L'appartamento
del
Papa
o
delle
Regine
Madri
L'appartamento
del
Papa
che
introduce
ai
Grandi
Appartamenti,
costituisce
nel
suo
allestimento
attuale
l'appartamento
per
ospiti
che
presenta
la
decorazione
più
lussuosa.
Emblematico
della
ricchissima
storia
del
castello,
questo
appartamento
presenta,
grazie
alla
varietà
delle
sue
decorazioni,
una
vera
e
propria
storia
del
gusto.
Costruita
sotto
Francesco
I,
l'ala
che
collega
iI
padiglione
del
Ferro
di
Cavallo
a
quello
delle
Cucine
è
ripreso
dal
Primaticcio
per
allestire
il
nuovo
appartamento
di
Enrico
II.
Questo
sarà
definitivamente
occupato
dalla
sua
vedova,
Caterina
de'
Medici,
poi
da
Maria
de'
Medicì
e
Anna
d'Austria,
da
cui
il
nome
dì
"ala
delle
Regine
Madri".
L'appartamento
del
Papa
o
delle
Regine
Madri
accoglie
il
Grande
Delfino
e
la
consorte,
poi
ospiti
importanti,
come
Giacomo
II
Stuart,
re
d'Inghilterra
destituito,
e
lo
zar
Pietro
l
di
Russia
nel
1717.
Luigi
XV
decise
di
ricostruire
l'ala
sud
del
cortile
del
Cavallo
Bianco;
il
padiglione
delle
Cucine
venne
distrutto
e
sostituito
dal
Grande
Padiglione
di
Jacques-Ange
Gabriel
nel
1754.
L'appartamento
di
Anna
d'Austria
venne
destinato
alle
figlie
del
re.
Le
signore
Henriette
e
Adelaide
vi
risiederanno
e
dal
1748
lo
divideranno
con
la
sorella,
Madame
Victoire.
Arredato
in
modo
sommario,
il
Grande
Padiglione
accoglie
i
principi
di
sangue
e
gli
Infanti
di
Francia.
La
decorazione
e
il
mobilio
furono
rinnovati
sotto
il
Secondo
Impero,
ma
il
decoro
diboiserie
delle
tre
sale
più
importanti
era
già
stato
rinnovato
dal
1644.
La
squadra
di
falegnami
si
componeva
di
François
Moriceau,
Guillame
Noyers,
Pierre
Dionis,
Louis
Torchebat,
Jean
Langlacé
e
Jean
Adnet,
e
i
pittori
e
decoratori
erano
Henri
Champagne
e
Claude
d'Hoey,
tutti
sotto
la
direzione
dell'architetto
Jacques
Le
Mercier.
Oggi
integrato
ai
Grandi
Appartamenti,
l'insieme
comprende
due
appartamenti
(sei
stanze
per
uno,
cinque
per
l'altro)
distribuite
simmetricamente
e
presentate
nella
loro
ultima
veste
storica.
SALONI
DEGLI
USCERI
-
La
sala
degli
Svizzeri
del
conte
di
Provenza
diventa
l'anticamera
dell'appartamento
di
Luigi
XV
nell'Ottocento.
Servita
da
una
scala
demolita
al
momento
della
costruzione
della
galleria
dei
Fasti,
è
oggi
chiusa.
Le
sedie
in
quercia
(1860)
ricoperte
di
velluto
verde
sono
comuni
alle
anticamere
del
palazzo.
La
seconda
anticamera
del
Papa,
poi
salone
degli
Usceri
dal
1830,
riunisce
mobili
in
legno
dipinto
di
Jacob
Frères
provenienti
dal
Direttorio
esecutivo
(palazzo
del
Lussemburgo).
Le
pareti
sono
ricoperte
di
tappezzerie
dì
Beauvaìs
che
rappresentano
le
arti
e
le
scienze,
su
modelli
di
Lagrenée.
