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Corfù
è un'isola
greca,
nel mar Ionio,
di fronte alle coste dell'Albania,
da cui è separata da uno stretto di una larghezza variabile dai 3 ai 25 km.
La
città vecchia si estende tra la fortezza vecchia e la fortezza nuova: qui le
case testimoniano il succedersi di differenti popoli ed epoche. Sulla Spianata
si erge il Liston, un palazzo con porticato in stile francese progettato durante
la dominazione napoleonica e successivamente portato a termine dai britannici.
In generale nella città vecchia prevalgono gli edifici neoclassici.
La
città fu fondata col nome di Corcira
(gr. Kérkyra) nel 700 a.C. Entrò nella storia come colonia di Corinto
(733 a.C.)
e passò molte volte da una dominazione all'altra a causa della posizione molto
favorevole nel Mar Mediterraneo: legata a Roma
dal 299 a.C.
divenne poi nel IV-XI secolo bizantina,
XI-XII
normanna,
poi passò sotto Genova,
sotto gli Angioini,
nel 1202-1204 (l'epoca della 4a
crociata) arrivò Venezia, che rimase dalla fine del XIV
al XVIII
secolo.
Corfù
continuò ad appartenere all'Impero romano d'Oriente e dall'VIII secolo costituì
un distretto del tema di Cefalonia. Nell'876 la città divenne sede di un
vescovato, dipendente dal patriarcato di Costantinopoli. Con l'XI secolo, la
conquista normanna dell'Italia meridionale fece dell'isola uno dei primari
obiettivi dei sovrani siciliani. Roberto il Guiscardo se ne impadronì una prima volta nel 1081, ma
l'intervento della flotta veneziana, chiamata dall'imperatore Alessio
I Comneno, riportò l'isola sotto il dominio bizantino. I Normanni
riconquistarono però Corfù nel 1147, sia pure per breve tempo, e nuovi
attacchi subì nel 1185, finché nel 1199 non cadde in mano ai Genovesi.
Nel
1204, con la spartizione dell'impero bizantino seguita alla quarta crociata,
Corfù fu assegnata a Venezia. L'isola fu allora divisa in dieci feudi che
furono assegnati ad altrettanti nobili veneti, con il solo obbligo di versare un
tributo annuo e di provvedere alla difesa. Si trattò però di una breve
parentesi, perché nel 1214 se ne impadronì Niceforo Ducas, primo despota
d'Epiro, il quale costruì sulla costa occidentale il castello di S:Angelo a
protezione delle incursioni dei pirati genovesi e si preoccupò di risollevare
le condizioni della popolazione indigena e del clero ortodosso. Nel 1259, però,
dando in sposa la figlia Elena a Manfredi,
figlio di Federico II di Svevia, il despota Michele II Ducas gli diede in dote
Corfù e alcune fortezze sulla costa albanese, ponendo così termine alla
dominazione bizantina.

Il
dominio di Manfredi fu di breve durata. Egli fu infatti sconfitto e ucciso a
Benevento da Carlo d'Angiò, il quale si impadronì così del regno di Sicilia e
di Napoli. A Corfù il governatore svevo Filippo Chinardo cercò di conservare
il potere proclamandosi re dell'isola e facendo prigioniera la vedova Elena e i
figli. In tale occasione il despota Michele II cercò di recuperare la città,
ma i suoi tentativi fallirono e alla fine del 1266 re Carlo d'Angiò riuscì a
prendere possesso di Corfù e delle altre terre sulla terraferma albanese che
erano state di Manfredi. Da allora Corfù costituì la capitale dei domini
angioini del Levante e sul finire del '300 l'isola e i domini albanesi divennero
appannaggio del principe Filippo di Taranto che, sposatosi in seconde nozze con
Caterina di Valois, nipote dell'ultimo imperatore latino di Costantinopoli,
ereditò anche le rivendicazioni dei Courtenay
su Costantinopoli. Da allora l'isola fece sempre parte del principato di
Taranto.
A
governare l'isola fu inviato un capitano regio e un numeroso seguito di
funzionari e di soldati francesi e italiani, e venne intrapresa una radicale
trasformazione della società corfiota attraverso la concessione di feudi a
baroni provenienti dall'Italia e dalla Provenza, quali i Tocco, i Capece, gli
Hulot, gli Altavilla; fu ugualmente modificata la struttura amministrativa
dell'isola perché pur lasciando al loro posto i decarchi istituiti dai despoti
epiroti, tutto il territorio fu inquadrato in quattro balivati
(Agirù, Oros, di Mezzo e Alefchimo). I continui scambi con la costa italiana
portarono poi all'immigrazione nell'isola di numerosi ufficiali e funzionari
pugliesi. Nello stesso tempo si cercò di instaurare una gerarchia ecclesiastica
cattolica, con l'istituzione di un arcivescovo latino a Corfù e abolendo quindi
il vescovato ortodosso, sostituito da un semplice protopapas, eletto da un
collegio di preti e di laici.
Le
pressioni religiose dei governatori angioini crearono notevole malcontento tra i
Corfioti e di questa situazione, congiuntamente ai dissidi esistenti a Napoli
tra i vari pretendenti al trono, trassero profitto i Veneziani che sul finire
del XIV secolo, vinto il conflitto con Genova, avevano dato inizio ad una decisa
politica espansionistica lungo le coste albanesi e greche. Nel 1386 i Veneziani
assediarono Corfù con un imponente esercito sotto la guida del signore di
Padova Francesco da Carrara, ottenendo alla fine la resa del presidio angioino e
la dedizione della città. Ai Corfioti la Repubblica concesse ampi privilegi e
la conferma di tutti i precedenti ordini e statuti, e soprattutto si impegnò
per trovare un accordo con la potente aristocrazia baronale che dominava
l'isola. L'acquisto, inizialmente solo militare, divenne definitivo solo nel
1402, quando il re di Napoli Ladislao II cedette tutti i suoi diritti a Venezia
per 30.000 ducati d'oro.

Sotto
il dominio veneziano Corfù fu governata da un patrizio veneziano che, con il
nome di Bailo, era nominato per due anni e
amministrava la giustizia nell'isola con l'assistenza di due consiglieri,
anch'essi veneziani. Ad affiancarlo nelle questioni militari erano un
Provveditore e Capitano, il Capitan grande della fortezza vecchia e il
castellano del castello della campana nella città vecchia.
