Skelling Michael
(Irlanda)
  

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1996

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A otto miglia dalla baia di Ballinskelligs, sulla punta della penisola di Iveragh, si trova l'isola di Skellig Michael, uno dei luoghi sacri più enigmatici e remoti di tutta l'Europa. 

Fino al momento della scoperta dell'America le Skelling sono il punto più a occidente del mondo. E' vietato attraccare a Little Skellig, l'isola è una riserva naturale per gli uccelli marini e ospita una delle più grandi colonia di sule bassana della Terra. Nidificano qui più di 20.000 coppie. Questi uccelli sono considerati sovrani fra gli uccelli marini.

L'isola di Skellig Michael è completamente disabitata; la torre del faro è vuota da decenni e la luce del faro funziona automaticamente con l'ausilio dell'attuale tecnologia. Alcuni operai vivono qui nei mesi estivi, per riparare i danni causati dalle tempeste invernali. Per effettuare le riparazioni si arrampicano, anche 2 o 3 volte al giorno, per oltre 700 gradini di roccia scolpiti in modo irregolare.

L'isola ha una superficie di 17 ettari, il punto più alto è la punta meridionale, 217 metri sul livello del mare.

Sott'acqua la roccia si immerge ancora per 70 metri. Più di 1000 anni fa monaci irlandesi hanno costruito i gradini, la cosiddetta "scala per il cielo"; conduce a una rientranza della roccia, a circa 180 metri di altezza. Qui si stabilirono i monaci nel VII secolo d.C.

Skellig Michael prende il nome dall'Arcangelo Gabriele, colui che combatte il diavolo, il portavoce degli uomini presso Dio. Una questione affascinante su Skellig Michael è che è il sito sacro più occidentale lungo una lunga fila di antichi luoghi di pellegrinaggio che corrono dall'Irlanda occidentale attraverso la Francia, l'Italia e la Grecia, e poi sul Monte Carmelo in Palestina.

I sette Santuari della Linea di San Michele sono: Skelling Michael (Irlanda), St. Michael’s Mount ( Gran Bretagna), Mont Saint Michel ( Francia), La Sacra di San Michele (Piemonte), Santuario di Monte Sant’Angelo (Puglia), il Monastero di San Michele (Grecia) e il Monastero di Monte Carmelo (Israele).  

Il punto di partenza dell’itinerario è in Irlanda, dove si trova il Monastero di Skelling Michael. Lo scrittore Bernard Shaw nel 1910 scriveva : “Un incredibile, impossibile, folle posto che ancora induce devoti a strisciare in antri bui e a baciare “pietre di panico” che si gettano a 700 piedi d’altezza sull’Atlantico”. Il sito fu costruito intorno al 588 d.C. dai primi monaci cristiani che arrivarono in Irlanda. La leggenda vuole che su questo isolotto l’Arcangelo apparse a San Patrizio per aiutarlo a sconfiggere le forze del male.

Dirigendosi verso sud, in Gran Bretagna, in un’isola al largo della Cornovaglia, si trova il monastero di St. Michael’s Mount. Qui sarebbe apparso l’Arcangelo nel 495 e avrebbe parlato ad un gruppo di pescatori. I monaci benedettini provenienti da Mount Saint Michel in Francia su indicazione dello stesso Arcangelo Michele, edificarono un’abbazia dedicata a San Michele, di cui rimangono solo il refettorio e la chiesa, incorporata poi nel XVI secolo in un castello fortezza.

La linea sacra prosegue in Francia, sull’isola di Mont Saint- Michel, in Normandia. Questo luogo già dal tempo dei Galli era intriso di forte misticismo e qui, nel 709 d.C., l’Arcangelo apparve al Vescovo di Avranches, Auberto, che avrebbe assistiti al combattimento tra l’Arcangelo Michele e il drago, al termine del quale avrebbe ricevuto dall’Arcangelo l’ordine di costruire una chiesa sulla roccia. I lavori iniziarono, ma fu con i monaci benedettini a partire dal 900 d.C. che l’Abbazia venne edificata.

A distanza di 1000 km. siamo in Italia, in Val di Susa, in Piemonte, dove sorge la Sacra di San Michele, che ispirò Umberto Eco per il libro “Nome della Rosa”. Secondo la leggenda Giovanni detto Vincenzo, vescovo di Ravenna, nel X secolo abbandonò la sua carica per ritirarsi a pregare e vivere da eremita sul monte Caprasio, “delle capre”, di fronte all’allora monte Porcariano, (dei porci). Giovanni voleva costruire una chiesetta e per questo accatastava tronchi e pietre che al mattino seguente però erano scomparse. Giovanni decise di rimanere sveglio e vide, così, che un gruppo di angeli, insieme ad alcune colombe, andava trasportando in volo quei materiali, accatastandoli sulla vetta del monte opposto, mentre San Michele gli indicava il monte come luogo sul quale avrebbe dovuto erigere la chiesa.  

