Palazzi minoici di Creta - Centri palaziali minoici
(Grecia)
  

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2025

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Cnosso - Introduzione 

AMBIENTE NATURALE - Il basso colle su cui si sviluppò l’abitato neolitico di Cnosso e dove in seguito venne costruito il grande palazzo, aveva il nome di “Tselembì o Kefala», dal nome del latifondista turco da cui l’aveva comprato A. Evans. All’epoca minoica il colle costituiva il cuore della città, che si estendeva anche sulle colline circostanti. Nel periodo post­minoico il colle con le rovine del palazzo faceva parte della città-stato di Cnosso; il luogo, probabilmente non edificabile, costituiva forse un luogo sacro dedicato alla Dea Madre.

Il colle di Kefali di Cnosso si trova nell’entroterra collinoso a sud delle pianure di Iraklion e di Karteròs. La regione è solcata dal fiume Keratos, con il suo affluente Therronas, che ha una lunghezza di 15 Km., nasce ad Archanes e sfocia a Poros, a sud di Iraklion. Nella zona della foce del Keratos, conosciuta come Katsambàs e Poros, si trovava il porto di Cnosso.

A est della collina del palazzo si erge l’altura lunga e stretta del Profitis Ilias (chiamato localmente Ai Lias), una montagna calcarea alta 300 metri, ricoperta di oliveti nella pendice occidentale. Sul pendio dirimpetto al palazzo troviamo un possente muro antico. La marnosa pietra calcarea della montagna è stata usata per l'edificazione del palazzo. In alto, sulla pendice dirimpetto al palazzo, si trova la chiesa di Aghia Paraskevì edificata sul sito di una chiesa bizantina con affreschi, visitata nel XV secolo dal viaggiatore C. Buontelmondi. A nord di Kefali si trova il basso colle di Tzafer Papoura e la collina dell’Università -Venizelion; a sud troviamo i paesi di Pano e Kato Ghypsades che nelle parti più alte sono costituiti da roccia di gesso cristallizzato,usata come materiale edilizio per la costruzione del palazzo. A ovest troviamo il colle di Monastirikò Kefali (“Akropoli”). La parte bassa di queste colline è costituita da una morbida roccia calcarea di colore giallo-bianco, che forma delle pendici straordinariamente fertili per la coltivazione dell’olivo e dei vigneti.

Negli ultimi decenni, con la diffusione della coltivazione meccanizzata, l’ambiente naturale di Cnosso ha subito diverse alterazioni. Il fiume Keratos naturalmente non ha più acqua tutto l’anno come nell’antichità. In quel tempo le parti coltivate erano molto meno e le parti alte delle colline erano ricoperte di boschi di querce e di cipressi.

STORIA DEGLI SCAVI - I primi scavi archeologici, anche se naturalmente a livello dilettantistico, vennero effettuati nel 1878 dal commerciante Minoas Kalokerinòs, di Iraklion, che portò alla luce una parte dei magazzini ovest del palazzo. Le giare (“pithoi”) scoperte vennero da lui donate, una per ciascuno, ai musei di Londra, di Parigi, di Roma e di Atene ed una anche all’allora erede al trono di Grecia, Costantino; altre tre furono donate alla Collezione del “Circolo Filekpedeftikòn” di Iraklion. Il resto dei reperti li conservò nella sua casa ad Iraklion, dove vennero però distrutti durante la rivoluzione del 1898. Erano stati in precedenza pubblicati dal francese Haussolier e dal tedesco Fabricius.

La scoperta di M. Kalokerinòs suscitò l’interesse di molti ambiziosi esperti di scavi archeologici che cercarono di comprare il sito del palazzo dai proprietari turchi: il console d’America W.J. Stillman, H.Schliemann, (scavi di Troia e di Micene), che venne a Creta nel 1886 insieme al suo assistente W. Doerpfeld, e l’archeologo francese M.Joubin. Nessuno di loro però riuscì a concludere le trattative con i proprietari. Più fortunato fu invece l’archeologo inglese A.J. Evans, che riuscì a comprare questo posto e incominciò gli scavi nel 1900, dopo la liberazione di Creta. Con il permesso dello Stato di Creta, e a proprie spese, nel giro di tre anni (1900 -1902) portò alla luce la maggior parte del palazzo.

Negli anni seguenti vennero fatti ulteriori scavi nel palazzo e furono portate alla luce anche le case circostanti, oltre alle estese necropoli di Cnosso. Dopo un’interruzione, negli anni 1912-1922, gli scavi ripresero fino al 1931, anno in cui venne scavata la “tomba reale sud”.

Oltre a questi grandi scavi Evans realizzò pure l’ambizioso progetto del parziale restauro e della ristrutturazione del palazzo con audacia, cognizione e fantasia, un progetto veramente unico per un grande monumento storico. Senza l’opera di Evans le nostre conoscenze riguardo alla civiltà minoica sarebbero molto povere. Anche se venne criticato da molti - e forse non completamente a torto - di eccessi, il suo restauro rimase comunque prezioso ed utile per molti decenni. Non dobbiamo dimenticare naturalmente che quest’opera venne fatta 80 anni fa e che oggi prevalgono altre concezioni riguardo al restauro dei monumenti.

