Galatro (Borgo)
(Reggio Calabria)

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Galatro è situato lungo le pendici occidentali della catena delle Serre calabresi, in provincia di Reggio Calabria ed è rinomato per le Terme avviate alla fine del XIX secolo. Il territorio si trova in una zona affascinante dal punto di vista ambientale, sulle ultime pendici terrazzate delle Serre Calabre sud occidentali ai confini della piana di Gioia Tauro e del massiccio dell’Aspromonte, alla confluenza dei fiumi Fermano e Metramo. 

Paese antico e in passato rilevante dal punto di vista delle strutture ed attività religiose. Nel Medioevo Galatro crebbe grazie all'arrivo dei profughi delle città vicine, specie quelle costiere, insidiati dai continui attacchi dei pirati saraceni. Nel 1075 giunsero in città i monaci basiliani che fondarono un importante monastero dedicato a Sant'Elia in quanto, si narra, vi fosse custodito il corpo del Santo. Ed è sempre ai monaci che si deve la scoperta delle fonti termali del Monte Livia, acque sulfuree dalle eccellenti proprietà curative che alimentano ancora oggi le Terme di Galatro, poste a 186 metri sul livello del mare, particolarmente rinomate.

Dal paese si gode una vista panoramica molto suggestiva, che affaccia lungo la piana di Rosarno e si estende fino alla costa del mar Tirreno.

Galatro noto per l'abilità dei suoi artigiani, l'attuale centro abitato fu ricostruito dopo il terremoto del 1783 a quota 158 m s.l.m. Tra le attrazioni culturali c'è da menzionare la chiesa di San Nicola di Bari, santo patrono di Galatro, che si trova a fianco del municipio. La chiesa, apparentemente come tante, custodisce invece importanti tesori artistici tra i più importanti della provincia di Reggio Calabria e di tutta la Regione. 

Al suo interno, infatti, troverete un ambiente molto elegante e luminoso, grazie anche al recente restauro, con ampie nicchie ai lati dell’unica navata ed un bel soffitto a cassettoni sull’abside. La vostra attenzione, però, sarà attratta probabilmente sin da subito dal maestoso altare maggiore realizzato da Antonello Gagini nel Cinquecento, un autentico capolavoro di forme e proporzioni scolpite nel marmo bianco: il trittico di statue comprende, da sinistra a destra, San Giovanni Battista, la Madonna col Bambino e San Giovanni Evangelista. Si tratta di una delle opere d’arte più importanti dell’artista siciliano. Il gruppo marmoreo fu custodito nella Chiesa di Santa Maria della Valle sino al 1783, quando l’allora Chiesa Matrice di Galatro venne distrutta dal sisma tristemente noto. Molto interessante anche la statua di San Nicola in marmo d’alabastro, scolpita nel Quattrocento e proveniente dalla chiesa di San Salvatore della Chilena, anch’essa distrutta dal sisma: oltre alla plasticità della figura del Santo vi invitiamo ad apprezzare il dettagliato intarsio del suo basamento.

Del Monastero di S. Elia rimangono solo i ruderi dopo il sisma del 1783. Il convento basiliano di S. Elia di Galatro, in contrada Cubasina o Cupassino (come affermano i documenti vaticani del tempo), fu fondato intorno al 1075 dai monaci greco-bizantini di Taureana (a loro volta arrivati lì a causa delle persecuzioni arabe in Sicilia), costretti a fuggire a cause delle incursioni saracene. Secondo altri studiosi, il convento è stato costruito tra il 900 e il 1000. Anche se finora non siano state rinvenute prove archeologiche, si narra che sia seppellito nel convento, il corpo acefalo di S. Elia di Enna o il Giovane (nato ad Enna nell’822-23 e morto a Salonicco nel 903). La testa del santo si trova nel convento di Seminara (RC), nel Santuario della Madonna dei Poveri. La prova della sua sepoltura in questo convento, è testimoniata dalla visita che fece S. Cono di Naso, di ritorno da un viaggio in Terra Santa verso la Sicilia, per pregare davanti alla sua tomba. In questo convento trascorse la sua giovinezza e compì gli studi teologici, Bernardo di Seminara (Galatro 1290 – Avignone 1348), chiamato col nome Barlaam quando divenne sacerdote. 

Nel 1328-29 tenne la cattedra di teologia e filosofia a Costantinopoli. Per la sua eccellente preparazione, volle conoscerlo il Petrarca, fino a diventare allievo di greco di Barlaam. Pare che Barlaam abbia dato lezioni di greco anche Al Boccaccio. Barlaam fu nominato vescovo di Gerace da Papa Clemente VI, nel 1342. 

Nel 1400 i basiliani abbandonarono il convento. Nel 1532 il convento divenne sede dei frati cappuccini fino al 1808, quando il convento fu soppresso, in quanto c’erano solo 12 frati. Negli anni ’60 fu ubicata la scuola elementare nel convento e spesso è stato utilizzato come deposito di fieno e come palmento per i contadini. Molte delle pietre e dei marmi sopravvissuti ai terremoti, si trovano in musei privati. 

Le pietre bugnate del portone principale, sono state utilizzate come contrappeso nei palmenti. Quando nel 1999 si recò al convento Padre Nilo, di San Giovanni Theresti di Bivongi, definì questo bene archeologico così: “Ogni minuscola pietra di questo convento, per chi, come noi, affonda le radici in quel mondo e in quella cultura, è come un altare”.

Sin dal VIII secolo d.C. i monaci del luogo utilizzavano le acque della sorgente Sant'Elia per curare gli infermi.

Il Comune di Galatro sviluppa la sua economia grazie agli impianti termali delle Terme di Galatro, sorte alla fine del XIX secolo per utilizzare le acque termali della sorgente Sant’Elia. 

La struttura termale sorge in una suggestiva ed incontaminata vallata dal verde intenso e dominante, ricca di boschi e secolari uliveti, ha in annesso albergo, ristorante, centro congressi, piscina termale esterna con percorso vascolare e piscina coperta per la stagione fredda. Le Terme sono alimentate dalla sorgente S. Elia, situata in una stretta gola del Monte Livia, le cui acque che scaturiscono alla temperatura di 37°C, risultano particolarmente indicate per la cura di malattie reumatiche, otorinolaringoiatriche, ginecologiche, dermatologiche, delle vie respiratorie e dell’apparato osteoarticolare. Le acque delle Terme sono ricchissime di sali minerali, poiché hanno una composizione chimica tipica delle acque solfuree, salso-bromo-iodiche e salso-iodiche che conferisce alle stesse un elevato potere terapeutico. Lo zolfo, elemento principale di queste acque, è molto simile ai componenti essenziali presenti nelle cellule dei tessuti e degli organi dell’uomo.

La festa della Madonna della Montagna, celebrata solennemente l’8 settembre, è ancora conosciuta come a festa di melangiani chini. Infatti, come da tradizione, durante la preparazione della festa in tutte le case del borgo si procede alla frittura delle melanzane ripiene, pratica che ancora oggi testimonia la storia di Galatro, nella quale affondano le radici di tutte le famiglie del borgo.

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