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Cappella
Palatina
La
Cappella Palatina (Kaiserkapelle)
è il nucleo più antico della Cattedrale di Aquisgrana
e fu fatta costruire da Carlo Magno tra il 786
e l'804
come cappella privata del suo
palazzo annesso. Nonostante le
aggiunte, le modifiche e i
restauri nei secoli successivi il
suo nucleo è ancora
eccezionalmente conservato.
L'architetto
della costruzione fu il maestro Oddone
da Metz, controllato
direttamente da Eginardo, il sovrintendente alle fabbriche ed alle imprese
artistiche dell'Imperatore stesso.
Fu consacrata durante la festa dei
Re
Magi del 804
da Papa
Leone III.
È
una costruzione ottagonale di
circa 31 m d'altezza e 16 m di
diametro, sostenuta da forti pilastri.
Il numero otto
era simbolo di Resurrezione perché
era sette, il tempo, più uno, Dio, per questo era già stato usato
in pianta in numerosi edifici che
fecero da modello per la cappella
carolingia: la basilica di San Lorenzo a Milano, la basilica di San Vitale a Ravenna
o la chiesa di Santa Maria in Pertica a Pavia, di epoca longobarda,
che presentava un corpo centrale
particolarmente sviluppato in
altezza, come ad Aachen, a
differenza degli esempi bizantini
e paleocristiani.
A
sua volta la Cappella fu un
esempio fondamentale per
l'architettura successiva.
L'ingresso
era anticamente preceduto da un quadriportico, come nelle basiliche
paleocristiane. Qui un avancorpo
era circondato da due torri scalari (torri contenenti le scale per i piani superiori,
antesignane dei campanili). In questo ingresso monumentale era presente un
nicchione verso l'esterno con UNA
tribuna al di sopra del portale:
qui l'imperatore si mostrava al
popolo incorniciato dalla maestosa
architettura per riceverne
l'acclamazione.

All'interno
si trova tutt'ora il trono
imperiale, al centro della
struttura ottagonale, circondata
da pilastri a forma di croce che
delimitano un periambolo anulare
attorno al vano del trono, di 16
lati con basse volte a crociera. Al di sopra di questa galleria, sorretta da archi a tutto sesto, si trova un deambulatorio
a due registri, con le aperture
verso il centro articolate da due
ordini di colonne
con capitelli
corinzi,
nel registro inferiore corredate
anche di pulvino. Le colonne, per
lo più antiche, provengono da
Roma, Treviri e Ravenna. Tutte
queste strutture verticali creano
un ritmo ascensionale che è
coronato dalla cupola centrale,
poggiante su un tamburo ottagonale
finestrato.
Tra
le decorazioni originarie figurano
le porte bronzee o le transenne bronzee della
galleria al primo piano, dove si
nota la chiara ispirazione antica.
Anche i marmi colorati, che creano
un effetto di accecante sfarzo,
furono fatti portare
dall'Imperatore da Roma
e Ravenna,
mentre è andato perduto il
mosaico nella cupola raffigurante
il Cristo in trono
raffigurato con veste purpurea e
circondato dai Vegliardi dell'Apocalisse:
era un'immagine idealizzata e
fondante del potere imperiale
stesso.
L'alta
cupola, un miracolo architettonico
che per quattrocento anni fece
della cappella l'edificio più
alto a nord delle Alpi, prende
luce da otto finestre ad arco
aperte sopra l'imposta; in
origine, era interamente rivestita
da un grande mosaico raffigurante
Cristo in trono, in vesti purpuree
e circondato dai Vegliardi
dell'Apocalisse (vi era ribadita
l'analogia, già proposta a
Costantinopoli, tra il Salvatore e
l'imperatore, sua
"figura" in terra). I
mosaici attuali risalgono agli
anni 1870-1873. Nella tribuna, di
fronte all'altare, è collocato il
trono imperiale di pietra.
