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Lubecca è
una delle città
della Germania cosiddette
"anseatiche" in quanto
appartenente, in passato, alla Lega
anseatica ed è la più
grande città del Land Schleswig-Holstein
dopo Kiel.
Il centro
storico della città,
in parte ricostruito dopo i danni
subiti in seguito ai bombardamenti
del 1942 nel corso della Seconda
guerra mondiale, è stato
dichiarato patrimonio
dell'umanità dall'UNESCO e
presenta numerosi esempi di gotico
baltico.
Nell'VIII
secolo nell'area
sorsero i primi insediamenti di
popolazioni slave e già dal X
secolo la città di Liubice fu,
insieme a Oldenburg
in Holstein (Starigard),
il centro più importante degli abodriti.
È probabile che all'epoca
l'insediamento fosse una
fortificazione. La città di
Liubice venne in seguito citata da Adam
von Bremen nel suo
testo Gesta Hammburgensis
ecclesiae pontificum. dopo l'anno
1000 fu una città marinara
importante d'Europa. Nel 1093 gli
abodriti furono sconfitti e nel 1138 Lubecca
venne incendiata dagli slavi.
Nel 1143 la
città venne rifondata nella sua
attuale posizione da Adolfo
II, conte di Schauenburg e
Holstein. Dopo un disastroso
incendio la città fu nuovamente
ricostruita nel 1159 da Enrico
il Leone. Nel 1226 Lubecca
divenne una città
libera dell'Impero (freie
Reichsstadt) sotto il diretto
controllo dell'Imperatore Federico
II; questa decisione fu maturata
grazie al consiglio di Ermanno
di Salza, Gran
Maestro dell'Ordine Teutonico nel
contesto della lotta per
l'influenza sul Baltico contro il regno
di Danimarca.
Dal XIII al XV
secolo Lubecca fu una
delle città più importanti
d'Europa, un grande centro
commerciale e la "Regina
della Lega
Anseatica". Nel
Cinquecento l'importanza di
Lubecca diminuì.
Il
6 novembre 1806 Lubecca fu al
centro di una sanguinosa
battaglia, durante la guerra
della quarta coalizione, e,
nonostante fosse città neutrale,
subì gravi danni e saccheggi,
conquistata prima dalle truppe
della coalizione e successivamente
da quelle napoleoniche,
guidate dai marescialli Murat, Bernadotte e Soult.

Nel 1937 la
cosiddetta "legge
sulla Grande Amburgo"
decretò la soppressione della Città
libera di Lubecca e la
sua annessione alla Prussia. In
particolare la città di Lubecca
divenne un circondario
urbano nel distretto
governativo dello Schleswig.
Il
23 aprile 1945, Heinrich
Himmler incontrò,
nella cantina del consolato
svedese di Lubecca, il conte Folke
Bernadotte, proponendogli
la resa tedesca sul fronte
occidentale ma non su quello
orientale.
Durante
la seconda guerra mondiale,
Lubecca fu una delle prime città
tedesche a subire la pratica del maximum
use of fire, la nuova tecnica
della tempesta di fuoco messa a
punto dalla Gran Bretagna allo
scopo di fiaccare il morale della
popolazione tedesca. Arthur
Harris, capo del Bomber
Command, scelse Lubecca
come primo esperimento in quanto
priva di industrie belliche e
dunque scarsamente protetta dalla
contraerea.
La
notte tra il 28 e il 29 marzo
1942, 234 apparecchi ricevettero
l'ordine di distruggere la città
in 140 minuti con 400 tonnellate
di bombe, di cui due terzi
incendiarie.
Il
duomo e l'80% del centro storico
vennero danneggiati, soprattutto
il quartiere più antico intorno
alla chiesa di Santa Maria, per un
totale di circa 1500 case e 130
chilometri di facciate. Morirono
320 persone.
Al
termine della guerra, entrò a
fare parte della Germania
Ovest. La cortina di ferro,
che separava le due Germanie, la
lambì fino alla riunificazione
del 1990.
La
guida della città di Lubecca per
secoli fu affidata al consiglio
della città con il borgomastro o
i borgomastri al suo vertice.
All'inizio del XIX secolo il
consiglio, denominato
"Senato", era composto
da 16 senatori e 4 borgomastri,
dei quali i due più anziani si
avvicendavano annualmente alla sua
guida. A partire dal 1848 ci
furono solo due borgomastri. Erano
esclusivamente rappresentanti del
senato, ma non "capi di
Stato" della libera città
anseatica di Lubecca. Accanto al
Senato esisteva la Bürgerschaft come
"Parlamento". Nel 1933 la Bürgerschaft fu
sciolta e il Senato
ridimensionato. Il presidente fu
fin dall'inizio l'Oberbürgermeister.
