Gibellina
(Trapani)

 

 

Il centro abitato attuale, noto anche come Gibellina Nuova, è sorto dopo il terremoto del Belìce del 1968 in un sito che in linea d'aria dista circa 11 km dal precedente. Il vecchio centro, distrutto dal sisma, è stato abbandonato e negli anni ottanta è stato trasformato nel Cretto di Burri, un'opera di land art dell'artista Alberto Burri.

Secondo alcuni storici fondata dagli Arabi nell'Alto medioevo, il centro medioevale si formò nel secolo XIV intorno al castello edificato da Manfredi Chiaromonte.

Dopo il terremoto del 1968 e le devastazioni, fu lentamente avviata la ricostruzione del paese. Tuttavia, invece di riedificare nelle vicinanze dell'antica Gibellina, essa fu ripresa una ventina di chilometri più a valle. La scelta del sito avrebbe potuto seguire la logica della vicinanza alla costruenda autostrada sino a Mazara del Vallo, se non fosse che il terreno di nuova edificabilità era dei cugini Ignazio e Nino Salvo, boss della mafia.

Gibellina nuova sorse quindi sul territorio del comune di Salemi, in contrada Salinella, a seguito di una votazione del consiglio comunale.

Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse. All'appello del sindaco risposero, altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. Il paese divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa.  

Forse non tutti sanno che in Sicilia c’è una città scomparsa, che ormai non esiste più, ma il cui ricordo è conservato grazie a un’opera d’arte. La città di cui si parla è Gibellina, colpita, nella notte fra il 14 e il 15 gennaio del 1968, da un violento terremoto (il terremoto del Belice) che provocò centinaia di morti e feriti e decine di migliaia di sfollati.

Diversi furono i paesi ridotti in macerie. Tra questi anche Gibellina, un borgo di montagna in provincia di Trapani che ora, anziché persone, ospita una delle più grandi opere di Land Art al mondo: il Cretto di Alberto Burri.

Si tratta di una tomba di cemento grande 8 mila metri quadrati, realizzata in gran parte tra il 1984 e il 1989 ma completata solo nel 2015. Vista dall’alto, sembra un enorme foglio bianco con dei lunghi solchi, che ricopre le macerie della vecchia città. Ogni fenditura è larga dai 2 ai 3 metri e divide la vasta distesa di cemento in blocchi, alti circa un metro e sessanta.

Il Cretto di Burri è raggiungibile percorrendo la Strada statale 119 di Gibellina nel tratto che interseca la Riserva naturale integrale Grotta di Santa Ninfa, tra l’omonima cittadina e il paese di Salaparuta. In alternativa, è possibile raggiungerlo percorrendo l’Autostrada A29 in direzione Mazara del Vallo.

A pochi chilometri di distanza dall’opera d’arte di Alberto Burri ora sorge Gibellina Nuova, la nuova città che ha dato la possibilità agli sfollati di ricominciare a vivere dopo il violento terremoto che rase al suolo il borgo di montagna.

Anche Gibellina Nuova, che si trova in linea d’aria a circa 11 chilometri dalla vecchia città, nacque nel segno dell’arte, grazie all’allora sindaco Ludovico Corrao che decise di realizzare un laboratorio a cielo aperto grazie al contributo di artisti, architetti e artigiani e al sostegno di intellettuali (tra cui Sciascia).

Tra gli edifici meritevoli di una menzione speciale spiccano la Chiesa Sferica di Ludovico Quaroni, il Giardino Segreto di Francesco Venezia (che racchiude la facciata della cattedrale terremotata), Meeting (la scultura-edificio polivalente di Pietro Consagra), il Sistema delle piazze (cinque collegate fra loro) di Laura Thermes e Franco Purini e il Municipio di Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà.

