Monumenti romani, Cattedrale di San Pietro
e Chiesa di Nostra Signora a Treviri
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1986

 

   

Augusta Treverorum (il cui significato latino era di "città di Augusto, nel paese dei Treveri") fu una città romana fondata sulle sponde del fiume Mosella nel territorio della tribù gallica dei Treveri della Gallia Belgica (oggi Treviri, in Germania). In epoca imperiale la popolazione ammontava a circa 80 000 abitanti, tanto che Augusta Treverorum era considerata la più grande città a nord delle Alpi.

Dal 1986 i resti della città, tra cui il ponte, fanno parte del patrimonio Mondiale dell'UNESCO.

I primi insediamenti nei pressi della futura città di Treviri sarebbero da attribuire alla Cultura della ceramica lineare, fin dall'Età del ferro lungo la valle della Mosella. E sembra proprio che il primo ponte romano sul fiume fu costruito attorno al 17 a.C., sito di un probabile guado.

Alla fine degli anni della cultura di La Tène sembra vi fossero alcuni insediamenti sparsi sulla riva destra della Mosella. Una loro concentrazione è stata indagata archeologicamente in un'area compresa tra il fiume, St. Irminen, Ostallee e Gilbert Straße.

I centri più importanti di questo periodo dell'area, sorti attorno alla valle, del popolo omonimo dei Treveri si trovaveno sulle vicine colline (oppida) a: Titelberg in Lussemburgo, a Castellberg presso Wallendorf, a Ringwall von Otzenhausen e Martberg.

Il piccolo insediamento potrebbe essere, quindi, sorto alcuni anni dopo la conquista romana della Gallia ad opera di Gaio Giulio Cesare, forse nei pressi di un primo insediamento militare che controllava tutta la vicina vallata a Petrisberg. Pochi sono però i reperti archeologici trovati, tra cui terra sigillata aretina e un frammento di legno databile al 30 a.C. circa, forse in stretta connessione con la costruzione della strada che Marco Vipsanio Agrippa ordinò di realizzare durante il suo primo governo della provincia delle Gallie negli anni 39-38 a.C.

Sembra che Augusta Treverorum fu fondata da Augusto nel corso del suo soggiorno in Gallia nell'anno 16 a.C., nei pressi di un insediamento militare che sembrerebbe risalire al 30 a.C. circa. La data esatta non può essere stabilita dalle fonti storiche del momento, bensì da una serie di circostanze che si verificarono in quei decenni. Sappiamo infatti che:

la prima riorganizzazione delle province galliche sotto Augusto, avvenne nel 27 a.C., con l'inizio di un primo censimento; nel 12 a.C. fu fondato a Lugdunum (l'odierna Lione) un Altare di Roma e Augusto (Ara trium Galliarum) al termine del censimento. È in questo lasso di tempo che va ricercata la creazione della città di Augusta Treverorum (Treveri).

Il secondo periodo in cui Marco Vipsanio Agrippa fu governatore delle Gallie fu nel 19 a.C.

In Gallia lo stesso Augusto vi soggiornò dal 16 al 13 a.C.

La città divenne capoluogo della provincia romana della Gallia Belgica e colonia romana sotto l'imperatore Claudio. Questo fa di Treviri una delle città in assoluto più antiche del territorio tedesco.  

Archeologia del periodo giulio-claudio - A questo primo periodo romano apparterrebbero i primi reperti archeologici. Sono stati infatti trovati i pali di fondazione del primo ponte in legno sulla Mosella. Essi mostrano che fu costruito negli anni 18/17 a.C. Frammenti di una monumentale iscrizione sono stati poi rinvenuti, relativamente ai nipoti di Augusto, Lucio Cesare e Gaio Cesare, morti rispettivamente nel 2 e nel 4. Ciò indicherebbe che entro la fine del regno di Augusto alcune strutture urbane erano già state edificate, dal momento che un'iscrizione del genere è concepibile solo in luoghi pubblici (Forum?) con la funzione di un luogo centrale cittadino.

Augusta Treverorum crebbe, quindi, in popolazione e prosperità, come i ritrovamenti archeologici di tombe e corredi funerari dimostrano. Questo perché la città era al centro di una via commerciale che univa l'Italia con la Renania, dove erano presenti numerose fortezze legionarie e di truppe ausiliarie del vicino limes renano. Fu grazie all'ampliarsi del commercio (grazie ad artigianato ed agricoltura locale) che Claudio decise di costruire un ponte in pietra sopra la Mosella, a dimostrazione di un raggiunto buon livello di prosperità dell'area urbana.

