Rive della Senna a Parigi, tra Pont de Sully e Pont d’Iéna
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991

 Video - Video 2 Video 3 

 

   

Parigi è nata dalla Senna, e non lo dimentica. La distinzione fondamentale tra i quartieri storici della città è nell'essere situati sulla più ampia riva destra (la rive droite) o sulla riva sinistra (la rive gauche), essendo dal lato della rive droite la Parigi degli affari, della finanza e delle istituzioni (il Louvre, la Borsa), mentre sulla rive gauche si sviluppa la Parigi intellettuale, colta, musicale, spettacolare (la Sorbonne, il quartiere latino, Montparnasse).

In città, il corso del fiume è di circa 13 km, la sua profondità varia dai 3,5 ai 6 metri, e la larghezza va dai 30 ai 200 metri. Le due sponde sono unite da ben 38 ponti (il più antico dei quali, malgrado il nome, è il pont Neuf) e 3 passerelle.

Pare che ancora oggi la Senna fornisca ai parigini più del 50% dell'acqua potabile. È certo che l'acqua bevuta a Parigi fino al XIX secolo era solo quella della Senna, che alimentava le fontane della città.

Il fiume è sempre stato soggetto a grandi piene, pur essendo stato arginato, in città. Si ricordano ancora quelle del gennaio 1924, del 1955, del 1982 e del 1995. Ma l'alluvione formidabile, ancora oggi ricordata come "la grande crue", fu quella del 1910, durata dal 21 al 30 di gennaio, durante la quale la Senna raggiunse anche l'altezza di 9 metri e mezzo, e costrinse i parigini a muoversi in barca fino agli Champs Élysées.

Fino alla fine degli anni '60, nella Senna si poteva fare il bagno (come del resto sul Tevere a Roma). La crescita urbana, l'industrializzazione e il conseguente inquinamento l'hanno man mano reso impossibile.

Jacques Chirac, da sindaco di Parigi, nel 1988 aveva proposto un'operazione di disinquinamento che permettesse di rendere nuovamente balneabile l'acqua del fiume entro il 1994. Al 2005 il bagno ancora non si fa, ma in compenso dal 2002 la Mairie, tra luglio e agosto, approfittando della riduzione fisologica del traffico, interrompe la circolazione sul lungosenna della rive droite per circa 3 km sotto l'Hotel de Ville, e attrezza «Paris Plage», con sabbia, prati, palme ecc., in modo che i parigini possano almeno prendere bagni di sole. L'iniziativa è molto apprezzata.

La Senna ha diverse isole. Nel centro della capitale riposano l'"Île de la Cité", che della città fu la culla, e l'Île Saint Louis urbanizzata più tardi, ed ora piccolo quartiere elegantissimo.

Nella sua prossimità Caterina de' Medici volle realizzare i giardini delle Tuileries.

I "lungosenna", localmente chiamati "quais" ed immortalati in decine di opere pittoriche fotografiche e cinematografiche, nel 1991 sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Dal punto di vista turistico, una delle attrazioni più conosciute della Senna sono le gite in battello, che consentono una affascinante esplorazione della città e del fiume. Se invece si vule viaggiare, sul fiume, si può cercare un passaggio sulle chiatte commerciali, alcune delle quali offrono ospitalità (spartana) a pagamento e consentono giri assai più lunghi lungo il fiume e i suoi canali.

Alla Senna il poeta Jacques Prévert dedicò la nota "Canzone della Senna". Il fiume è stato anche fonte d'ispirazione per molti pittori, specialmente impressionisti.

Il tratto tutelato dall'UNESCO inizia in corrispondenza dell'ile Saint-Louis, dove si trova la statua della santa protettrice di Parigi, Sainte-Geneviève (santa Genoveffa). Più a ovest, sull'Ile de la Cité, sorgono invece i simboli spirituali della città: la cattedrale gotica di Notre-Dame e la Sainte-Chapelle. 

Poco più in là si trova invece la Conciergerie, che in passato fece parte del palazzo reale medievale e che funse da prigione di stato. Di fronte il Louvre, il palazzo dei sovrani francesi, conserva una delle collezioni d'arte più importanti al mondo. 

Continuando lungo il corso della Senna se­guono il Musée d'Orsay, il Grand e il Petit Palais, l'Assemblèe Nationale e la costruzione in ferro più famosa al mon­do: la Tour Eiffel, un'opera rivoluziona­ria per l'epoca in cui fu costruita.

Île de la Cité 

L'Île de la Cité è una delle due isole fluviali della Senna (l'altra è l'Île Saint-Louis), centro di Parigi, dove la città medievale fu rifondata.

Il Boulevard du Palais taglia l'isola a metà e funge anche da linea di confine tra il I arrondissement, al quale appartiene la parte occidentale, ed il IV arrondissement.

L'Île de la Cité ospita la cattedrale di Notre-Dame, sede dell'arcivescovo di Parigi, e il complesso del Palais de la Cité (già residenza reale e oggi palazzo di giustizia) con la Sainte-Chapelle, la Conciergerie e la prefettura.

L'isola è collegata tramite nove ponti a entrambe le rive della Senna nonché alla vicina Île Saint-Louis; il ponte più antico ancora esistente è, a dispetto del suo nome, il Pont Neuf, che è situato all'estremità occidentale dell'isola. Sull'Île de la Cité si trova la stazione Cité della metropolitana di Parigi.

Per via della sua posizione strategica per oltrepassare la Senna, l'Île de la Cité ha ospitato fin da tempi antichi insediamenti umani. Secondo taluni studiosi l'isola sarebbe stata la sede della piccola tribù celtica dei Parisii (da cui il nome della futura città), anche se le prime tracce archeologiche risalgono all'epoca della città romana, Lutetia.

L'isola fu poi sede della corte merovingia e capitale del regno di Neustria, mentre nel VI secolo il re Childeberto I diede avvio ai lavori della cattedrale di Santo Stefano nell'area in cui in seguito sorgerà la cattedrale di Notre-Dame. Per tutto l'alto medioevo l'Île de la Cité fu così il centro politico e religioso di Parigi.

Notre-Dame
Video - Video 2 - Parte 1 - Parte 2 - Video 3 - Parte 1 - Parte 2

Notre-Dame di Parigi, spesso chiamata semplicemente Notre-Dame (ovvero "Nostra Signora", in riferimento alla Madonna) è la cattedrale cattolica dell'arcidiocesi di Parigi.

In base alla Legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905, Notre-Dame è proprietà dello Stato francese, come tutte le altre cattedrali fatte costruire dal Regno di Francia, ma il suo utilizzo è assegnato alla Chiesa cattolica.

Ubicata nella parte orientale dell'Île de la Cité, nel cuore della capitale francese, nella piazza omonima, Notre-Dame rappresenta una delle costruzioni gotiche più celebri del mondo ed uno dei monumenti più visitati di Parigi.  

Dal 1º settembre 2016 il rettore arciprete è monsignor Patrick Chauvet. Il 15 aprile 2019 è stata gravemente danneggiata da un imponente incendio che ha portato al collasso del tetto e della flèche. Nonostante la chiusura per i lavori di ripristino, la basilica resta la sede della cattedra dell'arcivescovo di Parigi, senza l'istituzione di una procattedrale.

Nell'area in cui sorge la cattedrale, originariamente si trovava un tempio pagano dedicato a Giove, frutto della ricostruzione di Lutezia da parte di Gaio Giulio Cesare dopo la resa di Vercingetorige del 52 a.C. Il primo luogo di culto cristiano venne eretto nel IV secolo e dedicato a santo Stefano. In stile paleocristiano, aveva cinque navate separate da colonne marmoree e sorgeva più ad ovest rispetto alla cattedrale odierna; annesso vi era un battistero dedicato a san Giovanni Battista, con il nome di Saint-Jean-le-Rond, demolito nel 1715. La cattedrale di Santo Stefano venne affiancata da un'altra dedicata alla Vergine Maria, costruita dal merovingio Childeberto I intorno al 528. Nel VII secolo la cattedrale venne restaurata in stile romanico oppure, secondo un'altra ipotesi, ricostruita utilizzando materiali provenienti dall'edificio paleocristiano. In seguito ad un incendio nell'857, la chiesa di Nostra Signora venne ricostruita in stile carolingio.

Il 12 ottobre 1160 il teologo Maurice de Sully divenne vescovo di Parigi. Egli promosse subito la costruzione di una nuova e più ampia cattedrale, risultando quella di Santo Stefano in rovina e la chiesa di Nostra Signora insufficiente per la popolazione in crescita: la città, infatti, oltre ad essere diventata con Filippo I capitale del regno di Francia, era anche un importante centro economico e culturale.Vennero demolite le due chiese di Santo Stefano e di Nostra Signora e la prima pietra venne posata alla presenza di papa Alessandro III, che soggiornò a Parigi dal 24 marzo al 25 aprile 1163, sotto il regno di Luigi VII il Giovane.

Il nuovo edificio sarebbe sorto in stile gotico, che si era già affermato in Francia con la costruzione della basilica di Saint-Denis (1136-XIII secolo) e delle cattedrali di Sens (1135-1534), di Noyon (1145-1235) e di Laon (1155-1235). La chiesa avrebbe avuto una pianta simile a quella della cattedrale di Santo Stefano, con cinque navate senza cappelle laterali ad eccezione di tre cappelle radiali. Il progetto non si limitava solo alla nuova chiesa, ma si estendeva anche sull'area circostante: infatti, prevedeva l'apertura di una grande piazza di fronte alla cattedrale raggiungibile da una nuova strada più larga per agevolare l'accesso dei fedeli, nonché la ricostruzione del palazzo vescovile.

La costruzione della cattedrale fu condotta in due fasi: entro il 1250 venne completato l'edificio, mentre fino alla metà del XIV secolo si ebbe una serie di interventi alla struttura sia interna, sia esterna, fino a raggiungere l'aspetto attuale. L'edificazione dell'edificio venne finanziata sia dalla Chiesa, sia dalla corona di Francia e lavorarono al cantiere molti cittadini prestando la loro opera come fabbri, muratori e carpentieri.

La costruzione della nuova cattedrale cominciò sotto la supervisione del vescovo Maurice de Sully a partire dal coro. La struttura, a cinque navate con doppio deambulatorio intorno all'abside, venne portata a termine nel 1182; il 19 maggio dello stesso anno, Henri de Château-Marçay, legato pontificio di papa Lucio III, consacrò l'altare maggiore, e nel 1185, nel corso della prima celebrazione all'interno della cattedrale, il patriarca di Gerusalemme Eraclio di Cesarea convocò la Terza Crociata.

Conclusi i lavori del coro, iniziarono quelli per la costruzione del transetto e delle navate con i relativi matronei. Si fermarono nel 1190 dopo la costruzione delle tre campate più vicine alla crociera. In seguito, il cantiere si spostò nell'area della facciata, edificata a partire dal 1208 dopo lo scavo delle sue fondamenta e completata nel 1218. A partire dallo stesso anno si procedette al completamento delle navate. Queste avevano uno schema differente da quello odierno: il matroneo era illuminato da finestre poste in modo tale da essere più in alto rispetto alla chiave di volta, e di conseguenza la volta a crociera era asimmetrica; inoltre il cleristorio della navata centrale presentava un doppio ordine di finestre, con rosoni circolari in basso, che davano su un locale posto sopra il matroneo, e monofore in alto, che davano sull'esterno. Poiché in seguito a ciò l'interno della navata era buio, tra il 1225 e il 1250, contemporaneamente al completamento della facciata, al posto delle doppie finestre del cleristorio vennero aperte alte bifore; inoltre fu ridotta l'altezza delle finestre del matroneo, così da avere volte a crociera con le vele simmetriche. Negli stessi anni, tra i contrafforti, lungo le navate esterne, vennero aperte delle cappelle laterali e il transetto venne allungato.

Nel 1220 la costruzione della facciata era arrivata alla galleria dei Re. In seguito al completamento della parte superiore, iniziò l'edificazione della torre sud, terminata nel 1240 e poi della torre nord, portata a compimento nel 1250. Il progetto originale prevedeva per ciascuna torre un alto coronamento a cuspide, poi mai realizzato.

Dopo il 1250, la cattedrale, ormai terminata, fu oggetto di una serie di importanti restauri e modifiche fino a farle acquisire, alla metà del XIV secolo, la struttura odierna.

I primi lavori furono intrapresi per volere di Renaud Mignon de Corbeil, vescovo di Parigi dal 1250 e il 1268: le due facciate del transetto, i cui portali erano in stile romanico, vennero ricostruite in stile gotico su progetto di Jean de Chelles, quella nord a partire dal 1250 circa e quella sud a partire dal 1258; quest'ultima venne completata da Pierre de Montereau che subentrò a de Chelles alla sua morte, nel 1265. Dagli stessi architetti fu curata la realizzazione del portale di Santo Stefano e del portale del chiostro.

Dopo la morte di de Montereau, nel 1267, divenne architetto della cattedrale Pierre de Chellese, nipote di Jean, che portò avanti la costruzione dei contrafforti e degli archi rampanti del coro; il lavoro venne completato da Jean Ravy, architetto della cattedrale dal 1318 al 1344, che si occupò anche delle transenne del presbiterio. Lo jubé venne realizzato da Raymond du Temple, successore di Jean le Bouteiller, nipote di Ravy.

A partire dal Rinascimento, la cattedrale fu oggetto di una serie di restauri di entità minore, secondo i gusti delle varie epoche: questi interventi, nei secoli XV e XVI si limitarono all'aggiunta di decorazioni prima rinascimentali, poi barocche, di altari laterali e di monumenti funebri.

Il primo grande restauro lo si ebbe alla fine del XVII secolo, per volere del re di Francia Luigi XIV, che così avrebbe adempiuto ad un voto fatto da suo padre Luigi XIII che, nel 1638, in seguito alla nascita, dopo ventitré anni di matrimonio, del primo figlio ed erede Luigi Deodato, dedicò il regno di Francia alla Madonna e si impegnò a costruire un nuovo altare per la cattedrale di Parigi. Il progetto viene affidato a Robert de Cotte: venne demolito lo jubé e sostituito da una cancellata in ferro battuto con decorazioni in oro; le tombe a pavimento del coro vennero rimosse e l'antico altare maggiore demolito, sostituito da uno nuovo in stile barocco, opera di Nicolas Coustou con statue di Guillaume Coustou e Antoine Coysevox; le colonne intorno ad esse furono dotate di un rivestimento marmoreo.

Nuovi interventi vi furono nella seconda metà del XVIII secolo. Nel 1756, su richiesta del capitolo dei canonici della cattedrale, le vetrate policrome del cleristorio furono sostituite con vetri bianchi dai fratelli Le Vieil per far entrare più luce all'interno della chiesa; a questo scopo, le pareti furono ricoperte con intonaco chiaro. Successivamente l'architetto Jacques-Germain Soufflot alterò il portale centrale eliminando la colonna centrale e parte dell'apparato decorativo della lunetta, per favorire il passaggio delle processioni.

Durante la Rivoluzione francese (1789-1799), la chiesa venne devastata: dopo che tutti gli oggetti in metalli preziosi vennero inviati alla zecca per essere fusi, nell'ottobre del 1793, per ordine della Commune di Parigi, tutte le statue della facciata, sia quelle della galleria dei Re, sia quelle dei portali, vennero distrutte e così anche la flèche. Nel dicembre dello stesso anno, il filosofo Henri de Saint-Simon, fondatore del movimento politico-religioso detto Sansimonismo, era in procinto di acquistare la cattedrale per poi distruggerla.