Monumenti e opere

Questo l'elenco dei monumenti e delle opere di Gibellina, catalogati secondo l'artista:

  ARTISTA TITOLO DELL'OPERA ANNO
A Carla Accardi Pannelli in Ceramica (5 maioliche) 1989
Giovanni Albanese Macchina per ascoltare il vento 1989
Marcella Aprile, Roberto Collovà, Teresa La Rocca Baglio Di Stefano 1981
Associazione Culturale Isol’Arti - Bucchero Pannello artistico in ceramica raku 2020
B Darya von Berner Marcha des elefantes - opera inaccessibile 1992
Bigert & Bergstrom Pausa sismica- Seismic pause 1992
Cosimo Barna Mediterraneo 2005
Alberto Burri Il grande Cretto 1984-2016
Giuseppe Burzotta Orto botanico 1989
C Carmelo Cappello Ritmi spaziali 1979
Croce Spaziale 1961-1985
Andrea Cascella Fontana 1986
Bruno Ceccobelli Mosaici - La vera medicina è l’eternità 2004
Carlo Ciussi Frequenza di Onde 1982
Hsiao Chin Pannello in ceramica 1985
Pietro Consagra Meeting 1976
Stella d'ingresso al Belice 1981
Teatro 1984
De Oedipus Rex "Città di Tebe" 1988
Tris 1988
Porta d'ingresso all'orto botanico - Porta del Cremlino 1996
Ultima (Mosaico) 1988
Porte del Cimitero (Riferimento all'unicità e Riferimento all'irripetibile) 1977
Tomba di Consagra 2005
Monumento a Sciascia 1990
Ettore Colla Ellittica e Meridiana 1987
Enzo Cucchi Portatore del carico di Lune 2004
Salvatore Cuschera Scultura sdraiata 1992
D Giampaolo Di Cocco Animalia Grandi Naufraghi XII 1993
Marcello De Filippo Grande area 85 1990
Mimmo Di Cesare Tempo del Sole 1989
Tempio del Sole 1989
F Nino Franchina Labirinto 1983
Joan Fontcuberta Gibellina Selfie - Lo sguardo di tre generazioni 2019
G Vittorio Gregotti, Gianni Pirrone, Alberto Samonà e Giuseppe Samonà Municipio 1971
I Emilio Isgrò La freccia indica l'ombra di una freccia 1979
K Slimane Khaled Pannello in ceramica 1992
L Carlo La Monica Monumento a Salvo D'Acquisto 2002
Primordia rerum 2006
Nassirya 2003
Igino Legnaghi Tavolo dell'Alleanza 1980
Ritmi sismici 1984
Alfonso Leto Meteoriti della memoria 2002
Richard Long Cerchio della Vita 2008
M Elio Marchegiani Affresco - opera inaccessibile  
Lorenzo Milton Machado Senza Titolo - Modulo di distruzione nella posizione Alfa 1994
Fausto Melotti Contrappunto 1983
Sequenze 1988
Alessandro Mendini Torre Civica 1987
Salvatore Messina Tensioni 1979
Mirko Senza titolo - Sarcofago 1977
Agapito Miniucchi Cestnei 1987
Ignazio Moncada Pannello in ceramica 1979
Pier Giulio Montano Serpente 1895
Nino Mustica Fontana 1999
Senza Titolo 1999
N Pierluigi Nicolin Piazza Beuys 1991
Pierluigi Nicolin, Giuseppe Marinoni Edificio Residenziale A - Completamento del centro città 1991
Edificio Residenziale B - Completamento del centro città 1991
Nunzio Scenografia 1987
O Hiroshi Onhari Scultura - Segnale del vento 1983
P Mimmo Paladino Montagna di Sale 1990
Cavallo 1990
Domenico Pellegrino Sicilia 2016
Franco Politano La Girandola dei miracoli 2021
Arnaldo Pomodoro Aratro di Didone 1986
Macchine sceniche  
Stele 1989
Ragnatela 1985
Franco Purini e Laura Thermes Casa del farmacista 1980
Sistema delle Piazze. Progetto di 5 grandi piazze consecutive