Nel
1715, dopo la perdita del Peloponneso vi si trasferì il Provveditore Generale
da Mare, un senatore nominato dalla Repubblica che aveva il comando supremo
della flotta in tempo di pace e al quale fu dato anche il governo civile,
criminale e militare delle Isole
Ionie. A lui erano portate in appello tutte le sentenze pronunciate dai
tribunali e dai rettori delle terre dipendenti che, nel XVIII secolo erano,
oltre a Corfù, le isole di Zante,
Cefalonia
(con Itaca),
Santa Maura
(o Leucade)
e Cerigo,
oltre ai due distretti di Prevesa
e Vonizza sulla prospiciente costa albanese. La città era retta da un regime
aristocratico,essendo consentito l'accesso al consiglio ed alle principali
cariche pubbliche solo da quelle famiglie (in parte discese dagli antichi baroni
francesi e napoletani) iscritte al libro d'oro, redatto nel 1572.
L'organo
principale dell'amministrazione comunale era il Maggior Consiglio, che si
riuniva annualmente per eleggere il Minor Consiglio, dal quale erano eletti
tutti i vari ufficiali della città e dei quattro baliati del suo distretto,
oltre alle isole di Passo (Paxos) e Antipasso
(Antipaxos) e ai borghi fortificati di Butrinto
e Parga, situati sulla terraferma.
Dopo
un breve periodo sotto la dominazione francese
e pochi anni riunita in una confederazione di isole, Corfù passò alla Grecia
nel 1864;
nella Seconda Guerra Mondiale fu base navale degli alleati,
venne poi presa dall'Italia
e sempre a Corfù venne combattuta un'aspra battaglia tra italiani e tedeschi in
seguito all'armistizio
dell'8
settembre 1943, battaglia che portò all'eccidio
degli ufficiali italiani, fra cui si ricorda il tenente Natale Pugliese.
Dal
1944 è ritornata alla Grecia ed è
meta di turisti grazie al clima mite ed alla bellezza del mare; gli unici resti
delle numerose dominazioni sono un palazzo reale di epoca classica, un teatro
veneziano e fortificazioni dello stesso periodo.

Sicuramente Corfù
è una delle isole greche dove il turismo di massa è più sviluppato. La più
settentrionale delle isole Ionie è frequentata tutto l’anno dai turisti, non
solo italiani ma provenienti soprattutto dal nord Europa in ogni periodo. È
un’isola molto verdeggiante anche in estate, ricca di vegetazione e dal clima
sempre mite. Tra le sue bellezze naturali si possono annoverare spiagge
dalla sabbia fine e baie ghiaiose, insenature, scogliere ed un mare sempre
limpido e cristallino.
Nei sui
villaggi, in modo particolare a Corfù città, sono ben visibili le tracce
del passato veneziano, francese ed inglese, che conferiscono al luogo
un’atmosfera speciale. L’isola è famosa per le sue magnifiche spiagge, ma
al di là di queste è un posto dove c’è tantissimo da scoprire e da vedere.
La
città di Corfù, specialmente nella sua parte vecchia, è forse uno dei
gioielli più affascinanti della Grecia moderna; un esempio di antica arte
bizantina e veneziana che vi saprà affascinare col suo alternarsi di intime
viuzze ed ampi scorci panoramici. Abbracciata
dal mare a metà della costa orientale dell'isola, la città vecchia è
delimitata dalle sue due antiche fortezze che con le storiche mura la circondano
completamente.
Arrivando
in porto con la nave, l’aria del mare carica di umidità crea un’immagine
incerta della città di Corfù, rivelando solo all’ultimo la sua massa
omogenea di vecchie case disposte ad anfiteatro.
La
città vecchia di Corfù, sorta nell’antichità in un’area limitata dalle
due fortezze e vedendo nel passato un crescente aumento della popolazione, ha
sviluppato nel corso della sua storia la costruzione di case a più piani. Gli
edifici, l’uno accanto all’altro, sono stati realizzati in pietra, senza
l’impiego di cemento armato, con le soffitte in legna e le tegole realizzate a
mano.
Fortunatamente
gli edifici danneggiati nel corso della seconda guerra mondiale sono pochissimi,
così il fascino e l’atmosfera di Corfù vecchia sono rimasti pressoché
intatti, riuscendo sempre a regalare ai visitatori l’immagine romantica di
tempi passati.
L’isola
di Corfù, per via della sua posizione strategica nel mediterraneo, ha sempre
attirato nel corso dei secoli l’interesse di numerosi conquistatori che non
hanno mancato di lasciare traccia del loro passaggio sia nella pianta
urbanistica, sia nell’impronta architettonica della città di Corfù. Ad
incantare il turista non sono tanto gli edifici in sè, quanto piuttosto il loro
insieme e l’atmosfera che soprattutto dopo il tramonto riescono a creare.
Il
quartiere della città vecchia più affascinante e antico è Campiello
dove vi troverete a camminare in strettissimi vicoli (in greco
"kantounia") delimitati da alti edifici e ad acquistare prodotti
locali in vecchie cantine, attratti dal suggestivo fascino di un pozzo
veneziano, scalinate di pietra, piazzette lastricate e cortili nascosti.
Tra
Campiello a nord del centro storico e il quartiere Spilia più a sud c'è via
Filellinon dove si trova al numero 18 il più vecchio edificio della città,
datato 1497. Di particolare si dice che il balcone sia uguale a quello di
Giulietta e Romeo.
Camminando
su e giù per le vie della Corfù vecchia sembrerà di visitare una sorta di
museo a cielo aperto, ma ogni tanto la vista blu del mare che vi appare tra un
edificio e l’altro riporta alla realtà e ricorda che la parte vecchia è viva
e non qualcosa di artefatto per incantare i turisti.
Le
innumerevoli strade lastricate consumate dal tempo ed i vecchi edifici fungono
quasi da preambolo all’enorme piazza della Spianada ed al lungo viale
porticato che la costeggia; un luogo questo che tanto per i turisti, quanto per
i residenti, rappresenta una tappa d’obbligo nel corso di una passeggiata.
Il tempio
di Artemide è un tempio
greco della prima metà del VI
secolo a.C. dedicato alla dea Artemide.
È uno dei più antichi templi in stile dorico ed è un tempio octastilo, con
diciassette colonne su ogni lato lungo.
Attualmente
rimangono solo le sculture del frontone occidentale,
in lastre a rilievo in poros (pietra tufacea),
in origine molto probabilmente policromi. 10 lastre su 21 furono rinvenute tra
il 1911 e il 1914 da Wiilhem
Dörpfeld presso il monastero
di Garitza. La ricostruzione del frontone, eseguita da Gerhart
Rodenwalt, è esposta nel Museo
archeologico di Corfù
La
pianta del tempio, di ordine
dorico è stata ricostruita del tipo pseudodiptero (periptero con
le colonne della peristasi distanziate il doppio dalle pareti della cella,
lasciando lo spazio per una fila intermedia che invece manca), ottastila (con
otto colonne sulla fronte) e con 17 colonne sui lati lunghi.