La città continuò ad espandersi nel I secolo in modo considerevole. Sorsero così numerosi abitati (insulae) a nord del centro, in una "griglia stradale" a forma rettangolare che misuravano 70-100 metri di larghezza e 100 di lunghezza. Al centro della città, a metà tra il decumano massimo ed il cardo massimo, vi era il forum (piazza principale), che fu ampliato poi da Vespasiano, fino a misurare 140 x 278 metri. A sud del centro urbano, alla periferia della città, soprattutto nei pressi della Mosella, sorsero tutta una serie di officine per la produzione di ceramica (terra sigillata) e numerose altre imprese artigiane, che si servivano del vicino corso d'acqua per il trasporto merci. Oltre alle ceramiche di cui sopra, vi erano fabbriche tessili, impianti di lavorazione dei metalli e impianti di produzione di prodotti in vetro. Erano inoltre estratte buone quantità di argento, oro ed altri metalli della zona. A 100 anni dalla sua fondazione, si poteva ritenere che Augusta Treverorum fosse la più ricca città dell'intera Gallia Belgica.

Durante la crisi del 68-69 Augusta Treverorum decise di sostenere dopo Galba e Vitellio un'alleanza con i popoli dei Lingoni e dei Batavi con la prospettiva di tornare ad essere una città indipendente dall'Impero romano, ma la rivolta che ne scaturì fu soffocata nel sangue dalle truppe di Quinto Petilio Ceriale che si erano schierate dalla parte del nuovo princeps, Vespasiano (69-70). La città sembra sia stata risparmiata dal saccheggio delle truppe romane e lo storico Publio Cornelio Tacito non aggiunge nulla riguardo alle sanzioni che avrebbero potuto esserle somministrate come conseguenza della rivolta, anche se nel 69 vi sarebbe stato un grosso incendio in città. E sembra anche che in questo periodo non vi fossero ancora mura difensive.  

Archeologia del periodo dai Flavi agli Antonini - Augusta Treverorum attorno all'anno 100 era una città opulenta, sufficientemente grande, seppure non densamente popolata, soprattutto nella sua parte meridionale. Il foro risalirebbe invece alla seconda metà del I secolo. E sempre al I secolo risalirebbero le prime terme (costruite nell'80 circa), un teatro ed l'anfiteatro (la cui arena era di 70,5 × 49 metri) che, attorno al 100, sostituì le panchine di legno con strutture in pietra, e che poteva contenere circa 18.000 spettatori. Ciò dimostra chiaramente quanto fosse ormai divenuta importante la città, in concorrenza con le vicine città di Castra Vetera e Colonia Claudia Ara Agrippinensium.

E verso la fine del II secolo (tra il 170 ed il 180) in seguito alla prima ondata di invasioni da parte delle genti germaniche d'oltre Reno potrebbe essere stata iniziata la costruzione di una cinta muraria tutta intorno alla città. Di quest'opera rimarrebbe a sua testimonianza la cosiddetta Porta Nigra costruita come porta nord (sempre che non sia del periodo tetrarchico), con pietra proveniente dalle cave della zona che però rimase incompiuta. Le mura misuravano ben 6.418 metri di lunghezza, racchiudendo al suo interno un'area di 285 ettari. Le mura furono costruite con scisti, ciottoli e malta internamente, mentre all'esterno arenaria e blocchi di pietra calcarea. Le mura si ergevano in altezza per 6,20 metri, in profondità nel sottosuolo per 3 metri ed erano larghe fino a 4 metri. L'intero perimetro era, inoltre, accompagnato da un totale di 48-50 torri. E sempre nel II secolo (tra il 144 ed il 155), l'Imperatore Antonino Pio ordinò la costruzione di un nuovo e più robusto ponte sul Reno, accanto al vecchio di Claudio.

Il III secolo risulta un periodo assai turbolento, dove fin dal suo inizio fecero irruzione oltre i confini delle due Germanie le confederazioni degli Alemanni e dei Franchi spesso sottoponendo Augusta Treverorum al rischio di essere posta sotto assedio. Nel 233 sappiamo infatti che il limes germanico-retico fu attaccato pesantemente dagli Alemanni. La difesa di questo tratto di frontiere potrebbe essere stata affidata proprio al futuro imperatore Marco Clodio Pupieno Massimo, il quale riuscì a respingere gli invasori barbari. Notevoli sono le testimonianze archeologiche delle distruzioni riportate in queste province nel corso delle incursioni, da Castra Regina a Pfünz fino ad Augusta Treverorum. Ancora nel 261 la città subì una nuova incursione di Alemanni, i quali inoltratisi lungo la Mosella fino a Metz, furono fermati dalle armate di Postumo. La controffensiva romana fu, infatti, condotta dall'ex-governatore, ora reggente dell'Impero delle Gallie, il quale ottenne una nuova "Victoria germanica".