SALONE
DEGLI
UFFICIALI
E
SALONE
D'ANGOLO
-
Un
tempo
anticamera,
il
salone
degli
Ufficiali,
divenuto
salone
delle
Dame
d'onore
della
duchessa
d'Orléans,
è
ornato
di
tappezzeria
dei
Gobelins
che
rappresenta
Lo
Svenimento
di
Ester
di
Noël
Coypel
e
Giuseppe
e
i
suoi
fratelli
dai
disegni
di
Mignard,
datati
1687.
Al
di
sotto
della
porta,
due
quadri
di
Pierre
Mignard
rappresentano
le
muse:
Clio
e
Calliope
ed
Érato,
Euterpe
e
Tersicore.
Il
mobilio
si
compone
di
un
insieme
del
XVII
secolo
a
cui
si
aggiungono
dei
pezzi
in
stile
Luigi
XIV
e
Luigi
XV.
Sul
camino
è
posato
un
pendolo
in
stile
Luigi
XVI.
Le
sedie
in
legno
dorato,
in
parte
del
XVI
secolo
e
completate
da
Jacob-Desmalter
nel
1836,
accompagnano
una
consolle
a
figure
dì
zefiri
di
Fourdinoìs
e
una
giardiniera
dì
Souty,
coperta
da
un
marmo
(1858).
Il
salone
d'angolo,
già
studio
dì
Anna
d'Austria,
fu
la
stanza
dei
Nobili
del
conte
di
Provenza
e
divenne
un
Grande
Salone
nel
XVI
secolo.
Sulla
parte
superiore
dei
muri
e
al
di
sotto
delle
finestre
sono
visibili
sei
quadri:
Un
vaso
di
fiori
e
due
pavoni
e
Un
bambino,
un
tappeto
e
un
vaso
di
fiori,
di
Pierre-Nicolas
Huillot,
Una
tavola
con
un
tappeto
ricamato
e
Una
figura
dell'amore
e
un
scudo
di
Piat
Sauvage,
Dei
fiori
e
un
ananas
in
un
vaso
di
porfido
e
un
Vaso
d'oro,
una
brocca,
un
bacino
e
fiori
e
frutti
di
Jean-Baptiste
Belin.
Sul
muro
nord,
la
tappezzeria
che
rappresenta
Apollo
tra
le
muse
è
il
quinto
pezzo
del
tendaggio
della
Galleria
dì
Saìnt-Cloud.
Le
sedie
del
salone
dei
Consoli
a
Saint-Cloud,
installate
nel
1855
sono
sostituite
dal
1859
da
quelle
di
stile
Luigi
XV,
opera
del
falegname
Jeanselme.
Disperse
nel
1889,
queste
sedie
furono
riunite
nel
2006-2008
intorno
al
tavolo
di
Wasmuss,
ispirate
dai
modelli
di
Riesener.
Erano
ricoperte
da
un
tessuto
di
seta
a
cartigli
e
mazzi
di
fiori
verdi,
identico
a
quello
delle
tende.
CAMERA
DELLA
GRANDUCHESSA
DI
BADE
-
Camera
da
letto
dal
1770,
fu
nuovamente
arredata
nel
1837
per
la
duchessa
d'Orléans
con
la
sua
tenda
in
seta
rossa
e
il
letto
in
legno
dorato
con
i
montanti
a
fascia,
creato
nel
1787
da
Hauré
e
Sene
per
Luigi
XVI
a
Saint-Cloud
e
utilizzato
da
Napoleone
alle
Tuileries.
Due
poltrone
di
uguale
provenienza
furono
deposte
sotto
il
Secondo
Impero
e
servirono
da
modello
al
falegname
Cruchet
per
accrescere
il
numero
delle
sedie.
Gli
si
devono
anche
il
baldacchino
del
letto,
la
consolle
e
il
parafuoco.
L'eccezionale
comò
con
trofei
militari
di
Stòckel
e
Benneman,
confiscato
al
gabinetto
del
Consiglio
del
castello
di
Compiègne
sotto
la
Rivoluzione,
ha
ispirato
Fourdinoìs
per
la
realizzazione
dei
due
tavolini
da
notte
(1859).
