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Augusta
Treverorum (il cui
significato latino era di
"città di Augusto, nel
paese dei Treveri") fu
una città romana fondata
sulle sponde del fiume Mosella nel
territorio della tribù gallica dei Treveri della Gallia
Belgica (oggi Treviri,
in Germania). In epoca
imperiale la popolazione
ammontava a circa 80 000
abitanti, tanto che Augusta
Treverorum era considerata la
più grande città a nord delle Alpi.
Dal
1986 i resti della città, tra cui
il ponte, fanno parte del patrimonio
Mondiale dell'UNESCO.
I
primi insediamenti nei pressi
della futura città di Treviri sarebbero
da attribuire alla Cultura
della ceramica lineare, fin
dall'Età del ferro lungo la valle
della Mosella. E sembra
proprio che il primo ponte romano
sul fiume fu costruito attorno al 17
a.C., sito di un probabile guado.
Alla
fine degli anni della cultura
di La Tène sembra vi fossero
alcuni insediamenti sparsi sulla
riva destra della Mosella. Una
loro concentrazione è stata
indagata archeologicamente in
un'area compresa tra il fiume, St.
Irminen, Ostallee e Gilbert Straße.
I
centri più importanti di questo
periodo dell'area, sorti attorno
alla valle, del popolo omonimo dei Treveri si
trovaveno sulle vicine colline
(oppida) a: Titelberg in Lussemburgo,
a Castellberg presso Wallendorf,
a Ringwall von Otzenhausen e Martberg.
Il
piccolo insediamento potrebbe
essere, quindi, sorto alcuni anni
dopo la conquista romana
della Gallia ad opera di Gaio
Giulio Cesare, forse nei pressi di
un primo insediamento militare che
controllava tutta la vicina
vallata a Petrisberg. Pochi
sono però i reperti archeologici
trovati, tra cui terra
sigillata aretina e un
frammento di legno databile al 30
a.C. circa, forse in
stretta connessione con la
costruzione della strada che Marco
Vipsanio Agrippa ordinò di
realizzare durante il suo primo
governo della provincia delle Gallie negli
anni 39-38 a.C.

Sembra
che Augusta Treverorum fu
fondata da Augusto nel
corso del suo soggiorno in Gallia nell'anno 16
a.C., nei pressi di un
insediamento militare che
sembrerebbe risalire al 30
a.C. circa. La data esatta
non può essere stabilita dalle
fonti storiche del momento, bensì
da una serie di circostanze che si
verificarono in quei decenni.
Sappiamo infatti che:
la
prima riorganizzazione delle province
galliche sotto Augusto,
avvenne nel 27 a.C., con
l'inizio di un primo censimento;
nel 12 a.C. fu fondato a Lugdunum (l'odierna Lione)
un Altare di Roma e Augusto (Ara
trium Galliarum) al termine del
censimento. È in questo lasso di
tempo che va ricercata la
creazione della città di Augusta
Treverorum (Treveri).
Il
secondo periodo in cui Marco
Vipsanio Agrippa fu
governatore delle Gallie fu nel 19
a.C.
In
Gallia lo stesso Augusto vi
soggiornò dal 16 al 13
a.C.
La
città divenne capoluogo della provincia
romana della Gallia
Belgica e colonia romana sotto
l'imperatore Claudio. Questo
fa di Treviri una delle città in
assoluto più antiche del
territorio tedesco.
Archeologia
del periodo giulio-claudio
- A questo primo periodo romano
apparterrebbero i primi reperti
archeologici. Sono stati infatti
trovati i pali di fondazione del
primo ponte in legno
sulla Mosella. Essi mostrano
che fu costruito negli anni 18/17
a.C. Frammenti di una monumentale
iscrizione sono stati poi
rinvenuti, relativamente ai nipoti
di Augusto, Lucio Cesare e Gaio
Cesare, morti rispettivamente nel 2 e
nel 4. Ciò indicherebbe
che entro la fine del regno di
Augusto alcune strutture urbane
erano già state edificate, dal
momento che un'iscrizione del
genere è concepibile solo in
luoghi pubblici (Forum?) con la
funzione di un luogo centrale
cittadino.
Augusta
Treverorum crebbe, quindi, in
popolazione e prosperità, come i
ritrovamenti archeologici di tombe
e corredi funerari dimostrano.
Questo perché la città era al
centro di una via commerciale che
univa l'Italia con la Renania,
dove erano presenti numerose fortezze
legionarie e di truppe
ausiliarie del vicino limes
renano. Fu grazie all'ampliarsi
del commercio (grazie ad
artigianato ed agricoltura locale)
che Claudio decise di costruire un
ponte in pietra sopra la Mosella, a
dimostrazione di un raggiunto buon
livello di prosperità dell'area
urbana.
La
città continuò ad espandersi nel I
secolo in modo considerevole.
