Monte Athos
Grecia
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1998

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Monastero di Dochiariou

Monastero idiorritmico, dedicato agli arcangeli Michele e Gabriele. Fondato nel X secolo (976 circa) da sant'Eutimio di Costantinopoli discepolo di sant'Atanasio; restaurato nel XVI-XVII secolo. Il nome sembra riferirsi al fondatore il quale sarebbe stato dochiéris, cioè addetto alla custodia del vino nella Lavra di sant'Atanasio. 

La biblioteca conserva 395 manoscritti. Sorge sul versante occidentale, quasi sul mare, dal quale si innalza sulla pendice del monte. Il katholikòn il più grande dell'Athos, data dal 1567 ed è affrescato da Teofane di Creta o dalla sua scuola. Una cappella conserva l'icona della Madonna Gorgoepikoos, ossia Colei "che risponde prontamente".

Monastero di Karakalou

Monastero a statuto cenobitico (dal 1813) dedicato ai santi apostoli Pietro e Paolo (29 giugno). 

Fondato alla fine dell'XI secolo per autorità di Romano IV Diogene (1068-1071); restaurato nel XVI secolo. 

Il nome ha creato la leggenda che il primo fondatore fosse l'imperatore Caracalla (211-217); sembra invece che si riferisca a un certo Nicola Karakalas. La biblioteca possiede 224 manoscritti, di cui 36 su pergamena. 

Il monastero sorge alto sul mare, nel versante orientale.

 La ricostruzione attuale risale agli anni 1541-1546. Fu oggetto di cure particolari da parte di Roxandra, la vedova del voivoda di Moldavia Alessandro Lapusneanu, divenendo uno dei monasteri più popolati e fiorenti nel XVII secolo.

Monastero di Filothéou

Monastero a statuto cenobitico (dal 1973), dedicato all'Annunciazione della Vergine (25 marzo). 

Fondato verso il 990 dal monaco Filoteo, con i compagni Arsenio e Dionisio, almeno secondo la tradizione; comunque la sua esistenza è documentata nel 1015. Il nome gli viene dal monaco fondatore. La biblioteca custodisce 250 manoscritti.

Il monastero ha il suo porto sulla sponda orientale, ma dista alquanto da essa, nascosto in mezzo a una vegetazione lussureggiante, che tuttavia non impedisce, data la sua elevazione, una splendida vista sul mare. Dal XIV al XVI secolo fu popolato in prevalenza da monaci bulgari. 

Gli affreschi del refettorio sono di scuola cretese, mentre quelli del katholikòn sono posteriori alla sua ristrutturazione nel XVIII secolo. Nel 1871 gran parta del monastero fu distrutto da un incendio, che tuttavia risparmiò il katholikòn e gli edifici centrali. Le ricostruzioni attuali datano da quell'epoca. Nel katholikòn si venera l'icona della Glykofilusa, la Madonna "del dolce amore", le cui copie sono assai diffuse nel mondo ortodosso. Dal 1973 il monastero è al centro di un risveglio della vita cenobitica tra i giovani e gli intellettuali.

Monastero di Simonos Petra

Monastero a statuto cenobitico (dal 1801), dedicato alla Natività di Cristo (25 dicembre). Fondato nel 1357. 

La denominazione indica la roccia su cui e costruito (petra) e il nome del fondatore, Simone: "la roccia di Simone". 

La biblioteca fu distrutta con tutto il monastero nell'incendio del 1891. La sua origine risale al monaco Simone, che avuta la visione di una stella ferma sopra una roccia alta più di trecento metri presso il mare (era la notte di Natale) ebbe l'ardita idea di innalzare lassù un monastero. Venne in suo aiuto il despota della Macedonia Giovanni Ugles, fratello del re di Serbia Vukakin (1366-1371; ambedue perirono combattendo contro i turchi), che fornì i mezzi per completare la costruzione. 

Essa fu rifatta più volte dopo gli incendi degli anni 1580, 1626 e 1891, sempre nello stesso sito e con lo stesso stile, con i baìlatoi e le logge sporgenti sul precipizio. La costruzione attuale è dovuta alla munificenza dell'ultimo zar Nicola II (1894-1917).  

Monastero di Aghiou Pavlou

Monastero a statuto cenobitico (dal 1839), dedicato alla Presentazione della Vergine al Tempio (21 novembre). 

Fondato, secondo la tradizione, dal monaco Paolo che, lasciato il monastero di Xiropotàmu, venne in questo luogo a condurre vita eremitica nel IX secolo. 

Dal fondatore il nome è passato al monastero. Ne dipendono la Nea Skiti e la skiti rumena detta Lakku Skiti. 