Arthur Evans aveva come collaboratori molti archeologi importanti: D. Mackenzie, D. Hogarth, A. Wace, E. Forsdyke e in seguito anche J. Pendlebury, H. Payne e R. Hutchinson. Suoi stretti collaboratori furono pure gli architetti T. Fyfe, C. Doll, F. Newton e Piet de Jong, oltre ai pittori Gillieron, padre e figlio. A loro si devono le splendide ricostruzioni del palazzo e degli afferschi.

Negli anni 1921-1935 Evans pubblicò le scoperte degli scavi nella sua opera monumentale "The Palace of Minos at Knossos", in sei volumi, che costituisce il Vangelo dell'Archeologia Minoica. Pubblicò pure alcune decine di libri e di studi riguardo alla Creta minoica. Onorato come pochi scienziati in vita, Evans morì in tarda età nel 1941.

Dopo la seconda guerra mondiale le ricerche nel palazzo vennero continuate da altri archeologi inglesi, con a capo S. Hood, il più autorevole studioso vivente della civiltà minoca, il quale condusse a termine degli scavi supplementari all'interno e intorno al palazzo per dare una soluzione ai numerosi interrogativi sorti riguardo agli scavi archeologici di Cnosso. Oltre ai suoi tre libri che trattano in generale della civiltà minoica, riprodusse fedelmente la pianta delle rovine del palazzo facendo uno studio accurato della carta topografica archeologica dela zona di Cnosso.

Vicino a S. Hood, e dopo di lui, lavorarono a Cnosso diversi importanti archeologi: J. Evans, che fece delle ricerche sistematiche negli strati neolitici nel cortile ovest e in quello centrale del palazzo; N. Coldstream, che portò alla luce il santuario di Demetra a Ghypsades e M. Gough, che portò alla luce la Villa di Dioniso. M. Popham e H. Saackett portarono alla luce la "Casa Inesplorata", accanto al Piccolo Palazzo; Peter Warren fece degli scavi nella "Strada Reale" e a sud della "Villa Arianna".

Recentemente gli scavi, a ovest del palazzo, sono stati ripetuti da C. Macdonald.

Inizialmente Evans usò come “comando” l’alloggio di un Bey turco a sudest del palazzo. In seguito fece costruire Villa Arianna, usata da lui e dalla Scuola Inglese fino al 1912, quando fu poi ceduta allo stato greco. Da allora la Scuola Inglese ha sede nei locali della “Taverna” di Villa Arianna. I più importanti ritrovamenti provenienti dagli scavi sono esposti al museo di Iraklion. I restanti ritrovamenti sono conservati al Museo Stratigrafico di Cnosso, a sud di Villa Arianna, e ne è permesso l’ingresso solo agli studiosi.

Nei primi decenni del dopoguerra sono state realizzate molte opere di consolidamento e di ristrutturazione, oltre a scavi supplementari da parte di Nikolaos Platon e Stylianos Alexiou.

Nel 1976 è stato emesso un decreto presidenziale con cui è stata limitata l’edificabilità della zona solo ai confini degli abitati sussistenti ed è stata fissata una più vasta zona non edificabile a protezione di questa straordinaria zona archeologica di Cnosso.

In questi ultimi dieci anni gli archeologi della Sovrintendenza alle Antichità di Iraklion stanno effettuando degli scavi di tutela in terreni in costruzione nella zona di Cnosso e nella necropoli nord (zona dell’Università di Creta), dove vengono portate alla luce molte tombe datate dal 1100 a.C. al 400 d.C. circa.

Negli anni ’80 è cominciata la programmazione dei lavori di consolidamento del palazzo, che ha subito gravi danni sopratutto a causa della folla dei suoi visitatori. 

MITI E LEGGENDE RELATIVI A CNOSSO - La trama e l’azione di numerose antiche leggende greche vengono ambientate a Creta, ed hanno come eroe centrale il re di Cnosso, Minosse, figlio di Zeus e di Europa, la ninfa fenicia. Secondo una leggenda Europa nacque a Creta, nella regione di Gortyna, insieme ai suoi fratelli, Radamante e Sarpedonte. Abbandonata da Zeus, Europa sposò Asterio, re di Creta, il quale adottò i suoi figli. Ad Asterio successe al trono Minosse.

Minosse prese in moglie Pasifae, figlia di Helios (Sole) e della ninfa Creta, e dalla loro unione nacquero otto figli, quattro maschi e quattro femmine: Catreo, Xenodice, Arianna, Androgeo,Glauco, Deucalione, Fedra e Acallide (o Acacallide).

Nel palazzo di Cnosso si svolsero avvenimenti drammatici. Minosse dedicò a Poseidone un’ara sacra, e dopo aver compiuto tutti i preparativi per il sacrifìcio chiese al dio di far scaturire dal mare un toro. Minosse rimase così colpito dalla bellezza del toro bianco emerso dal mare che venne meno alla promessa fatta, sacrificando al suo posto un altro toro. Allora Poseidone, per vendicarsi, fece sì che Pasifae si innamorasse del toro bianco.

Questa confidò la sua passione a Dedalo, il famoso architetto ateniese, che costruì per lei un’effigie di mucca in legno rivestita di pelle vera, dentro la quale la regina si unì al toro divino. Dalla loro unione nacque il Minotauro, uomo dalla testa taurina, che aveva anche il nome di Asterio. Il Minotauro venne rinchiuso nel Labirinto, l’intricato edificio costruito da Dedalo.