Holstentor

La Holstentor (“Holstein-Tor”)
è la porta cittadina che
delimita ad ovest il centro
storico della città
anseatica di Lubecca. È
il simbolo della città ed è uno
dei monumenti più celebri di
tutta la Germania. La
costruzione tardo-gotica
appartiene ai resti delle mura ed
è, con la Burgtor, l’unica
porta di Lubecca rimasta. Per più
di 300 anni ha portato il nome di Mittleres
Holstentor (Holstentor
centrale), insieme ad altre 3
porte cittadine (demolite nel XIX
secolo). È uno dei più
importanti esempi del Gotico
baltico che faceva uso
principalmente del mattone rosso.
Dal
1950 la Holstentor ospita un museo
di storia della città, con 9 sale
tematiche. I temi sono vari, dal
commercio, al diritto di
Lubecca e l’esercizio delle
pene.
La
Holstentor si trova in asse con la
stazione centrale nel sobborgo di
St. Lorenz, il Puppenbrücke, l’Holstenbrücke e
la Holstenstraße, che porta
direttamente al centro della città.
Dietro la Holstentor (vista dal
centro storico) vi è la
Holstentorplatz (piazza di
Holstentor). Nelle vicinanze si
trovano gli storici magazzini del
sale.
La
Holstentor è composta dalla torre sud,
la torre nord e
l’edificio centrale. Ha quattro
piani, ma l’edificio centrale è
privo del piano terra poiché lì
si trova il passaggio d’ingresso
(la porta). Il lato
dell’edificio rivolto ad ovest,
ovvero all’esterno della città,
è chiamato Feldseite (rivolto
verso la campagna), mentre il lato
rivolto verso la città è
chiamato Stadtseite.
L’edificio centrale, tra due
torri semicircolari con tetto
conico, è sormontato da un
timpano.
Sul
lato rivolto verso la città vi è
l’iscrizione S.P.Q.L.,
ispirata all’S.P.Q.R. romano
(Senatus populusque Romanus), che
dovrebbe corrispondere a Senatus
populusque Lubecensis. Sul lato
rivolto verso la campagna si trova Concordia
domi foris pax (“Unità
all’interno, pace
all’esterno”), risalente al
1871.
I
lati rivolti verso la città e
verso la campagna sono progettati
in modo molto diverso. Quello
rivolto verso la città è
riccamente decorato con finestre,
mentre quello rivolto verso la
campagna presenta solo poche
piccole finestre e nelle mura sono
presenti delle feritoie con
postazioni per l’artiglieria
(tre su ogni torre). Al primo
piano, oltre alle postazioni già
citate, sono presenti due
ulteriori feritoie per
l’artiglieria più piccola.
Queste piccole aperture sono
presenti anche al terzo piano.
L’edificio centrale non ha
feritoie. Le finestre sopra al
passaggio d’ingresso sono state
progettate per versare pece o
acqua bollente sul nemico che
cercava di entrare in città.
Le
decorazioni più sorprendenti sono
le due fasce di terracotta che
circondano l’edificio e sono
composte principalmente da singole
piastrelle quadrate. Sulle
piastrelle è presente una
decorazione tra tre diverse
fantasie ricorrenti: quattro gigli
araldici, una figura geometrica
simmetrica e quattro foglie di
cardo. Le fasce di terracotta sono
state ristrutturate tra il 1865 e
il 1870. Le nuove piastrelle
riproducono quasi fedelmente i
motivi precedenti.
Le
stanze interne delle torri sono
progettate in modo simmetrico. Il
piano terra e il primo piano hanno
i soffitti più alti, mentre i
piani superiori sono più bassi.
Nella torre nord i soffitti del
secondo piano sono crollati
formando in questo modo uno spazio
unico che unisce il secondo e il
terzo piano. Davanti alle feritoie
si trovano le camere delle armi.
Qui, al secondo piano, si possono
vedere ancora oggi i cannoni, ma
si tratta di riproduzioni.
L’interno
della Holstentorplatz è un
giardino dalla forma allungata
progettato da Harry Maasz.
Sul lato corto occidentale, di
fronte alla Holstentor, si possono
ammirare i due monumentali leoni
di Lubecca in ghisa (simbolo
della città). Uno dorme,
l’altro ha lo sguardo attento
rivolto verso il leone
addormentato.