Nel
risalto delle masse murarie e dei
poderosi pilastri - elementi
ripresi e sviluppati nella
successiva architettura romanica -
è evidente l'influsso
dell'architettura romana tardo
antica, e ispirate all'antico sono
anche le porte e le transenne
bronzee. L'interno della cappella
è poi ulteriormente impreziosito
da marmi colorati che, secondo le
fonti, Carlo Magno aveva fatto
portare da Roma e da Ravenna.
La
Cappella palatina costituisce
attualmente un nucleo
perfettamente unitario, nonostante
le aggiunte successive di elementi
più moderni tra i quali il coro
gotico finemente scolpito e
intarsiato, consacrato nell'anno
1414 in occasione del seicentesimo
anniversario della morte di Carlo
Magno.
LA
RINASCENZA CAROLINGIA - Con
il nome di Rinascenza carolingia
si definisce la fioritura
artistica che si manifestò
nell'Europa centrale tra la metà
dell'VIII secolo e la fine del X.
Sua premessa determinante fu
l'unità politica e sociale - e la
corrispondente unità spirituale -
del mondo della cultura che,
direttamente sotto la guida
dell'imperatore, puntò al ritorno
cosciente alla cultura classica.
Carlo Magno aveva infatti proposto
l'unica forma di renovatio
accettabile dalla mentalità
medievale, quella fondata
sull'autorità voluta da Dio, un
modello realizzato dall'impero
romano cristianizzato da
Costantino.
Fu
così che Carlo Magno si rese
promotore di un importante
movimento culturale, teso al
recupero dell'eredità antica, che
rappresenta il primo dei
"rinascimenti" che
fiorirono nel Medioevo anticipando
e precedendo la grande stagione
dell'Umanesimo quattrocentesco.
Basti citare i capitolari emanati
da Carlo nel 789 e nell'807,
che istituirono scuole e
scriptoria presso ogni vescovado e
convento, promuovendo l'istruzione
di chierici e laici e il restauro
e la costruzione di chiese.
Centro
di questa intensa attività
culturale fu l'Accademia palatina,
presieduta da Carlo Magno, nella
quale confluirono tutti gli
spiriti illuminati dell'epoca
(l'inglese Alcuino di York,
l'irlandese Gallus, lo spagnolo
Teodulfo, il longobardo Paolo
Diacono, il toscano Pietro da
Pisa) e gli artisti rimasti
anonimi che, rifacendosi a
tradizioni romane o bizantine,
lombarde o armene, irlandesi o
siro-egiziane, superarono i
particolarismi e fecero sorgere in
tutta Europa edifici con strutture
e procedimenti costruttivi simili,
dipinsero miniature e affreschi
affini nei quali il simbolismo
bizantino viene superato in vista
di una resa più vivace e
convincente della realtà,
realizzarono avori e oreficerie di
cui è difficile stabilire le
diverse provenienze, tutti però
caratterizzati da una rinnovata
attenzione agli esempi dell'arte
classica.
Monumenti
e luoghi d'interesse
Grashaus
- Al mercato del pesce si
trova la cosiddetta Grashaus:
non solo una delle case più
antiche della città, ma il primo
municipio di Aquisgrana. La
facciata risale al 1267 e
l'edificio probabilmente si
innalza su fondamenta ancora più
antiche. Qui si tenevano feste
popolari e quasi certamente
funerali fino al XIV secolo;
queste funzioni vennero poi svolte
nel nuovo municipio di Aquisgrana,
costruito sulle fondamenta del
palazzo reale di Carlo Magno. Il
Grashaus venne invece adibito a
prigione e luogo di esecuzione e
successivamente usato come
archivio.
Casa
Löwenstein - Venne costruita
nello stesso periodo del municipio
di Aquisgrana; fu completata
probabilmente nel 1345. Si trova
nella piazza del mercato ed è uno
dei pochi edifici gotici insieme
alla cattedrale e al municipio ad
essere sopravvissuti al grande
incendio del 1656. L'uso originale
dell'edificio è sconosciuto;
potrebbe essere stato una taverna
ed in seguito divenuto residenza
per i cittadini ricchi di
Aquisgrana. Prende il nome da Anna
Löwenstein: il suo primo
proprietario conosciuto e di
nobile famiglia. Una particolarità
della casa è la figura del Santo Giovanni
Nepomuceno, in una nicchia
dell'edificio, risalente al 1747.