Il 10 novembre 1793, con una celebrazione della libertà organizzata da Pierre-Gaspard Chaumette, la chiesa divenne tempio della Ragione; in seguito, dal 1798, ospitò anche gli uffici del clero costituzionale.

In seguito al Concordato del 1801, firmato il 15 luglio da Napoleone Bonaparte e papa Pio VII, la cattedrale tornò alla Chiesa cattolica e, dopo un sommario restauro, la prima messa fu celebrata il 18 aprile 1802 alla presenza di Napoleone e del legato pontificio Giovanni Battista Caprara Montecuccoli.

Il 2 dicembre 1804 venne solennemente celebrata nella cattedrale l'incoronazione di Napoleone come imperatore dei Francesi al termine di una messa votiva della Vergine celebrata da papa Pio VII. In tale occasione, davanti alla facciata, per coprirne lo stato di forte degrado, venne installato un protiro posticcio a pianta quadrata in stile neogotico posto in corrispondenza del portale maggiore e affiancato da due portici con archi ogivali.

Dopo i danni inflitti alla cattedrale durante la Rivoluzione francese e le sommosse anti-legittimiste del 29 luglio 1830 e del 14 febbraio 1831, era necessario un importante intervento di restauro: sebbene fosse stata riaperta al culto, la chiesa versava in pessime condizioni, tanto che, sotto il Primo Impero, le bandiere della battaglia di Austerlitz furono appese alle pareti per nasconderne il degrado. Alcuni interventi locali erano stati effettuati nel 1817 con il restauro del telaio del tetto e degli archi rampanti del coro; negli stessi anni venne incrementato l'arredo interno della cattedrale. Un importante ruolo nella campagna di sensibilizzazione per il restauro della cattedrale lo ebbe lo scrittore Victor Hugo con il suo romanzo Notre-Dame de Paris, pubblicato nel 1831; l'opinione pubblica si schierò a favore dell'impresa, come era nelle intenzioni di Hugo, e vi fu un grande interesse nei confronti dell'edificio.

In seguito all'approvazione del ministro degli Affari religiosi, al quale, il 31 maggio 1842 era stata presentata una petizione firmata da vari personaggi illustri, tra i quali Victor Hugo, Alfred de Vigny e Jean-Auguste-Dominique Ingres, vennero scelti gli architetti Jean-Baptiste-Antoine Lassus e Eugène Viollet-le-Duc, che si erano distinti nel restauro della Sainte-Chapelle, quest'ultimo già facente parte della Commissione per la salvaguardia delle opere d'arte, costituita sotto la direzione di Prosper Mérimée in seguito alla pubblicazione del libro di Hugo. I due architetti incaricati, nel 1845, presentarono all'Assemblea Nazionale un preventivo di 388.850 franchi che dovettero abbassare a 265.000 franchi per ottenere il finanziamento; l'inadeguatezza dei fondi, che dovevano servire non solo al restauro della cattedrale, ma anche alla costruzione di una nuova sacrestia, fece sì che nel 1850 i lavori dovettero essere sospesi per poi riprendere. Nel 1857, alla morte di Lassus, Viollet-le-Duc divenne il direttore unico dei lavori.

Il restauro ebbe come scopo quello di ricondurre la cattedrale alle originarie caratteristiche medioevali, creando un'unità di stili e integrando, tuttavia, elementi architettonici ed artistici di epoche successive a quella medievale. Vennero quindi eliminati l'intonaco delle pareti e il rivestimento marmoreo degli archi nell'area dell'abside; le finestre dei matronei e delle cappelle laterali vennero sostituite da vetrate policrome e quelle danneggiate restaurate. Vi fu la realizzazione degli affreschi delle cappelle laterali e la riedificazione della cantoria dell'organo maggiore, costruito tra il 1862 e il 1867 da Aristide Cavaillé-Coll.

Esternamente, i contrafforti e gli archi rampanti vennero restaurati e rinforzati e, quelli che non li avevano più, completati con pinnacoli. Venne inoltre ricostruita la flèche sulla crociera su progetto di Viollet-le-Duc. La facciata, in avanzato stato di degrado,, fu oggetto di un importante restauro, che comportò il ripristino dei bassorilievi dei portali e la ricostruzione delle varie statue, tra le quali quelle della galleria dei Re, affidata ad un gruppo di scultori guidati da Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume; gli stessi realizzarono anche il resto dell'apparato decorativo statuario esterno. Le bifore alla base delle due torri vennero aperte nuovamente e realizzata una bassa copertura a spioventi per i due campanili; Viollet-le-Duc aveva ideato per le due torri due alte cuspidi di coronamento, che non vennero mai realizzate.

Terminati i lavori, la cattedrale venne solennemente consacrata il 31 maggio 1864 da Georges Darboy, arcivescovo di Parigi.

Il restauro di Viollet-le-Duc non fu esente da polemiche, criticato sia perché, secondo i romantici, le aggiunte successive alla costruzione della cattedrale andavano mantenute, sia perché l'architetto aveva fatto delle aggiunte alla struttura ritenute arbitrarie. In particolare, vi furono critiche alla realizzazione delle chimere della facciata, volute dall'architetto ma non presenti in origine, e allo spostamento di cinque gradi della parte centrale dell'intelaiatura del rosone del transetto sud per farle assumere un orientamento cruciforme.

Tra il 1860 e il 1870, nell'ambito della riqualificazione urbanistica della città, su progetto di Georges Eugène Haussmann, venne aperta una grande piazza di fronte al sagrato della cattedrale demolendo vari antichi edifici, tra le quali alcune case con intelaiatura a traliccio del XV secolo e e l'antico Hôtel-Dieu.

Durante la Comune di Parigi del 1871, nella cattedrale, da poco restaurata e riaperta al culto, vennero incendiate alcune panche e sedie, senza gravi danni; l'edificio venne risparmiato durante le due guerre mondiali.

Nel 1935, il cardinale Jean Verdier, arcivescovo di Parigi, incaricò dodici artisti contemporanei della realizzazione di ventiquattro vetrate, dodici per il cleristorio della navata centrale ed altrettante per il matroneo; queste vennero realizzate in stile moderno ispirandosi al Credo ed installate nel 1938; furono poi rimosse in seguito ad una serie di aspre critiche. Nel 1952, al solo Jacques Le Chevallier venne dato l'incarico, dall'amministrazione dei monumenti storici, di realizzare un progetto per delle nuove vetrate basate sul disegno di quelle degli anni trenta; le nuove finestre vennero realizzate tra il 1961 e il 1965 ed inaugurate il 26 aprile 1966.

Negli anni novanta la cattedrale fu oggetto di restauri sia interni, con l'ampliamento dell'organo maggiore, sia esterni, con una radicale pulizia della facciata principale, terminata in occasione del giubileo del 2000.

Nel 2004, per volere del cardinale Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi, venne realizzato il nuovo presbiterio e, a partire dallo stesso anno, l'emittente televisiva francese KTO trasmette in diretta dalla cattedrale i vespri nei giorni feriali e la messa la domenica sera e nelle feste più importanti.

In occasione dell'850º anniversario della fondazione della cattedrale è stata fatta una serie di migliorie all'edificio, con la realizzazione di un nuovo allestimento per il museo del Tesoro, il restauro dell'organo e l'installazione di un nuovo apparato di illuminazione interna. Inoltre, la chiesa è stata dotata di un nuovo concerto di nove campane, benedetto dall'arcivescovo di Parigi, cardinale André Armand Vingt-Trois, il 2 febbraio 2013. I festeggiamenti sono stati solennemente aperti il 12 dicembre 2012 con la celebrazione di una messa solenne presieduta dal cardinale Vingt-Trois. In occasione di questo anniversario è stato installato, nella piazza antistante la cattedrale, il Cammino del Giubileo, comprendente te vetrate del 1937 di Jacques Le Chevallier raffiguranti Santa Genoveffa, San Marcello e lo Spirito Santo; il cammino culmina con una gradinata dalla quale si può ammirare la facciata della cattedrale e che viene utilizzata per spettacoli.

Papa Giovanni Paolo II ha visitato la cattedrale e vi ha celebrato la messa il 30 maggio 1980 e, in occasione della beatificazione di Frédéric Ozanam, il 22 agosto 1997; papa Benedetto XVI, il 12 settembre 2008, ha presieduto nella cattedrale la celebrazione dei vespri.

Il 15 aprile 2019 la cattedrale è stata colpita da un grave incendio, che ha provocato il collasso della flèche e del tetto, con il crollo del transetto. Il lavoro incessante dei vigili del fuoco è riuscito a mettere in salvo la struttura portante e gran parte delle opere d'arte, tra cui quelle presenti nel tesoro della cattedrale. Il giorno successivo, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, durante il suo discorso alla nazione riguardo all'incendio, ha annunciato la ricostruzione della cattedrale in un arco di tempo di cinque anni. In poco meno di una settimana le donazioni per la ricostruzione del tetto sono ammontate a 1 miliardo di euro.

Il 15 giugno, in occasione della solennità della dedicazione della cattedrale, una celebrazione eucaristica è stata presieduta dall'arcivescovo Michel Aupetit all'interno dell'edificio; essa ha avuto luogo nella cappella assiale e ha visto la partecipazione di un gruppo ristretto di persone.

In seguito alla chiusura della cattedrale le principali celebrazioni che avevano luogo al suo interno sono state spostate nella chiesa di Saint-Sulpice, nel VI arrondissement, la più grande della città dopo Notre-Dame. A partire dal 1º settembre 2019 hanno ripreso anche quelle quotidiane del capitolo presso la chiesa di Saint-Germain-l'Auxerrois, nel I arrondissement. 

Il 7 dicembre 2024, a 2.059 giorni dall'incendio, l'arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich ha riaperto ufficialmente le porte della cattedrale restaurata alla presenza del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron e di numerosi capi di stato e di governo mondiali, tra i quali anche il Presidente statunitense eletto Donald Trump, alla sua prima visita all'estero dalla vittoria alle elezioni.

Il giorno 8 dicembre 2024, in occasione della festività dell'Immacolata Concezione, lo stesso arcivescovo di Parigi ha celebrato la prima messa inaugurale nel corso della quale è stato consacrato l'altare maggiore.

La cattedrale, fin dalla sua fondazione, fu luogo di importanti eventi di rilevanza nazionale; proprio per questo venne scelta nel 1239 da re Luigi IX il Santo, in attesa del completamento della Sainte-Chapelle, come collocazione, al tempo provvisoria e poi diventata definitiva dopo il Concordato del 1801, della reliquia della Corona di spine.

All'interno della cattedrale sono state celebrate molte cerimonie religiose legate ai re di Francia: tra queste il matrimonio tra Maria Stuarda, regina di Scozia e Francesco di Valois, delfino di Francia (24 aprile 1558); quello per procura tra Elisabetta di Valois e Filippo II di Spagna (22 giugno 1559); le cosiddette nozze di sangue tra Enrico III di Navarra, poi Enrico IV di Francia, e Margherita di Valois, così chiamate perché vennero celebrate il 18 agosto 1572, sei giorni prima della Notte di San Bartolomeo; il matrimonio tra l'imperatore Napoleone III e Eugenia de Montijo (30 gennaio 1853). Nel XIX secolo, in Notre-Dame furono celebrati i battesimi del re di Roma Napoleone II (1811) e del principe imperiale Napoleone Eugenio Luigi Bonaparte (1856).

L'edificio è stato anche il luogo di eventi politici, come la prima convocazione degli Stati Generali, il 10 aprile 1302 da parte di Filippo il Bello, e il canto del Te Deum per varie imprese militari: nel 1447 per la riconquista di Parigi da parte di Carlo VII, il 22 maggio 1594 da Enrico IV per lo stesso motivo, il 9 maggio 1945 per la vittoria della Francia durante la seconda guerra mondiale, preceduto, il 26 agosto 1944, dal canto del Magnificat per la Liberazione di Parigi. La chiesa è stata inoltre luogo dell'incoronazione illegittima di Enrico VI d'Inghilterra a re di Francia (16 dicembre 1431), del processo di riabilitazione di Giovanna d'Arco (1456) e dell'abiura del Maresciallo di Francia Henri de La Tour d'Auvergne-Bouillon (1668).

All'interno della cattedrale sono stati celebrati vari funerali di Stato e cerimonie commemorative, come quella per Charles de Gaulle (12 novembre 1970) e quella, ecumenica, per le vittime del volo Air France 447 (3 novembre 2009).

La cattedrale è stata anche luogo di atti clamorosi come suicidi, ad esempio quello del saggista e scrittore Dominique Venner, che si è ucciso il 21 maggio 2013 con un colpo di pistola in bocca nei pressi dell'altare maggiore; similmente, l'11 febbraio 1931 un giovane intellettuale messicano in esilio a Parigi si era ucciso sparandosi al cuore all'interno della chiesa.

Date importanti nella costruzione

1160 Maurice de Sully (vescovo di Parigi), ordina la demolizione della cattedrale originaria.

1163 Viene posata la prima pietra, inizia la costruzione.

1182 Abside e coro vengono completati, l'altare maggiore viene consacrato.

1196 Viene ultimata la navata, muore il vescovo de Sully.

1200 Cominciano i lavori sulla facciata ovest.

1225 La facciata occidentale viene terminata.

1250 Vengono completate le torri ed il rosone.

1250 - 1345 Gli ultimi elementi vengono sistemati.  

Dimensioni

Parametro

Misura

Lunghezza totale

128 m

Lunghezza della navata

60 m

Lunghezza del coro

36 m

Lunghezza del transetto

48 m

Larghezza totale

40 m

Larghezza della navata

12 m

Larghezza delle navate laterali

6 m

Larghezza del transetto

14 m

Altezza della volta

33 m

Altezza del tetto

43 m

Altezza delle torri

69 m

Altezza della flèche

96 m

La cattedrale è situata nella parte orientale dell'Île de la Cité ed è posta fra due piazze: Parvis Notre-Dame - place Jean-Paul-II e Square Jean-XXIII. La prima, situata davanti alla facciata, era originariamente chiamata soltanto parvis Notre-Dame ed è stata intitolata, non senza polemiche, a papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2006. La piazza è caratterizzata dalla pavimentazione e dalle aiole disposte asimmetricamente, che ricalcano la posizione delle antiche case quattrocentesche prima della loro demolizione nella seconda metà del XIX secolo. Nella piazza si trova il point zéro des routes de France, dal quale vengono calcolate le distanze chilometriche da e per Parigi. Alle spalle della cattedrale, sorge un'ampia piazza dedicata a papa Giovanni XXIII, risalente, nel suo assetto attuale, al 1844; al centro dell'area vi è la neogotica fontana della Vergine, realizzata nel 1845 da Alphonse Vigoureux.

La cattedrale di Parigi è stata una delle prime grandi chiese gotiche, venuta immediatamente dopo la ricostruzione del coro della basilica di Saint-Denis da parte dell'abate Sugerio, considerato il "padre" del gotico. Notre-Dame, a sua volta, divenne esempio per moltissime costruzioni gotiche successive.

Si tratta di una chiesa a pianta rettangolare, col transetto contenuto all'interno del perimetro dell'edificio; lo spazio interno, caratterizzato dalla presenza di numerose cappelle laterali e radiali, è quindi articolato secondo una pianta a croce latina, con cinque navate che si chiudono, nella zona absidale, con un doppio deambulatorio.  