La
granduchessa
di
Bade,
cugina
di
Napoleone
III,
fu
l'ultima
a
utilizzare
questa
stanza.
GABINETTI
DA
TOELETTA
-
Adiacente
alla
camera,
il
primo
gabinetto
da
toeletta
venne
ornato
alla
fine
del
XVIII
secolo
con
pannelli
di
legno
scolpiti
con
resti
di
trofei
ai
quali
fa
eco
il
comò
di
Riesener
a
rilievo
centrale
ornato
da
un
quadro
ad
intaglio.
Acquistato
nel
1804,
come
molti
mobili
d'occasione,
accompagna
due
poltrone
in
legno
dorato.
Uno
risale
al
1770,
l'altro
è
una
copia
del
1791
realizzata
da
Sene
e
Laurent
per
l'appartamento
di
Madame
Elisabeth,
sorella
di
Luigi
XVI,
a
Fontainebleau.
Le
sei
sedie
di
Georges
Jacob
con
piedi
a
consolle
e
coperti
di
seta
ricamata,
provengono
dal
mobilio
del
conte
di
Provenza
d
al
palazzo
del
Lussemburgo.
Il
primo
gabinetto
comunica
con
il
secondo
gabinetto
da
toeletta
che
faceva
parte
del
secondo
appartamento.
Transizione
tra
il
Grande
Padiglione
e
l'ala
del
Primaticcio,
fu
inizialmente
allestito
per
le
figlie
di
Luigi
XV
e
ricevette
delle
"
boiseries"
scolpite
su
disegno
di
Gabriel
nel
1751.
Fu
utilizzato
dal
duca
d'Orléans
e
successivamente
come
studio
da
Stéphanie
de
Bade.
Un'armonia
blu
e
oro
è
creata
dalle
tende,
dal
le
sedie
di
stile
Direttorio,
acquistate
nel
1857
e
dai
vasi
di
Sèvres.
Il
comò
a
intaglio
di
tartaruga
e
ottone
è
una
realizzazione
dei
laboratori
del
Guarda-
Mobili
per
l'appartamento
del
duca
di
Nemours,
fratello
del
duca
d'Orléans.

CAMERA
DI
ANNA
D'AUSTRIA
-
Quest'antica
camera
di
Anna
d'Austria
possiede
un
soffitto
e
dei
pannelli
verniciati
di
grottesche
policrome
di
Jean
Cotelle.
In
cima
alla
porta
figura
un
ritratto
di
Anna
d'Austria
in
Minerva
e
quello
di
Maria
Teresa
di
Spagna
in
L'Abbondanza,
entrambi
realizzati
da
Gilbert
de
Sève
nel
1660.
Ai
muri,
due
tappezzerie
di
Gobelins
della
serie
del
Trionfo
degli
Dei:
Il
trionfo
di
Marte
e
Il
Trionfo
della
Religione,
da
disegni
di
Noël
Coypel
da
Jules
Romain.
Il
mobilio
si
compone
di
un
insieme
in
noce
scolpito:
un
letto
a
baldacchino,
due
cassettoni,
una
console,
un
canapé,
sei
poltrone,
sei
sedie,
due
poggiapiedi,
consegnati
nel
1860
dalla
maison
Fourdinois.
Il
piedistallo
(opera
del
marmista
italiano
Pietro
Martinori)
al
centro
della
sala,
fu
donato
da
Pio
IX
al
principe
imperiale,
suo
figlioccio,
e
fu
presentato
all'Esposizione
universale
del
1867.
Il
plateau
circolare
è
ricoperto
di
un
mosaico
di
marmo
ritrovato
sul
monte
Palatino.
Al
centro
della
composizione
figurano
gli
stemmi
del
papa.

GRANDE
SALONE
-
Il
soffitto
a
cassettoni
è
ornato
dalle
figure
dei
pianeti
con,
al
centro,
l'astro
solare,
Apollo,
sul
suo
carro.
