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A
otto
miglia
dalla
baia
di
Ballinskelligs,
sulla
punta
della
penisola
di
Iveragh,
si
trova
l'isola
di
Skellig
Michael,
uno
dei
luoghi
sacri
più
enigmatici
e
remoti
di
tutta
l'Europa.
Fino
al
momento
della
scoperta
dell'America
le
Skelling
sono
il
punto
più
a
occidente
del
mondo.
E'
vietato
attraccare
a
Little
Skellig,
l'isola
è
una
riserva
naturale
per
gli
uccelli
marini
e
ospita
una
delle
più
grandi
colonia
di
sule
bassana
della
Terra.
Nidificano
qui
più
di
20.000
coppie.
Questi
uccelli
sono
considerati
sovrani
fra
gli
uccelli
marini.
L'isola
di
Skellig
Michael
è
completamente
disabitata;
la
torre
del
faro
è
vuota
da
decenni
e
la
luce
del
faro
funziona
automaticamente
con
l'ausilio
dell'attuale
tecnologia.
Alcuni
operai
vivono
qui
nei
mesi
estivi,
per
riparare
i
danni
causati
dalle
tempeste
invernali.
Per
effettuare
le
riparazioni
si
arrampicano,
anche
2
o
3
volte
al
giorno,
per
oltre
700
gradini
di
roccia
scolpiti
in
modo
irregolare.
L'isola
ha
una
superficie
di
17
ettari,
il
punto
più
alto
è
la
punta
meridionale,
217
metri
sul
livello
del
mare.
Sott'acqua
la
roccia
si
immerge
ancora
per
70
metri.
Più
di
1000
anni
fa
monaci
irlandesi
hanno
costruito
i
gradini,
la
cosiddetta
"scala
per
il
cielo";
conduce
a
una
rientranza
della
roccia,
a
circa
180
metri
di
altezza.
Qui
si
stabilirono
i
monaci
nel
VII
secolo
d.C.
Skellig
Michael
prende
il
nome
dall'Arcangelo
Gabriele,
colui
che
combatte
il
diavolo,
il
portavoce
degli
uomini
presso
Dio.
Una
questione
affascinante
su
Skellig
Michael
è
che
è
il
sito
sacro
più
occidentale
lungo
una
lunga
fila
di
antichi
luoghi
di
pellegrinaggio
che
corrono
dall'Irlanda
occidentale
attraverso
la
Francia,
l'Italia
e
la
Grecia,
e
poi
sul
Monte
Carmelo
in
Palestina.
I
sette
Santuari
della
Linea
di
San
Michele
sono:
Skelling
Michael
(Irlanda),
St.
Michael’s
Mount
(
Gran
Bretagna),
Mont
Saint
Michel
(
Francia),
La
Sacra
di
San
Michele
(Piemonte),
Santuario
di
Monte
Sant’Angelo
(Puglia),
il
Monastero
di
San
Michele
(Grecia)
e
il
Monastero
di
Monte
Carmelo
(Israele).
Il
punto
di
partenza
dell’itinerario
è
in
Irlanda,
dove
si
trova
il
Monastero
di
Skelling
Michael.
Lo
scrittore
Bernard
Shaw
nel
1910
scriveva
:
“Un
incredibile,
impossibile,
folle
posto
che
ancora
induce
devoti
a
strisciare
in
antri
bui
e
a
baciare
“pietre
di
panico”
che
si
gettano
a
700
piedi
d’altezza
sull’Atlantico”.
Il
sito
fu
costruito
intorno
al
588
d.C.
dai
primi
monaci
cristiani
che
arrivarono
in
Irlanda.
La
leggenda
vuole
che
su
questo
isolotto
l’Arcangelo
apparse
a
San
Patrizio
per
aiutarlo
a
sconfiggere
le
forze
del
male.
Dirigendosi
verso
sud,
in
Gran
Bretagna,
in
un’isola
al
largo
della
Cornovaglia,
si
trova
il
monastero
di
St.
Michael’s
Mount.