La cattedrale parigina si presenta in uno stile non ancora del tutto maturo, ancora con elementi di derivazione romanica, tra cui soprattutto le colonne cilindriche: la sua navata, infatti, non risulta slanciata e luminosa come quella delle cattedrali del gotico maturo, in cui i pilastri polistili permettono la presenza di volte più alte e di grandi vetrate; con l'aggiunta delle cappelle, non presenti nel progetto originario, venne meno l'illuminazione delle navate laterali e quindi si dovettero sostituire le monofore della navata centrale con più grandi bifore. Notre-Dame presenta anche alcune differenze rispetto alla basilica di Saint-Denis, come nell'area del deambulatorio, doppio per entrambe le chiese, dove nella prima le cappelle radiali sono ben definite, mentre nella seconda sono leggermente sporgenti ed integrate nelle campate, condividendo con queste la volta a crociera; inoltre vi è la presenza di un matroneo ben definito, differente da quello della cattedrale di Sens (delle bifore che danno su un locale sottotetto) e con finestre più articolate rispetto a quelle del matroneo della cattedrale di Noyon (bifore nella navata e nel coro, monofore nell'abside).

Un elemento architettonico peculiare della cattedrale di Parigi sono gli archi rampanti, secondo alcuni autori qui sperimentati per la prima volta; secondo altri, invece, sarebbero stati utilizzati per la prima volta nella chiesa abbaziale di Saint-Germain-des-Prés, poco distante da Notre-Dame, il cui coro venne consacrato nel 1163 da papa Alessandro III.

La facciata occidentale - La facciata principale della cattedrale è rivolta ad ovest e venne costruita a partire dall'episcopato di Eudes de Sully, successore di Maurice de Sully ma con lui non imparentato: iniziata nel 1208, venne completata nel 1250 con la costruzione della torre sud.

Il prospetto della cattedrale misura 43,5 metri di larghezza e 45 di altezza (escluse le torri) ed è suddiviso in quattro ordini orizzontali da cornicioni. In basso, si aprono i tre portali, che da sinistra sono il portale della Vergine (l'unico dei tre sormontato da una ghimberga), il portale del Giudizio universale e il portale di Sant'Anna. Essi sono ogivali e strombati e le porte sono divise in due fornici da un trumeau. I portali sono alternati a contrafforti quadrangolari, ciascuno dei quali decorato da una nicchia all'interno della quale vi è una scultura, risalente ai restauri ottocenteschi; le statue nelle nicchie raffigurano, da sinistra, Santo Stefano, l'Allegoria della Chiesa (con in mano la croce e il calice), l'Allegoria della Sinagoga (con gli occhi bendati da un serpente) e San Dionigi

Al di sopra dei portali, si apre la galleria dei Re, costituita da 28 statue dei re di Giudea separate da colonnine. Più in alto, vi sono tre finestre, al centro un rosone e ai lati due bifore, precedute da una balconata con balaustra. L'ultimo livello della facciata è costituito da una serie di slanciate bifore sorrette da colonne con capitelli scolpiti, sormontata da una balconata detta galleria delle Chimere, posta a 46 metri di altezza e così chiamata per le statue raffiguranti delle chimere volute da Eugène Viollet-le-Duc; tra queste, ve n'è una raffigurante Strige che, nelle leggende dell'antica Roma, era un uccello notturno di cattivo auspicio che si nutriva di sangue e carne umana.

Alla facciata della cattedrale è ispirata quella della cattedrale dell'Assunzione di Covington, nel Kentucky (USA), costruita su progetto di Leon Coquard tra il 1908 e il 1910 e rimasta incompleta delle torri.

Portale del Giudizio Universale - Il portale del Giudizio universale è il portale centrale della facciata occidentale. È il più recente dei tre portali della facciata e venne realizzato tra il 1220 e il 1230; nel , su progetto di Jacques-Germain Soufflot venne alterato con la creazione di un unico fornice e ricondotto alle caratteristiche originarie durante il restauro ottocentesco diretto da Viollet-le-Duc.

La decorazione della lunetta, ordinata su tre fasce decorative sovrapposte, tratta il tema del giudizio finale che, secondo l'escatologia cattolica avverrà alla fine dei tempi, quando Dio giudicherà tutti gli uomini in base alle azioni da loro compiute durante la vita, e destinerà ciascuno al Paradiso oppure all'Inferno. Nell'architrave è raffigurata la risurrezione dei morti che, svegliati da due angeli che suonano la tromba, escono dalle rispettive tombe. 

Nella fascia decorativa superiore vi sono, al centro, l'arcangelo Michele e Satana che, con una bilancia, pesano le anime; al lato, due schiere di individui: a sinistra i beati e a destra i dannati, questi ultimi legati con delle catene e condotti da due demoni verso l'Inferno. In alto, al centro, assiso in trono, si trova Cristo giudice, vestito con una tunica che lascia vedere le stigmate; ai suoi lati stanno, in piedi, due angeli che portano i segni della sua Passione: la Croce (angelo di destra) e i chiodi e la Lancia di Longino (angelo di sinistra). Alle due estremità sono raffigurati la Madonna e Giovanni Evangelista inginocchiati. Gran parte delle sculture dei due ordini inferiori sono state distrutte nel 1771 da Soufflot e ricostruite nel secolo successivo in base ai disegni di quelle originarie.

Nella parte inferiore della strombatura vi sono dodici statue, sei per lato, raffiguranti i Dodici Apostoli, gravemente danneggiate durante la Rivoluzione francese ed in seguito restaurate. Gli apostoli di sinistra, dall'esterno, sono Bartolomeo, Simone, Giacomo il Minore, Andrea, Giovanni, Pietro; quelli di destra, dall'esterno, sono Matteo, Giuda Taddeo, Filippo, Tommaso, Giacomo e Paolo di Tarso. Al di sotto degli apostoli, si trovano ventiquattro bassorilievi disposti su due ordini sovrapposti e raffiguranti virtù (ordine superiore) e vizi (ordine inferiore, entro dei tondi).

L'archivolto è decorato con le Schiere celesti, ad eccezione della fascia inferiore di destra, ove vi è una raffigurazione dell'Inferno e delle vergini stolte, contrapposte alle vergini sagge.

A ridosso del trumeau vi è la statua detta Le Beau-Dieu, opera di Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume che la realizzò su disegno di Viollet-le-Duc. Essa raffigura Cristo in posizione eretta, con la mano destra in atto di benedizione e la sinistra che tiene il libro dei Vangeli, e poggia su un piedistallo raffigurante le Arti.

Portale della Vergine - Il portale della Vergine è il portale di sinistra della facciata. Venne realizzato tra il 1210 e il 1220 e, danneggiato durante la Rivoluzione francese, è stato ripristinato nel corso dei restauri ottocenteschi.

La decorazione a rilievo della lunetta è disposta su tre ordini sovrapposti. Nell'architrave vi è, al centro, la raffigurazione dell'Arca dell'Alleanza posta sotto un baldacchino gotico sorretto da colonnine; ai lati, trovano posto a sedere a sinistra tre profeti e a destra tre re di Giudea, con in mano le prefigurazioni della venuta di Cristo. 

Nella fascia superiore è raffigurata la scena della dormizione di Maria, ovvero la teoria sostenuta da una parte dei teologi, che Maria non sarebbe veramente morta, ma sarebbe soltanto caduta in un sonno profondo prima di essere assunta in cielo. Al centro della scena, vi è il corpo di Maria che viene sollevato dal sepolcro da due angeli per essere portato in Paradiso; intorno e alle spalle di esso si trovano gli apostoli tra i quali all'estrema sinistra Paolo, sotto un fico, e Pietro e, all'estrema destra, sotto un olivo, Giovanni. Al centro, Gesù che indica il ventre della madre, dal quale venne generato. Nella parte superiore della lunetta, è raffigurata l'Incoronazione di Maria: la Madonna siede in trono di fianco a Cristo e viene da lui benedetta e le consegna lo scettro, mentre un angelo pone sulla sua testa una corona. Ai lati, due angeli cerofori inginocchiati.

Nella parte inferiore della strombatura, si trovano otto statue. Quelle di sinistra raffigurano, dall'esterno, l'imperatore Costantino e San Dionigi, affiancato da due angeli e con la testa in mano, simbolo del suo martirio; a destra, dall'esterno, sono raffigurati San Silvestro papa, Santa Genoveffa, Santo Stefano e San Giovanni Battista. Intorno alla porta e sotto le statue sono raffigurati il ciclo della vita dell'uomo con i segni zodiacali, i mesi dell'anno e le stagioni. L'archivolto è decorato con figure di santi ricostruite durante il restauro del XIX secolo.

Il trumeau è decorato con una statua raffigurante la Madonna col Bambino, strettamente collegata alla soprastante Arca dell'Alleanza in quanto Maria è, come l'arca, il frutto di una promessa fatta da Dio al suo popolo e alle sculture sottostanti, in quanto nuova Eva. La statua poggia su piedistallo poligonale con scene di Adamo ed Eva nel Giardino dell'Eden: a sinistra la creazione di Eva da una costola di Adamo, a destra la cacciata di Adamo ed Eva e al centro la tentazione di Adamo, dove al posto del serpente si trova Lilith, personaggio non presente nel racconto biblico considerato dagli antichi ebrei la prima moglie di Adamo poi ripudiata per aver rifiutato di obbedire al marito; in seguito a ciò sarebbe diventata un demone notturno.

Portale di Sant'Anna - Il portale di Sant'Anna è il portale di destra della facciata occidentale. È il più antico dei tre ingressi e l'apparato scultoreo venne realizzato tra il 1140 e il 1150 per uno spazio più piccolo ed in seguito completato. Anche questo portale subì danneggiamenti durante la Rivoluzione francese e venne restaurato nel XIX secolo.

L'apparato decorativo scultoreo della lunetta tratta di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino ed è articolato su tre piani sovrapposti. Nell'ordine inferiore, scolpito nel XIII secolo per raccordare la decorazione già esistente al nuovo portale, sono raffigurate Scene del matrimonio di Gioacchino ed Anna; in quello mediano, invece, del XII secolo, da sinistra l'Annunciazione a Maria, la Visitazione ad Elisabetta, la Natività di Gesù, l'Annuncio ai Pastori, Erode e i Magi. Nella parte superiore, all'interno di una lunetta di dimensioni minori rispetto a quelle della lunetta del portale, è raffigurata al centro, sotto un baldacchino, la Madonna in trono col Bambino, con ai lati due angeli turiferari e, alle estremità della composizione, il vescovo Maurice de Sully con il decano del capitolo Barbedour e, sul lato opposto, inginocchiato, Luigi VII; secondo un'altra interpretazione, potrebbero essere il vescovo San Germano e il re Childeberto I. Intorno alla lunetta del XII secolo vi è un rilievo del secolo successivo con ai lati elementi vegetali e al centro due angeli.

Alla base della strombatura trovano luogo otto statue ottocentesche disposte in due gruppi di quattro ciascuna: quelle di sinistra, dall'esterno, raffigurano il profeta Elia, la vedova di Sarepta, Salomone e Pietro apostolo; quelle di destra, dall'esterno, il profeta Isaia, una Sibilla, (oppure un re e Betsabea), il re Davide e Paolo apostolo.

Il trumeau presenta una statua raffigurante San Marcello che schiaccia il drago; le due porte dispongono di finiture in ferro battuto risalenti al XIII secolo.

La Galleria dei Re - La galleria dei Re è posta al di sopra dei portali e consiste in un loggiato formato da ventotto archi trilobati poggianti su colonnine; all'interno di ciascuno di essi si trova una statua, alta 3,5 metri, raffigurante uno dei re di Giudea; sebbene questi siano stati venti, probabilmente il loro numero venne arbitrariamente accresciuto fino a farlo coincidere con quello dei re di Francia fino a Filippo il Bello. L'unico re identificabile è Davide, il quattordicesimo da sinistra, che poggia i piedi sopra un leone. Gli archi sono disposti asimmetricamente nei tre campi dettati dai quattro contrafforti della facciata: al centro e a sinistra sono in gruppi di otto, mentre a destra sono sette.

Le statue attualmente visibili risalgono al restauro ottocentesco e furono realizzate su disegno di Eugène Viollet-le-Duc dopo che quelle originarie erano andate distrutte nel 1793 durante la Rivoluzione francese in quanto ritenute raffigurazioni dei re di Francia; nel 1977, nell'ambito della riqualificazione della piazza, i resti di quest'ultime sono stati rinvenuti sotterrati davanti alla facciata della cattedrale e sono conservati presso il Museo di Cluny.

Cerniere delle porte - Le porte lignee della facciata occidentale sono caratterizzate dalle cerniere in ferro battuto, riccamente decorate; queste vennero realizzate non come una scultura unitaria, ma come l'unione di pezzi più piccoli saldati fra di loro anche attraverso passanti e uniti al legno della porta attraverso dei chiodi; il loro spessore è di 2 centimetri, mentre la loro larghezza è compresa tra il 16 e i 18 centimetri.

Secondo una leggenda, le cerniere sarebbero opera di un unico fabbro, Biscornet, il quale, dopo molti giorni di lavoro, insoddisfatto del risultato, avrebbe invocato il demonio in un momento di rabbia e questi lo avrebbe aiutato, tanto che le porte, terminate nell'arco di una notte, non poterono esser aperte se non dopo esser state benedette con l'acqua santa. Un'altra leggenda vuole che le cerniere siano state forgiate dal demonio stesso nella fucina infernale.

In realtà, il manufatto attualmente in loco non è più quello originario medievale, risalente al XIII secolo ma, per quanto riguarda le porte laterali, rimaneggiato nel corso del XVIII secolo; le cerniere del portale del Giudizio sono invece integralmente opera del fabbro Pierre François Marie Boulanger che le realizzò tra il 1859 e il 1867; infatti, con l'eliminazione del trumeau su progetto di Jacques-Germain Soufflot, fu necessaria la costruzione e l'installazione di una porta adatta alle nuove dimensioni del portale, con cerniere costruite ex novo raffiguranti la Madonna e Gesù.

Rosone - Al di sopra della galleria dei Re, in asse con il portale del Giudizio universale, si apre il rosone, che dà luce alla navata centrale della cattedrale ed è il punto focale di tutta la facciata. Questo ha un diametro di 9,7 metri ed è posto dietro ad un gruppo scultoreo ottocentesco composto da una Madonna col Bambino al centro e da due Angeli ai lati.

La vetrata, già restaurata nel XVI secolo, è stata in gran parte rifatta durante i restauri di Viollet-le-Duc. L'iconografia si sviluppa su tre cerchi concentrici con, nel mezzo, la Madonna in trono col Bambino. Nel cerchio interno, sono raffigurati dodici profeti; in quello mediano, entro ventiquattro tondi, vi sono i vizi e i segni zodiacali; in quello esterno, entro altrettanti campi a forma di croce greca con angoli smussati, si trovano le virtù e i mesi dell'anno.

Torri - Al di sopra della galleria delle chimere, si elevano le due torri campanarie a pianta quadrangolare, leggermente asimmetriche, con quella di destra (torre sud, terminata nel 1250) leggermente più stretta rispetto a quella di sinistra (torre nord, terminata nel 1240).

All'altezza del cleristorio della navata centrale della chiesa, all'interno di ciascuna delle due torri, vi è una sala coperta con volta a crociera con otto vele ed illuminata dalla rispettiva bifora di facciata posta al fianco del rosone.

Esternamente sono caratterizzate dalle celle campanarie che danno sull'esterno con due monofore ogivali per ogni facciata. Il coronamento, che si trova a 69 metri di altezza dal suolo e che si raggiunge tramite 378 gradini, è piano, con un basso tetto ad ottuplo spiovente di dimensioni minori e balaustra scolpita decorata con gargolle.