Uno dei figli di Minosse, Androgeo, venne assassinato ad Atene, dopo aver prima vinto alle gare, e dalla sua uccisione Minosse prese il pretesto per imporre agli Ateniesi l’obbligo di mandare giovani e fanciulle come “pasto” per il Minotauro. A questo punto nella leggenda si intreccia anche la figura dell’eroe ateniese Teseo, che secondo la leggenda era figlio di Poseidone. Teseo si offrì di partecipare alla spedizione dei giovani ateniesi a Creta. Arianna si innamorò di lui e, insieme a Dedalo, lo aiutò ad entrare nel Labirinto e ad uccidere il Minotauro, ponendo così fine a questo sanguinoso tributo. Teseo fuggì da Creta insieme ai suoi compagni e ad Arianna, ma seguendo un volere divino l’abbandonò a Naxos per favorire Dioniso. Dall’unione tra Arianna e Dioniso nacquero Stafilo, Toante e Enopione.

Interessante è pure l’affascinante mito del principe Glauco, il quale imparò l’arte divinatoria da Poliido, l’indovino di Argos. Glauco, mentre giocava nel palazzo, era affogato in una giara piena di miele. Allora Minosse chiese a Poliido di farlo resuscitare e li rinchiuse in una camera sotterranea. Poliido riuscì a farlo resuscitare grazie a un’erba portatagli da un serpente. Dopo di questo insegnò a Glauco i segreti dell’arte divinatoria; quando però ripartì per Argos, la sua patria, chiese a Glauco di sputare dentro la sua bocca, facendogli perdere così la sua capacità divinatoria.

Il ciclo mitologico si chiude con la drammatica fuga di Dedalo e del figlio Icaro da Creta, con delle ali fabbricate dallo stesso Dedalo. Icaro cadde in mare, nel mar Icario, e annegò, mentre Dedalo si rifugiò in Sicilia dove venne inseguito dal re Minosse. Con l’aiuto però di una principessa siciliana e del re Cocalo riuscì a sfuggirgli e con un espediente riuscì ad uccidere Minosse. Minosse fu sepolto in Sicilia con grande solennità dai suoi seguaci, e in suo onore venne qui fondata la città di Minoa. Dopo la sua morte, venne deificato insieme al fratello Radamante e quindi entrambi, insieme ad Aiace, nonno di Achille, furono consacrati giudici divini delle anime dell’Ade.

Secondo un’altra leggenda Dedalo e Icaro non fuggirono da Creta volando, ma con un’imbarcazione. Durante la navigazione a est delle Cicladi, Icaro mise un piede in fallo, cadde in mare e annegò. Il padre lo seppellì nell'isola più vicina, alla quale diede il nome di Icaria. Quindi proseguì il viaggio verso ovest, fino a raggiungere la Sicilia.

Un altro famoso re di Creta è rappresentato da Idomeneo, nipote di Minosse e figlio di Deucalione. Prese parte alla guerra di Troia, dove si distinse, e costituisce, per potenza e valore, il terzo capo dei Greci. Idomeneo rappresenta il dinamismo di Creta all’epoca micenea.

Le leggende riguardanti Cnosso, come del resto tutte le leggende, pur non costituendo vera storia nascondono in sé reali avvenimenti storici. La loro conoscenza aiuta allo studio e alla comprensione di numerosi quesiti riguardo alla civiltà minoica. Così Arianna, l’eroina di Cnosso che muore sull'isola di Dias (Naxos) è l’incarnazione della giovane dea della vegetazione che muore e rinasce ogni anno, seguendo il ciclo iella vegetazione. Il mitico Labirinto rappresenta il palazzo stesso di Cnosso, con la sua singolare complessità. Nel personaggio di Dedalo si concentrano lo sviluppo tecnologico e l’evoluzione dei Minoici. Il racconto riguardante i giovani ateniesi che venivano dati in pasto al Minotauro riflette le famose “Taurokathapsie”, tanto care ai Minoici, ma rappresenta pure l’influenza di Cnosso sulla Grecia del sud, fino ad Atene. Europa, che ha dato il suo nome al nostro continente, era la madre del divino Minosse, da cui ha preso il nome la prima civiltà europea. Probabilmente Minosse era il titolo del re di Cnosso, simile a quello del Faraone in Egitto, come è pure possibile che non ci fosse solo un re con questo nome, ma diversi. La cosa più importante è che nella figura di Minosse i Greci antichi vedevano il comandante potente, il legislatore ispirato, il giudice giusto, il signore della maggior parte del mondo greco, della Grecia meridionale e centro­orientale e dell’Egeo, all’epoca del grande splendore della civiltà minoica.

Evoluzione storica

TAVOLA CRONOLOGICA DELLA STORIA DI CRETA

ETÀ NEOLITICA (5700 -2800 a.C.)

ETÀ DEL BRONZO (2800 -1100 a.C.)

Periodo prepalaziale (2800 -1900 a.C.) 

Periodo palaziale antico (1900 - 1700 a.C.) 

Periodo neopalaziale (1700 - 1400 a.C.) 

