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All'apice
della potenza, i romani cercarono
di consolidare i confini del loro
immenso impero realizzando
complessi difensivi di grandi
dimensioni: in Gran Bretagna
costruirono il vallo di Adriano,
in Germania il limes. Ciò fu
determinato dalla sconfitta subita
dall'esercito romano di Publio
Quintilio Varo contro i cherusci
nel IX secolo d.C. nella selva di
Teutoburgo.
In
quel momento Roma nutrì il timore
che le popolazioni germaniche
potessero espandersi a occidente,
mettendo in pericolo i suoi
territori lungo il Reno, la
Mosella e il Danubio. Pertanto nel
I secolo i romani iniziarono la
costruzione di una fortificazione
che si estende per 550 chilometri,
lungo il confine che dal Reno, in
prossimità dell'odierna Neuwied,
comprendesse Bad Ems, Saalburg,
Seligenstadt, Miltenberg, Lorch,
Aalen, Weiβenburg,
fino al Danubio, in corrispondenza
dell'attuale Neustadt in Baviera.
Per
la costruzione del limes
retico-germanico vennero tracciati
percorsi attraverso i boschi,
scavati fossati, erette palizzate
e mura fino a 3 metri d'altezza e
costruite 120 fortezze e 900 torri
di guardia. Il patrimonio
dell'umanità comprende questa
linea di confine con le strutture
militari annesse.
Il
limes era però molto di più di
un vallo contro i conquistatori.
Protetti dalle fortezze e dagli
accampamenti dei legionari,
sorsero insediamenti civili, a
partire dai quali si svilupparono
nuove città. Qui la cultura
romana ebbe modo di mescolarsi a
quella germanica e celtica.
Il
confine tenne fino al 260, poi
cadde sotto la pressione
dell'assalto degli alemanni.
Limes
germanico-retico

Il
Limes germanico-retico è un
insieme di fortificazioni di
confine, forti e fortini
ausiliari, torri o postazioni di
guardia, mura o palizzate ed un
vallo, eretti dai Romani a
protezione dei confini delle
province della Germania superiore
e della Rezia e che racchiudeva
tra i fiumi Reno e Danubio, i
cosiddetti territori degli Agri
decumates.
Oggi
molti storici, parlando di Limes,
intendono quella parte di confine
che si estendeva in Germania, fra
i fiumi Reno e Danubio, e che da
Rheinbrohl, vicino Neuwied,
congiungeva Kelheim an der Donau,
dopo ben 548 km di strade,
fortificazioni, torrette di
avvistamento, fossati, agger e
palizzata. Lungo il suo percorso
si trovano gli importanti siti
archeologici, con i relativi
musei, di Aalen, Saalburg e Weißenburg.
L'opera
cominciò sotto Vespasiano, il
quale diede inizio alla
penetrazione dell'area, grazie
alle campagne del legato della
Germania Superiore, un certo Gneo
Pinario Cornelio Clemente nel 74.
Furono creati, infatti, i forti di
Schleitheim, Hüfingen, Rottweil,
Waldmossingen, Offenburg e Riegel
am Kaiserstuhl.
Dieci
anni più tardi, al termine delle
campagne militari condotte dal
figlio, Domiziano, furono
costruiti tutta una serie di
fortini e strade militari nel
Wetterau e Taunus, iniziando a
creare il primo tratto fortificato
del limes germanico-retico che
congiungesse il fiume Lahn al
fiume Meno.
Contemporaneamente
più a sud si procedette
all'avanzata nei territori di
Nemeti e Triboci, percorrendo il
corso del fiume Neckar da ovest ad
est, e anche qui costruendo i
nuovi forti a Ladenburg e a
Heidelberg-Neuenheim, oltre al
forte di Baden lungo la sponda
destra del Reno, quasi di fronte
ad Argentoratae.
Nella
parte meridionale la penetrazione
avveniva portando la linea di
confine verso settentrione, con la
costruzione di tutta una serie di
nuovi forti ausiliari a Sulz,
Geislingen, Rottenburg an der
Laaber, Burladingen, Gomadingen,
Donnstetten, Urspring e Günzburg,
ed unendo così la fortezza
militare di Argentoratae
con la capitale della Rezia,
Augusta Vindelicum.