Qui
sarebbe
apparso
l’Arcangelo
nel
495
e
avrebbe
parlato
ad
un
gruppo
di
pescatori.
I
monaci
benedettini
provenienti
da
Mount
Saint
Michel
in
Francia
su
indicazione
dello
stesso
Arcangelo
Michele,
edificarono
un’abbazia
dedicata
a
San
Michele,
di
cui
rimangono
solo
il
refettorio
e
la
chiesa,
incorporata
poi
nel
XVI
secolo
in
un
castello
fortezza.
La
linea
sacra
prosegue
in
Francia,
sull’isola
di
Mont
Saint-
Michel,
in
Normandia.
Questo
luogo
già
dal
tempo
dei
Galli
era
intriso
di
forte
misticismo
e
qui,
nel
709
d.C.,
l’Arcangelo
apparve
al
Vescovo
di
Avranches,
Auberto,
che
avrebbe
assistiti
al
combattimento
tra
l’Arcangelo
Michele
e
il
drago,
al
termine
del
quale
avrebbe
ricevuto
dall’Arcangelo
l’ordine
di
costruire
una
chiesa
sulla
roccia.
I
lavori
iniziarono,
ma
fu
con
i
monaci
benedettini
a
partire
dal
900
d.C.
che
l’Abbazia
venne
edificata.
A
distanza
di
1000
km.
siamo
in
Italia,
in
Val
di
Susa,
in
Piemonte,
dove
sorge
la
Sacra
di
San
Michele,
che
ispirò
Umberto
Eco
per
il
libro
“Nome
della
Rosa”.
Secondo
la
leggenda
Giovanni
detto
Vincenzo,
vescovo
di
Ravenna,
nel
X
secolo
abbandonò
la
sua
carica
per
ritirarsi
a
pregare
e
vivere
da
eremita
sul
monte
Caprasio,
“delle
capre”,
di
fronte
all’allora
monte
Porcariano,
(dei
porci).
Giovanni
voleva
costruire
una
chiesetta
e
per
questo
accatastava
tronchi
e
pietre
che
al
mattino
seguente
però
erano
scomparse.
Giovanni
decise
di
rimanere
sveglio
e
vide,
così,
che
un
gruppo
di
angeli,
insieme
ad
alcune
colombe,
andava
trasportando
in
volo
quei
materiali,
accatastandoli
sulla
vetta
del
monte
opposto,
mentre
San
Michele
gli
indicava
il
monte
come
luogo
sul
quale
avrebbe
dovuto
erigere
la
chiesa.
Ad
una
distanza
di
altri
1000
km.
si
arriva
in
Puglia,
sul
Gargano
dove
sorge
il
Santuario
di
San
Michele
Arcangelo
a
Monte
Sant’Angelo,
meta
di
pellegrinaggi
sin
dal
VI
secolo
d.C.
La
storia
di
Monte
Sant’Angelo
ebbe
inizio
nel
493
d.C.,
quando
fu
costruita
la
chiesa
dedicata
all’Arcangelo
Michele
dopo
tre
apparizioni
al
Vescovo
di
Siponto.
La
chiesa
fu
costruita
nel
luogo
indicato
dall’Arcangelo,
dove
c’era
una
sacra
grotta,
rimasta
fino
ai
giorni
nostri
come
un
luogo
di
culto
consacrato
non
da
mano
umana
ma
dallo
stesso
San
Michele,
e
ricevette
nel
corso
dei
secoli
il
titolo
di
“
Celeste
Basilica”.
Proseguendo
lungo
la
linea
sacra,
arriviamo
in
Grecia,
nel
Dodecanneso,
all’isola
di
Simy
dove
si
trova
il
sesto
santuario
dedicato
all’Arcangelo,
eretto
intorno
al
XII
secolo.
La
storia
di
questo
luogo
sacro
nasce
con
il
ritrovamento
di
una
immagine
di
San
Michele
Arcangelo
da
parte
di
una
donna
dell’isola.
Sul
luogo
del
ritrovamento
venne
costruito
il
Monastero.