Periodo postpalaziale (1400 - 1100 a.C.)

ETÀ DEL FERRO (1100- 67 a.C.)

Periodo subminoico e protogeometrico (1100 -900 a.C.)

Periodo geometrico (900-750 a.C.) c. Periodo arcaico iniziale (750 - 650 a.C.)

Periodo arcaico maturo (650 - 500 a.C.)

Periodo classico (500 - 323 a.C.) f. Periodo ellenistico (323 - 67 a.C.)

PERIODO GRECO-ROMANO (67 a.C. - 323 d.C.)

PERIODO PROTOBIZANTINO (323 - 824 d.C.)

DOMINAZIONE ARABA - PERIODO BIZANTINO - DOMINAZIONE VENEZIANA (826- 1669 d.C.)

DOMINAZIONE TURCA (1669- 1898 d.C.)

Cnosso costituì una delle più antiche città dell’Egeo e dell’Europa. Le sue estese rovine, a una distanza di circa 5 chilometri da Iraklion, l’odierno capoluogo di Creta,ricevono ogni giorno migliaia di visitatori da tutto il mondo, che vengono a vedere e ad ammirare le vestigia di questa splendida e raffinata antichissima civiltà greca. La presenza dell’uomo in questo posto fu continua per circa 8 migliaia di anni, dal 6000 a.C. fino ai giorni nostri.

ETÀ NEOLITICA (5700 circa- 2800 a.C.) - Il basso colle di Cnosso fu abitato per la prima volta poco dopo il 6000 a.C. e nel giro di tremila anni diventò il più grande abitato neolitico di Creta e di tutto l’Egeo.

Gli strati neolitici sono stati studiati in modo sistematico ed esauriente dandoci così un sufficiente bagaglio di informazioni sulla vita di questi nostri lontani antenati. In un tempo molto breve, sfruttando l’equilibrio che regnava nella zona dopo l’ultimo periodo glaciale, gli abitanti della Cnosso neolitica svilupparono un’economia basata sull’agricoltura e l’allevamento e una valida produzione manufatturiera. I vasi di terracotta, dopo i primi esperimenti, venivano fabbricati con una stupefacente maestria. La fabbricazione di strumenti in pietra aveva raggiunto un alto livello tecnologico. Oltre alla pietra, per la fabbricazione di strumenti venivano usati anche l’osso e il corno. Interessanti sono pure gli idoli di figure maschili o femminili litiche o fittili. 

Le loro case, costituite da piccole stanze costruite intorno a una stanza centrale più grande, venivano edificate con mattoni di fango seccati al sole, posti su fondamenta costruite in pietra. L’estensione dell’abitato neolitico intorno al 3000 a.C. corrispondeva all’incirca a quella del palazzo posteriore. Gli strati neolitici di Cnosso si sono conservati solo in parte. Sotto il cortile centrale del palazzo sono stati scoperti strati mediolitici, dovuti agli estesi lavori di formazione e di spianamento delle rovine dell’abitato neolitico allo scopo di ereggere il primo palazzo.

L’età neolitica di Cnosso e in generale di Creta corrisponde a uno stadio di civiltà relativamente avanzato, dove solo i metalli erano ancora sconosciuti. La conoscenza e l’uso dei metalli, e principalmente del bronzo, costituisce il limite di confine per il passaggio all'epoca seguente.  

ETÀ DEL BRONZO (2800 circa - 1100 a.C.) - Questo periodo, che ebbe la durata di circa 2000 anni, costituì la prima grande e splendente epoca della civiltà di Creta e di tutta la Grecia. Nel corso di questi secoli a Creta nacque, si sviluppò, progredì e raggiunse il culmine il prodigio della prima civiltà greca, la civiltà minoica.

Seguiamo l’evoluzione di questa splendente civiltà in quattro periodi cronologici, i quali si distinguono in base agli avvenimenti più importanti del suo corso storico, come la fondazione, la distruzione, la ricostruzione e la distruzione definitiva dei palazzi. I periodi della civiltà minoica, secondo il sistema di N. Platon, sono i seguenti (tra parentesi vengono indicati i periodi secondo il sistema di Evans):

PREPALAZIALE 2800 -1900 a.C. (PM I, PM II, PM III, MM IA)

PALAZIALE ANTICO 1900 -1700 a.C. (MM IB, MM II)

NEOPALAZIALE 1700 - 1400 a.C. (MM III, TM I, TM II)

POSTPALAZIALE 1400 -1100 a.C. (TM III)

MA I - Periodo Proto Minoico

MM I - Periodo Medio Minoico

MT - Periodo Tardo Minoico

Periodo prepalaziale. I visitatori a Cnosso non potranno vedere le rovine del periodo prepalaziale, dato che queste vennero spianate allo scopo di costruire il grande palazzo. Gli scavi però hanno reso nota l’esistenza di un grande abitato prepalaziale, le cui case vennero scoperte a nord e a sud della strada reale. A. Evans e S. Hood individuarono parti di un grande edificio degli ultimi anni del periodo prepalaziale nel cortile centrale e sotto i Magazzini Ovest del palazzo. Le indagini dell’abitato prepalaziale sono rese difficili a causa degli edifici dei periodi più recenti.

