Chiesa del pellegrinaggio di Wies
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1983

 

   

La Chiesa del pellegrinaggio di Wies è una chiesa di forma ovale che si trova a Wies, ai piedi delle Alpi tedesche, in Baviera. Venne costruita in stile rococò sul finire degli anni '40 del XVIII secolo da Dominikus Zimmermann, che visse qui gli ultimi undici anni della sua vita.

Il piccolo santuario in der Wies (letteralmente "nel prato") trae il proprio nome dall'ubicazione isolata al centro di una radura circondata da boschi. Le tipologie tardo-barocche ben si adattavano alle necessità di riaffermazione della validità del cattolicesimo e di esaltazione della Chiesa di Roma; la Baviera è infatti una regione cattolica in uno Stato protestante, e questi santuari che si andavano erigendo in tutto il territorio dovevano rappresentare una sorta di baluardo della fede contro la diffusione delle dottrine riformate, facendo leva su eventi miracolosi di facile presa sui fedeli. 

La scelta del luogo per l'edificazione del santuario sarebbe in effetti legata, secondo la leggenda, a un avvenimento prodigioso: una contadina del luogo trovò nell'abbazia di Steingaden una statua dell'Ecce Homo, realizzata per la processione del venerdì santo del 1730 ma presto messa in disparte per il crudo realismo considerato traumatizzante per i fedeli, e la trasportò nella sua masseria. 

Il 14 giugno 1738 la statua iniziò a lacrimare, e tale e tanta fu l'eco di questo miracolo da suscitare un pellegrinaggio devozionale da ogni parte d'Europa; l'entità del movimento di fedeli verso la località bavarese spinse l'abate di Steingaden a far erigere il santuario. Del progetto venne incaricato Dominikus Zimmermann (1685-1766) che dal 1745 al 1757, con l'aiuto del fratello Johann Baptist (1680-1758) per la decorazione, ne curò la realizzazione, costruendo inoltre alle spalle dell'edificio religioso la casa che abitò fino alla morte.

L'edificio, di linee semplici, presenta una facciata di forma convessa con tre ingressi, scandita da semicolonne che reggono l'alto frontone polilobato. Lungo le pareti, semplicemente intonacate, si aprono numerose alte finestre; alle spalle dell'abside si eleva il campanile. La composizione dei volumi del santuario è la massima espressione dell'opera di Zimmermann, che coniuga lo schema della Hallenkirche gotica (una chiesa-sala nella quale la navata centrale e quelle laterali hanno la stessa altezza, così da ottenere un ambiente unitario e molto luminoso) con la pianta ellittica cara alla poetica tardobarocca. 

La semplicità dell'esterno è posta in contrapposizione alla ricchezza e sovrabbondanza di decorazione dell'interno. L'ambiente risulta luminoso per il predominio delle pareti bianche sulle quali gli stucchi dorati e gli affreschi sono rischiarati dalle finestre delle navate. 

Il tema che domina tutto l'apparato iconografico del santuario è l'adorazione del Cristo flagellato: la statua diviene in questo modo fulcro dello spazio interno della chiesa, collocata sull'altare maggiore circondato da un'abside dove predominano il rosso, legato alla simbologia della Passione, e il blu, con riferimento alla Grazia. 

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La ricca decorazione plastica con la raffigurazione dei Profeti e degli Evangelisti è opera dello scultore tedesco Egidius Verhelst il Vecchio; la volta del presbiterio è ornata dal grandioso affresco di Johann Baptist Zimmermann Gli angeli presentano a Dio gli strumenti della Passione

Il santuario, come meta di pellegrinaggio, è ricolmo di ex voto raccolti nei passaggi laterali della chiesa; in uno di questi si raffigurò, nel 1757, anche Dominikus Zimmermann in segno di ringraziamento per l'ultimazione dell'edificio. Nella navata, tra le colonne binate, sono poste le monumentali statue dei padri della Chiesa, opera dello scultore Anton Sturm. 

La volta è decorata da una complessa macchina scenica che coinvolge sia la pittura sia la decorazione a stucco, con il risultato di accentuare l'elevazione del soffitto che nella realtà si presenta quasi piatto. 

L'affresco, anch'esso opera di Johann Baptist Zimmermann, raffigura il Cristo risorto in gloria posto alla sommità di un arcobaleno, circondato dalle schiere celesti, dalla Vergine e dagli apostoli; nella zona più alta dell'affresco è posto il trono del Giudizio Universale, mentre sul lato opposto, in corrispondenza dell'ingresso, un cartiglio pone l'accento sulla necessità di una vita morigerata con le parole: "non vi sarà più tempo".

Rientra nel concetto di ornamentazione totale anche il pulpito ligneo, con una ricchissima decorazione a stucco dove trovano posto le raffigurazioni simboliche dello Spirito Santo, con la colomba posta al centro del baldacchino sopra il leggio, della Fede, rappresentata dal cuore e dalla croce, e della Speranza, incarnata dall'ancora.