Secondo vari architetti e studiosi, tra i quali Eugène Viollet-le-Duc, nel progetto originario era previsto un coronamento a cuspide, come nelle altre cattedrali gotiche francesi. Lo stesso Viollet-le-Duc aveva presentato un progetto per realizzare tale copertura ispirata alla cuspide della torre di destra della cattedrale di Chartres, che però non venne eseguito.

Fiancate - Le fiancate della cattedrale rispecchiano la struttura interna della chiesa, a cinque navate con matroneo e cappelle laterali, con tre livelli distinti: il più alto corrisponde al cleristorio della navata centrale; quello intermedio corrisponde al matroneo con finestre a lunetta ogivale; quello inferiore corrisponde alle cappelle, con quadrifore fornite di ghimberga.

Le cappelle sono ricavate nello spazio tra i contrafforti. Questi sono a pianta rettangolare e sono sormontati da pinnacoli aggiunti nel XIV secolo e restaurati ed in parte ricostruiti da Eugène Viollet-le-Duc. I contrafforti vennero costruiti insieme agli archi rampanti a partire dal 1220 per assolvere ad un doppio scopo: il primo di carattere statico, il secondo di carattere pratico. Poiché erano state aperte nel cleristorio della navata centrale grandi bifore al posto del doppio ordine di rosoni e monofore, i contrafforti e gli archi rampanti avevano il compito di rafforzare la struttura scaricando al suolo le spinte dell'edificio. 

Dal punto di vista pratico, gli archi vennero concepiti ed utilizzati anche come scolo delle acque meteoriche e perciò dotati di una gargolla, un doccione avente le sembianze di un mostro. Gli archi rampanti sono doppi: quello superiore corrisponde alla navata centrale, quello inferiore al matroneo.

Transetto - Facciata nord - La facciata del transetto rivolta verso settentrione venne costruita in stile gotico a partire dal 1250 su progetto di Jean de Chelles in sostituzione di quella precedente, in stile romanico.

Il prospetto dà su Rue du Cloître Notre Dame ed è suddiviso orizzontalmente in più ordini. In basso si apre il portale del chiostro, posto fra due apparati decorativi con tre nicchie ciascuno, i resti delle cui statue, raffiguranti i Re Magi (a sinistra) e le Virtù teologali (a destra) si trovano al Museo di Cluny. Il portale è strombato ed è sormontato da una ghimberga decorata con, al centro, un oculo. Il trumeau è decorato con una statua del XIII secolo raffigurante la Madonna, risparmiata durante la Rivoluzione francese, sebbene sia stato distrutto il Bambino Gesù che teneva in braccio. 

L'iconografia della lunetta è incentrata sulla figura di Maria e si sviluppa su tre piani sovrapposti. In basso, da sinistra, vi sono la Natività di Gesù, la Presentazione di Gesù al Tempio, Re Erode, la Strage degli Innocenti e la Fuga in Egitto; nella fascia mediana, è riportata la leggenda di Teofilo di Andana, trattata anche nel dramma liturgico di Rutebeuf Il miracolo di Teofilo, secondo la quale Teofilo, dopo aver venduto la propria anima al demonio per diventare vescovo, attraverso l'invocazione della Madonna avrebbe ottenuto il perdono.

Al di sopra del portale, vi è una serie di nove bifore poggianti su colonnine e sormontate da un rosone il cui diametro è di 13,10 metri. L'iconografia di quest'ultimo è incentrata sulla glorificazione di Maria e si sviluppa su tre circonferenze concentriche entro tondi. Al centro è raffigurata la Madonna in trono con il Bambino, nella circonferenza interna i profeti, nella circonferenza mediana e in quella esterna personaggi dell'Antico Testamento, tra i quali giudici e re.

La facciata termina con una slanciata cuspide decorata con un rosone circolare affiancato da quattro più piccoli a forma di croce; ai suoi lati vi sono due guglie con base ottagonale formata da archi ogivali poggianti su colonnine.

Facciata sud - La facciata del transetto rivolta verso sud e la Senna venne iniziata, come reca un'iscrizione posta sopra la soglia della porta, il 12 febbraio 1258 su progetto di Jean de Chelles e, dopo la sua morte (1265), portata a compimento da Pierre de Montereau; è stata interessata dai restauri condotti da Viollet-le-Duc che ruotò di cinque gradi la parte centrale dell'intelaiatura del rosone per farle assumere un aspetto cruciforme.

Il prospetto, suddiviso orizzontalmente in più ordini, presenta al centro della parte inferiore il portale di Santo Stefano, terminato nel 1270 con il compito di collegare la cattedrale al palazzo vescovile Il portale è strombato ed è sormontato da una ghimberga al centro della quale si apre un oculo. Il trumeau è decorato da una statua raffigurante Santo Stefano, scolpita nel XIX secolo da Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume in sostituzione di quella medievale, danneggiata durante la Rivoluzione francese e attualmente al Museo di Cluny. La lunetta raffigura gli avvenimenti inerenti al martirio del santo, narrati nei capitoli sesto e settimo degli Atti degli Apostoli. La decorazione a bassorilievo si sviluppa su tre fasce sovrapposte: in quella inferiore a sinistra vi è la Predicazione di Santo Stefano, a destra la Condanna alla lapidazione; in quella mediana vi sono a sinistra il Martirio e a destra la Sepoltura; in alto, Gesù fra due angeli. L'intradosso della strombatura è decorato con sculture di Martiri ed Angeli, mentre le statue alla base e ai lati del portale raffigurano, a gruppi di tre, gli Apostoli e la Leggenda di San Martino; sono presenti anche bassorilievi con scene dalla vita quotidiana di studenti e professori dell'Università di Parigi, fondata intorno al 1170.

Al di sopra del loggiato di otto bifore soprastante il portale, vi è il rosone, di 12,90 metri di diametro, ricostruito nel XIX secolo da Eugène Viollet-le-Duc al posto di quello precedente, danneggiato durante la Rivoluzione francese, e caratterizzato da un'ossatura marmorea più spessa in confronto a quella degli altri rosoni della cattedrale per resistere meglio alle intemperie. La vetrata, in parte con elementi originari del XIII secolo, è opera di Alfred Gérente che si ispirò a quella medioevale, con un'iconografia basata sui testimoni di Cristo. Al centro, vi è il Cristo dell'Apocalisse assiso in trono fra i simboli degli Evangelisti e con in bocca una spada, simbolo di separazione della sua Parola dalla menzogna; nei due cerchi interni vi sono figure di santi, martiri ed apostoli, in quello successivo anche scene tratte dai Vangeli, mentre l'ultimo è prevalentemente costituito da angeli che portano doni; in basso, a sinistra la Discesa agli inferi e a destra la Resurrezione di Cristo. Le bifore sottostanti il rosone sono decorate con vetrate raffiguranti sedici profeti; al centro vi sono Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, i quali portano rispettivamente sulle spalle gli evangelisti Marco, Matteo, Luca e Giovanni.

La facciata termina in alto con uno slanciato timpano triangolare, realizzato nel 1257 e caratterizzato dalla presenza di un rosone circolare che ne alleggerisce il peso dando allo stesso tempo luce all'ambiente sottotetto soprastante le volte del transetto. La composizione è decorata da due guglie ottagonali con alla base monofore ogivali e da tre sculture che richiamano quelle del portale: al centro Cristo appare in sogno a San Martino, con quest'ultimo situato in basso a destra e che, secondo la leggenda, indossa solo metà mantello; in basso a sinistra vi è Santo Stefano.

Porta rossa - In corrispondenza della terza campata del deambulatorio, si apre sul fianco sinistro del coro un portale detto porta rossaper il particolare colore dei suoi battenti. Venne costruito da Pierre de Montereau nel 1270 grazie ad una donazione del re Luigi IX, con la funzione di ingresso alla cattedrale riservato ai canonici.

Oggetto di un importante restauro effettuato nel primo semestre del 2012, la porta è priva di trumeau ed è sormontata da una ghimberga affiancata da due guglie; gli archi ogivali dell'intradosso sono sottolineati dalla presenza di decorazioni vegetali. La lunetta è ornata da un altorilievo con l'Incoronazione della Vergine, nella quale spiccano le figure della Madonna e di Gesù al centro e, ai lati, di Luigi IX (a sinistra) e di sua moglie Margherita di Provenza (a destra); in alto, un angelo. 

L'intradosso è decorato da sei bassorilievi raffiguranti scene della vita di san Marcello di Parigi: da sinistra: la Nascita di San Marcello; San Marcello battezzato dal vescovo Prudenzio; San Marcello che assiste alla Messa; Ammissione agli ordini sacri e lettorato di San Marcello; San Marcello che uccide il drago; San Marcello circondato dai chierici.

Sul fianco sinistro del coro, oltre la porta rossa, si trovano sette bassorilievi scolpiti intorno al 1320, dopo la fine della costruzione delle cappelle radiali, secondo alcune ipotesi collocati nella loro posizione attuale dopo la demolizione del muro di recinzione del coro ligneo all'interno della cattedrale, ove le sculture si sarebbero trovate in origine. 

Integrate nel XIX secolo dopo i danni causati dalla Rivoluzione francese, esse seguono tutte uno stesso schema, con la scena raffigurata all'interno di un quadrilobo decorato con motivi vegetali e affiancato da due piccole semi-guglie. L'iconografia è incentrata sulla gloria di Maria trattata raffigurando la sua morte e gli avvenimenti ad essa successivi.

La prima scena raffigura la Morte della Vergine: il corpo di Maria è disteso sopra un letto coperto con un sudario ed è circondato dagli apostoli, in piedi, con espressioni di dolore; sopra di loro, vi sono due angeli che si lamentano. Segue il Funerale della Vergine, la cui bara è portata a spalla dagli apostoli; al centro, è raffigurato l'episodio, narrato nella Legenda Aurea, del sommo sacerdote Ieconia: egli, per bruciare il corpo della Madonna, si aggrappa al feretro e l'arcangelo Michele gli taglia le mani, che rimangono attaccate alla bara; la sua guarigione, non rappresentata nel rilievo, avverrà per intercessione di San Pietro. La terza scena tratta dell'Assunzione di Maria, la quale è portata in cielo da otto angeli all'interno di una mandorla fatta di nuvole. 

Quella successiva è, a causa del suo stato di conservazione, di interpretazione incerta: potrebbe raffigurare, infatti, o la Glorificazione del Cristo Risorto, oppure la Glorificazione di Maria col Bambino. Segue l'Incoronazione della Vergine: Gesù, seduto vicino alla madre, pone sul suo capo una corona, andata perduta, mentre sopra di loro ci sono due angeli musicisti che suonano un organo portativo (sopra la Madonna) e probabilmente una viola. Gli ultimi due bassorilievi raffigurano rispettivamente l'Intercessione della Vergine e il Miracolo di Teofilo. Nel primo, al centro si vede Gesù giudice in trono coronato di spine e affiancato da due angeli, mentre ai suoi piedi, inginocchiati, vi sono la Madonna e un personaggio identificabile in San Giovanni evangelista; nel secondo, invece, a destra si vede Teofilo in potere del diavolo, a sinistra lo stesso inginocchiato davanti a Maria.

La galleria delle chimere - In alto sulla facciata si apre la galleria costituita dalle statue delle chimere, spaventosi mostri mitologici affiancati da bizzarre figure ghignanti e grottesche, comunemente note come gargouilles; essi hanno principalmente la funzione di doccioni e furono realizzati da Viollet-le-Duc, che qui diede libero corso alla sua fantasia.

Abside - L'abside, costruita tra il 1163 e il 1180, è la parte più antica della cattedrale ed è stata rimaneggiata nel XIII secolo con la costruzione delle cappelle radiali, dei contrafforti e degli archi rampanti.

L'abside si articola su tre livelli che seguono la struttura interna della chiesa:[172] quello inferiore corrisponde alle cappelle radiali e alla navata esterna del deambulatorio ed è caratterizzato da quadrifore, ciascuna sormontata da una ghimberga; quello mediano, costituito dal matroneo presenta delle trifore, anch'esse con ghimberga; l'ultimo corrisponde al cleristorio dell'abside, formato da alte bifore leggermente strombate.

Gli archi rampanti, in totale quattordici, sono frutto di un rifacimento trecentesco di quelli del XIII secolo ed hanno un raggio di 15 metri. La loro particolarità è quella di essere doppi, con un unico contrafforte sormontato da un pinnacolo che serve due archi: l'arco superiore, più ampio rispetto a quello inferiore, collega il contrafforte alla navata centrale, quello inferiore al matroneo; in corrispondenza della cappella centrale, vi sono due piccoli archi disposti ad angolo acuto.

Non si ha la certezza se gli archi rampanti dell'abside e del transetto siano stati costruiti contemporaneamente o successivamente rispetto alla chiesa; tuttavia, secondo l'ipotesi più accreditata, essi furono costruiti soltanto in un secondo momento, a partire dal 1230, essendo la struttura in grado di sorreggersi autonomamente.

Tetto - Il tetto della cattedrale è ancora quello originario, sostituzione della copertura provvisoria dei tempi del vescovo Maurice de Sully (il quale alla sua morte lasciò per la sua costruzione 50.000 livre tournois) terminata nel 1326 con l'installazione delle tegole, costituite da lastre di piombo con uno spessore di 5 millimetri; il suo peso totale è di 210.000 chilogrammi.

Il telaio di sostegno della copertura è in legno di quercia; è stimato che per realizzarlo siano state necessarie circa 1.300 querce, corrispondenti a 21 ettari di foresta. Esso, insieme a quello della chiesa di Saint-Pierre-de-Montmartre (1147), è uno dei più antichi della città, essendo stato ricostruito a partire dal 1220 con il materiale (risalente all'VIII o al IX secolo) di uno più antico. Attualmente rimangono i telai originari solo nell'area della navata e del coro, realizzati tra il 1220 e il 1240, mentre quelli del transetto e di sostegno alla flèche sono frutto di una ricostruzione ottocentesca, sotto la direzione di Eugène Viollet-le-Duc. L'inclinazione dei due spioventi è di 55° e, alla loro sommità, si trova una ringhiera metallica riccamente decorata.

Flèche - Con guglia della cattedrale di Notre-Dame a Parigi si fa riferimento a due strutture analoghe che si sono susseguite nell'arco dei secoli al colmo del tetto in corrispondenza della crociera:

- quella del XIII secolo, degradata dagli agenti atmosferici e demolita alla fine del XVIII secolo, durante la Rivoluzione francese;

- quella del XIX secolo, costruita in stile neogotico su progetto di Eugène Viollet-le-Duc e distrutta dall'incendio del 15 aprile 2019.

La prima guglia sulla crociera della cattedrale di Notre-Dame venne costruita intorno al 1250; essa poggiava su una piattaforma ottagonale e il suo peso, attraverso un ingegnoso sistema di travi lignee, veniva direttamente scaricato sui quattro pilastri che reggono la volta della crociera; lo stesso sistema impediva alla struttura qualsiasi torsione su sé stessa in quanto dotata di otto punti di appoggio alla sua base capaci di contrastare i venti provenienti da tutte le angolazioni mediante l'incrocio delle travi. La guglia, che alla sua sommità raggiungeva l'altezza di 77,96 metri, nacque fin da subito con la funzione di torre campanaria ausiliaria («petite sonnerie» in lingua francese) e al suo interno venne installato un concerto di campane che assunse la sua conformazione definitiva agli inizi del XVII secolo.