La
frontiera continuò a svilupparsi
anche negli anni successivi,
durante gli anni novanta, con la
costruzione di nuovi forti a:
Butzbach, Arnsberg, a Echzell (un
forte tra i più grandi di ben 5,2
ettari), più a sud a Heidenheim
ed a Degerfeld.
Traiano
potenziò un nuovo tratto di
frontiera più ad est, o quando fu
imperatore oppure ai tempi in cui
era ancora governatore della
Germania superiore sotto
Domiziano. Questo nuovo tratto
collegava il fiume Meno con il
Neckar, il cosiddetto limes di
Odenwald, che dal Meno presso Wörth
raggiunge il medio Neckar a
Wimpfen.
Il
successore Adriano, recatosi lungo
la frontiera germano-retica,
contribuì alla costruzione della
linea dell'Alb, fatta di torri di
guardia paragonabili al limes del
Taunus-Wetterau-Odenwald, alla
ricostruzione di numerosi forti in
pietra ed al consolidamento di
quanto fatto dai suoi
predecessori. Il nuovo spostamento
degli auxilia sulla nuova linea di
frontiera, portò all'abbandono
dei forti del retroterra come
Wiesbaden ed Heddernheim.
È
sotto Antonino Pio che molte delle
torri e dei forti costruiti in
precedenza in legno, furono
ricostruiti interamente in pietra
(a volte in siti differenti) e
soprattutto si ebbe la definitiva
evoluzione di questo tratto di
limes tra Germania superiore e
Rezia. Egli, infatti, già a
partire dal 145-146 promosse
l'abbandono della precedente linea
di difesa dell'Odenwald-Neckar a
favore di una posizione più
avanzata di 30 km, ma non
sappiamo se ciò comportò
notevoli operazioni di guerra
nell'area.
Sotto
Caracalla, potrebbero essere stati
aggiunti ulteriori sbarramenti,
fossati, palizzate e terrapieni,
in seguito alle prime invasioni
degli Alemanni del 213, i quali
continuarono a guerreggiare con i
successori, da Alessandro Severo a
Massimino il Trace, fino a
Gallieno. E quest'ultimo decise il
definitivo abbandono ed
evacuazione di tutti i territori
ad est del Reno ed a nord del
Danubio, a causa delle continue
invasioni delle tribù germaniche
limitrofe degli Alemanni. Era il
260 circa.
Le
continue invasioni barbariche, in
particolare degli Alemanni, oltre
alla contemporanea secessione
della parte occidentale
dell'impero, guidata dal
governatore di Germania superiore
ed inferiore, Postumo, costrinsero
l'allora imperatore Gallieno ad
abbandonare il territorio degli agri
decumates, riportando il limes
ai grandi fiumi: ad ovest del Reno
ed a sud del Danubio. Era il
259-260.

Si
trattava di una palizzata con
tronchi di quercia del diametro di
circa 30 cm, conficcati nella
terra per non meno di un metro, e
che si innalzavano per circa 3
metri sopra il livello del
terreno. Questa palizzata era
stata eretta solo dove non
scorreva il fiume, non tanto come
forma di barriera protettiva, ma
per segnare il margine esterno
dell'Impero. Cominciava in
Germania superiore, dove la
frontiera si allontana dalla riva
sinistra del Reno, attraversa il
Taunus, il Wetterau e finisce sul
Meno. Riprende nell'Odenwald,
termina sul fiume Neckar e
riprende con il limes dell'Alb, e
cessa sul Danubio presso Eining.
Il
limes della zona del Taunus e del
Wetterau fu completato sotto
Antonino Pio, aggiungendo alla
palizzata preesistente, un
terrapieno ed un fossato a forma
di "V" (largo tra i 6-7
metri e profondo circa 2 metri),
il cosiddetto
"Pfahlgraben",
posizionato tra la palizzata e le
torrette di avvistamento. In
alcuni casi era stato sostituito
il terrapieno ed il fossato con un
muro di pietre, ed in alcuni punti
c'erano interruzioni del
terrapieno e del fossato.
Quest'ultima modifica potrebbe
risalire però all'epoca di Marco
Aurelio o di Commodo in seguito
alle Guerre marcomanniche, a causa
dell'invasione dei Catti del
161-162 e del 170-172.