Il primo palazzo. L’erezione del palazzo a Cnosso, come negli altri centri di Creta, segnò un importantissimo momento storico, politico, economico e sociale, che rappresentava l’evoluzione e la conseguenza naturale dello sviluppo economico e culturale del periodo precedente. I palazzi costituivano il centro di tutte le attività dello stato e della vita della città. All’interno di questi venivano immagazzinati e custoditi, sotto la protezione della divinità, i prodotti della produzione agricola e dell’allevamento, del cui traffico commerciale si occupava il palazzo. Nel palazzo si trovavano i laboratori, distinti in settori, dove venivano create le opere meravigliose della ceramica, della pietra, della miniatura e della gioielleria. Il palazzo non costituiva unicamente la residenza dei membri della famiglia reale, ma anche la sede di una numerosa gerarchia amministrativa e religiosa.

Gli elementi salvatasi dal primo palazzo sono molto pochi, perché al suo posto venne costruito il secondo palazzo; probabilmente però il primo aveva le stesse dimensioni e la stessa pianta, con i due cortili centrali, del secondo. Oggi si ritiene che si trattasse di un complesso edificato unitario. Evans al contrario aveva formulato la teoria delle “insulae” (nisides), dei grandi edifici indipendenti che vennero poi gradualmente unificati. In linea generale oggi si ritiene, con un certo grado di sicurezza, che i suoi magazzini si trovassero pure nell’ala ovest, mentre nella parte nordest si trovavano i laboratori e i magazzini reali, di cui si sono salvati i grandi vasi (pithoi). Anche i santuari si trovavano nell’ala ovest, come pure i santuari del secondo palazzo. Intorno al palazzo erano state costruite delle mura terrazzate e nel lato ovest un peribolo. Nel cortile centrale erano stati costruiti dei pozzi circolari, conosciuti come “kouloures”, che servivano da fosse per i rifiuti o per le fognature. Queste fosse vennero ricoperte nel periodo del grande palazzo.

Della città del periodo palaziale antico conosciamo molto poco, anche se è certo che era già grande e molto vasta. Probabilmente la strada reale ed i cortili furono lastricati in questo periodo. Il grande viadotto a sud del palazzo risale a questo periodo. Le necropoli della città si trovavano sulle pendici dell’Ai Lias. Erano costituite da tombe a grotta con molte inumazioni in grandi vasi. Nonostante nella Cnosso di questo periodo mancassero ancora molti elementi, la città costituiva già la grande capitale di Creta, che manteneva contatti non solo con Archanes, Likastos e Festòs, ma anche con altri centri dell’Egeo, dell’Oriente e dell’Egitto.  

Il secondo palazzo. Il primo palazzo venne completamente distrutto intorno al 1700 a.C., dopo aver subito precedentemente danni parziali per ben due volte. Il problema di queste catastrofi e delle cause che le provocarono risulta piuttosto complesso; di solito vengono attribuite a cause naturali, come terremoti o incendi.

Il secondo palazzo venne eretto in base a un nuovo progetto; la cima della collina venne nuovamente spianata e le fondamenta del palazzo furono posate sul rinterro creatosi. Sulla pendice orientale della collina venne fatta una profonda sezione, creando un livello più basso di circa 8 metri su cui vennero costruiti gli appartamenti reali. Anche questo secondo palazzo, che aveva nell’insieme una superficie di 22 stremmi (1 stremma corrisponde a 10 are), venne distrutto tre volte. La maggior parte delle rovine oggi visibili appartengono alla seconda fase del nuovo palazzo (1600-1500 a.C.). Nelle fasi seguenti vennero apportate diverse modifiche, anche se non determinanti, in alcune parti del palazzo.

Al palazzo di Cnosso si poteva accedere da cinque punti: da nord, da sud, da sudovest, da nordovest e da est. I primi quattro costituivano gli ingressi ufficiali, con propilei e grandi portali. A ovest del palazzo si stendeva il cortile centrale lastricato, attraversato dai corridoi delle processioni, con due altari in muratura. Nell’angolo sudovest del cortile si trovava l’ingresso ovest, con un propileo a colonne che, tramite un largo corridoio (della processione) a forma di pi greca, conduceva al cortile centrale a sud del punto in cui si trovava l’affresco del principe sacerdote. Un altro ingresso monumentale esisteva a sud (grandi propilei), dove andava a finire il grande portico a volta proveniente, tramite il viadotto, dalla foresteria a sud. Dai grandi propilei una larga scala maestosa portava al piano superiore dell’ala ovest (piano nobile). Al piano superiore di quest’ala si trovavano delle grandi sale di rappresentanza. Al pianoterra si trovavano i magazzini, i santuari, le sale del tesoro e la sala del trono.

Sul lato nord si trovavano i magazzini, un bacino lustrale e la dogana. Il passaggio in pendenza, dalla dogana verso il cortile centrale, era affiancato ai lati da imponenti loggioni, dei quali è stato ristrutturato quello con il toro in rilievo. Fuori dell’angolo nordovest del palazzo si trovava il teatro in pietra, dove andava a finire la strada reale che attraversava la città da nordovest. Nell’ala est si trovavano le stanze degli “appartamenti reali”, a nord di questi la sezione dei laboratori e a sud un santuario. Nell’angolo sudest, fuori del palazzo, sono state scavate alcune case.  

