|
La
città di Wùrzburg, in Franconia,
regione dell'alta Baviera, è di
antica fondazione; viene citata
per la prima volta dalle fonti nel
704 col nome di Castellum
Virteburch, in relazione al
martirio dei santi Kilian, Kolonat
e Totnan partiti dall'Irlanda per
l'evangelizzazione della
Franconia. Dal 742 la città
divenne sede vescovile aumentando
così il proprio prestigio nel
consesso delle altre città
tedesche.
La
sua fama crebbe a tal punto che
nel 1156 l'imperatore del Sacro
Romano Impero Federico I
Barbarossa vi celebrò le proprie
nozze con Beatrice di Borgogna,
elevandola nel 1168 al rango di
ducato indipendente. Guidata
sempre da vescovi-principi,
conobbe momenti di grande
splendore dopo la guerra dei
Trent'Anni (1618-1648) e
l'insediamento della casata dei
principi-vescovi Schònborn
(1642), i quali dopo la
distruzione della città da parte
delle truppe svedesi ebbero
l'opportunità di trasformare il
borgo medievale in una moderna
città barocca.
Proprio
nell'ambito di questa grande
ricostruzione si colloca
l'edificazione della Residenz
iniziata nel 1720. Fino all'inizio
del XIII secolo i principi vescovi
della città risiedevano nella
Fortezza di Marienberg. Johann
Philipp Franz von Schönborn spostò
la sede vescovile in un palazzo
eretto fra il 1701 e il 1704, che
però non era considerato degno
della posizione del regnante.
Avendo
egli vinto una somma di 600.000
fiorini (una vera fortuna per
l'epoca) in tribunale proprio
nell'anno della sua ascesa al
trono, nulla poteva trattenerlo
dall'intraprendere la costruzione
di un palazzo che doveva
dichiarare a tutto il mondo lo
status del regno e del suo
regnante. Venne in questo
appoggiato da due suoi parenti, lo
zio Lothar Franz von Schönborn
(che era anche principe
arcivescovo e principe elettore di
Magonza) e il fratello Friedrich
Carl von Schönborn, il
riformatore della cancelleria
imperiale di Vienna. Entrambi
fornirono idee e artisti dalle
regioni in cui si trovavano.
La
costruzione vera e propria del
palazzo di Würzburg ebbe inizio
con il vescovo Johann Philipp
Franz von Schönborn nel 1719,
posando la prima pietra il 22
maggio 1720. Il progetto venne
affidato all'architetto di corte
Balthasar Neumann, uno dei
maggiori del suo tempo in
Germania.
Per
la realizzazione del progetto
furono consultati, per volere del
committente, anche gli architetti
Robert de Cotte e Germain
Boffrand; da Vienna fu chiamato
Hildebrandt e non mancò anche
l'intervento di Johann
Dientzenhofer.
Nella
concezione dei nuovi spazi Neumann
affrontò tutti i temi
architettonici tipici del periodo:
la pianta centrale ellittica, il
sistema dei pilastri scoperti e la
fusione di vari ambienti in spazi
unici.
Il
risultato fu un grandioso castello
con due ali aggettanti che
creavano la grande piazza
antistante l'ingresso principale.

La
facciata è suddivisa in due piani
da una grande
cornice marcapiano e scandita da
lesene entro le quali trovano
collocazione le grandi finestre
sormontate da frontoni triangolari
ornati da statue; su tutta la
fabbrica corre una balaustra
continua con decorazioni
plastiche.
Johann
Philipp, impopolare presso il
popolo per via delle alte tasse
che imponeva al popolo, morì nel
1724 ed il suo successore,
Christian Franz von Hutten, venne
incaricato di proseguire il
progetto completando l'area a
nord, anche se il castello subì
un sostanziale periodo di stallo
rispetto all'iniziale partenza.
