui
testimoni
di
Cristo.
Al
centro,
vi
è
il
Cristo
dell'Apocalisse
assiso
in
trono
fra
i
simboli
degli
Evangelisti
e
con
in
bocca
una
spada,
simbolo
di
separazione
della
sua
Parola
dalla
menzogna;
nei
due
cerchi
interni
vi
sono
figure
di
santi,
martiri
ed
apostoli,
in
quello
successivo
anche
scene
tratte
dai
Vangeli,
mentre
l'ultimo
è
prevalentemente
costituito
da
angeli
che
portano
doni;
in
basso,
a
sinistra
la
Discesa
agli
inferi
e
a
destra
la
Resurrezione
di
Cristo.
Le
bifore
sottostanti
il
rosone
sono
decorate
con
vetrate
raffiguranti
sedici
profeti;
al
centro
vi
sono
Isaia,
Geremia,
Ezechiele
e
Daniele,
i
quali
portano
rispettivamente
sulle
spalle
gli
evangelisti
Marco,
Matteo,
Luca
e
Giovanni.
La
facciata
termina
in
alto
con
uno
slanciato
timpano
triangolare,
realizzato
nel
1257
e
caratterizzato
dalla
presenza
di
un
rosone
circolare
che
ne
alleggerisce
il
peso
dando
allo
stesso
tempo
luce
all'ambiente
sottotetto
soprastante
le
volte
del
transetto.
La
composizione
è
decorata
da
due
guglie
ottagonali
con
alla
base
monofore
ogivali
e
da
tre
sculture
che
richiamano
quelle
del
portale:
al
centro
Cristo
appare
in
sogno
a
San
Martino,
con
quest'ultimo
situato
in
basso
a
destra
e
che,
secondo
la
leggenda,
indossa
solo
metà
mantello;
in
basso
a
sinistra
vi
è
Santo
Stefano.
Porta
rossa
-
In
corrispondenza
della
terza
campata
del
deambulatorio,
si
apre
sul
fianco
sinistro
del
coro
un
portale
detto
porta
rossaper
il
particolare
colore
dei
suoi
battenti.
Venne
costruito
da
Pierre
de
Montereau
nel
1270
grazie
ad
una
donazione
del
re
Luigi
IX,
con
la
funzione
di
ingresso
alla
cattedrale
riservato
ai
canonici.
Oggetto
di
un
importante
restauro
effettuato
nel
primo
semestre
del
2012,
la
porta
è
priva
di
trumeau
ed
è
sormontata
da
una
ghimberga
affiancata
da
due
guglie;
gli
archi
ogivali
dell'intradosso
sono
sottolineati
dalla
presenza
di
decorazioni
vegetali.
La
lunetta
è
ornata
da
un
altorilievo
con
l'Incoronazione
della
Vergine,
nella
quale
spiccano
le
figure
della
Madonna
e
di
Gesù
al
centro
e,
ai
lati,
di
Luigi
IX
(a
sinistra)
e
di
sua
moglie
Margherita
di
Provenza
(a
destra);
in
alto,
un
angelo.
L'intradosso
è
decorato
da
sei
bassorilievi
raffiguranti
scene
della
vita
di
san
Marcello
di
Parigi:
da
sinistra:
la
Nascita
di
San
Marcello;
San
Marcello
battezzato
dal
vescovo
Prudenzio;
San
Marcello
che
assiste
alla
Messa;
Ammissione
agli
ordini
sacri
e
lettorato
di
San
Marcello;
San
Marcello
che
uccide
il
drago;
San
Marcello
circondato
dai
chierici.
Sul
fianco
sinistro
del
coro,
oltre
la
porta
rossa,
si
trovano
sette
bassorilievi
scolpiti
intorno
al
1320,
dopo
la
fine
della
costruzione
delle
cappelle
radiali,
secondo
alcune
ipotesi
collocati
nella
loro
posizione
attuale
dopo
la
demolizione
del
muro
di
recinzione
del
coro
ligneo
all'interno
della
cattedrale,
ove
le
sculture
si
sarebbero
trovate
in
origine.
Integrate
nel
XIX
secolo
dopo
i
danni
causati
dalla
Rivoluzione
francese,
esse
seguono
tutte
uno
stesso
schema,
con
la
scena
raffigurata
all'interno
di
un
quadrilobo
decorato
con
motivi
vegetali
e
affiancato
da
due
piccole
semi-guglie.
L'iconografia
è
incentrata
sulla
gloria
di
Maria
trattata
raffigurando
la
sua
morte
e
gli
avvenimenti
ad
essa
successivi.
La
prima
scena
raffigura
la
Morte
della
Vergine:
il
corpo
di
Maria
è
disteso
sopra
un
letto
coperto
con
un
sudario
ed
è
circondato
dagli
apostoli,
in
piedi,
con
espressioni
di
dolore;
sopra
di
loro,
vi
sono
due
angeli
che
si
lamentano.
Segue
il
Funerale
della
Vergine,
la
cui
bara
è
portata
a
spalla
dagli
apostoli;
al
centro,
è
raffigurato
l'episodio,
narrato
nella
Legenda
Aurea,
del
sommo
sacerdote
Ieconia:
egli,
per
bruciare
il
corpo
della
Madonna,
si
aggrappa
al
feretro
e
l'arcangelo
Michele
gli
taglia
le
mani,
che
rimangono
attaccate
alla
bara;
la
sua
guarigione,
non
rappresentata
nel
rilievo,
avverrà
per
intercessione
di
San
Pietro.
La
terza
scena
tratta
dell'Assunzione
di
Maria,
la
quale
è
portata
in
cielo
da
otto
angeli
all'interno
di
una
mandorla
fatta
di
nuvole.
Quella
successiva
è,
a
causa
del
suo
stato
di
conservazione,
di
interpretazione
incerta:
potrebbe
raffigurare,
infatti,
o
la
Glorificazione
del
Cristo
Risorto,
oppure
la
Glorificazione
di
Maria
col
Bambino.
Segue
l'Incoronazione
della
Vergine:
Gesù,
seduto
vicino
alla
madre,
pone
sul
suo
capo
una
corona,
andata
perduta,
mentre
sopra
di
loro
ci
sono
due
angeli
musicisti
che
suonano
un
organo
portativo
(sopra
la
Madonna)
e
probabilmente
una
viola.
Gli
ultimi
due
bassorilievi
raffigurano
rispettivamente
l'Intercessione
della
Vergine
e
il
Miracolo
di
Teofilo.
Nel
primo,
al
centro
si
vede
Gesù
giudice
in
trono
coronato
di
spine
e
affiancato
da
due
angeli,
mentre
ai
suoi
piedi,
inginocchiati,
vi
sono
la
Madonna
e
un
personaggio
identificabile
in
San
Giovanni
evangelista;
nel
secondo,
invece,
a
destra
si
vede
Teofilo
in
potere
del
diavolo,
a
sinistra
lo
stesso
inginocchiato
davanti
a
Maria.
La
galleria
delle
chimere
-
In
alto
sulla
facciata
si
apre
la
galleria
costituita
dalle
statue
delle
chimere,
spaventosi
mostri
mitologici
affiancati
da
bizzarre
figure
ghignanti
e
grottesche,
comunemente
note
come
gargouilles;
essi
hanno
principalmente
la
funzione
di
doccioni
e
furono
realizzati
da
Viollet-le-Duc,
che
qui
diede
libero
corso
alla
sua
fantasia.
Abside
-
L'abside,
costruita
tra
il
1163
e
il
1180,
è
la
parte
più
antica
della
cattedrale
ed
è
stata
rimaneggiata
nel
XIII
secolo
con
la
costruzione
delle
cappelle
radiali,
dei
contrafforti
e
degli
archi
rampanti.
L'abside
si
articola
su
tre
livelli
che
seguono
la
struttura
interna
della
chiesa:[172]
quello
inferiore
corrisponde
alle
cappelle
radiali
e
alla
navata
esterna
del
deambulatorio
ed
è
caratterizzato
da
quadrifore,
ciascuna
sormontata
da
una
ghimberga;
quello
mediano,
costituito
dal
matroneo
presenta
delle
trifore,
anch'esse
con
ghimberga;
l'ultimo
corrisponde
al
cleristorio
dell'abside,
formato
da
alte
bifore
leggermente
strombate.
Gli
archi
rampanti,
in
totale
quattordici,
sono
frutto
di
un
rifacimento
trecentesco
di
quelli
del
XIII
secolo
ed
hanno
un
raggio
di
15
metri.
La
loro
particolarità
è
quella
di
essere
doppi,
con
un
unico
contrafforte
sormontato
da
un
pinnacolo
che
serve
due
archi:
l'arco
superiore,
più
ampio
rispetto
a
quello
inferiore,
collega
il
contrafforte
alla
navata
centrale,
quello
inferiore
al
matroneo;
in
corrispondenza
della
cappella
centrale,
vi
sono
due
piccoli
archi
disposti
ad
angolo
acuto.
Non
si
ha
la
certezza
se
gli
archi
rampanti
dell'abside
e
del
transetto
siano
stati
costruiti
contemporaneamente
o
successivamente
rispetto
alla
chiesa;
tuttavia,
secondo
l'ipotesi
più
accreditata,
essi
furono
costruiti
soltanto
in
un
secondo
momento,
a
partire
dal
1230,
essendo
la
struttura
in
grado
di
sorreggersi
autonomamente.
Tetto
-
Il
tetto
della
cattedrale
è
ancora
quello
originario,
sostituzione
della
copertura
provvisoria
dei
tempi
del
vescovo
Maurice
de
Sully
(il
quale
alla
sua
morte
lasciò
per
la
sua
costruzione
50.000
livre
tournois)
terminata
nel
1326
con
l'installazione
delle
tegole,
costituite
da
lastre
di
piombo
con
uno
spessore
di
5
millimetri;
il
suo
peso
totale
è
di
210.000
chilogrammi.
Il
telaio
di
sostegno
della
copertura
è
in
legno
di
quercia;
è
stimato
che
per
realizzarlo
siano
state
necessarie
circa
1.300
querce,
corrispondenti
a
21
ettari
di
foresta.
Esso,
insieme
a
quello
della
chiesa
di
Saint-Pierre-de-Montmartre
(1147),
è
uno
dei
più
antichi
della
città,
essendo
stato
ricostruito
a
partire
dal
1220
con
il
materiale
(risalente
all'VIII
o
al
IX
secolo)
di
uno
più
antico.
Attualmente
rimangono
i
telai
originari
solo
nell'area
della
navata
e
del
coro,
realizzati
tra
il
1220
e
il
1240,
mentre
quelli
del
transetto
e
di
sostegno
alla
flèche
sono
frutto
di
una
ricostruzione
ottocentesca,
sotto
la
direzione
di
Eugène
Viollet-le-Duc.
L'inclinazione
dei
due
spioventi
è
di
55°
e,
alla
loro
sommità,
si
trova
una
ringhiera
metallica
riccamente
decorata.

Flèche
-
Con guglia
della
cattedrale
di
Notre-Dame
a
Parigi si
fa
riferimento
a
due
strutture
analoghe
che
si
sono
susseguite
nell'arco
dei
secoli
al
colmo
del tetto in
corrispondenza
della crociera:
-
quella
del XIII
secolo,
degradata
dagli agenti
atmosferici e
demolita
alla
fine
del XVIII
secolo,
durante
la Rivoluzione
francese;
-
quella
del XIX
secolo,
costruita
in stile
neogotico su
progetto
di Eugène
Viollet-le-Duc e
distrutta
dall'incendio del
15
aprile 2019.