Nel
corso dei secoli la ricca e agiata
città anseatica di Lubecca, si è
vista costretta a costruire muri e
fortificazioni sempre più
resistenti per difendersi dalle
minacce esterne. Tre porte
consentivano l’accesso alla città:
la Burgtor a nord, la Mühlentor a
sud e la Holstentor a ovest. A est
la città era protetta dal fiume
Wakenitz.
La
porta interna
- La
porta più antica, la Inneres
Holstentor (porta interna) si
affacciava direttamente sulla riva
del fiume Trave.
Attraversando questa porta si
raggiungeva l’Holstenbrücke. Al
ponte venne dato questo nome nel
1216, in occasione di un atto di
donazione del re della Danimarca.
La denominazione Holstenbrücke (e
Holstentor) si deve al fatto che
l’uscita occidentale della città
si affaccia sullo Holstein.
Nel 1376 sia il ponte che la porta
sono stati restaurati. La porta
interna comunicava con la casa del
doganiere che, grazie a questa
posizione, poteva sorvegliare la
città.
La
porta centrale
- Armi
da fuoco e cannoni richiedevano
alla città una maggiore
fortificazione e perciò nel XV
secolo le porte già esistenti non
erano più sufficienti; si decise
così di costruire la Mittleres
Holstentor (porta centrale).
La
porta esterna
- La Äußeres
Holstentor (porta esterna)
era conosciuta anche come Renaissancetor, Vortor e Krummes
Tor. Venne eretta nel XVI secolo
in occasione della costruzione di
un muro a ovest della porta
centrale. La porta esterna fu
ultimata nel 1585.
La
seconda porta esterna
-
Nel 1621 venne costruita una
quarta porta, la Zweites Äußeres
Holstentor (seconda porta
esterna). Gli archi delle porte
riportano le iscrizioni Si
deus pro nobis, quis contra nos (Se
Dio è dalla nostra parte, chi può
esserci contro? – sul lato
rivolto verso la città) e Sub
alis altissimi (Sotto
protezione dell’altissimo –
sul lato rivolto verso la
campagna). La seconda porta
esterna è stata l’ultima ad
essere costruita e la prima ad
essere demolita, precisamente nel
1808.
Durante l’industrializzazione,
la fortificazione medievale era
vista solo come un ostacolo. Nel
1808 venne demolita la seconda
porta esterna, nel 1828 la porta
interna e nel 1853 la porta
esterna. Era solo una questione di
tempo prima che anche la porta
centrale venisse abbattuta.
Burgtor
La Burgtor ("porta
del castello/della fortezza")
è una storica porta cittadina,
risalente al 1444 e che un tempo
faceva parte delle fortificazioni
settentrionali della città.
La
porta fu progettata da Nicholas
Peck nell'ambito delle
fortificazioni cittadine e sostituì
nel 1444 una torre preesistente per
difendere quello che era allora
l'unico accesso via terra alla
città.
L'edificio
prese il nome di Burgtor, ovvero
"porta del castello", in
quanto fu costruita nel luogo dove
sorgeva il castello
di Lubecca, che era stato
eretto nel 1227 e che in seguito
fu sostituito da un monastero.
Nel
1685, fu aggiunta alla struttura
una cupola barocca.
Nel
1806, la Burgtor venne
attraversata dalle truppe
francesi, che occuparono Lubecca
per alcuni anni.
Sempre
nel corso del XIX secolo,
l'amministrazione cittadina si
prefisse l'abbattimento della
Burgtor nell'ambito di un progetto
urbanistico, ma dovette rinunciare
a tale proposito per via del
parere contrario della
popolazione.
La
Burgtor si affaccia sul fiume
Trave ed è situata
all'incrocio tra le vie An der
Untertrave e Große Burgstraße,
di fronte alla Brückenweg.
L'edificio,
in stile tardogotico, è decorata
da archi a terzo punto.
Marienkirche
(Chiesa di Santa Maria)
La
Marienkirche, la chiesa principale
a due torri, fu
costruita fra il 1250 e 1350,
diventando il simbolo della
potenza e prosperità della città
anseatica.
È
la terza chiesa della Germania per
dimensioni ed è costruita nel
punto più alto della città
vecchia. La chiesa è annoverata
fra gli edifici significativi
dall'UNESCO. È stata un modello
per per l'architettura in mattoni
della Germania del Nord e la sua
forma ha ispirato altre circa 70
chiese della regione baltica.
