Città vecchia di Corfù
(Grecia)
  
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2007
 

   

Corfù è un'isola greca, nel mar Ionio, di fronte alle coste dell'Albania, da cui è separata da uno stretto di una larghezza variabile dai 3 ai 25 km

La città vecchia si estende tra la fortezza vecchia e la fortezza nuova: qui le case testimoniano il succedersi di differenti popoli ed epoche. Sulla Spianata si erge il Liston, un palazzo con porticato in stile francese progettato durante la dominazione napoleonica e successivamente portato a termine dai britannici. In generale nella città vecchia prevalgono gli edifici neoclassici.

La città fu fondata col nome di Corcira (gr. Kérkyra) nel 700 a.C. Entrò nella storia come colonia di Corinto (733 a.C.) e passò molte volte da una dominazione all'altra a causa della posizione molto favorevole nel Mar Mediterraneo: legata a Roma dal 299 a.C. divenne poi nel IV-XI secolo bizantina, XI-XII normanna, poi passò sotto Genova, sotto gli Angioini, nel 1202-1204 (l'epoca della 4a crociata) arrivò Venezia, che rimase dalla fine del XIV al XVIII secolo.

Corfù continuò ad appartenere all'Impero romano d'Oriente e dall'VIII secolo costituì un distretto del tema di Cefalonia. Nell'876 la città divenne sede di un vescovato, dipendente dal patriarcato di Costantinopoli. Con l'XI secolo, la conquista normanna dell'Italia meridionale fece dell'isola uno dei primari obiettivi dei sovrani siciliani. Roberto il Guiscardo se ne impadronì una prima volta nel 1081, ma l'intervento della flotta veneziana, chiamata dall'imperatore Alessio I Comneno, riportò l'isola sotto il dominio bizantino. I Normanni riconquistarono però Corfù nel 1147, sia pure per breve tempo, e nuovi attacchi subì nel 1185, finché nel 1199 non cadde in mano ai Genovesi. 

Nel 1204, con la spartizione dell'impero bizantino seguita alla quarta crociata, Corfù fu assegnata a Venezia. L'isola fu allora divisa in dieci feudi che furono assegnati ad altrettanti nobili veneti, con il solo obbligo di versare un tributo annuo e di provvedere alla difesa. Si trattò però di una breve parentesi, perché nel 1214 se ne impadronì Niceforo Ducas, primo despota d'Epiro, il quale costruì sulla costa occidentale il castello di S:Angelo a protezione delle incursioni dei pirati genovesi e si preoccupò di risollevare le condizioni della popolazione indigena e del clero ortodosso. Nel 1259, però, dando in sposa la figlia Elena a Manfredi, figlio di Federico II di Svevia, il despota Michele II Ducas gli diede in dote Corfù e alcune fortezze sulla costa albanese, ponendo così termine alla dominazione bizantina.

Il dominio di Manfredi fu di breve durata. Egli fu infatti sconfitto e ucciso a Benevento da Carlo d'Angiò, il quale si impadronì così del regno di Sicilia e di Napoli. A Corfù il governatore svevo Filippo Chinardo cercò di conservare il potere proclamandosi re dell'isola e facendo prigioniera la vedova Elena e i figli. In tale occasione il despota Michele II cercò di recuperare la città, ma i suoi tentativi fallirono e alla fine del 1266 re Carlo d'Angiò riuscì a prendere possesso di Corfù e delle altre terre sulla terraferma albanese che erano state di Manfredi. Da allora Corfù costituì la capitale dei domini angioini del Levante e sul finire del '300 l'isola e i domini albanesi divennero appannaggio del principe Filippo di Taranto che, sposatosi in seconde nozze con Caterina di Valois, nipote dell'ultimo imperatore latino di Costantinopoli, ereditò anche le rivendicazioni dei Courtenay su Costantinopoli. Da allora l'isola fece sempre parte del principato di Taranto.

A governare l'isola fu inviato un capitano regio e un numeroso seguito di funzionari e di soldati francesi e italiani, e venne intrapresa una radicale trasformazione della società corfiota attraverso la concessione di feudi a baroni provenienti dall'Italia e dalla Provenza, quali i Tocco, i Capece, gli Hulot, gli Altavilla; fu ugualmente modificata la struttura amministrativa dell'isola perché pur lasciando al loro posto i decarchi istituiti dai despoti epiroti, tutto il territorio fu inquadrato in quattro balivati (Agirù, Oros, di Mezzo e Alefchimo). I continui scambi con la costa italiana portarono poi all'immigrazione nell'isola di numerosi ufficiali e funzionari pugliesi. Nello stesso tempo si cercò di instaurare una gerarchia ecclesiastica cattolica, con l'istituzione di un arcivescovo latino a Corfù e abolendo quindi il vescovato ortodosso, sostituito da un semplice protopapas, eletto da un collegio di preti e di laici.

Le pressioni religiose dei governatori angioini crearono notevole malcontento tra i Corfioti e di questa situazione, congiuntamente ai dissidi esistenti a Napoli tra i vari pretendenti al trono, trassero profitto i Veneziani che sul finire del XIV secolo, vinto il conflitto con Genova, avevano dato inizio ad una decisa politica espansionistica lungo le coste albanesi e greche. Nel 1386 i Veneziani assediarono Corfù con un imponente esercito sotto la guida del signore di Padova Francesco da Carrara, ottenendo alla fine la resa del presidio angioino e la dedizione della città. Ai Corfioti la Repubblica concesse ampi privilegi e la conferma di tutti i precedenti ordini e statuti, e soprattutto si impegnò per trovare un accordo con la potente aristocrazia baronale che dominava l'isola. L'acquisto, inizialmente solo militare, divenne definitivo solo nel 1402, quando il re di Napoli Ladislao II cedette tutti i suoi diritti a Venezia per 30.000 ducati d'oro.

Sotto il dominio veneziano Corfù fu governata da un patrizio veneziano che, con il nome di Bailo, era nominato per due anni e amministrava la giustizia nell'isola con l'assistenza di due consiglieri, anch'essi veneziani. Ad affiancarlo nelle questioni militari erano un Provveditore e Capitano, il Capitan grande della fortezza vecchia e il castellano del castello della campana nella città vecchia. 