Malgrado questi continui pericoli la città continuò a prosperare, sebbene molte villae dei suoi dintorni furono saccheggiate. A partire dalla seconda metà del III secolo fu, inoltre, sede vescovile (273) ed il primo vescovo fu Eucario, mentre fu capitale dell'Impero delle Gallie al tempo di Tetrico dal 271 al 274. Nel settembre 275 la Gallia fu invasa dai Franchi, che percorsero ancora una volta la valle del fiume Mosella e dilagarono nella zona dell'attuale Alsazia. Si racconta che oltre settanta città caddero nelle loro mani, e che solo quelle poche dotate di mura, come Augusta Treverorum, Colonia e Tolosa, scamparono alla devastazione ed al saccheggio.

Con il regime tetrarchico di Diocleziano divenne prima sede della Belgica Prima (attorno al 286) e poi la capitale del Cesare d'Occidente Costanzo Cloro, a partire dal 293 (che qui pose anche una zecca monetaria). Nel 288 le armate romane ottennero un nuovo successo sulle tribù germaniche come ci ricorda la quarta acclamazione di Diocleziano quale "Germanicus maximus", per i successi ottenuti dai generali di Massimiano sia sugli Alemanni (in un'azione combinata con lo stesso Diocleziano), sia sui Franchi. Massimiano era riuscito a catturarne il re dei Franchi Sali, Gennobaude, ed a ottenere la restituzione di tutti i prigionieri romani. A completamento dell'opera di pacificazione, dislocò alcuni Franchi nei territori circostanti Augusta Treverorum e Bavai.  

Archeologia del III secolo - La città fu in questo periodo dotata di nuove possenti mura, di un palazzo imperiale (di cui rimane l'imponente basilica Palatina di Costantino degli inizi del IV secolo oltre al grande complesso termale), dotato anche di un ippodromo (costruito però al tempo di Costantino I). L'Imperatore Massimiano, Augusto d'Occidente iniziò la costruzione delle terme imperiali (poi completate da Costantino I), che sono considerate le più grandi dell'intera provincia delle Gallie, dove le sue pareti raggiungono ancora oggi i 19 metri di altezza del calidarium e che rimasero in funzione fino al termine del IV secolo, poi trasformate in caserma militare.

Durante la prima parte del regno di Costantino, la città divenne sua residenza imperiale almeno dal 306 al 312, tanto da ribattezzarla: "la città di Roma del Nord". Egli fece ritorno ad Augusta Treverorum nell'autunno del 306, da dove le frontiere della Gallia, che erano tornate ad essere minacciate dalle popolazioni germaniche dei Franchi, sarebbero state meglio controllate. Qui rimase a difendere questo importante tratto di limes per i sei anni successivi, trasferendovi la propria corte imperiale e trasformandola nella propria capitale (di 80 000 abitanti), come risulta anche dall'imponente costruzione dell'Aula palatina, fatta erigere dal padre e completata da Costantino nel 310. Durante questi anni, non solo rafforzò le difese di questi territori contro le continue incursioni dei barbari, ma potenziò le armate alle sue dipendenze, aumentandone gli effettivi con la creazione di nuove legioni. Ancora una volta Costantino scelse Augusta Treverorum come suo quartier generale negli anni 314-315, al fine di meglio tenere sotto controllo il tratto di frontiera renana, mettendovi ordine ancora una volta contro le possibili incursioni di Franchi e Alemanni, oltre a continuare nelle sue opere di fortificazione.

La città fu ampliata e, oltre all'imponente aula Palatina fu costruito un grandioso impianto termale annesso al palazzo imperiale (complesso completato sotto Valentiniano I nel 370). A partire dal 318 fu sede della Prefettura del pretorio delle Gallie, una delle due nella parte occidentale dell'Impero. Dal 328 al 340 vi risiedette l'imperatore Costantino II. Nel 367 e poi ancora nel 370 Valentiniano I, respinse nuove incursioni di Franchi e Sassoni (anche lungo le coste della Britannia), stabilendo la propria residenza imperiale ad Augusta Treverorum. Fu ancora residenza imperiale sotto Graziano e Magno Massimo, almeno fino al 390, al tempo dell'imperatore Valentiniano II. Molte infine furono le personalità di quel periodo che trascorsero alcuni periodi della loto vita in questa città: Lattanzio (che qui morì nel 317), Decimo Magno Ausonio (attorno al 383) e Ambrogio (vescovo di Mediolanum) che nacque nella città della Gallia.