L’ultimo
Santuario
della
Linea
Sacra
si
trova
in
Israele
ed
è
il
Santuario
Stella
Maris
sul
Monte
Carmelo
ad
Haifa.
Il
monte
Carmelo,
letteralmente
“Vigna
di
Dio”
,
è
un
luogo
sacro
poiché
si
narra
che
qui
ebbe
la
sua
dimora
il
profeta
Elia
che
proprio
sul
monte
Carmelo
si
scontrò
con
i
450
profeti
di
Baal.
La
prima
fondazione
del
monastero,
risale
all’epoca
bizantina,
quando
alcuni
eremiti
lo
scelsero
come
luogo
di
culto
dell’Arcangelo
Michele.
I
resoconti
leggendari
di
Skellig
indicano
la
sua
importanza
in
epoca
pagana.
I
mitici
primi
invasori
dell'Irlanda,
i
Tuatha
de
Danaan,
raccontano
di
Milesius
il
cui
figlio
Irr
fu
sepolto
su
Skellig
attorno
a
1400
a.C.
Un'altra
leggenda
parla
di
Daire
Domhain,
un
"re
del
mondo",
che
rimase
sull'isola.
Poco
si
sa
sulle
origini
dell'insediamento
monastico
celtico.
La
tradizione
locale
lo
associa
a
San
Fionan,
il
santo
Kerry,
mentre
altre
fonti
suggeriscono
che
i
primi
monaci
potrebbero
essere
stati
copti
in
fuga
dalla
persecuzione
romana
e
bizantina
nel
VI
secolo.
Il
primo
riferimento
storico
noto
all'isola
proviene
dalla
fine
del
V
secolo,
quando
il
re
di
Munster,
inseguito
dal
re
di
Cashel,
fuggì
a
Skellig.
Un'altra
delle
prime
menzioni
di
Skellig
si
trova
negli
annali
di
Innisfallen
di
823
d.C.,
che
dice:
"Skellig
fu
saccheggiato
dai
pagani
e
Eitgal
(l'abate)
fu
portato
via
e
morì
di
fame".
Dai
primi
anni
del
IX
secolo
i
vichinghi
saccheggiarono
ripetutamente
il
monastero,
uccidendo
molti
dei
suoi
abitanti.
I
monaci
sopravvissero,
tuttavia
le
leggende
raccontano
che
nel
993
d.C.,
il
vichingo
Olav
Trygvasson,
che
in
seguito
divenne
re
di
Norvegia,
introdusse
il
cristianesimo
in
quel
paese
e
fu
battezzato
da
un
eremita
su
Skellig
Michael.
Il
sito
fu
infine
abbandonato
nel
XIII
secolo
e
molti
monaci
si
trasferirono
nel
monastero
di
Ballinskelligs
sulla
terraferma.
Fra
i
numerosi
monasteri
irlandesi
che
sorgono
sulle
isole,
l'insediamento
di
Skellig
Michael
è
il
più
impressionante
e
anche
il
più
straordinario
per
la
compattezza
della
sua
struttura.
Il
mare
e
la
roccia
rendono
il
monastero
inaccessibile
e
forse
questo
spiega
come
il
monastero
abbia
potuto
conservarsi
fino
ad
oggi
nonostante
i
monaci
l'abbiano
abbandonato
già
nel
XII
secolo.
Pietra
dopo
pietra,
i
monaci
costruirono
6
celle
a
nido
d'ape
realizzando
muri
spessi
fino
a
mezzo
metro,
mura
difensive,
scale
e
2
edifici
per
la
preghiera.
Davanti
all'oratorio
si
trova
un
piccolo
cimitero
con
lapidi
di
pietra.
I
monaci
potevano
raggiungere
la
punta
meridionale
soltanto
percorrendo
una
pericolosa
arrampicata
sulle
rocce
fino
a
una
piattaforma
dove
si
trova
una
croce
incisa
su
una
roccia,
per
essere
vicini
a
Dio
e
al
paradiso
e
raccogliersi
in
preghiera.