Realizzate: Piazza Monti di Gibellina, Piazza Fasci dei lavoratori, Piazza della Rivolta del 29.06.1973

1982-1990
Casa Pirrello 1990
Q Ludovico Quaroni e Luisa Anversa Chiesa Madre 1985-2010
R Moira Ricci Andata e Ritorno 2019
Mimmo Rotella Omaggio a Tommaso Campanella 1984
Città del Sole 1992
Marco Nereo Rotelli Lo spazio della parola 2001
S Toti Scialoja Macchina ad Incastro - Ratto di Proserpina 1986
Paolo Schiavocampo Una piazza per Gibellina 1987
Doppia spirale 1987
Gino Severini Mosaico - Natura Morta 1985
Medhat Shafik Qanat, le rotte del cielo 1996
Turi Simeti Impronta 1979
Khaled Ben Slimane Senza Titolo 1992
Giuseppe Spagnulo Senza Titolo - Scultura 1974
Daniel Spoerri Renaissance 1993
Mauro Staccioli Per Gibellina 1980
Sten Lex Varco 2017
T Alberto Timossi Contraccolpi 2021
U Giuseppe Uncini Sacrario ai Caduti 1986
Monumento al Carabiniere 1988
Oswald Mathias Ungers Edifici Residenziali - Progetto per il centro di Gibellina 1981
V Costas Varotsos   L'infinito della memoria   1992  
Francesco Venezia   Museo a Gibellina, Palazzo Di Lorenzo   1981-1987  
Giardino Segreto 1   1985-1988  
Giardino Segreto 2   1992  
Nanda Vigo Tracce antropomorfe   1978
Tracce antropomorfe   1978  
Chiesa di Gesù e Maria e centro sociale   1979-1980

03_Mediterraneo.jpg (63489 byte) 01_MacchinaPerAscoltareVento.JPG (263822 byte) 02_BaglioStefano.JPG (201774 byte) 04_GrandeGretto.jpg (295562 byte) 05_TeatroConsagra.jpg (300797 byte) 06_DeOedipusRexCittaTebe.jpg (203916 byte) 07_Cimitero.jpg (417302 byte) 09_MonumentoSciascia.jpg (203943 byte)
10_Municipio.jpg (269811 byte) 11_Sequenze.jpg (294873 byte) 12_MontagneSale.jpg (359806 byte) 13_AratroDidone.jpg (362298 byte) 14_ChiesaMadre.jpg (245703 byte) 15_OmaggioTommasoCampanella.jpg (294873 byte)

Cretto di Burri

Il Cretto di Burri o cretto di Gibellina è il nome con cui è colloquialmente conosciuto il Grande Cretto, opera di arte ambientale di Alberto Burri. È stata realizzata in una prima fase tra il 1984 e il 1989 e successivamente completata nel 2015, nel luogo in cui sorgeva la città vecchia di Gibellina, completamente distrutta dal terremoto del Belice del 1968.

La genesi dell'opera si fa risalire alla distruzione della città di Gibellina (oggi chiamata "Gibellina Vecchia"), provocata dal terremoto del 14 gennaio 1968: la potenza del terremoto distrusse completamente la città, lasciando la maggior parte delle famiglie senza tetto. La voglia di rinascita della città nacque dalla mente del sindaco Ludovico Corrao, che vide nell'arte un riscatto sociale della città; tra i numerosi artisti che vennero a titolo gratuito spiccò il nome di Burri.

