Città anseatica di Lubecca
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1986

 

   

Lubecca è una delle città della Germania cosiddette "anseatiche" in quanto appartenente, in passato, alla Lega anseatica ed è la più grande città del Land Schleswig-Holstein dopo Kiel.

Il centro storico della città, in parte ricostruito dopo i danni subiti in seguito ai bombardamenti del 1942 nel corso della Seconda guerra mondiale, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO e presenta numerosi esempi di gotico baltico.

Nell'VIII secolo nell'area sorsero i primi insediamenti di popolazioni slave e già dal X secolo la città di Liubice fu, insieme a Oldenburg in Holstein (Starigard), il centro più importante degli abodriti. È probabile che all'epoca l'insediamento fosse una fortificazione. La città di Liubice venne in seguito citata da Adam von Bremen nel suo testo Gesta Hammburgensis ecclesiae pontificum. dopo l'anno 1000 fu una città marinara importante d'Europa. Nel 1093 gli abodriti furono sconfitti e nel 1138 Lubecca venne incendiata dagli slavi.

Nel 1143 la città venne rifondata nella sua attuale posizione da Adolfo II, conte di Schauenburg e Holstein. Dopo un disastroso incendio la città fu nuovamente ricostruita nel 1159 da Enrico il Leone. Nel 1226 Lubecca divenne una città libera dell'Impero (freie Reichsstadt) sotto il diretto controllo dell'Imperatore Federico II; questa decisione fu maturata grazie al consiglio di Ermanno di SalzaGran Maestro dell'Ordine Teutonico nel contesto della lotta per l'influenza sul Baltico contro il regno di Danimarca.

Dal XIII al XV secolo Lubecca fu una delle città più importanti d'Europa, un grande centro commerciale e la "Regina della Lega Anseatica". Nel Cinquecento l'importanza di Lubecca diminuì.

Il 6 novembre 1806 Lubecca fu al centro di una sanguinosa battaglia, durante la guerra della quarta coalizione, e, nonostante fosse città neutrale, subì gravi danni e saccheggi, conquistata prima dalle truppe della coalizione e successivamente da quelle napoleoniche, guidate dai marescialli MuratBernadotte e Soult.

Nel 1937 la cosiddetta "legge sulla Grande Amburgo" decretò la soppressione della Città libera di Lubecca e la sua annessione alla Prussia. In particolare la città di Lubecca divenne un circondario urbano nel distretto governativo dello Schleswig.

Il 23 aprile 1945Heinrich Himmler incontrò, nella cantina del consolato svedese di Lubecca, il conte Folke Bernadotte, proponendogli la resa tedesca sul fronte occidentale ma non su quello orientale.

Durante la seconda guerra mondiale, Lubecca fu una delle prime città tedesche a subire la pratica del maximum use of fire, la nuova tecnica della tempesta di fuoco messa a punto dalla Gran Bretagna allo scopo di fiaccare il morale della popolazione tedesca. Arthur Harris, capo del Bomber Command, scelse Lubecca come primo esperimento in quanto priva di industrie belliche e dunque scarsamente protetta dalla contraerea.

La notte tra il 28 e il 29 marzo 1942, 234 apparecchi ricevettero l'ordine di distruggere la città in 140 minuti con 400 tonnellate di bombe, di cui due terzi incendiarie.

Il duomo e l'80% del centro storico vennero danneggiati, soprattutto il quartiere più antico intorno alla chiesa di Santa Maria, per un totale di circa 1500 case e 130 chilometri di facciate. Morirono 320 persone.

Al termine della guerra, entrò a fare parte della Germania Ovest. La cortina di ferro, che separava le due Germanie, la lambì fino alla riunificazione del 1990.  

La guida della città di Lubecca per secoli fu affidata al consiglio della città con il borgomastro o i borgomastri al suo vertice. All'inizio del XIX secolo il consiglio, denominato "Senato", era composto da 16 senatori e 4 borgomastri, dei quali i due più anziani si avvicendavano annualmente alla sua guida. A partire dal 1848 ci furono solo due borgomastri. Erano esclusivamente rappresentanti del senato, ma non "capi di Stato" della libera città anseatica di Lubecca. Accanto al Senato esisteva la Bürgerschaft come "Parlamento". Nel 1933 la Bürgerschaft fu sciolta e il Senato ridimensionato. Il presidente fu fin dall'inizio l'Oberbürgermeister.