Queste campane servivano ad annunciare le celebrazioni della cattedrale congiuntamente a quelle situate nelle due torri della facciata occidentale. Ad esse se ne aggiungeva una sesta in lego, chiamata la Clopette, che veniva utilizzata dalla sera del Giovedì Santo alla Veglia pasquale.

A partire dal XVII secolo la guglia fu oggetto di un progressivo degrado a causa della sua particolare esposizione agli agenti atmosferici ed in particolare al vento: a causa del telaio in parte marcito, nel marzo 1609 la croce posta sulla sua sommità cadde e venne presto ripristinata; nel 1744 risultava pericolosamente inclinata verso sud-est, mentre la sua copertura in piombo era diffusamente screpolata; nel 1788 iniziò un dibattito tra esperti sull'opportunità di restaurare o demolire la guglia che portò, nel 1792, alla distruzione integrale della struttura motivata sia dalla sua instabilità, sia dalla volontà di rifonderne il rivestimento metallico; in tale occasione andò perduto anche il concerto di campane. Al momento della sua demolizione, la guglia di Notre-Dame era stimata essere la più antica di tutte quelle esistenti all'epoca.  

La cattedrale rimase senza guglia fino ai grandi restauri della metà del XIX secolo, diretti da Jean-Baptiste Antoine Lassus e Eugène Viollet-le-Duc. Già nel progetto generale del 1843 era prevista la ricostruzione della guglia, tuttavia Viollet-le-Duc (che ne sarà poi l'unico progettista dopo la morte di Lassus, avvenuta il 15 luglio 1857) preferì dare la precedenza ad interventi considerati più urgenti. 

La nuova guglia venne disegnata nell'ottobre 1857; come modello fu presa quella della cattedrale di Sainte-Croix ad Orléans, costruita nel 1855-1859 su disegno di Émile Boeswillwald che si era a sua volta ispirato a quella della cattedrale di Notre-Dame ad Amiens, degli inizi del XVI sec.; Viollet-le-Duc fece inoltre riferimento ai numerosi elementi superstiti della struttura duecentesca di Notre-Dame presenti nei magazzini del cantiere; il suo scopo era quello di ideare e costruire una struttura che coniugasse estetica e stabilità massimale. 

I lavori furono autorizzati l'8 marzo 1858 e l'assemblaggio in loco delle varie componenti iniziò il 14 febbraio 1859, per concludersi nell'agosto dello stesso anno; le impalcature furono rimosse nell'inverno 1860.

Nel corso degli anni 1990 la guglia venne visitata al suo interno un centinaio di volte circa dal viaggiatore e scrittore Sylvain Tesson, mentre l'alpinista Chantal Mauduit la scalò esternamente il 10 marzo 1997; un'operazione analoga venne operata due anni dopo da due attivisti dell'associazione France-Tibet contro l'occupazione militare cinese del Tibet a quarant'anni dalla sollevazione popolare tibetana del 1959.  

La guglia, alta circa 44,50 metri inclusa la croce, raggiungeva alla sommità un'altezza di 96 metri (18 metri in meno rispetto a quella della cattedrale di Orléans) ed era costituita da una struttura portante in legno di quercia della Champagne dal peso di 500 tonnellate, realizzata dal carpentiere Auguste Bellu (che aveva partecipato alla ricostruzione sia della guglia della Sainte-Chapelle, sotto la direzione di Lassus nel 1853, sia di quella di Orléans) e da una copertura metallica opera dell'Ateliers Durand, per la quale vennero utilizzate 250 tonnellate di piombo.

La guglia, poggiante tramite travi lignee sui quattro pilastri della crociera con un sistema di travi ricostruito ex-novo analogamente a quello duecentesco, era rinforzata alla base da quattro contraffissi posti diagonalmente rispetto alla navata e al transetto; ciascuno di essi era esternamente ornato da un gruppo di quattro statue in rame realizzate a sbalzo da Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume su disegno di Viollet-le-Duc, ognuna poggiante su uno dei pilastri di irrigidimento opportunamente prolungati al di sopra del relativo contraffisso. Esse, scampate all'incendio del 15 aprile 2019, sono ispirate alle sculture del XIII secolo e raffigurano i simboli dei quattro evangelisti (la statua più esterna di ciascun gruppo) e i dodici apostoli (le tre statue interne di ciascun gruppo, ognuna alta 3 metri); le statue degli apostoli guardavano tutte in basso verso la città ad eccezione di quella raffigurante san Tommaso (la più alta del gruppo sud-est), patrono degli architetti, che ha le sembianze di Eugène Viollet-le-Duc (il cui nome è riportato sulla riga che tiene nella mano destra) ed era rivolta verso la "sua" guglia.  L'intera struttura lignea ruotava intorno ad un pilastro centrale che, alla sua base, presentava una placca in ferro di modeste dimensioni recante simboli considerati massonici come la squadra e il compasso, e la seguente iscrizione: 

(FR)

«Cette flêche a été faite en l'an 1859 M. Viollet-le-Duc étant architecte de la cathédrale, par Bellu, entrepre - (neur en) charpente, Georges étant gacheur des Compagnons Charpentiers du Devoir de Liberté»

(IT)

«Questa freccia fu costruita nell'anno 1859 dal sig. Viollet-le-Duc architetto della cattedrale, da Bellu, imprenditore, e dal falegname Georges essendo apprendista dei Compagni Carpentieri del Dovere della Libertà.»

La base della guglia ottocentesca era alta 9,20 metri e, al fine di contrastare possibili deformazioni della struttura portante, si stringeva leggermente verso l'alto con una leggera convergenza verso il centro degli elementi perimetrali difficilmente percepibile per effetto della prospettiva; presentava rispetto alla base della guglia duecentesca e a quella del progetto del 1843 un piano in più per meglio sostenere la guglia soprastante mediante un sistema interno di travi diagonalmente poste tra di loro. L'intero apparato decorativo era in piombo. Nell'ordine inferiore, con tegole romboidali, si apriva su ogni lato una finestra a quadrilobo di modeste dimensioni; in quello intermedio una bifora, mentre in quello superiore una monofora con slanciata ghimberga; le finestre due due piani superiori presentavano un parapetto ad archetti, mentre i cornicioni intermedi erano ornati agli angoli da gargolle intervallate da fulmini sporgenti verso l'esterno, analoghi a quelli della guglia della cattedrale di Amiens, che secondo la credenza medioevale avevano il potere di allontanare i lampi dall'edificio. 

La copertura piramidale era costituita da sedici spicchi disposti a stella che al tempo stesso mostrava una grande resistenza ai venti e conferiva alla guglia un aspetto più snello, con effetti di chiaroscuro; alla sua sommità si trovava una corona di rose e gigli, sormontata dalla croce, l'intersezione dei cui bracci costituiva il punto 75056AO della rete geodetica francese. Sopra la croce vi era una statua a tutto tondo in rame, anch'essa opera di Geoffroy-Dechaume, del peso di 30 kg raffigurante un gallo; al suo interno nel 1859 venne collocato un frammento della Corona di spine di Gesù custodita all'interno della cattedrale; nel 1935 su iniziativa dell'arcivescovo di Parigi cardinale Jean Verdier, vi furono inserite anche due reliquie dei santi Dionigi e Genoveffa.

La flèche venne restaurata una prima volta nel 1882 e nel 1886 dall'Atelier Monduit e nuovamente nel 1935-1937

A causa di un diffuso degrado della copertura in piombo dovuto sia agli agenti atmosferici, sia alle pallottole che lo avevano colpito durante la Liberazione di Parigi nell'agosto 1944, nell'ambito dei lavori di restauro complessivi dell'intera cattedrale iniziati nel 2013 e affidati alla direzione dell'architetto in capo dei monumenti storici di Francia Philippe Villeneuve, era previsto un intervento mirato anche sulla flèche, affidato all'impresa Socra di Périgueux, dal costo di 11 milioni di euro (dei quali 2,5 finanziati dallo Stato francese) e dalla durata prevista di tre anni; era inoltre stata programmata un'operazione simile ogni ottant'anni. La ristrutturazione ha avuto inizio l'11 aprile 2019 con la rimozione delle sedici statue poste alla base della flèche che, a partire dall'autunno dello stesso anno e fino alla fine dell'intervento, sarebbero state esposte nel coro della cattedrale e a coppia portate a Périgueux per essere anch'esse restaurate.

La sera del 15 aprile 2019 un violento incendio è scoppiato nel sottotetto nell'area alla base della flèche; le fiamme hanno causato la perdita totale del tetto della cattedrale e della flèche stessa che, avvolta dalle fiamme, alle 19:50 è crollata: la parte superiore ha causato il collasso delle vele della volta tra la quarta e la quinta campata della navata centrale, mentre la sezione inferiore quello della volta della crociera. Le uniche parti superstiti sono le statue, rimosse quattro giorni prima, e il gallo, la cui rimozione era stata prevista per il giugno 2019, rinvenuto pressoché integro con le reliquie in esso contenuto sul tetto della navata destra del coro della cattedrale.

Il 17 aprile 2019 il primo ministro francese Édouard Philippe ha annunciato l'indizione di un concorso internazionale di architettura per decidere se ricostruire la flèche; in caso di risposta affermativa, dovrà essere stabilito se riedificarla identica a quella di Viollet-le-Duc oppure se in una forma del tutto inedita.

Piedicroce - Navate - Il piedicroce è diviso in cinque navate. La navata maggiore, alta 32 metri e larga 12, si articola in cinque campate, ciascuna delle quali è coperta da una volta a crociera a sei vele; le navate laterali, invece, sono coperte con volta a crociera a quattro vele ed hanno ciascuna otto campate; sotto ognuna delle due torri della facciata occidentale si trova un'unica campata quadrata con volta a crociera a otto vele, comune alla coppia di navate laterali corrispondenti. 

Nella prima campata della navata esterna di destra, addossato alla parete, si trova il cosiddetto Crocifisso di Napoleone III; la scultura, commissionata da Napoleone III di Francia, è in bronzo e poggia su una colonna marmorea. 

Sul lato opposto, nella prima campata della navata esterna di sinistra, vi è una statua marmorea raffigurante la Madonna col Bambino, di scultore anonimo, sostenuta anch'essa da una colonna. 

La prima campata della navata centrale è occupata dalla cantoria in pietra che sorregge l'organo maggiore, con parapetto ligneo scolpito, ricostruita su progetto di Viollet-le-Duc. Sotto la settima arcata di destra della navata centrale, si trova il pulpito ligneo neogotico, anch'esso realizzato su progetto di Viollet-le-Duc.

Le navate sono divise da pilastri di forme differenti. I cinque pilastri più vicini al transetto, risalenti alla fine del XII secolo, sono quelli più antichi e riprendono la forma cilindrica di quelli dell'abside e del coro; la parte superiore è costituita da un capitello scolpito con foglie d'acanto. I quattro pilastri più vicini alla facciata, invece, vennero costruiti intorno al 1220 e, mentre i primi tre sono polistili, il quarto riprende la forma dei pilastri antichi con l'aggiunta di una colonnina dalla parte della navata centrale; anche gli otto pilastri del XIII secolo terminano in alto con capitelli con foglie d'acanto.

Al di sopra delle navate laterali interne, vi è il matroneo, coperto da volta a crociera con quattro vele, che affianca il transetto e continua intorno all'abside e il coro. Le due gallerie, nell'area relativa al piedicroce, si aprono sulla navata centrale con trifore ogivali (nella prima campata con una bifora per lato). Soltanto le finestre del matroneo di destra dispongono di un'ulteriore apertura circolare, nel caso delle trifore sopra il fornice centrale, nel caso delle bifore in asse con la colonnina. Il matroneo è illuminato dall'esterno attraverso delle finestre a forma di lunetta ogivale all'interno della quale si articolano più rosette circolari; solo nella prima campata si trova una monofora; le vetrate sono opera di Jacques Le Chevallier, che le realizzò tra il 1961 e il 1965 in stile moderno.

Il cleristorio della navata centrale è costituito da due finestre per parete per ciascuna campata (ad eccezione della prima, priva di aperture all'infuori di due piccoli oculi a forma di quadrilobo); esse sono di tre tipologie: monofore, bifore e rosoni. Le monofore appartengono al cleristorio originale del XII secolo e sono poste all'inizio e alla fine della navata; nei pressi del transetto, sotto di esse vi sono dei rosoni che non danno sull'esterno, ma su un ambiente sottotetto; la ricostruzione del cleristorio originario è frutto dei restauri ottocenteschi. le bifore, in totale sei per lato, vennero aperte tra il 1225 e il 1250 per favorire una migliore illuminazione dell'interno della navata. 

Le vetrate, in stile astratto, vennero contemporaneamente realizzate da Jacques Le Chevallier a quelle del matroneo e sono tutte l'una diversa dall'altra. Esse sono ideate in progressione, dalla controfacciata, dove predomina il colore blu, al transetto, dove vi è prevalenza del colore rosso, e hanno come tema la Gerusalemme celeste in relazione al XX secolo.

Cappelle laterali - Lungo le navate laterali esterne, si aprono varie cappelle, ricavate tra il 1235 e il 1245 nello spazio tra i contrafforti: nell'area del piedicroce esse sono complessivamente quattordici, sette per lato, a pianta quadrangolare, coperte con volta a crociera a quattro vele e illuminate ciascuna da una bifora o quadrifora esternamente sormontata da una ghimberga.

Tra il 1630 e il 1707, quasi ogni anno, la corporazione degli orafi parigini donò alla cattedrale il 1 maggio, come omaggio alla Madonna, un dipinto con scene tratte dagli Atti degli Apostoli; tali pitture, chiamate Mays, erano in totale settantasei e trovavano collocazione nelle cappelle laterali, nelle cappelle radiali e sopra le arcate della navata e del deambulatorio; attualmente rimangono nella cattedrale tredici dipinti, situati nel transetto e nelle cappelle del piedicroce.

Cappelle di sinistra - La prima cappella di sinistra è il battistero; al centro di essa si trova il fonte battesimale, realizzato in bronzo dallo scultore Bachelet su disegno di Eugène Viollet-le-Duc; caratterizzato dalla forma a quadrilobo della vasca, la quale è sorretta da colonnine, è decorato alla base dalle statue degli Evangelisti ed è sormontato da una statua raffigurante San Giovanni Battista. Di fianco al fonte, si trova il cero pasquale, poggiante su un candelabro in stile moderno, opera di Jean e Sébastien Touret. Sulle pareti laterali dell'ambiente si trovano due dipinti: a sinistra vi è la Discesa dello Spirito Santo di Jacques Blanchard, donata dalla corporazione degli orafi per il maggio 1634; a destra, invece, la Natività di Jérome Franck (1585).

La seconda cappella di sinistra è dedicata a San Carlo Borromeo; all'interno di essa si trovano due dipinti: sulla parete di sinistra vi è uno dei quadri dono della corporazione degli orafi, raffigurante San Paolo che acceca il falso profeta Barjesu e converte il proconsole Sergio, di Nicolas Loir (1650); sulla parete di destra, soprastante l'altare, vi è una tavola di Lubin Baugin, raffigurante la Pietà, risalente alla prima metà del XVII secolo. Davanti alla quadrifora, poggiante su un piedistallo, vi è una statua marmorea raffigurante San Carlo Borromeo.

La terza cappella di sinistra, già dedicata a Santa Genoveffa, prende il nome attuale di cappella della Santa Infanzia dal gruppo scultoreo posto a ridosso della parete di destra, sopra l'altare, raffigurante l'episodio biblico del Sinite parvulos ad me venire. Sulla parete opposta, vi è la tavola della Flagellazione di San Pietro e San Silvano, di Louis Testelin, donata dalla corporazione degli orafi nel 1655. Dà le spalle alla quadrifora un gruppo scultoreo in marmo raffigurante la Vergine con Gesù fanciullo. Nella cappella si trova una reliquia di San Paolo Tchen, martire in Cina.