La
costruzione riprese a pieno ritmo
dopo l'ascesa al trono vescovile
di Friedrich Karl von Schönborn-Buchheim,
fratello del primo proprietario,
il quale fece completare il
progetto iniziato quasi dieci anni
prima. Subito dopo i progetti si
spostarono sulla corte d'onore
esterna che venne posta a regime
tra il 1732 ed il 1733, per poi
concentrarsi sul vero cuore della
struttura. La necessità di
mostrare la sacralità del palazzo
di Wurzburg come residenza di un
vescovo cattolico, impose la
necessità della creazione di una
grande cappella palatina che venne
realizzata dal 1735 su progetto di
Lucas von Hildebrandt e che venne
completata nel 1743 con la
consacrazione proprio da parte del
vescovo Friedrich Karl von Schönborn-Buchheim.
Nel
1737 venne completata la struttura
del grande scalone di
rappresentanza che consentiva
l'accesso agli appartamenti
superiori (anche se la volta verrà
completata solo nel 1743) e nel
1740 si terminò il giardino
frontale alla residenza. Fu sempre
il vescovo von Schönborn a
predisporre anche i primi stucchi
nelle sale, creati dall'italiano
Antonio Bossi che si occupò dei
lavori anche nella grande Sala
dell'Imperatore, la stanza
principale del piano nobile.
Alla
morte di Friedrich Karl von Schönborn-Buchheim
nel 1746, Balthasar Neumann cadde
in disgrazia con il nuovo vescovo
Anselm Franz von Ingelheim il
quale non si interessò
particolarmente alla costruzione
della residenza, ormai vecchio e
malato, e preferì lasciare i
lavori in stallo sino al 1749,
anno della sua morte.
A
lui succedette Karl Philipp von
Greiffenklau il quale, riammise
alla sua posizione Balthasar
Neumann ed i lavori ripresero a
ritmo serrato: nel 1751 egli chiamò
a corte Giovanni Battista Tiepolo
per affrescare la Sala Imperiale e
lo scalone principale della
residenza, un'immensa opera
pittorica di enorme valore e di
estrema difficoltà che
costituisce oggi uno dei maggiori
raggiungimenti dell'arte del
Tiepolo esistenti al mondo.
Sotto
il vescovo Adam Friedrich von
Seinsheim, continuarono i lavori,
in particolare quelli di
stuccatura nelle sale imperiali e
nello scalone, che vennero
affidati agli italiani Materno e
Ludovico Bossi che lavorarono per
tre anni consecutivi, dal 1765 al
1767.
Il
principato episcopale di Würzburg
venne abolito con la
secolarizzazione del Sacro Romano
Impero e la conseguente
mediatizzazione degli stati che lo
componevano. Dopo otto anni di
interregno tenuto dal granduca
Ferdinando III di Toscana
(1806-1814), nel 1814 Würzburg
passò al regno di Baviera.
In
quest'epoca vennero demoliti i
cancelli che un tempo separavano
la residenza dalla corte d'onore e
vennero rimpiazzati nel 1821 con
la costruzione di una fontana
rappresentante un'allegoria della
Franconia creata da Ferdinand von
Miller il Giovane.
Il
castello passò così di proprietà
ai monarchi bavaresi che lo
mantennero sino al 1918 quando la
detronizzazione dei principi
tedeschi portò alla dissoluzione
dell'Impero Tedesco.
Passata
quindi al governo repubblicano, la
residenza venne aperta al pubblico
nel 1921.
Il
16 marzo 1945 la struttura venne
devastata da un pesante raid aereo
che sviluppò non pochi incendi
all'interno della struttura e solo
la costruzione centrale (composta
dal Vestibolo, dalla Sala del
Giardino, dallo Scalone, dalla
Sala Bianca e dalla Sala
Imperiale) si salvò, anche se i
tetti vennero completamente
distrutti e le coperture furono
oggetto di successivi rifacimenti.