Scolpito
nel
1558
per
la
camera
di
Enrico
II
nel
padiglione
delle
Cucine,
presenta
degli
scudi
con
le
armi
di
Francia
e
la
cifra
di
Anna
d'Austria
che
lo
fa
risalire
al
1660
circa
nella
grande
anticamera
del
suo
appartamento.
I
muri
sono
ornati
di
tappezzerie
di
Gobelins
che
illustrano
la
vita
di
Alessandro
il
Grande
dai
disegni
di
Charles
Le
Brun.
Il
mobilio
si
compone
di
due
grandi
console
in
legno
dorato,
con
figure
egiziane,
realizzate
nel
1787
dal
falegname
Trompette
e
dallo
sculture
Butteaux.
Il
vaso
in
porcellana
di
Sèvres,
sulla
console
data
dal
1824
e
fu
realizzato
su
un
modello
già
esistente.
Il
suo
decoro
ricorda
le
arti
e
le
scienze.
Sotto
il
grande
lampadario
di
cristallo
proveniente
dal
palazzo
delle
Tuiìeries
a
Parigi,
un
grande
tavolo
centrale
con
base
d'appoggio
in
legno
dorato
corrisponde
alle
dimensioni
della
stanza.
Le
due
consolles
sostenute
da
figure
egizie
furono
realizzate
dal
falegname
Trompette
e
dallo
scultore
Buteux
per
presentare
gli
oggetti
d'arte
al
Guarda-Mobili
della
Corona
nel
178.
Si
trovano
accanto
a
un
importante
salone
in
legno
dorato
di
Jacob-Desmalter,
ricoperto
di
tappezzeria
di
Beauvais.

SALONE
DEGLI
UFFICIALI
E
ANTICAMERA
-
Quella
che
fu
la
sala
delle
Guardie
di
Anna
d'Austria
corrisponde
al
salone
attuale
e
all'anticamera
vicina.
Divisa
nel
1740
per
accogliere
«Mesdames»,
conserva
soltanto
una
parte
del
soffitto
a
compartimenti,
ornato
di
composizioni
allegoriche
che
celebrano
il
regno
di
Luigi
XIII,
dipinte
in
chiaroscuro
da
Charles
Errard
nel
1662-1664.
Sala
da
biliardo
del
duca
d'Orléans
poi
salone
degli
Ufficiali,
la
stanza
è
arredata
con
una
scrivania
in
mogano
del
XVII
secolo.
Sopra
il
rivestimento
in
legno,
gli
episodi
della
storia
di
Esther,
tessuti
su
modello
di
Charles-Antoine
Coypel
sono
stati
sostituiti
da
soggetti
di
argomento
agreste
dei
Mesi
Lucas.
Creata
inizialmente
con
un
seminterrato
sotto
Luigi
XV,
l'anticamera
fu
ristrutturata
sotto
Luigi
Filippo
con
un
soffitto
in
cartone-pietra
di
stile
rinascimentale.
Il
tendaggio
di
cuoio
goffrato
e
dipinto
fu
installato
sotto
Napoleone
III
per
ricreare
un'atmosfera
dell'inizio
del
XVII
secolo.
Vi
è
un
armadio
a
due
corpi
del
XVII
secolo,
con
le
ante
scolpite
con
figure
mitologiche.
Viene
inoltre
acquistato
un
mobilio
"haute
époque",
come
le
sedie
spagnole
in
legno
scolpito
e
cuoio
goffrato,
le
placche
di
luce
argentate,
munite
di
lampade
a
meccanismo
e
vasi
di
maiolica
italiani.
Il
museo
Napoleone
I

Fontainebleau
è
intimamente
legato
alla
figura
di
Napoleone
I.
L'Imperatore
rifece
del
casello
la
residenza
sontuosa
di
cui
si
ammirano
ancora
oggi
gli
allestimenti
degli
interni.