Holstentor

La Holstentor (“Holstein-Tor”) è la porta cittadina che delimita ad ovest il centro storico della città anseatica di Lubecca. È il simbolo della città ed è uno dei monumenti più celebri di tutta la Germania. La costruzione tardo-gotica appartiene ai resti delle mura ed è, con la Burgtor, l’unica porta di Lubecca rimasta. Per più di 300 anni ha portato il nome di Mittleres Holstentor (Holstentor centrale), insieme ad altre 3 porte cittadine (demolite nel XIX secolo). È uno dei più importanti esempi del Gotico baltico che faceva uso principalmente del mattone rosso.

Dal 1950 la Holstentor ospita un museo di storia della città, con 9 sale tematiche. I temi sono vari, dal commercio, al diritto di Lubecca e l’esercizio delle pene.  

La Holstentor si trova in asse con la stazione centrale nel sobborgo di St. Lorenz, il Puppenbrücke, l’Holstenbrücke e la Holstenstraße, che porta direttamente al centro della città. Dietro la Holstentor (vista dal centro storico) vi è la Holstentorplatz (piazza di Holstentor). Nelle vicinanze si trovano gli storici magazzini del sale.  

La Holstentor è composta dalla torre sud, la torre nord e l’edificio centrale. Ha quattro piani, ma l’edificio centrale è privo del piano terra poiché lì si trova il passaggio d’ingresso (la porta). Il lato dell’edificio rivolto ad ovest, ovvero all’esterno della città, è chiamato Feldseite (rivolto verso la campagna), mentre il lato rivolto verso la città è chiamato Stadtseite. L’edificio centrale, tra due torri semicircolari con tetto conico, è sormontato da un timpano.

Sul lato rivolto verso la città vi è l’iscrizione S.P.Q.L., ispirata all’S.P.Q.R. romano (Senatus populusque Romanus), che dovrebbe corrispondere a Senatus populusque Lubecensis. Sul lato rivolto verso la campagna si trova Concordia domi foris pax (“Unità all’interno, pace all’esterno”), risalente al 1871.  

I lati rivolti verso la città e verso la campagna sono progettati in modo molto diverso. Quello rivolto verso la città è riccamente decorato con finestre, mentre quello rivolto verso la campagna presenta solo poche piccole finestre e nelle mura sono presenti delle feritoie con postazioni per l’artiglieria (tre su ogni torre). Al primo piano, oltre alle postazioni già citate, sono presenti due ulteriori feritoie per l’artiglieria più piccola. Queste piccole aperture sono presenti anche al terzo piano. L’edificio centrale non ha feritoie. Le finestre sopra al passaggio d’ingresso sono state progettate per versare pece o acqua bollente sul nemico che cercava di entrare in città.

Le decorazioni più sorprendenti sono le due fasce di terracotta che circondano l’edificio e sono composte principalmente da singole piastrelle quadrate. Sulle piastrelle è presente una decorazione tra tre diverse fantasie ricorrenti: quattro gigli araldici, una figura geometrica simmetrica e quattro foglie di cardo. Le fasce di terracotta sono state ristrutturate tra il 1865 e il 1870. Le nuove piastrelle riproducono quasi fedelmente i motivi precedenti.  

Le stanze interne delle torri sono progettate in modo simmetrico. Il piano terra e il primo piano hanno i soffitti più alti, mentre i piani superiori sono più bassi. Nella torre nord i soffitti del secondo piano sono crollati formando in questo modo uno spazio unico che unisce il secondo e il terzo piano. Davanti alle feritoie si trovano le camere delle armi. Qui, al secondo piano, si possono vedere ancora oggi i cannoni, ma si tratta di riproduzioni.  

L’interno della Holstentorplatz è un giardino dalla forma allungata progettato da Harry Maasz. Sul lato corto occidentale, di fronte alla Holstentor, si possono ammirare i due monumentali leoni di Lubecca in ghisa (simbolo della città). Uno dorme, l’altro ha lo sguardo attento rivolto verso il leone addormentato.  