Archeologia del IV secolo - La basilica venne fatta costruire dall'imperatore romano Costantino I all'inizio del IV secolo (tra il 306 e il 312) ed inizialmente era destinata a fungere da sala del trono. La grandezza e lo splendore della costruzione dovevano testimoniare il potere dell'autorità imperiale nella travagliata regione germanica. Non si conoscono le date di edificazione esatte, ma si è scoperto da scavi archeologici che le fondamenta vennero costruite su edifici preesistenti (forse la sede del procuratore imperiale), e che l'aula non si trovava isolata come lo è adesso, anzi faceva parte del quartiere del palazzo imperiale, con numerosi altri edifici.

E sempre a questo periodo sarebbe da attribuirsi la costruzione del grande ippodromo (che misurava quasi 500 m. in lunghezza), la cui datazione sarebbe attorno al 310. Il Circus era posizionato nella parte est della città. Posizionato nella zona est della città, aveva una capienza complessiva stimata in circa 50 000 persone, sedute lungo le sue gradinate.

Augusta Treverorum continuò a rimanere una delle città più importanti dell'intera Gallia Transalpina, anche dopo la divisione operata da Teodosio I del 395. Nel V secolo tuttavia andò incontro a un rapido declino. Il 31 dicembre 406, la Gallia fu invasa da Vandali, Alani e Suebi (o Svevi), e, anche se Treviri non è citata nell'enumerazione delle città devastate dagli invasori del Reno contenuta in un'epistola di Sofronio Eusebio Girolamo, è plausibile che abbia risentito dell'invasione. Probabilmente fu in seguito a tale invasione, che Augusta Treverorum perse di importanza, con lo spostamento della prefettura ad Arelate, sebbene la data effettiva dello spostamento della prefettura sia controversa ed alcuni studiosi sostengano che lo spostamento sarebbe avvenuta prima dell'attraversamento del Reno. Certo è che l'usurpatore Costantino III, che regnò in una Gallia devastata dalle incursioni dal 407 al 411, pose la sua sede di governo ad Arelate e trascurò alquanto la frontiera del Reno. Secondo un frammento della Storia di Renato Profuturo Frigerido, contenuto nella Historia Francorum di Gregorio di Tours, nel 411, la città dovette capitolare sotto l'avanzata delle forze dei Franchi: egli sostiene che "la città di Treviri fu saccheggiata e data alle fiamme nel corso di una seconda incursione dei Franchi".

La città conobbe un rapido declino e, secondo lo scrittore Salviano di Marsiglia, Treviri intorno al 450 era già stata espugnata e posta a sacco quattro volte dal nemico. Salviano attribuisce le devastazioni provocate dalle invasioni barbariche alla punizione divina volta a correggere la popolazione di Treviri e di altre città dell'Impero, che, invece di vivere rettamente, erano dedite a vivere una vita dissoluta. In genere gli studiosi sono propensi ad attribuire tutti i quattro sacchi della città ai Franchi.

Quando gli Unni condotti dal loro re Attila attraversarono il Reno e invasero la Gallia nel 451, espugnarono e distrussero Treviri, prima di essere respinti dall'esercito romano di Ezio rinforzato da Visigoti e altri alleati barbari. Nel 457 Treviri, insieme alla città di Colonia (Colonia Agrippina), cadde definitivamente nelle mani dei Franchi e risultò vano il tentativo da parte del magister militum romano Egidio di salvare le due città dalla capitolazione: fu sconfitto in battaglia dai Franchi e poté salvarsi solo con la fuga. Attorno agli anni settanta del V secolo si ha notizia di Arbogaste (nipote o bisnipote del magister militum Arbogaste) come comes della città, insediato, secondo Michael Rouche, dallo stesso Siagrio: se questa sovranità fu franca o romana è tutt'oggi disputato e taluni storici riportano la conquista della città da parte dei Franchi negli anni '80 del 400 o dopo, posticipando quindi la conquista franca.

Treviri è la più antica sede episcopale di Germania. Il Cristianesimo vi venne introdotto nel 70 da commercianti siriani e nel 314, in piena epoca Romana vi fu fondato il primo vescovado a nord delle Alpi. Nel 339 o 340 vi nacque Sant'Ambrogio, vescovo e patrono di Milano.