Nel 1715, dopo la perdita del Peloponneso vi si trasferì il Provveditore Generale da Mare, un senatore nominato dalla Repubblica che aveva il comando supremo della flotta in tempo di pace e al quale fu dato anche il governo civile, criminale e militare delle Isole Ionie. A lui erano portate in appello tutte le sentenze pronunciate dai tribunali e dai rettori delle terre dipendenti che, nel XVIII secolo erano, oltre a Corfù, le isole di Zante, Cefalonia (con Itaca), Santa Maura (o Leucade) e Cerigo, oltre ai due distretti di Prevesa e Vonizza sulla prospiciente costa albanese. La città era retta da un regime aristocratico,essendo consentito l'accesso al consiglio ed alle principali cariche pubbliche solo da quelle famiglie (in parte discese dagli antichi baroni francesi e napoletani) iscritte al libro d'oro, redatto nel 1572. 

L'organo principale dell'amministrazione comunale era il Maggior Consiglio, che si riuniva annualmente per eleggere il Minor Consiglio, dal quale erano eletti tutti i vari ufficiali della città e dei quattro baliati del suo distretto, oltre alle isole di Passo (Paxos) e Antipasso (Antipaxos) e ai borghi fortificati di Butrinto e Parga, situati sulla terraferma.

Dopo un breve periodo sotto la dominazione francese e pochi anni riunita in una confederazione di isole, Corfù passò alla Grecia nel 1864; nella Seconda Guerra Mondiale fu base navale degli alleati, venne poi presa dall'Italia e sempre a Corfù venne combattuta un'aspra battaglia tra italiani e tedeschi in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943, battaglia che portò all'eccidio degli ufficiali italiani, fra cui si ricorda il tenente Natale Pugliese.

Dal 1944 è ritornata alla Grecia ed è meta di turisti grazie al clima mite ed alla bellezza del mare; gli unici resti delle numerose dominazioni sono un palazzo reale di epoca classica, un teatro veneziano e fortificazioni dello stesso periodo.

Sicuramente Corfù è una delle isole greche dove il turismo di massa è più sviluppato. La più settentrionale delle isole Ionie è frequentata tutto l’anno dai turisti, non solo italiani ma provenienti soprattutto dal nord Europa in ogni periodo. È un’isola molto verdeggiante anche in estate, ricca di vegetazione e dal clima sempre mite. Tra le sue bellezze naturali si possono annoverare spiagge dalla sabbia fine e baie ghiaiose, insenature, scogliere ed un mare sempre limpido e cristallino.

Nei sui villaggi, in modo particolare a Corfù città, sono ben visibili le tracce del passato veneziano, francese ed inglese, che conferiscono al luogo un’atmosfera speciale. L’isola è famosa per le sue magnifiche spiagge, ma al di là di queste è un posto dove c’è tantissimo da scoprire e da vedere.

La città di Corfù, specialmente nella sua parte vecchia, è forse uno dei gioielli più affascinanti della Grecia moderna; un esempio di antica arte bizantina e veneziana che vi saprà affascinare col suo alternarsi di intime viuzze ed ampi scorci panoramici. Abbracciata dal mare a metà della costa orientale dell'isola, la città vecchia è delimitata dalle sue due antiche fortezze che con le storiche mura la circondano completamente.

Arrivando in porto con la nave, l’aria del mare carica di umidità crea un’immagine incerta della città di Corfù, rivelando solo all’ultimo la sua massa omogenea di vecchie case disposte ad anfiteatro.

La città vecchia di Corfù, sorta nell’antichità in un’area limitata dalle due fortezze e vedendo nel passato un crescente aumento della popolazione, ha sviluppato nel corso della sua storia la costruzione di case a più piani. Gli edifici, l’uno accanto all’altro, sono stati realizzati in pietra, senza l’impiego di cemento armato, con le soffitte in legna e le tegole realizzate a mano.

Fortunatamente gli edifici danneggiati nel corso della seconda guerra mondiale sono pochissimi, così il fascino e l’atmosfera di Corfù vecchia sono rimasti pressoché intatti, riuscendo sempre a regalare ai visitatori l’immagine romantica di tempi passati.

L’isola di Corfù, per via della sua posizione strategica nel mediterraneo, ha sempre attirato nel corso dei secoli l’interesse di numerosi conquistatori che non hanno mancato di lasciare traccia del loro passaggio sia nella pianta urbanistica, sia nell’impronta architettonica della città di Corfù. Ad incantare il turista non sono tanto gli edifici in sè, quanto piuttosto il loro insieme e l’atmosfera che soprattutto dopo il tramonto riescono a creare.

Il quartiere della città vecchia più affascinante e antico è Campiello dove vi troverete a camminare in strettissimi vicoli (in greco "kantounia") delimitati da alti edifici e ad acquistare prodotti locali in vecchie cantine, attratti dal suggestivo fascino di un pozzo veneziano, scalinate di pietra, piazzette lastricate e cortili nascosti.  

Tra Campiello a nord del centro storico e il quartiere Spilia più a sud c'è via Filellinon dove si trova al numero 18 il più vecchio edificio della città, datato 1497. Di particolare si dice che il balcone sia uguale a quello di Giulietta e Romeo.

Camminando su e giù per le vie della Corfù vecchia sembrerà di visitare una sorta di museo a cielo aperto, ma ogni tanto la vista blu del mare che vi appare tra un edificio e l’altro riporta alla realtà e ricorda che la parte vecchia è viva e non qualcosa di artefatto per incantare i turisti.

Le innumerevoli strade lastricate consumate dal tempo ed i vecchi edifici fungono quasi da preambolo all’enorme piazza della Spianada ed al lungo viale porticato che la costeggia; un luogo questo che tanto per i turisti, quanto per i residenti, rappresenta una tappa d’obbligo nel corso di una passeggiata.

Il tempio di Artemide è un tempio greco della prima metà del VI secolo a.C. dedicato alla dea Artemide. È uno dei più antichi templi in stile dorico ed è un tempio octastilo, con diciassette colonne su ogni lato lungo.

Attualmente rimangono solo le sculture del frontone occidentale, in lastre a rilievo in poros (pietra tufacea), in origine molto probabilmente policromi. 10 lastre su 21 furono rinvenute tra il 1911 e il 1914 da Wiilhem Dörpfeld presso il monastero di Garitza. La ricostruzione del frontone, eseguita da Gerhart Rodenwalt, è esposta nel Museo archeologico di Corfù

La pianta del tempio, di ordine dorico è stata ricostruita del tipo pseudodiptero (periptero con le colonne della peristasi distanziate il doppio dalle pareti della cella, lasciando lo spazio per una fila intermedia che invece manca), ottastila (con otto colonne sulla fronte) e con 17 colonne sui lati lunghi. 