Nel corso dei secoli la ricca e agiata città anseatica di Lubecca, si è vista costretta a costruire muri e fortificazioni sempre più resistenti per difendersi dalle minacce esterne. Tre porte consentivano l’accesso alla città: la Burgtor a nord, la Mühlentor a sud e la Holstentor a ovest. A est la città era protetta dal fiume Wakenitz.

La porta interna - La porta più antica, la Inneres Holstentor (porta interna) si affacciava direttamente sulla riva del fiume Trave. Attraversando questa porta si raggiungeva l’Holstenbrücke. Al ponte venne dato questo nome nel 1216, in occasione di un atto di donazione del re della Danimarca. La denominazione Holstenbrücke (e Holstentor) si deve al fatto che l’uscita occidentale della città si affaccia sullo Holstein. Nel 1376 sia il ponte che la porta sono stati restaurati. La porta interna comunicava con la casa del doganiere che, grazie a questa posizione, poteva sorvegliare la città.

La porta centrale - Armi da fuoco e cannoni richiedevano alla città una maggiore fortificazione e perciò nel XV secolo le porte già esistenti non erano più sufficienti; si decise così di costruire la Mittleres Holstentor (porta centrale).

La porta esterna - La Äußeres Holstentor (porta esterna) era conosciuta anche come Renaissancetor, Vortor e Krummes Tor. Venne eretta nel XVI secolo in occasione della costruzione di un muro a ovest della porta centrale. La porta esterna fu ultimata nel 1585.

La seconda porta esterna - Nel 1621 venne costruita una quarta porta, la Zweites Äußeres Holstentor (seconda porta esterna). Gli archi delle porte riportano le iscrizioni Si deus pro nobis, quis contra nos (Se Dio è dalla nostra parte, chi può esserci contro? – sul lato rivolto verso la città) e Sub alis altissimi (Sotto protezione dell’altissimo – sul lato rivolto verso la campagna). La seconda porta esterna è stata l’ultima ad essere costruita e la prima ad essere demolita, precisamente nel 1808.  

Durante l’industrializzazione, la fortificazione medievale era vista solo come un ostacolo. Nel 1808 venne demolita la seconda porta esterna, nel 1828 la porta interna e nel 1853 la porta esterna. Era solo una questione di tempo prima che anche la porta centrale venisse abbattuta.

Burgtor

La Burgtor ("porta del castello/della fortezza") è una storica porta cittadina, risalente al 1444 e che un tempo faceva parte delle fortificazioni settentrionali della città.  

La porta fu progettata da Nicholas Peck nell'ambito delle fortificazioni cittadine e sostituì nel 1444 una torre preesistente per difendere quello che era allora l'unico accesso via terra alla città. 

L'edificio prese il nome di Burgtor, ovvero "porta del castello", in quanto fu costruita nel luogo dove sorgeva il castello di Lubecca, che era stato eretto nel 1227 e che in seguito fu sostituito da un monastero.

Nel 1685, fu aggiunta alla struttura una cupola barocca.

Nel 1806, la Burgtor venne attraversata dalle truppe francesi, che occuparono Lubecca per alcuni anni.

Sempre nel corso del XIX secolo, l'amministrazione cittadina si prefisse l'abbattimento della Burgtor nell'ambito di un progetto urbanistico, ma dovette rinunciare a tale proposito per via del parere contrario della popolazione.  

La Burgtor si affaccia sul fiume Trave ed è situata all'incrocio tra le vie An der Untertrave e Große Burgstraße, di fronte alla Brückenweg.

L'edificio, in stile tardogotico, è decorata da archi a terzo punto.

Marienkirche (Chiesa di Santa Maria)

La Marienkirche, la chiesa principale a due torri, fu costruita fra il 1250 e 1350, diventando il simbolo della potenza e prosperità della città anseatica.  

È la terza chiesa della Germania per dimensioni ed è costruita nel punto più alto della città vecchia. La chiesa è annoverata fra gli edifici significativi dall'UNESCO. È stata un modello per per l'architettura in mattoni della Germania del Nord e la sua forma ha ispirato altre circa 70 chiese della regione baltica.  