Questi
monaci
appartenevano
al
primo
cristianesimo
irlandese
e
provenivano
da
una
comunità
monasitica
i
cui
membri
sono
conosciuti
come
monaci
pellegrini.
Il
loro
ascetismo
è
tremendamente
severo.
Sappiamo
che
qui
vissero
dei
monaci,
pochi
documenti
sono
giungi
fino
a
noi,
soltanto
pochi
scritti
e
notizie
marginali.
Non
si
conoscono
i
fondatori
del
monastero
e
non
si
sa
neppure
il
motivo
per
cui
il
monatero
venne
abbandonato,
forse
a
causa
di
una
riforma
dei
monasteri
ordinata
da
Roma
o
forse
per
decisione
dei
monaci
stessi.
Il
monastero
-
Il
monastero
è
costruito
su
una
piattaforma
terrazzata
180 metri
sul
livello
del
mare.
È
costituito
da
due
oratori,
un
cimitero,
croci,
lastre
a
croce,
sei clochán a
cupola
ad alveare (di
cui
una
è
caduta)
e
una
chiesa
medievale.
Le
celle
e
gli
oratori
sono
tutti costruiti
a
secco con
ingresso
ad arco
a
mensola e
la
chiesa,
che
fu
costruita
in
un
secondo
momento,
in
pietra
a
mortaio.
Secondo
la
leggenda,
sarebbe
stata
eretta
nel
luogo
dove San
Patrizio
ebbe
la
visione
dell'arcangelo
Michele,
venuto
ad
aiutarlo
a
liberare
l'Irlanda dai
rettili
e
dalle
forze
del male. Da
allora
divenne
meta
di
pellegrinaggi,
lungo
un itinerario di
cui
Skelling
Michael
costituiva
il
punto
più
estremo
delle
apparizioni
dell'arcangelo
sul
suolo
europeo.
La
data
di
fondazione
è
sconosciuta. Come
molti
resti
paleocristiani
nel
Kerry,
a
volte
è
attribuito
a San
Finnia,
sebbene
gli
storici
ne
dubitino. Il
primo
riferimento
sicuro
all'attività
monastica
sull'isola
è
una
fonte
sulla
morte
di
"Suibhini
di
Skelig"
risalente
all'VIII
secolo;
tuttavia,
si
dice
che
Fionán
avesse
fondato
il
monastero
nel VI
secolo.
Gli Annali
dei
Quattro
Maestri indicano
dettagli
sugli
eventi
delle
Skellig
tra
il IX e
l'XI
secolo.
Queste
voci
suggeriscono
che
Eitgall
di
Skellig,
abate
del
monastero,
fu
preso
dai Vichinghi nell'823
e
in
seguito
morì
di
fame.
I
Vichinghi
attaccarono
di
nuovo
nell'838,
saccheggiando
le
chiese
nella
città
di Kenmare,
Skellig
e
nell'Isola
di
Innisfallen.
L'abbazia
agostiniana,
Abbazia
di
Ballinskelligs, fu
fondata
nel
950,
lo
stesso
anno
in
cui
morì
Blathmhac
di
Sceilig.
Infine,
gli
annali
menzionano
la
morte
di
Aedh
di
Sceilig
Michael
nel
1040.
La
capanna
più
grande,
nota
come cella
A,
ha
una
pianta
di
14,5
×
3,8
metri
ed
è
alta
5.
Come
le
altre
capanne,
le
sue
pareti
interne
sono
dritte
prima
di
restringersi
per
raccordarsi
al
tetto
a
cupola.
All'interno
esistono
pietre
sporgenti,
che
fungono
da
pioli,
poste
a
circa
2,5
metri
per
sostenere
il
tetto
e
in
alcuni
casi
potrebbero
aver
sostenuto
gli
alloggi
al
piano
di
sopra.
Delle
pietre
sporgenti
all'esterno
molto
probabilmente
fungevano
da
ancoraggio
per
il
tetto.
Alcune
celle
contengono
rientranze
che
potrebbero
essere
state
formate
per
contenere
armadi. L'oratorio
principale
è
a
forma
di
barca
e
misura
3,6
×
4,3
metri.