Sorsero così numerosi abitati
(insulae) a nord del centro, in
una "griglia stradale" a
forma rettangolare che misuravano
70-100 metri di larghezza e 100 di
lunghezza. Al centro della città,
a metà tra il decumano
massimo ed il cardo
massimo, vi era il forum (piazza
principale), che fu ampliato poi
da Vespasiano, fino a
misurare 140 x 278 metri. A
sud del centro urbano, alla
periferia della città,
soprattutto nei pressi della
Mosella, sorsero tutta una serie
di officine per la produzione di
ceramica (terra sigillata) e
numerose altre imprese artigiane,
che si servivano del vicino corso
d'acqua per il trasporto merci.
Oltre alle ceramiche di cui sopra,
vi erano fabbriche tessili,
impianti di lavorazione dei
metalli e impianti di produzione
di prodotti in vetro. Erano
inoltre estratte buone quantità
di argento, oro ed altri metalli
della zona. A 100 anni dalla sua
fondazione, si poteva ritenere che Augusta
Treverorum fosse la più
ricca città dell'intera Gallia
Belgica.

Durante
la crisi del 68-69 Augusta
Treverorum decise di
sostenere dopo Galba e Vitellio un'alleanza
con i popoli dei Lingoni e
dei Batavi con la prospettiva di
tornare ad essere una città
indipendente dall'Impero romano,
ma la rivolta che ne scaturì fu
soffocata nel sangue dalle truppe
di Quinto Petilio Ceriale che
si erano schierate dalla parte del
nuovo princeps, Vespasiano (69-70).
La città sembra sia stata
risparmiata dal saccheggio delle
truppe romane e lo storico Publio
Cornelio Tacito non aggiunge
nulla riguardo alle sanzioni che
avrebbero potuto esserle
somministrate come conseguenza
della rivolta, anche se nel 69 vi
sarebbe stato un grosso incendio
in città. E sembra anche che in
questo periodo non vi fossero
ancora mura difensive.
Archeologia
del periodo dai Flavi agli
Antonini
- Augusta
Treverorum attorno all'anno 100 era
una città opulenta,
sufficientemente grande, seppure
non densamente popolata,
soprattutto nella sua parte
meridionale. Il foro risalirebbe
invece alla seconda metà del I
secolo. E sempre al I secolo
risalirebbero le prime terme (costruite
nell'80 circa), un teatro ed
l'anfiteatro (la cui arena
era di 70,5 × 49 metri) che,
attorno al 100, sostituì le
panchine di legno con strutture in
pietra, e che poteva contenere
circa 18.000 spettatori. Ciò
dimostra chiaramente quanto fosse
ormai divenuta importante la città,
in concorrenza con le vicine città
di Castra Vetera e Colonia
Claudia Ara Agrippinensium.
E
verso la fine del II secolo (tra
il 170 ed il 180)
in seguito alla prima ondata
di invasioni da parte delle
genti germaniche d'oltre
Reno potrebbe essere stata
iniziata la costruzione di una
cinta muraria tutta intorno alla
città. Di quest'opera rimarrebbe
a sua testimonianza la cosiddetta Porta
Nigra costruita come porta
nord (sempre che non sia del periodo
tetrarchico), con pietra
proveniente dalle cave della zona
che però rimase incompiuta. Le
mura misuravano ben 6.418 metri di
lunghezza, racchiudendo al suo
interno un'area di 285 ettari. Le
mura furono costruite con scisti, ciottoli e malta internamente,
mentre all'esterno arenaria e
blocchi di pietra calcarea. Le
mura si ergevano in altezza per
6,20 metri, in profondità nel
sottosuolo per 3 metri ed erano
larghe fino a 4 metri. L'intero
perimetro era, inoltre,
accompagnato da un totale di 48-50
torri. E sempre nel II secolo
(tra il 144 ed il 155),
l'Imperatore Antonino Pio ordinò
la costruzione di un nuovo e più
robusto ponte sul Reno,
accanto al vecchio di Claudio.

Il III
secolo risulta un periodo
assai turbolento, dove fin dal suo
inizio fecero irruzione oltre i confini
delle due Germanie le
confederazioni degli Alemanni e
dei Franchi spesso
sottoponendo Augusta
Treverorum al rischio di
essere posta sotto assedio.
Nel 233 sappiamo infatti
che il limes germanico-retico fu
attaccato pesantemente dagli
Alemanni. La difesa di questo
tratto di frontiere potrebbe
essere stata affidata proprio al
futuro imperatore Marco
Clodio Pupieno Massimo, il quale
riuscì a respingere gli invasori
barbari. Notevoli sono le
testimonianze archeologiche delle
distruzioni riportate in queste
province nel corso delle
incursioni, da Castra Regina a Pfünz fino
ad Augusta Treverorum. Ancora
nel 261 la città subì
una nuova incursione di Alemanni,
i quali inoltratisi lungo la
Mosella fino a Metz, furono
fermati dalle armate di Postumo.
