Monastero
di Dochiariou
Monastero
idiorritmico,
dedicato agli
arcangeli Michele
e Gabriele.
Fondato nel X
secolo (976 circa)
da sant'Eutimio di
Costantinopoli
discepolo di
sant'Atanasio;
restaurato nel
XVI-XVII secolo.
Il nome sembra
riferirsi al
fondatore il quale
sarebbe stato dochiéris,
cioè addetto
alla custodia del
vino nella Lavra
di sant'Atanasio.
La
biblioteca
conserva 395
manoscritti. Sorge
sul versante
occidentale, quasi
sul mare, dal
quale si innalza
sulla pendice del
monte. Il katholikòn
il più grande
dell'Athos, data
dal 1567 ed è
affrescato da
Teofane di Creta o
dalla sua scuola.
Una cappella
conserva l'icona
della Madonna Gorgoepikoos,
ossia Colei
"che risponde
prontamente".
Monastero
di Karakalou

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1813) dedicato ai
santi apostoli
Pietro e Paolo (29
giugno).
Fondato
alla fine dell'XI
secolo per autorità
di Romano IV
Diogene
(1068-1071);
restaurato nel XVI
secolo.
Il
nome ha creato la
leggenda che il
primo fondatore
fosse l'imperatore
Caracalla
(211-217); sembra
invece che si
riferisca a un
certo Nicola
Karakalas. La
biblioteca
possiede 224
manoscritti, di
cui 36 su
pergamena.
Il
monastero sorge
alto sul mare, nel
versante
orientale.
La
ricostruzione
attuale risale
agli anni
1541-1546. Fu
oggetto di cure
particolari da
parte di Roxandra,
la vedova del
voivoda di
Moldavia
Alessandro
Lapusneanu,
divenendo uno dei
monasteri più
popolati e
fiorenti nel XVII
secolo.
Monastero
di Filothéou

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1973), dedicato
all'Annunciazione
della Vergine (25
marzo).
Fondato
verso il 990 dal
monaco Filoteo,
con i compagni
Arsenio e
Dionisio, almeno
secondo la
tradizione;
comunque la sua
esistenza è
documentata nel
1015. Il nome gli
viene dal monaco
fondatore. La
biblioteca
custodisce 250
manoscritti.
Il
monastero ha il
suo porto sulla
sponda orientale,
ma dista alquanto
da essa, nascosto
in mezzo a una
vegetazione
lussureggiante,
che tuttavia non
impedisce, data la
sua elevazione,
una splendida
vista sul mare.
Dal XIV al XVI
secolo fu popolato
in prevalenza da
monaci bulgari.
Gli
affreschi del
refettorio sono di
scuola cretese,
mentre quelli del katholikòn
sono
posteriori alla
sua
ristrutturazione
nel XVIII secolo.
Nel 1871 gran
parta del
monastero fu
distrutto da un
incendio, che
tuttavia risparmiò
il katholikòn e
gli edifici
centrali. Le
ricostruzioni
attuali datano da
quell'epoca. Nel katholikòn
si venera
l'icona della Glykofilusa,
la Madonna
"del dolce
amore", le
cui copie sono
assai diffuse nel
mondo ortodosso.
Dal 1973 il
monastero è al
centro di un
risveglio della
vita cenobitica
tra i giovani e
gli intellettuali.
Monastero
di Simonos Petra