Ha
un altare e
una
finestrella
sulla
parete
orientale.
Il
piccolo
oratorio
è
situato
su
un
terrazzo,
a
relativa
distanza
dal
complesso
principale.
Misura
2,4
×
1,8
×
2,4
metri
e
contiene
una
porta
bassa
(0,9
×
0,5
metri)
e
una
finestra
relativamente
grande,
alta
1
metro
sul
muro
nord-orientale.
La
chiesa
di
San
Michele
risale
al X o
all'inizio
dell'XI
secolo.
In
origine
era
costruita
principalmente
con
malta
di
calce
con
arenaria
importata
dall'Isola
di
Valentia.
Oggi
è
in
gran
parte
crollata,
con
solo
la
finestra
orientale
ancora
in
piedi. Il
centro
della
chiesa
contiene
una
moderna
lapide,
datata
1871,
eretta
per
i
membri
della
famiglia
di
uno
dei
guardiani
del
faro.
Il
cimitero
dei
monaci
è
parzialmente
crollato
e
più
piccolo
di
quando
era
in
uso.
Contiene
croci
di
pietra
con
motivi
decorativi
inscritti
per
lo
più
semplici
sul
lato
ovest,
due
delle
quali
sono
molto
dettagliate
e
si
ritiene
siano
le
prime
caratteristiche
del
sito;
in
totale
sull'isola
sono
state
trovate
oltre
un
centinaio
di
singole
croci
di
pietra. Ci
sono
diversi
grandi ortostati sui
lati
nord
e
ovest. Ci
sono
anche
due leacht sul
sito.
Il
più
grande
è
posizionato
tra
la
Chiesa
di
San
Michele
e
l'Oratorio
principale, e
si
pensa
che
siano
anteriori
al
monastero.
Quest'ultimo
una
volta
aveva
una
grande croce
verticale all'estremità
occidentale,
che
ora
è
spezzata.
L'altro
si
trova
addossato
al
muro
di
contenimento
del
monastero
a
sud
dell'oratorio.
Sotto
entrambi
sono
stati
trovati
resti
umani.
È
stato
stimato
che
non
più
di
dodici
monaci
e
un abate vivessero
contemporaneamente
nel
monastero. Il
monastero
fu
continuamente
occupato
fino
alla
fine
del
XII
o
all'inizio
del XIII
secolo e
rimase
un
luogo
di
pellegrinaggio
fino
all'era
moderna.
La
dieta
dei
monaci
dell'isola
era
leggermente
diversa
da
quella
di
quelli
della
terraferma.
Con
meno
terra
arabile
disponibile
per
coltivare
grano,
gli
orti
erano
una
parte
importante
della
vita
monastica.
Per
necessità,
il
pesce,
la
carne
e
le
uova
degli
uccelli
nidificanti
sulle
isole
erano
gli
alimenti
di
base. Le
teorie
sull'abbandono
del
sito
comprendono
il
fatto
che
il
clima
intorno
a
Skellig
Michael
divenne
più
freddo
e
più
incline
a
tempeste,
incursioni
vichinghe, e
modifiche
alla
struttura
della
Chiesa
irlandese.
Probabilmente
una
combinazione
di
questi
fattori
spinse
la
comunità
ad
abbandonare
l'isola
e
a
trasferirsi
nell'abbazia
di
Ballinskelligs. Il
trasferimento
fu
registrato
dal
chierico
e
storico
cumbro-normanno Giraldus
Cambrensis alla
fine
del
XII
secolo,
quando
scrisse
che
i
monaci
si
erano
trasferiti
in
un
nuovo
sito
sul
continente.
Scale
di
accesso
-
Ognuna
delle
tre
aree
di
approdo
conduce
a
lunghe
scalinate
(note
come
gradinate
est,
sud
e
nord)
costruite
dalle
prime
generazioni
di
monaci
che
abitarono
l'isola.
Potrebbero
aver
fatto
parte
di
una
rete
più
ampia;
tracce
di
altri,
forse
precedenti,
passaggi
sono
stati
scoperti
altrove
sull'isola.