Nella
Rezia il limes subiva una
differente modifica, con la
sostituzione di un muro di pietra
(spesso 1,2 metri ed alto 3-4
metri) al posto della palizzata.
Questo limes è oggi chiamato
degli storici/archeologi, il
"Teufelsmauer" (Muro del
diavolo).
La
linea spesso ininterrotta di
fortificazioni in alcune regiooni
dell'Europa e dell'Africa è
rimasta talora segnata dalla
persistenza di toponimi che in
diverse lingue riflettono l'antica
installazione di castra,
castella, burgi, turres e valla:
toponimi quali chester,
chastre, kastro, casr, castle,
kasteel, Kastell, bourg, Burg,
bordj, Turm, wall, valul ecc.
L'elenco
da nord a sud e da ovest ad est di
tutti i siti lungo la strada che
percorre l'intero limes:
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In Germania
superiore:
- Rheinbrohl (torrette
di avvistamento)
- Neuwied (forti
ausiliari a Heddesdorf di
160x180 metri,
Niederbiber di
165x198 m., torrette
e museo)
- Bendorf (torrette)
- Niederberg (forte
di 177x158 metri)
- Hillscheid (torrette)
- Arzbach (torrette
e fortino di 79x93
metri)
- Bad
Ems (torrette,
museo e fortino di
79x93 metri)
- Marienfels (forte
di 117x98 metri)
- Hunzel (fortino
di 84x89 metri)
- Holzhausen (forte
di 135x105 metri)
- Kemel (fortino
di 93x77 metri)
- Zugmantel (forte
di 125x171 metri)
- Alteburg-Heftrich (fortino
di 78x93 metri)
- Taunnusstein (forte
e torrette)
- Kleiner
Feldberg (fortino
di 78x93 metri)
- Saalburg (forte
di 221x147 metri,
fortino e museo)
- Kapersburg (forte
di 134x122 metri)
- Langenhain (forte
di 198x162 metri)
- Friedberg (forte
di 4 ha)
- Kepersburg (forte
di 3,3 ha e fortino)
- Butzbach (museo
e torrette)
- Holzheimer
Unterwald (forte)
- Arnsburg (forte
di 185x161 metri)
- Inheiden (fortino
di 1,1 ha)
- Echzell (museo
e forte di 248x208
metri)
- Ober-Florstadt (forte
di 183x155 metri)
- Altenstadt (fortino
di 0,9 ha e forte di
132x114 metri)
- Marköbel (forte
di 198x165 metri)
- Hammersbach (forte)
- Rückingen (forte
di 180x140 metri)
- Hanau (fortino
e museo)
- Großkrotzenburg (forte
di 175x123 metri e
museo)
- Seligenstadt (museo
e forte di 184x168
metri)
- Stockstadt
am Main (museo)
- Aschaffenburg (museo)
- Niedernberg
- Obernburg (museo
e torrette)
- Wörth
- Trennfurt
- Miltenberg (museo
e torrette)
- Miltenberg
Ost (museo
e torrette)
- Walldürn (museo
e fortino di 97x84
metri)
- Osterburken (museo
e forte di 186x115
metri)
- Jagsthausen (museo
e forte di 195x155
metri)
- Öhringen (museo)
- Westernbach (fortino
di 117x88)
- Mainhardt (museo,
torrette e forte di
177x142 metri)
- Murrhardt (museo,
torrette e forte di
2,2 ha)
- Welzheim (museo
e forte di 236x181
metri)
- Lorch (torrette
e forte di 2,5 ha)
In Rezia:
- Schirenhof (museo
e forte di 157x130
metri)
- Unterböbingen (forte
di 148x135 metri)
- Rainau-Buch (museo,
torrette e forte di
2,1 ha)
- Halheim (fortino
di 80x83 metri)
- Aalen (museo
e forte 277x214
metri)
- Ruffenhofen (forte
di 197x191 metri)
- Weiltingen (museo)
- Dambach (fortino
di 84x115 metri e
forte di 187x115
metri)
- Gnotzheim (forte
di 153x143 metri)
- Gunzenhausen (museo
e torrette)
- Unterschwaningen (fortino
di 87x80 metri)
- Theilenhofen (forte
di 196x140 metri)
- Ellingen (fortino
di 90x80 metri)
- Weißenburg
in Bayern (museo
e forte di 170x179
metri
- Oberhochstatt (fortino
per numerus)
- Burgsalach
- Pfünz (forte
di 189x145 metri)
- Böhming (fortino
di 95x78 metri)
- Kipfenberg (museo)
- Pförring (forte
di 194x201 metri)
- Bad
Gögging (museo)
- Eining (forte
di 147x125 metri)
- Ratisbona ovvero
l'antica Castra
Regina (museo e fortezza
legionaria)
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Vallo
di Adriano

Il
Vallo di Adriano era una
fortificazione in pietra, fatta
costruire dall'imperatore romano
Adriano nella prima metà del II
secolo d.C., che segnava il
confine tra la provincia romana
occupata della Britannia e la
Caledonia (ovvero l'attuale
Scozia). Questa fortificazione
divideva l'isola in due parti.