Segue la cappella dedicata a San Vincenzo de' Paoli, anch'essa ospitante uno dei quadri donati dalla corporazione degli orafi, raffigurante la Crocifissione di Sant'Andrea, opera di Charles Le Brun (1647), posto sulla parete di sinistra. A pavimento, invece, si trova il Monumento funebre di Léon-Adolphe Amette, cardinale e arcivescovo di Parigi dal 1908 al 1920; la statua, realizzata da Hippolyte Lefèbvre nel 1923, raffigura il cardinale inginocchiato rivestito della cappa magna. Sull'altare, la cui mensa è sorretta da due colonnine, vi è una statua, anch'essa marmorea, di San Vincenzo de' Paoli.

La cappella successiva, già dedicata a San Giuliano l'ospitaliere e a Santa Maria Egiziaca, è attualmente dedicata a Nostra Signora di Guadalupe, la cui immagine è raffigurata nel mosaico collocato sopra l'altare. Sulla parete opposta, invece, vi è il dipinto donato dalla corporazione degli orafi per il maggio 1687, il quale raffigura la Predicazione del profeta Agabo a San Paolo, di Louis Chéron. Nella cappella si trova anche un ritratto di San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, colui che, secondo la tradizione, avrebbe ricevuto l'apparizione della Madonna di Guadalupe.

La sesta cappella di sinistra, già di Santa Caterina d'Alessandria, è dedicata a San Landerico, il quale è raffigurato in una statua in atteggiamento benedicente, con i paramenti liturgici e le insegne episcopali. posta davanti alla parete di fondo. Sulla parete di sinistra, di fronte all'altare, vi è la tavola Il figlio di Sceva percosso dal demonio, realizzata da Mathieu Elyas nel 1702 per conto della corporazione degli orafi.

L'ultima cappella di sinistra è dedicata a santa Clotilde, la cui statua policroma è posta sopra l'altare. Sotto la quadrifora che si apre nella parete di fondo, trova luogo la Lapide del canonico Etienne Yver, opera di anonimo, risalente al 1468 e monumento storico di Francia dal 1905. Già situata nella demolita cappella di San Nicola adiacente al chiostro, la lastra marmorea è decorata con un bassorilievo raffigurante il cadavere del defunto mangiato dai vermi e, sopra, il canonico nel suo sarcofago affiancato da Santo Stefano e San Giovanni; in alto, Cristo giudice in trono benedicente circondato dalle schiere angeliche mentre con la sinistra tiene il libro della vita e in bocca ha due spade incrociate.

Cappelle di destra - La prima cappella di destra, già cappella della corporazione degli orefici, è dedicata al loro patrono, Sant'Eligio di Noyon. Nel 1953, gli orefici di Parigi donarono a questa cappella due elementi decorativi presenti all'interno di essa e caratterizzati dalla colorazione dorata: il Crocifisso, posto sulla parete di sinistra, e la statua del santo, la quale viene portata in processione all'interno della cattedrale di 13 dicembre di ogni anno, memoria liturgica di Sant'Eligio. Sulla parete di destra, vi è il dono degli orefici per il maggio del 1651, una tavola raffigurante la Lapidazione di Santo Stefano, opera di Charles Le Brun.

La cappella che segue è dedicata a San Francesco Saverio; priva di decorazioni, come la cappella successiva, dedicata a Santa Genoveffa, è adibita a luogo per la Confessione e per il dialogo con i sacerdoti. 

La cappella di Santa Genoveffa, che si trova dopo quella di San Francesco Saverio, ospita varie opere d'arte. Sulla parete di destra vi è la Crocifissione di San Pietro, dipinto donato per il maggio 1643 dalla corporazione degli orafi e realizzato da Sébastien Bourdon; la composizione è caratterizzata da un'elevata dinamicità dei personaggi, tipica dello stile barocco. 

Sulla parete opposta, al centro, vi è una statua marmorea raffigurante la santa dedicataria della cappella; questa è affiancata da due dipinti: a sinistra il Martirio di Santa Caterina d'Alessandria e a destra il Martirio di San Bartolomeo, di Lubin Baugin (prima metà del XVII secolo).

La quarta cappella di destra è dedicata a San Giuseppe, il quale è raffigurato insieme a Gesù fanciullo in una statua policroma, posta al di sopra dell'altare, sulla parete di sinistra dell'ambiente. Sulla parete opposta vi è un dipinto raffigurante la Predicazione di San Pietro a Gerusalemme, opera di Charles Poërson e dono della corporazione degli orafi per il maggio 1642; San Pietro è raffigurato mentre predica all'interno del Tempio di Gerusalemme, caratterizzato quest'ultimo dalla presenza di due colonne tortili simili a quelle del baldacchino della basilica di San Pietro in Vaticano, di Gian Lorenzo Bernini. Su una mensola addossata alla parete di fondo vi è un ostensorio, dono degli orafi parigini per il maggio dell'anno 1949.

Segue la cappella di San Pietro apostolo. Il suo altare, addossato alla parete di sinistra, è caratterizzato dalla presenza di una boiserie in legno scuro, risalente al XVI secolo; questa presenta una fitta decorazione a bassorilievo, con figure di santi ciascuna all'interno di una propria nicchia con arco a tutto sesto. Sulla sommità, vi è una statua lignea di San Pietro che tiene in mano la croce, simbolo del suo martirio. Sulla parete opposta vi è il dipinto di Aubin Vouet Il centurione Cornelio ai piedi di San Pietro, donato dagli orafi parigini per il maggio 1639.

La sesta cappella che si apre sulla navata laterale di destra è quella dedicata a Sant'Anna, madre di Maria. Sulla parete di destra si trova il dipinto del maggio 1637, la Conversione di San Paolo, opera di Laurent de La Hyre. Sopra l'altare, il quale è addossato alla parete di sinistra, vi è la Natività della Vergine, pala dei Fratelli Le Nain (inizi del XVII secolo).

La settima e ultima cappella di destra è dedicata al Sacro Cuore di Gesù ed ospita un dipinto su tela dell'artista contemporaneo Hubert Damon raffigurante Gesù Crocifisso, Albero della Vita (2004).

Transetto e crociera - Il transetto della cattedrale si compone di due bracci simmetrici e della crociera, per una lunghezza totale di 48 metri ed una larghezza di 14 metri (2 metri in più rispetto alla larghezza della navata). Ciascuno dei due bracci laterali si compone di due campate; quella esterna, sporgente dal corpo di fabbrica della cattedrale, è coperta con volta a crociera a quattro vele e, nella parte superiore delle pareti laterali, è decorata con finestre cieche disposte su due ordini, una quadrifora in quello superiore e tre bifore in quello inferiore. Le pareti della prima campata, invece, presentano uno schema analogo a quello della navata, con in basso due arcate che danno sulle navate laterali e sul deambulatorio (quest'ultime sormontate da ghimberga); al di sopra di esse il matroneo con trifore nella parete occidentale e bifore in quella orientale; più in alto il cleristorio, composto da due livelli, quello inferiore con rosoni circolari e quello superiore con monofore. 

La crociera, esternamente sormontata dalla flèche, è coperta con volta a crociera con quattro vele sorretta da spessi pilasti polistili; la chiave di volta è decorata con l'immagine di Nostra Signora di Parigi. Fino agli inizi del XXI secolo, dalla volta della crociera pendeva la Grande corona luminosa, ora nel deambulatorio, un lampadario realizzato dall'orafo Poussielgue-Rusand su disegno di Eugène Viollet-le-Duc.

Nel braccio destro del transetto, ai lati del portale, si trovano, ciascuna sopra un proprio piedistallo, due statue: quella di destra raffigura a grandezza naturale Santa Teresa di Gesù Bambino e venne realizzata in stucco dallo scultore Louis Castex nel 1929; la scultura di destra, raffigurante Santa Giovanna d'Arco, è in marmo ed è opera di Charles Desvergnes, che la fece tra il 1900 e il 1920. Sulla parete di sinistra, vi è un dipinto di Antoine Nicolas, raffigurante San Tommaso d'Aquino (1648), donato dal convento domenicano dell'Annunciazione di Parigi nel 1947, in occasione del settimo centenario della morte del santo; questi è raffigurato seduto su un trono posto sopra un piedistallo sul quale sta scritto l'appellativo di Doctor angelicus e intorno al quale vari religiosi si protendono verso la fonte della saggezza, posta davanti a Tommaso. Addossato ad uno dei pilastri vi è una lapide che ricorda i caduti britannici durante la prima guerra mondiale. Nel braccio destro del transetto si trovava la scultura medievale in pietra policroma dell'Adamo, risalente al 1260 e facente parte dell'antico jubé della cattedrale; considerato uno dei capolavori della scultura gotica, attualmente si trova al Museo di Cluny.

Nel braccio sinistro del transetto, sulla parete di sinistra, si trova il quadro che fu donato dalla corporazione degli orafi parigina per il maggio dell'anno 1635: realizzato da Laurent de La Hyre, esso raffigura San Pietro che guarisce i malati con la sua ombra. Sotto di esso vi è un'icona raffigurante la Madonna col Bambino. Davanti alla parete di fondo, alla destra del portale, vi è una statua marmorea raffigurante San Dionigi di Parigi, opera di Nicolas Coustou (1713), in precedenza collocata nella crociera, all'interno dell'area presbiterale, a ridosso del pilastro di sinistra del coro. Ai piedi della statua, vi è il Reliquiario di Santa Genoveffa, pregevole manufatto d'oreficeria in stile neogotico, opera di Placide Poussielgue-Rusand che lo realizzò nel 1850 su disegno di Arthur Martin. Alla sinistra della statua, invece, vi è la Madonna degli Studenti, statua marmorea del XVII secolo. Sulla parete di destra del transetto si trova una tela di Guido Reni, raffigurante il Trionfo di Giobbe. L'opera era stata commissionata al pittore italiano dall'Arte della Seta di Bologna per esser collocata nella propria cappella, all'interno della chiesa di Santa Maria della Pietà; giunse a Parigi in un secondo tempo e venne collocata all'interno della cattedrale, prima nei pressi della controfacciata, poi nel transetto.

Coro e abside - Il coro, dal punto di vista architettonico, segue lo schema della navata. Esso è composto da due campate, ciascuna delle quali è coperta da volta a crociera con sei vele, e termina con l'abside semicircolare, divisa da pilastri polistili in cinque sezioni, ciascuna delle quali corrisponde ad una vela della volta e ad una cappella radiale del deambulatorio. Le pareti del coro e dell'abside seguono anch'esse lo schema della navata centrale del piedicroce: in basso si trovano le arcate ogivali poggianti su pilastri cilindrici con capitello che li mettono in comunicazione con il deambulatorio; più in alto vi è il matroneo, che si apre sull'interno della chiesa con delle bifore, particolarità peculiare della cattedrale di Parigi, della collegiata di Mantes-la-Jolie e dell'abbazia di Saint-Remi a Reims, e, sull'esterno, nell'area dell'abside con delle trifore, in quella del coro da rosoni circolari. 

Il cleristorio è interamente composto da alte bifore, ad eccezione della coppia composta da monofora e rosone presente nella prima campata del coro. Oltre il transetto, le due coppie di navate laterali continuano fino a congiungersi intorno all'abside formando un doppio deambulatorio.

L'attuale assetto del coro e dell'abside è dovuto prevalentemente agli importanti lavori di restauro condotti su progetto di Robert de Cotte tra il 1708 e il 1725 per adempiere al voto di Luigi XIII, con alcune modifiche successive. Nel corso dei restauri settecenteschi, vennero realizzati in stile barocco il nuovo altare maggiore e il rivestimento marmoreo delle arcate intorno ad esso. Già nel secolo precedente, su commissione del cardinale Richelieu, erano stati realizzati quattordici arazzi raffiguranti scene della vita della Vergine, poi venduti nel 1739 alla cattedrale di Strasburgo; quattro di essi, raffiguranti l'Annunciazione, la Visitazione, l'Assunzione e l'Incoronazione di Maria, sono stati esposti all'interno del transetto della cattedrale di Parigi dal 27 luglio 2013 all'8 settembre successivo per gli 850 anni dalla fondazione della chiesa.

A partire dal 1715, anno in cui vennero realizzate e installate le tre grandi sculture della Pietà, di Luigi XIII e Luigi XIV, il canonico de La Porte commissionò vari artisti otto tele per decorare le pareti del coro: l'Annunciazione a Claude Guy Hallé, la Visitazione a Jean Jouvenet, la Natività e l'Adorazione dei Magi a Charles de La Fosse, l'Assunzione e Gesù nel tempio a Antoine Coypel, la Fuga in Egitto e la Purificazione a Louis Boullogne II. Nel 1753 vennero realizzati i nuovi stalli lignei del coro e venne demolito lo jubé, costruito nel XIV secolo da Raymond du Temple ed in seguito modificato con aggiunte barocche. Durante i restauri ottocenteschi, Eugène Viollet-le-Duc eliminò il rivestimento barocco degli archi e sostituì la mensa barocca dell'altare con una nuova in stile neogotico.

Luigi Filippo di Francia, nel 1841, donò alla cattedrale un tappeto monumentale per coprire il pavimento del coro; il manufatto era stato realizzato tra il 1825 e il 1833 su disegno di Saint-Ange dalla prestigiosa manifattura di Savonnerie. Esso consiste in una superficie di 200 metri quadrati sulla quale sono raffigurati elementi architettonici, floreali e simboli della Chiesa cattolica. In seguito ad un intervento di restauro, l'opera viene esposta per la prima volta dopo trent'anni nel gennaio 2014.

Al centro del coro vi è un semplice altare marmoreo cubico, utilizzato per le liturgie nei giorni feriali; in asse con questo è posto l'ambone realizzato da Jean e Sébastien Touret per il presbiterio della crociera.

Presbiterio - Il presbiterio originario della cattedrale, secondo la ricostruzione di Eugène Viollet-le-Duc, si trovava nell'abside, separato dal coro da una balaustra traforata: l'antico altare maggiore, del XIII secolo, era circondato da una tenda e, dietro ad esso, in posizione sopraelevata all'interno di un baldacchino in stile gotico, vi era il reliquiario di San Marcello, al quale si accedeva tramite una scala a chiocciola in legno. Tra il 1698 e il 1700, era stato elaborato da Jules Hardouin Mansart un progetto, mai realizzato, per un nuovo presbiterio da collocarsi non più nell'abside, ma nell'area della crociera; questo sarebbe stato notevolmente sopraelevato rispetto al resto della chiesa con una confessione davanti all'altare maggiore, il quale sarebbe stato sovrastato da un baldacchino simile a quello della chiesa del Val-de-Grâce, opera di François Mansart, prozio di Jules Hardouin, ispirato al baldacchino della basilica vaticana del Bernini. Nel corso dei restauri della prima metà del XVIII secolo condotti da Robert de Cotte, venne costruito un nuovo altare in sostituzione di quello medievale con paliotto raffigurante l'Ultima Cena e, alle sue spalle, il gruppo scultoreo La Pietà con Luigi XIII e Dio Padre (rimosso entro il 1715). Nel 1803, in sostituzione dell'altare distrutto durante la Rivoluzione francese, ne venne costruito uno nuovo, in marmo bianco, decorato con bassorilievi dorati raffiguranti la Resurrezione di Gesù al centro e Angeli con gli strumenti della Passione ai lati e, sul tabernacolo, l'Agnello di Dio. Viollet-le-Duc costruì un nuovo altare in stile neogotico, attualmente in loco.