Il
peso
della
storia,
la
ricchezza
delle
decorazioni
del
Primo
Impero,
la
raffinatezza
dei
mobili
di
quest'epoca
sono
la
ragione
per
cui
il
castello
fu
scelto
per
accogliere
il
museo
Napoleone
I.
Nell'ala
destra
della
corte
d'Onore,
quelli
che
furono
un
tempo
gli
appartamenti
del
principe
dell'Impero,
accolgono
dal
1986
le
collezioni
napoleoniche
annoverate
tra
le
più
preziose
oggi
conservate
in
Francia.
La
galleria
dei
Ritratti,
molti
dei
quali
provengono
dal
salone
di
Famiglia
del
palazzo
di
Saint-Cloud,
evoca
questa
nuova
dinastia,
desiderosa
di
far
conoscere
la
sua
immagine,
commissionando
una
quantità
di
ritratti,
dipinti
da
un
un
grande
maestro
e
copiati
dai
suoi
allievi,
e
scolpiti
e
diffusi
dalla
Banca
Elisiana
fondata
da
Elisa
a
Carrare.
Dopo
il
cardinale
Fesch,
zio
acquisito,
e
di
Madame
Mère,
fanno
la
loro
apparizione
i
vari
membri
della
famiglia,
a
loro
volta
rappresentati
come
imitatori
del
fondatore,
come
il
Ritratto
di
Giuseppe
Bonaparte
come
re
di
Napoli
in
uniforme
da
colonnello,
secondo
Wicar,
o
rappresentato
in
veste
di
principe
francese
come
il
Ritratto
di
Luigi
come
connestabile
dell'impero
di
Gerard,
o
ancora
come
gran
dignitario,
come
Elisa
in
veste
di
Granduchessa
di
Toscana,
dovuta
al
pennello
di
Benvenuti
o
al
bulino
di
Bartolini
nel
gruppo
Elisa
mostra
una
medaglia
di
Napoleone
a
sua
figlia
Elisa-Napoleone.
Questo
desiderio
di
creare
un'appartenenza
dinastica
è
condiviso
da
tutta
la
famiglia
corsa,
che
da
un
giorno
all'altro
è
catapultata
sui
troni
di
mezza
Europa,
grazie
a
Napoleone,
rappresentato
da
Girodet
come
il
sovrano
legislatore
all'apice
della
sua
gloria,
nel
1812
.
Proclamato
dal
senato-consulto
del
18
maggio
1804
"Imperatore
dei
Francesi",
Napoleone
ebbe
a
cuore
di
confermare
la
sua
ascesa
con
una
consacrazione,
ricevuta
non
a
Reims
ma
a
Parigi,
nel
coro
di
Notre-Dame,
in
presenza
di
papa
Pio
VII,
il
2
dicembre
1804.
Di
questa
grandiosa
cerimonia
sussistono
pochi
abiti,
e
una
foglia
della
corona
d'oro
di
cui
si
cinse
lui
stesso
il
capo.
Alla
straordinaria
cerimonia
che
fu
il
"sacro"
nel
dicembre
1804,
rispose
nel
maggio
1805
l'incoronazione
a
Milano
di
Napoleone
come
re
d'Italia.
Una
tenda
ricostituita
evoca
il
«palazzo
delle
tende»
che
accompagnava
l'Imperatore
nelle
sue
conquiste.
Una
grande
tenda
comportava
due
parti,
uno
spazio
di
lavoro
dotato
di
tavolo
e
di
sedie
pieghevoli
e
uno
spazio
destinato
al
sonno,
dotato
di
un
letto
smontabile.
Avendo
molta
cura
della
sua
persona,
l'Imperatore
in
campagna
aveva
a
sua
disposizione
un
«necessaire»
da
viaggio,
bidet
da
campagna,
ed
aveva
al
suo
seguito
cuochi
pronti
ad
agire
in
tempi
minimi
grazie
a
una
batteria
mobile
di
utensili.
La
nuova
imperatrice,
Maria
Luisa,
sposata
il
2
aprile
1810,
fu
accolta
in
gran
pompa,
trattata
con
il
fasto
che
richiedeva
il
rispetto
per
la
sua
nascita
e
il
rango
del
suo
sposo.