La controffensiva romana fu,
infatti, condotta
dall'ex-governatore, ora reggente
dell'Impero delle Gallie, il quale
ottenne una nuova "Victoria
germanica".
Malgrado questi
continui pericoli la città
continuò a prosperare, sebbene
molte villae dei suoi
dintorni furono saccheggiate. A
partire dalla seconda metà del
III secolo fu, inoltre, sede
vescovile (273) ed il primo
vescovo fu Eucario, mentre fu
capitale dell'Impero delle Gallie
al tempo di Tetrico dal 271 al 274.
Nel settembre 275 la Gallia fu
invasa dai Franchi, che percorsero
ancora una volta la valle del
fiume Mosella e dilagarono nella
zona dell'attuale Alsazia. Si
racconta che oltre settanta città
caddero nelle loro mani, e che
solo quelle poche dotate di mura,
come Augusta Treverorum, Colonia e Tolosa,
scamparono alla devastazione ed al
saccheggio.
Con
il regime tetrarchico di Diocleziano divenne
prima sede della Belgica
Prima (attorno al 286) e
poi la capitale del Cesare
d'Occidente Costanzo Cloro, a
partire dal 293 (che qui
pose anche una zecca
monetaria). Nel 288 le armate
romane ottennero un nuovo
successo sulle tribù germaniche
come ci ricorda la quarta
acclamazione di Diocleziano quale
"Germanicus maximus", per
i successi ottenuti dai generali
di Massimiano sia sugli Alemanni
(in un'azione combinata con lo
stesso Diocleziano), sia sui Franchi.
Massimiano era riuscito a
catturarne il re dei Franchi
Sali, Gennobaude, ed a
ottenere la restituzione di tutti
i prigionieri romani. A
completamento dell'opera di
pacificazione, dislocò alcuni
Franchi nei territori circostanti Augusta
Treverorum e Bavai.
Archeologia
del III secolo
- La
città fu in questo periodo dotata
di nuove possenti mura, di un palazzo
imperiale (di cui rimane
l'imponente basilica Palatina
di Costantino degli inizi del IV
secolo oltre al grande complesso
termale), dotato anche di un
ippodromo (costruito però al
tempo di Costantino I).
L'Imperatore Massimiano, Augusto d'Occidente iniziò
la costruzione delle terme
imperiali (poi completate da
Costantino I), che sono
considerate le più grandi
dell'intera provincia delle
Gallie, dove le sue pareti
raggiungono ancora oggi i 19 metri
di altezza del calidarium e
che rimasero in funzione fino al
termine del IV secolo, poi
trasformate in caserma militare.

Durante
la prima parte del regno di Costantino,
la città divenne sua residenza
imperiale almeno dal 306 al 312,
tanto da ribattezzarla: "la
città di Roma del Nord".
Egli fece ritorno ad Augusta
Treverorum nell'autunno del
306, da dove le frontiere della
Gallia, che erano tornate ad
essere minacciate dalle
popolazioni germaniche dei
Franchi, sarebbero state meglio
controllate. Qui rimase a
difendere questo importante tratto
di limes per i sei anni
successivi, trasferendovi la
propria corte imperiale e
trasformandola nella propria
capitale (di 80 000
abitanti), come risulta anche
dall'imponente costruzione
dell'Aula palatina, fatta erigere
dal padre e completata da
Costantino nel 310. Durante
questi anni, non solo rafforzò le
difese di questi territori contro
le continue incursioni dei
barbari, ma potenziò le armate alle
sue dipendenze, aumentandone
gli effettivi con la creazione
di nuove legioni. Ancora una volta
Costantino scelse Augusta
Treverorum come suo quartier
generale negli anni 314-315,
al fine di meglio tenere sotto
controllo il tratto di frontiera
renana, mettendovi ordine ancora
una volta contro le possibili
incursioni di Franchi e Alemanni,
oltre a continuare nelle sue opere
di fortificazione.
La
città fu ampliata e, oltre
all'imponente aula Palatina fu
costruito un grandioso impianto
termale annesso al palazzo
imperiale (complesso completato
sotto Valentiniano I nel 370).
A partire dal 318 fu
sede della Prefettura del
pretorio delle Gallie, una delle
due nella parte occidentale
dell'Impero. Dal 328 al 340 vi
risiedette l'imperatore Costantino
II. Nel 367 e poi ancora
nel 370 Valentiniano I, respinse
nuove incursioni di Franchi e Sassoni (anche
lungo le coste della Britannia),
stabilendo la propria residenza
imperiale ad Augusta Treverorum. Fu
ancora residenza imperiale sotto Graziano e Magno
Massimo, almeno fino al 390,
al tempo dell'imperatore Valentiniano
II. Molte infine furono le
personalità di quel periodo che
trascorsero alcuni periodi della
loto vita in questa città:
Lattanzio (che qui morì nel 317), Decimo
Magno Ausonio (attorno al 383)
e Ambrogio (vescovo di Mediolanum)
che nacque nella città della
Gallia.