La
prima guglia sulla crociera della cattedrale
di
Notre-Dame venne
costruita
intorno
al 1250; essa
poggiava
su
una
piattaforma
ottagonale e
il
suo
peso,
attraverso
un
ingegnoso
sistema
di travi lignee,
veniva
direttamente
scaricato
sui
quattro
pilastri che
reggono
la volta della crociera; lo
stesso
sistema
impediva
alla
struttura
qualsiasi
torsione
su
sé
stessa
in
quanto
dotata
di
otto
punti
di
appoggio
alla
sua
base
capaci
di
contrastare
i
venti
provenienti
da
tutte
le
angolazioni
mediante
l'incrocio
delle
travi. La
guglia,
che
alla
sua
sommità
raggiungeva
l'altezza
di
77,96 metri,
nacque
fin
da
subito
con
la
funzione
di torre
campanaria ausiliaria
(«petite
sonnerie»
in lingua
francese)
e
al
suo
interno
venne
installato
un
concerto
di campane che
assunse
la
sua
conformazione
definitiva
agli
inizi
del XVII
secolo.
Queste
campane
servivano ad annunciare le celebrazioni della cattedrale congiuntamente a
quelle
situate
nelle
due
torri
della
facciata occidentale.
Ad
esse
se
ne
aggiungeva
una
sesta
in lego,
chiamata la
Clopette,
che
veniva
utilizzata
dalla
sera
del
Giovedì
Santo alla Veglia
pasquale.
A
partire
dal XVII
secolo la
guglia
fu
oggetto
di
un
progressivo
degrado
a
causa
della
sua
particolare
esposizione
agli agenti
atmosferici ed
in
particolare
al vento:
a
causa
del
telaio
in
parte
marcito,
nel
marzo 1609 la
croce
posta
sulla
sua
sommità
cadde
e
venne
presto
ripristinata; nel 1744 risultava
pericolosamente
inclinata
verso sud-est,
mentre
la
sua
copertura
in
piombo
era
diffusamente
screpolata;
nel
1788 iniziò
un
dibattito
tra
esperti
sull'opportunità
di
restaurare
o
demolire
la
guglia
che
portò,
nel 1792,
alla
distruzione
integrale
della
struttura
motivata
sia
dalla
sua
instabilità,
sia
dalla
volontà
di
rifonderne
il
rivestimento
metallico; in
tale
occasione
andò
perduto
anche
il
concerto
di
campane. Al
momento
della
sua
demolizione,
la
guglia
di
Notre-Dame
era
stimata
essere
la
più
antica
di
tutte
quelle
esistenti
all'epoca.
La
cattedrale
rimase
senza guglia fino
ai
grandi
restauri
della
metà
del XIX
secolo,
diretti
da Jean-Baptiste
Antoine
Lassus e Eugène
Viollet-le-Duc.
Già
nel
progetto
generale
del 1843 era
prevista
la
ricostruzione
della
guglia, tuttavia
Viollet-le-Duc
(che
ne
sarà
poi
l'unico
progettista
dopo
la
morte
di
Lassus,
avvenuta
il
15
luglio 1857)
preferì
dare
la
precedenza
ad
interventi
considerati
più
urgenti.
La
nuova
guglia
venne
disegnata
nell'ottobre 1857;
come
modello
fu
presa
quella
della cattedrale
di
Sainte-Croix
ad
Orléans,
costruita
nel 1855-1859 su
disegno
di Émile
Boeswillwald che
si
era
a
sua
volta
ispirato
a
quella
della
cattedrale
di
Notre-Dame ad Amiens, degli
inizi
del XVI
sec.;
Viollet-le-Duc
fece
inoltre
riferimento
ai
numerosi
elementi
superstiti
della
struttura
duecentesca di
Notre-Dame
presenti
nei
magazzini
del
cantiere;
il
suo
scopo
era
quello
di
ideare
e
costruire
una
struttura
che
coniugasse
estetica
e
stabilità
massimale.
I
lavori
furono
autorizzati
l'8
marzo 1858 e
l'assemblaggio
in
loco
delle
varie
componenti
iniziò
il
14
febbraio
1859,
per
concludersi
nell'agosto
dello
stesso
anno;
le
impalcature
furono
rimosse
nell'inverno
1860.
Nel
corso
degli anni
1990 la
guglia
venne
visitata
al
suo
interno
un
centinaio
di
volte
circa
dal
viaggiatore
e
scrittore Sylvain
Tesson,
mentre
l'alpinista Chantal
Mauduit
la
scalò
esternamente
il
10
marzo 1997;
un'operazione
analoga
venne
operata
due
anni
dopo
da
due
attivisti
dell'associazione
France-Tibet
contro
l'occupazione
militare cinese del Tibet a
quarant'anni
dalla
sollevazione
popolare
tibetana
del 1959.
La
guglia,
alta
circa
44,50 metri
inclusa
la
croce,
raggiungeva
alla
sommità
un'altezza
di
96 metri
(18 metri
in
meno
rispetto
a
quella
della
cattedrale
di
Orléans)
ed
era
costituita
da
una
struttura
portante
in
legno
di quercia della Champagne dal
peso
di
500 tonnellate,
realizzata
dal carpentiere Auguste
Bellu
(che
aveva
partecipato
alla
ricostruzione
sia
della
guglia
della
Sainte-Chapelle,
sotto
la
direzione
di
Lassus
nel 1853,
sia
di
quella
di
Orléans)
e
da
una
copertura
metallica
opera
dell'Ateliers
Durand,
per
la
quale
vennero
utilizzate
250 tonnellate
di piombo.
La
guglia,
poggiante
tramite
travi
lignee
sui
quattro
pilastri
della crociera con
un
sistema
di
travi
ricostruito ex-novo analogamente
a
quello duecentesco, era
rinforzata
alla
base
da
quattro contraffissi posti
diagonalmente
rispetto
alla navata e
al transetto;
ciascuno
di
essi
era
esternamente
ornato
da
un
gruppo
di
quattro
statue
in rame realizzate a
sbalzo da
Adolphe-Victor
Geoffroy-Dechaume
su
disegno
di
Viollet-le-Duc,
ognuna
poggiante
su
uno
dei
pilastri
di
irrigidimento
opportunamente
prolungati
al
di
sopra
del
relativo
contraffisso. Esse,
scampate
all'incendio del
15
aprile 2019,
sono
ispirate
alle
sculture
del XIII
secolo e
raffigurano
i simboli
dei
quattro
evangelisti (la
statua
più
esterna
di
ciascun
gruppo)
e
i dodici
apostoli (le
tre
statue
interne
di
ciascun
gruppo,
ognuna
alta
3 metri);
le
statue
degli
apostoli
guardavano
tutte
in
basso
verso
la
città
ad
eccezione
di
quella
raffigurante san
Tommaso (la
più
alta
del
gruppo
sud-est),
patrono
degli architetti, che
ha
le
sembianze
di Eugène
Viollet-le-Duc
(il
cui
nome
è
riportato
sulla riga che
tiene
nella
mano
destra)
ed
era
rivolta
verso
la
"sua"
guglia.
L'intera
struttura
lignea
ruotava
intorno
ad
un
pilastro
centrale
che,
alla
sua
base,
presentava
una
placca
in ferro di
modeste
dimensioni
recante
simboli
considerati massonici come
la squadra e
il compasso,
e
la
seguente
iscrizione:
(FR)
«Cette
flêche
a
été
faite
en
l'an
1859
M.
Viollet-le-Duc
étant
architecte
de
la
cathédrale,
par
Bellu,
entrepre
-
(neur
en)
charpente,
Georges
étant
gacheur
des
Compagnons
Charpentiers
du
Devoir
de
Liberté»
|
(IT)
«Questa
freccia
fu
costruita
nell'anno
1859
dal
sig.
Viollet-le-Duc
architetto
della
cattedrale,
da
Bellu,
imprenditore,
e
dal
falegname
Georges
essendo
apprendista
dei
Compagni
Carpentieri
del
Dovere
della
Libertà.»
|
La
base
della
guglia
ottocentesca
era
alta
9,20 metri
e,
al
fine
di
contrastare
possibili
deformazioni
della
struttura
portante,
si
stringeva
leggermente
verso
l'alto
con
una
leggera
convergenza
verso
il
centro
degli
elementi
perimetrali
difficilmente
percepibile
per
effetto
della prospettiva; presentava
rispetto
alla
base
della
guglia
duecentesca
e
a
quella
del
progetto
del 1843 un piano in più per
meglio
sostenere
la
guglia
soprastante
mediante
un
sistema
interno
di
travi
diagonalmente
poste
tra
di
loro. L'intero
apparato
decorativo
era
in piombo. Nell'ordine inferiore, con tegole romboidali,
si
apriva
su
ogni
lato
una
finestra
a quadrilobo di
modeste
dimensioni;
in
quello
intermedio
una bifora, mentre in quello superiore una monofora con slanciata ghimberga; le finestre due due piani superiori presentavano un parapetto ad archetti,
mentre
i
cornicioni
intermedi
erano
ornati
agli
angoli
da gargolle intervallate
da
fulmini
sporgenti
verso
l'esterno,
analoghi
a
quelli
della
guglia
della cattedrale
di
Amiens,
che
secondo
la
credenza
medioevale
avevano
il
potere
di
allontanare
i lampi dall'edificio.
La
copertura piramidale era
costituita
da
sedici
spicchi
disposti
a
stella
che
al
tempo
stesso
mostrava
una
grande
resistenza
ai
venti
e
conferiva
alla
guglia
un
aspetto
più
snello, con
effetti
di chiaroscuro;
alla
sua
sommità
si
trovava
una
corona
di rose e gigli,
sormontata
dalla
croce,
l'intersezione
dei
cui
bracci
costituiva
il
punto
75056AO
della rete
geodetica
francese.
Sopra
la
croce
vi
era
una
statua
a
tutto
tondo
in rame, anch'essa opera di Geoffroy-Dechaume, del peso di 30 kg raffigurante
un gallo;
al
suo
interno
nel 1859 venne collocato un frammento della Corona
di
spine di Gesù custodita all'interno della cattedrale; nel 1935 su iniziativa dell'arcivescovo
di
Parigi
cardinale
Jean
Verdier,
vi
furono
inserite
anche
due reliquie dei santi Dionigi e Genoveffa.
La
flèche
venne
restaurata
una
prima
volta
nel 1882 e nel 1886 dall'Atelier Monduit e
nuovamente
nel
1935-1937.
A causa di un diffuso degrado della copertura in piombo dovuto sia agli agenti
atmosferici,
sia
alle
pallottole
che
lo
avevano
colpito
durante
la Liberazione
di
Parigi nell'agosto 1944, nell'ambito dei lavori di restauro complessivi dell'intera cattedrale iniziati
nel
2013
e affidati alla direzione dell'architetto in capo dei monumenti
storici
di
Francia Philippe Villeneuve, era previsto un intervento mirato anche sulla flèche,
affidato
all'impresa
Socra
di Périgueux, dal costo di 11 milioni di euro (dei quali 2,5 finanziati dallo Stato
francese)
e
dalla
durata
prevista
di
tre
anni;
era
inoltre
stata
programmata
un'operazione
simile
ogni
ottant'anni. La
ristrutturazione
ha
avuto
inizio
l'11
aprile 2019 con la rimozione delle sedici statue poste alla base della flèche
che,
a
partire
dall'autunno
dello
stesso
anno
e
fino
alla
fine
dell'intervento,
sarebbero
state
esposte
nel coro della
cattedrale
e
a
coppia
portate
a
Périgueux
per
essere
anch'esse
restaurate.
La
sera
del
15
aprile 2019 un violento
incendio è
scoppiato
nel
sottotetto
nell'area
alla
base
della
flèche;
le
fiamme
hanno
causato
la
perdita
totale
del
tetto
della
cattedrale
e
della
flèche
stessa
che,
avvolta
dalle
fiamme,
alle
19:50
è
crollata: la
parte
superiore
ha
causato
il
collasso
delle
vele
della volta tra
la
quarta
e
la
quinta
campata
della navata centrale, mentre la sezione inferiore quello della volta della crociera. Le
uniche
parti
superstiti
sono
le
statue,
rimosse
quattro
giorni
prima,
e
il
gallo,
la
cui
rimozione
era
stata
prevista
per
il
giugno 2019, rinvenuto pressoché integro con le reliquie in esso contenuto sul tetto della navata destra del coro della
cattedrale.