Dopo il Concilio Vaticano II, su progetto di monsignor Jehan Revert, canonico e maestro di cappella, il presbiterio venne spostato dall'abside, dove tuttavia rimase l'altare antico, alla crociera, dove venne costruita una struttura provvisoria con un altare in legno, sostituito, durante l'episcopato di Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi dal 1981 al 2005, da uno più piccolo, il cui paliotto era costituito da un bassorilievo in pietra. Nel 1989 l'allestimento del presbiterio venne ulteriormente cambiato, con nuovi arredi in stile moderno, opera di Jean e Sébastien Touret: l'altare, in bronzo, venne posizionato sopra una pedana ottagonale preceduta da cinque gradini, con sulla destra l'ambone e sul lato opposto sette candelabri; la nuova cattedra era addossata al pilastro di sinistra della crociera, di fianco alla statua marmorea di San Dionigi di Parigi. Successivamente, nel 2004, l'area è stata ulteriormente modificata su progetto di Jean-Marie Duthilleul e Benoît Ferré, con la rimozione della statua di San Dionigi, della cattedra moderna e della cancellata di divisione fra la crociera e il coro, la realizzazione di nuovi ambone e sede e lo spostamento dell'altare.

Il presbiterio della cattedrale è rialzato rispetto al piedicroce; al centro, ulteriormente sopraelevato da due gradini, si trova l'altare maggiore. Realizzato da Jean e Sébastien Touret in stile moderno, è in bronzo ed ha la forma di un parallelepipedo rettangolo; la parte anteriore e i due lati sono decorati ad altorilievo con i Quattro Evangelisti (lato anteriore), Ezechiele e Geremia (lato sinistro) e Isaia e Daniele. A ridosso del pilastro di sinistra del coro, vi è l'ambone con base in marmo e leggio in bronzo, sovrastato da tre sculture lignee raffiguranti San Dionigi di Parigi tra i Santi Eleuterio e Rustico, anch'esse dei Touret. Sul lato opposto, di fianco al parallelepipedo marmoreo che costituisce la sede per i celebranti non vescovi, vi è la statua marmorea di Nostra Signora di Parigi, poggiante su una colonna, risalente al XIV secolo e portata nella cattedrale nel 1818 per decorare il trumeau del portale della Vergine, poi collocata da Viollet-le-Duc nella sua posizione attuale, ove nel XII secolo si trovava un altare dedicato alla Vergine. La statua, in marmo un tempo dipinta policroma, raffigura Maria incoronata che tiene sul braccio sinistro il Gesù Bambino con il globo e nella mano destra un fiore.

Coro ligneo - In corrispondenza delle prime tre arcate del coro, sui due lati, si trovano gli stalli che compongono il coro ligneo; in totale 78 (52 nell'ordine superiore e 26 in quello inferiore), il loro ordine venne invertito dopo la demolizione dello jubé, che comportò anche l'eliminazione di parte dei seggi, che in origine erano 114. I primi due seggi di entrambe le serie sono sormontati da un baldacchino e circondati da un parapetto; quello di destra ospita la cattedra dell'arcivescovo di Parigi, mentre quello di sinistra viene utilizzato durante le concelebrazioni da vescovi ospiti.

I seggi superiori sono sormontati da un'elaborata boiserie, realizzata su disegni di René Charpentier e Jean Dugoulon da Luois Marteau (a destra) e di Jean Noel (a sinistra); la decorazione si articola all'interno di riquadri con un'iconografia incentrata sulla vita della Vergine, intorno ai quali si trovano dei bassorilievi raffiguranti gli strumenti della Passione di Gesù e i simboli del re di Francia. All'interno dei riquadri di sinistra, a partire dalla crociera sono raffigurate le seguenti scene: la Natività della Vergine, la Presentazione di Maria al Tempio, Sant'Anna che istruisce sua figlia, lo Sposalizio della Vergine con Giuseppe, l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività di Gesù, e l'Adorazione dei Magi

All'interno dei riquadri di destra, a partire dall'abside, sono raffigurati i seguenti episodi: Maria ai piedi della Croce, la Deposizione di Gesù dalla Croce, la Discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, l'Assunzione della Vergine, l'Allegoria della Religione (raffigurata con una donna inginocchiata), l'Allegoria della Prudenza (rappresentata da una donna con in mano un serpente), l'Allegoria dell'Umiltà (raffigurata con una donna con in mano lo scettro miracoloso) e l'Allegoria del Dolore (rappresentata da una donna con la testa bassa). La boiserie dei due seggi vescovili presenta due bassorilievi: a sinistra San Dionigi e i compagni Rustico ed Eleuterio; a destra la Guarigione di Clodoveo I per intercessione di San Germano. Le parti della boiserie rimosse dopo la demolizione dello jubé si trovano nella torre sud della facciata, nella sala soprastante la prima campata delle due navate laterali.

Transenna di sinistra - Esternamente, il coro è chiuso da due transenne, realizzate tra il XIII e il XIV secolo, terminate mentre erano architetti della cattedrale Pierre de Chelles, Pierre de Montreuil e Jean de Chelles; mutilate durante i restauri settecenteschi, sono state restaurate nel secolo successivo nell'ambito dei lavori condotti da Eugène Viollet-le-Duc. Verso il deambulatorio, esse presentano una decorazione policroma a bassorilievo disposta su due fasce: in quella inferiore vi è una serie di archetti con, dipinti, gli stemmi degli arcivescovi di Parigi; in quella superiore, invece, scene tratte dai Vangeli. 

La narrazione comincia nella transenna di sinistra a partire dall'abside; qui sono raffigurate scene della Natività e delle vita di Gesù disposte secondo il seguente ordine: la Visitazione, l'Annuncio ai pastori, la Natività di Gesù, l'Adorazione dei Magi, la Strage degli Innocenti, la Fuga in Egitto, la Presentazione di Gesù al Tempio, Gesù che discute con i dottori, il Battesimo di Gesù, le Nozze di Cana, l'Ingresso di Gesù a Gerusalemme, l'Ultima Cena, la Lavanda dei piedi e Gesù nell'Orto degli Ulivi. La narrazione continua sulla transenna di destra, più antica rispetto a quella di sinistra, saltando la Crocifissione (che si trovava sullo jubé) e trattando le vicende successive alla risurrezione di Gesù: Gesù appare alla Maddalena, Gesù appare alle pie donne, Gesù appare a San Pietro, Gesù appare ai discepoli di Emmaus, Gesù appare ai discepoli nel Cenacolo, Gesù appare a San Tommaso, la Pesca miracolosa, Cristo appare agli apostoli in Galilea, Gesù appare agli apostoli presso il Giardino degli Ulivi.

Altare della Pietà - Nell'abside si trova ancora il presbiterio settecentesco, con pavimento in marmi policromi raffigurante lo stemma del re di Francia; al centro, vi è il neogotico altare della Pietà, già altare maggiore, decorato con archetti trilobati poggianti su semicolonnine; alla sua sinistra vi è il tabernacolo nel medesimo stile.

Sotto l'arcata centrale dell'abside, vi è il gruppo scultoreo della Pietà, opera di Nicolas Coustou che lo realizzò tra il 1714 e il 1715. La scultura è in marmo di Carrara e poggia su un basamento decorato da un bassorilievo dorato raffigurante Gesù deposto dalla Croce e portato nel sepolcro. Maria appare addolorata per la morte del figlio, il cui corpo lei tiene sulle ginocchia; di fianco a lei si trovano due angeli, l'uno sostiene la mano sinistra di Gesù, l'altro porta la Corona di spine. Alle spalle del gruppo scultoreo, vi è la Croce gloriosa, costituita da una grande croce dorata realizzata da Marc Couturier nel 1993. Sotto di essa, nel deambulatorio, vi è il monumento funebre del vescovo Simon Matifas de Bucy. Ai lati della Pietà, vi sono altre due statue in marmo bianco entrambe del 1715: la statua di sinistra raffigura Luigi XIV inginocchiato, di Antoine Coysevox; la statua di destra, invece, ritrae Luigi XIII nell'atto di offrire la corona alla Vergine, di Guillaume Coustou. Queste ultime due statue e quella della Pietà vennero rimosse nel 1793 e ricollocate nella cattedrale nel 1815, quelle dei sovrani su nuovi piedistalli completati nel 1816 con lo stemma del re di Francia.

Davanti ai sei pilastri dell'abside vi sono altrettante statue in bronzo raffiguranti degli angeli. Ognuno di essi tiene in mano un oggetto specifico di quelli usati durante la Passione di Gesù: da sinistra, il primo porta la Lancia di Longino, il secondo i Chiodi, il terzo la canna per bere, il quarto la Corona di spine, il quinto la spugna e il sesto il Titulus crucis.

Cappelle del deambulatorio - Lungo il deambulatorio esterno si aprono in corrispondenza del coro cinque cappelle a pianta rettangolare per lato, dell'abside cinque cappelle radiali. Nel progetto originario, secondo la ricostruzione di Eugène Viollet-le-Duc, queste dovevano essere tre ed avere forma semicircolare; i loro santi dedicatari sarebbero stati rispettivamente alla Vergine, a Santo Stefano e alla Santissima Trinità.

Cappelle laterali di sinistra - Le prime due cappelle laterali di sinistra sono adibite ad ambiente di servizio, mentre la terza corrisponde alla porta rossa.

Segue la cappella di San Ferdinando; al suo interno si trovano le tombe dell'arcivescovo di Parigi Christophe de Beaumont du Repaire e del maresciallo di Francia Jean-Baptiste Budes de Guébriant e il monumento funebre del cardinale François-Nicolas-Madeleine Morlot, il quale è ritratto in posizione orante. La quinta cappella di sinistra è dedicata a San Germano; essa ospita il monumento funebre dell'arcivescovo Antoine-Eléonore-Léon Le Clerc de Juigné, progettato da Eugène Viollet-le-Duc.

Cappelle radiali - Le cappelle radiali seguono l'andamento semicircolare del matroneo e sono adornate da affreschi in stile neomedioevale di Viollet-le-Duc. Le cappelle esterne si compongono di due campate ciascuna, le tre centrali di tre ciascuna.

La prima cappella da sinistra è dedicata a San Luigi IX di Francia e alle pareti presenta affreschi raffiguranti immagini di santi. Di fronte all'altare, a pavimento, è posto il settecentesco monumento funebre del cardinale Louis Antoine de Noailles; esso è costituito dalla figura del cardinale inginocchiata in marmo bianco, posta sopra un sarcofago in marmo nero. Di fianco all'altare, poggiante su una colonnina, vi è una moderna statua lignea di Sant'Antonio di Padova.

Segue la cappella di San Marcello, illuminata da tre quadrifore. Al suo interno trovano posto i monumenti funebri, entrambi in marmo bianco e nero, di due arcivescovi di Parigi: addossato alla parete di sinistra vi è quello di Hyacinthe-Louis de Quélen, opera di Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume che lo fece nel 1839-1840 circa; sulla parete opposta vi è quello del cardinale Jean-Baptiste de Belloy-Morangle, realizzato nel 1819 circa da Louis-Pierre Deseine.

La cappella posta in asse con l'altare maggiore è dedicata alla Madonna dei Sette Dolori. Al centro di essa trova luogo l'altare, in stucco dipinto policromo; mentre sul suo dossale è raffigurata la Deposizione di Gesù dalla Croce, al di sopra di esso vi è la statua della Vergine Addolorata. Alla sua sinistra vi è il seicentesco monumento funebre del maresciallo di Francia Alberto Gondi; posto simmetricamente ad esso si trova quello di Pierre de Gondi, cardinale e arcivescovo di Parigi. Dal 2008 all'interno della cappella è custodita la reliquia della Corona di spine. Questa venne portata a Parigi nel 1239 da Luigi IX di Francia, il quale, per custodirla, fece costruire la Sainte-Chapelle, dove la reliquia rimase fino alla Rivoluzione francese, quando venne prima depositata presso l'abbazia di Saint-Denis, poi, in seguito al Concordato del 1801, consegnata nel 1804 all'arcidiocesi di Parigi.

Il 6 marzo 2009, con una celebrazione presieduta da Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei Latini, l'ambiente è divenuto cappella capitolare dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, al quale è affidata la reliquia della Corona di Spine, collocata al centro di un anello a sezione circolare in vetro e metallo dorato con pietre preziose, posto all'interno di una moderna teca in vetro e metallo.

La cappella alla destra di quella della Madonna dei Sette Dolori è adibita a cappella del Santissimo Sacramento e dedicata a San Giorgio e il suo altare, con nelle due campate laterali stalli lignei disposti su più file e, in quella centrale, l'altare marmoreo, sormontato dai sei candelabri e dal crocifisso che furono utilizzati per ornare l'altare maggiore durante l'incoronazione di Napoleone; il santo titolare è raffigurato in una statua posta nell'angolo nord-orientale dell'ambiente sopra un proprio piedistallo. Gli affreschi che adornano le volte e le pareti sono opera di Louis Charles Auguste Steinheil, al quale si deve anche la vetrata che chiude una delle tre quadrifore; le altre due sono invece opera rispettivamente di Adolphe-Napoléon Didron e di Eugène Oudinot A ridosso della parete di destra vi è il marmoreo monumento funebre dell'arcivescovo Georges Darboy, di Jean-Marie Bonnassieux (1872 circa).

Segue la cappella di San Guglielmo, già dedicata a San Pietro e a Santo Stefano. Nel 1746, essa venne concessa dal capitolo al decano onorario Abraham-Louis d'Harcourt-Beuvron affinché vi collocasse la tomba della sua famiglia; alla morte del conte Charles-Henry d'Harcourt (1769), la moglie volle che fosse collocato all'interno dell'ambiente il monumento funebre; la sua realizzazione fu affidata allo scultore Jean-Baptiste Pigalle, che lo iniziò nel 1771 per terminarlo cinque anni più tardi, nel 1776. Il gruppo scultoreo, intitolato Incontro coniugale, si articola su due piani: in quello inferiore è raffigurata la vedova protesa verso il marito; quest'ultimo si trova nel piano superiore, in parte all'interno di un sarcofago in marmo scuro affiancato dalle figure dell'angelo custode (a sinistra) e della morte (a destra). Nella cappella vi sono anche il monumento funebre di Jean Juvenel des Ursins et de Michelle de Vitry, raffigurati inginocchiati, della seconda metà del XV secolo, e la Visitazione di Jean Jouvenet (1716).

Cappelle laterali di destra - Le cappelle laterali del deambulatorio di destra, a differenza delle altre, non presentano quadrifore, ma trifore.

La prima cappella a partire dalle cappelle radiali è dedicata a Santa Maria Maddalena. Addossato alla parete di destra, poggiante su un proprio piedistallo, vi è il marmoreo monumento funebre dell'arcivescovo Marie-Dominique-Augustin Sibour, risalente al 1858: il defunto è raffigurato inginocchiato, rivolto verso l'altare, con il proprio stemma sopra il drappo che copre l'inginocchiatoio.