Era
importante
che
le
sue
sembianze
fossero
conosciute.
Gerard,
con
l'aiuto
dei
suoi
allievi,
la
rappresentò
in
piedi,
con
il
grande
mantello
d'apparato
sulla
spalla
e
lo
strascico
di
ermellino
appoggiato
sul
trono.
La
Manifattura
imperiale
di
Sèvres
produsse
e
diffuse
numerosi
busti
dell'Imperatrice,
ornata
da
un
diadema.
Il
20
marzo
1811
nasceva
alle
Tuileries
il
figlio
di
Napoleone
l
e
di
Maria
Luisa,
l'erede
tanto
atteso
per
il
quale
furono
consegnate
le
culle
d'apparato
e
le
culle
a
bilico.
Mme
de
Montesquiou,
nominata
governante
degli
Infanti
di
Francia,
era
incaricata
di
vegliare
sulla
salute
del
bambino,
scegliere
i
suoi
abiti,
rinnovare
il
suo
guardaroba
e
seguire
i
suoi
primi
passi.
Forniva
inoltre
giochi
educativi,
che
si
aggiungevano
ai
doni
della
famiglia
e
dei
membri
della
Corte.

Fontainebleau
misconosciuto
Ricco
di
circa
1600
stanze,
il
castello
comprende
molti
luoghi
misconosciuti,
come
per
esempio
l'appartamento
dei
Principi,
il
museo
cinese
o
il
teatro.
Pazientemente
restaurati,
questi
insiemi
sono
spesso
legati
a
personalità
storiche
e
testimoniano
del
gusto
dei
loro
antichi
occupanti.
Scoprirli
è
una
vera
lezione
di
storia
e
di
stile.
L'APPARTAMENTO
DELLE
CACCE
E
LA
GALLERIA
DEI
MOBILI
-
Situato
in
prossimità
degli
appartamenti
reali
al
primo
piano,
l'appartamento
delle
Cacce
si
affaccia
in
parte
sul
cortile
Ovale.
Durante
il
XVII
e
il
XIX
secolo
vi
trovarono
alloggio
il
Delfino,
figlio
maggiore
di
Luigi
XV
(piano
terreno),
e
le
sue
due
mogli
successive
(primo
piano).
L'appartamento
è
così
chiamato
in
riferimento
ai
soggiorni
di
caccia
del
duca
d'Angoulème,
figlio
di
Carlo
X,
che
vi
alloggiò
sotto
la
Restaurazione,
e
soprattutto
ai
celebri
arazzi
delle
Cacce
di
Luigi
XV
dipinti
da
Jean-Baptìste
Oudry,
che
sono,
come
nella
vicina
scala
della
Regina,
inseriti
nei
rivestimenti
in
legno
dal
regno
di
Luigi
Filippo.
Dal
1859
al
1868
il
principe
imperiale,
figlio
di
Napoleone
III
è
stato
l'ultimo
ad
occupare
l'appartamento
del
primo
piano.
Dal
2009,
la
"galleria
dei
Mobili"
permette
di
ammirare
una
selezione
di
mobili
del
castello
che
corrispondono
a
epoche
storiche
scomparse
e
fino
ad
allora
conservate
nelle
riserve.
Nella
prima
sala
sono
presentati
alcuni
reperti
eccezionali
di
mobili
che
risalgono
all'Ancien
Regime,
come
quelli
realizzati
da
Robert-Antoine
Gaudreaus,
celebre
falegname
del
regno
di
Luigi
XV.
Molte
altre
sale
permettono
poi
di
scoprire
i
mobili
creati
sotto
il
Direttorio
e
l'Impero.
Il
castello,
interamente
riarredato
da
Napoleone
conserva
qualche
illustre
esempio
di
mobili
di
quell'epoca,
alcuni
realizzati
da
Jacob-Desmalter,
ebanista
dell'Imperatore.