Il
17
aprile 2019 il primo
ministro
francese Édouard
Philippe ha
annunciato
l'indizione
di
un concorso
internazionale
di
architettura per decidere se ricostruire la flèche; in caso di risposta
affermativa,
dovrà
essere
stabilito
se
riedificarla
identica
a
quella
di
Viollet-le-Duc
oppure
se
in
una
forma
del
tutto
inedita.
Piedicroce
-
Navate
-
Il
piedicroce
è
diviso
in
cinque
navate.
La
navata
maggiore,
alta
32
metri
e
larga
12,
si
articola
in
cinque
campate,
ciascuna
delle
quali
è
coperta
da
una
volta
a
crociera
a
sei
vele;
le
navate
laterali,
invece,
sono
coperte
con
volta
a
crociera
a
quattro
vele
ed
hanno
ciascuna
otto
campate;
sotto
ognuna
delle
due
torri
della
facciata
occidentale
si
trova
un'unica
campata
quadrata
con
volta
a
crociera
a
otto
vele,
comune
alla
coppia
di
navate
laterali
corrispondenti.
Nella
prima
campata
della
navata
esterna
di
destra,
addossato
alla
parete,
si
trova
il
cosiddetto
Crocifisso
di
Napoleone
III;
la
scultura,
commissionata
da
Napoleone
III
di
Francia,
è
in
bronzo
e
poggia
su
una
colonna
marmorea.
Sul
lato
opposto,
nella
prima
campata
della
navata
esterna
di
sinistra,
vi
è
una
statua
marmorea
raffigurante
la
Madonna
col
Bambino,
di
scultore
anonimo,
sostenuta
anch'essa
da
una
colonna.
La
prima
campata
della
navata
centrale
è
occupata
dalla
cantoria
in
pietra
che
sorregge
l'organo
maggiore,
con
parapetto
ligneo
scolpito,
ricostruita
su
progetto
di
Viollet-le-Duc.
Sotto
la
settima
arcata
di
destra
della
navata
centrale,
si
trova
il
pulpito
ligneo
neogotico,
anch'esso
realizzato
su
progetto
di
Viollet-le-Duc.
Le
navate
sono
divise
da
pilastri
di
forme
differenti.
I
cinque
pilastri
più
vicini
al
transetto,
risalenti
alla
fine
del
XII
secolo,
sono
quelli
più
antichi
e
riprendono
la
forma
cilindrica
di
quelli
dell'abside
e
del
coro;
la
parte
superiore
è
costituita
da
un
capitello
scolpito
con
foglie
d'acanto.
I
quattro
pilastri
più
vicini
alla
facciata,
invece,
vennero
costruiti
intorno
al
1220
e,
mentre
i
primi
tre
sono
polistili,
il
quarto
riprende
la
forma
dei
pilastri
antichi
con
l'aggiunta
di
una
colonnina
dalla
parte
della
navata
centrale;
anche
gli
otto
pilastri
del
XIII
secolo
terminano
in
alto
con
capitelli
con
foglie
d'acanto.
Al
di
sopra
delle
navate
laterali
interne,
vi
è
il
matroneo,
coperto
da
volta
a
crociera
con
quattro
vele,
che
affianca
il
transetto
e
continua
intorno
all'abside
e
il
coro.
Le
due
gallerie,
nell'area
relativa
al
piedicroce,
si
aprono
sulla
navata
centrale
con
trifore
ogivali
(nella
prima
campata
con
una
bifora
per
lato).
Soltanto
le
finestre
del
matroneo
di
destra
dispongono
di
un'ulteriore
apertura
circolare,
nel
caso
delle
trifore
sopra
il
fornice
centrale,
nel
caso
delle
bifore
in
asse
con
la
colonnina.
Il
matroneo
è
illuminato
dall'esterno
attraverso
delle
finestre
a
forma
di
lunetta
ogivale
all'interno
della
quale
si
articolano
più
rosette
circolari;
solo
nella
prima
campata
si
trova
una
monofora;
le
vetrate
sono
opera
di
Jacques
Le
Chevallier,
che
le
realizzò
tra
il
1961
e
il
1965
in
stile
moderno.
Il
cleristorio
della
navata
centrale
è
costituito
da
due
finestre
per
parete
per
ciascuna
campata
(ad
eccezione
della
prima,
priva
di
aperture
all'infuori
di
due
piccoli
oculi
a
forma
di
quadrilobo);
esse
sono
di
tre
tipologie:
monofore,
bifore
e
rosoni.
Le
monofore
appartengono
al
cleristorio
originale
del
XII
secolo
e
sono
poste
all'inizio
e
alla
fine
della
navata;
nei
pressi
del
transetto,
sotto
di
esse
vi
sono
dei
rosoni
che
non
danno
sull'esterno,
ma
su
un
ambiente
sottotetto;
la
ricostruzione
del
cleristorio
originario
è
frutto
dei
restauri
ottocenteschi.
le
bifore,
in
totale
sei
per
lato,
vennero
aperte
tra
il
1225
e
il
1250
per
favorire
una
migliore
illuminazione
dell'interno
della
navata.
Le
vetrate,
in
stile
astratto,
vennero
contemporaneamente
realizzate
da
Jacques
Le
Chevallier
a
quelle
del
matroneo
e
sono
tutte
l'una
diversa
dall'altra.
Esse
sono
ideate
in
progressione,
dalla
controfacciata,
dove
predomina
il
colore
blu,
al
transetto,
dove
vi
è
prevalenza
del
colore
rosso,
e
hanno
come
tema
la
Gerusalemme
celeste
in
relazione
al
XX
secolo.

Cappelle
laterali
-
Lungo
le
navate
laterali
esterne,
si
aprono
varie
cappelle,
ricavate
tra
il
1235
e
il
1245
nello
spazio
tra
i
contrafforti:
nell'area
del
piedicroce
esse
sono
complessivamente
quattordici,
sette
per
lato,
a
pianta
quadrangolare,
coperte
con
volta
a
crociera
a
quattro
vele
e
illuminate
ciascuna
da
una
bifora
o
quadrifora
esternamente
sormontata
da
una
ghimberga.
Tra
il
1630
e
il
1707,
quasi
ogni
anno,
la
corporazione
degli
orafi
parigini
donò
alla
cattedrale
il
1
maggio,
come
omaggio
alla
Madonna,
un
dipinto
con
scene
tratte
dagli
Atti
degli
Apostoli;
tali
pitture,
chiamate
Mays,
erano
in
totale
settantasei
e
trovavano
collocazione
nelle
cappelle
laterali,
nelle
cappelle
radiali
e
sopra
le
arcate
della
navata
e
del
deambulatorio;
attualmente
rimangono
nella
cattedrale
tredici
dipinti,
situati
nel
transetto
e
nelle
cappelle
del
piedicroce.
Cappelle
di
sinistra
-
La
prima
cappella
di
sinistra
è
il
battistero;
al
centro
di
essa
si
trova
il
fonte
battesimale,
realizzato
in
bronzo
dallo
scultore
Bachelet
su
disegno
di
Eugène
Viollet-le-Duc;
caratterizzato
dalla
forma
a
quadrilobo
della
vasca,
la
quale
è
sorretta
da
colonnine,
è
decorato
alla
base
dalle
statue
degli
Evangelisti
ed
è
sormontato
da
una
statua
raffigurante
San
Giovanni
Battista.
Di
fianco
al
fonte,
si
trova
il
cero
pasquale,
poggiante
su
un
candelabro
in
stile
moderno,
opera
di
Jean
e
Sébastien
Touret.
Sulle
pareti
laterali
dell'ambiente
si
trovano
due
dipinti:
a
sinistra
vi
è
la
Discesa
dello
Spirito
Santo
di
Jacques
Blanchard,
donata
dalla
corporazione
degli
orafi
per
il
maggio
1634;
a
destra,
invece,
la
Natività
di
Jérome
Franck
(1585).
La
seconda
cappella
di
sinistra
è
dedicata
a
San
Carlo
Borromeo;
all'interno
di
essa
si
trovano
due
dipinti:
sulla
parete
di
sinistra
vi
è
uno
dei
quadri
dono
della
corporazione
degli
orafi,
raffigurante
San
Paolo
che
acceca
il
falso
profeta
Barjesu
e
converte
il
proconsole
Sergio,
di
Nicolas
Loir
(1650);
sulla
parete
di
destra,
soprastante
l'altare,
vi
è
una
tavola
di
Lubin
Baugin,
raffigurante
la
Pietà,
risalente
alla
prima
metà
del
XVII
secolo.
Davanti
alla
quadrifora,
poggiante
su
un
piedistallo,
vi
è
una
statua
marmorea
raffigurante
San
Carlo
Borromeo.
La
terza
cappella
di
sinistra,
già
dedicata
a
Santa
Genoveffa,
prende
il
nome
attuale
di
cappella
della
Santa
Infanzia
dal
gruppo
scultoreo
posto
a
ridosso
della
parete
di
destra,
sopra
l'altare,
raffigurante
l'episodio
biblico
del
Sinite
parvulos
ad
me
venire.
Sulla
parete
opposta,
vi
è
la
tavola
della
Flagellazione
di
San
Pietro
e
San
Silvano,
di
Louis
Testelin,
donata
dalla
corporazione
degli
orafi
nel
1655.
Dà
le
spalle
alla
quadrifora
un
gruppo
scultoreo
in
marmo
raffigurante
la
Vergine
con
Gesù
fanciullo.
Nella
cappella
si
trova
una
reliquia
di
San
Paolo
Tchen,
martire
in
Cina.
Segue
la
cappella
dedicata
a
San
Vincenzo
de'
Paoli,
anch'essa
ospitante
uno
dei
quadri
donati
dalla
corporazione
degli
orafi,
raffigurante
la
Crocifissione
di
Sant'Andrea,
opera
di
Charles
Le
Brun
(1647),
posto
sulla
parete
di
sinistra.
A
pavimento,
invece,
si
trova
il
Monumento
funebre
di
Léon-Adolphe
Amette,
cardinale
e
arcivescovo
di
Parigi
dal
1908
al
1920;
la
statua,
realizzata
da
Hippolyte
Lefèbvre
nel
1923,
raffigura
il
cardinale
inginocchiato
rivestito
della
cappa
magna.
Sull'altare,
la
cui
mensa
è
sorretta
da
due
colonnine,
vi
è
una
statua,
anch'essa
marmorea,
di
San
Vincenzo
de'
Paoli.
La
cappella
successiva,
già
dedicata
a
San
Giuliano
l'ospitaliere
e
a
Santa
Maria
Egiziaca,
è
attualmente
dedicata
a
Nostra
Signora
di
Guadalupe,
la
cui
immagine
è
raffigurata
nel
mosaico
collocato
sopra
l'altare.
Sulla
parete
opposta,
invece,
vi
è
il
dipinto
donato
dalla
corporazione
degli
orafi
per
il
maggio
1687,
il
quale
raffigura
la
Predicazione
del
profeta
Agabo
a
San
Paolo,
di
Louis
Chéron.
Nella
cappella
si
trova
anche
un
ritratto
di
San
Juan
Diego
Cuauhtlatoatzin,
colui
che,
secondo
la
tradizione,
avrebbe
ricevuto
l'apparizione
della
Madonna
di
Guadalupe.

La
sesta
cappella
di
sinistra,
già
di
Santa
Caterina
d'Alessandria,
è
dedicata
a
San
Landerico,
il
quale
è
raffigurato
in
una
statua
in
atteggiamento
benedicente,
con
i
paramenti
liturgici
e
le
insegne
episcopali.
posta
davanti
alla
parete
di
fondo.
Sulla
parete
di
sinistra,
di
fronte
all'altare,
vi
è
la
tavola
Il
figlio
di
Sceva
percosso
dal
demonio,
realizzata
da
Mathieu
Elyas
nel
1702
per
conto
della
corporazione
degli
orafi.
L'ultima
cappella
di
sinistra
è
dedicata
a
santa
Clotilde,
la
cui
statua
policroma
è
posta
sopra
l'altare.
Sotto
la
quadrifora
che
si
apre
nella
parete
di
fondo,
trova
luogo
la
Lapide
del
canonico
Etienne
Yver,
opera
di
anonimo,
risalente
al
1468
e
monumento
storico
di
Francia
dal
1905.