Ad una distanza di altri 1000 km. si arriva in Puglia, sul Gargano dove sorge il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, meta di pellegrinaggi sin dal VI secolo d.C. La storia di Monte Sant’Angelo ebbe inizio nel 493 d.C., quando fu costruita la chiesa dedicata all’Arcangelo Michele dopo tre apparizioni al Vescovo di Siponto. La chiesa fu costruita nel luogo indicato dall’Arcangelo, dove c’era una sacra grotta, rimasta fino ai giorni nostri come un luogo di culto consacrato non da mano umana ma dallo stesso San Michele, e ricevette nel corso dei secoli il titolo di “ Celeste Basilica”.  

Proseguendo lungo la linea sacra, arriviamo in Grecia, nel Dodecanneso, all’isola di Simy dove si trova il sesto santuario dedicato all’Arcangelo, eretto intorno al XII secolo. La storia di questo luogo sacro nasce con il ritrovamento di una immagine di San Michele Arcangelo da parte di una donna dell’isola. Sul luogo del ritrovamento venne costruito il Monastero.  

L’ultimo Santuario della Linea Sacra si trova in Israele ed è il Santuario Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa. Il monte Carmelo, letteralmente “Vigna di Dio” , è un luogo sacro poiché si narra che qui ebbe la sua dimora il profeta Elia che proprio sul monte Carmelo si scontrò con i 450 profeti di Baal. La prima fondazione del monastero, risale all’epoca bizantina, quando alcuni eremiti lo scelsero come luogo di culto dell’Arcangelo Michele.

I resoconti leggendari di Skellig indicano la sua importanza in epoca pagana. I mitici primi invasori dell'Irlanda, i Tuatha de Danaan, raccontano di Milesius il cui figlio Irr fu sepolto su Skellig attorno a 1400 a.C. Un'altra leggenda parla di Daire Domhain, un "re del mondo", che rimase sull'isola. Poco si sa sulle origini dell'insediamento monastico celtico. La tradizione locale lo associa a San Fionan, il santo Kerry, mentre altre fonti suggeriscono che i primi monaci potrebbero essere stati copti in fuga dalla persecuzione romana e bizantina nel VI secolo. 

Il primo riferimento storico noto all'isola proviene dalla fine del V secolo, quando il re di Munster, inseguito dal re di Cashel, fuggì a Skellig. Un'altra delle prime menzioni di Skellig si trova negli annali di Innisfallen di 823 d.C., che dice: "Skellig fu saccheggiato dai pagani e Eitgal (l'abate) fu portato via e morì di fame". Dai primi anni del IX secolo i vichinghi saccheggiarono ripetutamente il monastero, uccidendo molti dei suoi abitanti. I monaci sopravvissero, tuttavia le leggende raccontano che nel 993 d.C., il vichingo Olav Trygvasson, che in seguito divenne re di Norvegia, introdusse il cristianesimo in quel paese e fu battezzato da un eremita su Skellig Michael. Il sito fu infine abbandonato nel XIII secolo e molti monaci si trasferirono nel monastero di Ballinskelligs sulla terraferma.

Fra i numerosi monasteri irlandesi che sorgono sulle isole, l'insediamento di Skellig Michael è il più impressionante e anche il più straordinario per la compattezza della sua struttura. Il mare e la roccia rendono il monastero inaccessibile e forse questo spiega come il monastero abbia potuto conservarsi fino ad oggi nonostante i monaci l'abbiano abbandonato già nel XII secolo.

Pietra dopo pietra, i monaci costruirono 6 celle a nido d'ape realizzando muri spessi fino a mezzo metro, mura difensive, scale e 2 edifici per la preghiera. Davanti all'oratorio si trova un piccolo cimitero con lapidi di pietra.

I monaci potevano raggiungere la punta meridionale soltanto percorrendo una pericolosa arrampicata sulle rocce fino a una piattaforma dove si trova una croce incisa su una roccia, per essere vicini a Dio e al paradiso e raccogliersi in preghiera. Questi monaci appartenevano al primo cristianesimo irlandese e provenivano da una comunità monasitica i cui membri sono conosciuti come monaci pellegrini. Il loro ascetismo è tremendamente severo.