Il monastero è arroccato tra le pendici rocciose del Monte Athos sul versante occidentale. Le sue origini sono oscure; secondo la tradizione, risalirebbe a un eremo anteriore alla venuta di sant'Atanasio. Comunque solo nel 1370 ottenne il grado di monastero autonomo, non più dipendente da Xiropotàmu e fu abitato da monaci serbi. 

Il katholikòn, costruito nel 1447 dal despota serbo Giorgio Brankovic (1444-1456), fu completamente rifatto nel 1839; è molto ampio ma senza affreschi. Affreschi della scuola cretese sono conservati nella cappella di San Giorgio e databili dalla metà del XVI secolo. Gli edifici attuali risalgono in gran parte all'ingrandimento del monastero effettuato ad opera degli zar Alessandro I (1801­1825) e Nicola I(1825-1855).

Monastero di Stavronikita

Monastero a statuto cenobitico (dal 1968), dedicato a San Nicola (6 dicembre). Fondato forse nel XIII secolo, divenne proprietà del monastero Filothéou; solo nel 1541 fu riconosciuto autonomo. Il nome viene spiegato da alcuni come derivato dai nomi di due eremiti, Stavrós e Nikita, che vivevano nel luogo dove poi fu edificato il monastero. Secondo un'altra tradizione sarebbe il nome del fondatore Niceforo Stavronikita, ufficiale di Giovanni I Zimisce. 

Il monastero sorge sul versante orientale della penisola e domina il mare dall'alto di una roccia. Qualunque sia stata l'origine, la sua storia e quella degli edifici attuali incomincia nel 1533, quando il primo igumeno, Gregorio Geromeriatis, lo acquistò dal monastero Filothéou con tutto il territorio annesso, e lo riedificò, ottenendo dal patriarca Geremia I (1522-1545) nel 1541 il decreto di istituzione come monastero a pari diritti con gli altri. 

Dopo un lungo periodo di prosperità, decadde e rimase spopolato al tempo della guerra d'indipendenza greca (1821). Nel 1968, popolato da nuovi adepti, passò al sistema cenobitico ed è ora in fase di espansione. Il katholikòn conserva preziosi affreschi di Teofane di Creta e di suo figlio Simone; affreschi della stessa scuola si trovano anche nel refettorio. Raro cimelio è l'icona di San Nicola (detto Stridàs), finissimo esempio di mosaico dell'XI secolo.

Monastero di Xenofontos

Monastero a statuto cenobitico (dal 1780-1785), dedicato a san Giorgio (23 aprile). Fondato all'inizio dell'XI secolo dal santo monaco Xenofon (Senofonte) da cui prese il nome. La biblioteca possiede 163 manoscritti, la maggior parte su pergamena. Ne dipende la skiti dell'Annunciazione, che si trova più in alto. 

Le prime costruzioni furono dovute alla munificenza di Basilio II. In seguito Stefano, ammiraglio di Niceforo III Botaniate (1078-1081), si fece monaco col nome di Simone. Divenuto igumeno, ingrandì il monastero, ma poi gli altri igumeni, giudicandolo troppo invadente, lo deposero. Alessio I Comneno (1081-1118) lo fece riammettere. Nel XV secolo si spopolò e vennero ad abitarlo monaci serbi e bulgari. Si riprese nel 1785, quando il patriarca Gabriele IV (1780-1785) lo restituì allo statuto cenobitico. Nel 1817 gran parte del monastero fu distrutta da un incendio. Gli edifici attuali risalgono alla ricostruzione del secolo scorso. Il katholikòn fu sostituito agli inizi dell'800. Di antico rimane il vecchio katholikòn con affreschi di Antonios (XVI secolo) e la cappella di San Giorgio con affreschi della scuola di Teofane di Creta. Tra i cimeli ricordiamo due grandi icone a mosaico del XII secolo, che rappresentano i santi Giorgio e Demetrio.

Monastero di Grigoriou

Monastero a statuto cenobitico (dal 1840), dedicato a san Nicola (6 dicembre). Fondato nel 1345 da Gregorio il Siriano, che fece le prime costruzioni dove Gregorio Sinaita pochi anni prima aveva radunato la prima comunità dei suoi discepoli. Di qui il nome del monastero, che ricorda i due fondatori. 

La biblioteca conserva 163 manoscritti, la maggior parte su pergamena. 

Il monastero è situato su una roccia da cui si domina il mare, sul versante occidentale della penisola. La costruzione originaria fu totalmente rifatta dal voivoda di Moldavia Stefano il Grande verso l'anno 1500, ma nel 1761 un incendio distrusse quasi tutte queste costruzioni, che furono sostituite negli anni successivi, Anche il katholikòn fu ricostruito nel 1779; è noto il nome dei pittori che lo hanno affrescato: Gabriele e Gregorio di Castoria. 