La città di Lubecca era divenuta città libera dell'Impero nel 1226, era il maggiore centro della Lega anseatica, e il vescovo della diocesi di Lubecca non era un principe territoriale. Il potere politico era nelle mani dei mercanti anseatici che promossero la costruzione della chiesa parrocchiale di Santa Maria, nel centro della città e più grande della cattedrale di San Pietro, situata in posizione periferica, come simbolo della loro autonomia dal vescovo, che per qualche tempo fu anche allontanato dalla città. 

La costruzione ebbe inizio nel 1220. Dapprima si pensò ad una chiesa a sala, con una torre unica in facciata, ma poi il progetto venne sostituito da uno più grandioso a pianta basilicale. La chiesa venne realizzata con due enormi torri in facciata, che terminano con due alte guglie ottagonali. La decorazione è costituita prevalentemente da motivi geometrici in laterizio, senza che venga interrotta la compatta massa muraria. Anche i contrafforti e gli archi rampanti sono costituiti da strutture semplici, che esaltano il grande volume dell'edificio in mattoni, sul quale si aprono grandi finestre anch'esse basate su forme geometriche semplici. 

La chiesa si affianca al municipio anch'esso in mattoni e dotato da numerose torrette terminanti in guglie in rame che, in scala minore, riprendono le guglie di Santa Maria. L'effetto sul profilo della città è molto suggestivo, che ha un aspetto quasi fiabesco e fantasmagorico. 

L'interno riprende lo schema basilicale francese con deambulatorio e cappelle radiali, con una spettacolare navata centrale alta circa 40 metri, impostata su alti pilastri, e con grandi finestre nel cleristorio privo di triforio, sostituito da una bassa galleria. Se si considerano i galli posti sulla sommità le due torri misurano 124,95 e 124,75 m.

La chiesa fu danneggiata durante il bombardamento che colpì la città nella notte tra il 28 e il 29 marzo 1942 comportando la perdita, fra le varie opere d'arte, della Danza Macabra, del monumentale orologio astronomico, di numerosi epitaffi funebri e delle vetrate. L'edificio fu in gran parte ricostruito tra il 1947 ed il 1959.

Chiesa di San Pietro

La chiesa di San Pietro (St.-Petri-Kirche) è un edificio religioso citato per la prima volta già nel 1170.

Nel corso dei secoli fu più volte ristrutturata, finché fu terminata nel XV secolo. Durante la seconda guerra mondiale patì gravi danni e fu restaurata completamente solo nel 1987. Poiché l'arredamento non poté più essere ripristinato, vi si svolgono solo servizi religiosi in particolari occasioni. Essa viene utilizzata principalmente per manifestazioni religiose e per mostre d'arte.

L'effetto del semplice spazio dell'aula a cinque navate della chiesa è provocato dalla particolare architettura di grande valore. Moderne opere d'arte come la croce dell'altare dell'artista austriaco Arnulf Rainer come la croce dell'altare di Hanna Jäger, illuminata al neon, che invita il visitatore a pensare.  

Già nel 1170 la chiesa fu citata insieme alla Marienkirche. Tra il 1227 e il 1250 l'edificio aveva un'aula di stile tardoromanico, tre navate con quattro campate e tre absidi. Era lunga 29,80 + 3 m, e larga 21 m. Verso il 1290 fu pronto un coro. San Pietro divenne la chiesa "imperiale".

Contemporaneamente la chiesa di San Pietro era, accanto alla Marienkirche la seconda chiesa della Piazza del mercato di Lubecca. Nel XV secolo l'edificio assunse l'attuale aspetto: una gotica chiesa a sala con cinque navate in mattone e cinque campate.

Per questo la chiesa di San Pietro fu una delle poche chiese esistenti a cinque navate. Ad est si trovano tre absidi, ad ovest una torre su un ampio basamento. La riforma fece il suo ingresso a Lubecca negli anni 1529/30, e la chiesa di San Pietro divenne evangelica.

Durante il bombardamento di Lubecca del 29 marzo 1942, Domenica delle palme, la chiesa di San Pietro andò praticamente distrutta da un incendio. Il tetto, la copertura della torre e il ricco arredamento interno furono distrutti, compreso il buffet dell'organo, realizzato dall'intagliatore Tönnies Evers il Giovane, o l'importante piastra in ottone del consigliere Johann Klingenberg. Rimase intatto il fonte battesimale barocco donato dal consigliere Johann Philipp Lefèvre.  