Già
situata
nella
demolita
cappella
di
San
Nicola
adiacente
al
chiostro,
la
lastra
marmorea
è
decorata
con
un
bassorilievo
raffigurante
il
cadavere
del
defunto
mangiato
dai
vermi
e,
sopra,
il
canonico
nel
suo
sarcofago
affiancato
da
Santo
Stefano
e
San
Giovanni;
in
alto,
Cristo
giudice
in
trono
benedicente
circondato
dalle
schiere
angeliche
mentre
con
la
sinistra
tiene
il
libro
della
vita
e
in
bocca
ha
due
spade
incrociate.
Cappelle
di
destra
-
La
prima
cappella
di
destra,
già
cappella
della
corporazione
degli
orefici,
è
dedicata
al
loro
patrono,
Sant'Eligio
di
Noyon.
Nel
1953,
gli
orefici
di
Parigi
donarono
a
questa
cappella
due
elementi
decorativi
presenti
all'interno
di
essa
e
caratterizzati
dalla
colorazione
dorata:
il
Crocifisso,
posto
sulla
parete
di
sinistra,
e
la
statua
del
santo,
la
quale
viene
portata
in
processione
all'interno
della
cattedrale
di
13
dicembre
di
ogni
anno,
memoria
liturgica
di
Sant'Eligio.
Sulla
parete
di
destra,
vi
è
il
dono
degli
orefici
per
il
maggio
del
1651,
una
tavola
raffigurante
la
Lapidazione
di
Santo
Stefano,
opera
di
Charles
Le
Brun.
La
cappella
che
segue
è
dedicata
a
San
Francesco
Saverio;
priva
di
decorazioni,
come
la
cappella
successiva,
dedicata
a
Santa
Genoveffa,
è
adibita
a
luogo
per
la
Confessione
e
per
il
dialogo
con
i
sacerdoti.
La
cappella
di
Santa
Genoveffa,
che
si
trova
dopo
quella
di
San
Francesco
Saverio,
ospita
varie
opere
d'arte.
Sulla
parete
di
destra
vi
è
la
Crocifissione
di
San
Pietro,
dipinto
donato
per
il
maggio
1643
dalla
corporazione
degli
orafi
e
realizzato
da
Sébastien
Bourdon;
la
composizione
è
caratterizzata
da
un'elevata
dinamicità
dei
personaggi,
tipica
dello
stile
barocco.
Sulla
parete
opposta,
al
centro,
vi
è
una
statua
marmorea
raffigurante
la
santa
dedicataria
della
cappella;
questa
è
affiancata
da
due
dipinti:
a
sinistra
il
Martirio
di
Santa
Caterina
d'Alessandria
e
a
destra
il
Martirio
di
San
Bartolomeo,
di
Lubin
Baugin
(prima
metà
del
XVII
secolo).
La
quarta
cappella
di
destra
è
dedicata
a
San
Giuseppe,
il
quale
è
raffigurato
insieme
a
Gesù
fanciullo
in
una
statua
policroma,
posta
al
di
sopra
dell'altare,
sulla
parete
di
sinistra
dell'ambiente.
Sulla
parete
opposta
vi
è
un
dipinto
raffigurante
la
Predicazione
di
San
Pietro
a
Gerusalemme,
opera
di
Charles
Poërson
e
dono
della
corporazione
degli
orafi
per
il
maggio
1642;
San
Pietro
è
raffigurato
mentre
predica
all'interno
del
Tempio
di
Gerusalemme,
caratterizzato
quest'ultimo
dalla
presenza
di
due
colonne
tortili
simili
a
quelle
del
baldacchino
della
basilica
di
San
Pietro
in
Vaticano,
di
Gian
Lorenzo
Bernini.
Su
una
mensola
addossata
alla
parete
di
fondo
vi
è
un
ostensorio,
dono
degli
orafi
parigini
per
il
maggio
dell'anno
1949.
Segue
la
cappella
di
San
Pietro
apostolo.
Il
suo
altare,
addossato
alla
parete
di
sinistra,
è
caratterizzato
dalla
presenza
di
una
boiserie
in
legno
scuro,
risalente
al
XVI
secolo;
questa
presenta
una
fitta
decorazione
a
bassorilievo,
con
figure
di
santi
ciascuna
all'interno
di
una
propria
nicchia
con
arco
a
tutto
sesto.
Sulla
sommità,
vi
è
una
statua
lignea
di
San
Pietro
che
tiene
in
mano
la
croce,
simbolo
del
suo
martirio.
Sulla
parete
opposta
vi
è
il
dipinto
di
Aubin
Vouet
Il
centurione
Cornelio
ai
piedi
di
San
Pietro,
donato
dagli
orafi
parigini
per
il
maggio
1639.
La
sesta
cappella
che
si
apre
sulla
navata
laterale
di
destra
è
quella
dedicata
a
Sant'Anna,
madre
di
Maria.
Sulla
parete
di
destra
si
trova
il
dipinto
del
maggio
1637,
la
Conversione
di
San
Paolo,
opera
di
Laurent
de
La
Hyre.
Sopra
l'altare,
il
quale
è
addossato
alla
parete
di
sinistra,
vi
è
la
Natività
della
Vergine,
pala
dei
Fratelli
Le
Nain
(inizi
del
XVII
secolo).
La
settima
e
ultima
cappella
di
destra
è
dedicata
al
Sacro
Cuore
di
Gesù
ed
ospita
un
dipinto
su
tela
dell'artista
contemporaneo
Hubert
Damon
raffigurante
Gesù
Crocifisso,
Albero
della
Vita
(2004).
Transetto
e
crociera
-
Il
transetto
della
cattedrale
si
compone
di
due
bracci
simmetrici
e
della
crociera,
per
una
lunghezza
totale
di
48
metri
ed
una
larghezza
di
14
metri
(2
metri
in
più
rispetto
alla
larghezza
della
navata).
Ciascuno
dei
due
bracci
laterali
si
compone
di
due
campate;
quella
esterna,
sporgente
dal
corpo
di
fabbrica
della
cattedrale,
è
coperta
con
volta
a
crociera
a
quattro
vele
e,
nella
parte
superiore
delle
pareti
laterali,
è
decorata
con
finestre
cieche
disposte
su
due
ordini,
una
quadrifora
in
quello
superiore
e
tre
bifore
in
quello
inferiore.
Le
pareti
della
prima
campata,
invece,
presentano
uno
schema
analogo
a
quello
della
navata,
con
in
basso
due
arcate
che
danno
sulle
navate
laterali
e
sul
deambulatorio
(quest'ultime
sormontate
da
ghimberga);
al
di
sopra
di
esse
il
matroneo
con
trifore
nella
parete
occidentale
e
bifore
in
quella
orientale;
più
in
alto
il
cleristorio,
composto
da
due
livelli,
quello
inferiore
con
rosoni
circolari
e
quello
superiore
con
monofore.
La
crociera,
esternamente
sormontata
dalla
flèche,
è
coperta
con
volta
a
crociera
con
quattro
vele
sorretta
da
spessi
pilasti
polistili;
la
chiave
di
volta
è
decorata
con
l'immagine
di
Nostra
Signora
di
Parigi.
Fino
agli
inizi
del
XXI
secolo,
dalla
volta
della
crociera
pendeva
la
Grande
corona
luminosa,
ora
nel
deambulatorio,
un
lampadario
realizzato
dall'orafo
Poussielgue-Rusand
su
disegno
di
Eugène
Viollet-le-Duc.
Nel
braccio
destro
del
transetto,
ai
lati
del
portale,
si
trovano,
ciascuna
sopra
un
proprio
piedistallo,
due
statue:
quella
di
destra
raffigura
a
grandezza
naturale
Santa
Teresa
di
Gesù
Bambino
e
venne
realizzata
in
stucco
dallo
scultore
Louis
Castex
nel
1929;
la
scultura
di
destra,
raffigurante
Santa
Giovanna
d'Arco,
è
in
marmo
ed
è
opera
di
Charles
Desvergnes,
che
la
fece
tra
il
1900
e
il
1920.
Sulla
parete
di
sinistra,
vi
è
un
dipinto
di
Antoine
Nicolas,
raffigurante
San
Tommaso
d'Aquino
(1648),
donato
dal
convento
domenicano
dell'Annunciazione
di
Parigi
nel
1947,
in
occasione
del
settimo
centenario
della
morte
del
santo;
questi
è
raffigurato
seduto
su
un
trono
posto
sopra
un
piedistallo
sul
quale
sta
scritto
l'appellativo
di
Doctor
angelicus
e
intorno
al
quale
vari
religiosi
si
protendono
verso
la
fonte
della
saggezza,
posta
davanti
a
Tommaso.
Addossato
ad
uno
dei
pilastri
vi
è
una
lapide
che
ricorda
i
caduti
britannici
durante
la
prima
guerra
mondiale.
Nel
braccio
destro
del
transetto
si
trovava
la
scultura
medievale
in
pietra
policroma
dell'Adamo,
risalente
al
1260
e
facente
parte
dell'antico
jubé
della
cattedrale;
considerato
uno
dei
capolavori
della
scultura
gotica,
attualmente
si
trova
al
Museo
di
Cluny.
Nel
braccio
sinistro
del
transetto,
sulla
parete
di
sinistra,
si
trova
il
quadro
che
fu
donato
dalla
corporazione
degli
orafi
parigina
per
il
maggio
dell'anno
1635:
realizzato
da
Laurent
de
La
Hyre,
esso
raffigura
San
Pietro
che
guarisce
i
malati
con
la
sua
ombra.
Sotto
di
esso
vi
è
un'icona
raffigurante
la
Madonna
col
Bambino.
Davanti
alla
parete
di
fondo,
alla
destra
del
portale,
vi
è
una
statua
marmorea
raffigurante
San
Dionigi
di
Parigi,
opera
di
Nicolas
Coustou
(1713),
in
precedenza
collocata
nella
crociera,
all'interno
dell'area
presbiterale,
a
ridosso
del
pilastro
di
sinistra
del
coro.
Ai
piedi
della
statua,
vi
è
il
Reliquiario
di
Santa
Genoveffa,
pregevole
manufatto
d'oreficeria
in
stile
neogotico,
opera
di
Placide
Poussielgue-Rusand
che
lo
realizzò
nel
1850
su
disegno
di
Arthur
Martin.
Alla
sinistra
della
statua,
invece,
vi
è
la
Madonna
degli
Studenti,
statua
marmorea
del
XVII
secolo.
Sulla
parete
di
destra
del
transetto
si
trova
una
tela
di
Guido
Reni,
raffigurante
il
Trionfo
di
Giobbe.
L'opera
era
stata
commissionata
al
pittore
italiano
dall'Arte
della
Seta
di
Bologna
per
esser
collocata
nella
propria
cappella,
all'interno
della
chiesa
di
Santa
Maria
della
Pietà;
giunse
a
Parigi
in
un
secondo
tempo
e
venne
collocata
all'interno
della
cattedrale,
prima
nei
pressi
della
controfacciata,
poi
nel
transetto.

Coro
e
abside
-
Il
coro,
dal
punto
di
vista
architettonico,
segue
lo
schema
della
navata.
Esso
è
composto
da
due
campate,
ciascuna
delle
quali
è
coperta
da
volta
a
crociera
con
sei
vele,
e
termina
con
l'abside
semicircolare,
divisa
da
pilastri
polistili
in
cinque
sezioni,
ciascuna
delle
quali
corrisponde
ad
una
vela
della
volta
e
ad
una
cappella
radiale
del
deambulatorio.
Le
pareti
del
coro
e
dell'abside
seguono
anch'esse
lo
schema
della
navata
centrale
del
piedicroce:
in
basso
si
trovano
le
arcate
ogivali
poggianti
su
pilastri
cilindrici
con
capitello
che
li
mettono
in
comunicazione
con
il
deambulatorio;
più
in
alto
vi
è
il
matroneo,
che
si
apre
sull'interno
della
chiesa
con
delle
bifore,
particolarità
peculiare
della
cattedrale
di
Parigi,
della
collegiata
di
Mantes-la-Jolie
e
dell'abbazia
di
Saint-Remi
a
Reims,
e,
sull'esterno,
nell'area
dell'abside
con
delle
trifore,
in
quella
del
coro
da
rosoni
circolari.