Lo spazio della cella, lungo e stretto, è suddiviso in navate da due file di colonne: anteriormente la cella è preceduta da un pronao con due colonne tra le ante, e sul retro presenta un opistodomo simmetrico al pronao.

Il frontone, datato intorno al 585 a.C. presenta al centro una Gorgone nello schema della corsa in ginocchio, affiancata da due pantere, e dai figli, Pegaso e Crisaore (oppure da Pegaso e Perseo), di dimensioni ridotte. mentre ai lati, sempre con figure più piccole, sono raffigurati episodi mitologici, la cui interpretazione è ancora dibattuta, forse l'uccisione di Priamo da parte di Neottolemo e Zeus che uccide un Gigante, terminanti negli angoli con figure di morti sdraiati. Si tratta del primo passaggio dalle raffigurazioni puramente apotropaiche a quelle narrative nello spazio frontonale.

Il Palazzo di Achille o Achilleion è un palazzo fatto costruire dall'Imperatrice Elisabetta d'Austria, anche nota come Sissi, dopo un suggerimento del console austriaco Alexander von Warsberg. Elisabetta era una donna ossessionata dalla bellezza, e molto vigorosa, ma tragicamente vulnerabile dopo la perdita dell'unico figlio maschio, il Principe Ereditario Rodolfo d'Austria nei fatti di Mayerling nel 1889. Un anno dopo nel 1890, costruì una residenza estiva nella regione di Gastouri, attualmente municipalità di Achilleion, a circa dieci chilometri a sud della città di Corfù. Il palazzo fu progettato dall'architetto napoletano Raffaele Caritto ed ha la figura dell'eroe mitologico Achille come suo tema centrale.

Corfù fu il luogo di vacanza preferito da Elisabetta, che fece costruire il palazzo poiché ammirava la Grecia, la sua lingua e la sua cultura. La posizione dell'Achilleion offre una vista panoramica della città di Corfù, a nord, e su l'intera parte meridionale dell'isola. Gugliemo II di Germania lo comprò dagli eredi dell'imperatrice, frequentandolo ogni primavera fino al 1914, e partecipando agli scavi archeologici nella zona.

Durante la prima guerra mondiale fu occupato dalle truppe francesi e serbe, che ne fecero un ospedale. Alla firma del Trattato di Versailles il palazzo fu acquisito dallo Stato greco a titolo di riparazione di guerra.

Durante la seconda guerra mondiale fu di nuovo occupato dalle truppe dell'Asse; tornato poi alla Grecia con la liberazione, fu affittato ad una società (ancora tedesca), che tra il 1962 e il 1992 ne fece il primo casinò greco del dopoguerra, mentre il pianterreno veniva adibito a museo dedicato ai suoi antichi imperiali proprietari.

Oggi la residenza accoglie sporadicamente vertici europei, come la firma del Trattato di Corfù nel 1994, ma è utilizzato soprattutto come museo.

La Spianada di Corfù è una grande area piena di verde che separa la città dalla fortezza vecchia; il suo nome è dovuto dalla completa assenza di edifici. E' stata creata sotto la dominazione veneziana quando sono stati abbattuti i palazzi ottenendo un'ampia area di fuoco per i cannoni della Vecchia Fortezza permettendo quindi una miglior difesa della città. Oggi una parte della Spianada di Corfù è stata adibita a parcheggio ed un'altra a parco con alberi, sentieri e panchine, mentre più a nord viene ancora curato il campo da cricket, introdotto dagli inglesi durante il loro periodo di occupazione. Nella Spianada si svolgono numerosi eventi di carattere religioso (l'annuncio fatto dall'Arcivescovo di Corfu della Resurrezione di Cristo a Pasqua e lacommemorazione del Patrono) e mondano (concerti della Filarmonica, sfilata delle maschere a Carnevale e partite di cricket).

Camminando per la Spianada potete vedere statue, busti di personalità corfiote come D. Solomos, N. Mantzaro e N. Theotoki, un monumento che commemora l'Unione delle Isole Ionie alla Grecia e la Rotunda, creata nel 1816 in memoria dell'inglese Sir Thomas Maitland, primo delegato della corona. 

Un ricordo significativo arriva anche dal periodo in cui Corfu subì la dominazione francese; lungo la parte occidentale della Spianada sorge infatti uno degli edifici più affascinanti della città, il Liston. Progettato dall’ingegnere francese Lesseps che prese a modello la Rue Rivoli di Parigi, il Liston con il suo porticato pieno di ristoranti e caffè è oggi il centro della vita sociale per tutti i corfioti.

Risalente alla dominazione inglese, uno splendido edifico neoclassico, noto col nome di Palazzo dei Santi Michele e Giorgio (o Palazzo Reale di Corfù), chiude poi tutto il lato nord della Spianada della vecchia Corfù. Se vi trovate da queste parti, soprattutto all’ora del tramonto, suggeriamo una passeggiata breve ma davvero suggestiva che parte dall’arco di San Giorgio, a destra del Palazzo Reale. Una volta oltrepassato il grande arco, basta seguire la strada che, costeggiando il mare, scende giù al porto e vi riporta all’entrata della città vecchia.

Ci si ritrova praticamente a camminare su quelle che erano le antiche fortificazioni sulla parte di Corfu che da’ sul mare, e accompagnati da uno splendido tramonto, si possono ammirare edifici di storica importanza come la chiesa della Panaghia “Antivouniotissa”, il Museo Bizantino, l’antica Porta di San Nicola ed il vecchio porto.

Fortezza Vecchia

L'antica fortezza di Corfù è una delle opere di fortificazione più impressionanti d'Europa. Si trova sul lato orientale della città, su una penisola rocciosa che entra nel mare. Questa fortezza è chiamata Vecchia in contrasto con la Nuova Fortezza (di San Marco), che fu anche costruita per proteggere la città da nemici e pirati.