L'ex lapidario funse come capannone della chiesa, appena sufficientemente ricoperta, nel quale furono ricoverati i frammenti scultorei provenienti da tutte le chiese di Lubecca distrutte dalla guerra. Solo nel 1987 la chiesa fu completamente ricostruita ma solo nella parte esterna. Si rinunciò ad una ricostruzione completa dell'arredamento interno, cosicché oggi influenzano i visitatori soprattutto la possanza del corpo costruttivo puro e la relativamente rara forma della pianta.

Un nuovo crocifisso è presente nel coro, un lavoro con le dimensioni di una piccola croce trionfale (214 × 123 cm) di Arnulf Rainer (1980 – 1983) di assi grezze dotato di un Corpo di aspetto devozionale. Il crocifisso è ricoperto da uno spesso strato di colore.

Nella chiesa erano presenti 48 piastre funerarie medievali, gran parte delle quali non sono più individuabili.

Delle campane non ne è rimasta alcuna. La campana, che le fiamme hanno risparmiato, è oggi in prestito nella chiesa di Nusse e risale al 1507, quando venne fusa da Gerhard van Wou e Johannes Schonenborch.  

Nel 1992 la chiesa di San Pietro fu dotata in un nuovo organo, finanziato grazie a donazioni, che si trova nella navata laterale nord. È stato realizzato dal fabbricante di organi Hinrich Otto Paschen di Kiel e ha 19 registri su due manuali e pedaliera; la trasmissione è meccanica. La console è inserita in positivo. L'organista siede di fronte al grand'organo e guarda sul positivo.

La torre è alta 108 m e dal 1908 e vi si può salire fino a una piattaforma a un'altezza di 50 metri. Di lì si ha una vista completa di Lubecca e dintorni fino alla baia.

Duomo

Il duomo di Lubecca, in tedesco Lübecker Dom, era la cattedrale della soppressa diocesi di Lubecca. Costruito a partire dal 1173, è il più antico monumento della città.

I suoi campanili gemelli, alti ben 114,67 metri, sono fra i più alti d'Europa. Il duomo conservava sull'altar maggiore il celebre Polittico della Passione, opera del 1491 di Hans Memling, oggi conservato al Museumsquartier St. Annen.  

La sede vescovile venne spostata in città nel 1160 da Oldenburg in Holstein; e Enrico il Leone commissiona nel 1173 l'erezione di questa cattedrale, in mattoni, sede della nuova diocesi retta dal vescovo Gerold. L'edificio venne dedicato ai santi Giovanni BattistaBiagioMaria e Nicola.

L'edificio si presentava come una basilica di stile romanico che venne terminato nel 1230. Già nel 1266 il piedicroce e il coro vennero progressivamente ricostruiti secondo le ultime tendenze dettate dall'architettura gotica. Questa fase terminò nel 1335 e la chiesa assunse le sembianze di una Hallenkirche, dove le navate laterali erano della stessa altezza di quella centrale. Il piedicroce è assai corto, e il coro grandioso.

Le torri gemelle della facciata, rimaste romaniche, presentavano un'altezza inferiore a quelle della Marienkirche. Pur essendo il duomo la chiesa principale della città le torri non erano le più elevate, questo fatto curioso si spiega nella rivalità dell'epoca fra la Chiesa e le potenti Corporazioni cittadine.

Nel XVI secolo si impose anche nella diocesi di Lubecca, come nella maggior parte delle Chiese della Germania del nord, la riforma protestante che nel 1586 soppresse la diocesi per il passaggio alla nuova confessione religiosa. La Santa Sede, tuttavia, continuò a confermare i vescovi cattolici nominati dal capitolo della cattedrale fino a Eberhard von Holle, confermato il 31 agosto 1562 e deceduto il 5 luglio 1586; con il quale termina l'episcopato cattolico di Lubecca.  