L'evidenza
archeologica
mostra
che
le
sezioni
basali
di
ciascuna
serie
di
gradini
erano
scavate
nella
roccia,
lasciando
il
posto
a
una
muratura
più
stabile pietra
a
secco una
volta
raggiunta
un'altitudine
in
cui
le
onde
del
mare
non
le
avrebbero
più
erose.
Successivamente
i
gradini
di
base
furono
sostituiti
con
sentieri
in
pietra
a
secco.
La
scalinata
nord
conduce
a Blue
Cove è
costituita
da
due
tratti
continui
lunghi
e
ripidi
noti
come
gradini
superiori
e
inferiori.
Il
percorso
superiore
è
stato
costruito
in
pietra
a
secco
ma
in
alcuni
punti
è
in
pessime
condizioni;
data
la
ripida
parete
su
cui
sono
costruiti,
sono
soggetti
all'erosione
e
all'impatto
della
caduta
di
pietre
dalle
scogliere
soprastanti. La
parte
inferiore,
scavata
nella
roccia,
è
stata
pesantemente
erosa
dal
mare
e
parte
del
terreno
intorno
ad
essa
è
crollato;
le
porzioni
di
gradini
perdute
sono
state
sostituite
con
delle rampe.
Negli
anni
1820
venne
aggiunto
un parapetto nella
parte
più
in
basso,
ampliati
durante
la
costruzione
del faro.
La
scalinata
sud
è
quella
più
comunemente
usata
oggi
e
si
fonde
con
i
gradini
della
nord
alla
Christ's
Saddle,
per
condurre
al
monastero.
Attraversano
diverse
caratteristiche
archeologiche,
tra
cui
una
stazione
di
preghiera
e
un
muro. Si
trova
in
buone
condizioni
e
probabilmente
è
stata
riparata
dai
costruttori
del
faro.
Il
suo
punto
più
debole,
direttamente
sopra
la Christ's
Saddle,
è
soggetto
a
usura
per
l'uso
continuo
da
parte
dei
visitatori
e
richiede
una
manutenzione
continua. I
gradini
di
approdo
potrebbero
essere
stati
costruiti
dai
costruttori
del
faro;
quattordici
gradini
dall'approdo
principale
sono
praticamente
inaccessibili,
si
fermano
brevemente
alle
due
estremità
e
non
portano
né
al
mare
né
ai
livelli
più
alti.
La
base
dei
gradini
est
sopra Blind
Man's
Cove è
stata
pesantemente
danneggiata,
con
la dinamite,
nel
1820
durante
la
costruzione
del
molo
e
della Lighthouse
Road e
ora
sono
inaccessibili
dal
punto
di
approdo. I
gradini
sopra
questo
livello,
in
una
salita
molto
ripida
lungo
una
parete
a
strapiombo, sono
meglio
conservai,
poiché
nel
2002/2003,
sono
stati
sistemati, e
sono
in
buone
condizioni.
Storia
e
conservazione
-
Il
monastero
sopravvisse
a
una
razzia vichinga nell'823,
con
una
successiva
espansione
culminata
con
la
costruzione
della
cappella
centrale
all'inizio
del II
millennio.
Fu
abbandonato
un
secolo
dopo
circa
dall'ultima
espansione
e
riscoperto
nel XVI
secolo per
pellegrinaggi
annuali,
ma
senza
residenti
fissi.
Nel 1826 fu
costruito
un faro e
nel 1986 furono
intrapresi
dei
lavori
di
restauro
per
aprire
il
luogo
ai
turisti.
Recentemente,
tuttavia,
l'accesso
ai
turisti
è
stato
sempre
più
limitato
per
cercare
di
conservare
al
meglio
questo
luogo
eccezionale
e
unico
al
mondo;
ciò
che
desta
più
preoccupazione
è
la
particolare
scalinata,
da
un
lato
non
molto
sicura
per
le
persone,
dall'altro
in
pericolo
di
degradazione
se
percorsa
da
troppi
visitatori.

Fonte
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