Prima dell'era veneziana, il promontorio, che si trova tra il golfo di Kerkyra a nord e la baia di Garitsa a sud, era difeso da fortificazioni bizantine che i veneziani sostituirono in gran parte con fortificazioni di loro progettazione. Nell'ambito dei loro piani difensivi, i veneziani separarono il promontorio dal resto della città formando la Contrafossa, un fossato che è in realtà un canale marittimo che collega il golfo e la baia, rendendo la cittadella un'isola artificiale. Il forte respinse con successo tutti e tre i principali assedi ottomani: il grande assedio del 1537, l'assedio del 1571 e il secondo grande assedio di Corfù nel 1716.

STORIA - La prima indicazione di fortificazioni sul sito attualmente occupato dalla Fortezza Vecchia risale al VI secolo d.C., dopo la distruzione dell'antica città di Corcyra da parte degli Ostrogoti. L'invasione gotica costrinse i corfioti a cercare rifugio all'interno delle fortificazioni sulla penisola all'estremità della città.

Dopo un periodo di cui non sono noti sviluppi politici o militari nella cittadella tra il VII e il X secolo d.C., il primo rapporto circa le fortificazioni restaurate risale all'inizio dell'XI secolo quando Anna Comnena si riferisce ad essa definendola "città fortificata di Corfù" nel suo libro Alessiade.

La cittadella è caratterizzata da due cime fortificate da robuste torri. La vetta occidentale, più alta e prossima all'abitato, fu fortificata dai Bizantini intorno al XII secolo d.C. e fu chiamata Castel a Terra dai Veneziani, che la ribattezzarono anche Castel Nuovo o "Castello Nuovo". La vetta orientale fu invece chiamata Castel a Mare o Castel Vecchio e per un certo periodo fu utilizzata anche come polveriera.

Dopo l'invasione gotica e fino al XIII secolo, la città medievale di Corfù si sviluppò all'interno dei confini della penisola che oggi è occupata dalla Fortezza Vecchia. All'inizio del XV secolo, i veneziani iniziarono a sostituire le antiche fortificazioni bizantine.

Dopo il primo assedio di Corfù da parte degli Ottomani nel 1537, il governatore veneziano ordinò la costruzione di nuove zone difensive incorporando nuovi bastioni e torri che esistono tutt'oggi. Gli ingegneri militari veneziani Savorgnan e Martinengo progettarono i bastioni della fortezza tra il 1545 e il 1555, considerati capolavori dell'ingegneria militare.

Come parte dei loro piani difensivi per la penisola della cittadella, i veneziani formarono la Contrafossa, un fossato che trasformò la cittadella in un'isola artificiale. Il fossato esiste ancora oggi ed è ancora noto alla gente del posto con il suo nome italiano. Fin dalla creazione della Contrafossa l'accesso alla cittadella avveniva tramite un ponte levatoio, che in epoca moderna è stato sostituito da uno permanente.

Il forte respinse con successo tutti e tre i principali assedi ottomani: il grande assedio del 1537, quello del 1571 e il secondo grande assedio di Corfù nel 1716.

Nel 1537, durante la terza guerra ottomano-veneziana, il sultano Solimano il Magnifico inviò 25.000 uomini al comando dell'ammiraglio Hayreddin Barbarossa per attaccare Corfù. Gli ottomani sbarcarono nella Baia di Govino, l'attuale Gouvia, e avanzarono verso la città di Corfù, distruggendo il villaggio di Potamos lungo il tragitto.

La Fortezza Vecchia, la sola fortificazione della città di Corfù in quel periodo, e il castello di Angelokastro erano gli unici due luoghi dell'isola non ancora caduti in mano agli invasori in quel frangente. Nelle parti indifese dell'isola, le persone furono uccise o catturate come schiave dall'esercito del Sultano.

Persino alla Fortezza Vecchia donne, bambini e anziani, chiamati dai veneziani gli inutili, furono allontanati e lasciati fuori dalla fortezza a morire o essere ridotti in schiavitù. La ribellione del popolo alle porte del forte fece infuriare i corfioti, che persero fiducia nell'efficacia dei piani difensivi proposti dal governo di Venezia.

La fortezza di Corfù fu difesa con successo dalla sua guarnigione, al pari di Angelokastro. Durante la ritirata, l'esercito ottomano devastò le aree indifese sia della città di Corfù che del resto dell'isola. In totale circa 20.000 persone che non riuscirono a trovare rifugio in nessuno dei due castelli furono uccise o portate via come schiave.

Nell'agosto del 1571 gli ottomani tentarono ancora di conquistare Corfù. Dopo aver conquistato Parga e Mourtos sulla terraferma greca, attaccarono le isole Paxoi, sbarcandovi un contingente.

Un drappello ottomano, in viaggio verso la città, inizialmente occupò e distrusse il villaggio di Potamos. Sebbene il castello della città di Corfù fosse rimasto saldo, il resto di Corfù fu distrutto e la popolazione civile indifesa fuori dai castelli subì pesanti perdite. Case, chiese ed edifici pubblici furono bruciati nelle periferie della città.

Nel 1716, durante l'ultima guerra ottomano-veneziana, gli ottomani progettarono un nuovo attacco a Corfù. In previsione dell'assedio, Venezia nominò il conte Johann Matthias von der Schulenburg e lo incaricò della difesa del forte. In preparazione all'assedio turco, Schulenburg rafforzò ulteriormente le difese della Fortezza Vecchia.

Il 6 luglio 1716 Kara Mustafa Pasha condusse la flotta ottomana a Corfù per assediare il forte. Gli ottomani nel corso dello sbarco si stabilirono in posizioni strategiche e installarono l'artiglieria situata sulle vicine colline di Avrami e Sarocco, avviando il bombardamento della cittadella.

Dopo feroci combattimenti, durante i quali Schulenburg e la guarnigione corfiota locale si distinsero in battaglia, gli ottomani abbandonarono definitivamente i loro piani e lasciarono Corfù il 19 agosto 1716, dopo un assedio durato sette settimane.

All'indomani dell'assedio, i veneziani guidati dal conte Schulenburg progettarono ulteriori espansioni delle fortificazioni della città e fu presa la decisione di costruire nuovi forti in cima alle colline Avrami e Sarocco per prevenire qualsiasi futuro bombardamento contro il vecchio forte. Fu costruito anche un arsenale a Gouvia per rifornire e riparare la flotta.

Nel 1718 un fulmine colpì la polveriera di Castel da Mare provocando un'esplosione che creò una reazione a catena durante la quale esplosero anche tre depositi di munizioni secondarie, che a loro volta distrussero gran parte degli edifici all'interno del castello, compreso il palazzo del Capitano Generale della fortezza, assieme a molti edifici cittadini.