Sappiamo che qui vissero dei monaci, pochi documenti sono giungi fino a noi, soltanto pochi scritti e notizie marginali. Non si conoscono i fondatori del monastero e non si sa neppure il motivo per cui il monatero venne abbandonato, forse a causa di una riforma dei monasteri ordinata da Roma o forse per decisione dei monaci stessi.

Il monastero - Il monastero è costruito su una piattaforma terrazzata 180 metri sul livello del mare. È costituito da due oratori, un cimitero, croci, lastre a croce, sei clochán a cupola ad alveare (di cui una è caduta) e una chiesa medievale. Le celle e gli oratori sono tutti costruiti a secco con ingresso ad arco a mensola e la chiesa, che fu costruita in un secondo momento, in pietra a mortaio.

Secondo la leggenda, sarebbe stata eretta nel luogo dove San Patrizio ebbe la visione dell'arcangelo Michele, venuto ad aiutarlo a liberare l'Irlanda dai rettili e dalle forze del male. Da allora divenne meta di pellegrinaggi, lungo un itinerario di cui Skelling Michael costituiva il punto più estremo delle apparizioni dell'arcangelo sul suolo europeo.

La data di fondazione è sconosciuta. Come molti resti paleocristiani nel Kerry, a volte è attribuito a San Finnia, sebbene gli storici ne dubitino. Il primo riferimento sicuro all'attività monastica sull'isola è una fonte sulla morte di "Suibhini di Skelig" risalente all'VIII secolo; tuttavia, si dice che Fionán avesse fondato il monastero nel VI secolo.

Gli Annali dei Quattro Maestri indicano dettagli sugli eventi delle Skellig tra il IX e l'XI secolo. Queste voci suggeriscono che Eitgall di Skellig, abate del monastero, fu preso dai Vichinghi nell'823 e in seguito morì di fame. I Vichinghi attaccarono di nuovo nell'838, saccheggiando le chiese nella città di Kenmare, Skellig e nell'Isola di Innisfallen.

L'abbazia agostiniana, Abbazia di Ballinskelligs, fu fondata nel 950, lo stesso anno in cui morì Blathmhac di Sceilig. Infine, gli annali menzionano la morte di Aedh di Sceilig Michael nel 1040.

La capanna più grande, nota come cella A, ha una pianta di 14,5 × 3,8 metri ed è alta 5. Come le altre capanne, le sue pareti interne sono dritte prima di restringersi per raccordarsi al tetto a cupola. All'interno esistono pietre sporgenti, che fungono da pioli, poste a circa 2,5 metri per sostenere il tetto e in alcuni casi potrebbero aver sostenuto gli alloggi al piano di sopra. Delle pietre sporgenti all'esterno molto probabilmente fungevano da ancoraggio per il tetto. 

Alcune celle contengono rientranze che potrebbero essere state formate per contenere armadi. L'oratorio principale è a forma di barca e misura 3,6 × 4,3 metri. Ha un altare e una finestrella sulla parete orientale. Il piccolo oratorio è situato su un terrazzo, a relativa distanza dal complesso principale. Misura 2,4 × 1,8 × 2,4 metri e contiene una porta bassa (0,9 × 0,5 metri) e una finestra relativamente grande, alta 1 metro sul muro nord-orientale.

La chiesa di San Michele risale al X o all'inizio dell'XI secolo. In origine era costruita principalmente con malta di calce con arenaria importata dall'Isola di Valentia. Oggi è in gran parte crollata, con solo la finestra orientale ancora in piedi. Il centro della chiesa contiene una moderna lapide, datata 1871, eretta per i membri della famiglia di uno dei guardiani del faro.

Il cimitero dei monaci è parzialmente crollato e più piccolo di quando era in uso. Contiene croci di pietra con motivi decorativi inscritti per lo più semplici sul lato ovest, due delle quali sono molto dettagliate e si ritiene siano le prime caratteristiche del sito; in totale sull'isola sono state trovate oltre un centinaio di singole croci di pietra. Ci sono diversi grandi ortostati sui lati nord e ovest. Ci sono anche due leacht sul sito. Il più grande è posizionato tra la Chiesa di San Michele e l'Oratorio principale, e si pensa che siano anteriori al monastero. Quest'ultimo una volta aveva una grande croce verticale all'estremità occidentale, che ora è spezzata. L'altro si trova addossato al muro di contenimento del monastero a sud dell'oratorio. Sotto entrambi sono stati trovati resti umani.