Oggi la casa funge in particolar
modo da archivio e museo del carnevale di
Aquisgrana.
Elisenbrunnen
- La "Fontana di
Elisa" è un edificio
neo-classico, opera degli
architetti Johann Peter Cremer e Karl
Friedrich Schinkel, completato nel
1827 e ricostruito in seguito ai
bombardamenti della seconda
guerra mondiale nel 1953.
Insieme al duomo e alla cattedrale
è uno dei simboli di Aquisgrana.
Deve il suo nome alla principessa Elisabetta
Ludovica di Baviera. L'edificio
venne ideato per contornare le
fontane di acqua termale e
curativa provenienti dalla
sorgente dell'imperatore. È
costituito da un atrio aperto con
un portico dorico e un padiglione
a destra e a sinistra con più
locali.
L'acqua
calda (della sorgente
dell'imperatore) (52 °C)
scorre da due fontane. È ricca di
zolfo, e per questo motivo è
contraddistinta da un
caratteristico odore di uova marce
(solfuro di idrogeno). In passato
veniva considerata acqua potabile
e bevuta da numerosissime persone
proprio per le sue proprietà
curative. Lastre di marmo
nell'edificio ricordano nomi di
personaggi prominenti che hanno
bevuto l'acqua termale dalle
fontane di Elisa. Alcuni esempi
sono: Pietro il Grande, Federico
il Grande, Giacomo Casanova e Georg
Friedrich Händel. Oggi tuttavia,
in seguito a regolamentazioni EU,
la potabilità dell'acqua è un
argomento problematico; per la sua
composizione l'acqua è infatti da
considerarsi un farmaco e per
questo non può essere più
somministrata senza controllo.
L'edificio oggi viene quindi
adibito anche ad altre funzioni;
ospita eventi culturali come ad
esempio la salsa o il tango
argentino.
Antico
Municipio - Di stile gotico,
fu costruito nel XIV secolo sulle
fondamenta del palazzo reale di Carlo
Magno, sotto la guida di Gerhard
Chorus, sindaco di Aquisgrana.
Solo la Torre Granus rispecchia
l'architettura originale risalente
a Carlo Magno. Al primo piano si
trova la sala di incoronazione e
cinque affreschi dell'artista
Alfred Rethel - artista nativo di
Aquisgrana - adornano le pareti,
mostrando scene leggendarie della
vita di Carlo Magno. Nel municipio
sono inoltre da vedere le copie
delle insegne imperiali (globo,
corona imperiale, spade) e le miniature
carolinge. Al piano terra vi sono
invece camere riccamente adornate
a testimoniare la gloria della città
libera del XVII e XVIII
secolo, quando il municipio fu
ricostruito in stile barocco.
Antiche
porte cittadine di Ponttor e
Marschiertor, e resti delle mura
Ponttor,
si trova alla fine di Pontstraße
ed è una delle poche porte
medievali di questo genere, della Renania,
ancora ben conservate. Fu
costruita nella seconda metà del
XIII secolo come parte integrante
delle mura esterne.
Marschiertor,
dello stesso periodo è situata
alla fine di Franzstraße: l'altra
porta che ci resta delle 11
esistenti attorno alla città.
Marschiertor è, tra l'altro, una
delle più grandi porte
dell'Europa occidentale in buono
stato di conservazione. In passato
ha funto da deposito armi e da
altre svariate funzioni: rifugio
per senzatetto, ostello della
gioventù ecc.
Attorno
alla città si possono inoltre
vedere parti restanti delle mura
medievali come alcune torri,
alcune parti sono state integrate
però in edifici più recenti.