Lo
spazio della cella,
lungo e stretto, è suddiviso in navate da
due file di colonne: anteriormente la cella è preceduta da un pronao con
due colonne tra le ante,
e sul retro presenta un opistodomo simmetrico
al pronao.
Il
frontone, datato intorno al 585
a.C. presenta al centro una Gorgone nello
schema della corsa
in ginocchio, affiancata da due pantere, e dai figli, Pegaso e Crisaore (oppure
da Pegaso e Perseo),
di dimensioni ridotte. mentre ai lati, sempre con figure più piccole, sono
raffigurati episodi mitologici,
la cui interpretazione è ancora dibattuta, forse l'uccisione di Priamo da
parte di Neottolemo e Zeus che
uccide un Gigante,
terminanti negli angoli con figure di morti sdraiati. Si tratta del primo
passaggio dalle raffigurazioni puramente apotropaiche a
quelle narrative nello spazio frontonale.

Il
Palazzo di Achille o Achilleion è un palazzo fatto costruire dall'Imperatrice
Elisabetta d'Austria, anche nota come Sissi, dopo un suggerimento del console austriaco
Alexander von Warsberg. Elisabetta era una donna ossessionata dalla
bellezza, e molto vigorosa, ma tragicamente vulnerabile dopo la perdita
dell'unico figlio maschio, il Principe
Ereditario Rodolfo d'Austria nei fatti
di Mayerling nel 1889. Un anno dopo nel 1890, costruì una residenza
estiva nella regione di Gastouri, attualmente municipalità di Achilleion,
a circa dieci chilometri a sud della città di Corfù. Il palazzo fu progettato
dall'architetto napoletano Raffaele Caritto ed ha la figura dell'eroe mitologico Achille come
suo tema centrale.
Corfù
fu il luogo di vacanza preferito da Elisabetta, che fece costruire il palazzo
poiché ammirava la Grecia, la sua lingua e la sua cultura. La posizione
dell'Achilleion offre una vista panoramica della città di Corfù, a nord, e su
l'intera parte meridionale dell'isola. Gugliemo
II di Germania lo comprò dagli eredi dell'imperatrice,
frequentandolo ogni primavera fino al 1914,
e partecipando agli scavi archeologici nella zona.
Durante
la prima guerra
mondiale fu occupato dalle truppe francesi e serbe, che ne fecero un
ospedale. Alla firma del Trattato
di Versailles il palazzo fu acquisito dallo Stato greco a titolo di riparazione
di guerra.
Durante
la seconda guerra
mondiale fu di nuovo occupato dalle truppe dell'Asse;
tornato poi alla Grecia con la liberazione, fu affittato ad una società (ancora
tedesca), che tra il 1962 e
il 1992 ne
fece il primo casinò greco
del dopoguerra, mentre il pianterreno veniva adibito a museo dedicato ai suoi
antichi imperiali proprietari.
Oggi
la residenza accoglie sporadicamente vertici europei, come la firma del Trattato
di Corfù nel 1994,
ma è utilizzato soprattutto come museo.

La
Spianada di Corfù è una grande area piena di verde che separa la città
dalla fortezza vecchia; il suo nome è dovuto dalla completa assenza di edifici.
E' stata creata sotto la dominazione veneziana quando sono stati abbattuti i
palazzi ottenendo un'ampia area di fuoco per i cannoni della Vecchia Fortezza
permettendo quindi una miglior difesa della città. Oggi una parte della
Spianada di Corfù è stata adibita a parcheggio ed un'altra a parco con alberi,
sentieri e panchine, mentre più a nord viene ancora curato il campo da cricket,
introdotto dagli inglesi durante il loro periodo di occupazione. Nella Spianada
si svolgono numerosi eventi di carattere religioso (l'annuncio fatto
dall'Arcivescovo di Corfu della Resurrezione di Cristo a Pasqua e
lacommemorazione del Patrono) e mondano (concerti della Filarmonica, sfilata
delle maschere a Carnevale e partite di cricket).
Camminando
per la Spianada potete vedere statue, busti di personalità corfiote come D.
Solomos, N. Mantzaro e N. Theotoki, un monumento che commemora l'Unione delle
Isole Ionie alla Grecia e la Rotunda, creata nel 1816 in memoria dell'inglese
Sir Thomas Maitland, primo delegato della corona.
Un
ricordo significativo arriva anche dal periodo in cui Corfu subì la dominazione
francese; lungo la parte occidentale della Spianada sorge infatti uno degli
edifici più affascinanti della città, il Liston. Progettato
dall’ingegnere francese Lesseps che prese a modello la Rue Rivoli di Parigi,
il Liston con il suo porticato pieno di ristoranti e caffè è oggi il centro
della vita sociale per tutti i corfioti.
Risalente
alla dominazione inglese, uno splendido edifico neoclassico, noto col nome di Palazzo
dei Santi Michele e Giorgio (o Palazzo Reale di Corfù), chiude poi tutto il
lato nord della Spianada della vecchia Corfù. Se vi trovate da queste parti,
soprattutto all’ora del tramonto, suggeriamo una passeggiata breve ma davvero
suggestiva che parte dall’arco di San Giorgio, a destra del Palazzo Reale. Una
volta oltrepassato il grande arco, basta seguire la strada che, costeggiando il
mare, scende giù al porto e vi riporta all’entrata della città vecchia.
Ci
si ritrova praticamente a camminare su quelle che erano le antiche
fortificazioni sulla parte di Corfu che da’ sul mare, e accompagnati da uno
splendido tramonto, si possono ammirare edifici di storica importanza come la chiesa
della Panaghia “Antivouniotissa”, il Museo Bizantino, l’antica Porta
di San Nicola ed il vecchio porto.
Fortezza
Vecchia

L'antica
fortezza di Corfù è una delle opere di fortificazione più impressionanti
d'Europa. Si trova sul lato orientale della città, su una penisola rocciosa che
entra nel mare. Questa fortezza è chiamata Vecchia in contrasto con la Nuova
Fortezza (di San Marco), che fu anche costruita per proteggere la città da
nemici e pirati.