La
città di Lubecca era divenuta
città libera dell'Impero nel
1226, era il maggiore centro della
Lega anseatica, e il vescovo della
diocesi di Lubecca non era un
principe territoriale. Il potere
politico era nelle mani dei
mercanti anseatici che promossero
la costruzione della chiesa
parrocchiale di Santa Maria, nel
centro della città e più grande
della cattedrale di San Pietro,
situata in posizione periferica,
come simbolo della loro autonomia
dal vescovo, che per qualche tempo
fu anche allontanato dalla città.

La
costruzione ebbe inizio nel 1220.
Dapprima si pensò ad una chiesa a
sala, con una torre unica in
facciata, ma poi il progetto venne
sostituito da uno più grandioso a
pianta basilicale. La chiesa venne
realizzata con due enormi torri in
facciata, che terminano con due
alte guglie ottagonali. La
decorazione è costituita
prevalentemente da motivi
geometrici in laterizio, senza che
venga interrotta la compatta massa
muraria. Anche i contrafforti e
gli archi rampanti sono costituiti
da strutture semplici, che
esaltano il grande volume
dell'edificio in mattoni, sul
quale si aprono grandi finestre
anch'esse basate su forme
geometriche semplici.
La
chiesa si affianca al municipio
anch'esso in mattoni e dotato da
numerose torrette terminanti in
guglie in rame che, in scala
minore, riprendono le guglie di
Santa Maria. L'effetto sul profilo
della città è molto suggestivo,
che ha un aspetto quasi fiabesco e
fantasmagorico.
L'interno
riprende lo schema basilicale
francese con deambulatorio e
cappelle radiali, con una
spettacolare navata centrale alta
circa 40 metri, impostata su alti
pilastri, e con grandi finestre
nel cleristorio privo di triforio,
sostituito da una bassa galleria.
Se si considerano i galli posti
sulla sommità le due torri
misurano 124,95 e 124,75 m.
La
chiesa fu danneggiata durante il
bombardamento che colpì la città
nella notte tra il 28 e il 29
marzo 1942 comportando la perdita,
fra le varie opere d'arte, della Danza
Macabra, del monumentale
orologio astronomico, di
numerosi epitaffi
funebri e delle vetrate.
L'edificio fu in gran parte
ricostruito tra il 1947 ed il
1959.

Chiesa
di San Pietro
La chiesa
di San Pietro (St.-Petri-Kirche)
è un edificio religioso citato
per la prima volta già nel 1170.
Nel
corso dei secoli fu più volte
ristrutturata, finché fu
terminata nel XV secolo. Durante
la seconda
guerra mondiale patì
gravi danni e fu restaurata
completamente solo nel 1987. Poiché
l'arredamento non poté più
essere ripristinato, vi si
svolgono solo servizi religiosi in
particolari occasioni. Essa viene
utilizzata principalmente per
manifestazioni religiose e per
mostre d'arte.
L'effetto
del semplice spazio dell'aula a
cinque navate della chiesa è
provocato dalla particolare
architettura di grande valore.
Moderne opere d'arte come la croce
dell'altare dell'artista austriaco Arnulf
Rainer come la croce
dell'altare di Hanna Jäger,
illuminata al neon, che invita il
visitatore a pensare.
Già
nel 1170 la chiesa fu citata
insieme alla Marienkirche.
Tra il 1227 e il 1250 l'edificio
aveva un'aula di stile tardoromanico,
tre navate con quattro campate e
tre absidi.
Era lunga 29,80 + 3 m, e larga 21
m. Verso il 1290 fu pronto un coro.
San Pietro divenne la chiesa
"imperiale".
Contemporaneamente
la chiesa di San Pietro era,
accanto alla Marienkirche la
seconda chiesa della Piazza del
mercato di Lubecca. Nel XV secolo
l'edificio assunse l'attuale
aspetto: una gotica chiesa
a sala con cinque
navate in mattone e cinque
campate.
Per
questo la chiesa di San Pietro fu
una delle poche chiese esistenti a
cinque navate. Ad est si trovano
tre absidi, ad ovest una torre su
un ampio basamento. La riforma fece
il suo ingresso a Lubecca negli
anni 1529/30, e la chiesa di
San Pietro divenne evangelica.
Durante
il bombardamento
di Lubecca del 29
marzo 1942, Domenica
delle palme, la chiesa di
San Pietro andò praticamente
distrutta da un incendio. Il
tetto, la copertura della torre e
il ricco arredamento interno
furono distrutti, compreso il buffet dell'organo,
realizzato dall'intagliatore Tönnies
Evers il Giovane, o l'importante
piastra in ottone del consigliere
Johann Klingenberg. Rimase intatto
il fonte battesimale barocco
donato dal consigliere Johann
Philipp Lefèvre.