Durante il regno di Carlo Magno venne elevata al rango di arcidiocesi e nel 772 nominò l'arcivescovo di Treviri Principe vescovo, che gli garantiva la completa immunità giudiziaria per tutte le sue proprietà (chiese, monasteri, villaggi e castelli). Col Trattato di Verdun dell'843 la città e i suoi territori vengono inclusi nella Lotaringia, e gli arcivescovi ottennero nel IX-X secolo il diritto di imporre le tasse e quello di zecca, che gli garantivano una larga autonomia. Sin dal XIV secolo, con la promulgazione della Bolla d'oro, l'arcivescovo di Treviri fu inoltre insignito dell'importante incarico di Principe elettore del Sacro Romano Impero. Dalla fine del XVII secolo la sede principesca venne condivisa in alternanza con Coblenza, fino al 1786 quando l'ultimo vescovo-elettore, Clemente Venceslao di Sassonia, risiedette esclusivamente in quest'ultima. L'arcivescovo controllava territori dai confini con la Francia al Reno, e mantenne il potere fino al 1795, quando i territori della riva sinistra del Reno vennero occupati dalle truppe francesi rivoluzionarie.

Nel Medioevo (XIV secolo) alcune famiglie ebraiche lasciarono la città per andare prima in Francia (dove sono conosciuti come “Trèves”, nome francese di Treviri, e il molto più diffuso, specie in Alsazia, “Dreyfus”) e in seguito nell’Italia settentrionale, stanziandosi in Valle D’Aosta (dove sono conosciuti col nome francese di Trèves, in particolare nella zona di Saint-Vincent), in Piemonte e in Friuli-Venezia Giulia (italianizzato in “Treves”). Membri importanti della famiglia sono: Joseph-Marie Trèves, prete valdostano di Emarèse, Alberto Treves de Bonfili, primo ebreo nobile italiano per volere di Napoleone Bonaparte, e Alfred Dreyfus, militare parigino accusato senza prove di tradimento per motivi antisemiti e imprigionato per molti anni sull’isola del Diavolo.  

Treviri, occupata dai francesi nel 1794, era stata legata da vincoli commerciali con le altre città della Francia, venendo coinvolta, nel bene e nel male, nelle varie fasi della Rivoluzione fino al governo di Napoleone I. Nel 1815, venne annessa alla Prussia, la cui politica era fortemente conservatrice.

Porta Nigra

La Porta Nigra è attualmente la porta romana più grande a nord delle Alpi e fa parte del complesso dei Beni patrimonio dell'umanità di Treviri. Il nome Porta Nigra è stato coniato nel Medioevo a causa del colore scuro della sua pietra.

La Porta Nigra è stata costruita in arenaria grigia tra il 180 e il 200 d.C. Alta 30 metri e profonda 22, ha una facciata di 36 metri , sulla quale si aprono due ingressi alti 7 metri . La struttura si ingentilisce sui due piani sovrastanti, nei quali vennero aperte 144 finestre ad arco. Sulla sua cima aveva trovato dimora il monaco siriaco Simeone, in onore del quale, nel 1041, fu costruita una chiesa, poi abbattuta quasi interamente dalle truppe di Napoleone. 

La porta originale era composta da tue torri di quattro piani, formanti un semicerchio sul lato esterno. Un blocco di pietra separava i due portali, apribili su entrambi i lati. Tuttavia per ragioni sconosciute la porta rimase incompiuta: in ogni caso venne utilizzata per molti secoli fino alla fine dell'era romana a Treviri.

Durante l'epoca romana, la Porta Nigra faceva parte della composizione a quattro porte della città, ognuna delle quali era posta a ogni lato della città omonima, a forma rettangolare, o a castrum. La Porta Nigra controllava l'entrata a nord della città, mentre la Porta Alba (Porta Bianca) controllava la zona sud e la Porta Inclyta (Porta Famosa) la parte ovest, vicino al ponte romano che attraversava il fiume Mosella. Le porte erano poste alla fine delle due vie principali della città, una delle quali andava da Nord a Sud e l'altra da Est a Ovest. Di queste porte è rimasta solo la Porta Nigra.

Nel primo Medioevo le porte della città romana non vennero usate con la loro funzione originale, e le loro pietre vennero portate via e riutilizzate per altri edifici. In più, ferro e altri oggetti vennero tolti dai muri della Porta Nigra. Oggigiorno le tracce di questa distruzione e razzia sono ancora visibili sulla facciata nord della porta.