Prima dell'era veneziana, il promontorio, che si trova tra il golfo di Kerkyra a
nord e la baia di Garitsa a sud, era difeso da fortificazioni bizantine che
i veneziani sostituirono in gran parte con fortificazioni di loro
progettazione. Nell'ambito dei loro piani difensivi, i veneziani separarono
il promontorio dal resto della città formando la Contrafossa,
un fossato che è in realtà un canale marittimo che collega il golfo
e la baia, rendendo la cittadella un'isola artificiale. Il forte respinse
con successo tutti e tre i principali assedi ottomani: il grande assedio
del 1537, l'assedio del 1571 e il secondo grande assedio di Corfù nel
1716.
STORIA
- La prima indicazione di
fortificazioni sul sito attualmente occupato dalla Fortezza Vecchia risale al VI
secolo d.C., dopo la distruzione dell'antica città di Corcyra da
parte degli Ostrogoti. L'invasione gotica costrinse i corfioti a cercare
rifugio all'interno delle fortificazioni sulla penisola all'estremità della
città.
Dopo
un periodo di cui non sono noti sviluppi politici o militari nella cittadella
tra il VII e il X secolo d.C., il primo rapporto circa le fortificazioni
restaurate risale all'inizio dell'XI secolo quando Anna Comnena si
riferisce ad essa definendola "città fortificata di Corfù" nel suo
libro Alessiade.
La
cittadella è caratterizzata da due cime fortificate da robuste torri. La vetta
occidentale, più alta e prossima all'abitato, fu fortificata dai Bizantini
intorno al XII secolo d.C. e fu chiamata Castel a Terra dai Veneziani,
che la ribattezzarono anche Castel Nuovo o "Castello Nuovo".
La vetta orientale fu invece chiamata Castel a Mare o Castel
Vecchio e per un certo periodo fu utilizzata anche come polveriera.
Dopo
l'invasione gotica e fino al XIII secolo, la città medievale di Corfù si
sviluppò all'interno dei confini della penisola che oggi è occupata dalla
Fortezza Vecchia. All'inizio del XV secolo, i veneziani iniziarono a sostituire
le antiche fortificazioni bizantine.
Dopo
il primo assedio di Corfù da parte degli Ottomani nel 1537, il
governatore veneziano ordinò la costruzione di nuove zone difensive
incorporando nuovi bastioni e torri che esistono tutt'oggi. Gli ingegneri
militari veneziani Savorgnan e Martinengo progettarono i
bastioni della fortezza tra il 1545 e il 1555, considerati capolavori
dell'ingegneria militare.
Come
parte dei loro piani difensivi per la penisola della cittadella, i veneziani
formarono la Contrafossa, un fossato che trasformò la cittadella in
un'isola artificiale. Il fossato esiste ancora oggi ed è ancora noto alla gente
del posto con il suo nome italiano. Fin dalla creazione della Contrafossa
l'accesso alla cittadella avveniva tramite un ponte levatoio, che in epoca
moderna è stato sostituito da uno permanente.
Il
forte respinse con successo tutti e tre i principali assedi ottomani: il grande
assedio del 1537, quello del 1571 e il secondo grande assedio di Corfù nel
1716.
Nel
1537, durante la terza guerra ottomano-veneziana, il sultano Solimano
il Magnifico inviò 25.000 uomini al comando dell'ammiraglio Hayreddin
Barbarossa per attaccare Corfù. Gli ottomani sbarcarono nella Baia di
Govino, l'attuale Gouvia, e avanzarono verso la città di Corfù, distruggendo
il villaggio di Potamos lungo il tragitto.
La
Fortezza Vecchia, la sola fortificazione della città di Corfù in quel periodo,
e il castello di Angelokastro erano gli unici due luoghi dell'isola
non ancora caduti in mano agli invasori in quel frangente. Nelle parti
indifese dell'isola, le persone furono uccise o catturate come schiave
dall'esercito del Sultano.
Persino
alla Fortezza Vecchia donne, bambini e anziani, chiamati dai veneziani
gli inutili, furono allontanati e lasciati fuori dalla fortezza a morire o
essere ridotti in schiavitù. La ribellione del popolo alle porte del forte fece
infuriare i corfioti, che persero fiducia nell'efficacia dei piani difensivi
proposti dal governo di Venezia.
La
fortezza di Corfù fu difesa con successo dalla sua guarnigione, al pari di
Angelokastro. Durante la ritirata, l'esercito ottomano devastò le aree indifese
sia della città di Corfù che del resto dell'isola. In totale circa 20.000
persone che non riuscirono a trovare rifugio in nessuno dei due castelli furono
uccise o portate via come schiave.
Nell'agosto
del 1571 gli ottomani tentarono ancora di conquistare Corfù. Dopo aver
conquistato Parga e Mourtos sulla terraferma greca, attaccarono le
isole Paxoi, sbarcandovi un contingente.
Un
drappello ottomano, in viaggio verso la città, inizialmente occupò e distrusse
il villaggio di Potamos. Sebbene il castello della città di Corfù fosse
rimasto saldo, il resto di Corfù fu distrutto e la popolazione civile indifesa
fuori dai castelli subì pesanti perdite. Case, chiese ed edifici pubblici
furono bruciati nelle periferie della città.
Nel
1716, durante l'ultima guerra ottomano-veneziana, gli ottomani progettarono un
nuovo attacco a Corfù. In previsione dell'assedio, Venezia nominò il
conte Johann Matthias von der Schulenburg e lo incaricò della difesa
del forte. In preparazione all'assedio turco, Schulenburg rafforzò
ulteriormente le difese della Fortezza Vecchia.
Il
6 luglio 1716 Kara Mustafa Pasha condusse la flotta ottomana a Corfù per
assediare il forte. Gli ottomani nel corso dello sbarco si stabilirono in
posizioni strategiche e installarono l'artiglieria situata sulle vicine colline
di Avrami e Sarocco, avviando il bombardamento della cittadella.
Dopo
feroci combattimenti, durante i quali Schulenburg e la guarnigione corfiota
locale si distinsero in battaglia, gli ottomani abbandonarono definitivamente i
loro piani e lasciarono Corfù il 19 agosto 1716, dopo un assedio durato sette
settimane.
All'indomani
dell'assedio, i veneziani guidati dal conte Schulenburg progettarono ulteriori
espansioni delle fortificazioni della città e fu presa la decisione di
costruire nuovi forti in cima alle colline Avrami e Sarocco per prevenire
qualsiasi futuro bombardamento contro il vecchio forte. Fu costruito anche un
arsenale a Gouvia per rifornire e riparare la flotta.
Nel
1718 un fulmine colpì la polveriera di Castel da Mare provocando
un'esplosione che creò una reazione a catena durante la quale esplosero anche
tre depositi di munizioni secondarie, che a loro volta distrussero gran parte
degli edifici all'interno del castello, compreso il palazzo del Capitano
Generale della fortezza, assieme a molti edifici cittadini.