L'ex
lapidario funse come capannone
della chiesa, appena
sufficientemente ricoperta, nel
quale furono ricoverati i
frammenti scultorei provenienti da
tutte le chiese di Lubecca
distrutte dalla guerra. Solo nel
1987 la chiesa fu completamente
ricostruita ma solo nella parte
esterna. Si rinunciò ad una
ricostruzione completa
dell'arredamento interno, cosicché
oggi influenzano i visitatori
soprattutto la possanza del corpo
costruttivo puro e la
relativamente rara forma della
pianta.
Un
nuovo crocifisso è presente nel
coro, un lavoro con le dimensioni
di una piccola croce trionfale
(214 × 123 cm) di Arnulf
Rainer (1980 – 1983)
di assi grezze dotato di un Corpo
di aspetto devozionale. Il
crocifisso è ricoperto da uno
spesso strato di colore.
Nella
chiesa erano presenti 48 piastre
funerarie medievali, gran parte
delle quali non sono più
individuabili.
Delle
campane non ne è rimasta alcuna.
La campana, che le fiamme hanno
risparmiato, è oggi in prestito
nella chiesa di Nusse e risale al
1507, quando venne fusa da Gerhard
van Wou e Johannes Schonenborch.
Nel
1992 la chiesa di San Pietro fu
dotata in un nuovo organo,
finanziato grazie a donazioni, che
si trova nella navata laterale
nord. È stato realizzato dal
fabbricante di organi Hinrich Otto
Paschen di Kiel e
ha 19 registri su
due manuali e pedaliera;
la trasmissione è meccanica. La console è
inserita in positivo. L'organista
siede di fronte al grand'organo e
guarda sul positivo.
La torre è alta 108 m e dal 1908
e vi si può salire fino a una
piattaforma a un'altezza di 50 metri.
Di lì si ha una vista completa di
Lubecca e dintorni fino alla baia.
Duomo
Il duomo
di Lubecca, in tedesco Lübecker
Dom, era la cattedrale della
soppressa diocesi
di Lubecca. Costruito a
partire dal 1173, è il più
antico monumento della città.
I
suoi campanili gemelli, alti ben
114,67 metri, sono fra i più alti
d'Europa. Il duomo conservava
sull'altar maggiore il celebre
Polittico della Passione, opera
del 1491 di Hans
Memling, oggi conservato al
Museumsquartier St. Annen.
La
sede vescovile venne spostata in
città nel 1160 da Oldenburg
in Holstein; e Enrico
il Leone commissiona
nel 1173 l'erezione di questa cattedrale,
in mattoni, sede della nuova diocesi retta
dal vescovo Gerold. L'edificio
venne dedicato ai santi Giovanni
Battista, Biagio, Maria e Nicola.
L'edificio
si presentava come una basilica di
stile romanico che
venne terminato nel 1230. Già nel
1266 il piedicroce e
il coro vennero progressivamente
ricostruiti secondo le ultime
tendenze dettate dall'architettura
gotica. Questa fase terminò
nel 1335 e la chiesa assunse le
sembianze di una Hallenkirche,
dove le navate laterali erano
della stessa altezza di quella
centrale. Il piedicroce è assai
corto, e il coro grandioso.
Le
torri gemelle della facciata,
rimaste romaniche, presentavano
un'altezza inferiore a quelle
della Marienkirche.
Pur essendo il duomo la chiesa
principale della città le torri
non erano le più elevate, questo
fatto curioso si spiega nella
rivalità dell'epoca fra la Chiesa
e le potenti Corporazioni cittadine.

Nel
XVI secolo si impose anche nella diocesi
di Lubecca, come nella
maggior parte delle Chiese della
Germania del nord, la riforma
protestante che nel
1586 soppresse la diocesi per il
passaggio alla nuova confessione
religiosa. La Santa
Sede, tuttavia, continuò a
confermare i vescovi cattolici
nominati dal capitolo della
cattedrale fino a Eberhard von
Holle, confermato il 31 agosto
1562 e deceduto il 5 luglio 1586;
con il quale termina l'episcopato
cattolico di Lubecca.
Durante
la notte della Domenica
delle palme del 1942,
un bombardamento aereo distrusse
il 30% del centro storico di
Lubecca: numerose bombe esplosero
intorno alla cattedrale provocando
il crollo delle volte orientali
del coro e la conseguente
distruzione dell'altare risalente
al 1696. Inoltre l'incendio,
propagatosi dal museo diocesano,
bruciò le coperture del tetto e
il giorno seguente, le guglie
delle torri crollarono.