Le
ultime
sale
presentano
mobili
creati
sotto
Luigi
Filippo
e
Napoleone
III.
LA
GALLERIA
DEI
CERVI
-
Voluta
da
Enrico
IV,
fu
decorata
intorno
al
1600
con
vedute
di
foreste
e
dimore
reali,
e
adornata
con
corna
di
cervi
cacciati
nei
dintorni
di
Fontainebleau.
La
decorazione
dipinta,
realizzata
da
Louis
Poisson,
ebbe
a
soffrire
nel
XVIII
secolo,
quando
la
galleria
fu
suddivisa
alla
fine
del
regno
di
Luigi
XV
e
Luigi
XVI,
per
creare
nuovi
appartamenti
per
le
figlie
del
re
e
per
gli
Infanti
di
Francia.
Nel
1860,
Napoleone
III
ripristinò
la
galleria
nel
suo
volume
iniziale
e
fece
demolire
le
pareti
divisorie.
Questo
cantiere
permise
di
riscoprire
la
decorazione
originale
che
fu
allora
restituita
alla
condizioni
in
cui
la
si
può
vedere
oggi.

MUSEO
CINESE
E
SALONI
DELL'IMPERATRICE
-
Il
museo
cinese
fu
allestito
nel
1863
al
piano
terreno
del
Grande
Padiglione,
vicino
allo
stagno.
L'imperatrice
Eugenia
desiderava
infatti
approfittare
di
un
luogo
gradevole
nel
castello
per
potervi
collocare
le
sue
collezioni
personali
di
oggetti
provenienti
dall'Estremo
Oriente.
Queste
risultavano
da
bottini
di
guerra
della
spedizione
franco-inglese
del
1860
in
Cina
(caratterizzata
dal
saccheggio
del
Palazzo
d'estate),
da
doni
diplomatici
offerti
dall'ambasciata
del
Siam
ricevuta
al
castello
nel
1861,
e
da
diverse
acquisizioni.
Nell'anticamera
si
possono
ammirare
due
palanchini
reali
offerti
dall'ambasciata
del
Siam.
I
due
saloni
seguenti,
riccamente
arredati,
sono
decorati
con
sculture
che
risalgono
al
Secondo
Impero.
Attraverso
una
grande
arcata
si
entra
nel
museo
cinese
vero
e
proprio,
con
le
pareti
interamente
ornate
di
pannelli
di
lacca
su
fondo
nero
o
dorato.
Diverse
opere,
come
il
grande
lampadario,
sono
state
realizzate
dall'orafo
Ferdinand
Barbedienne
a
partire
da
oggetti
cinesi
trasformati.
Lo
spettacolare
stupa
tibetano
dorato
che
contiene
una
statuetta
di
Buddah
presentata
in
fondo
al
museo,
proviene
da
un
tempio
del
Palazzo
d'Estate.
Al
centro
della
grande
vetrina,
si
può
osservare
una
copia
della
corona
dei
re
del
Siam
offerta
a
Napoleone
III.
APPARTAMENTO
DELL'INVITATO
-
Se
i
Grandi
Appartamenti
riflettono
la
vita
dei
sovrani,
la
vita
della
Corte
o
degli
invitati
è
evocata
dalla
ricostruzione
di
un
appartamento
d'invitato
sotto
il
Secondo
Impero.
Il
Grande
Maresciallo
di
Palazzo
attribuisce
le
camere
e
le
"suites"
per
la
durata
del
soggiorno.
Situato
al
secondo
piano
dell'ala
Francesco
I,
l'appartamento
n°
49,
formato
da
quattro
stanze,
presenta
un
arredamento
tipo,
com'è
descritto
con
precisione
negli
antichi
inventari.
Gli
elementi
conservati
delle
carte
da
parati
hanno
permesso
di
ristampare
le
parti
mancanti.
Nello
stesso
modo,
la
decorazione
tessile
ha
potuto
essere
rifatta
identica.
Il
salone,
dal
quale
si
entrava,
è
dotato
di
sedie
confortevoli
e
di
qualche
mobile
in
mogano.