«Andammo a Gibellina con l'architetto Zanmatti, il quale era stato incaricato dal sindaco di occuparsi della cosa. Quando andai a visitare il posto, in Sicilia, il paese nuovo era stato quasi ultimato ed era pieno di opere. Qui non ci faccio niente di sicuro, dissi subito, andiamo a vedere dove sorgeva il vecchio paese. Era quasi a venti chilometri. Ne rimasi veramente colpito. Mi veniva quasi da piangere e subito mi venne l'idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei così: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di quest'avvenimento.» (Alberto Burri, 1995)

Burri progettò un gigantesco monumento che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città: esso infatti sorge nello stesso luogo dove una volta vi erano le macerie, ora cementificate dall'opera di Burri; i blocchi sono stati realizzati accumulando e ingabbiando le macerie degli stessi edifici.

Dall'alto l'opera appare come una serie di fratture di cemento sul terreno, il cui valore artistico risiede nel congelamento della memoria storica di un paese. Ogni fenditura è larga dai due ai tre metri, mentre i blocchi sono alti circa un metro e sessanta e ha una superficie di circa 80 000 metri quadrati, facendone una delle opere d'arte contemporanea più estese al mondo. A circa 350 metri dall'opera, è possibile vedere anche i resti dei ruderi di Gibellina.

Burri non era nuovo a questo soggetto, riprodotto in molti quadri di medie dimensioni, i Cretti.

È visitabile percorrendo la strada statale 119 di Gibellina nel tratto che interseca la riserva naturale integrale Grotta di Santa Ninfa, tra l'omonima cittadina e il paese di Salaparuta, oppure venendo dall'autostrada A29 in direzione Mazara del Vallo.

L'opera venne realizzata parzialmente in una prima fase tra il 1985 e il 1989, rimanendo al tempo incompleta per mancanza di fondi; il completamento è arrivato solamente nel 2015, in occasione del centenario della nascita di Burri. Il completamento del Cretto ha prodotto una serie di dibattiti e interrogativi relativi anche alla conservazione e al restauro dell'opera. 

L'opera è oggetto di un cortometraggio della regista olandese Petra Noordkamp, commissionato dal Museo Solomon R. Guggenheim per essere proiettato alla retrospettiva di Alberto Burri tenutasi presso l'istituzione dal 9 ottobre 2015 al 6 gennaio 2016.

Il Cretto è anche il soggetto dello spettacolo teatrale I-TIGI a Gibellina e della sua trasposizione video I-TIGI Canto per Ustica dell'autore italiano Marco Paolini: girato interamente nel Cretto nel 2000, è incentrato sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980 e sulla ricostruzione della lunga indagine condotta dal giudice Rosario Priore. L'autore dichiarò di aver scelto il Cretto perché «è una sorta di labirinto concreto, che, visto dall'alto, è simile al labirinto di bugie in cui i giudici dovevano orientarsi per trovare il filo dell'inchiesta». L'opera è presente anche in svariati documentari sempre con lo stesso significato simbolico, ad esempio Abbattiamoli con Massimo Giletti, sulle bombe del 1992-1993, e Il fantasma di Corleone di Marco Amenta, su Bernardo Provenzano.

Il Cretto è teatro di un episodio della serie televisiva Màkari (2024) oltreché dei video musicali Io non abito al mare di Francesca Michielin (2017), Pushing the Tides dei Mastodon (2021) e Meteoriti di Mr. Rain (2021).

Meeting

Il Meeting è una scultura-monumento realizzata da Pietro Consagra.

Chiesa Madre

Nel 1970 Ludovico Quaroni riceve l'incarico per la progettazione della chiesa parrocchiale di Gibellina sulla sommità di una leggera collina, nel punto più alto del paese. Il progetto è completato nel 1972 insieme a Luisa Anversa. La geometria della chiesa di Gibellina rappresenta una novità, non solo nello schema tipologico dell'edificio e nel suo rapporto con il luogo, ma anche nel linguaggio per le forme architettoniche. Le varie funzioni sono raccolte e distribuite all'interno di un parallelepipedo a base quadrata di circa 50 metri di lato, ulteriormente diviso in moduli e sottomoduli, mentre il centro simbolico e geometrico del monumento è una grande sfera liscia, di cemento che costituisce un riferimento puntuale del sacro. I lavori iniziarono nel 1985.