Fortunatamente gran parte delle
opere d'arte, il crocifisso e i
polittici medievali, vennero
salvati, ma il grand'organo del
1696-99 di Arp
Schnitger sparì nelle
fiamme.
La
ricostruzione del duomo si svolse
lungo qualche decennio, in quanto
le autorità diedero la priorità
alla ricostruzione cella Marienkirche.
I lavori terminarono solo nel
1982.
Nel
2002 l'Accademia di Musica di
Lubecca lanciò l'idea di
ricostruire l'organo di Arp
Schnitger, benché non si
avessero le documentazioni
necessarie. Tuttavia anche se
nessuna decisione era stata presa,
l'Université di Göteborg, in Svezia,
iniziò un programma di ricerca e
lo strumento, terminato nel 2001
venne installato in una chiesa
abbandonata del quartiere di Örgryte
a Göteborg.
Oggi
il duomo è una delle tre
cattedrali episcopali della Chiesa
evangelica a nord dell'Elba.
Dal 2001 ne è vescovo Bärbel
Wartenberg-Potter. La
congregazione continua a
contribuire alla vita musicale
cittadina. Infatti, il Festival di
musica dello Schleswig-Holstein,
continua a tenersi nel duomo.
Anche
se dopo la guerra alcune opere
sono state distrutte e altre
traslate (Polittico della Passione di Hans
Memling, oggi al
Museumsquartier St. Annen), il
duomo conserva ancora oggi
innumerevoli e preziose opere
d'arte antiche:
-
Fonte battesimale, venne scolpito
nel 1455 nella pietra del Gotland
da Lorenz Grove.
-
Croce Trionfale. Posto sull'arco
trionfale del coro, questo
crocifisso di 17 metri d'altezza
col relativo gruppo della Passione
poggiante su un arco, venne
realizzato dal Maestro orefice
tedesco Bernt Notke nel 1477 su
commissione del vescovo Albert II
Krummendiek.
-
Tramezzo gotico, questa struttura
lignea, poggiante su colonne di
pietra, venne realizzata nel 1477
da Bernt Notke su impronta di
quello del duomo
di Magdeburgo. Presenta le
statue dei quattro patroni della
chiesa, e nel 1628 vi venne
aggiunto l'orologio astronomico.
-
Pulpito rinascimentale, sorge
nella navata centrale e venne
realizzato nel 1568 dallo scultore
fiammingo Hans Fleming. Supportato
dalla statua di Mosè,
presenta sette rilievi in
alabastro con le Scene della
vita di Gesù, realizzate dal
fiammingo Willem van den Broeck.
-
Cappelle laterali sud, preziose
vestigia dell'epoca barocca chiuse
da fastose transenne marmoree
opere dello scultore fiammingo
Thomas Quellinus.
Buddenbrookhaus
La Buddenbrookhaus ("Casa
Buddenbrook") è un edificio,
risalente al 1758 (e
ricostruito dopo le distruzioni
della seconda
guerra mondiale), che dal 1841 (o 1842)
al 1891 appartenne alla famiglia
di Thomas
Mann e Heinrich
Mann e che dal 2000 ospita
una mostra permanente dedicata ai
due scrittori e
ai loro familiari, lo
Heinrich-und-Thomas-
Mann-Zentrum.
L'edificio,
che ospitava gli uffici della
Ditta Mann e che fu spesso
frequentato dai due scrittori durante
l'infanzia, prende il nome dal romanzo di Thomas
Mann I
Buddenbrook (1901),
opera che Mann ambientò in gran
parte tra quelle mura e che
valse all'autore il Premio
Nobel nel 1929.
La
casa si trova al nr. 4 di Mengstraße,
nei pressi della Chiesa
di Santa Maria (Marienkirche) e
nelle vicinanze del Municipio.
L'edificio
presenta una facciata in stile rococò di
color bianco con frontone.
L'edificio
fu costruito nel 1758 su
progetto di Johann
Michael Croll. La casa
divenne di proprietà della
famiglia Mann a partire dal 1841 (o 1842),
quando fu acquistata da Johann
Segmund Mann, nonno di Thomas e Heinrich
Mann e proprietario di
una ditta di cereali.
Nell'edificio
fu stabilita la sede della Ditta
Mann: la casa rimase di proprietà
dei Mann fino al 1891,
quando la ditta cessò la propria
attività.