Archeologia
del IV secolo
- La basilica venne
fatta costruire dall'imperatore
romano Costantino I
all'inizio del IV secolo (tra
il 306 e il 312) ed inizialmente
era destinata a fungere da sala
del trono. La grandezza e lo
splendore della costruzione
dovevano testimoniare il potere
dell'autorità imperiale nella
travagliata regione germanica. Non
si conoscono le date di
edificazione esatte, ma si è
scoperto da scavi archeologici che
le fondamenta vennero costruite su
edifici preesistenti (forse la
sede del procuratore imperiale), e
che l'aula non si trovava isolata
come lo è adesso, anzi faceva
parte del quartiere del palazzo
imperiale, con numerosi altri
edifici.
E
sempre a questo periodo sarebbe da
attribuirsi la costruzione del grande
ippodromo (che misurava quasi
500 m. in lunghezza), la cui
datazione sarebbe attorno al 310.
Il Circus era
posizionato nella parte est della
città. Posizionato nella
zona est della città, aveva una
capienza complessiva stimata in
circa 50 000 persone, sedute
lungo le sue gradinate.

Augusta
Treverorum continuò a
rimanere una delle città più
importanti dell'intera Gallia
Transalpina, anche dopo la
divisione operata da Teodosio I del 395.
Nel V secolo tuttavia andò
incontro a un rapido declino. Il
31 dicembre 406, la Gallia fu
invasa da Vandali, Alani e Suebi (o
Svevi), e, anche se Treviri non è
citata nell'enumerazione delle
città devastate dagli invasori
del Reno contenuta in un'epistola
di Sofronio Eusebio Girolamo,
è plausibile che abbia risentito
dell'invasione. Probabilmente fu
in seguito a tale invasione, che Augusta
Treverorum perse di
importanza, con lo spostamento
della prefettura ad Arelate,
sebbene la data effettiva dello
spostamento della prefettura sia
controversa ed alcuni studiosi
sostengano che lo spostamento
sarebbe avvenuta prima
dell'attraversamento del Reno.
Certo è che l'usurpatore Costantino
III, che regnò in una Gallia
devastata dalle incursioni dal 407
al 411, pose la sua sede di
governo ad Arelate e trascurò
alquanto la frontiera del Reno.
Secondo un frammento della Storia
di Renato Profuturo
Frigerido, contenuto nella Historia
Francorum di Gregorio di
Tours, nel 411, la città
dovette capitolare sotto
l'avanzata delle forze dei Franchi:
egli sostiene che "la città
di Treviri fu saccheggiata e data
alle fiamme nel corso di una
seconda incursione dei
Franchi".
La
città conobbe un rapido declino
e, secondo lo scrittore Salviano
di Marsiglia, Treviri intorno al
450 era già stata espugnata e
posta a sacco quattro volte dal
nemico. Salviano attribuisce
le devastazioni provocate dalle
invasioni barbariche alla
punizione divina volta a
correggere la popolazione di
Treviri e di altre città
dell'Impero, che, invece di vivere
rettamente, erano dedite a vivere
una vita dissoluta. In genere gli
studiosi sono propensi ad
attribuire tutti i quattro sacchi
della città ai Franchi.
Quando
gli Unni condotti dal loro re Attila attraversarono
il Reno e invasero la Gallia nel
451, espugnarono e distrussero
Treviri, prima di essere respinti
dall'esercito romano di Ezio rinforzato
da Visigoti e altri alleati
barbari. Nel 457 Treviri,
insieme alla città di Colonia
(Colonia Agrippina), cadde
definitivamente nelle mani dei
Franchi e risultò vano il
tentativo da parte del magister
militum romano Egidio di salvare
le due città dalla capitolazione:
fu sconfitto in battaglia dai
Franchi e poté salvarsi solo con
la fuga. Attorno agli anni
settanta del V secolo si ha
notizia di Arbogaste (nipote o
bisnipote del magister
militum Arbogaste) come comes della
città, insediato, secondo Michael
Rouche, dallo stesso Siagrio:
se questa sovranità fu franca o
romana è tutt'oggi disputato e
taluni storici riportano la
conquista della città da parte
dei Franchi negli anni '80 del 400
o dopo, posticipando quindi la
conquista franca.

Treviri
è la più antica sede episcopale
di Germania. Il Cristianesimo vi
venne introdotto nel 70 da
commercianti siriani e nel 314, in
piena epoca Romana vi fu
fondato il primo vescovado a nord
delle Alpi. Nel 339 o 340 vi
nacque Sant'Ambrogio, vescovo
e patrono di Milano.