Il 15 agosto 1994 crolla la copertura del tetto, senza provocare vittime. L'inchiesta ha portato all'invio di avvisi di garanzia per il direttore dei lavori. I lavori di restauro, iniziati nel 2002, sono stati ultimati all'inizio del 2010.

Piazza del comune e torre civica

La piazza del comune è circondata da un portico realizzato da Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà, alle cui pareti si trovano delle ceramiche decorate da Carla Accardi. Al bordo della piazza si trovano delle sculture di metallo bianco - originariamente scenografia per l'opera teatrale "Edipo Re" - intitolate La città di Tebe di Pietro Consagra, la scultura in travertino Città del sole di Mimmo Rotella e La torre di Alessandro Mendini.

Realizzata nel 1988 da Alessandro Mendini, la torre civica è posizionata nella piazza XV gennaio 1968. Quando funziona, dalla torre, quattro volte al giorno (che corrispondevano ai quattro momenti più importanti per il popolo gibellinese), fuoriusciva un mix di suoni (urla, venditori ambulanti...) caratteristici della vita quotidiana della "vecchia" Gibellina.

Sistema delle piazze

Il cosiddetto sistema delle piazze a Gibellina è un allineamento di piazze cinte da strutture architettoniche laterali progettate da Franco Purini e Laura Thermes. Del sistema delle piazze fanno parte:

la Piazza Rivolta del 26 giugno 1937;

la Piazza Fasci dei Lavoratori;

la Piazza Monti di Gibellina;

la Piazza Autonomia Siciliana;

la Piazza Passo Portella delle Ginestre.

Museo d'arte contemporanea

Il Museo d'arte contemporanea (MAC) è un museo civico, intitolato a Ludovico Corrao.  La collezione d'arte contemporanea si forma attraverso il contributo di numerosi artisti ed è raccolta nel Museo d'arte contemporanea contemporanea "Ludovico Corrao", con una collezione di circa 2.000 opere d’arte.  

Dopo il terremoto del Belice del 1968, fra i primi artisti ad aderire all'appello del sindaco di allora Ludovico Corrao risposero proprio gli artisti siciliani: Pietro ConsagraCarla Accardi ed Emilio Isgrò. Pian piano aderirono altri artisti tra cui anche Mario Schifano, Giulio TurcatoArnaldo PomodoroGino SeveriniAlighiero BoettiFausto MelottiGiuseppe UnciniToti Scialoja e il gruppo Forma 1.

Fin dal suo esordio, avvenuto nel marzo 1980, grazie alla donazione della collezione Nino Soldano con 83 opere, il museo di Gibellina ospita una collezione che contiene ad oggi più di 1800 opere fra dipinti originali, grafiche, sculture, una delle più ricche del Sud Italia. Le opere sono collocate all'interno della sede del museo e lungo le vie cittadine e sono costituite da esempi di pittura, scultura ma anche di architettura come la Casa del Farmacista e il Sistema delle Piazze di Franco Purini e Laura Thermes, la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni, il grande Spazio Urbano di O. M. Unghers, che costituisce l'ingresso al Teatro di Pietro Consagra.

Museo2.jpg (181814 byte)La collezione permanente occupa gran parte dello spazio espositivo dell'edificio museale; le opere sono state sistemate secondo un allestimento ordinato sulla base di otto sale; una sala del museo è stata dedicata all'artista Mario Schifano ed un'altra sala invece ai bozzetti delle opere architettoniche ed artistiche presenti all'aperto a Gibellina. A causa dei ristretti spazi espositivi un grande numero di opere è stato negli anni conservato negli ampi magazzini adiacenti; ciclicamente queste opere vengono esposte al pubblico negli spazi dedicati alle esposizioni temporanee. Tutte le opere presenti al museo provengono da donazioni o acquisizioni realizzate attraverso la programmazione di eventi espositivi. All'interno del museo è presente un auditorium in cui si svolgono spesso attività teatrali e musicali e una biblioteca con una sezione specialistica inerente all'arte contemporanea.