Durante la notte della Domenica delle palme del 1942, un bombardamento aereo distrusse il 30% del centro storico di Lubecca: numerose bombe esplosero intorno alla cattedrale provocando il crollo delle volte orientali del coro e la conseguente distruzione dell'altare risalente al 1696. Inoltre l'incendio, propagatosi dal museo diocesano, bruciò le coperture del tetto e il giorno seguente, le guglie delle torri crollarono. Fortunatamente gran parte delle opere d'arte, il crocifisso e i polittici medievali, vennero salvati, ma il grand'organo del 1696-99 di Arp Schnitger sparì nelle fiamme.  

La ricostruzione del duomo si svolse lungo qualche decennio, in quanto le autorità diedero la priorità alla ricostruzione cella Marienkirche. I lavori terminarono solo nel 1982.

Nel 2002 l'Accademia di Musica di Lubecca lanciò l'idea di ricostruire l'organo di Arp Schnitger, benché non si avessero le documentazioni necessarie. Tuttavia anche se nessuna decisione era stata presa, l'Université di Göteborg, in Svezia, iniziò un programma di ricerca e lo strumento, terminato nel 2001 venne installato in una chiesa abbandonata del quartiere di Örgryte a Göteborg.

Oggi il duomo è una delle tre cattedrali episcopali della Chiesa evangelica a nord dell'Elba. Dal 2001 ne è vescovo Bärbel Wartenberg-Potter. La congregazione continua a contribuire alla vita musicale cittadina. Infatti, il Festival di musica dello Schleswig-Holstein, continua a tenersi nel duomo.  

Anche se dopo la guerra alcune opere sono state distrutte e altre traslate (Polittico della Passione di Hans Memling, oggi al Museumsquartier St. Annen), il duomo conserva ancora oggi innumerevoli e preziose opere d'arte antiche:

- Fonte battesimale, venne scolpito nel 1455 nella pietra del Gotland da Lorenz Grove.

- Croce Trionfale. Posto sull'arco trionfale del coro, questo crocifisso di 17 metri d'altezza col relativo gruppo della Passione poggiante su un arco, venne realizzato dal Maestro orefice tedesco Bernt Notke nel 1477 su commissione del vescovo Albert II Krummendiek.

- Tramezzo gotico, questa struttura lignea, poggiante su colonne di pietra, venne realizzata nel 1477 da Bernt Notke su impronta di quello del duomo di Magdeburgo. Presenta le statue dei quattro patroni della chiesa, e nel 1628 vi venne aggiunto l'orologio astronomico.

- Pulpito rinascimentale, sorge nella navata centrale e venne realizzato nel 1568 dallo scultore fiammingo Hans Fleming. Supportato dalla statua di Mosè, presenta sette rilievi in alabastro con le Scene della vita di Gesù, realizzate dal fiammingo Willem van den Broeck.

- Cappelle laterali sud, preziose vestigia dell'epoca barocca chiuse da fastose transenne marmoree opere dello scultore fiammingo Thomas Quellinus.

Buddenbrookhaus

La Buddenbrookhaus ("Casa Buddenbrook") è un edificio, risalente al 1758 (e ricostruito dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale), che dal 1841 (o 1842) al 1891 appartenne alla famiglia di Thomas Mann e Heinrich Mann e che dal 2000 ospita una mostra permanente dedicata ai due scrittori e ai loro familiari, lo Heinrich-und-Thomas- Mann-Zentrum.

L'edificio, che ospitava gli uffici della Ditta Mann e che fu spesso frequentato dai due scrittori durante l'infanzia, prende il nome dal romanzo di Thomas Mann I Buddenbrook (1901), opera che Mann ambientò in gran parte tra quelle mura e che valse all'autore il Premio Nobel nel 1929.

La casa si trova al nr. 4 di Mengstraße, nei pressi della Chiesa di Santa Maria (Marienkirche) e nelle vicinanze del Municipio.

L'edificio presenta una facciata in stile rococò di color bianco con frontone.

L'edificio fu costruito nel 1758 su progetto di Johann Michael Croll. La casa divenne di proprietà della famiglia Mann a partire dal 1841 (o 1842), quando fu acquistata da Johann Segmund Mann, nonno di Thomas e Heinrich Mann e proprietario di una ditta di cereali.

Nell'edificio fu stabilita la sede della Ditta Mann: la casa rimase di proprietà dei Mann fino al 1891, quando la ditta cessò la propria attività.