Non si danneggiarono gli affreschi
e i mobili conservati nelle varie
stanze vennero in gran parte
salvati perché rimossi per tempo
e messi al sicuro, salvandoli
dalla distruzione.
Nel
1947 incominciò la ricostruzione
della struttura proprio con
l'apposizione di nuovi tetti oltre
al restauro interno delle sale che
si protrasse sino al 1978 quando
il castello venne riaperto al
pubblico.

La
disposizione interna è articolata
in oltre trecento ambienti il cui
centro è costituito
dall'ottagonale Kaisersaal; a essa
si accede dall'atrio basso e scuro
- sul quale si affaccia la
Gartensaal, riccamente decorata
con gli stucchi del maestro
luganese Antonio Bossi - tramite
il grandioso scalone d'onore, che
nella concezione di Neumann si
propone come lo spazio più
rappresentativo del castello.
La
sua costruzione, dopo l'abbandono
e la rettifica di vari progetti,
ebbe luogo nel 1737: la soluzione
adottata fu quella di inserire
nell'ampio vano rettangolare una
scala a braccio unico, libera
dalle pareti, che una volta
raggiunto il pianerottolo si
separa con un angolo di 180° in
due rampe parallele, generando così
uno spazio assai articolato in
grado di offrire una serie
continua di punti di vista e
scorci prospettici.
Contemporaneamente procedevano i
lavori ai piani superiori dove
grazie all'abilità del decoratore
Antonio Bossi, coadiuvato da
familiari e altri artisti del Nord
Italia, si andavano configurando
gli ambienti di rappresentanza
della reggia. Del 1745 è la
sontuosa anticamera della
Kaisersaal dove la maestria di
Bossi si esprime appieno nel
limitato uso del colore e nella
fantasia raggiunta nelle creazioni
di puro gusto rocaille.
Per
decorare ad affresco alcuni degli
ambienti del castello venne
chiamato da Venezia, probabilmente
su suggerimento di Bossi,
Giambattista Tiepolo. Nel dicembre
del 1750 il pittore, accompagnato
dai figli Giandomenico e Lorenzo,
raggiunse Wùrzburg con l'incarico
affidatogli dal principe-vescovo
Karl Philipp von Greiffenklau di
decorare la grande sala da pranzo,
successivamente chiamata
Kaisersaal. All'interno delle
elaborate decorazioni a stucco
bianco e oro opera di Bossi,
Tiepolo raffigurò al centro del
soffitto la grande scena di
Apollo che conduce Beatrice di
Borgogna al genio della nazione
tedesca; le altre due scene
rappresentano Le nozze di Federico
I Barbarossa con Beatrice di
Borgogna e L'investitura del
vescovo Aroldo come duca di
Franconia.
L'intera
decorazione della sala terminò
nel 1752 con massima soddisfazione
da parte del committente.
L'ideazione del ciclo decorativo
con le Nozze e l'Investitura
rientrava nel programma redatto,
su richiesta del vescovo, dai
padri gesuiti Seyfried e Gilbert
nel 1735 per la glorificazione del
principe-vescovo. L'arte di
Tiepolo si dispiega soprattutto
nell'ovale al centro della volta,
con il carro di Apollo che appare
improvvisamente tra le nubi in una
composizione dove figure dipinte e
creazioni a stucco si
sovrappongono per creare effetti
di straordinario illusionismo.
L'affresco con Le nozze del
Barbarossa è racchiuso entro un
sipario mirabilmente realizzato a
stucco, che aprendosi svela la
scena del matrimonio al pubblico
in un gioco di colori luminosi.

L'inimitabile
fantasia creativa di Tiepolo si
manifesta ancor di più nella
decorazione dell'immensa volta
dello scalone, una superficie di
oltre seicento metri quadri
completamente priva di supporti,
che si regge scaricando il proprio
peso sulle pareti. Il grandioso
affresco venne condotto a termine
in circa 218 giornate e raffigura
Apollo e i quattro continenti.