Nel 2004 è stata istituita la sezione MAD, ovvero museo-laboratorio delle arti decorative, in cui vengono svolte di tanto in tanto esposizioni didattiche con le accademie siciliane.

Nel novembre del 2009 è stata costituita la sezione didattica "Di.Gib.art. - Gibellina didattiche per il contemporaneo", diretta da Giuseppe Maiorana. Il 15 gennaio 2012, in occasione del XLIV anniversario del terremoto del Belice, il museo viene intitolato a Ludovico Corrao.

Dopo una lunga chiusura, il MAC riapre al pubblico nel luglio 2021, con un allestimento completamente rinnovato, con esposte oltre 400 opere, nella nuova sede.

Orestiadi

Le Orestiadi sono un festival internazionale con manifestazioni, anche realizzate e autoprodotte, che vanno dalle rappresentazioni teatrali a quelle musicali, dalla pittura alla scultura, al cinema. Sono organizzate dalla "Fondazione Orestiadi" di Gibellina.  

Si svolgono ogni estate a Gibellina dal 1981, e sono state fondate dall'ex sindaco e senatore Ludovico Corrao, tra le iniziative per la rinascita culturale del territorio, dopo il Terremoto del Belice del 1968. Le rappresentazioni si tengono presso il Baglio Di Stefano o al "Cretto di Burri". Dal 1992 le Orestiadi sono affiancate dalla Fondazione Istituto di Alta Cultura Orestiadi, di cui fanno parte anche la Regione Siciliana, la Provincia di Trapani e il Comune di Gibellina. La Fondazione ha anche una sede presso il prestigioso Palazzo Bach Hamba, nella Medina di Tunisi, con l'intento di sviluppare un dialogo tra le culture del Mediterraneo, ed è patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Regione Siciliana. Corrao è stato presidente della fondazione dal 1992 fino alla morte nel 2011. Dal 2015 il presidente è Calogero Pumilia, Claudio Collovà è il direttore artistico, mentre il direttore Sezione "Arti Visive" è Achille Bonito Oliva e della Sezione "Poesia" Francesca Corrao. La Fondazione è stata editrice per alcuni anni della rivista culturale "Labirinti" diretta da Giovanni Ingoglia e distribuita da Feltrinelli. Alla rivista hanno dato il loro apporto intellettuali italiani ed europei.

Hanno organizzato eventi nelle 27 edizioni delle Orestiadi: Ignazio Buttitta, Janne Vibaek, Salvatore Nicosia, Tonino Cusumano, Fhatem Safieddine, Antonio PasqualinoFranco Quadri, Enrico Stassi, Roberto AndòUbaldo MirabelliGianfranco CapittaFranco ScaldatiFulvio Abbate, Giuseppe Appella, Eva Di Stefano, Achille Bonito OlivaDemetrio PaparoniFrancesco Agnello, Mario Messinis, Piero Violante, Paolo ScarnecchiaMarco Paolini. Tra le rappresentazioni: "Gibella dei martirio", "I Cuefuri", "Villa Eumenidi", "L'Oresteia" di Emilio Isgrò e "Il mio giudice" di Maria Pia Daniele.

Nella sede della fondazione, nel baglio Di Stefano, è stato istituito il Museo delle Trame Mediterranee, diretto da Enzo Fiammetta, che raccoglie tessuti, ceramiche, costumi e gioielli in uso nel Mediterraneo. Nello stesso complesso sorge la "Montagna di sale", opera di Mimmo Paladino. Vi sono inoltre opere di Enzo CucchiRichard LongPietro ConsagraAlfredo RomanoPeter Briggs.