Confini dell'impero romano: Vallo di Adriano, 
Limes germanico-retico, Vallo Antonino
Germania/Regno Unito

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1987-2005-2008

 

   

All'apice della potenza, i romani cercarono di consolidare i confini del loro immenso impero realizzando complessi difensivi di grandi dimensioni: in Gran Bretagna costruirono il vallo di Adriano, in Germania il limes. Ciò fu determinato dalla sconfitta subita dall'esercito romano di Publio Quintilio Varo contro i cherusci nel IX secolo d.C. nella selva di Teutoburgo. 

In quel momento Roma nutrì il timore che le popolazioni germaniche potessero espandersi a occidente, mettendo in pericolo i suoi territori lungo il Reno, la Mosella e il Danubio. Pertanto nel I secolo i romani iniziarono la costruzione di una fortificazione che si estende per 550 chilometri, lungo il confine che dal Reno, in prossimità dell'odierna Neuwied, comprendesse Bad Ems, Saalburg, Seligenstadt, Miltenberg, Lorch, Aalen, Weiβenburg, fino al Danubio, in corrispondenza dell'attuale Neustadt in Baviera. 

Per la costruzione del limes retico-germanico vennero tracciati percorsi attraverso i boschi, scavati fossati, erette palizzate e mura fino a 3 metri d'altezza e costruite 120 fortezze e 900 torri di guardia. Il patrimonio dell'umanità comprende questa linea di confine con le strutture militari annesse. 

Il limes era però molto di più di un vallo contro i conquistatori. Protetti dalle fortezze e dagli accampamenti dei legionari, sorsero insediamenti civili, a partire dai quali si svilupparono nuove città. Qui la cultura romana ebbe modo di mescolarsi a quella germanica e celtica. 

Il confine tenne fino al 260, poi cadde sotto la pressione dell'assalto degli alemanni.

Limes germanico-retico

Il Limes germanico-retico è un insieme di fortificazioni di confine, forti e fortini ausiliari, torri o postazioni di guardia, mura o palizzate ed un vallo, eretti dai Romani a protezione dei confini delle province della Germania superiore e della Rezia e che racchiudeva tra i fiumi Reno e Danubio, i cosiddetti territori degli Agri decumates.

Oggi molti storici, parlando di Limes, intendono quella parte di confine che si estendeva in Germania, fra i fiumi Reno e Danubio, e che da Rheinbrohl, vicino Neuwied, congiungeva Kelheim an der Donau, dopo ben 548 km di strade, fortificazioni, torrette di avvistamento, fossati, agger e palizzata. Lungo il suo percorso si trovano gli importanti siti archeologici, con i relativi musei, di Aalen, Saalburg e Weißenburg. 

L'opera cominciò sotto Vespasiano, il quale diede inizio alla penetrazione dell'area, grazie alle campagne del legato della Germania Superiore, un certo Gneo Pinario Cornelio Clemente nel 74. Furono creati, infatti, i forti di Schleitheim, Hüfingen, Rottweil, Waldmossingen, Offenburg e Riegel am Kaiserstuhl.

Dieci anni più tardi, al termine delle campagne militari condotte dal figlio, Domiziano, furono costruiti tutta una serie di fortini e strade militari nel Wetterau e Taunus, iniziando a creare il primo tratto fortificato del limes germanico-retico che congiungesse il fiume Lahn al fiume Meno.

Contemporaneamente più a sud si procedette all'avanzata nei territori di Nemeti e Triboci, percorrendo il corso del fiume Neckar da ovest ad est, e anche qui costruendo i nuovi forti a Ladenburg e a Heidelberg-Neuenheim, oltre al forte di Baden lungo la sponda destra del Reno, quasi di fronte ad Argentoratae.

Nella parte meridionale la penetrazione avveniva portando la linea di confine verso settentrione, con la costruzione di tutta una serie di nuovi forti ausiliari a Sulz, Geislingen, Rottenburg an der Laaber, Burladingen, Gomadingen, Donnstetten, Urspring e Günzburg, ed unendo così la fortezza militare di Argentoratae con la capitale della Rezia, Augusta Vindelicum.