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1801), dedicato
alla Natività di
Cristo (25
dicembre). Fondato
nel 1357.
La
denominazione
indica la roccia
su cui e costruito
(petra) e il nome
del fondatore,
Simone: "la
roccia di
Simone".
La
biblioteca fu
distrutta con
tutto il monastero
nell'incendio del
1891. La sua
origine risale al
monaco Simone, che
avuta la visione
di una stella
ferma sopra una
roccia alta più
di trecento metri
presso il mare
(era la notte di
Natale) ebbe
l'ardita idea di
innalzare lassù
un monastero.
Venne in suo aiuto
il despota della
Macedonia Giovanni
Ugles, fratello
del re di Serbia
Vukakin
(1366-1371;
ambedue perirono
combattendo contro
i turchi), che
fornì i mezzi per
completare la
costruzione.
Essa
fu rifatta più
volte dopo gli
incendi degli anni
1580, 1626 e 1891,
sempre nello
stesso sito e con
lo stesso stile,
con i baìlatoi e
le logge sporgenti
sul precipizio. La
costruzione
attuale è dovuta
alla munificenza
dell'ultimo zar
Nicola II
(1894-1917).
Monastero
di Aghiou Pavlou

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1839), dedicato
alla Presentazione
della Vergine al
Tempio (21
novembre).
Fondato,
secondo la
tradizione, dal
monaco Paolo che,
lasciato il
monastero di
Xiropotàmu, venne
in questo luogo a
condurre vita
eremitica nel IX
secolo.
Dal
fondatore il nome
è passato al
monastero. Ne
dipendono la Nea
Skiti e la skiti
rumena detta
Lakku Skiti.
Il
monastero è
arroccato tra le
pendici rocciose
del Monte Athos
sul versante
occidentale. Le
sue origini sono
oscure; secondo la
tradizione,
risalirebbe a un
eremo anteriore
alla venuta di
sant'Atanasio.
Comunque solo nel
1370 ottenne il
grado di monastero
autonomo, non più
dipendente da
Xiropotàmu e fu
abitato da monaci
serbi.
Il
katholikòn, costruito
nel 1447 dal
despota serbo
Giorgio Brankovic
(1444-1456), fu
completamente
rifatto nel 1839;
è molto ampio ma
senza affreschi.
Affreschi della
scuola cretese
sono conservati
nella cappella di
San Giorgio e
databili dalla metà
del XVI secolo.
Gli edifici
attuali risalgono
in gran parte
all'ingrandimento
del monastero
effettuato ad
opera degli zar
Alessandro I (18011825)
e Nicola
I(1825-1855).
Monastero
di Stavronikita

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1968), dedicato a
San Nicola (6
dicembre). Fondato
forse nel XIII
secolo, divenne
proprietà del
monastero Filothéou;
solo nel 1541 fu
riconosciuto
autonomo. Il nome
viene spiegato da
alcuni come
derivato dai nomi
di due eremiti,
Stavrós e Nikita,
che vivevano nel
luogo dove poi fu
edificato il
monastero. Secondo
un'altra
tradizione sarebbe
il nome del
fondatore Niceforo
Stavronikita,
ufficiale di
Giovanni I
Zimisce.
Il
monastero sorge
sul versante
orientale della
penisola e domina
il mare dall'alto
di una roccia.
Qualunque sia
stata l'origine,
la sua storia e
quella degli
edifici attuali
incomincia nel
1533, quando il
primo igumeno,
Gregorio
Geromeriatis, lo
acquistò dal
monastero Filothéou
con tutto il
territorio
annesso, e lo
riedificò,
ottenendo dal
patriarca Geremia
I (1522-1545) nel
1541 il decreto di
istituzione come
monastero a pari
diritti con gli
altri.
Dopo
un lungo periodo
di prosperità,
decadde e rimase
spopolato al tempo
della guerra
d'indipendenza
greca (1821). Nel
1968, popolato da
nuovi adepti, passò
al sistema
cenobitico ed è
ora in fase di
espansione. Il katholikòn
conserva
preziosi affreschi
di Teofane di
Creta e di suo
figlio Simone;
affreschi della
stessa scuola si
trovano anche nel
refettorio. Raro
cimelio è l'icona
di San Nicola
(detto Stridàs),
finissimo
esempio di mosaico
dell'XI secolo.
Monastero
di Xenofontos