Il comandante veneziano della fortezza, il capitano Andrea Pisani, fratello del doge di Venezia Alvise Giovanni Mocenigo, morì insieme ad altri suoi colleghi. Centinaia di altre vittime morirono nell'esplosione, in "una delle più grandi catastrofi" della storia di Corfù.

Schulenburg ricostruì la Fortezza Vecchia e costruì due nuovi forti sulle colline Avrami e Sarocco entro il 1721. Questi furono infine demoliti quando Corfù fu unita alla Grecia come richiesto dal Trattato di Londra (1864). 

Nel 1923 la Vecchia e la Nuova Fortezza furono bombardate dall'Aeronautica Militare Italiana nel corso dell'Incidente di Corfù.

La fortezza fu utilizzata alla fine della seconda guerra mondiale dai nazisti per imprigionare gli ebrei di Corfù prima della loro deportazione dall'isola. L'8 giugno 1944 agli ebrei di Corfù fu detto di presentarsi la mattina seguente al vecchio forte. Di fronte all'ultimatum, alcuni fuggirono nelle campagne, ma la maggior parte, temendo per le proprie famiglie, si recò la mattina del 9 giugno alla Fortezza Vecchia, come era stato loro detto. Lì, i nazisti li costrinsero a consegnare i loro gioielli e le chiavi delle loro proprietà, e successivamente furono condotti nella prigione all'interno della Fortezza. L'incarcerazione degli ebrei presso le segrete del castello, in condizioni dure e senza servizi rudimentali, si protrasse per giorni fino a quando furono trasportati a Lefkada e poi in successione a Patrasso, Pireo e Haidari, dopodiché 1.800 ebrei corfioti furono deportati nel campo di concentramento di Birkenau su rotaia. Di coloro che furono costretti a lasciare Corfù, 120 alla fine tornarono.

La Fortezza ospita la Biblioteca Pubblica di Corfù che si trova nelle vecchie caserme britanniche. L'area della fortezza viene utilizzata anche per vari tipi di mostre d'arte e rassegne culturali.

Anche l'Hellenic Music Research Lab dell'Università Ionica si trova presso la Fortezza Vecchia.

ARCHITETTURA - Si accede alla fortezza tramite la Spianada, la famosa piazza di Corfù, che è in effetti la seconda piazza più grande d'Europa. L'ingresso è ad arco e al di sopra vi è un simbolo veneziano, scolpito nel marmo. Dopo l'entrata, ci sono due stanze su entrambi i lati che ora ospitano la Collezione Bizantina di Corfù e un negozio di articoli da regalo. A pochi passi, c'è un altro fossato di 22 metri, oggi arido, che è stato usato come misura di protezione aggiuntiva.

Dopo l'ingresso, sulla destra, c'è la piccola cappella della Madonna del Carmine, dove i condannati a morte venivano trasferiti in catene. 

Le scale in pietra conducono a un pozzo poligonale del 1732 e dopo una salita di circa 20 minuti si raggiunge la torre dell'orologio, il punto più alto della fortezza. Gli storici ipotizzano che in questo luogo, in passato, ci fosse un antico tempio. 

Inoltre, alcuni resoconti del Medioevo ci informano che questa cima, chiamata Cittadella, era abitata e aveva case, chiese, cisterne per l'acqua e magazzini per la polvere da sparo. Nel 1499, 1800 persone la abitavano. Sfortunatamente, un'esplosione nel 1718 distrusse gran parte della Cittadella e la chiesa di Agioi Apostoli. 

Al termine della galleria si trova anche un sentiero che conduce all’antica caserma oggi abbandonata, mentre, nella parte sud della collina, si trova la piccola cappella dorica di San Giorgio edificata nel 1840 dagli inglesi come chiesa per il contingente britannico e vent'anni più tardi convertita a chiesa cattolica e adornata con icone provenienti dalla chiesa di San Spyridon presente nella città vecchia di Corfù.

La statua in onore del generale Schulenburg (eretta dai veneziani per ricordare la difesa contro i turchi) prelude l’ingresso al ponte del primo fossato che, assieme al secondo, conduce i visitatori al cortile interno della fortezza.

All'interno della fortezza ci sono diversi edifici tra cui una prigione costruita nel 1786 dai veneziani e ampliata inseguito dagli inglesi, la cappella militare della "Madonna dei Carmini", due caserme costruite dagli inglesi intorno al 1850 e un ospedale militare oggi diventato una scuola di musica.

All'interno della fortezza vicino alla porta principale esistono oggi l'archivio storico che raccoglie più di sei secoli di storia con una grande varietà di documenti e un'area espositiva dove ha trovato sistemazione la Raccolta Bizantina di Corfu che include mosaici dalla basilica della Paleopolis, sculture, icone e affreschi d'epoca bizantina.

Oltre all’interesse storico culturale, ciò che rende speciale la Fortezza Vecchia è senza dubbio l’incantevole panorama che qui si apre sulla città di Corfu e sul braccio di mare che separa la stessa isola di Corfu dalla vicina terraferma.

Sul lato orientale della fortezza, c'è una pianura, utilizzata oggi per eventi culturali in estate. In questa piazza piatta, c'è la chiesa di San Giorgio, costruita dai veneziani come un antico tempio. Questa è in realtà l'unica chiesa in Grecia che è stata costruita secondo lo stile dorico. Sopra questa piazza, c'è una caffetteria. Per più di quattro secoli, questa fortezza era stata il simbolo dell'occupazione veneziana nelle isole ioniche e oggi è uno dei luoghi più impressionanti di Corfù.

Fortezza nuova

Imponente, si erge alla sinistra quando si entra in porto con la nave, ma è forse dall’altura sopra il porto vecchio che si può apprezzarla nel modo migliore.

Sotto la supervisione dell’architetto Francesco Vitelli, la Fortezza Nuova di Corfù fu edificata tra il 1576 e il 1645, quando furono demoliti numerosi edifici e chiese per reperirne i materiali necessari per la costruzione.

Distrutta in gran parte durante la II Guerra Mondiale, la Fortezza Nuova permette oggi di apprezzare la strada lastricata d’accesso con la sua Porta che ancora reca il simbolo veneziano del Leone di San Marco.