La frontiera continuò a svilupparsi anche negli anni successivi, durante gli anni novanta, con la costruzione di nuovi forti a: Butzbach, Arnsberg, a Echzell (un forte tra i più grandi di ben 5,2 ettari), più a sud a Heidenheim ed a Degerfeld.

Traiano potenziò un nuovo tratto di frontiera più ad est, o quando fu imperatore oppure ai tempi in cui era ancora governatore della Germania superiore sotto Domiziano. Questo nuovo tratto collegava il fiume Meno con il Neckar, il cosiddetto limes di Odenwald, che dal Meno presso Wörth raggiunge il medio Neckar a Wimpfen.

Il successore Adriano, recatosi lungo la frontiera germano-retica, contribuì alla costruzione della linea dell'Alb, fatta di torri di guardia paragonabili al limes del Taunus-Wetterau-Odenwald, alla ricostruzione di numerosi forti in pietra ed al consolidamento di quanto fatto dai suoi predecessori. Il nuovo spostamento degli auxilia sulla nuova linea di frontiera, portò all'abbandono dei forti del retroterra come Wiesbaden ed Heddernheim.

È sotto Antonino Pio che molte delle torri e dei forti costruiti in precedenza in legno, furono ricostruiti interamente in pietra (a volte in siti differenti) e soprattutto si ebbe la definitiva evoluzione di questo tratto di limes tra Germania superiore e Rezia. Egli, infatti, già a partire dal 145-146 promosse l'abbandono della precedente linea di difesa dell'Odenwald-Neckar a favore di una posizione più avanzata di 30 km, ma non sappiamo se ciò comportò notevoli operazioni di guerra nell'area.

Sotto Caracalla, potrebbero essere stati aggiunti ulteriori sbarramenti, fossati, palizzate e terrapieni, in seguito alle prime invasioni degli Alemanni del 213, i quali continuarono a guerreggiare con i successori, da Alessandro Severo a Massimino il Trace, fino a Gallieno. E quest'ultimo decise il definitivo abbandono ed evacuazione di tutti i territori ad est del Reno ed a nord del Danubio, a causa delle continue invasioni delle tribù germaniche limitrofe degli Alemanni. Era il 260 circa.

Le continue invasioni barbariche, in particolare degli Alemanni, oltre alla contemporanea secessione della parte occidentale dell'impero, guidata dal governatore di Germania superiore ed inferiore, Postumo, costrinsero l'allora imperatore Gallieno ad abbandonare il territorio degli agri decumates, riportando il limes ai grandi fiumi: ad ovest del Reno ed a sud del Danubio. Era il 259-260.

Si trattava di una palizzata con tronchi di quercia del diametro di circa 30 cm, conficcati nella terra per non meno di un metro, e che si innalzavano per circa 3 metri sopra il livello del terreno. Questa palizzata era stata eretta solo dove non scorreva il fiume, non tanto come forma di barriera protettiva, ma per segnare il margine esterno dell'Impero. Cominciava in Germania superiore, dove la frontiera si allontana dalla riva sinistra del Reno, attraversa il Taunus, il Wetterau e finisce sul Meno. Riprende nell'Odenwald, termina sul fiume Neckar e riprende con il limes dell'Alb, e cessa sul Danubio presso Eining.

Il limes della zona del Taunus e del Wetterau fu completato sotto Antonino Pio, aggiungendo alla palizzata preesistente, un terrapieno ed un fossato a forma di "V" (largo tra i 6-7 metri e profondo circa 2 metri), il cosiddetto "Pfahlgraben", posizionato tra la palizzata e le torrette di avvistamento. In alcuni casi era stato sostituito il terrapieno ed il fossato con un muro di pietre, ed in alcuni punti c'erano interruzioni del terrapieno e del fossato. Quest'ultima modifica potrebbe risalire però all'epoca di Marco Aurelio o di Commodo in seguito alle Guerre marcomanniche, a causa dell'invasione dei Catti del 161-162 e del 170-172.