Mentre la cappella più vicina al transetto è adibita a locale di servizio, la seconda e la quarta mettono in comunicazione la chiesa con la sacrestia. La cappella mediana è dedicata a San Dionigi di Parigi. L'altare è in pietra ed è addossato alla parete di sinistra, la quale è decorata da un affresco in stile neomedioeveale progettato da Eugène Viollet-le-Duc; questo raffigura scene della vita e del martirio del santo: a destra Il Papa invia Dionigi e i suoi compagni ad evangelizzare la Gallia; al centro Benedizione abbaziale di Dionigi; a sinistra Martirio di Dionigi; al di sopra della scena centrale, vi è San Dionigi in gloria. Sul lato opposto della cappella c'è il monumento funebre dell'arcivescovo Denis-Auguste Affre, opera di Auguste-Hyacinthe Debay (1850 circa).

Sacrestia - Alla sinistra della cattedrale si trova la sacrestia, costruita tra il 1845 e il 1850 su progetto di Eugène Viollet-le-Duc in sostituzione di quella barocca, edificata nel 1758 su progetto di Jacques-Germain Soufflot e andata distrutta durante le sommosse anti-legittimiste del 29 luglio 1830 e del 14 febbraio 1831.

L'edificio è in stile neogotico e, dalla parte della cattedrale, presenta un piccolo chiostro, con gallerie coperte con volte a crociera e che si aprono sul cortile con bifore; queste presentano delle vetrate policrome raffiguranti la Storia di Santa Genoveffa e vennero realizzate da Alfred Gérente basandosi su cartoni di Louis Steinheil.

Museo del Tesoro - Nella galleria orientale del chiostro, nella Sacrestia del capitolo e nella Sala capitolare si trova il museo del Tesoro, il cui ultimo allestimento risale ai mesi di gennaio-febbraio dell'anno 2013. Al suo interno, si trovano oggetti liturgici, paramenti e alcune reliquie.

Tra di esse sono di notevole importanza quelle, custodite nella Sacrestia del capitolo, della Passione di Gesù costituite dalla punta di uno dei chiodi e dalla pregevole Croce della Principessa Palatina, stauroteca ottocentesca all'interno della quale si trova un frammento della croce di Cristo, donata da Anna Maria di Gonzaga-Nevers nel 1683 all'abbazia di Saint-Germain-des-Prés e facente parte del tesoro della cattedrale dal 1828. 

Fa parte del Tesoro anche il Reliquiario della Corona di spine, realizzato nel 1862 su disegno di Viollet-le-Duc in oro, argento, bronzo dorato, diamanti e pietre preziose da Placide Poussielgue-Rusand, con sculture di Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume; quest'ultime sono poste alla base del manufatto e raffigurano Sant'Elena, Baldovino II di Gerusalemme e San Luigi IX di Francia; la parte superiore, che costituisce il vero e proprio reliquiario all'interno del quale fino al 2008 era custodita la Corona di Spine, è decorata con le statue dei Dodici Apostoli, ciascuna all'interno di una nicchia. 

Nella stessa sala vi è la statua argentea della Vergine col Bambino, donata nel 1826 da Carlo X di Francia e portata in processione ogni anno per le vie della città in occasione della solennità dell'Assunzione di Maria.

La Sala capitolare è costituita da un ambiente di due campate coperte con volta a crociera e illuminato da quattro trifore, con gli stalli lignei del canonici disposti lungo tre pareti. Al suo interno, sono esposti oggetti liturgici in argento precedenti alla Rivoluzione francese e la collezione dei Cammei dei Papi, costituita 268 cammei raffiguranti i papi da Pietro e Benedetto XVI: i primi 258 (fino a Pio IX) vennero realizzati dagli artisti di Torre del Greco e donati al capitolo della cattedrale di Parigi nel 1887; i restanti (da Leone XIII a Benedetto XVI) sono stati fatti in occasione della visita di quest'ultimo a Parigi (settembre 2008) dall'orafo Goudji e dall'incisore Pierre Rouge-Pullon.

Organi a canne - La prima volta in cui è registrata la presenza di un organo a canne all'interno della cattedrale di Parigi risale al 1299 quando lo strumento, avente un'unica tastiera e collocato sopra una cantoria a nido di rondine su una parete laterale della navata centrale, venne suonato dal compositore e teorico della musica Petrus de Cruce. Questo strumento, ritenuto inadeguato, venne affiancato nel 1403 e poi sostituito nel 1425 da uno nuovo, opera di Frédéric Schambantz, posto sulla cantoria in controfacciata e con blockwerk per l'unica tastiera e pedaliera costantemente unita alla prima. 

Nei secoli successivi, l'organo quattrocentesco venne più volte restaurato e notevolmente ampliato nel 1609 da Valéran de Héman che aggiunse una nuova tastiera e nuovamente nel 1620, quando lo stesso organaro dotò lo strumento di un'ulteriore tastiera, portandolo a 20 registri. Nel medesimo secolo l'organo fu interessato da due ulteriori ampliamenti, quello del 1672 ad opera di Jacques Carouge, che aggiunse una quarta tastiera e rese indipendente la pedaliera con registri propri, e quello condotto da Alexandre Thierry e Hippolyte Ducastel tra il 1689 e il 1691.

Nell'ambito dei restauri in stile barocco della cattedrale, nel 1730 François Thierry fu incaricato della costruzione di un nuovo strumento mantenendo di quello precedente soltanto la cassa e parte del materiale fonico del positivo tergale. Il nuovo organo, terminato nel 1733, aveva 47 registri su cinque tastiere e pedaliera, con ripieno su base di 32'. Restaurato ed ulteriormente ampliato nel 1788 da François-Henri Clicquot, durante la Rivoluzione francese non subì danneggiamenti, ma venne utilizzato nell'ambito delle cerimonie del culto della Ragione e patriottiche. Dopo la riapertura al culto dell'edificio, l'organo venne restaurato e adeguato ai nuovi canoni da Louis-Paul Dallery (1833-1838) e affiancato da uno strumento costruito dalla ditta Daublaineet et Callinet per l'accompagnamento del coro durante le liturgie.

Nel luglio 1863, l'organaro Aristide Cavaillé-Coll venne incaricato della costruzione di un nuovo strumento per la cattedrale riutilizzando la cassa di quello barocco; la sua costruzione, caratterizzata da un cambio di progetto in corso d'opera, terminò del 1867; l'organo, inaugurato il 6 marzo 1688, aveva 86 registri su cinque tastiere e pedaliera. 

Nel 1863 l'organaro Joseph Merklin, che nel 1862 era stato interpellato per la costruzione dell'organo maggiore, costruì sostituì l'organo Daublaineet et Callinet con uno nuovo, posizionato sul lato sinistro del coro, con 17 registri su due tastiere e pedaliera. 

L'organo Cavaillé-Coll subì, nel corso dei Novecento, una serie di restauri e rifacimenti, i più importanti nel 1931-1932 ad opera di Joseph Beuchet (che cambiò l'ordine dei manuali e modificò la disposizione fonica su progetto di Louis Vierne), e nel 1990-1992 da parte di Jean-Loup Boisseau e Bertrand Cattiaux su progetto di Pierre Cochereau. Tra il 2012 e il 2013 lo strumento è stato restaurato e dotato di una nuova consolle e di una sezione Résonance, assegnabile ai vari manuali e al pedale; il lavoro è stato condotto da Bertrand Cattiaux e Pascal Quoirin.

Organo maggiore - L'organo a canne principale della cattedrale è situato in controfacciata, sulla cantoria appositamente costruita su progetto di Eugène Viollet-le-Duc.

Lo strumento è composto da 8000 canne le quali sono situate all'interno della cassa lignea in stile barocco costruita nel 1733 su progetto di François Thierry ed in seguito modificata; la mostra, dell'ordine dei 32', è composta da canne di Principale, con ance en chamade. La consolle è anch'essa in cantoria ed ha cinque tastiere di 58 note ciascuna e pedaliera dritta di 30 note. L'organo dispone di una doppia trasmissione: elettronica numerica per i manuali e il pedale e MIDI per i registri.

Organo del coro - L'organo del coro è situato sotto la seconda arcata di sinistra, al di sopra degli stalli lignei settecenteschi.

Lo strumento attuale, integralmente ricostruito nel 1969 da Robert Boisseau e successivamente ampliato, è a trasmissione elettronica. Il materiale fonico è situato all'interno di una cassa in stile neogotico, mentre la consolle, avente due tastiere di 56 note ciascuna e pedaliera dritta di 30 note, si trova a pavimento, tra gli stalli di sinistra del coro.

Campane - La presenza di campane all'interno del complesso della cattedrale di Parigi è testimoniata fin dal XII secolo. Nel 1769, venne installato un grande concerto formato da venti campane: nella torre sud si trovavano le due campane con il suono più grande, chiamate Emmanuel (del XIV secolo, originariamente chiamata Jacqueline) e Marie (fusa per la prima volta nel 1378); nella torre nord vi erano otto campane; nella flèche sette; l'orologio posto sul transetto di destra disponeva di tre campane. Durante la Rivoluzione francese, tra il 1791 e il 1792, andarono perdute tutte le campane ad eccezione dell'Emmanuel. In sostituzione delle altre, nel 1856 vennero realizzate per la torre nord dalla fonderia Fonderia Guillaume-Besson di Angers quattro campane: Angélique Françoise, Antoinette Charlotte, Hyacinte Jeanne, Denise David.

Nel 1867, vennero aggiunte tre campane nella flèche e altre tre nel sottotetto.

In occasione dell'850º anniversario della fondazione della cattedrale, è stato deciso di dotare la cattedrale di un nuovo concerto e le quattro campane della torre nord sono state rimosse il 20 febbraio 2012 facendole passare attraverso un'apertura circolare della volta sotto la torre appositamente ideata da Eugène Viollet-le-Duc. La realizzazione delle nuove otto campane per la torre nord è stata affidata alla fonderia Cornille-Havard di Villedieu-les-Poêles e a Virginie Bassetti per le decorazioni, mentre quella per la campana Marie, da collocarsi nella torre sud, è opera della fonderia olandese Royal Eijsbouts.

Le nuove campane sono arrivate nella cattedrale il 31 gennaio 2013 e sono state posizionate lungo la navata centrale per la benedizione, presieduta dall'arcivescovo di Parigi, cardinale André Armand Vingt-Trois, il 2 febbraio 2013. Successivamente sono state installate nelle torri ed inaugurate il successivo 23 marzo, vigilia della domenica delle Palme, alla presenza di autorità politiche e religiose. Il costo complessivo della rimozione delle vecchie campane, della realizzazione di quelle nuove e della loro installazione è stato di 3,5 milioni di dollari.

Campane attuali - Attualmente la cattedrale dispone di undici campane (in passato ne erano 20): due nella torre sud, sette nella torre nord, tre nella flèche e tre nel sottotetto, le quali si odono dall'interno della chiesa. Le sette campane installate nel 2013 hanno ciascuna un nome proprio, riferito a personaggi e a santi legati alla storia dell'arcidiocesi di Parigi e della Chiesa cattolica. 

Le campane della cattedrale suonano non soltanto prima delle celebrazioni liturgiche, ma anche, tra le 8 e le 21, ogni quarto d'ora. L'Emmanuel e la Marie, oltre che nell'ambito del Grand Solemnel, del Gros Solemnel e del Grand Vésperal, suonano in occasione delle ordinazioni nel momento dell'imposizione delle mani: insieme per le ordinazioni episcopali, l'Emmanuel per quelle presbiterali, la Marie per quelle diaconali. Inoltre, quando muore una personalità, una delle campane della cattedrale, in base all'importanza del defunto, suona tanti rintocchi quanti gli anni di vita della persona morta.

Il sagrato - L'ampio sagrato, si estende di fronte alla cattedrale di Notre-Dame dal lato occidentale. All'inizio esso era di dimensioni ridotte, poiché tutt'intorno vi erano case, negozi, locande ma fu ampliato nel XVIII secolo dall'architetto Beaufrand. Il sagrato fu poi rimodernato diverse volte, in particolare negli anni sessanta. Dal 3 settembre 2006 la piazza del sagrato è stata rinominata (non senza contestazioni) "«parvis Notre-Dame - place Jean Paul II»".

Con diverse campagne di scavo (nel 1847, nel 1965-67, nel 1970), nello spazio del sagrato sono emersi resti degli edifici che vi si sono succeduti dall'antichità al XIX secolo a partire da fondamenta di edifici di età gallo-romana a resti di basolato e del porto antico di Lutetia; è stata rinvenuta anche una parte delle mura cittadine del IV secolo e dell'antica cappella dell'Hôtel-Dieu, oltre a resti di una basilica del VI secolo intitolata a Santo Stefano e della medioevale rue Neuve Notre-Dame; si trovano però anche le fondamenta dell'orfanotrofio ed il tracciato delle fognature di Haussmann. Il tutto è stato organizzato ed esposto al pubblico, dal 1980, nell'attuale cripta archeologica, lunga 118 metri.

Nella piazza antistante la cattedrale si trova il "chilometro zero" della Francia (point zéro), il punto di riferimento per le distanze delle strade principali che partono da Parigi. La tradizione vuole che i turisti che passano per il point zéro, un giorno torneranno nella capitale francese.

Modifiche, vandalismi e restauri - Nel 1548, le sommosse degli Ugonotti danneggiarono la cattedrale. In seguito alle disposizioni emanate dal Concilio di Trento, durante i regni di Luigi XIV (fine del XVII secolo) e di Luigi XV furono apportate diverse modifiche alla cattedrale, compresa la distruzione di tombe e vetrate colorate, con l'intenzione di modernizzarla.

Sul finire del XVIII secolo, nel periodo della rivoluzione francese, molti tesori all'interno di Notre-Dame furono distrutti e saccheggiati; le statue di molti santi furono spaccate e decapitate; parte delle teste furono poi ritrovate ed ora sono esposte al museo di Cluny; soltanto la grande campana scampò alla distruzione. La cattedrale fu trasformata in un "Tempio della Ragione" e fu inizialmente intitolata al culto della ragione ed al culto dell'essere supremo. L'interno della chiesa, inoltre, fu utilizzato come magazzino per il deposito di cibo e foraggio. In seguito all'avvento di Napoleone, la cattedrale fu restituita al culto, e anzi ricevette dei frettolosi restauri per ospitare la cerimonia dell' Incoronazione di Napoleone a Imperatore dei francesi, cerimonia cui dovette partecipare anche papa Pio VII.

All'inizio del XIX secolo la cattedrale era in uno stato tale di decadimento che i progettisti della città iniziarono a considerare la possibilità di abbatterla. Il romanziere Victor Hugo, un ammiratore della cattedrale, scrisse il suo romanzo Notre-Dame de Paris in parte anche per accrescere la consapevolezza del valore della cattedrale, e riuscì a rinnovare l'interesse popolare sul suo destino. Ne seguì una campagna di raccolta fondi per salvare la chiesa, che terminò con il restauro del 1845. Il programma di restauro fu avviato nello stesso anno, sotto la sovrintendenza di Jean-Baptiste-Antoine Lassus e di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc. L'intera opera di ricostruzione durò 23 anni, e portò anche alla costruzione della guglia, della sacrestia oltre che all'aggiunta delle gargouilles.

Nel 1871 un'insurrezione popolare quasi diede fuoco alla cattedrale, incendiando un gruppo di sedie all'interno della chiesa.

Nel 1939, durante la seconda guerra mondiale, c'era il timore di un bombardamento da parte dei tedeschi; esso avrebbe distrutto le vetrate, spargendo ovunque i frammenti di vetro e rendendo pericolosa l'area. Di conseguenza l'11 settembre dello stesso anno le vetrate furono rimosse, e furono ripristinate solo alla fine del conflitto.

Nel 1991 fu avviato un imponente programma di mantenimento e di restauro, con particolare riguardo alla pulizia ed al ritocco delle antiche sculture.

Pag 1 Pag. 3