Durante
il regno di Carlo Magno venne
elevata al rango di arcidiocesi e
nel 772 nominò
l'arcivescovo di Treviri Principe
vescovo, che gli garantiva la
completa immunità giudiziaria per
tutte le sue proprietà (chiese,
monasteri, villaggi e castelli).
Col Trattato di Verdun
dell'843 la città e i suoi
territori vengono inclusi nella Lotaringia,
e gli arcivescovi ottennero nel
IX-X secolo il diritto di imporre
le tasse e quello di zecca, che
gli garantivano una larga
autonomia. Sin dal XIV
secolo, con la promulgazione della Bolla
d'oro, l'arcivescovo di Treviri fu
inoltre insignito dell'importante
incarico di Principe elettore del Sacro
Romano Impero. Dalla fine del XVII
secolo la sede principesca venne
condivisa in alternanza con Coblenza,
fino al 1786 quando l'ultimo
vescovo-elettore, Clemente
Venceslao di Sassonia, risiedette
esclusivamente in quest'ultima.
L'arcivescovo controllava
territori dai confini con la Francia al Reno,
e mantenne il potere fino al 1795,
quando i territori della riva
sinistra del Reno vennero occupati
dalle truppe francesi
rivoluzionarie.
Nel
Medioevo (XIV secolo) alcune
famiglie ebraiche lasciarono la
città per andare prima in Francia
(dove sono conosciuti come “Trèves”,
nome francese di Treviri, e il
molto più diffuso, specie in
Alsazia, “Dreyfus”) e in
seguito nell’Italia
settentrionale, stanziandosi in
Valle D’Aosta (dove sono
conosciuti col nome francese di Trèves,
in particolare nella zona di
Saint-Vincent), in Piemonte e in
Friuli-Venezia Giulia
(italianizzato in “Treves”).
Membri importanti della famiglia
sono: Joseph-Marie Trèves, prete
valdostano di Emarèse, Alberto
Treves de Bonfili, primo ebreo
nobile italiano per volere di
Napoleone Bonaparte, e Alfred
Dreyfus, militare parigino
accusato senza prove di tradimento
per motivi antisemiti e
imprigionato per molti anni
sull’isola del Diavolo.
Treviri,
occupata dai francesi nel 1794,
era stata legata da vincoli
commerciali con le altre città
della Francia, venendo
coinvolta, nel bene e nel male,
nelle varie fasi della Rivoluzione
fino al governo di Napoleone
I. Nel 1815, venne annessa
alla Prussia, la cui politica
era fortemente conservatrice.
Porta
Nigra

La
Porta Nigra è attualmente la
porta romana più grande a nord
delle Alpi e fa parte del
complesso dei Beni patrimonio
dell'umanità di Treviri. Il nome
Porta Nigra è stato coniato nel
Medioevo a causa del colore scuro
della sua pietra.
La
Porta Nigra è stata costruita in
arenaria grigia tra il 180 e il
200 d.C. Alta 30 metri e profonda
22, ha
una facciata di 36 metri
, sulla quale si aprono due
ingressi alti 7 metri
. La struttura si ingentilisce sui
due piani sovrastanti, nei quali
vennero aperte 144 finestre ad
arco. Sulla sua cima aveva trovato
dimora il monaco siriaco Simeone,
in onore del quale, nel 1041, fu
costruita una chiesa, poi
abbattuta quasi interamente dalle
truppe di Napoleone.
La
porta originale era composta da
tue torri di quattro piani,
formanti un semicerchio sul lato
esterno. Un blocco di pietra
separava i due portali, apribili
su entrambi i lati. Tuttavia per
ragioni sconosciute la porta
rimase incompiuta: in ogni caso
venne utilizzata per molti secoli
fino alla fine dell'era romana a
Treviri.
Durante
l'epoca romana, la Porta Nigra
faceva parte della composizione a
quattro porte della città, ognuna
delle quali era posta a ogni lato
della città omonima, a forma
rettangolare, o a castrum. La
Porta Nigra controllava l'entrata
a nord della città, mentre la Porta
Alba (Porta Bianca)
controllava la zona sud e la Porta
Inclyta (Porta Famosa) la parte
ovest, vicino al ponte romano che
attraversava il fiume Mosella. Le
porte erano poste alla fine delle
due vie principali della città,
una delle quali andava da Nord a
Sud e l'altra da Est a Ovest. Di
queste porte è rimasta solo la
Porta Nigra.
Nel
primo Medioevo le porte della città
romana non vennero usate con la
loro funzione originale, e le loro
pietre vennero portate via e
riutilizzate per altri edifici. In
più, ferro e altri oggetti
vennero tolti dai muri della Porta
Nigra. Oggigiorno le tracce di
questa distruzione e razzia sono
ancora visibili sulla facciata
nord della porta.