Negli anni
venti del XX
secolo, la casa fu adibita
a libreria,
la Buddenbrook-Buchhandlung ("Libreria
Buddenbrook"), inaugurata nel
1922 alla presenza di Thomas
Mann. La libreria cessò
la propria attività nel 1933, con
l'avvento del nazismo.
Nel
corso della seconda
guerra mondiale, e
precisamente nel 1942, la casa fu
distrutta dai bombardamenti (lo
stesso Thomas
Mann si fece ritrarre
11 anni dopo assieme alla moglie
in una fotografia fatta
davanti a quel che rimaneva
dell'edificio).
Nel
1993, la casa fu acquistata dalla
città di Lubecca,
che nel 2000 vi stabilì un museo
dedicato alla famiglia Mann.
Il museo,
suddiviso su 5 piani,
illustra, attraverso foto, film,
ecc., la vita di Heinrich e Thomas
Mann e dei loro
discendenti (Erika, Klaus, Golo,
Michael, Elisabeth e Monika).
Ampio spazio è dedicato
naturalmente anche al romanzo I
Buddenbrook.
Il museo è
strutturato in ordine cronologico e
suddiviso in sei sezioni: si parte
dalle origini della famiglia Mann
(nella sezione Herkunt,
"Origini") per arrivare
infine alle tracce lasciate ai
posteri dalla stessa (nella
sezione Spuren",
"Tracce"). Le altre
sezioni sono intitolate:
"Partenza" (Abbruch;
sezione che traccia la partenza da Lubecca dei
fratelli Mann), "Percorsi di
vita" (Lebenswege),
"Sofferenza per la
Germania" (Leiden an
Deutschland) e "Addi"
(Abschiede).
Municipio
Il Municipio di Lubecca (Lübecker
Rathaus) è un edificio del centro
storico eretto tra il 1230 e
il XVI secolo ed è uno
dei più antichi municipi di
tutta la Germania. Come il
resto del centro storico di
Lubecca,
l'edificio è annoverato nella
lista del patrimonio
dell'umanità stilata
dall'UNESCO (dal 1987)
Gran
parte dell'edificio si estende
attorno alla Marktplatz ("Piazza
del Mercato"), mentre un lato
dà sulla Breite Straße. È
situato di fianco alla Chiesa di
Santa Maria (Marienkirche),
nonché di fronte al celebre Caffè
Niederegger (lato che dà sulla Breite
Straße) e non lontano dalla
Buddenbrookhaus.


L'edificio
è un connubio di vari stili:
dominano in particolare lo stile
rinascimentale e lo stile
dell'architettura gotica in
mattoni (Backsteingothik), tipico
delle città anseatiche.
Compongono
il municipio un edificio in
laterizio rosso, ornato da tre
piccole torri e da dei grossi fori
(che non avevano solo uno scopo
decorativo, ma soprattutto quello
di favorire il passaggio del vento),
la Langes Haus (ca. 1300)
e il Kriegsstubenbau (1444).
Nella
facciata Est, quella che dà sulla Breite
Straße e che si trova di
fronte al Caffè Niederegger,
spicca la celebre scalinata in
stile rinascimenteale, costruita
nel 1594 e ricostruita
nel 1894.
Al
primo piano dell'edificio
principale, si trova la Sala delle
udienze (Audienzsaal), in stile
tardobarocco.
La
sala, lunga 38 metri, è decorata
con affreschi del bolognese Stefano
Torelli (1719-1761).
Magazzini
del sale

I magazzini
del sale (Salzspeicher) sono
un gruppo di sei edifici storici
in stile rinascimentale baltico,
costruiti tra il 1579 e
il 1745.
Di
proprietà della "Saline
Oldesloe" fino al 1839,
venivano utilizzati per il
deposito del sale (che
un tempo costituiva la principale
fonte di ricchezza per la zona)
proveniente da Lüneburg e
che da qui prendeva la via verso
la Scandinavia (soprattutto
verso la Norvegia).
Come
tutto il resto del centro storico
di Lubecca, anche questi edifici
sono inclusi dall'UNESCO nel patrimonio
dell'umanità.
Gli Salzspeicher si
trovano lungo il corso del fiume
Trave, di fianco alla Holstentor.
Gli
edifici sono costruiti in
laterizio e presentano una
struttura architettonica a frontoni.