Il
cleristorio
è
interamente
composto
da
alte
bifore,
ad
eccezione
della
coppia
composta
da
monofora
e
rosone
presente
nella
prima
campata
del
coro.
Oltre
il
transetto,
le
due
coppie
di
navate
laterali
continuano
fino
a
congiungersi
intorno
all'abside
formando
un
doppio
deambulatorio.
L'attuale
assetto
del
coro
e
dell'abside
è
dovuto
prevalentemente
agli
importanti
lavori
di
restauro
condotti
su
progetto
di
Robert
de
Cotte
tra
il
1708
e
il
1725
per
adempiere
al
voto
di
Luigi
XIII,
con
alcune
modifiche
successive.
Nel
corso
dei
restauri
settecenteschi,
vennero
realizzati
in
stile
barocco
il
nuovo
altare
maggiore
e
il
rivestimento
marmoreo
delle
arcate
intorno
ad
esso.
Già
nel
secolo
precedente,
su
commissione
del
cardinale
Richelieu,
erano
stati
realizzati
quattordici
arazzi
raffiguranti
scene
della
vita
della
Vergine,
poi
venduti
nel
1739
alla
cattedrale
di
Strasburgo;
quattro
di
essi,
raffiguranti
l'Annunciazione,
la
Visitazione,
l'Assunzione
e
l'Incoronazione
di
Maria,
sono
stati
esposti
all'interno
del
transetto
della
cattedrale
di
Parigi
dal
27
luglio
2013
all'8
settembre
successivo
per
gli
850
anni
dalla
fondazione
della
chiesa.
A
partire
dal
1715,
anno
in
cui
vennero
realizzate
e
installate
le
tre
grandi
sculture
della
Pietà,
di
Luigi
XIII
e
Luigi
XIV,
il
canonico
de
La
Porte
commissionò
vari
artisti
otto
tele
per
decorare
le
pareti
del
coro:
l'Annunciazione
a
Claude
Guy
Hallé,
la
Visitazione
a
Jean
Jouvenet,
la
Natività
e
l'Adorazione
dei
Magi
a
Charles
de
La
Fosse,
l'Assunzione
e
Gesù
nel
tempio
a
Antoine
Coypel,
la
Fuga
in
Egitto
e
la
Purificazione
a
Louis
Boullogne
II.
Nel
1753
vennero
realizzati
i
nuovi
stalli
lignei
del
coro
e
venne
demolito
lo
jubé,
costruito
nel
XIV
secolo
da
Raymond
du
Temple
ed
in
seguito
modificato
con
aggiunte
barocche.
Durante
i
restauri
ottocenteschi,
Eugène
Viollet-le-Duc
eliminò
il
rivestimento
barocco
degli
archi
e
sostituì
la
mensa
barocca
dell'altare
con
una
nuova
in
stile
neogotico.
Luigi
Filippo
di
Francia,
nel
1841,
donò
alla
cattedrale
un
tappeto
monumentale
per
coprire
il
pavimento
del
coro;
il
manufatto
era
stato
realizzato
tra
il
1825
e
il
1833
su
disegno
di
Saint-Ange
dalla
prestigiosa
manifattura
di
Savonnerie.
Esso
consiste
in
una
superficie
di
200
metri
quadrati
sulla
quale
sono
raffigurati
elementi
architettonici,
floreali
e
simboli
della
Chiesa
cattolica.
In
seguito
ad
un
intervento
di
restauro,
l'opera
viene
esposta
per
la
prima
volta
dopo
trent'anni
nel
gennaio
2014.
Al
centro
del
coro
vi
è
un
semplice
altare
marmoreo
cubico,
utilizzato
per
le
liturgie
nei
giorni
feriali;
in
asse
con
questo
è
posto
l'ambone
realizzato
da
Jean
e
Sébastien
Touret
per
il
presbiterio
della
crociera.

Presbiterio
-
Il
presbiterio
originario
della
cattedrale,
secondo
la
ricostruzione
di
Eugène
Viollet-le-Duc,
si
trovava
nell'abside,
separato
dal
coro
da
una
balaustra
traforata:
l'antico
altare
maggiore,
del
XIII
secolo,
era
circondato
da
una
tenda
e,
dietro
ad
esso,
in
posizione
sopraelevata
all'interno
di
un
baldacchino
in
stile
gotico,
vi
era
il
reliquiario
di
San
Marcello,
al
quale
si
accedeva
tramite
una
scala
a
chiocciola
in
legno.
Tra
il
1698
e
il
1700,
era
stato
elaborato
da
Jules
Hardouin
Mansart
un
progetto,
mai
realizzato,
per
un
nuovo
presbiterio
da
collocarsi
non
più
nell'abside,
ma
nell'area
della
crociera;
questo
sarebbe
stato
notevolmente
sopraelevato
rispetto
al
resto
della
chiesa
con
una
confessione
davanti
all'altare
maggiore,
il
quale
sarebbe
stato
sovrastato
da
un
baldacchino
simile
a
quello
della
chiesa
del
Val-de-Grâce,
opera
di
François
Mansart,
prozio
di
Jules
Hardouin,
ispirato
al
baldacchino
della
basilica
vaticana
del
Bernini.
Nel
corso
dei
restauri
della
prima
metà
del
XVIII
secolo
condotti
da
Robert
de
Cotte,
venne
costruito
un
nuovo
altare
in
sostituzione
di
quello
medievale
con
paliotto
raffigurante
l'Ultima
Cena
e,
alle
sue
spalle,
il
gruppo
scultoreo
La
Pietà
con
Luigi
XIII
e
Dio
Padre
(rimosso
entro
il
1715).
Nel
1803,
in
sostituzione
dell'altare
distrutto
durante
la
Rivoluzione
francese,
ne
venne
costruito
uno
nuovo,
in
marmo
bianco,
decorato
con
bassorilievi
dorati
raffiguranti
la
Resurrezione
di
Gesù
al
centro
e
Angeli
con
gli
strumenti
della
Passione
ai
lati
e,
sul
tabernacolo,
l'Agnello
di
Dio.
Viollet-le-Duc
costruì
un
nuovo
altare
in
stile
neogotico,
attualmente
in
loco.
Dopo
il
Concilio
Vaticano
II,
su
progetto
di
monsignor
Jehan
Revert,
canonico
e
maestro
di
cappella,
il
presbiterio
venne
spostato
dall'abside,
dove
tuttavia
rimase
l'altare
antico,
alla
crociera,
dove
venne
costruita
una
struttura
provvisoria
con
un
altare
in
legno,
sostituito,
durante
l'episcopato
di
Jean-Marie
Lustiger,
arcivescovo
di
Parigi
dal
1981
al
2005,
da
uno
più
piccolo,
il
cui
paliotto
era
costituito
da
un
bassorilievo
in
pietra.
Nel
1989
l'allestimento
del
presbiterio
venne
ulteriormente
cambiato,
con
nuovi
arredi
in
stile
moderno,
opera
di
Jean
e
Sébastien
Touret:
l'altare,
in
bronzo,
venne
posizionato
sopra
una
pedana
ottagonale
preceduta
da
cinque
gradini,
con
sulla
destra
l'ambone
e
sul
lato
opposto
sette
candelabri;
la
nuova
cattedra
era
addossata
al
pilastro
di
sinistra
della
crociera,
di
fianco
alla
statua
marmorea
di
San
Dionigi
di
Parigi.
Successivamente,
nel
2004,
l'area
è
stata
ulteriormente
modificata
su
progetto
di
Jean-Marie
Duthilleul
e
Benoît
Ferré,
con
la
rimozione
della
statua
di
San
Dionigi,
della
cattedra
moderna
e
della
cancellata
di
divisione
fra
la
crociera
e
il
coro,
la
realizzazione
di
nuovi
ambone
e
sede
e
lo
spostamento
dell'altare.
Il
presbiterio
della
cattedrale
è
rialzato
rispetto
al
piedicroce;
al
centro,
ulteriormente
sopraelevato
da
due
gradini,
si
trova
l'altare
maggiore.
Realizzato
da
Jean
e
Sébastien
Touret
in
stile
moderno,
è
in
bronzo
ed
ha
la
forma
di
un
parallelepipedo
rettangolo;
la
parte
anteriore
e
i
due
lati
sono
decorati
ad
altorilievo
con
i
Quattro
Evangelisti
(lato
anteriore),
Ezechiele
e
Geremia
(lato
sinistro)
e
Isaia
e
Daniele.
A
ridosso
del
pilastro
di
sinistra
del
coro,
vi
è
l'ambone
con
base
in
marmo
e
leggio
in
bronzo,
sovrastato
da
tre
sculture
lignee
raffiguranti
San
Dionigi
di
Parigi
tra
i
Santi
Eleuterio
e
Rustico,
anch'esse
dei
Touret.
Sul
lato
opposto,
di
fianco
al
parallelepipedo
marmoreo
che
costituisce
la
sede
per
i
celebranti
non
vescovi,
vi
è
la
statua
marmorea
di
Nostra
Signora
di
Parigi,
poggiante
su
una
colonna,
risalente
al
XIV
secolo
e
portata
nella
cattedrale
nel
1818
per
decorare
il
trumeau
del
portale
della
Vergine,
poi
collocata
da
Viollet-le-Duc
nella
sua
posizione
attuale,
ove
nel
XII
secolo
si
trovava
un
altare
dedicato
alla
Vergine.
La
statua,
in
marmo
un
tempo
dipinta
policroma,
raffigura
Maria
incoronata
che
tiene
sul
braccio
sinistro
il
Gesù
Bambino
con
il
globo
e
nella
mano
destra
un
fiore.

Coro
ligneo
-
In
corrispondenza
delle
prime
tre
arcate
del
coro,
sui
due
lati,
si
trovano
gli
stalli
che
compongono
il
coro
ligneo;
in
totale
78
(52
nell'ordine
superiore
e
26
in
quello
inferiore),
il
loro
ordine
venne
invertito
dopo
la
demolizione
dello
jubé,
che
comportò
anche
l'eliminazione
di
parte
dei
seggi,
che
in
origine
erano
114.
I
primi
due
seggi
di
entrambe
le
serie
sono
sormontati
da
un
baldacchino
e
circondati
da
un
parapetto;
quello
di
destra
ospita
la
cattedra
dell'arcivescovo
di
Parigi,
mentre
quello
di
sinistra
viene
utilizzato
durante
le
concelebrazioni
da
vescovi
ospiti.
I
seggi
superiori
sono
sormontati
da
un'elaborata
boiserie,
realizzata
su
disegni
di
René
Charpentier
e
Jean
Dugoulon
da
Luois
Marteau
(a
destra)
e
di
Jean
Noel
(a
sinistra);
la
decorazione
si
articola
all'interno
di
riquadri
con
un'iconografia
incentrata
sulla
vita
della
Vergine,
intorno
ai
quali
si
trovano
dei
bassorilievi
raffiguranti
gli
strumenti
della
Passione
di
Gesù
e
i
simboli
del
re
di
Francia.
All'interno
dei
riquadri
di
sinistra,
a
partire
dalla
crociera
sono
raffigurate
le
seguenti
scene:
la
Natività
della
Vergine,
la
Presentazione
di
Maria
al
Tempio,
Sant'Anna
che
istruisce
sua
figlia,
lo
Sposalizio
della
Vergine
con
Giuseppe,
l'Annunciazione,
la
Visitazione,
la
Natività
di
Gesù,
e
l'Adorazione
dei
Magi.
All'interno
dei
riquadri
di
destra,
a
partire
dall'abside,
sono
raffigurati
i
seguenti
episodi:
Maria
ai
piedi
della
Croce,
la
Deposizione
di
Gesù
dalla
Croce,
la
Discesa
dello
Spirito
Santo
sugli
apostoli,
l'Assunzione
della
Vergine,
l'Allegoria
della
Religione
(raffigurata
con
una
donna
inginocchiata),
l'Allegoria
della
Prudenza
(rappresentata
da
una
donna
con
in
mano
un
serpente),
l'Allegoria
dell'Umiltà
(raffigurata
con
una
donna
con
in
mano
lo
scettro
miracoloso)
e
l'Allegoria
del
Dolore
(rappresentata
da
una
donna
con
la
testa
bassa).