È stato stimato che non più di dodici monaci e un abate vivessero contemporaneamente nel monastero. Il monastero fu continuamente occupato fino alla fine del XII o all'inizio del XIII secolo e rimase un luogo di pellegrinaggio fino all'era moderna. La dieta dei monaci dell'isola era leggermente diversa da quella di quelli della terraferma. Con meno terra arabile disponibile per coltivare grano, gli orti erano una parte importante della vita monastica. Per necessità, il pesce, la carne e le uova degli uccelli nidificanti sulle isole erano gli alimenti di base. Le teorie sull'abbandono del sito comprendono il fatto che il clima intorno a Skellig Michael divenne più freddo e più incline a tempeste, incursioni vichinghe, e modifiche alla struttura della Chiesa irlandese. Probabilmente una combinazione di questi fattori spinse la comunità ad abbandonare l'isola e a trasferirsi nell'abbazia di Ballinskelligs. Il trasferimento fu registrato dal chierico e storico cumbro-normanno Giraldus Cambrensis alla fine del XII secolo, quando scrisse che i monaci si erano trasferiti in un nuovo sito sul continente.

Scale di accesso - Ognuna delle tre aree di approdo conduce a lunghe scalinate (note come gradinate est, sud e nord) costruite dalle prime generazioni di monaci che abitarono l'isola. Potrebbero aver fatto parte di una rete più ampia; tracce di altri, forse precedenti, passaggi sono stati scoperti altrove sull'isola. 

L'evidenza archeologica mostra che le sezioni basali di ciascuna serie di gradini erano scavate nella roccia, lasciando il posto a una muratura più stabile pietra a secco una volta raggiunta un'altitudine in cui le onde del mare non le avrebbero più erose. Successivamente i gradini di base furono sostituiti con sentieri in pietra a secco.

La scalinata nord conduce a Blue Cove è costituita da due tratti continui lunghi e ripidi noti come gradini superiori e inferiori. Il percorso superiore è stato costruito in pietra a secco ma in alcuni punti è in pessime condizioni; data la ripida parete su cui sono costruiti, sono soggetti all'erosione e all'impatto della caduta di pietre dalle scogliere soprastanti. La parte inferiore, scavata nella roccia, è stata pesantemente erosa dal mare e parte del terreno intorno ad essa è crollato; le porzioni di gradini perdute sono state sostituite con delle rampe

Negli anni 1820 venne aggiunto un parapetto nella parte più in basso, ampliati durante la costruzione del faro.

La scalinata sud è quella più comunemente usata oggi e si fonde con i gradini della nord alla Christ's Saddle, per condurre al monastero. Attraversano diverse caratteristiche archeologiche, tra cui una stazione di preghiera e un muro. Si trova in buone condizioni e probabilmente è stata riparata dai costruttori del faro. 

Il suo punto più debole, direttamente sopra la Christ's Saddle, è soggetto a usura per l'uso continuo da parte dei visitatori e richiede una manutenzione continua. I gradini di approdo potrebbero essere stati costruiti dai costruttori del faro; quattordici gradini dall'approdo principale sono praticamente inaccessibili, si fermano brevemente alle due estremità e non portano né al mare né ai livelli più alti.

La base dei gradini est sopra Blind Man's Cove è stata pesantemente danneggiata, con la dinamite, nel 1820 durante la costruzione del molo e della Lighthouse Road e ora sono inaccessibili dal punto di approdo. I gradini sopra questo livello, in una salita molto ripida lungo una parete a strapiombo, sono meglio conservai, poiché nel 2002/2003, sono stati sistemati, e sono in buone condizioni.

Storia e conservazione - Il monastero sopravvisse a una razzia vichinga nell'823, con una successiva espansione culminata con la costruzione della cappella centrale all'inizio del II millennio. Fu abbandonato un secolo dopo circa dall'ultima espansione e riscoperto nel XVI secolo per pellegrinaggi annuali, ma senza residenti fissi. Nel 1826 fu costruito un faro e nel 1986 furono intrapresi dei lavori di restauro per aprire il luogo ai turisti.

Recentemente, tuttavia, l'accesso ai turisti è stato sempre più limitato per cercare di conservare al meglio questo luogo eccezionale e unico al mondo; ciò che desta più preoccupazione è la particolare scalinata, da un lato non molto sicura per le persone, dall'altro in pericolo di degradazione se percorsa da troppi visitatori.

 

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