Nella Rezia il limes subiva una differente modifica, con la sostituzione di un muro di pietra (spesso 1,2 metri ed alto 3-4 metri) al posto della palizzata. Questo limes è oggi chiamato degli storici/archeologi, il "Teufelsmauer" (Muro del diavolo).

La linea spesso ininterrotta di fortificazioni in alcune regiooni dell'Europa e dell'Africa è rimasta talora segnata dalla persistenza di toponimi che in diverse lingue riflettono l'antica installazione di castra, castella, burgi, turres e valla: toponimi quali chester, chastre, kastro, casr, castle, kasteel, Kastell, bourg, Burg, bordj, Turm, wall, valul ecc.

L'elenco da nord a sud e da ovest ad est di tutti i siti lungo la strada che percorre l'intero limes:

In Germania superiore:

Rheinbrohl (torrette di avvistamento)
Neuwied (forti ausiliari a Heddesdorf di 160x180 metri, Niederbiber di 165x198 m., torrette e museo)
Bendorf (torrette)
Niederberg (forte di 177x158 metri)
Hillscheid (torrette)
Arzbach (torrette e fortino di 79x93 metri)
Bad Ems (torrette, museo e fortino di 79x93 metri)
Marienfels (forte di 117x98 metri)
Hunzel (fortino di 84x89 metri)
Holzhausen (forte di 135x105 metri)
Kemel (fortino di 93x77 metri)
Zugmantel (forte di 125x171 metri)
Alteburg-Heftrich (fortino di 78x93 metri)
Taunnusstein (forte e torrette)
Kleiner Feldberg (fortino di 78x93 metri)
Saalburg (forte di 221x147 metri, fortino e museo) 
Kapersburg (forte di 134x122 metri)
Langenhain (forte di 198x162 metri)
Friedberg (forte di 4 ha)
Kepersburg (forte di 3,3 ha e fortino)
Butzbach (museo e torrette)
Holzheimer Unterwald (forte)
Arnsburg (forte di 185x161 metri)
Inheiden (fortino di 1,1 ha)
Echzell (museo e forte di 248x208 metri)
Ober-Florstadt (forte di 183x155 metri)
Altenstadt (fortino di 0,9 ha e forte di 132x114 metri)
Marköbel (forte di 198x165 metri)
Hammersbach (forte)
Rückingen (forte di 180x140 metri)
Hanau (fortino e museo)
Großkrotzenburg (forte di 175x123 metri e museo) 
Seligenstadt (museo e forte di 184x168 metri)
Stockstadt am Main (museo)
Aschaffenburg (museo)
Niedernberg
Obernburg (museo e torrette)
Wörth
Trennfurt
Miltenberg (museo e torrette)
Miltenberg Ost (museo e torrette)
Walldürn (museo e fortino di 97x84 metri)
Osterburken (museo e forte di 186x115 metri)
Jagsthausen (museo e forte di 195x155 metri)
Öhringen (museo)
Westernbach (fortino di 117x88)
Mainhardt (museo, torrette e forte di 177x142 metri)
Murrhardt (museo, torrette e forte di 2,2 ha)
Welzheim (museo e forte di 236x181 metri)
Lorch (torrette e forte di 2,5 ha)

In Rezia:

Schirenhof (museo e forte di 157x130 metri)
Unterböbingen (forte di 148x135 metri)
Rainau-Buch (museo, torrette e forte di 2,1 ha)
Halheim (fortino di 80x83 metri)
Aalen (museo e forte 277x214 metri)
Ruffenhofen (forte di 197x191 metri)
Weiltingen (museo)
Dambach (fortino di 84x115 metri e forte di 187x115 metri)
Gnotzheim (forte di 153x143 metri)
Gunzenhausen (museo e torrette)
Unterschwaningen (fortino di 87x80 metri)
Theilenhofen (forte di 196x140 metri)
Ellingen (fortino di 90x80 metri)
Weißenburg in Bayern (museo e forte di 170x179 metri
Oberhochstatt (fortino per numerus)
Burgsalach
Pfünz (forte di 189x145 metri)
Böhming (fortino di 95x78 metri)
Kipfenberg (museo)
Pförring (forte di 194x201 metri)
Bad Gögging (museo)
Eining (forte di 147x125 metri)
Ratisbona ovvero l'antica Castra Regina (museo e fortezza legionaria)

Vallo di Adriano

Il Vallo di Adriano era una fortificazione in pietra, fatta costruire dall'imperatore romano Adriano nella prima metà del II secolo d.C., che segnava il confine tra la provincia romana occupata della Britannia e la Caledonia (ovvero l'attuale Scozia). Questa fortificazione divideva l'isola in due parti.

Il vallo di Adriano faceva parte del limes romano e venne costruito per prevenire le incursioni delle tribù dei Pitti che calavano da nord. Il nome viene ancor oggi talvolta usato come eufemismo per indicare il confine tra Scozia e Inghilterra, anche se il muro non seguiva il confine attuale.

Il muro rappresentò il confine più settentrionale dell'Impero Romano in Britannia per gran parte del periodo di dominio romano su queste terre; era inoltre il confine più pesantemente fortificato dell'intero impero. Oltre al suo impiego come fortificazione militare, si ritiene che le porte di accesso attraverso il vallo siano servite come dogane per permettere la tassazione delle merci.

Una significativa porzione del vallo è ancora esistente, in particolare la parte centrale, e per gran parte della sua lunghezza il percorso del muro può essere seguito a piedi. Esso costituisce la principale attrazione turistica dell'Inghilterra settentrionale, dove è noto semplicemente come Roman Wall (muraglia romana). 

Il Vallo di Adriano corre per 120 km da Wallsend, sul fiume Tyne, alla costa del Solway Firth. La A69 segue il percorso del muro da dove la strada inizia, a Newcastle-upon-Tyne, e fino a Carlisle, quindi prosegue attorno alla costa settentrionale della Cumbria.

Il muro è completamente in territorio inglese, e rimane a sud del confine della Scozia per 15 km ad ovest e per 110 km ad est.

Il muro venne costruito inizialmente con una larghezza di 3 metri, ma le sezioni successive vennero ridotte a 2,5 m. L'altezza è stata stimata a circa 4 o 5 metri. Lungo il muro erano posizionati 14 forti ausiliari, compresi Housesteads e Birdoswald. 

C'erano 80 fortini adiacenti alle porte, uno ogni miglio romano. Due torrette erano poste nel tratto che separava ogni coppia di fortini, erano probabilmente utilizzate come punti di osservazione e segnalazione.

Il muro era parte di un sistema difensivo che, da nord a sud comprendeva:

- un glacis e un profondo fossato, armato con file di pali appuntiti

- il muro

- una strada militare

- il Vallum: due grossi argini con un fossato nel mezzo. Il Vallum probabilmente delimitava una zona militare piuttosto che essere inteso come fortificazione principale, anche se le tribù britanniche stanziate a sud erano anch'esse talvolta un problema.

Il Vallo di Adriano venne costruito a seguito della visita dell'imperatore romano Adriano. Questi stava sperimentando difficoltà militari, non solo in Britannia, ma anche da parte delle popolazioni di vari territori occupati in tutto l'impero, compresi Egitto, Giudea, Libia, Mauritania, e molte altre delle popolazioni conquistate dal suo predecessore Traiano, ed era quindi desideroso di imporre l'ordine. Comunque la costruzione di un muro tanto imponente voleva rappresentare anche un simbolo della potenza romana, sia nella Britannia occupata che a Roma.