Dopo
il 1028, il monaco greco Simeon
visse come eremita nelle rovine
della porta. In seguito alla sua
morte (1035) e santificazione,
venne costruito nei pressi della
porta il monastero Simeonstift
per onorarlo. Dopo essere stata
salvata da un'ulteriore
distruzione, la Porta Nigra venne
trasformata in chiesa. I piani a
metà della porta vennero
trasformati in navate, quello
superiore utilizzato dai monaci,
quello inferiore per la gente
comune. Il piano terra con le
porte stesse venne sigillato e
venne inoltre costruita un'ampia
scala esterna che dava sulla città,
che arrivava sino al piano più
basso della chiesa.
Una
piccola scala venne inoltre
costruita per accedere ai piani
superiori. Le stanze della chiesa
erano poi accessibili tramite
finestre precedenti della torre
ovest della Porta Nigra, che erano
state allargate e diventate porte
d'ingresso (sono tuttora
visibili). Il tetto del piano più
alto della torre ovest venne
utilizzato come la torre della
chiesa, mentre la torre est, più
bassa dell'altra, venne ampliata
in alto con un'abside. Venne in più
costruita una porta, molto più
piccola, la porta Simeon -
adiacente al lato est della Porta
Nigra e utilizzata quindi come
ingresso di servizio in tempo
medievale.
Insieme
alla grande maggioranza delle
chiese e dei monasteri di Treviri,
la chiesa nella Porta Nigra e il
monastero al suo interno vennero
tolti da Napoleone Bonaparte nel
1802. Durante la sua visita a
Treviri nel 1804, Napoleone ordinò
che la Porta Nigra venisse
riportata alla sua forma
originale. Solo l'abside venne
tolta, e la torre est non venne
ricostruita alla sua altezza
originale. Una leggenda locale
dice che Napoleone originariamente
non volle mai distruggere la
chiesa; al contrario della
leggenda, gli abitanti locali lo
convinsero che la chiesa era
diventata una zona per un festival
gallico prima di essere
trasformata in chiesa (in poche
parole, gli parlarono
semplicemente riguardo alle sue
origini romane); è risaputo che
questo fatto ha permesso che la
costruzione non venisse distrutta
e persuase Napoleone al posto di
far ritornare la porta alla sua
forma originale.
L'aspetto
moderno della Porta Nigra non è
cambiato dalla ricostruzione
voluta da Napoleone. Sul lato sud
della Porta Nigra, resti di
colonne romane delineano gli
ultimi 100 m prima della
porta. Lasciate dove si trovavano
ai tempi romani, danno la visione
di come dovesse essere l'aspetto
della strada romana originale che
era in linea con i colonnati.
Anche
se la zona circostante la porta è
oggi chiusa al traffico delle
automobili, si trova vicino ad una
delle vie principali di Treviri.
In aggiunta all'inquinamento
generale, i fumi e i gas di
scarico degli autoveicoli hanno
quindi danneggiato le pietre per
decenni, tuttavia in generale la
Porta Nigra si è conservata in
buone condizioni.
La
Porta Nigra, inclusi i piani
superiori, è aperta ai
visitatori.
Circo
Romano e Anfiteatro
Il circo
romano di Augusta Treverorum
era un'antica struttura collegata
alla vicina residenza
imperiale, presso la quale
risiedettero prima Costanzo
Cloro a partire dalla fine
del III secolo e poi il
figlio Costantino I dal 306,
durante il periodo
tetrarchico.
Il circo venne
edificato attorno al 310,
dopo che Costantino I, figlio di Costanzo
Cloro, fu nominato Cesare e
fece ritorno a Augusta
Treverorum nell'autunno del 306,
da dove le frontiere della Gallia,
che erano tornate ad essere
minacciate dalle popolazioni
germaniche dei Franchi,
sarebbero state meglio
controllate. Qui rimase a
difendere questo importante tratto
di limes per i sei anni
successivi, trasferendovi la
propria corte imperiale e
trasformandola nella propria
capitale (di 80.000 abitanti),
come risulta anche dall'imponente
costruzione dell'Aula palatina,
fatta erigere dal padre e
completata da Costantino nel 310. Durante
questi anni, non solo rafforzò le
difese di questi territori contro
le continue incursioni dei
barbari, ma potenziò le armate alle
sue dipendenze, aumentandone
gli effettivi con la creazione
di nuove legioni. A questo periodo
apparterrebbe, pertanto, la
costruzione dell'ippodromo, o
almeno la sua ricostruzione,
considerando che qualcuno non
esclude possa essercene stata una
precedente databile al II
secolo.
Il Circus era
posizionato nella parte est della
città. L'arena misurava 440
metri di lunghezza e 77-88 metri
di larghezza. La distanza tra
i carceres e la
balaustra centrale (o
"spina") era di 150
metri. La lunghezza poi
dell'intera "spina"
centrale era di 255 metri. La
capienza complessiva dell'intera
struttura potrebbe essere stata di
circa 50.000 persone, sedute lungo
le sue gradinate, sulla base
dell'esperienza di altri circhi
dell'epoca.