Negli anni venti del XX secolo, la casa fu adibita a libreria, la Buddenbrook-Buchhandlung ("Libreria Buddenbrook"), inaugurata nel 1922 alla presenza di Thomas Mann. La libreria cessò la propria attività nel 1933, con l'avvento del nazismo.

Nel corso della seconda guerra mondiale, e precisamente nel 1942, la casa fu distrutta dai bombardamenti (lo stesso Thomas Mann si fece ritrarre 11 anni dopo assieme alla moglie in una fotografia fatta davanti a quel che rimaneva dell'edificio).

Nel 1993, la casa fu acquistata dalla città di Lubecca, che nel 2000 vi stabilì un museo dedicato alla famiglia Mann.

Il museo, suddiviso su 5 piani, illustra, attraverso fotofilm, ecc., la vita di Heinrich e Thomas Mann e dei loro discendenti (Erika, Klaus, Golo, Michael, Elisabeth e Monika). Ampio spazio è dedicato naturalmente anche al romanzo I Buddenbrook.

Il museo è strutturato in ordine cronologico e suddiviso in sei sezioni: si parte dalle origini della famiglia Mann (nella sezione Herkunt, "Origini") per arrivare infine alle tracce lasciate ai posteri dalla stessa (nella sezione Spuren", "Tracce"). Le altre sezioni sono intitolate: "Partenza" (Abbruch; sezione che traccia la partenza da Lubecca dei fratelli Mann), "Percorsi di vita" (Lebenswege), "Sofferenza per la Germania" (Leiden an Deutschland) e "Addi" (Abschiede).

Municipio

Il Municipio di Lubecca (Lübecker Rathaus) è un edificio del centro storico eretto tra il 1230 e il XVI secolo ed è uno dei più antichi municipi di tutta la Germania. Come il resto del centro storico di Lubecca, l'edificio è annoverato nella lista del patrimonio dell'umanità stilata dall'UNESCO (dal 1987)

Gran parte dell'edificio si estende attorno alla Marktplatz ("Piazza del Mercato"), mentre un lato dà sulla Breite Straße. È situato di fianco alla Chiesa di Santa Maria (Marienkirche), nonché di fronte al celebre Caffè Niederegger (lato che dà sulla Breite Straße) e non lontano dalla Buddenbrookhaus.

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L'edificio è un connubio di vari stili: dominano in particolare lo stile rinascimentale e lo stile dell'architettura gotica in mattoni (Backsteingothik), tipico delle città anseatiche.

Compongono il municipio un edificio in laterizio rosso, ornato da tre piccole torri e da dei grossi fori (che non avevano solo uno scopo decorativo, ma soprattutto quello di favorire il passaggio del vento), la Langes Haus (ca. 1300) e il Kriegsstubenbau (1444).

Nella facciata Est, quella che dà sulla Breite Straße e che si trova di fronte al Caffè Niederegger, spicca la celebre scalinata in stile rinascimenteale, costruita nel 1594 e ricostruita nel 1894.

Al primo piano dell'edificio principale, si trova la Sala delle udienze (Audienzsaal), in stile tardobarocco.

La sala, lunga 38 metri, è decorata con affreschi del bolognese Stefano Torelli (1719-1761).

Magazzini del sale

I magazzini del sale (Salzspeicher) sono un gruppo di sei edifici storici in stile rinascimentale baltico, costruiti tra il 1579 e il 1745.

Di proprietà della "Saline Oldesloe" fino al 1839, venivano utilizzati per il deposito del sale (che un tempo costituiva la principale fonte di ricchezza per la zona) proveniente da Lüneburg e che da qui prendeva la via verso la Scandinavia (soprattutto verso la Norvegia).

Come tutto il resto del centro storico di Lubecca, anche questi edifici sono inclusi dall'UNESCO nel patrimonio dell'umanità.

Gli Salzspeicher si trovano lungo il corso del fiume Trave, di fianco alla Holstentor.

Gli edifici sono costruiti in laterizio e presentano una struttura architettonica a frontoni.