Il
comandante veneziano della fortezza, il capitano Andrea Pisani, fratello
del doge di Venezia Alvise Giovanni Mocenigo, morì insieme ad altri
suoi colleghi. Centinaia di altre vittime morirono nell'esplosione, in
"una delle più grandi catastrofi" della storia di Corfù.
Schulenburg
ricostruì la Fortezza Vecchia e costruì due nuovi forti sulle colline Avrami e
Sarocco entro il 1721. Questi furono infine demoliti quando Corfù fu unita alla
Grecia come richiesto dal Trattato di Londra (1864).
Nel
1923 la Vecchia e la Nuova Fortezza furono bombardate dall'Aeronautica Militare
Italiana nel corso dell'Incidente di Corfù.
La
fortezza fu utilizzata alla fine della seconda guerra mondiale dai
nazisti per imprigionare gli ebrei di Corfù prima della loro deportazione
dall'isola. L'8 giugno 1944 agli ebrei di Corfù fu detto di presentarsi la
mattina seguente al vecchio forte. Di fronte all'ultimatum, alcuni fuggirono
nelle campagne, ma la maggior parte, temendo per le proprie famiglie, si recò
la mattina del 9 giugno alla Fortezza Vecchia, come era stato loro detto. Lì, i
nazisti li costrinsero a consegnare i loro gioielli e le chiavi delle loro
proprietà, e successivamente furono condotti nella prigione all'interno della
Fortezza. L'incarcerazione degli ebrei presso le segrete del castello, in
condizioni dure e senza servizi rudimentali, si protrasse per giorni fino a
quando furono trasportati a Lefkada e poi in successione
a Patrasso, Pireo e Haidari, dopodiché 1.800 ebrei corfioti
furono deportati nel campo di concentramento di Birkenau su
rotaia. Di coloro che furono costretti a lasciare Corfù, 120 alla fine
tornarono.
La
Fortezza ospita la Biblioteca Pubblica di Corfù che si trova nelle vecchie
caserme britanniche. L'area della fortezza viene utilizzata anche per vari
tipi di mostre d'arte e rassegne culturali.
Anche
l'Hellenic Music Research Lab dell'Università Ionica si trova presso la
Fortezza Vecchia.
ARCHITETTURA
- Si accede alla fortezza tramite la Spianada, la famosa piazza di Corfù,
che è in effetti la seconda piazza più grande d'Europa. L'ingresso è ad arco
e al di sopra vi è un simbolo veneziano, scolpito nel marmo. Dopo l'entrata, ci
sono due stanze su entrambi i lati che ora ospitano la Collezione Bizantina di
Corfù e un negozio di articoli da regalo. A pochi passi, c'è un altro fossato
di 22 metri, oggi arido, che è stato usato come misura di protezione
aggiuntiva.
Dopo l'ingresso, sulla destra, c'è la piccola cappella della Madonna del
Carmine, dove i condannati a morte venivano trasferiti in catene.
Le scale in
pietra conducono a un pozzo poligonale del 1732 e dopo una salita di circa 20
minuti si raggiunge la torre dell'orologio, il punto più alto della fortezza.
Gli storici ipotizzano che in questo luogo, in passato, ci fosse un antico
tempio.
Inoltre, alcuni
resoconti del Medioevo ci informano che questa cima, chiamata Cittadella, era
abitata e aveva case, chiese, cisterne per l'acqua e magazzini per la polvere da
sparo. Nel 1499, 1800 persone la abitavano. Sfortunatamente, un'esplosione nel
1718 distrusse gran parte della Cittadella e la chiesa di Agioi Apostoli.
Al
termine della galleria si trova anche un sentiero che conduce all’antica
caserma oggi abbandonata, mentre, nella parte sud della collina, si trova la
piccola cappella dorica di San Giorgio edificata nel 1840 dagli inglesi come
chiesa per il contingente britannico e vent'anni più tardi convertita a chiesa
cattolica e adornata con icone provenienti dalla chiesa di San Spyridon presente
nella città vecchia di Corfù.
La statua in
onore del generale Schulenburg (eretta dai veneziani per ricordare la difesa
contro i turchi) prelude l’ingresso al ponte del primo fossato che, assieme al
secondo, conduce i visitatori al cortile interno della fortezza.
All'interno
della fortezza ci sono diversi edifici tra cui una prigione costruita nel 1786
dai veneziani e ampliata inseguito dagli inglesi, la cappella militare
della "Madonna dei Carmini", due caserme costruite dagli inglesi
intorno al 1850 e un ospedale militare oggi diventato una scuola di musica.
All'interno
della fortezza vicino alla porta principale esistono oggi l'archivio storico che
raccoglie più di sei secoli di storia con una grande varietà di documenti e
un'area espositiva dove ha trovato sistemazione la Raccolta Bizantina di Corfu
che include mosaici dalla basilica della Paleopolis, sculture, icone e affreschi
d'epoca bizantina.
Oltre
all’interesse storico culturale, ciò che rende speciale la Fortezza Vecchia
è senza dubbio l’incantevole panorama che qui si apre sulla città di Corfu e
sul braccio di mare che separa la stessa isola di Corfu dalla vicina terraferma.
Sul lato orientale della fortezza, c'è una pianura, utilizzata oggi per eventi
culturali in estate. In questa piazza piatta, c'è la chiesa di San Giorgio,
costruita dai veneziani come un antico tempio. Questa è in realtà l'unica
chiesa in Grecia che è stata costruita secondo lo stile dorico. Sopra questa
piazza, c'è una caffetteria. Per più di quattro secoli, questa fortezza era
stata il simbolo dell'occupazione veneziana nelle isole ioniche e oggi è uno
dei luoghi più impressionanti di Corfù.
Fortezza
nuova
Imponente,
si erge alla sinistra quando si entra in porto con la nave, ma è forse
dall’altura sopra il porto vecchio che si può apprezzarla nel modo migliore.
Sotto
la supervisione dell’architetto Francesco Vitelli, la Fortezza Nuova di Corfù
fu edificata tra il 1576 e il 1645, quando furono demoliti numerosi edifici e
chiese per reperirne i materiali necessari per la costruzione.
Distrutta
in gran parte durante la II Guerra Mondiale, la Fortezza Nuova permette oggi di
apprezzare la strada lastricata d’accesso con la sua Porta che ancora reca il
simbolo veneziano del Leone di San Marco.