I
magazzini sono ordinati quasi
secondo un ordine cronologico di
costruzione, dal più antico, che
risale al 1579 ai
due più recenti, che risalgono al 1743-1745. Interrompe
- per così dire - il quarto
edificio della sequenza, che
risale al 1600 circa
e che si inserisce dopo due
edifici risalenti rispettivamente
al 1594 e
al 1599.
Ospedale
Santo Spirito
L'ospedale
di Santo Spirito (Heiligen-Geist-Hospital)
è uno storico edificio di Lubecca,
realizzato tra il 1227 e il
1286 ed annoverato tra gli
ospizi medievali meglio conservati
della Germania e
tra le più antiche istituzioni
sociali d'Europa.
L'ospizio originario rimase
operativo fino agli anni sessanta
del XX secolo, anche se in alcune
ali trova ora posto una moderna
casa di riposo per anziani.
L'edificio,
come tutto il resto del centro
storico di Lubecca, è incluso nel patrimonio
dell'umanità dall'UNESCO.
L'ospedale
di Santo Spirito si trova in
piazza Koberg.
La
facciata, in laterizio, è formata
da tre frontoni triangolari ornati
da torrette.
Al
suo interno, si trova una chiesa a
due navate decorata con affreschi
del XIV secolo, polittici in legno
e vetrate con stemmi gentilizi. Nella
chiesa si trova l'accesso
all'ex-dormitorio, una sala lunga
88-90 metri, suddivisa in
stanzette in legno.
Durante
il periodo natalizio, l'edificio
ospita un mercatino dedicato
all'artigianato locale, il
Kunsthandwerker-Weihnachtsmarkt.
L'ospedale
di Santo Spirito fu fondato nel
1227 (o 1276, secondo altre fonti)
dall'associazione dei mercanti di
Lubecca come luogo che garantisse
ospitalità ai malati e alle
persone meno abbienti. L'edificio
si inseriva in una serie di opere
caritatevoli messe in piedi grazie
ai ricchi proventi che i mercanti
della città anseatica riuscivano
a realizzare all'epoca.
La
costruzione dell'edificio fu
completata nel 1286.
L'edificio
poteva solitamente dare ospitalità
ad un massimo di 100 persone. Inizialmente,
le persone accolte erano per lo più
gli ammalati, ma in seguito
l'Ospedale di Santo Spirito
cominciò ad ospitare gli anziani.
Nel
1820 la sala del dormitorio fu
suddivisa in più stanzette,
chiamate Kabäuschen, in modo da
garantire una maggiore privacy.
partire
dagli anni sessanta del XX secolo,
l'edificio fu destinato ad altre
attività e nel 1970 si
assistette all'abbandono da parte
degli ultimi ospiti rimasti.
Tuttavia,
tra il 1973 e il 1976, furono
messi a disposizione dallo Stato
7,67 milioni di marchi per
realizzare in alcune ali
dell'edificio una moderna casa di
riposo per anziani con 85 posti.
Puppenbrücke

l Puppenbrücke (Ponte
della bambole) è un ponte
ad arco, il primo costruito
in pietra nella città
anseatica.
Il
ponte fu eretto in legno nel 1634
di fronte all'Holstentor,
la porta ovest di Lubecca, per
superare il fossato posto a difesa
della città. Nel 1773 fu
ricostruito in pietra su progetto
dell'architetto Johann
Adam Soherr e fu
decorato con statue scolpite da
Dietrich Juergen Boy tra il 1774 e
il 1776, che fruttarono al ponte
la sua denominazione.
Tra
il 1907 e il 1908 il ponte fu
ricostruito per accogliere il
crescente traffico, anche se la
disposizione delle statue rimase
invariata.
Quattro
bassorilievi, opera dello scultore
tedesco Ignatius
Taschner, furono realizzati
nella parte esterna dei pennacchi degli
archi.
Tutte
le figure avevano un significato
simbolico. Esse rappresentano un
attributo corrente nel XVIII
secolo, che ancor oggi sono
comprensibili.
-
Il Dio del fiume tiene un remo in
mano, ai suoi piedi c'è un'urna
dalla quale scorre acqua
-
L'Armonia porta un fascio di
bastoni
-
Mercurio porta il petaso sul
capo e tiene in mano un sacchetto
pieno di denaro
-
La Pace porta un ramo di olivo
-
Il Romano è
recepito come guerriero con lancia
e spada
-
L'Attenzione guarda in uno
specchio (o in una lente)
-
Nettuno ha il cavallo
accanto, che presso i greci era
in stretta relazione con le onde e
che è riscontrabile in numerose
illustrazioni di Poseidone
-
La Libertà si
riconosce dal gatto che sta ai
suoi piedi
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