Dopo il 1028, il monaco greco Simeon visse come eremita nelle rovine della porta. In seguito alla sua morte (1035) e santificazione, venne costruito nei pressi della porta il monastero Simeonstift per onorarlo. Dopo essere stata salvata da un'ulteriore distruzione, la Porta Nigra venne trasformata in chiesa. I piani a metà della porta vennero trasformati in navate, quello superiore utilizzato dai monaci, quello inferiore per la gente comune. Il piano terra con le porte stesse venne sigillato e venne inoltre costruita un'ampia scala esterna che dava sulla città, che arrivava sino al piano più basso della chiesa. 

Una piccola scala venne inoltre costruita per accedere ai piani superiori. Le stanze della chiesa erano poi accessibili tramite finestre precedenti della torre ovest della Porta Nigra, che erano state allargate e diventate porte d'ingresso (sono tuttora visibili). Il tetto del piano più alto della torre ovest venne utilizzato come la torre della chiesa, mentre la torre est, più bassa dell'altra, venne ampliata in alto con un'abside. Venne in più costruita una porta, molto più piccola, la porta Simeon - adiacente al lato est della Porta Nigra e utilizzata quindi come ingresso di servizio in tempo medievale.

Insieme alla grande maggioranza delle chiese e dei monasteri di Treviri, la chiesa nella Porta Nigra e il monastero al suo interno vennero tolti da Napoleone Bonaparte nel 1802. Durante la sua visita a Treviri nel 1804, Napoleone ordinò che la Porta Nigra venisse riportata alla sua forma originale. Solo l'abside venne tolta, e la torre est non venne ricostruita alla sua altezza originale. Una leggenda locale dice che Napoleone originariamente non volle mai distruggere la chiesa; al contrario della leggenda, gli abitanti locali lo convinsero che la chiesa era diventata una zona per un festival gallico prima di essere trasformata in chiesa (in poche parole, gli parlarono semplicemente riguardo alle sue origini romane); è risaputo che questo fatto ha permesso che la costruzione non venisse distrutta e persuase Napoleone al posto di far ritornare la porta alla sua forma originale.

L'aspetto moderno della Porta Nigra non è cambiato dalla ricostruzione voluta da Napoleone. Sul lato sud della Porta Nigra, resti di colonne romane delineano gli ultimi 100 m prima della porta. Lasciate dove si trovavano ai tempi romani, danno la visione di come dovesse essere l'aspetto della strada romana originale che era in linea con i colonnati.

Anche se la zona circostante la porta è oggi chiusa al traffico delle automobili, si trova vicino ad una delle vie principali di Treviri. In aggiunta all'inquinamento generale, i fumi e i gas di scarico degli autoveicoli hanno quindi danneggiato le pietre per decenni, tuttavia in generale la Porta Nigra si è conservata in buone condizioni.

La Porta Nigra, inclusi i piani superiori, è aperta ai visitatori. 

Circo Romano e Anfiteatro

Il circo romano di Augusta Treverorum era un'antica struttura collegata alla vicina residenza imperiale, presso la quale risiedettero prima Costanzo Cloro a partire dalla fine del III secolo e poi il figlio Costantino I dal 306, durante il periodo tetrarchico.

Il circo venne edificato attorno al 310, dopo che Costantino I, figlio di Costanzo Cloro, fu nominato Cesare e fece ritorno a Augusta Treverorum nell'autunno del 306, da dove le frontiere della Gallia, che erano tornate ad essere minacciate dalle popolazioni germaniche dei Franchi, sarebbero state meglio controllate. Qui rimase a difendere questo importante tratto di limes per i sei anni successivi, trasferendovi la propria corte imperiale e trasformandola nella propria capitale (di 80.000 abitanti), come risulta anche dall'imponente costruzione dell'Aula palatina, fatta erigere dal padre e completata da Costantino nel 310. Durante questi anni, non solo rafforzò le difese di questi territori contro le continue incursioni dei barbari, ma potenziò le armate alle sue dipendenze, aumentandone gli effettivi con la creazione di nuove legioni. A questo periodo apparterrebbe, pertanto, la costruzione dell'ippodromo, o almeno la sua ricostruzione, considerando che qualcuno non esclude possa essercene stata una precedente databile al II secolo.  

Il Circus era posizionato nella parte est della città. L'arena misurava 440 metri di lunghezza e 77-88 metri di larghezza. La distanza tra i carceres e la balaustra centrale (o "spina") era di 150 metri. La lunghezza poi dell'intera "spina" centrale era di 255 metri. La capienza complessiva dell'intera struttura potrebbe essere stata di circa 50.000 persone, sedute lungo le sue gradinate, sulla base dell'esperienza di altri circhi dell'epoca.  