La
Fortezza Nuova è posizionata sopra al vecchio porto ed è una struttura lineare
e massiccia con al suo interno tunnel, oggi non utilizzabili, che la collegavano
alla Fortezza Vecchia e ad altri punti della città.
Forse
meno suggestiva della Fortezza Vecchia, merita comunque una visita anche solo
per la vista che da qui si gode sulla città sottostante e sulla vicina costa.
La
fortezza nuova è stata ristrutturata di recente ed oggi ospita mostre
pittoriche, fotografiche e di scultura oltre che a concerti e ad altre attività
artistiche di rilievo.
Fortezza
di Angelokastro
Angelokastro è
un castello bizantino che
si trova in cima alla vetta più alta della costa dell'isola, nella costa
nord-occidentale, vicino a Palaiokastritsa. Si
trova a 305 m su una ripida scogliera a picco sul mare e sorveglia la città
di Corfù.
Angelokastro
è uno dei più importanti complessi fortificati di Corfù. Era un'acropoli
che sorvegliava la regione fino all'Adriatico meridionale e rappresentava un
formidabile punto di osservazione strategico per l'occupante del castello.
Angelokastro
formava un triangolo difensivo con i castelli di Gardiki e Kassiopi,
che copriva le difese di Corfù a sud, nord-ovest e nord-est.
Il
castello non cadde mai, nonostante i frequenti assedi e tentativi di conquista
nel corso dei secoli, e svolse un ruolo decisivo nella difesa dell'isola dalle
incursioni dei pirati e durante i tre assedi di Corfù da parte degli Ottomani,
contribuendo in modo significativo alla loro sconfitta.
Durante
le invasioni aiutò a riparare la popolazione contadina locale. Gli
abitanti del villaggio combatterono anche contro gli invasori svolgendo un ruolo
attivo nella difesa del castello.
Il
periodo esatto della costruzione del castello non è noto, ma è stato spesso
attribuito ai regni di Michele
I Comneno e suo figlio
Michele II Comneno. Le
prime testimonianze documentarie della fortezza risalgono al 1272, quando
Giordano di San Felice ne prese possesso per conto di
Carlo d'Angiò , che
aveva preso Corfù da Manfredi,
Re di Sicilia nel 1267.
Dal
1387 alla fine del XVI secolo, Angelokastro fu la capitale ufficiale di Corfù e
la sede del Provveditore Generale
del Levante, governatore
delle isole Ionie e comandante della flotta veneziana, che era di stanza a Corfù.
Il
governatore del castello (il castellano )
era normalmente nominato dal consiglio comunale di Corfù ed era scelto tra i
nobili dell'isola.
Angelokastro
è considerato uno dei resti architettonici più imponenti delle Isole Ionie, insieme
al Castello di Kassiopi,
al Castello di Gardiki e alle due fortezze veneziane della città di Corfù, la Cittadella e
il Forte Nuovo.
Angelokastro
è considerato uno dei resti architettonici più imponenti delle Isole
Ionie insieme ad altre
quattro fortificazioni di Corfù come il Castello di Gardiki, il Castello di
Kassiopi costruito dagli Angioini e
le due fortezze veneziane della città
di Corfù , la
Cittadella e il Forte Nuovo.
In
contrasto con lo stile puramente bizantino del castello di Gardiki, anch'esso
costruito in un'unica forma, lo stile architettonico di Angelokastro potrebbe
non essere stato puramente bizantino e potrebbe essere stato influenzato da
elementi architettonici franchi o dell'Italia meridionale, sebbene i dettagli di
tale influenza non siano distinguibili oggi a causa del suo attuale stato di
rudere.
Castello
Gardiki

Il
castello presenta una pianta ottagonale allungata in un ellisse con 8 torrioni a
due piani (6 dei quali perfettamente conservati) disposti a raggiera sui vertici
dell'ottagono.
La
prima costruzione risale probabilmente all'XI-XIII secolo e l'aspetto attuale
presenta, nella muratura, le caratteristiche file di mattoni rossi dell'edilizia
militare bizantina. Fu costruito probabilmente contemporaneamente alla fortezza
di Angelokastro sotto
il despotato di Michele
II Ducas Comeneno (1230-1267) per presidiare la parte meridionale dell'isola.
Nel
torrione più meridionale sono stati trovati frammenti di tappezzeria lungo le
pareti, forse era stato convertito in una piccola chiesa.
Presenta
tre ingressi di cui attualmente è aperto solo quello a sud.
Non
si sa con certezza quando e perchè venne abbandonato ma quando nel 1537 Khayr
al-Dīn Barbarossa al comando della flotta ottomana attacca l'isola il
castello era stato già dismesso dai veneziani.
Castello
di Kassiopi

Il
castello di Kassiopi sorge nell'omonima località che è situata lungo la costa
nord-orientale dell'isola di Corfù.
La
cima del promontorio che divide le due spiagge che in passato erano i due porti
di Kassiopi fu fortificata già in epoca romana. Nel 577 i Goti devastarono il
villaggio e rasero al suolo la fortezza che fu ricostruita dall'imperatore
Maurizio (582-602).
Nel
novembre del 1084, nelle acque della sua baia, la flotta normanna di Roberto il
Guiscardo che cercava di riconquistare l'isola, fu sonoramente sconfitta
dall'attacco congiunto delle navi bizantine e veneziane.
Mantenuta
in opera durante la dominazione angioina (1266-1386), la fortezza fu demolita
dai Veneziani nel 1386, quando sferrarono il massiccio attacco contro
l'isola, conquistarono il castello e lo smantellarono per ricostruirlo circa
cento anni dopo.
Il
nuovo castello venne in seguito gravemente danneggiato nel corso delle
incursioni turche del 1537 e del 1571, dopo la quale fu giudicato indifendibile
dai veneziani e abbandonato. In questo modo però la città rimase indifesa e
gli abitanti furono costretti a cercare rifugio nei villaggi arroccati
sul monte Pantokrator. Il suo aspetto attuale è quindi dovuto in gran parte
alla ricostruzione veneziana del XV secolo.
La cinta muraria, rafforzata da 19 torri a pianta quadrata e circolare, ha
un'estensione di circa 1 km e la forma di un quadrilatero.
Palazzo
di San Michele e San Giorgio
Realizzato
in tufo di Malta tra il 1819 e il 1824 su progetto del colonnello G. Whithmore,
è questo l’unico esempio di architettura giorgiana in tutto il Mediterraneo.
Nato
in origine come residenza del Governatore britannico Sir T. Maitland, divenuto
poi dimora estiva dei Reali greci, è stato restaurato in previsione
dell’Incontro al Vertice dell'Unione Europea avvenuto nel 1994.