La
boiserie
dei
due
seggi
vescovili
presenta
due
bassorilievi:
a
sinistra
San
Dionigi
e
i
compagni
Rustico
ed
Eleuterio;
a
destra
la
Guarigione
di
Clodoveo
I
per
intercessione
di
San
Germano.
Le
parti
della
boiserie
rimosse
dopo
la
demolizione
dello
jubé
si
trovano
nella
torre
sud
della
facciata,
nella
sala
soprastante
la
prima
campata
delle
due
navate
laterali.

Transenna
di
sinistra
-
Esternamente,
il
coro
è
chiuso
da
due
transenne,
realizzate
tra
il
XIII
e
il
XIV
secolo,
terminate
mentre
erano
architetti
della
cattedrale
Pierre
de
Chelles,
Pierre
de
Montreuil
e
Jean
de
Chelles;
mutilate
durante
i
restauri
settecenteschi,
sono
state
restaurate
nel
secolo
successivo
nell'ambito
dei
lavori
condotti
da
Eugène
Viollet-le-Duc.
Verso
il
deambulatorio,
esse
presentano
una
decorazione
policroma
a
bassorilievo
disposta
su
due
fasce:
in
quella
inferiore
vi
è
una
serie
di
archetti
con,
dipinti,
gli
stemmi
degli
arcivescovi
di
Parigi;
in
quella
superiore,
invece,
scene
tratte
dai
Vangeli.
La
narrazione
comincia
nella
transenna
di
sinistra
a
partire
dall'abside;
qui
sono
raffigurate
scene
della
Natività
e
delle
vita
di
Gesù
disposte
secondo
il
seguente
ordine:
la
Visitazione,
l'Annuncio
ai
pastori,
la
Natività
di
Gesù,
l'Adorazione
dei
Magi,
la
Strage
degli
Innocenti,
la
Fuga
in
Egitto,
la
Presentazione
di
Gesù
al
Tempio,
Gesù
che
discute
con
i
dottori,
il
Battesimo
di
Gesù,
le
Nozze
di
Cana,
l'Ingresso
di
Gesù
a
Gerusalemme,
l'Ultima
Cena,
la
Lavanda
dei
piedi
e
Gesù
nell'Orto
degli
Ulivi.
La
narrazione
continua
sulla
transenna
di
destra,
più
antica
rispetto
a
quella
di
sinistra,
saltando
la
Crocifissione
(che
si
trovava
sullo
jubé)
e
trattando
le
vicende
successive
alla
risurrezione
di
Gesù:
Gesù
appare
alla
Maddalena,
Gesù
appare
alle
pie
donne,
Gesù
appare
a
San
Pietro,
Gesù
appare
ai
discepoli
di
Emmaus,
Gesù
appare
ai
discepoli
nel
Cenacolo,
Gesù
appare
a
San
Tommaso,
la
Pesca
miracolosa,
Cristo
appare
agli
apostoli
in
Galilea,
Gesù
appare
agli
apostoli
presso
il
Giardino
degli
Ulivi.
Altare
della
Pietà
-
Nell'abside
si
trova
ancora
il
presbiterio
settecentesco,
con
pavimento
in
marmi
policromi
raffigurante
lo
stemma
del
re
di
Francia;
al
centro,
vi
è
il
neogotico
altare
della
Pietà,
già
altare
maggiore,
decorato
con
archetti
trilobati
poggianti
su
semicolonnine;
alla
sua
sinistra
vi
è
il
tabernacolo
nel
medesimo
stile.
Sotto
l'arcata
centrale
dell'abside,
vi
è
il
gruppo
scultoreo
della
Pietà,
opera
di
Nicolas
Coustou
che
lo
realizzò
tra
il
1714
e
il
1715.
La
scultura
è
in
marmo
di
Carrara
e
poggia
su
un
basamento
decorato
da
un
bassorilievo
dorato
raffigurante
Gesù
deposto
dalla
Croce
e
portato
nel
sepolcro.
Maria
appare
addolorata
per
la
morte
del
figlio,
il
cui
corpo
lei
tiene
sulle
ginocchia;
di
fianco
a
lei
si
trovano
due
angeli,
l'uno
sostiene
la
mano
sinistra
di
Gesù,
l'altro
porta
la
Corona
di
spine.
Alle
spalle
del
gruppo
scultoreo,
vi
è
la
Croce
gloriosa,
costituita
da
una
grande
croce
dorata
realizzata
da
Marc
Couturier
nel
1993.
Sotto
di
essa,
nel
deambulatorio,
vi
è
il
monumento
funebre
del
vescovo
Simon
Matifas
de
Bucy.
Ai
lati
della
Pietà,
vi
sono
altre
due
statue
in
marmo
bianco
entrambe
del
1715:
la
statua
di
sinistra
raffigura
Luigi
XIV
inginocchiato,
di
Antoine
Coysevox;
la
statua
di
destra,
invece,
ritrae
Luigi
XIII
nell'atto
di
offrire
la
corona
alla
Vergine,
di
Guillaume
Coustou.
Queste
ultime
due
statue
e
quella
della
Pietà
vennero
rimosse
nel
1793
e
ricollocate
nella
cattedrale
nel
1815,
quelle
dei
sovrani
su
nuovi
piedistalli
completati
nel
1816
con
lo
stemma
del
re
di
Francia.
Davanti
ai
sei
pilastri
dell'abside
vi
sono
altrettante
statue
in
bronzo
raffiguranti
degli
angeli.
Ognuno
di
essi
tiene
in
mano
un
oggetto
specifico
di
quelli
usati
durante
la
Passione
di
Gesù:
da
sinistra,
il
primo
porta
la
Lancia
di
Longino,
il
secondo
i
Chiodi,
il
terzo
la
canna
per
bere,
il
quarto
la
Corona
di
spine,
il
quinto
la
spugna
e
il
sesto
il
Titulus
crucis.

Cappelle
del
deambulatorio
-
Lungo
il
deambulatorio
esterno
si
aprono
in
corrispondenza
del
coro
cinque
cappelle
a
pianta
rettangolare
per
lato,
dell'abside
cinque
cappelle
radiali.
Nel
progetto
originario,
secondo
la
ricostruzione
di
Eugène
Viollet-le-Duc,
queste
dovevano
essere
tre
ed
avere
forma
semicircolare;
i
loro
santi
dedicatari
sarebbero
stati
rispettivamente
alla
Vergine,
a
Santo
Stefano
e
alla
Santissima
Trinità.
Cappelle
laterali
di
sinistra
-
Le
prime
due
cappelle
laterali
di
sinistra
sono
adibite
ad
ambiente
di
servizio,
mentre
la
terza
corrisponde
alla
porta
rossa.
Segue
la
cappella
di
San
Ferdinando;
al
suo
interno
si
trovano
le
tombe
dell'arcivescovo
di
Parigi
Christophe
de
Beaumont
du
Repaire
e
del
maresciallo
di
Francia
Jean-Baptiste
Budes
de
Guébriant
e
il
monumento
funebre
del
cardinale
François-Nicolas-Madeleine
Morlot,
il
quale
è
ritratto
in
posizione
orante.
La
quinta
cappella
di
sinistra
è
dedicata
a
San
Germano;
essa
ospita
il
monumento
funebre
dell'arcivescovo
Antoine-Eléonore-Léon
Le
Clerc
de
Juigné,
progettato
da
Eugène
Viollet-le-Duc.
Cappelle
radiali
-
Le
cappelle
radiali
seguono
l'andamento
semicircolare
del
matroneo
e
sono
adornate
da
affreschi
in
stile
neomedioevale
di
Viollet-le-Duc.
Le
cappelle
esterne
si
compongono
di
due
campate
ciascuna,
le
tre
centrali
di
tre
ciascuna.
La
prima
cappella
da
sinistra
è
dedicata
a
San
Luigi
IX
di
Francia
e
alle
pareti
presenta
affreschi
raffiguranti
immagini
di
santi.
Di
fronte
all'altare,
a
pavimento,
è
posto
il
settecentesco
monumento
funebre
del
cardinale
Louis
Antoine
de
Noailles;
esso
è
costituito
dalla
figura
del
cardinale
inginocchiata
in
marmo
bianco,
posta
sopra
un
sarcofago
in
marmo
nero.
Di
fianco
all'altare,
poggiante
su
una
colonnina,
vi
è
una
moderna
statua
lignea
di
Sant'Antonio
di
Padova.
Segue
la
cappella
di
San
Marcello,
illuminata
da
tre
quadrifore.
Al
suo
interno
trovano
posto
i
monumenti
funebri,
entrambi
in
marmo
bianco
e
nero,
di
due
arcivescovi
di
Parigi:
addossato
alla
parete
di
sinistra
vi
è
quello
di
Hyacinthe-Louis
de
Quélen,
opera
di
Adolphe-Victor
Geoffroy-Dechaume
che
lo
fece
nel
1839-1840
circa;
sulla
parete
opposta
vi
è
quello
del
cardinale
Jean-Baptiste
de
Belloy-Morangle,
realizzato
nel
1819
circa
da
Louis-Pierre
Deseine.
La
cappella
posta
in
asse
con
l'altare
maggiore
è
dedicata
alla
Madonna
dei
Sette
Dolori.
Al
centro
di
essa
trova
luogo
l'altare,
in
stucco
dipinto
policromo;
mentre
sul
suo
dossale
è
raffigurata
la
Deposizione
di
Gesù
dalla
Croce,
al
di
sopra
di
esso
vi
è
la
statua
della
Vergine
Addolorata.
Alla
sua
sinistra
vi
è
il
seicentesco
monumento
funebre
del
maresciallo
di
Francia
Alberto
Gondi;
posto
simmetricamente
ad
esso
si
trova
quello
di
Pierre
de
Gondi,
cardinale
e
arcivescovo
di
Parigi.
Dal
2008
all'interno
della
cappella
è
custodita
la
reliquia
della
Corona
di
spine.
Questa
venne
portata
a
Parigi
nel
1239
da
Luigi
IX
di
Francia,
il
quale,
per
custodirla,
fece
costruire
la
Sainte-Chapelle,
dove
la
reliquia
rimase
fino
alla
Rivoluzione
francese,
quando
venne
prima
depositata
presso
l'abbazia
di
Saint-Denis,
poi,
in
seguito
al
Concordato
del
1801,
consegnata
nel
1804
all'arcidiocesi
di
Parigi.
Il
6
marzo
2009,
con
una
celebrazione
presieduta
da
Fouad
Twal,
patriarca
di
Gerusalemme
dei
Latini,
l'ambiente
è
divenuto
cappella
capitolare
dell'Ordine
equestre
del
Santo
Sepolcro
di
Gerusalemme,
al
quale
è
affidata
la
reliquia
della
Corona
di
Spine,
collocata
al
centro
di
un
anello
a
sezione
circolare
in
vetro
e
metallo
dorato
con
pietre
preziose,
posto
all'interno
di
una
moderna
teca
in
vetro
e
metallo.
La
cappella
alla
destra
di
quella
della
Madonna
dei
Sette
Dolori
è
adibita
a
cappella
del
Santissimo
Sacramento
e
dedicata
a
San
Giorgio
e
il
suo
altare,
con
nelle
due
campate
laterali
stalli
lignei
disposti
su
più
file
e,
in
quella
centrale,
l'altare
marmoreo,
sormontato
dai
sei
candelabri
e
dal
crocifisso
che
furono
utilizzati
per
ornare
l'altare
maggiore
durante
l'incoronazione
di
Napoleone;
il
santo
titolare
è
raffigurato
in
una
statua
posta
nell'angolo
nord-orientale
dell'ambiente
sopra
un
proprio
piedistallo.