Al
centro della volta, circondato
dalle divinità olimpiche in un
cielo trasparente, Apollo,
irradiante luce dorata, esce dal
Tempio del Sole del quale si
scorge il cornicione e si appresta
al suo viaggio quotidiano nei
cieli. In una posa derivata
dall'Apollo del Belvedere, nella
mano sinistra reca la statua della
Fortuna. Le Ore con ali di
farfalla gli recano i cavalli,
mentre dei putti spingono il
cocchio. Sulla cornice, in
corrispondenza delle pareti,
Tiepolo inserì le
raffigurazioni simboliche dei
continenti desunte in parte dalla
celebre Iconologia di Cesare Ripa.
L'America
è rappresentata da una donna
pellerossa adorna di piume e
seduta sopra un coccodrillo;
l'Asia è una donna indiana su un
elefante; l'Africa è una
principessa nera in groppa a un
cammello; l'Europa, che sormonta
l'ingresso ai saloni del primo
piano, è seduta vicino a un toro
e circondata dalle Arti Liberali,
secondo il mito greco.
In
questa porzione di affresco
Tiepolo introduce i ritratti dei
protagonisti della creazione del
castello: Balthasar Neumann
ritratto come colonnello
dell'artiglieria, Antonio Bossi
ravvisabile nel personaggio in
piedi, ammantato, e infine se
stesso e il figlio Giandomenico
visibili all'estremità sinistra.
Tutti gli artisti sono sovrastati
dal ritratto del principe-vescovo
inserito in un medaglione dorato,
sostenuto dalla Fama e coronato
dalla Virtù.
Completa
la costruzione della Residenz la
Hofkirche (cappella di corte),
posta nell'ala sud del castello.
Edificata da Neumann tra il 1733 e
il 1735, è sontuosamente ornata
da stucchi di Antonio Bossi e
affreschi di Johann Rudolf Byss. I
due altari laterali sono
sormontati da due pale di
Giambattista Tiepolo: L'Assunta su
quello di destra e La caduta degli
angeli ribelli su quello di
sinistra; entrambe le tele vennero
dipinte dall'artista con la
collaborazione del figlio
Giandomenico nell'inverno
1751-1752, nella pausa imposta
all'esecuzione delle pitture a
fresco dalla stagione fredda.

Vestibolo
- La caratteristica dominante di
questa sala è il contrasto che,
entrando, si osserva
immediatamente con il suo soffitto
il quale è di molto ribassato
rispetto alle altre stanze per
dare ampio spazio alla sala
sovrastante. La volta è un vero
capolavoro di ingegneria in quanto
essa non poggia su altri pilastri
se non quelli perimetrali e si
articola su una vasta superficie.
L'area del vestibolo venne creata
per l'ingresso delle carrozze e
conduceva direttamente con lo
scalone ai piani superiori della
costruzione.
Le
decorazioni neoclassiche vennero
aggiunte in seguito e i lavori di
stucco vennero creati da Ludovico
Bossi tra il 1765 ed il 1766 oltre
ad alcune grisaille a trompe
l'oeil disegnate da Franz Anton
Ermeltraut (le fatiche di Ercole).
Qui si trovano anche due statue
marmoree raffiguranti Minerva e
Bellona poste in due nicchie ad
opera di Johann Peter Wagner
(1779).
Scalone
d'onore
- Lo scalone d'onore della
residenza Würzburg è
indubbiamente uno degli esempi più
magnificenti del rococò tedesco.
Lo scalone ha la funzione di
condurre verso i piani superiori e
si articola in un grande spazio di
18 x 30 metri per un'altezza
massima di 23 metri, il tutto
progettato dall'architetto di
corte, Balthasar Neumann. Una
rampa centrale dal basso conduce
ad un pianerottolo, dal quale poi
si diramano due scalinate
parallele che portano al piano
superiore.