La prima campagna di scavi sul sito dell'antico Circus iniziò nel 1949 grazie a un certo von Massow. La datazione della maggior parte delle costruzioni secondo le indagini archeologiche risalirebbe agli inizi del IV secolo. Del circo romano di Augusta Treverorum si conservano solo pochi rilievi archeologici. Più che altro il suo perimetro è intuibile dal corso delle strade attuali. La sua posizione si trovava lungo Corso Egbert ed Helen Street, mentre la parte arrotondata opposta ai carceres potrebbe identificarsi con l'attuale Agritius straße.

Nel circo Treviri sembra vi fossero numerose rappresentazioni pittoriche e mosaici, una delle quali mostra un auriga, Polydus, con la sua squadra. Una simile rappresentazione la troviamo anche su antichi medaglioni rinvenuti sempre a Treviri, ed in una tomba rinvenuta a Neumagener.

Il Circus fu quasi subito distrutto durante le invasioni barbariche dei secoli fine IV secolo-inizi del V secolo, e gran parte delle sue pietre riutilizzate, mentre l'area ora tornata libera, fu utilizzata per l'agricoltura. Nel XIX secolo, sull'area fu costruita una nuova zona residenziale, a sud della stazione ferroviaria principale di Treviri, lasciando ben poco dell'antica pianta del monumento, che quindi rimane ad oggi poco analizzato archeologicamente. Altra testimonianza dell'attività dell'antico circus e dei suoi spettacoli, viene rivelata da un'iscrizione, che descrive un certo Auriga, il cui nome era Ercole.

Terme imperiali

La Terme Imperiali sono un complesso termale romano risalente alla prima metà del IV secolo quando la città era una delle capitali della Tetrarchia. Quanto è rimasto di esse fa parte del complesso dei Beni patrimonio dell'umanità di Treviri, così inserito nell'Elenco dei patrimoni dell'umanità dall'UNESCO.

La costruzione delle terme fu iniziata da Costantino in quella che era la sua capitale renana. La costruzione rimase interrotta e fu frettolosamente completata da Valentiniano I nel 370 circa.

La struttura planimetrica riprende il modello imperiale "orientale", noto fin dal II secolo in Asia Minore (come nel ginnasio di Vedio a Efeso), e comprende a ovest una grande palestra all'aperto, circondata da portici, colonnati e un ingresso monumentale e, sul lato opposto, un nicchione. Da qui si accedeva al blocco serrato delle vasche termali, composto da una serie di sale dalla pianta diversa accostate in un unico complesso, con coperture per lo più a crociera e a cupola.

Il primo ambiente che si incontrava era il colossale Frigidarium, una grande aula rettangolare con le vasche disposte nel nicchione e nei lati corti, in maniera trasversale. Da un passaggio absidato, in asse col nicchione, si accedeva a un Tepidarium di formi circolare e successivamente a un Calidarium rettangolare con vasche semicircolari nelle absidi ai lati (ancora oggi ben visibile l'esedra che chiudeva il complesso). Altre stanze minori riempivano gli spazi tra il Frigidarium e il Calidarium, usate per i servizi o per percorsi alternativi. Attorno al Tepidarium si disponevano altre stanze su un asse nord-sud che formava un sorta di impianto cruciforme con l'asse principale.

Basilica Palatina

La Basilica Palatina di Costantino, anche conosciuta col nome di Aula Palatina è una basilica palatina romana che si trova ad Augusta Treverorum. All'epoca in cui fu costruita (IV secolo) era la più vasta basilica ad unica aula coperta ed è anche l'unica del genere ad essere pervenuta integra fino ai giorni nostri.

L'interno misura 67 metri di lunghezza, 27,20 di larghezza ed è alto 33 metri di altezza. Essa fa parte del complesso dei Beni patrimonio dell'umanità di Treviri, così inserito nell'Elenco dei patrimoni dell'umanità dall'UNESCO nel 1986.

La basilica venne fatta costruire dall'imperatore romano Costantino I all'inizio del IV secolo ed inizialmente era destinata a fungere da sala del trono. La grandezza e lo splendore della costruzione dovevano testimoniare il potere dell'autorità imperiale nella travagliata regione germanica.

Non si conoscono le date di edificazione esatte, ma si è scoperto da scavi archeologici che le fondamenta vennero costruite su edifici preesistenti (forse la sede del procuratore imperiale), e che l'aula non si trovava isolata come lo è adesso, anzi faceva parte del quartiere del palazzo imperiale, con numerosi altri edifici.