In
passato fu la sede prima dell'Ordine dei Cavalieri di San Giorgio e San Michele,
da cui il palazzo prende il nome, e poi anche del Senato della Repubblica delle
Ionie. Oggi invece ospita il Museo di Arte Asiatica, la Pinacoteca comunale e la
Sovrintendenza alle Antichità Classiche di Corfu.
Dal
punto di vista architettonico il Palazzo di San Michele e San Giorgio è
caratterizzato da un colonnato dorico sulla facciata e da bassorilievi lungo
tutto il cornicione che raffigurando le sette isole dello Ionio; Corfu è
simboleggiata da una nave, Paxi da un tridente, Kitira da Afrodite con un
delfino e le altre isole dai visi dei loro eroi. Questi bassorilievi sono tutti
stati realizzati da Paul Prosalentis.
Alle
due estremità del palazzo ci sono due archi o porte, quella di sinistra è la
porta di San Georgio, sotto cui si passa in macchina per raggiungere il porto
vecchio, mentre quella di destra è di San Michele e conduce ad un giardino
interno.
Di
fronte a questo palazzo neoclassico ci sono dei giardini e una fontana al cui
centro spicca la statua in bronzo di Sir Frederick Adam, colui che curò la
costruzione dell'acquedotto cittadino.
All'interno
del palazzo sono di notevole impatto la sala centrale del piano terra, decorata
con colonne ioniche e affreschi di scene dell'Odissea, e la scala che porta ad
all'anticamera del primo piano decorata con colonne corinzie.
Le
sale presenti al piano terra sono tre: la sala delle danze che è rotonda, la
sala del trono e quella dei banchetti.
Ci
sono poi la biblioteca municipale, al primo piano il Museo
di Arte Asiatica, nell'ala est una galleria d'arte, con le opere di
artisti corfioti del XIX secolo, dove vengono organizzate anche delle esibizioni
temporanee e una caffetteria che alle pareti mostra delle mappe di grande valore
storico ed artistico.
Liston
Il
Liston è il lungo porticato che si trova di fronte alla Spianada. E' il cuore
della vita diurna e notturna della città vecchia ed è frequentato, oltre che
dai turisti, anche dai corfioti che vengono qui per bere un caffè ed
incontrarsi con gli amici.
Offre un susseguirsi di locali caratteristici per mangiare e caffè per
prendersi un aperitivo rilassandosi in un bel contesto.
Ideato
e costruito sotto la dominazione francese (1807-1814) da Mathieu de Lesseps
prende ispirazione dalla via di Parigi chiamata Rue de Rivoli.
Fu
completato durante il Protettorato britannico (1815-1864).
Il Liston è un complesso architettonico costituito da due edifici adiacenti con
un lungo porticato che si affaccia su una strada pedonale larga e lastricata.
Dal
Liston si possono ammirare i giardini della Spianada dove i corfioti giocano a
cricket e, durante la Pasqua, diventa un luogo di passaggio importante per la
processione in onore del santo patrono.
Municipio
Il
Municipio è situato in via Voulgareos e si affaccia su una delle più belle
piazze della città vecchia che in passato era il fulcro della vita dei
corfioti.
In
origine il Municipio era la Loggia dei Nobili ed è l'unico edificio che
presenta dei muri ricoperti con pietra di Sinies scolpita. La sua costruzione
iniziò nel 1663 e andò avanti per trenta anni.
Cambiò
varie volte l'utilizzo di questo edificio, da circolo per i nobili diventò nel
1720 il teatro lirico "San Giacomo" (dal nome del duomo cattolico
presente nella piazza) e poi nel 1903 fu aggiunto un piano e divenne sede del
Comune di Corfu.
Dal
punto di vista architettonico presenta sulla facciata e sul retro decorazioni in
pietra raffiguranti maschere, iscrizioni storiche e altri simboli come l'emblema
dell'isola (una barca).
Su
uno dei lati è presente il busto mutilato dell'ammiraglio F. Morosini con anche
la descrizione delle sue imprese e quattro fanciulli intorno a lui che
simboleggiano le sue virtù. Il busto fu mutilato dopo l'infame bombardamento
del 1687 ordinato dallo stesso ammiraglio.
Parlamento
Ionico
Il Parlamento Ionico
fu costruito da Ioanni Chroni nel 1855 ed è situato in via Mustoxidi.
Edificio
in stile neoclassico è caratterizzato da un colonnato dorico all'ingresso e da
iscrizioni in greco e in inglese sui due lati.
Le iscrizioni ricordano la proclamazione dell'annessione delle Isole Ionie alla
Grecia che è stata votata proprio in questo edificio nel 1864.
Dopo
l'Annessione questo edificio venne donato dallo Stato per diventare una chiesa
protestante e nel 1978 fu restaurato e divenne sede di un Museo dedicato ai
combattenti per la libertà delle Isole Ionie.
Palazzo
di Mon Repos
La villa fu
costruita come residenza estiva per il Lord High Commissioner degli Stati
Uniti delle Isole Ionie, Frederick Adam, e la seconda moglie, originaria
dell'isola, Diamantina 'Nina' Palatino, nel 1828 -1831, nonostante
Adam venisse inviato a servire in India poco dopo, nel 1832. Fu
usata raramente come residenza dai successivi governatori britannici.
Nel 1833 ospitò
una scuola di belle arti, mentre nel 1834 il parco fu aperto al
pubblico. L'imperatrice Elisabetta d'Austria vi soggiornò nel 1863,
innamorandosi dell'isola, dove in seguito costruì l'Achilleion.
Dopo l'unione
con la Grecia nel 1864, la villa fu concessa al re Giorgio I
degli Elleni come residenza estiva, venendo ribatezzata Mon Repos (francese
per "Mio riposo"). La famiglia reale la usò come residenza estiva
fino a quando il re Costantino II fuggì dal paese nel 1967.
La villa venne successivamente abbandonata, per essere poi restaurata negli anni
'90.
Diverse nascite
reali hanno avuto luogo nella villa, tra cui quelle della principessa Sofia
di Grecia e Danimarca il 26 giugno 1914, del principe Filippo,
duca di Edimburgo il 10 giugno 1921 e della principessa Alessia
di Grecia e Danimarca il 10 luglio 1965.
Accademia
Ionica
Edificio
del XVIII secolo in origine era una caserma veneziana chiamata
"Grimani".
Nel
secolo successivo e precisamente nel 1824 vi si insediò l'Accademia Ionica e più
tardi, dopo l'unificazione delle Isole Ionie con la Grecia, la Biblioteca
comunale.