La
prima campagna di scavi sul sito
dell'antico Circus iniziò
nel 1949 grazie a un
certo von Massow. La
datazione della maggior parte
delle costruzioni secondo le
indagini archeologiche risalirebbe
agli inizi del IV secolo. Del
circo romano di Augusta
Treverorum si conservano solo
pochi rilievi archeologici. Più
che altro il suo perimetro è
intuibile dal corso delle strade
attuali. La sua posizione si
trovava lungo Corso Egbert ed
Helen Street, mentre la parte
arrotondata opposta ai carceres potrebbe
identificarsi con l'attuale
Agritius straße.
Nel
circo Treviri sembra vi
fossero numerose rappresentazioni
pittoriche e mosaici, una delle
quali mostra un auriga,
Polydus, con la sua squadra. Una
simile rappresentazione la
troviamo anche su antichi
medaglioni rinvenuti sempre a Treviri,
ed in una tomba rinvenuta a
Neumagener.
Il Circus fu
quasi subito distrutto durante le invasioni
barbariche dei secoli fine IV
secolo-inizi del V secolo, e
gran parte delle sue pietre
riutilizzate, mentre l'area ora
tornata libera, fu utilizzata per
l'agricoltura. Nel XIX
secolo, sull'area fu costruita una
nuova zona residenziale, a sud
della stazione ferroviaria
principale di Treviri,
lasciando ben poco dell'antica
pianta del monumento, che quindi
rimane ad oggi poco analizzato
archeologicamente. Altra
testimonianza dell'attività
dell'antico circus e dei
suoi spettacoli, viene
rivelata da un'iscrizione, che
descrive un certo Auriga, il
cui nome era Ercole.
Terme
imperiali

La
Terme Imperiali sono un complesso
termale romano risalente alla
prima metà del IV secolo quando
la città era una delle capitali
della Tetrarchia. Quanto è
rimasto di esse fa parte del
complesso dei Beni patrimonio
dell'umanità di Treviri, così
inserito nell'Elenco dei patrimoni
dell'umanità dall'UNESCO.
La
costruzione delle terme fu
iniziata da Costantino in quella
che era la sua capitale renana. La
costruzione rimase interrotta e fu
frettolosamente completata da
Valentiniano I nel 370 circa.
La
struttura planimetrica riprende il
modello imperiale
"orientale", noto fin
dal II secolo in Asia Minore (come
nel ginnasio di Vedio a Efeso), e
comprende a ovest una grande
palestra all'aperto, circondata da
portici, colonnati e un ingresso
monumentale e, sul lato opposto,
un nicchione. Da qui si accedeva
al blocco serrato delle vasche
termali, composto da una serie di
sale dalla pianta diversa
accostate in un unico complesso,
con coperture per lo più a
crociera e a cupola.
Il
primo ambiente che si incontrava
era il colossale Frigidarium,
una grande aula rettangolare con
le vasche disposte nel nicchione e
nei lati corti, in maniera
trasversale. Da un passaggio
absidato, in asse col nicchione,
si accedeva a un Tepidarium
di formi circolare e
successivamente a un Calidarium
rettangolare con vasche
semicircolari nelle absidi ai lati
(ancora oggi ben visibile l'esedra
che chiudeva il complesso). Altre
stanze minori riempivano gli spazi
tra il Frigidarium e il Calidarium,
usate per i servizi o per percorsi
alternativi. Attorno al Tepidarium
si disponevano altre stanze su un
asse nord-sud che formava un sorta
di impianto cruciforme con l'asse
principale.
Basilica
Palatina

La
Basilica Palatina di Costantino,
anche conosciuta col nome di Aula
Palatina è una basilica palatina
romana che si trova ad Augusta
Treverorum. All'epoca in cui
fu costruita (IV secolo) era la più
vasta basilica ad unica aula
coperta ed è anche l'unica del
genere ad essere pervenuta integra
fino ai giorni nostri.
L'interno
misura 67 metri di lunghezza,
27,20 di larghezza ed è alto 33
metri di altezza. Essa fa parte
del complesso dei Beni patrimonio
dell'umanità di Treviri, così
inserito nell'Elenco dei patrimoni
dell'umanità dall'UNESCO nel
1986.
La
basilica venne fatta costruire
dall'imperatore romano Costantino
I all'inizio del IV secolo ed
inizialmente era destinata a
fungere da sala del trono. La
grandezza e lo splendore della
costruzione dovevano testimoniare
il potere dell'autorità imperiale
nella travagliata regione
germanica.
Non
si conoscono le date di
edificazione esatte, ma si è
scoperto da scavi archeologici che
le fondamenta vennero costruite su
edifici preesistenti (forse la
sede del procuratore imperiale), e
che l'aula non si trovava isolata
come lo è adesso, anzi faceva
parte del quartiere del palazzo
imperiale, con numerosi altri
edifici.