La Fortezza Nuova è posizionata sopra al vecchio porto ed è una struttura lineare e massiccia con al suo interno tunnel, oggi non utilizzabili, che la collegavano alla Fortezza Vecchia e ad altri punti della città.

Forse meno suggestiva della Fortezza Vecchia, merita comunque una visita anche solo per la vista che da qui si gode sulla città sottostante e sulla vicina costa.

La fortezza nuova è stata ristrutturata di recente ed oggi ospita mostre pittoriche, fotografiche e di scultura oltre che a concerti e ad altre attività artistiche di rilievo.  

Fortezza di Angelokastro

Angelokastro è un castello bizantino che si trova in cima alla vetta più alta della costa dell'isola, nella costa nord-occidentale, vicino a Palaiokastritsa. Si trova a 305 m su una ripida scogliera a picco sul mare e sorveglia la città di Corfù.

Angelokastro è uno dei più importanti complessi fortificati di Corfù. Era un'acropoli che sorvegliava la regione fino all'Adriatico meridionale e rappresentava un formidabile punto di osservazione strategico per l'occupante del castello.

Angelokastro formava un triangolo difensivo con i castelli di Gardiki e Kassiopi, che copriva le difese di Corfù a sud, nord-ovest e nord-est.

Il castello non cadde mai, nonostante i frequenti assedi e tentativi di conquista nel corso dei secoli, e svolse un ruolo decisivo nella difesa dell'isola dalle incursioni dei pirati e durante i tre assedi di Corfù da parte degli Ottomani, contribuendo in modo significativo alla loro sconfitta.

Durante le invasioni aiutò a riparare la popolazione contadina locale. Gli abitanti del villaggio combatterono anche contro gli invasori svolgendo un ruolo attivo nella difesa del castello.

Il periodo esatto della costruzione del castello non è noto, ma è stato spesso attribuito ai regni di Michele I Comneno e suo figlio Michele II Comneno. Le prime testimonianze documentarie della fortezza risalgono al 1272, quando Giordano di San Felice ne prese possesso per conto di Carlo d'Angiò , che aveva preso Corfù da Manfredi, Re di Sicilia nel 1267.

Dal 1387 alla fine del XVI secolo, Angelokastro fu la capitale ufficiale di Corfù e la sede del Provveditore Generale del Levante, governatore delle isole Ionie e comandante della flotta veneziana, che era di stanza a Corfù. 

Il governatore del castello (il castellano ) era normalmente nominato dal consiglio comunale di Corfù ed era scelto tra i nobili dell'isola. 

Angelokastro è considerato uno dei resti architettonici più imponenti delle Isole Ionie, insieme al Castello di Kassiopi, al Castello di Gardiki e alle due fortezze veneziane della città di Corfù, la Cittadella e il Forte Nuovo.

Angelokastro è considerato uno dei resti architettonici più imponenti delle Isole Ionie insieme ad altre quattro fortificazioni di Corfù come il Castello di Gardiki, il Castello di Kassiopi costruito dagli Angioini e le due fortezze veneziane della città di Corfù , la Cittadella e il Forte Nuovo.

In contrasto con lo stile puramente bizantino del castello di Gardiki, anch'esso costruito in un'unica forma, lo stile architettonico di Angelokastro potrebbe non essere stato puramente bizantino e potrebbe essere stato influenzato da elementi architettonici franchi o dell'Italia meridionale, sebbene i dettagli di tale influenza non siano distinguibili oggi a causa del suo attuale stato di rudere.

Castello Gardiki

Il castello presenta una pianta ottagonale allungata in un ellisse con 8 torrioni a due piani (6 dei quali perfettamente conservati) disposti a raggiera sui vertici dell'ottagono. 

La prima costruzione risale probabilmente all'XI-XIII secolo e l'aspetto attuale presenta, nella muratura, le caratteristiche file di mattoni rossi dell'edilizia militare bizantina. Fu costruito probabilmente contemporaneamente alla fortezza di Angelokastro sotto il despotato di Michele II Ducas Comeneno (1230-1267) per presidiare la parte meridionale dell'isola.

Nel torrione più meridionale sono stati trovati frammenti di tappezzeria lungo le pareti, forse era stato convertito in una piccola chiesa. 

Presenta tre ingressi di cui attualmente è aperto solo quello a sud. 

Non si sa con certezza quando e perchè venne abbandonato ma quando nel 1537 Khayr al-Dīn Barbarossa al comando della flotta ottomana attacca l'isola il castello era stato già dismesso dai veneziani.

Castello di Kassiopi

Il castello di Kassiopi sorge nell'omonima località che è situata lungo la costa nord-orientale dell'isola di Corfù.

La cima del promontorio che divide le due spiagge che in passato erano i due porti di Kassiopi fu fortificata già in epoca romana. Nel 577 i Goti devastarono il villaggio e rasero al suolo la fortezza che fu ricostruita dall'imperatore Maurizio (582-602).

Nel novembre del 1084, nelle acque della sua baia, la flotta normanna di Roberto il Guiscardo che cercava di riconquistare l'isola, fu sonoramente sconfitta dall'attacco congiunto delle navi bizantine e veneziane.

Mantenuta in opera durante la dominazione angioina (1266-1386), la fortezza fu demolita dai Veneziani nel 1386, quando sferrarono il massiccio attacco contro l'isola, conquistarono il castello e lo smantellarono per ricostruirlo circa cento anni dopo. 

Il nuovo castello venne in seguito gravemente danneggiato nel corso delle incursioni turche del 1537 e del 1571, dopo la quale fu giudicato indifendibile dai veneziani e abbandonato. In questo modo però la città rimase indifesa e gli abitanti furono costretti a cercare rifugio nei villaggi arroccati sul monte Pantokrator. Il suo aspetto attuale è quindi dovuto in gran parte alla ricostruzione veneziana del XV secolo.

La cinta muraria, rafforzata da 19 torri a pianta quadrata e circolare, ha un'estensione di circa 1 km e la forma di un quadrilatero.

Palazzo di San Michele e San Giorgio

Realizzato in tufo di Malta tra il 1819 e il 1824 su progetto del colonnello G. Whithmore, è questo l’unico esempio di architettura giorgiana in tutto il Mediterraneo.

Nato in origine come residenza del Governatore britannico Sir T. Maitland, divenuto poi dimora estiva dei Reali greci, è stato restaurato in previsione dell’Incontro al Vertice dell'Unione Europea avvenuto nel 1994.