Vi si venera l'icona della Madonna Galaktotrofusa, cioè allattante. E’ un tema raro nell'iconografia bizantina e forse di origine italiana; tuttavia esso si trova nell'antica iconografia copta.

Monastero di Esfigménou

Monastero a statuto cenobitico (dal 1796-1797), dedicato all'Ascensione di Cristo (40 giorni dopo Pasqua). Fu fondato all'inizio dell'XI secolo e ricostruito subito dopo l'incendio del 1534. Il suo nome è variamente spiegato. Potrebbe indicare la sua posizione, quasi "schiacciato" (esfigménos) tra due colline. Oppure era l'appellativo dell'ignoto fondatore (stretto dalla cintura). 

La biblioteca custodisce 233 manoscritti, di cui 60 su pergamena; vi si trovano anche manoscritti bulgari. La tradizione che fa risalire l'origine del monastero all'imperatrice Pulcheria, sorella di Teodosio II (414-450), forse ha fondamento se riferita a Pulcheria, sorella di Romano III Argiro (1028-1034). 

A Esfigménou fu igumeno San Gregorio Palamas, famoso per il suo fondamentale contributo alla teologia ortodossa. Degni di nota fra i cimeli sono l'icona del Salvatore in mosaico del XII secolo e un menologio (calendario dei santi) dello stesso secolo ornato con sessanta miniature. Una curiosità è un tessuto appartenuto a Napoleone, parte della tappezzeria della sua tenda da campo.

Monastero di Aghiou Panteleimonos (Rosikon)

Monastero cenobitico (dal 1803), russo, dedicato a san Panteleimon (27 luglio). Fondato nel X secolo ma rifatto nel XVIII-XIX secolo. La biblioteca possiede 1027 manoscritti greci e slavi, di cui 99 su pergamena. Dal monastero dipendono le skite della Nuova Tebaide e di Xylùrgu (o Bogoròditsa, "la Madre di Dio", perché dedicata alla Dormizione di Maria). Il grandioso monastero, non circondato da mura, sorge sul versante occidentale della penisola vicino al mare. Le costruzioni sono del secolo scorso, grandiose e funzionali ma non pittoresche. 

La storia del monastero è alquanto movimentata; eccone le fasi principali. Nell'XI secolo i monaci russi occupavano un piccolo monastero che ora è la skiti Xylàrgu (1030 circa). Nel 1169 la comunità dell'Athos donò ai russi (e altri slavi) divenuti numerosi il monastero (già esistente dal X secolo) di San panteleimon. A causa dell'invasione dei tartari in Russia, l'afflusso dei monaci russi cessò (1237) e i monaci serbi ne presero possesso fino all'invasione turca, che distrusse il regno di Serbia (1417). Dal 1480 al 1735 la Russia riprese a proteggere il monastero, inviando numerosi monaci. Ma poi la guerra russo-turca (1734-1739) creò grandi difficoltà. 

Dal 1735 al 1821 il monastero divenne idiorritmico e puramente greco, sostenuto dai principi fanarioti della Valacchia e della Moldavia. Uno di costoro Scarlatos Kallimachis faece costruire il nuovo katholikòn negli anni 1812-1821. Intanto nel 1803 il monastero passò alla riforma cenobitica. Dal 1821 prevalse la protezione russa; nel 1888 venne costruita la splendida chiesa di stile moscovita dedicata alla Protezione della Vergine, nel 1892 l'enorme refettorio, nel 1899 la grande chiesa della skiti di Sant'Andrea. 

Nel 1903 la metà dei circa 7000 monaci che formavano la popolazione dell'Athos era costituita da russi. Con la rivoluzione del 1917 cessò l'afflusso dalla Russia di monaci e di mezzi e il monastero andò spopolandosi. Nel 1968 un furioso incendio distrusse sei cappe, parte della foresteria e tutta l'ala est del quadrato centrale. Data l'origine recente delle costruzioni, a parte i manoscritti, non vi sono cimeli antichi.

Monastero di Konstamonitou

Monastero a statuto cenobitico (dal 1799), dedicato a santo Stefano Protomartire (27 dicembre). Fondato nell'XI secolo. 

Il nome è variamente spiegato. L'ignoto fondatore proveniva da Kastamoni, nell'Asia Minore. Oppure apparteneva alla famiglia bizantina dei Kastamoniti. Leggendaria è l'attribuzione all'imperatore Costantino. 

La biblioteca conserva 110 manoscritti. Il monastero, posto all'interno in una valle boscosa e quasi affondato nella vegetazione, è piccolo ma grazioso. 

Il katholikòn restaurato nel 1860 non è affrescato. Decaduto nel XVIII secolo, si riprese lentamente e, anche in grazia degli aiuti provenienti dalla Russia, poté essere decorosamente restaurato.

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