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1780-1785),
dedicato a san
Giorgio (23
aprile). Fondato
all'inizio dell'XI
secolo dal santo
monaco Xenofon
(Senofonte) da cui
prese il nome. La
biblioteca
possiede 163
manoscritti, la
maggior parte su
pergamena. Ne
dipende la skiti
dell'Annunciazione,
che si trova più
in alto.
Le
prime costruzioni
furono dovute alla
munificenza di
Basilio II. In
seguito Stefano,
ammiraglio di
Niceforo III
Botaniate
(1078-1081), si
fece monaco col
nome di Simone.
Divenuto igumeno,
ingrandì il
monastero, ma poi
gli altri igumeni,
giudicandolo
troppo invadente,
lo deposero.
Alessio I Comneno
(1081-1118) lo
fece riammettere.
Nel XV secolo si
spopolò e vennero
ad abitarlo monaci
serbi e bulgari.
Si riprese nel
1785, quando il
patriarca Gabriele
IV (1780-1785) lo
restituì allo
statuto
cenobitico. Nel
1817 gran parte
del monastero fu
distrutta da un
incendio. Gli
edifici attuali
risalgono alla
ricostruzione del
secolo scorso. Il katholikòn
fu sostituito
agli inizi
dell'800. Di
antico rimane il
vecchio katholikòn
con affreschi
di Antonios (XVI
secolo) e la
cappella di San
Giorgio con
affreschi della
scuola di Teofane
di Creta. Tra i
cimeli ricordiamo
due grandi icone a
mosaico del XII
secolo, che
rappresentano i
santi Giorgio e
Demetrio.
Monastero
di Grigoriou

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1840), dedicato a
san Nicola (6
dicembre). Fondato
nel 1345 da
Gregorio il
Siriano, che fece
le prime
costruzioni dove
Gregorio Sinaita
pochi anni prima
aveva radunato la
prima comunità
dei suoi
discepoli. Di qui
il nome del
monastero, che
ricorda i due
fondatori.
La
biblioteca
conserva 163
manoscritti, la
maggior parte su
pergamena.
Il
monastero è
situato su una
roccia da cui si
domina il mare,
sul versante
occidentale della
penisola. La
costruzione
originaria fu
totalmente rifatta
dal voivoda di
Moldavia Stefano
il Grande verso
l'anno 1500, ma
nel 1761 un
incendio distrusse
quasi tutte queste
costruzioni, che
furono sostituite
negli anni
successivi, Anche
il katholikòn fu
ricostruito nel
1779; è noto il
nome dei pittori
che lo hanno
affrescato:
Gabriele e
Gregorio di
Castoria.
Vi
si venera l'icona
della Madonna Galaktotrofusa,
cioè
allattante. E’
un tema raro
nell'iconografia
bizantina e forse
di origine
italiana; tuttavia
esso si trova
nell'antica
iconografia copta.
Monastero
di Esfigménou

Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1796-1797),
dedicato
all'Ascensione di
Cristo (40 giorni
dopo Pasqua). Fu
fondato all'inizio
dell'XI secolo e
ricostruito subito
dopo l'incendio
del 1534. Il suo
nome è variamente
spiegato. Potrebbe
indicare la sua
posizione, quasi
"schiacciato"
(esfigménos) tra
due colline.
Oppure era
l'appellativo
dell'ignoto
fondatore (stretto
dalla cintura).
La
biblioteca
custodisce 233
manoscritti, di
cui 60 su
pergamena; vi si
trovano anche
manoscritti
bulgari. La
tradizione che fa
risalire l'origine
del monastero
all'imperatrice
Pulcheria, sorella
di Teodosio II (414-450),
forse ha
fondamento se
riferita a
Pulcheria, sorella
di Romano III
Argiro
(1028-1034).
A
Esfigménou fu
igumeno San
Gregorio Palamas,
famoso per il suo
fondamentale
contributo alla
teologia
ortodossa. Degni
di nota fra i
cimeli sono
l'icona del
Salvatore in
mosaico del XII
secolo e un
menologio
(calendario dei
santi) dello
stesso secolo
ornato con
sessanta
miniature. Una
curiosità è un
tessuto
appartenuto a
Napoleone, parte
della tappezzeria
della sua tenda da
campo.
Monastero
di Aghiou
Panteleimonos
(Rosikon)