Il
soffitto venne decorato da
Giovanni Battista Tiepolo il quale
fu chiamato appositamente da
Venezia per svolgere i lavori tra
il 1752 ed il 1753. Con grande
sapienza artistica egli dipinse le
allegorie dei quattro continenti
allora conosciuti America, Asia e
Africa, mentre l'Europa è
glorificata al centro assieme alla
diocesi di Würzburg come centro
di tutte le arti. Il dipinto copre
una superficie totale di quasi 670
metri quadrati (è il più grande
affresco da soffitto al mondo) ed
il tutto si fonde in un unico
cielo popolato di dei
dell'antichità e figure
allegoriche.
Sala
Bianca
- La Sala Bianca, in stile
neoclassico, è dominata
integralmente dagli stucchi di
Antonio Bossi. Gli stucchi sono di
colore bianco su uno sfondo grigio
chiaro e sono composti in gran
parte da rocailles, un tipico
esempio di decorazione in stile
barocco, con immagine miste a
oggetti reali, specialmente
trionfi militari.

Sala
Imperiale
- La Sala Imperiale è una delle
più grandi sale di tutto il
palazzo e certamente una delle più
riccamente decorate. Le pareti
sono ricoperte di preziosi stucchi
dai toni rossi, bianchi e gialli.
Nella cupola della sala prevale il
colore bianco, con stucchi dorati
e con dipinti di Giovanni Battista
Tiepolo che illustrano la storia
della diocesi di Würzburg. Uno
dei dipinti raffigura il
matrimonio fra l'imperatore
Federico Barbarossa e la
principessa Beatrice di Borgogna
celebrato dal vescovo di Würzburg.
Nella parte opposta della sala si
trova la rappresentazione
dell'imperatore Federico II mentre
attribuisce al vescovo di Würzburg
il titolo di duca di Franconia.
Gli
appartamenti di stato
- L'impatto che si ha visitando le
file di appartamenti posti
lateralmente al corpo centrale è
quello di una lunga infilata di
sale. La più ricca di queste sale
è il Gabinetto degli Specchi, le
cui mura sono composte interamente
da pannelli di vetro decorati con
lievi pitture di ispirazione
cinese.
La
Cappella di Corte (Hofkirche)
- La cappella di corte del palazzo
di Würzburg costituisce uno dei
primi esempi in Germania dello
stile barocco utilizzato per opere
sacre. La struttura venne iniziata
nel 1735 e terminata nel 1743 su
progetto dell'architetto Lucas von
Hildebrandt, rivale di Balthasar
Neumann. L'interno è dominato da
muri curvi e volte con tre
intergradienti ovali, oltre alla
forte presenza di stucchi bianchi
e dorati di Antonio Bossi che,
unitamente agli affreschi di
Rudolph Byss e della sua scuola,
rendono il luogo molto maestoso. I
dipinti dei due altari laterali
rappresentano "La caduta
degli angeli" e
"l'Assunzione", entrambi
eseguiti da Giovanni Battista
Tiepolo nel 1752.
Il
giardino
- Quando i lavori alla costruzione
della residenza vennero
completati, vennero iniziati
quelli per i giardini per opera
del vescovo di Würzburg, Adam
Friedrich von Seinsheim (regnante
1755-1779). Seinsheim richiese
l'intervento del progettista di
giardini boemo Johann Prokop Mayer
(1735-1804) per la realizzazione
di questo ambizioso progetto.
Mayer
decise di suddividere il terreno
destinato ad accogliere il parco
del palazzo in una serie di aree
suddivise che risultarono in
numero di tre grandi aree che
presero il nome di Giardino
Orientale, Giardino Meridionale ed
il restante venne adibito a
piccolo giardino. Mayer riempì il
parco di molte piante da frutta
unitamente a lunghi filari di
bosso e pergolati.