Il
vallo di Adriano faceva parte del
limes romano e venne costruito per
prevenire le incursioni delle tribù
dei Pitti che calavano da nord. Il
nome viene ancor oggi talvolta
usato come eufemismo per indicare
il confine tra Scozia e
Inghilterra, anche se il muro non
seguiva il confine attuale.
Il
muro rappresentò il confine più
settentrionale dell'Impero Romano
in Britannia per gran parte del
periodo di dominio romano su
queste terre; era inoltre il
confine più pesantemente
fortificato dell'intero impero.
Oltre al suo impiego come
fortificazione militare, si
ritiene che le porte di accesso
attraverso il vallo siano servite
come dogane per permettere la
tassazione delle merci.
Una
significativa porzione del vallo
è ancora esistente, in
particolare la parte centrale, e
per gran parte della sua lunghezza
il percorso del muro può essere
seguito a piedi. Esso costituisce
la principale attrazione turistica
dell'Inghilterra settentrionale,
dove è noto semplicemente come Roman
Wall (muraglia romana).
Il
Vallo di Adriano corre per 120 km
da Wallsend, sul fiume Tyne, alla
costa del Solway Firth. La A69
segue il percorso del muro da dove
la strada inizia, a
Newcastle-upon-Tyne, e fino a
Carlisle, quindi prosegue attorno
alla costa settentrionale della
Cumbria.
Il
muro è completamente in
territorio inglese, e rimane a sud
del confine della Scozia per 15 km
ad ovest e per 110 km ad est.
Il
muro venne costruito inizialmente
con una larghezza di 3 metri, ma
le sezioni successive vennero
ridotte a 2,5 m. L'altezza è
stata stimata a circa 4 o 5 metri.
Lungo il muro erano posizionati 14
forti ausiliari, compresi
Housesteads e Birdoswald.
C'erano
80 fortini adiacenti alle porte,
uno ogni miglio romano. Due
torrette erano poste nel tratto
che separava ogni coppia di
fortini, erano probabilmente
utilizzate come punti di
osservazione e segnalazione.
Il
muro era parte di un sistema
difensivo che, da nord a sud
comprendeva:
-
un glacis e un profondo fossato,
armato con file di pali appuntiti
-
il muro
-
una strada militare
-
il Vallum: due grossi
argini con un fossato nel mezzo.
Il Vallum probabilmente
delimitava una zona militare
piuttosto che essere inteso come
fortificazione principale, anche
se le tribù britanniche stanziate
a sud erano anch'esse talvolta un
problema.
Il
Vallo di Adriano venne costruito a
seguito della visita
dell'imperatore romano Adriano.
Questi stava sperimentando
difficoltà militari, non solo in
Britannia, ma anche da parte delle
popolazioni di vari territori
occupati in tutto l'impero,
compresi Egitto, Giudea, Libia,
Mauritania, e molte altre delle
popolazioni conquistate dal suo
predecessore Traiano, ed era
quindi desideroso di imporre
l'ordine. Comunque la costruzione
di un muro tanto imponente voleva
rappresentare anche un simbolo
della potenza romana, sia nella
Britannia occupata che a Roma.