Tra
il secolo XII e XIII la basilica
venne donata all'arcivescovo di
Treviri. Lothar von Metternich
costruì nel XVIII secolo proprio
a ridosso della basilica il
Palazzo Kurfürstliches, che
comportò la riduzione del muro
est e sud della Basilica. La
basilica venne restaurata secondo
le forme originarie da Federico
Guglielmo IV di Prussia, su
progetto del colonnello Carl
Schnitzler. La basilica dal 1856
è in comodato eterno alla
Chiesa Evangelica, mentre la
proprietà è restata della
Regione Renania-Palatinato.
Durante la Seconda Guerra Mondiale
l'edificio subì un grave incendio
nel 1944, in seguito al quale
furono approntati numerosi lavori
di restauro.
Esternamente
la basilica si presenta oggi con
le pareti prive di qualsiasi
contrafforte esterno. Una novità
fu la decorazione esterna con una
serie di alte arcate cieche, nelle
quali si aprono due livelli di
finestrato. Questo motivo, che
rompe con la tradizione delle
pareti lisce, è presente sulle
due pareti laterali e sull'abside.
Vicino alle finestre si trovano
anche tracce di decorazioni a
stucco originarie. Anticamente vi
correvano intorno due ballatoi,
che spezzavano il ritmo
ascensionale delle lesene. Attorno
all'edificio si trovavano due
bassi peristili a "U",
che abbracciavano simmetricamente
i lati dell'edificio.
Oggi
l'esterno della basilica appare in
ottime condizioni, ma è frutto di
restauri e di puliture dei mattoni
avvenute in varie epoche.

Attraverso
un nartece disposto
trasversalmente (forse dotato di
abside) si accedeva all'interno, a
navata unica. La sala vera e
propria misurava 200x100 piedi
romani, ovvero 58x29 metri,
illuminata dalla doppia fila di
finestre ad arco e terminata
dall'abside semicircolare dove
riprendeva la stessa doppia fila
di finestre, anche se quest'ultime
hanno un'altezza e dimensione
diverse, per via di raffinate
correzioni ottiche. L'abside è
inquadrata da un poderoso arco
trionfale, sul quale ha inizio una
serie di nicchie semicircolari che
proseguono lungo l'abside.
L'interno era decorato da marmi
preziosi e da statue nelle
nicchie. La spazialità
nell'insieme è movimentata dalle
finestre e dalle nicchie, ma nel
complesso prevale la sensazione
del grandioso volume interno,
poderoso e immoto, con precisi
rapporti di equilibrio. Le scelte
architettoniche sono in un certo
senso comparabili con il gusto per
le masse geometricamente definite
proprio della scultura di quei
tempi.
Sia
il pavimento che le pareti avevano
un sistema di riscaldamento a
ipocausti: sotto al pavimento,
composto da due livelli,
esistevano quattro fornaci, dalle
quali l'aria calda correva in un
sistema di tubature nella
muratura.
Annessa
alla chiesa vi è la Sala
Caspar-Olevian, nella quale
viene celebrato il culto
giornaliero e che è utilizzata
come sala prove per il coro della
basilica.
Nell'arco
della finestra più vicina
all'abside dell'ordine inferiore
della parete destra, si trova
l'organo a canne, costruito nel
1962 dall'organaro berlinese Karl
Schuke. Lo strumento, che
sostituisce uno precedente
costruito nel XIX secolo e
distrutto durante il bombardamento
nel 1944, è a trasmissione mista:
meccanica per le tastiere e il
pedale, elettrica per i registri.
L'organo ha due tastiere di 58
note ciascuna ed una pedaliera di
30.
Nei
pressi del Palazzo sorgevano due
basiliche (nessuna delle quali ha
mantenuto la forma originaria),
che Costantino fece costruire nel
326 per celebrare i vent'anni del
suo regno. Verso la fine del IV
secolo si aggiunse alla basilica
settentrionale una costruzione
quadrata, giunta fino a noi come
nucleo centrale della Cattedrale
romanica; la seconda invece è
andata completamente distrutta. Al
suo posto, nel XIII secolo, fu
eretta la più antica e originale
chiesa gotica di Germania,
la
Liebfrauenkirche
, che presenta una pianta a forma
di croce greca. Agli angoli
sorgono quattro cappelle trilobate
simboleggiami una rosa a 12
petali: la rosa mystica, una delle
attribuzioni della Vergine Maria.
Perso
tra le colossali rovine romane che
formano il centro storico della
città, questo piccolo gioiello
rappresenta l'unico contributo
della Treviri medievale al
complesso monumentale dominato
dall'impronta di Augusta
Treverorum.
Ponte
Romano
A est
della città un ponte romano
attraversa
la Mosella. Eretto
nel 45 d.C. sotto l'imperatore
Claudio, conserva soltanto una
minima parte dei blocchi di
granito originari che un tempo
sostenevano una struttura
carrozzabile in legno.

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