Tra il secolo XII e XIII la basilica venne donata all'arcivescovo di Treviri. Lothar von Metternich costruì nel XVIII secolo proprio a ridosso della basilica il Palazzo Kurfürstliches, che comportò la riduzione del muro est e sud della Basilica. La basilica venne restaurata secondo le forme originarie da Federico Guglielmo IV di Prussia, su progetto del colonnello Carl Schnitzler. La basilica dal 1856 è in comodato eterno alla Chiesa Evangelica, mentre la proprietà è restata della Regione Renania-Palatinato. Durante la Seconda Guerra Mondiale l'edificio subì un grave incendio nel 1944, in seguito al quale furono approntati numerosi lavori di restauro.

Esternamente la basilica si presenta oggi con le pareti prive di qualsiasi contrafforte esterno. Una novità fu la decorazione esterna con una serie di alte arcate cieche, nelle quali si aprono due livelli di finestrato. Questo motivo, che rompe con la tradizione delle pareti lisce, è presente sulle due pareti laterali e sull'abside. Vicino alle finestre si trovano anche tracce di decorazioni a stucco originarie. Anticamente vi correvano intorno due ballatoi, che spezzavano il ritmo ascensionale delle lesene. Attorno all'edificio si trovavano due bassi peristili a "U", che abbracciavano simmetricamente i lati dell'edificio.

Oggi l'esterno della basilica appare in ottime condizioni, ma è frutto di restauri e di puliture dei mattoni avvenute in varie epoche.

Attraverso un nartece disposto trasversalmente (forse dotato di abside) si accedeva all'interno, a navata unica. La sala vera e propria misurava 200x100 piedi romani, ovvero 58x29 metri, illuminata dalla doppia fila di finestre ad arco e terminata dall'abside semicircolare dove riprendeva la stessa doppia fila di finestre, anche se quest'ultime hanno un'altezza e dimensione diverse, per via di raffinate correzioni ottiche. L'abside è inquadrata da un poderoso arco trionfale, sul quale ha inizio una serie di nicchie semicircolari che proseguono lungo l'abside. L'interno era decorato da marmi preziosi e da statue nelle nicchie. La spazialità nell'insieme è movimentata dalle finestre e dalle nicchie, ma nel complesso prevale la sensazione del grandioso volume interno, poderoso e immoto, con precisi rapporti di equilibrio. Le scelte architettoniche sono in un certo senso comparabili con il gusto per le masse geometricamente definite proprio della scultura di quei tempi.

Sia il pavimento che le pareti avevano un sistema di riscaldamento a ipocausti: sotto al pavimento, composto da due livelli, esistevano quattro fornaci, dalle quali l'aria calda correva in un sistema di tubature nella muratura.

Annessa alla chiesa vi è la Sala Caspar-Olevian, nella quale viene celebrato il culto giornaliero e che è utilizzata come sala prove per il coro della basilica.

Nell'arco della finestra più vicina all'abside dell'ordine inferiore della parete destra, si trova l'organo a canne, costruito nel 1962 dall'organaro berlinese Karl Schuke. Lo strumento, che sostituisce uno precedente costruito nel XIX secolo e distrutto durante il bombardamento nel 1944, è a trasmissione mista: meccanica per le tastiere e il pedale, elettrica per i registri. L'organo ha due tastiere di 58 note ciascuna ed una pedaliera di 30.

Nei pressi del Palazzo sorgevano due basiliche (nessuna delle quali ha mantenuto la forma originaria), che Costantino fece costruire nel 326 per celebrare i vent'anni del suo regno. Verso la fine del IV secolo si aggiunse alla basilica settentrionale una costruzione quadrata, giunta fino a noi come nucleo centrale della Cattedrale romanica; la seconda invece è andata completamente distrutta. Al suo posto, nel XIII secolo, fu eretta la più antica e originale chiesa gotica di Germania,

 la Liebfrauenkirche , che presenta una pianta a forma di croce greca. Agli angoli sorgono quattro cappelle trilobate simboleggiami una rosa a 12 petali: la rosa mystica, una delle attribuzioni della Vergine Maria. 

Perso tra le colossali rovine romane che formano il centro storico della città, questo piccolo gioiello rappresenta l'unico contributo della Treviri medievale al complesso monumentale dominato dall'impronta di Augusta Treverorum.  

Ponte Romano

A est della città un ponte romano attraversa la Mosella. Eretto nel 45 d.C. sotto l'imperatore Claudio, conserva soltanto una minima parte dei blocchi di granito originari che un tempo sostenevano una struttura carrozzabile in legno. 

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