Gli
affreschi
che
adornano
le
volte
e
le
pareti
sono
opera
di
Louis
Charles
Auguste
Steinheil,
al
quale
si
deve
anche
la
vetrata
che
chiude
una
delle
tre
quadrifore;
le
altre
due
sono
invece
opera
rispettivamente
di
Adolphe-Napoléon
Didron
e
di
Eugène
Oudinot
A
ridosso
della
parete
di
destra
vi
è
il
marmoreo
monumento
funebre
dell'arcivescovo
Georges
Darboy,
di
Jean-Marie
Bonnassieux
(1872
circa).
Segue
la
cappella
di
San
Guglielmo,
già
dedicata
a
San
Pietro
e
a
Santo
Stefano.
Nel
1746,
essa
venne
concessa
dal
capitolo
al
decano
onorario
Abraham-Louis
d'Harcourt-Beuvron
affinché
vi
collocasse
la
tomba
della
sua
famiglia;
alla
morte
del
conte
Charles-Henry
d'Harcourt
(1769),
la
moglie
volle
che
fosse
collocato
all'interno
dell'ambiente
il
monumento
funebre;
la
sua
realizzazione
fu
affidata
allo
scultore
Jean-Baptiste
Pigalle,
che
lo
iniziò
nel
1771
per
terminarlo
cinque
anni
più
tardi,
nel
1776.
Il
gruppo
scultoreo,
intitolato
Incontro
coniugale,
si
articola
su
due
piani:
in
quello
inferiore
è
raffigurata
la
vedova
protesa
verso
il
marito;
quest'ultimo
si
trova
nel
piano
superiore,
in
parte
all'interno
di
un
sarcofago
in
marmo
scuro
affiancato
dalle
figure
dell'angelo
custode
(a
sinistra)
e
della
morte
(a
destra).
Nella
cappella
vi
sono
anche
il
monumento
funebre
di
Jean
Juvenel
des
Ursins
et
de
Michelle
de
Vitry,
raffigurati
inginocchiati,
della
seconda
metà
del
XV
secolo,
e
la
Visitazione
di
Jean
Jouvenet
(1716).

Cappelle
laterali
di
destra
-
Le
cappelle
laterali
del
deambulatorio
di
destra,
a
differenza
delle
altre,
non
presentano
quadrifore,
ma
trifore.
La
prima
cappella
a
partire
dalle
cappelle
radiali
è
dedicata
a
Santa
Maria
Maddalena.
Addossato
alla
parete
di
destra,
poggiante
su
un
proprio
piedistallo,
vi
è
il
marmoreo
monumento
funebre
dell'arcivescovo
Marie-Dominique-Augustin
Sibour,
risalente
al
1858:
il
defunto
è
raffigurato
inginocchiato,
rivolto
verso
l'altare,
con
il
proprio
stemma
sopra
il
drappo
che
copre
l'inginocchiatoio.
Mentre
la
cappella
più
vicina
al
transetto
è
adibita
a
locale
di
servizio,
la
seconda
e
la
quarta
mettono
in
comunicazione
la
chiesa
con
la
sacrestia.
La
cappella
mediana
è
dedicata
a
San
Dionigi
di
Parigi.
L'altare
è
in
pietra
ed
è
addossato
alla
parete
di
sinistra,
la
quale
è
decorata
da
un
affresco
in
stile
neomedioeveale
progettato
da
Eugène
Viollet-le-Duc;
questo
raffigura
scene
della
vita
e
del
martirio
del
santo:
a
destra
Il
Papa
invia
Dionigi
e
i
suoi
compagni
ad
evangelizzare
la
Gallia;
al
centro
Benedizione
abbaziale
di
Dionigi;
a
sinistra
Martirio
di
Dionigi;
al
di
sopra
della
scena
centrale,
vi
è
San
Dionigi
in
gloria.
Sul
lato
opposto
della
cappella
c'è
il
monumento
funebre
dell'arcivescovo
Denis-Auguste
Affre,
opera
di
Auguste-Hyacinthe
Debay
(1850
circa).
Sacrestia
-
Alla
sinistra
della
cattedrale
si
trova
la
sacrestia,
costruita
tra
il
1845
e
il
1850
su
progetto
di
Eugène
Viollet-le-Duc
in
sostituzione
di
quella
barocca,
edificata
nel
1758
su
progetto
di
Jacques-Germain
Soufflot
e
andata
distrutta
durante
le
sommosse
anti-legittimiste
del
29
luglio
1830
e
del
14
febbraio
1831.
L'edificio
è
in
stile
neogotico
e,
dalla
parte
della
cattedrale,
presenta
un
piccolo
chiostro,
con
gallerie
coperte
con
volte
a
crociera
e
che
si
aprono
sul
cortile
con
bifore;
queste
presentano
delle
vetrate
policrome
raffiguranti
la
Storia
di
Santa
Genoveffa
e
vennero
realizzate
da
Alfred
Gérente
basandosi
su
cartoni
di
Louis
Steinheil.
Museo
del
Tesoro
-
Nella
galleria
orientale
del
chiostro,
nella
Sacrestia
del
capitolo
e
nella
Sala
capitolare
si
trova
il
museo
del
Tesoro,
il
cui
ultimo
allestimento
risale
ai
mesi
di
gennaio-febbraio
dell'anno
2013.
Al
suo
interno,
si
trovano
oggetti
liturgici,
paramenti
e
alcune
reliquie.
Tra
di
esse
sono
di
notevole
importanza
quelle,
custodite
nella
Sacrestia
del
capitolo,
della
Passione
di
Gesù
costituite
dalla
punta
di
uno
dei
chiodi
e
dalla
pregevole
Croce
della
Principessa
Palatina,
stauroteca
ottocentesca
all'interno
della
quale
si
trova
un
frammento
della
croce
di
Cristo,
donata
da
Anna
Maria
di
Gonzaga-Nevers
nel
1683
all'abbazia
di
Saint-Germain-des-Prés
e
facente
parte
del
tesoro
della
cattedrale
dal
1828.
Fa
parte
del
Tesoro
anche
il
Reliquiario
della
Corona
di
spine,
realizzato
nel
1862
su
disegno
di
Viollet-le-Duc
in
oro,
argento,
bronzo
dorato,
diamanti
e
pietre
preziose
da
Placide
Poussielgue-Rusand,
con
sculture
di
Adolphe-Victor
Geoffroy-Dechaume;
quest'ultime
sono
poste
alla
base
del
manufatto
e
raffigurano
Sant'Elena,
Baldovino
II
di
Gerusalemme
e
San
Luigi
IX
di
Francia;
la
parte
superiore,
che
costituisce
il
vero
e
proprio
reliquiario
all'interno
del
quale
fino
al
2008
era
custodita
la
Corona
di
Spine,
è
decorata
con
le
statue
dei
Dodici
Apostoli,
ciascuna
all'interno
di
una
nicchia.
Nella
stessa
sala
vi
è
la
statua
argentea
della
Vergine
col
Bambino,
donata
nel
1826
da
Carlo
X
di
Francia
e
portata
in
processione
ogni
anno
per
le
vie
della
città
in
occasione
della
solennità
dell'Assunzione
di
Maria.
La
Sala
capitolare
è
costituita
da
un
ambiente
di
due
campate
coperte
con
volta
a
crociera
e
illuminato
da
quattro
trifore,
con
gli
stalli
lignei
del
canonici
disposti
lungo
tre
pareti.
Al
suo
interno,
sono
esposti
oggetti
liturgici
in
argento
precedenti
alla
Rivoluzione
francese
e
la
collezione
dei
Cammei
dei
Papi,
costituita
268
cammei
raffiguranti
i
papi
da
Pietro
e
Benedetto
XVI:
i
primi
258
(fino
a
Pio
IX)
vennero
realizzati
dagli
artisti
di
Torre
del
Greco
e
donati
al
capitolo
della
cattedrale
di
Parigi
nel
1887;
i
restanti
(da
Leone
XIII
a
Benedetto
XVI)
sono
stati
fatti
in
occasione
della
visita
di
quest'ultimo
a
Parigi
(settembre
2008)
dall'orafo
Goudji
e
dall'incisore
Pierre
Rouge-Pullon.
Organi
a
canne
-
La
prima
volta
in
cui
è
registrata
la
presenza
di
un
organo
a
canne
all'interno
della
cattedrale
di
Parigi
risale
al
1299
quando
lo
strumento,
avente
un'unica
tastiera
e
collocato
sopra
una
cantoria
a
nido
di
rondine
su
una
parete
laterale
della
navata
centrale,
venne
suonato
dal
compositore
e
teorico
della
musica
Petrus
de
Cruce.
Questo
strumento,
ritenuto
inadeguato,
venne
affiancato
nel
1403
e
poi
sostituito
nel
1425
da
uno
nuovo,
opera
di
Frédéric
Schambantz,
posto
sulla
cantoria
in
controfacciata
e
con
blockwerk
per
l'unica
tastiera
e
pedaliera
costantemente
unita
alla
prima.
Nei
secoli
successivi,
l'organo
quattrocentesco
venne
più
volte
restaurato
e
notevolmente
ampliato
nel
1609
da
Valéran
de
Héman
che
aggiunse
una
nuova
tastiera
e
nuovamente
nel
1620,
quando
lo
stesso
organaro
dotò
lo
strumento
di
un'ulteriore
tastiera,
portandolo
a
20
registri.
Nel
medesimo
secolo
l'organo
fu
interessato
da
due
ulteriori
ampliamenti,
quello
del
1672
ad
opera
di
Jacques
Carouge,
che
aggiunse
una
quarta
tastiera
e
rese
indipendente
la
pedaliera
con
registri
propri,
e
quello
condotto
da
Alexandre
Thierry
e
Hippolyte
Ducastel
tra
il
1689
e
il
1691.
Nell'ambito
dei
restauri
in
stile
barocco
della
cattedrale,
nel
1730
François
Thierry
fu
incaricato
della
costruzione
di
un
nuovo
strumento
mantenendo
di
quello
precedente
soltanto
la
cassa
e
parte
del
materiale
fonico
del
positivo
tergale.
Il
nuovo
organo,
terminato
nel
1733,
aveva
47
registri
su
cinque
tastiere
e
pedaliera,
con
ripieno
su
base
di
32'.
Restaurato
ed
ulteriormente
ampliato
nel
1788
da
François-Henri
Clicquot,
durante
la
Rivoluzione
francese
non
subì
danneggiamenti,
ma
venne
utilizzato
nell'ambito
delle
cerimonie
del
culto
della
Ragione
e
patriottiche.
Dopo
la
riapertura
al
culto
dell'edificio,
l'organo
venne
restaurato
e
adeguato
ai
nuovi
canoni
da
Louis-Paul
Dallery
(1833-1838)
e
affiancato
da
uno
strumento
costruito
dalla
ditta
Daublaineet
et
Callinet
per
l'accompagnamento
del
coro
durante
le
liturgie.
Nel
luglio
1863,
l'organaro
Aristide
Cavaillé-Coll
venne
incaricato
della
costruzione
di
un
nuovo
strumento
per
la
cattedrale
riutilizzando
la
cassa
di
quello
barocco;
la
sua
costruzione,
caratterizzata
da
un
cambio
di
progetto
in
corso
d'opera,
terminò
del
1867;
l'organo,
inaugurato
il
6
marzo
1688,
aveva
86
registri
su
cinque
tastiere
e
pedaliera.
Nel
1863
l'organaro
Joseph
Merklin,
che
nel
1862
era
stato
interpellato
per
la
costruzione
dell'organo
maggiore,
costruì
sostituì
l'organo
Daublaineet
et
Callinet
con
uno
nuovo,
posizionato
sul
lato
sinistro
del
coro,
con
17
registri
su
due
tastiere
e
pedaliera.
L'organo
Cavaillé-Coll
subì,
nel
corso
dei
Novecento,
una
serie
di
restauri
e
rifacimenti,
i
più
importanti
nel
1931-1932
ad
opera
di
Joseph
Beuchet
(che
cambiò
l'ordine
dei
manuali
e
modificò
la
disposizione
fonica
su
progetto
di
Louis
Vierne),
e
nel
1990-1992
da
parte
di
Jean-Loup
Boisseau
e
Bertrand
Cattiaux
su
progetto
di
Pierre
Cochereau.