I magazzini sono ordinati quasi secondo un ordine cronologico di costruzione, dal più antico, che risale al 1579 ai due più recenti, che risalgono al 1743-1745. Interrompe - per così dire - il quarto edificio della sequenza, che risale al 1600 circa e che si inserisce dopo due edifici risalenti rispettivamente al 1594 e al 1599.

Ospedale Santo Spirito

L'ospedale di Santo Spirito (Heiligen-Geist-Hospital) è uno storico edificio di Lubecca, realizzato tra il 1227 e il 1286 ed annoverato tra gli ospizi medievali meglio conservati della Germania e tra le più antiche istituzioni sociali d'Europa. L'ospizio originario rimase operativo fino agli anni sessanta del XX secolo, anche se in alcune ali trova ora posto una moderna casa di riposo per anziani.

L'edificio, come tutto il resto del centro storico di Lubecca, è incluso nel patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

L'ospedale di Santo Spirito si trova in piazza Koberg.

La facciata, in laterizio, è formata da tre frontoni triangolari ornati da torrette.

Al suo interno, si trova una chiesa a due navate decorata con affreschi del XIV secolo, polittici in legno e vetrate con stemmi gentilizi. Nella chiesa si trova l'accesso all'ex-dormitorio, una sala lunga 88-90 metri, suddivisa in stanzette in legno.

Durante il periodo natalizio, l'edificio ospita un mercatino dedicato all'artigianato locale, il Kunsthandwerker-Weihnachtsmarkt.

L'ospedale di Santo Spirito fu fondato nel 1227 (o 1276, secondo altre fonti) dall'associazione dei mercanti di Lubecca come luogo che garantisse ospitalità ai malati e alle persone meno abbienti. L'edificio si inseriva in una serie di opere caritatevoli messe in piedi grazie ai ricchi proventi che i mercanti della città anseatica riuscivano a realizzare all'epoca.

La costruzione dell'edificio fu completata nel 1286.

L'edificio poteva solitamente dare ospitalità ad un massimo di 100 persone. Inizialmente, le persone accolte erano per lo più gli ammalati, ma in seguito l'Ospedale di Santo Spirito cominciò ad ospitare gli anziani.

Nel 1820 la sala del dormitorio fu suddivisa in più stanzette, chiamate Kabäuschen, in modo da garantire una maggiore privacy.

 partire dagli anni sessanta del XX secolo, l'edificio fu destinato ad altre attività e nel 1970 si assistette all'abbandono da parte degli ultimi ospiti rimasti.

Tuttavia, tra il 1973 e il 1976, furono messi a disposizione dallo Stato 7,67 milioni di marchi per realizzare in alcune ali dell'edificio una moderna casa di riposo per anziani con 85 posti.

Puppenbrücke

l Puppenbrücke (Ponte della bambole) è un ponte ad arco, il primo costruito in pietra nella città anseatica.

Il ponte fu eretto in legno nel 1634 di fronte all'Holstentor, la porta ovest di Lubecca, per superare il fossato posto a difesa della città. Nel 1773 fu ricostruito in pietra su progetto dell'architetto Johann Adam Soherr e fu decorato con statue scolpite da Dietrich Juergen Boy tra il 1774 e il 1776, che fruttarono al ponte la sua denominazione.

Tra il 1907 e il 1908 il ponte fu ricostruito per accogliere il crescente traffico, anche se la disposizione delle statue rimase invariata.  

Quattro bassorilievi, opera dello scultore tedesco Ignatius Taschner, furono realizzati nella parte esterna dei pennacchi degli archi.

Tutte le figure avevano un significato simbolico. Esse rappresentano un attributo corrente nel XVIII secolo, che ancor oggi sono comprensibili.

- Il Dio del fiume tiene un remo in mano, ai suoi piedi c'è un'urna dalla quale scorre acqua

- L'Armonia porta un fascio di bastoni

- Mercurio porta il petaso sul capo e tiene in mano un sacchetto pieno di denaro

- La Pace porta un ramo di olivo

- Il Romano è recepito come guerriero con lancia e spada

- L'Attenzione guarda in uno specchio (o in una lente)

- Nettuno ha il cavallo accanto, che presso i greci era in stretta relazione con le onde e che è riscontrabile in numerose illustrazioni di Poseidone

- La Libertà si riconosce dal gatto che sta ai suoi piedi

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