Fontane
Aquisgrana
è famosa anche per le sue
innumerevoli fontane che
sottolineano ed evidenziano
l'importanza dell'acqua per questa
città (antica stazione termale).
Alcuni esempi sono:
Karlsbrunnen
(La fontana di Carlo Magno) -
La fontana rappresenta Carlo Magno
con in mano il globo e lo scettro
imperiale; si trova nella piazza
del mercato e volge le spalle al
municipio. È la più antica
fontana della città ancora in
funzione. Risale al 1620, con
alcuni elementi aggiunti del
secolo successivo. Durante
l'invasione francese nel 1792 la
statua di Carlo Magno fu portata
via come bottino di guerra, venne
poi restituita grazie alle
trattative del sindaco Johann
Wilhelm Gottfried von Lommessem
nel 1804. La statua di Carlo Magno
è stata attualmente sostituita
con una copia: l'originale si può
osservare nella sala di
incoronazione del municipio.
Puppenbrunnen
(La fontana delle bambole) -
La fontana si trova in Krämerstraße,
nei pressi del duomo e della
cattedrale. È stata creata nel
1975 dallo scultore Bonifatius
Stirnberg. Rappresenta un invito
per i bambini al gioco e raffigura
i personaggi tipici della vita di
Aquisgrana: un cavaliere e il suo
cavallo, una donna del mercato, un
prelato, un professore ed un
arlecchino, bambole e maschere di
carnevale. Infine vi è un gallo
al di sopra di tutte le figure a
simboleggiare probabilmente la
dominazione francese. Tutte le
figure hanno articolazioni mobili.
Kreislauf
des Geldes (Circolazione del
denaro) - La fontana è dietro
l'angolo di Hartmannstraße /
Ursulinerstraße, costruita nel
1977 dallo scultore Karl Henning
Seemann. Finanziata dalla Cassa di
Risparmio di Aquisgrana
rappresenta la circolazione del
denaro. L'acqua, proveniente dalle
sorgenti termali si muove infatti
costantemente in senso antiorario,
anche d'inverno a mostrare il
flusso continuo del denaro. Sul
bordo della fontana vi sono
inoltre sei figure in bronzo che
hanno a che fare col denaro:
rappresentano l'avarizia, l'avidità,
la protezione e l'accattonaggio.
Inoltre c'è la figura di un padre
che spiega al bambino come
adoperare il denaro.
Türelüre-Lißje-Brunnen
- Questa fontana è un'opera
di Hubert Löneke, costruita nel
1967. Rappresenta una vecchia
canzone per bambini, nella quale
alcuni ragazzini impediscono ad
una bambina di raggiungere il
bagno, col risultato che la bimba
non riesce più a trattenere la
pipi. La fontana fa angolo tra le
due strade Rennbahn e
Klappergasse. Ci sono inoltre
molte altre interessanti fontane
in tutta la città, come il Hühnerdieb (ladro
di polli) al mercato dei polli, il Fischpüddelchen (un
bambino nudo con in mano due
pesci) al mercato del pesce e il Hotmannspief (monumento
delle quattro vergini) in
Alexanderstraße.
Vi
sono anche monumenti importanti
come ad esempio:
Klenkes-Denkmal
- Questo monumento si trova a
Holzgraben ad Aquisgrana e
raffigura dei ragazzi con il
mignolo della mano destra alzato
(da qui il nome Klenkes, cioè
mignolo). Risale al 1970, ed è un
monumento dello scultore Hubert Löneke.
Il
mignolo della mano destra alzato
è da anni un simbolo
rappresentativo della città di
Aquisgrana e ciò è dovuto al
fatto che in passato Aquisgrana
era nota per le sue industrie
tessili e le fabbriche di aghi.
Qui vi lavoravano principalmente
bambini che usavano il mignolo per
eliminare gli aghi difettosi.
Anche in seguito al declino di
questo settore il mignolo alzato
è rimasto un segno distintivo
della città, nonché anche una
forma di saluto.
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