Monastero
cenobitico (dal
1803), russo,
dedicato a san
Panteleimon (27
luglio). Fondato
nel X secolo ma
rifatto nel
XVIII-XIX secolo.
La biblioteca
possiede 1027
manoscritti greci
e slavi, di cui 99
su pergamena. Dal
monastero
dipendono le skite
della Nuova
Tebaide e di Xylùrgu
(o Bogoròditsa,
"la Madre di
Dio", perché
dedicata alla
Dormizione di
Maria). Il
grandioso
monastero, non
circondato da
mura, sorge sul
versante
occidentale della
penisola vicino al
mare. Le
costruzioni sono
del secolo scorso,
grandiose e
funzionali ma non
pittoresche.
La
storia del
monastero è
alquanto
movimentata;
eccone le fasi
principali.
Nell'XI secolo i
monaci russi
occupavano un
piccolo monastero
che ora è la skiti
Xylàrgu (1030
circa). Nel 1169
la comunità
dell'Athos donò
ai russi (e altri
slavi) divenuti
numerosi il
monastero (già
esistente dal X
secolo) di San
panteleimon. A
causa
dell'invasione dei
tartari in Russia,
l'afflusso dei
monaci russi cessò
(1237) e i monaci
serbi ne presero
possesso fino
all'invasione
turca, che
distrusse il regno
di Serbia (1417).
Dal 1480 al 1735
la Russia riprese
a proteggere il
monastero,
inviando numerosi
monaci. Ma poi la
guerra russo-turca
(1734-1739) creò
grandi difficoltà.
Dal
1735 al 1821 il
monastero divenne
idiorritmico e
puramente greco,
sostenuto dai
principi fanarioti
della Valacchia e
della Moldavia.
Uno di costoro
Scarlatos
Kallimachis faece
costruire il nuovo
katholikòn negli
anni 1812-1821.
Intanto nel 1803
il monastero passò
alla riforma
cenobitica. Dal
1821 prevalse la
protezione russa;
nel 1888 venne
costruita la
splendida chiesa
di stile moscovita
dedicata alla
Protezione della
Vergine, nel 1892
l'enorme
refettorio, nel
1899 la grande
chiesa della skiti
di
Sant'Andrea.
Nel
1903 la metà dei
circa 7000 monaci
che formavano la
popolazione
dell'Athos era
costituita da
russi. Con la
rivoluzione del
1917 cessò
l'afflusso dalla
Russia di monaci e
di mezzi e il
monastero andò
spopolandosi. Nel
1968 un furioso
incendio distrusse
sei cappe, parte
della foresteria e
tutta l'ala est
del quadrato
centrale. Data
l'origine recente
delle costruzioni,
a parte i
manoscritti, non
vi sono cimeli
antichi.

Monastero
di Konstamonitou
Monastero
a statuto
cenobitico (dal
1799), dedicato a
santo Stefano
Protomartire (27
dicembre). Fondato
nell'XI secolo.
Il
nome è variamente
spiegato. L'ignoto
fondatore
proveniva da
Kastamoni,
nell'Asia Minore.
Oppure apparteneva
alla famiglia
bizantina dei
Kastamoniti.
Leggendaria è
l'attribuzione
all'imperatore
Costantino.
La
biblioteca
conserva 110
manoscritti. Il
monastero, posto
all'interno in una
valle boscosa e
quasi affondato
nella vegetazione,
è piccolo ma
grazioso.
Il
katholikòn restaurato
nel 1860 non è
affrescato.
Decaduto nel XVIII
secolo, si riprese
lentamente e,
anche in grazia
degli aiuti
provenienti dalla
Russia, poté
essere
decorosamente
restaurato.

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