In passato fu la sede prima dell'Ordine dei Cavalieri di San Giorgio e San Michele, da cui il palazzo prende il nome, e poi anche del Senato della Repubblica delle Ionie. Oggi invece ospita il Museo di Arte Asiatica, la Pinacoteca comunale e la Sovrintendenza alle Antichità Classiche di Corfu.

Dal punto di vista architettonico il Palazzo di San Michele e San Giorgio è caratterizzato da un colonnato dorico sulla facciata e da bassorilievi lungo tutto il cornicione che raffigurando le sette isole dello Ionio; Corfu è simboleggiata da una nave, Paxi da un tridente, Kitira da Afrodite con un delfino e le altre isole dai visi dei loro eroi. Questi bassorilievi sono tutti stati realizzati da Paul Prosalentis.

Alle due estremità del palazzo ci sono due archi o porte, quella di sinistra è la porta di San Georgio, sotto cui si passa in macchina per raggiungere il porto vecchio, mentre quella di destra è di San Michele e conduce ad un giardino interno.

Di fronte a questo palazzo neoclassico ci sono dei giardini e una fontana al cui centro spicca la statua in bronzo di Sir Frederick Adam, colui che curò la costruzione dell'acquedotto cittadino.

All'interno del palazzo sono di notevole impatto la sala centrale del piano terra, decorata con colonne ioniche e affreschi di scene dell'Odissea, e la scala che porta ad all'anticamera del primo piano decorata con colonne corinzie.

Le sale presenti al piano terra sono tre: la sala delle danze che è rotonda, la sala del trono e quella dei banchetti.

Ci sono poi la biblioteca municipale, al primo piano il Museo di Arte Asiatica, nell'ala est una galleria d'arte, con le opere di artisti corfioti del XIX secolo, dove vengono organizzate anche delle esibizioni temporanee e una caffetteria che alle pareti mostra delle mappe di grande valore storico ed artistico.

Liston

Il Liston è il lungo porticato che si trova di fronte alla Spianada. E' il cuore della vita diurna e notturna della città vecchia ed è frequentato, oltre che dai turisti, anche dai corfioti che vengono qui per bere un caffè ed incontrarsi con gli amici. Offre un susseguirsi di locali caratteristici per mangiare e caffè per prendersi un aperitivo rilassandosi in un bel contesto.

Ideato e costruito sotto la dominazione francese (1807-1814) da Mathieu de Lesseps prende ispirazione dalla via di Parigi chiamata Rue de Rivoli.

Fu completato durante il Protettorato britannico (1815-1864).
Il Liston è un complesso architettonico costituito da due edifici adiacenti con un lungo porticato che si affaccia su una strada pedonale larga e lastricata. 

Dal Liston si possono ammirare i giardini della Spianada dove i corfioti giocano a cricket e, durante la Pasqua, diventa un luogo di passaggio importante per la processione in onore del santo patrono.

Municipio

Il Municipio è situato in via Voulgareos e si affaccia su una delle più belle piazze della città vecchia che in passato era il fulcro della vita dei corfioti.

In origine il Municipio era la Loggia dei Nobili ed è l'unico edificio che presenta dei muri ricoperti con pietra di Sinies scolpita. La sua costruzione iniziò nel 1663 e andò avanti per trenta anni.

Cambiò varie volte l'utilizzo di questo edificio, da circolo per i nobili diventò nel 1720 il teatro lirico "San Giacomo" (dal nome del duomo cattolico presente nella piazza) e poi nel 1903 fu aggiunto un piano e divenne sede del Comune di Corfu.

Dal punto di vista architettonico presenta sulla facciata e sul retro decorazioni in pietra raffiguranti maschere, iscrizioni storiche e altri simboli come l'emblema dell'isola (una barca).

Su uno dei lati è presente il busto mutilato dell'ammiraglio F. Morosini con anche la descrizione delle sue imprese e quattro fanciulli intorno a lui che simboleggiano le sue virtù. Il busto fu mutilato dopo l'infame bombardamento del 1687 ordinato dallo stesso ammiraglio.

Parlamento Ionico

Il Parlamento Ionico fu costruito da Ioanni Chroni nel 1855 ed è situato in via Mustoxidi.

Edificio in stile neoclassico è caratterizzato da un colonnato dorico all'ingresso e da iscrizioni in greco e in inglese sui due lati.
Le iscrizioni ricordano la proclamazione dell'annessione delle Isole Ionie alla Grecia che è stata votata proprio in questo edificio nel 1864.

Dopo l'Annessione questo edificio venne donato dallo Stato per diventare una chiesa protestante e nel 1978 fu restaurato e divenne sede di un Museo dedicato ai combattenti per la libertà delle Isole Ionie.

Palazzo di Mon Repos  

La villa fu costruita come residenza estiva per il Lord High Commissioner degli Stati Uniti delle Isole Ionie, Frederick Adam, e la seconda moglie, originaria dell'isola, Diamantina 'Nina' Palatino, nel 1828 -1831, nonostante Adam venisse inviato a servire in India poco dopo, nel 1832. Fu usata raramente come residenza dai successivi governatori britannici. 

Nel 1833 ospitò una scuola di belle arti, mentre nel 1834 il parco fu aperto al pubblico. L'imperatrice Elisabetta d'Austria vi soggiornò nel 1863, innamorandosi dell'isola, dove in seguito costruì l'Achilleion.

Dopo l'unione con la Grecia nel 1864, la villa fu concessa al re Giorgio I degli Elleni come residenza estiva, venendo ribatezzata Mon Repos (francese per "Mio riposo"). La famiglia reale la usò come residenza estiva fino a quando il re Costantino II fuggì dal paese nel 1967. La villa venne successivamente abbandonata, per essere poi restaurata negli anni '90.

Diverse nascite reali hanno avuto luogo nella villa, tra cui quelle della principessa Sofia di Grecia e Danimarca il 26 giugno 1914, del principe Filippo, duca di Edimburgo il 10 giugno 1921 e della principessa Alessia di Grecia e Danimarca il 10 luglio 1965.

Accademia Ionica

Edificio del XVIII secolo in origine era una caserma veneziana chiamata "Grimani". 

Nel secolo successivo e precisamente nel 1824 vi si insediò l'Accademia Ionica e più tardi, dopo l'unificazione delle Isole Ionie con la Grecia, la Biblioteca comunale.