La città Minoica e le sue necropoli. Il periodo neopalaziale coincide con l’apogeo della città di Cnosso. Intorno al palazzo, soprattutto verso ovest e nord, ma anche nelle parti inferiori delle colline dell’Acropoli e di Ghypsades, si stendeva la città con le sue grandi case dei sacerdoti, dei dignitari e della classe media, costruzioni splendenti e grandiose, decorate con begli affreschi.

Secondo Evans la città aveva un’estensione di 1250 stremmi ed una popolazione di 80 - 100.000 abitanti. Secondo la stima di Hood, invece, l’estensione della Cnosso minoica era di 75 stremmi e la sua popolazione di 15 - 20.000 abitanti, una valutazione che si avvicina maggiormente alla realtà.

Una parte della grande città era costituita dal suo porto (chiamato da Evans città-porto), situato nel punto in cui si trovano oggi gli odierni quartieri della città, nella zona Poros-Katsambà. Il porto si trovava nella località di Tripiti; oggi questa zona ha subito delle alterazioni perchè vi è stato costruito il prolungamento del nuovo porto e la strada lungomare. Sulla spianata della foce del Keratos si trovavano le case dei ricchi commercianti e naviganti di Cnosso. Negli ultimi decenni nelle case e nelle tombe sono stati ritrovati oggetti preziosi. 

Le necropoli di Cnosso si estendevano in ogni direzione, sulle pendici delle colline e fino al quartiere di Aghios Ioannis, a due chilometri e mezzo a nord del palazzo. La maggior parte delle tombe sono del tipo a camera scavata nella roccia. C’erano però anche alcune costruzioni tombali più monumentali come la tomba reale santuario sud, a Ghypsades, la tomba reale a Isopata (distrutta durante l’occupazione tedesca), le tombe a volta a Kefala e a Ghypsades.

Molte parti della rete stradale della città ci sono ancora sconosciute. E stata scoperta la strada reale, con direzione nordovest, e una parte del suo prolungamento nella zona a ovest del “Museo Stratigrafico”. Non siamo in grado di conoscere l’urbanistica della città dato che a Cnosso, al contrario di altri insediamenti minoici, la città non è stata interamente riportata alla luce.

Di grande interesse sono le reti di irrigazione e le fognature di Cnosso. L’acquedotto, con una conduttura tubolare, portava l’acqua da molto lontano (dalla regione di Kounabi e di Archanes) e si ramificava all’interno della città e del palazzo, dove ne sono state scoperte delle parti. Il palazzo era attraversato da due canali in muratura, di scolo e di raccolta dell’acqua piovana, che portavano l’acqua al di fuori.

In quest’epoca la città e il palazzo conobbero il loro periodo più splendente. Gli abitanti di Cnosso, come tutti i Minoici, vivevano serenamente sulla loro terra benedetta. Adoravano la Dea madre nei suoi santuari, nelle case e all’aperto. I prodotti venivano trasportati nel castello e al porto con i carri e le bestie da soma. Le sue navi solcavano i mari, su cui dominavano, portando i prodotti di Creta in tutte le località conosciute, da cui importavano molte materie prime.

Il palazzo “Miceneo”. La vita felice nel palazzo e nella città venne sconvolta da un fenomeno naturale, conosciuto sin dal passato. Intorno al 1450 a.C., secondo la teoria prevalente, vennero distrutti tutti i centri palaziali di Creta a causa di un terremoto e di un incendio. Il palazzo riuscì a resistere e ad andare avanti, con alcune riparazioni e modifiche, ancora per 50 - 70 anni, fino al 1400/1380 a.C.

Le nostre conoscenze relative a questa ultima fase della vita del palazzo di Cnosso (nel periodo Tardo Minoico II, di Evans) si basano soprattutto su fonti archeologiche ceramica e architettura), ma anche sulle tavolette della scrittura Lineare B, trovate nel palazzo. La conclusione a cui giungiamo è che a Cnosso, che rappresenta l’unico centro palaziale di Creta in questi anni, si era insediato un “sovrano” miceneo. Non conosciamo però in quali circostanze avvenne questo cambiamento nella dinastia del palazzo. Le supposizioni fatte sono molte e vanno dalla conquista bellica a un pacifico parentado o al colpo di stato di un generale miceneo della flotta minoica. Rimane comunque il fatto che il periodo di paralisi che seguì alla catastrofe fu opportunamente sfruttato dai Micenei, i quali si insediarono a Cnosso.

Vengono apportate delle modifiche al palazzo: viene incorporata al vecchio edificio la sala del trono, che viene decorata con affreschi di influenza micenea. Nella ceramica l’influenza micenea è ancora più forte (stile palaziale). La scrittura Lineare B delle tavolette del palazzo, che costituisce la prima forma di scrittura nota della lingua greca, è stata decifrata. Nella città prevale uno spirito militaristico, completamente opposto allo spirito pacifista minoico. A Cnosso troviamo tombe di guerrieri (zona del Venizelion).