L'Accademia
Ionica era conosciuta in tutta la Grecia e divenne il nucleo di una rinascita
letteraria con in testa i poeti Solomos e Mavilis.
Nel
1943 l'edificio fu parzialmente distrutto da bombardamenti italiani ma venne
presto ristrutturato.
Attualmente
ospita il Rettorato dell'Università dello Ionio che è l'unica università
presente in tutte le Isole Ioniche.
Chiesa
di San Spiridone
Entrando nella città
vecchia dal lato del porto, prima di raggiungere la Spianada di Corfù e nel
cuore degli edifici vecchi, si trova quello che è forse il monumento religioso
più famoso dell’isola: la chiesa di San Spiridone.
Questa
chiesa fu costruita nel 1590 ed è un esempio tipico di architettura
ecclesiastica delle isole Ionie in Grecia. Presenta una sola navata, un soffitto
suddiviso in cassettoni incorniciati in oro con icone che raffigurano scene di
vita del Santo e un campanile imponente, il più alto della città, che può
essere visto perfino dal Liston.
L'esterno
è molto sobrio e all'interno invece si possono ammirare diversi dipinti che
furono realizzati in origine da P. Doxaras ma che una volta distrutti furono
riprodotti fedelmente da N. Aspiotis.
La
chiesa sui lati ha due differenti ingressi uno su via San Spiridon e l'altro di
fronte ad una piazzetta e quando viene suonato l'organo la musica si diffonde
nelle vie vicine.
In
questa chiesa sono custodite accanto all’altare in un’urna d’argento del
XIX secolo le reliquie di San Spiridone che è considerato il santo protettore
di Corfu.
San
Spiridone è nato, vissuto e morto a Cipro dove dopo la scomparsa di sua moglie
si dedicò alla chiesa e compì numerosi miracoli. Le sue spoglie furono portate
prima a Costantinopoli quando Cipro fu invasa dai Saraceni (nell'aprire la sua
tomba trovarono ancora il corpo intatto che emanava profumo di basilico) e poi
quando Costantinopoli cadde sotto i turchi vennero trasferite a Corfu dove si
trovano ancora oggi.
Si narra che San
Spiridone diventò il patrono dell'isola perché la salvò per ben due volte
(1554 e 1630) dall’incubo della peste, una volta dalla carestia e, nel lontano
1716, scacciò anche i turchi che tentavano l’invasione. Questi quattro grandi
miracoli che il Santo fece per l'isola vengono commemorati con altrettante
processioni.
La
data ufficiale in cui viene celebrata la memoria del Santo è il 12 Dicembre, ma
appunto quattro volte all’anno (11 Agosto, la prima Domenica di Novembre, la
Domenica delle Palme ed il Sabato Santo) le sue reliquie vengono portate in
processione lungo le vie della città, in memoria degli atti miracolosi che
salvarono Corfu e i suoi abitanti.
Se
vi capita di essere sull’isola di Corfu durante una di queste date, fate un
salto nella città vecchia, dove alle processioni fanno seguito le più
importanti bande musicali dell’isola e dove regna ovunque un clima di festa ed
allegria.
Chiesa
cattolica di San Giacomo
La chiesa di
San Giacomo è la cattedrale cattolica di Corfu. Sorge di fianco al municipio e
in una delle piazze più belle della città vecchia, piazza Dimarchio.
La nuova
cattedrale cattolica è stata consacrata il 31 dicembre 1553 dall'arcivescovo
latino Iakovos Cocco e ristrutturata nel 1658. La cattedrale è stata poi
distrutta completamente dai tedeschi durante la seconda guerra
mondiale la notte del 13 settembre 1943. La ricostruzione si è conclusa
nel 1970.
Oggi la chiesa
ha una navata con sei cappelle. L'altare centrale è dominato dal Cristo
crocifisso. A sinistra si trovano tre cappelle dedicate rispettivamente a Cristo
Re dell'Universo, la Madonna della salute, con l'omonima icona, e Santa
Teresa di Lisieux.
A destra altre
tre cappelle dedicate ai Santi Spyridon e Arsenio, l'Immacolata Concezione di
Maria e il Mistero dell'Eucaristia. Nella chiesa sono conservati anche alcuni
pregevoli dipinti ecclesiastici e monumenti funerari.
Chiesa
della Santissima Vergine Spiliotissa

La
chiesa della Santissima Vergine Spiliotissa, chiamata anche Mitropolis dal nome
della piazza in cui sorge, è situata di fronte al porto vecchio.
La
chiesa, rialzatarispetto alla piazza e con una scalinata, risalta subito per il
suo colore accesso e per la decorazione che ricorda un sole intorno al rosone.
Il
nome Spiliotissa deriva da "spilià" che vuol dire grotta ed è il
nome di questo quartiere chiamato così per la presenza di una grotta ai piedi
della Fortezza Nuova.
Questa
basilica ortodossa risale al 1577 ed ospita le spoglie di Santa Teodora di
Augusta, un'imperatrice bizantina canonizzata nel IX secolo, le cui reliquie
sono arrivate a Corfu da Costantinopoli insieme a quelle del Santo Patrono San
Spiridone.
All'interno
della chiesa ci sono icone bizantine come quella della Madonna Dimosiana,
dipinta da entrambi i lati, e altre della Scuola Ionica ad opera di Damaskino,
Tzane e Paramithioti.
Chiesa
di San Giovanni
La
Chiesa San Giovanni è un altro esempio dello stile architettonico delle isole
Ionie.Dalla via in cui sorge (via Theotoki) si può ammirare solo la parte
laterale della chiesa, dove c'è l'ingresso, e il tipico campanile che spicca
fra i palazzi.
Al
suo interno ci si ritrova in una chiesa con una sola navata, il tetto in legno e
un corridoio perimetrale chiamato "nartece" che contiene opere
interessanti da ammirare.
Le
icone contenute in questa chiesa sono state realizzate da Tzane e Chrisolora
mentre la volta è del Speranza (1773).
Chiesa
della Madonna dei Forestieri
La
Chiesa della Madonna dei Forestieri risale al XVIII secolo ed è situata proprio
di fronte alla Chiesa di San Giovanni, con la differenza che di questa
costruzione se ne può ammirare anche il frontone.
Questa
chiesa è molto sobria esternamente e si differenzia dalla precedente per il
campanile e per il fatto di avere tre navate.
Costruita
dal monaco Nikodemo è considerata la parrocchia degli stranieri e in particolar
modo degli abitanti dell'Epiro.
La
volta è stata realizzata da N. Kutuzi mentre l'iconostasi in legno risale al
1875, anno in cui è stata ricostruita.
Fonte
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