L'Accademia Ionica era conosciuta in tutta la Grecia e divenne il nucleo di una rinascita letteraria con in testa i poeti Solomos e Mavilis.

Nel 1943 l'edificio fu parzialmente distrutto da bombardamenti italiani ma venne presto ristrutturato. 

Attualmente ospita il Rettorato dell'Università dello Ionio che è l'unica università presente in tutte le Isole Ioniche.

Chiesa di San Spiridone

Entrando nella città vecchia dal lato del porto, prima di raggiungere la Spianada di Corfù e nel cuore degli edifici vecchi, si trova quello che è forse il monumento religioso più famoso dell’isola: la chiesa di San Spiridone.

Questa chiesa fu costruita nel 1590 ed è un esempio tipico di architettura ecclesiastica delle isole Ionie in Grecia. Presenta una sola navata, un soffitto suddiviso in cassettoni incorniciati in oro con icone che raffigurano scene di vita del Santo e un campanile imponente, il più alto della città, che può essere visto perfino dal Liston.

L'esterno è molto sobrio e all'interno invece si possono ammirare diversi dipinti che furono realizzati in origine da P. Doxaras ma che una volta distrutti furono riprodotti fedelmente da N. Aspiotis.

La chiesa sui lati ha due differenti ingressi uno su via San Spiridon e l'altro di fronte ad una piazzetta e quando viene suonato l'organo la musica si diffonde nelle vie vicine.

In questa chiesa sono custodite accanto all’altare in un’urna d’argento del XIX secolo le reliquie di San Spiridone che è considerato il santo protettore di Corfu.

San Spiridone è nato, vissuto e morto a Cipro dove dopo la scomparsa di sua moglie si dedicò alla chiesa e compì numerosi miracoli. Le sue spoglie furono portate prima a Costantinopoli quando Cipro fu invasa dai Saraceni (nell'aprire la sua tomba trovarono ancora il corpo intatto che emanava profumo di basilico) e poi quando Costantinopoli cadde sotto i turchi vennero trasferite a Corfu dove si trovano ancora oggi.

Si narra che San Spiridone diventò il patrono dell'isola perché la salvò per ben due volte (1554 e 1630) dall’incubo della peste, una volta dalla carestia e, nel lontano 1716, scacciò anche i turchi che tentavano l’invasione. Questi quattro grandi miracoli che il Santo fece per l'isola vengono commemorati con altrettante processioni.

La data ufficiale in cui viene celebrata la memoria del Santo è il 12 Dicembre, ma appunto quattro volte all’anno (11 Agosto, la prima Domenica di Novembre, la Domenica delle Palme ed il Sabato Santo) le sue reliquie vengono portate in processione lungo le vie della città, in memoria degli atti miracolosi che salvarono Corfu e i suoi abitanti.

Se vi capita di essere sull’isola di Corfu durante una di queste date, fate un salto nella città vecchia, dove alle processioni fanno seguito le più importanti bande musicali dell’isola e dove regna ovunque un clima di festa ed allegria.

Chiesa cattolica di San Giacomo  

La chiesa di San Giacomo è la cattedrale cattolica di Corfu. Sorge di fianco al municipio e in una delle piazze più belle della città vecchia, piazza Dimarchio.

La nuova cattedrale cattolica è stata consacrata il 31 dicembre 1553 dall'arcivescovo latino Iakovos Cocco e ristrutturata nel 1658. La cattedrale è stata poi distrutta completamente dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale la notte del 13 settembre 1943. La ricostruzione si è conclusa nel 1970.

Oggi la chiesa ha una navata con sei cappelle. L'altare centrale è dominato dal Cristo crocifisso. A sinistra si trovano tre cappelle dedicate rispettivamente a Cristo Re dell'Universo, la Madonna della salute, con l'omonima icona, e Santa Teresa di Lisieux. 

A destra altre tre cappelle dedicate ai Santi Spyridon e Arsenio, l'Immacolata Concezione di Maria e il Mistero dell'Eucaristia. Nella chiesa sono conservati anche alcuni pregevoli dipinti ecclesiastici e monumenti funerari.

Chiesa della Santissima Vergine Spiliotissa  

La chiesa della Santissima Vergine Spiliotissa, chiamata anche Mitropolis dal nome della piazza in cui sorge, è situata di fronte al porto vecchio.

La chiesa, rialzatarispetto alla piazza e con una scalinata, risalta subito per il suo colore accesso e per la decorazione che ricorda un sole intorno al rosone.

Il nome Spiliotissa deriva da "spilià" che vuol dire grotta ed è il nome di questo quartiere chiamato così per la presenza di una grotta ai piedi della Fortezza Nuova.

Questa basilica ortodossa risale al 1577 ed ospita le spoglie di Santa Teodora di Augusta, un'imperatrice bizantina canonizzata nel IX secolo, le cui reliquie sono arrivate a Corfu da Costantinopoli insieme a quelle del Santo Patrono San Spiridone.

All'interno della chiesa ci sono icone bizantine come quella della Madonna Dimosiana, dipinta da entrambi i lati, e altre della Scuola Ionica ad opera di Damaskino, Tzane e Paramithioti.

Chiesa di San Giovanni

La Chiesa San Giovanni è un altro esempio dello stile architettonico delle isole Ionie.Dalla via in cui sorge (via Theotoki) si può ammirare solo la parte laterale della chiesa, dove c'è l'ingresso, e il tipico campanile che spicca fra i palazzi.

Al suo interno ci si ritrova in una chiesa con una sola navata, il tetto in legno e un corridoio perimetrale chiamato "nartece" che contiene opere interessanti da ammirare.

Le icone contenute in questa chiesa sono state realizzate da Tzane e Chrisolora mentre la volta è del Speranza (1773).

Chiesa della Madonna dei Forestieri

La Chiesa della Madonna dei Forestieri risale al XVIII secolo ed è situata proprio di fronte alla Chiesa di San Giovanni, con la differenza che di questa costruzione se ne può ammirare anche il frontone.  

Questa chiesa è molto sobria esternamente e si differenzia dalla precedente per il campanile e per il fatto di avere tre navate.

Costruita dal monaco Nikodemo è considerata la parrocchia degli stranieri e in particolar modo degli abitanti dell'Epiro.

La volta è stata realizzata da N. Kutuzi mentre l'iconostasi in legno risale al 1875, anno in cui è stata ricostruita. 

Fonte