Il “sovrano” di Cnosso regna su tutta Creta. Dalle tavolette fittili ci risultano noti i nomi delle città che venivano controllate da Cnosso: Amnissòs e Tylissos, Festòs e Inatos, Liktos, Lato, Sitia e Itanos, Sybrita, Kydonia e Aptera. Gli abitanti allevano greggi e mandano la lana al palazzo; il commercio è nuovamente una prerogativa del sovrano, come negli anni precedenti. I rapporti con l’Egitto e con il resto del mondo sono stretti.

La vita a Creta rimase fondamentalmente di tipo puramente minoico, dato che i Micenei si limitarono al solo dominio dell’isola. Pure la religione rimase minoica, anche se vennero importate altre nuove divinità.

Periodo postpalaziale. La nuova catastrofe, le cui cause non sono completamente note, giunse intorno al 1400 -1380 a.C. Alcuni la fanno risalire alla fine del XIV secolo o agli inizi del XIII (poco prima o poco dopo il 1300 a.C. ). L’incendio che distrusse il palazzo viene attribuito a un fatto casuale o a una sommossa dei Minoici assoggettati o ancora a una rivolta dei Micenei di Cnosso contro i Micenei della Grecia continentale, che portò all’annientamento totale di Cnosso - che in quel tempo era ancora una potente città micenea. Comunque stiano le cose, la maggior parte degli studiosi è concorde nell’accettare che dopo questa catastrofe il palazzo di Cnosso cessò di esistere, o perlomeno sotto la forma che conosciamo. Negli anni che seguirono, le rovine del palazzo conobbero un periodo di “rioccupazione” da parte di privati, che apportarono varie modifiche in diverse sue parti. I propilei sud vennero usati come magazzini e nel megaton della regina venne installato un laboratorio per la lavorazione dei vasi.

Nell’epopea omerica, considerata solita­mente fonte di informazione per la fase più tarda del periodo minoico e miceneo, viene citato Idomeneo come re di Cnosso e di Creta. Quale fosse la sede di Idomeneo rimane ancora un problema insoluto. Se accettiamo la teoria per cui la sua sede si trovava nella Cnosso micenea, allora dobbiamo accettare anche il fatto che questo palazzo è esistito fino alla seconda metà del XIII sec. a. C.

Lo splendido palazzo minoico, dopo sei secoli di gloria, si ridusse a un rudere deserto. Solo i fantasmi della sua gloria rimasero a errare gemendo tra le rovine delle scalinate, dei corridoi, dei palazzi e dei santuari. E furono forse le sue numerose e impressionanti intricate rovine a far nascere il mito del Labirinto.  

LA “CITTA - STATO” DI CNOSSO

Prima Età del Ferro. La città-stato di Cnosso successe alla Cnosso dell’età del bronzo, sullo stesso sito, con una durata di circa 1000 anni. Il sito del palazzo venne considerato sacro e, dopo la sua distruzione, non fu più abitato. Secondo lo storico Diodoro, questo costituiva il parco sacro di Rea con il piccolo tempio della dea. Il nucleo della città si trova ora a nord e a sud del sito del primo palazzo, vicino al quale si trovavano tre templi o santuari: quello di Demetra a Ghypsades, quello di Rea nel palazzo e quello di Zeus e di Era nella cosiddetta acropoli. Non ci è nota la posizione della sede del re o del sovrano locale, e quella del mercato della città. Maggiori informazioni abbiamo riguardo alle sue vaste necropoli nelle zone del Venizelion e dell’Università e ancora più a nord. La sua estensione è calcolata intorno ai 500 - 600 stremmi, con un corrispondente numero di abitanti. Pro­babilmente era organizzata in borgate dipendenti da una borgata centrale situata a ovest e a nord dal palazzo.

L’influenza culturale e artistica di Cnosso si estende su tutta Creta, di cui costituiva anche il centro più importante. Molto stretti erano i rapporti di Cnosso anche con gli altri grandi centri della Grecia e dell’Oriente.

Periodo classico/ellenistico. Cnosso era una tra le più importanti città di Creta, vicendevolmente amica e alleata delle altre grandi città, Gortyna, Liktos e Kydonia. Probabilmente ci fu un periodo in cui la città cadde in declino, forse in seguito a una catastrofe. Di questi quattro secoli sono note solo alcune rovine, come i santuari, i templi, i monumenti funebri e le necropoli. Nella parte sudovest della città, nella zona della “Villa Arianna” e a ovest dell’odierna borgata ai piedi dell’acropoli, si trovavano i laboratori di ceramica. Dei santuari esistenti nell’epoca precedente, vengono ancora usati il tempio di Demetra a Ghypsades, il tempio di Rea nel palazzo e il santuario/monumento funebre di Glauco nell’odierna borgata di Bougada Metochi; ancora due templi nell’“acropoli” che si identificano con il tempio di Zeus e di Era e il tempio di Apollo Delfinio, oltre ad un altro tempio nella zona di Tekè. I resti dei materiali usati nelle costruzioni sono molto pochi; sono state però scoperte epigrafi e frammenti architettonici (metope, fregi e così via).