Giambattista
Tiepolo
All'inizio
della sua attività frequenta la
bottega del pittore veneziano
Gregorio Lazzarini. I suoi dipinti
giovanili, quali il Sacrificio di
Isacco (Venezia, chiesa
dell'Ospedaletto), il Martirio di
san Bartolomeo (Venezia, San Stae)
e la Madonna del Carmelo (Milano,
Pinacoteca di Brera) sono
caratterizzati da un'intensa gamma
cromatica e da forti effetti
chiaroscurali che Tiepolo
abbandonerà nelle opere della
maturità. Già
negli affreschi dell'arcivescovado
di Udine, considerati il
capolavoro dei suoi anni
giovanili, si constata che
l'artista ha acquisito una maggior
libertà e scioltezza nella
costruzione spaziale, ha schiarito
i colori in gamme più delicate e
luminose e ha arricchito la
composizione di figure dinamiche
ed eteree.
Nel
1731 Tiepolo si reca a Milano dove
porta a compimento alcune opere di
indubbio valore a soggetto
mitologico (soffitti di Palazzo
Archinto, distrutti durante la
seconda guerra mondiale; Allegoria
della Magnanimità, Palazzo
Dugnani).
Nel
1739 la congregazione del Carmine
a Venezia gli affida l'incarico di
decorare i soffitti della propria
scuola.
L'esecuzione
di quest'opera tiene impegnato
Tiepolo fino al 1743 e suscita in
lui un immenso entusiasmo. Prima
di terminarla, si reca nuovamente
a Milano dove decora il soffitto
di Palazzo Clerici con La corsa
del carro del Sole. In
quest'opera, costruita secondo un
gusto essenzialmente scenografico,
prevale l'intensa luminosità del
cielo che filtra attraverso le
nubi e avvolge gruppi e figure con
una luce magica.
 A
questi stessi anni appartengono le
Storie di Antonio e Cleopatra
affrescate a Palazzo Labia a
Venezia.
Nel
1750
l'artista si trasferisce a
Wurzburg con i figli Giandomenico
e Lorenzo
che affiancano
il padre nella realizzazione delle
sue grandi opere.
Tornato
in Italia, esegue numerosi altri
affreschi, tra cui quelli della
Villa Valmarana e l'Apoteosi della
famiglia Pisani nella Villa
Nazionale di Stra.
Nel
1762, sempre accompagnato dai due
figli, Tiepolo parte per Madrid e
si mette al servizio del re Carlo
III di Borbone, il quale affida al
celebre pittore l'incarico di
decorare tre sale di Palazzo
Reale.
L'artista
ha ormai sessantasei anni, ma
intraprende con l'abituale slancio
questa opera colossale. Nascono
così la Gloria di Spagna,
l'Apoteosi della monarchia
spagnola e l'Apoteosi di Enea che,
nonostante la loro solennità,
sono totalmente pervase da quella
atmosfera leggera, quasi
incantata, che sempre caratterizza
la pittura di Tiepolo.
Piazza
della Resistenza
La piazza
della Residenza è una piazza
rappresentativa ai margini del
centro storico di Würzburg.
La piazza è delimitata a est
dalla Residenza di Würzburg e
ad ovest dalla Passeggiata
Balthasar Neumann. Fa parte
della zona centrale del patrimonio
mondiale dell'UNESCO "Residenza
di Würzburg con giardino di corte
e Residenzplatz".
Ci
sono parcheggi sui lati nord e
sud; il parcheggio è vietato al
centro. La piazza è raggiungibile
con i mezzi pubblici tramite
l'omonima fermata dell'autobus. È
la sede di numerosi concerti ed è
stata la location per il film
d'avventura del 2010 I tre
moschettieri. Il 28 giugno 2011,
migliaia di fan vi hanno
festeggiato il giocatore di basket Dirk
Nowitzki dopo aver vinto il
campionato di basket nordamericano NBA con
i Dallas Mavericks.
|