San Vito lo Capo
(Trapani)
 

 

San Vito lo Capo si trova sulla costa occidentale della Sicilia, nella penisola omonima che si conclude con Capo San Vito, con a occidente il Golfo di Macari e a oriente la Riserva dello Zingaro e il Golfo di Castellammare.

Nasce alla fine del settecento, nel territorio demaniale ericino, alle falde di Monte Monaco, nella bianchissima baia posta tra Capo San Vito e Punta Solanto. Tracce dell'epoca paleoliticamesolitica e neolitica si trovano nelle numerose cavità naturali, un tempo abitazioni, che si affacciano sul mare. Resta avvolta dal mistero l'esistenza di un'antica borgata, Conturrana, una rupe immensa a 500 passi dalla riva staccatasi dalla montagna. Qui, probabilmente intorno alla fine del IV secolo a.C., esistette un piccolo centro abitato.

Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l'attuale Santuario, antica fortezza che nell'arco dei secoli ha subìto numerosi interventi edilizi. La prima costruzione, realizzata intorno al trecento, fu una piccola cappella dedicata a San Vito martire, patrono del borgo marinaro. Secondo una tradizione accettata e riportata da tutti gli agiografi e cultori di storia siciliana, il giovane Vito per sfuggire ai rigori della decima persecuzione ordinata da Diocleziano (303-304), e alle ire del padre Ila e del prefetto Valeriano, assieme al suo maestro Modesto e alla nutrice Crescenzia, scappato via mare da Mazara, col favore dei venti approdò sulla costa del feudo della Punta, in territorio di Monte Erice, dagli antichi chiamato Capo Egitarso. Qui cominciò a predicare la parola di Dio tra la gente del luogo, in una borgata poco distante dalla spiaggia, chiamata Conturrana.

In nome di Dio guariva gli infermi, quanti fossero colpiti da rabbia o morsi da animali, o compromessi nella salute per un improvviso spavento, scacciava gli spiriti immondi. Ma, a dispetto dei numerosi miracoli operati, la sua opera fu coronata da scarso successo, e si concluse col castigo inflitto da Dio a Conturrana. La credenza popolare ritiene che il giovanetto San Vito, martire al tempo di Diocleziano, sia stato in questo paese non benevolmente accolto, allorquando si era colà rifugiato, accompagnato dai precettori Modesto e Crescenzia. L'inesorabile ira divina si era abbattuta sul paese, seppellendolo completamente sotto una frana, non appena i tre profughi avevano lasciato il centro abitato, dirigendosi verso il mare. Sempre secondo tradizione Santa Crescenzia, voltandosi a guardare la città che crollava, divenne pietra nello stesso punto dove adesso sorge la cappella, alla quale ancora oggi gli abitanti del luogo attribuiscono poteri magici. Per San Vito, invece, seguì una breve dimora nell'Egitarso e, dopo un viaggio attraverso la Sicilia e la Basilicata, il martirio, il 15 giugno del 299.

Col tempo crebbe la fama della chiesa e dei "miracoli" attribuiti al martire Vito e a Santa Crescenzia e così, per accogliere i numerosi fedeli che arrivavano in pellegrinaggio – e, soprattutto, per difenderli da ladri e banditi – l'originaria costruzione andò trasformandosi in una fortezza-alloggio. Tale realizzazione risale alla fine del quattrocento. Fin dall'inizio, il Santuario fu fatto centro di una grande devozione, e la fama dei miracoli che il Santo qui operava varcava anche i confini della Sicilia, richiamando in ogni stagione numerosissimi pellegrini. Anche gli stessi corsari, nemici dichiarati della fede cattolica, avevano rispetto per il Santo e per il suo tempio.

Nel frattempo aumentavano i pericoli di incursioni di pirati barbareschi, così, lungo le coste dell'isola, cominciarono ad essere edificate numerose torri di avvistamento. Le torri principali erano tre, due sono ancora visibili e sono torre Scieri e torre Isolidda. La terza invece, torre Roccazzo, ubicata sul piano Soprano che si estende ad ovest del paese di San Vito (il luogo fu appositamente scelto perché l'unico atto a garantire la corrispondenza con le altre due torri), venne demolita per far posto al semaforo militare nel 1935.