PERIODO GRECO-ROMANO - Nel II secolo e agli inizi del I a.C., Cnosso era una città cretese fiera e potente, che si oppose ai conquistatori romani. Questa sua resistenza le costò la posizione di prima città di Creta, fino ad allora indiscussa. Dopo la sua conquista, nel 67 a.C., al suo posto successe Gortyna. Il nuovo regime di Cnosso è quello di “colonia” romana. La sua estensione viene stimata intorno ai 500 - 600 stremmi. Era comunque una città fiorente, con splendidi edifici pubblici e case privatele cui rovine sono ancora visibili ai nostri giorni nella località di Ellinikà tra il Venizelion e la “Villa Arianna”. I mosaici della "villa di Dioniso" sono tra i migliori degli anni dell'impero romano. A Spilia, a sud di Cnosso. sono state scoperte parti di un grande acquedotto romano. Sono inoltre state scavate numerose decine di tombe di vario tipo di questo periodo: dalle semplici tombe ricoperte di tegole fino a quelle a camera scavata nella roccia e a veri mausolei (sotterranei e sopra la superficie). Uno di questi era la “tomba di Kaiafa”, che venne studiata da S. Xanthoudidis, ma di cui oggi non si è conservato niente. Un mausoleo scavato di recente dall’autore si è conservato nell’ingresso nord dell’Università.

PERIODO PROTOBIZANTINO - Nei primi secoli del Cristianesimo Cnosso era un centro importante e una sede episcopale, con tre chiese importanti a Makris Tichos, sul punto in cui sorge oggi la chiesa di Aghia Sofia e una terza sul sito dell’Università, dove un tempo c’era anche un cimitero. In un periodo non ben precisato, prima del IX sec. d.C., la sede del vescovo di Cnosso fu trasferita a Rafko, l’odierno paese di Aghios Myronas Maleleviziou, mentre i centro amministrativo venne trasferito nel porto di Iraklion. La città fu gradualmente trasformata in un piccolo borgo, sul sito dell’odierno paesino di Makris Tichos.  

DOMINAZIONE ARABA - BISANZIO - DOMINAZIONE VENEZIANA - Negli anni della conquista araba sul sito del paesino di Makris Tichos esistevano solo alcune casupole. Nel periodo medio­bizantino e negli anni della dominazione veneziana esisteva un borgo intorno al tempio situato sul sito della basilica di Aghia Sofia. Probabilmente si tratta del tempio citato dal Buondelmondi; secondo altri invece il Buondelmondi si riferisce alla chiesa bizantina di Aghia Paraskevì sul monte Ai Lias.

Il viaggiatore cita inoltre la Tomba di Kaiafa che, secondo la leggenda, venne sepolto a Cnosso. A quanto risulta, negli anni della dominazione veneziana il paesino di Makrìs Tìchos aveva una popolazione di 150 abitanti.

DOMINAZIONE TURCA - Il paesino di Makrìs Tichos fu chiamato in seguito dai Turchi Bougada Metochi, dal nome del fiume Bougada (Tatsamir Deré), l'antico Keratos. Il nome di Bougada è dovuto al fatto che i Turchi della guarnigione della Fortezza, durante l’assedio di Candia (Iraklion), lavavano qui i loro panni.

Alla fine dello scorso secolo (1881) nella zona dell’antica Cnosso erano stati registrati diversi piccoli borghi (metochia): Ellinikà a nord, Makrìs Tìchos a nordest e Metochia a ovest e a sud della collina del palazzo. Il borgo di Makrìs Tìchos è il più antico della zona e la sua chiesa (Aghia Sofia) è costruita sul sito della basilica protobizantina. Il suo nome deriva da un lungo muro esistente nel sito di Ellinikà e di Topanà, che forse faceva parte di una grande edificio del periodo dell’impero romano. Il paese di Makrìs Tichos e le piccole borgate avevano una popolazione di 154 abitanti (65 cristiani e 89 maomettani) e dal punto amministrativo dipendevano dal comune di Archanes. Dopo il 1900, il nuovo borgo di Cnosso, a ovest del palazzo, prose il vecchio nome di Bougada Metochi. Il piccolo borgo a sud del palazzo, sulla pendice orientale di Ghypsades, fu chiamato Vlichià, dalla fonte omonima di acqua salmastra che esisteva sul sito della foresteria minoica, e che si è seccata pochi anni fa.

CNOSSO NEL VENTESIMO SECOLO - In seguito, quando i piccoli borghi della zona di Cnosso vennero assoggettati al comune di Iraklion, cominciò a prevalere il nome antico, senza che fossero però dimenticati quelli vecchi. Agli inizi del nostro secolo Arthur Evans cominciò i grandi scavi che cambiarono la sorte di questo posto e dell’intera Creta.

Il primo “comando” di Evans era un “alloggio” a sudest della collina del palazzo. In seguito venne costruita la villa Arianna, conosciuta localmente come Villa, per fungere da sede della missione archeologica di Cnosso fino al 1952, anno in cui fu ceduta allo stato greco.

Precedentemente, durante la Battaglia di Creta nel maggio del 1941, si erano stabiliti per un breve periodo nella villa Arianna il re del tempo, re Giorgio, e il Governo di E. Tsouderoù. Durante la Battaglia di Creta nella zona di Cnosso avvenne uno scontro tra gli invasori tedeschi e la resistenza del popolo cretese.

Negli anni dell’Occupazione si stabilì a Villa Arianna il Comando Superiore della Guardia di Creta. Le due parti del paese di Cnosso non si sono sviluppate molto e oggi la popolazione è costituita da 400 abitanti, dediti all’agricoltura e al turismo.