Tra
il
2012
e
il
2013
lo
strumento
è
stato
restaurato
e
dotato
di
una
nuova
consolle
e
di
una
sezione
Résonance,
assegnabile
ai
vari
manuali
e
al
pedale;
il
lavoro
è
stato
condotto
da
Bertrand
Cattiaux
e
Pascal
Quoirin.
Organo
maggiore
-
L'organo
a
canne
principale
della
cattedrale
è
situato
in
controfacciata,
sulla
cantoria
appositamente
costruita
su
progetto
di
Eugène
Viollet-le-Duc.
Lo
strumento
è
composto
da
8000
canne
le
quali
sono
situate
all'interno
della
cassa
lignea
in
stile
barocco
costruita
nel
1733
su
progetto
di
François
Thierry
ed
in
seguito
modificata;
la
mostra,
dell'ordine
dei
32',
è
composta
da
canne
di
Principale,
con
ance
en
chamade.
La
consolle
è
anch'essa
in
cantoria
ed
ha
cinque
tastiere
di
58
note
ciascuna
e
pedaliera
dritta
di
30
note.
L'organo
dispone
di
una
doppia
trasmissione:
elettronica
numerica
per
i
manuali
e
il
pedale
e
MIDI
per
i
registri.
Organo
del
coro
-
L'organo
del
coro
è
situato
sotto
la
seconda
arcata
di
sinistra,
al
di
sopra
degli
stalli
lignei
settecenteschi.
Lo
strumento
attuale,
integralmente
ricostruito
nel
1969
da
Robert
Boisseau
e
successivamente
ampliato,
è
a
trasmissione
elettronica.
Il
materiale
fonico
è
situato
all'interno
di
una
cassa
in
stile
neogotico,
mentre
la
consolle,
avente
due
tastiere
di
56
note
ciascuna
e
pedaliera
dritta
di
30
note,
si
trova
a
pavimento,
tra
gli
stalli
di
sinistra
del
coro.
Campane
-
La
presenza
di
campane
all'interno
del
complesso
della
cattedrale
di
Parigi
è
testimoniata
fin
dal
XII
secolo.
Nel
1769,
venne
installato
un
grande
concerto
formato
da
venti
campane:
nella
torre
sud
si
trovavano
le
due
campane
con
il
suono
più
grande,
chiamate
Emmanuel
(del
XIV
secolo,
originariamente
chiamata
Jacqueline)
e
Marie
(fusa
per
la
prima
volta
nel
1378);
nella
torre
nord
vi
erano
otto
campane;
nella
flèche
sette;
l'orologio
posto
sul
transetto
di
destra
disponeva
di
tre
campane.
Durante
la
Rivoluzione
francese,
tra
il
1791
e
il
1792,
andarono
perdute
tutte
le
campane
ad
eccezione
dell'Emmanuel.
In
sostituzione
delle
altre,
nel
1856
vennero
realizzate
per
la
torre
nord
dalla
fonderia
Fonderia
Guillaume-Besson
di
Angers
quattro
campane:
Angélique
Françoise,
Antoinette
Charlotte,
Hyacinte
Jeanne,
Denise
David.
Nel
1867,
vennero
aggiunte
tre
campane
nella
flèche
e
altre
tre
nel
sottotetto.
In
occasione
dell'850º
anniversario
della
fondazione
della
cattedrale,
è
stato
deciso
di
dotare
la
cattedrale
di
un
nuovo
concerto
e
le
quattro
campane
della
torre
nord
sono
state
rimosse
il
20
febbraio
2012
facendole
passare
attraverso
un'apertura
circolare
della
volta
sotto
la
torre
appositamente
ideata
da
Eugène
Viollet-le-Duc.
La
realizzazione
delle
nuove
otto
campane
per
la
torre
nord
è
stata
affidata
alla
fonderia
Cornille-Havard
di
Villedieu-les-Poêles
e
a
Virginie
Bassetti
per
le
decorazioni,
mentre
quella
per
la
campana
Marie,
da
collocarsi
nella
torre
sud,
è
opera
della
fonderia
olandese
Royal
Eijsbouts.
Le
nuove
campane
sono
arrivate
nella
cattedrale
il
31
gennaio
2013
e
sono
state
posizionate
lungo
la
navata
centrale
per
la
benedizione,
presieduta
dall'arcivescovo
di
Parigi,
cardinale
André
Armand
Vingt-Trois,
il
2
febbraio
2013.
Successivamente
sono
state
installate
nelle
torri
ed
inaugurate
il
successivo
23
marzo,
vigilia
della
domenica
delle
Palme,
alla
presenza
di
autorità
politiche
e
religiose.
Il
costo
complessivo
della
rimozione
delle
vecchie
campane,
della
realizzazione
di
quelle
nuove
e
della
loro
installazione
è
stato
di
3,5
milioni
di
dollari.
Campane
attuali
-
Attualmente
la
cattedrale
dispone
di
undici
campane
(in
passato
ne
erano
20):
due
nella
torre
sud,
sette
nella
torre
nord,
tre
nella
flèche
e
tre
nel
sottotetto,
le
quali
si
odono
dall'interno
della
chiesa.
Le
sette
campane
installate
nel
2013
hanno
ciascuna
un
nome
proprio,
riferito
a
personaggi
e
a
santi
legati
alla
storia
dell'arcidiocesi
di
Parigi
e
della
Chiesa
cattolica.
Le
campane
della
cattedrale
suonano
non
soltanto
prima
delle
celebrazioni
liturgiche,
ma
anche,
tra
le
8
e
le
21,
ogni
quarto
d'ora.
L'Emmanuel
e
la
Marie,
oltre
che
nell'ambito
del
Grand
Solemnel,
del
Gros
Solemnel
e
del
Grand
Vésperal,
suonano
in
occasione
delle
ordinazioni
nel
momento
dell'imposizione
delle
mani:
insieme
per
le
ordinazioni
episcopali,
l'Emmanuel
per
quelle
presbiterali,
la
Marie
per
quelle
diaconali.
Inoltre,
quando
muore
una
personalità,
una
delle
campane
della
cattedrale,
in
base
all'importanza
del
defunto,
suona
tanti
rintocchi
quanti
gli
anni
di
vita
della
persona
morta.

Il
sagrato
-
L'ampio
sagrato,
si
estende
di
fronte
alla
cattedrale
di
Notre-Dame
dal
lato
occidentale.
All'inizio
esso
era
di
dimensioni
ridotte,
poiché
tutt'intorno
vi
erano
case,
negozi,
locande
ma
fu
ampliato
nel
XVIII
secolo
dall'architetto
Beaufrand.
Il
sagrato
fu
poi
rimodernato
diverse
volte,
in
particolare
negli
anni
sessanta.
Dal
3
settembre
2006
la
piazza
del
sagrato
è
stata
rinominata
(non
senza
contestazioni)
"«parvis
Notre-Dame
-
place
Jean
Paul
II»".
Con
diverse
campagne
di
scavo
(nel
1847,
nel
1965-67,
nel
1970),
nello
spazio
del
sagrato
sono
emersi
resti
degli
edifici
che
vi
si
sono
succeduti
dall'antichità
al
XIX
secolo
a
partire
da
fondamenta
di
edifici
di
età
gallo-romana
a
resti
di
basolato
e
del
porto
antico
di
Lutetia;
è
stata
rinvenuta
anche
una
parte
delle
mura
cittadine
del
IV
secolo
e
dell'antica
cappella
dell'Hôtel-Dieu,
oltre
a
resti
di
una
basilica
del
VI
secolo
intitolata
a
Santo
Stefano
e
della
medioevale
rue
Neuve
Notre-Dame;
si
trovano
però
anche
le
fondamenta
dell'orfanotrofio
ed
il
tracciato
delle
fognature
di
Haussmann.
Il
tutto
è
stato
organizzato
ed
esposto
al
pubblico,
dal
1980,
nell'attuale
cripta
archeologica,
lunga
118
metri.
Nella
piazza
antistante
la
cattedrale
si
trova
il
"chilometro
zero"
della
Francia
(point
zéro),
il
punto
di
riferimento
per
le
distanze
delle
strade
principali
che
partono
da
Parigi.
La
tradizione
vuole
che
i
turisti
che
passano
per
il
point
zéro,
un
giorno
torneranno
nella
capitale
francese.
Modifiche,
vandalismi
e
restauri
-
Nel
1548,
le
sommosse
degli
Ugonotti
danneggiarono
la
cattedrale.
In
seguito
alle
disposizioni
emanate
dal
Concilio
di
Trento,
durante
i
regni
di
Luigi
XIV
(fine
del
XVII
secolo)
e
di
Luigi
XV
furono
apportate
diverse
modifiche
alla
cattedrale,
compresa
la
distruzione
di
tombe
e
vetrate
colorate,
con
l'intenzione
di
modernizzarla.
Sul
finire
del
XVIII
secolo,
nel
periodo
della
rivoluzione
francese,
molti
tesori
all'interno
di
Notre-Dame
furono
distrutti
e
saccheggiati;
le
statue
di
molti
santi
furono
spaccate
e
decapitate;
parte
delle
teste
furono
poi
ritrovate
ed
ora
sono
esposte
al
museo
di
Cluny;
soltanto
la
grande
campana
scampò
alla
distruzione.
La
cattedrale
fu
trasformata
in
un
"Tempio
della
Ragione"
e
fu
inizialmente
intitolata
al
culto
della
ragione
ed
al
culto
dell'essere
supremo.
L'interno
della
chiesa,
inoltre,
fu
utilizzato
come
magazzino
per
il
deposito
di
cibo
e
foraggio.
In
seguito
all'avvento
di
Napoleone,
la
cattedrale
fu
restituita
al
culto,
e
anzi
ricevette
dei
frettolosi
restauri
per
ospitare
la
cerimonia
dell'
Incoronazione
di
Napoleone
a
Imperatore
dei
francesi,
cerimonia
cui
dovette
partecipare
anche
papa
Pio
VII.
All'inizio
del
XIX
secolo
la
cattedrale
era
in
uno
stato
tale
di
decadimento
che
i
progettisti
della
città
iniziarono
a
considerare
la
possibilità
di
abbatterla.
Il
romanziere
Victor
Hugo,
un
ammiratore
della
cattedrale,
scrisse
il
suo
romanzo
Notre-Dame
de
Paris
in
parte
anche
per
accrescere
la
consapevolezza
del
valore
della
cattedrale,
e
riuscì
a
rinnovare
l'interesse
popolare
sul
suo
destino.
Ne
seguì
una
campagna
di
raccolta
fondi
per
salvare
la
chiesa,
che
terminò
con
il
restauro
del
1845.
Il
programma
di
restauro
fu
avviato
nello
stesso
anno,
sotto
la
sovrintendenza
di
Jean-Baptiste-Antoine
Lassus
e
di
Eugène
Emmanuel
Viollet-le-Duc.
L'intera
opera
di
ricostruzione
durò
23
anni,
e
portò
anche
alla
costruzione
della
guglia,
della
sacrestia
oltre
che
all'aggiunta
delle
gargouilles.
Nel
1871
un'insurrezione
popolare
quasi
diede
fuoco
alla
cattedrale,
incendiando
un
gruppo
di
sedie
all'interno
della
chiesa.
Nel
1939,
durante
la
seconda
guerra
mondiale,
c'era
il
timore
di
un
bombardamento
da
parte
dei
tedeschi;
esso
avrebbe
distrutto
le
vetrate,
spargendo
ovunque
i
frammenti
di
vetro
e
rendendo
pericolosa
l'area.
Di
conseguenza
l'11
settembre
dello
stesso
anno
le
vetrate
furono
rimosse,
e
furono
ripristinate
solo
alla
fine
del
conflitto.
Nel
1991
fu
avviato
un
imponente
programma
di
mantenimento
e
di
restauro,
con
particolare
riguardo
alla
pulizia
ed
al
ritocco
delle
antiche
sculture.
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