All'inizio del settecento iniziarono a comparire le prime case tutto intorno al Santuario,. Alla fine dello stesso secolo, attorno alla chiesa esisteva già un piccolo nucleo di abitazioni. Nell'arco dei secoli, la cittadina ha accolto esploratori, viaggiatori e persino commissari governativi che, mossi da curiosità, interessi culturali o militari, misero a punto meticolose ed interessanti descrizioni sulla geografia dei luoghi visitati.

Il comune di San Vito fu costituito il 17 agosto 1952 con scorporo di territorio da Erice, del quale costituiva un'isola amministrativa dal 1948 in seguito all'autonomia di Custonaci. Con Legge regionale n. 48 del 28/7/1952 proseguì pertanto lo smembramento del vasto territorio ericino, da cui in precedenza era stato scorporato anche Buseto Palizzolo nel 1950 e che si concluderà con l'autonomia di Valderice nel 1955.

Faro

Il faro di Capo San Vito, si trova in Sicilia, è situato sulla punta di Capo San Vito da circa 1,5 km a nord di San Vito Lo Capo ed è attivo dal 1859.

Il faro è composto di un fabbricato bianco di un piano abitato dal farista con adiacente la Torre Faro alta 40 metri con lanterna e galleria.

Il faro è composto di un faro principale (n. 3170) e da un fanale (n. 3172) ospitato nella torre del faro principale. Il faro principale è dotato di una ottica rotante ed emette lampi bianchi, con un periodo di 5 secondi, con portata di 25 miglia nautiche. Il fanale emette luse rossa isofase con periodo di 4 secondi, ha una portata 6 miglia nautiche, è visibile da 165° a 225°, e sta a segnalare la secca a nord di Capo San Vito.

Il faro ed il fanale fanno capo al Comando di Zona Fari della Marina Militare con sede a Messina (che si occupa di tutti i fari della Sicilia), Reggenza di San Vito Lo Capo.

Architetture religiose

Il santuario è situato nell’omonima piazza che si affaccia al centro storico del Paese di cui è il simbolo. Si tratta di una struttura che unisce diversi stili e componenti. Gli elementi architettonici infatti prendono ispirazione dall’architettura civile, militare e religiosa di diverse epoche storiche. Al suo interno è possibile ammirare una bellissima statua in marmo del santo del 1500 e un imponente altare principale.  

Dall’alto della sua torre, costruita nel 1600. Si può godere di una vista spettacolare sul paesaggio circostante. Attorno al santuario ci sono i locali che ospitano il museo, piccolo ma molto interessante da visitare, con pregevoli pitture, sculture e opere di arte contemporanea.

La Cappella di Santa Crescenzia è una piccola struttura che si trova all’entrata di San Vito lo Capo e in origine era un tempietto islamico, costruito dagli Arabi nel XIII secolo. 

Dedicata alla nutrice di san Vito, che si dice sia morto proprio lì. La Cappella accoglie i turisti all’ingresso del paese ed uno dei simboli della località siciliana. 

Aree naturali

La caletta del Bue Marino è considerata un vero paradiso in terra, per la bellezza della sua natura incontaminata che qui regna incontrastata. L’arenile è un misto di sabbia chiara grossolana mista a ciottoli e ghiaia, mentre il mare è pulito e trasparente. Vicino a questa spiaggia c’è un’altra piccola meraviglia della natura, la spiaggetta dell’Isulidda, ricca di grotte da esplorare, perfetta per chi ama praticare lo snorkeling e le immersioni subacquee. 

A poca distanza ci sono le falesie di Cala mancina, amate dagli scalatori, ricche di grotte dalla bellezza stupefacente. 

A proposito di grotte, quella dell’Uzzo, che si trova a circa 10 chilometri da San Vito lo Capo, rappresenta uno dei siti archeologici preistorici più importanti di tutta la regione. Al suo interno sono stati rinvenuti resti di attività umana di oltre diecimila anni fa. Inoltre sono stati ritrovati fossili di rinoceronti, leoni e mammuth. In epoche più recenti la grotta fu utilizzata come necropoli. I ritrovamento si trovano esposti al Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas di Palermo.