La costruzione ebbe inizio tra il 122 e il 125 ad opera dell'allora governatore di Britannia, Aulo Platorio Nepote, e venne largamente completata nel giro di dieci anni, con soldati di tutte e tre le legioni occupanti che parteciparono ai lavori. 

Il percorso prescelto seguiva ampiamente la Stanegate road da Carlisle a Corbridge, che era già difesa da un limes e da diversi forti ausiliari, compreso quello di Vindolanda.

Il muro era sorvegliato da un misto di vexillationes legionarie e unità ausiliarie dell'esercito romano. Il loro numero fluttuò nel periodo dell'occupazione, ma dovrebbe essere stato attorno ai 9.000 uomini, compresa fanteria e cavalleria. 

Queste unità soffrirono attacchi seri nel 180, e specialmente tra il 196 e il 197, quando la guarnigione era stata molto indebolita. A seguito di questi attacchi dovette essere portata avanti una grossa ricostruzione sotto Settimio Severo. Dopo la dura repressione delle tribù condotta sotto Settimio, la regione vicina al muro rimase pacificata per gran parte del III secolo. Si ritiene che molti membri della guarnigione possano essersi integrati nella comunità locale. Nel IV secolo una delle unità stanziate lungo il Vallo di Adriano fu la legio pseudocomitatense Defensores Seniores, in accordo con la Notitia Dignitatum.

Col declino dell'impero, entro il 400 la guarnigione era stata abbandonata e il muro cadde in disuso. Gran parte delle pietre vennero riutilizzate per altri edifici locali. Questo prelievo continuò fino al XX secolo.

Vallo Antonino

Il Vallo Antonino è una forma di fortificazione costituita da una terrapieno ed una palizzata di legno, costruita durante l'Impero romano nella Scozia meridionale.

La costruzione del Vallo Antonino iniziò nel 142, sotto il regno di Antonino Pio, e completata nel 144. Il vallo si estende per 39 miglia (pari a 63 chilometri) da Old Kirkpatrick nel West Dunbartonshire sul Firth of Clyde a Bo'ness sul Firth of Forth.

La fortificazione fu costruita con lo scopo di rimpiazzare il Vallo di Adriano, posto 160 km più a sud, come confine settentrionale della Britannia. I romani tuttavia, anche se riuscirono a stabilire accampamenti e fortilizi temporanei a nord del vallo, non arrivarono mai a conquistare e sottomettere le tribù indigene dei Pitti e dei Celti, che resistettero e provocarono danni alla fortificazione. I romani chiamarono la terra a nord del Vallo Antonino Caledonia, ma si pensa che anche Alba, il nome moderno in gaelico della Scozia, trovi origine nell'espressione latina per bianca (alba appunto), per la presenza nella regione di montagne innevate.

Il vallo fu abbandonato dopo solo 20 anni dalla costruzione, quando nel 164 le legioni romane si ritirarono a sud del Vallo di Adriano. Dopo una serie di attacchi nel 197 l'imperatore Settimio Severo arrivò in Scozia nel 208 per rendere sicura la frontiera e riparò parti del vallo. Sebbene questa rioccupazione sia durata solo pochi anni, il vallo Antonino è spesso chiamato (in specie da scrittori della tarda latinità) Vallo Severiano.

Il Vallo Antonino era inferiore a quello di Adriano per dimensioni ed efficienza, ma fu ugualmente un importante risultato, visto che fu completato in soli due anni in una terra di confine fredda ed ostile. La sua struttura era costituita da un banco di terra alto 4 m con un ampio fossato sul lato nord ed un percorso militare sul lato sud. I forti da costruire erano programmati inizialmente per distare fra loro 6 miglia, ma tale proposito fu subito rivisto e ne furono costruiti 19, cioè uno ogni 2 miglia.

In questo vallo si trovano ancora tracce di una bocca di lupo, nei pressi del castel Rough. La maggior parte del Vallo Antonino è oggi distrutta, ma alcune sue sezioni sono ancora visibili a Bearsden, Kirkintilloch, Twechar, Croy, Falkirk e Polmont.