La
costruzione ebbe inizio tra il 122
e il 125 ad opera dell'allora
governatore di Britannia, Aulo
Platorio Nepote, e venne
largamente completata nel giro di
dieci anni, con soldati di tutte e
tre le legioni occupanti che
parteciparono ai lavori.
Il
percorso prescelto seguiva
ampiamente la Stanegate road da
Carlisle a Corbridge, che era già
difesa da un limes e da diversi
forti ausiliari, compreso quello
di Vindolanda.
Il
muro era sorvegliato da un misto
di vexillationes legionarie
e unità ausiliarie dell'esercito
romano. Il loro numero fluttuò
nel periodo dell'occupazione, ma
dovrebbe essere stato attorno ai
9.000 uomini, compresa fanteria e
cavalleria.
Queste
unità soffrirono attacchi seri
nel 180, e specialmente tra il 196
e il 197, quando la guarnigione
era stata molto indebolita. A
seguito di questi attacchi dovette
essere portata avanti una grossa
ricostruzione sotto Settimio
Severo. Dopo la dura repressione
delle tribù condotta sotto
Settimio, la regione vicina al
muro rimase pacificata per gran
parte del III secolo. Si ritiene
che molti membri della guarnigione
possano essersi integrati nella
comunità locale. Nel IV secolo
una delle unità stanziate lungo
il Vallo di Adriano fu la legio
pseudocomitatense Defensores
Seniores, in accordo con la Notitia
Dignitatum.
Col
declino dell'impero, entro il 400
la guarnigione era stata
abbandonata e il muro cadde in
disuso. Gran parte delle pietre
vennero riutilizzate per altri
edifici locali. Questo prelievo
continuò fino al XX secolo.
Vallo
Antonino

Il
Vallo Antonino è una forma di
fortificazione costituita da una
terrapieno ed una palizzata di
legno, costruita durante l'Impero
romano nella Scozia meridionale.
La
costruzione del Vallo Antonino
iniziò nel 142, sotto il regno di
Antonino Pio, e completata nel
144. Il vallo si estende per 39
miglia (pari a 63 chilometri) da
Old Kirkpatrick nel West
Dunbartonshire sul Firth of Clyde
a Bo'ness sul Firth of Forth.
La
fortificazione fu costruita con lo
scopo di rimpiazzare il Vallo di
Adriano, posto 160 km più a sud,
come confine settentrionale della
Britannia. I romani tuttavia,
anche se riuscirono a stabilire
accampamenti e fortilizi
temporanei a nord del vallo, non
arrivarono mai a conquistare e
sottomettere le tribù indigene
dei Pitti e dei Celti, che
resistettero e provocarono danni
alla fortificazione. I romani
chiamarono la terra a nord del
Vallo Antonino Caledonia, ma si
pensa che anche Alba, il
nome moderno in gaelico della
Scozia, trovi origine
nell'espressione latina per bianca
(alba appunto), per la
presenza nella regione di montagne
innevate.
Il
vallo fu abbandonato dopo solo 20
anni dalla costruzione, quando nel
164 le legioni romane si
ritirarono a sud del Vallo di
Adriano. Dopo una serie di
attacchi nel 197 l'imperatore
Settimio Severo arrivò in Scozia
nel 208 per rendere sicura la
frontiera e riparò parti del
vallo. Sebbene questa
rioccupazione sia durata solo
pochi anni, il vallo Antonino è
spesso chiamato (in specie da
scrittori della tarda latinità)
Vallo Severiano.
Il
Vallo Antonino era inferiore a
quello di Adriano per dimensioni
ed efficienza, ma fu ugualmente un
importante risultato, visto che fu
completato in soli due anni in una
terra di confine fredda ed ostile.
La sua struttura era costituita da
un banco di terra alto 4 m con un
ampio fossato sul lato nord ed un
percorso militare sul lato sud. I
forti da costruire erano
programmati inizialmente per
distare fra loro 6 miglia, ma tale
proposito fu subito rivisto e ne
furono costruiti 19, cioè uno
ogni 2 miglia.
In
questo vallo si trovano ancora
tracce di una bocca di lupo, nei
pressi del castel Rough. La
maggior parte del Vallo Antonino
è oggi distrutta, ma alcune sue
sezioni sono ancora visibili a
Bearsden, Kirkintilloch, Twechar,
Croy, Falkirk e Polmont.

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