Molti
elementi
della
vita
quotidiana,
come
quelli
relativi
alla
toeletta,
le
lampade,
i
candelieri,
i
bauli
erano
di
un
modello
unico
per
tutti
gli
invitati.
Sono
tanto
più
preziosi
e
molteplici
che
costituiscono
la
testimonianza
di
un
un
modo
di
vivere
scomparso.

SALONE
DELLE
LACCHE
-
Il
salone
delle
lacche
costituisce
l'ultima
decorazione
allestita
al
castello
di
Fontainebleau
sotto
il
Secondo
Impero.
Al
piano
terreno
dell'ala
Luigi
XV,
l'Imperatrice
si
fa
allestire
nel
1868
uno
studiolo,
che
decora
come
il
museo
cinese.
Questa
stanza
dal
carattere
prezioso
è
decorata
con
pannelli
di
lacca
dipinti,
tessuti
di
seta,
piccoli
mobili
e
oggetti
asiatici.
TEATRO
-
Dall'Ancien
Regime
alla
caduta
del
Secondo
Impero,
gli
spettacoli
hanno
un
ruolo
importante
durante
i
soggiorni
della
Corte
a
Fontainebleau.
Nel
XVIII
secolo,
un
teatro
era
stato
allestito
nell'ala
del
Bel
Camino.
Fu
distrutto
da
un
grande
incendio
nel
1856.
Napoleone
III
aveva
a
suo
tempo
già
fatto
intraprendere
la
costruzione
di
un
nuovo
teatro
in
altro
luogo,
la
parte
ovest
dell'ala
Luigi
XV.
Questo
teatro,
previsto
per
quattrocento
posti
(parterre,
due
balconate
e
loggia
con
cancellate),
fu
costruito
dall'architetto
Hector
Lefuel
tra
il
1854
e
1857
in
stile
neo-Luigi
XVI.
Giardini
Fin
dalla
sua
ricostruzione
sotto
il
regno
di
Francesco
I,
il
castello
di
Fontainebleau
è
stato
circondato
di
giardini,
luogo
di
piaceri
e
di
passeggiate.
Questi
giardini
rinascimentali,
che
Caterina
de'
Medici
fece
animare
da
statue
alla
moda
italiana
della
seconda
metà
del
XVI
secolo,
furono
poi
ampliati
e
ornati
da
fontane
sotto
Enrico
IV.
Al
tempo
furono
acquistati
terreni
per
creare
un
grande
parco
nel
quale
il
re
fece
scavare
dal
1606
al
1609
il
canale
lungo
1.200
metri,
che
esiste
ancora
oggi
e
apre
una
vasta
prospettiva.
Luigi
XIV
fece
poi
cambiare
radicalmente
la
fisionomia
dei
giardini
ereditati
dai
suoi
predecessori
facendoli
ridisegnare
da
André
Le
Nótre
e
Louis
Le
Vau
secondo
le
norme
del
giardino
classico
alla
francese.
L'ultima
grande
tappa
di
trasformazione
ebbe
luogo
sotto
il
Primo
Impero
con
la
creazione
di
giardini
paesaggisti
all'inglese,
con
i
viali
sinuosi
e
le
fronde
alte,
dovuta
a
Maximilien-Joseph
Hurtault,
allora
architetto
del
castello.
IL
GIARDINO
DI
DIANA
-
Questo
giardino
che
si
può
vedere
dalle
finestre
dei
sovrani,
era
in
altri
tempi
il
loro
giardino
privato.
Era
circondato
da
ogni
parte
da
altre
costruzioni
oggi
distrutte
(voliera,
galleria
dei
Caprioli)
e
fu
ornato
nel
XVII
secolo
di
parterres,
di
statue
e
dI
aranceti.
La
fontana
di
Diana
al
centro,
restaurata
quale
era
nel
XVII
secolo,
è
opera
dell'
ingegnere
fontaniere
Thomas
Francini.
È
ornata
da
una
statua
di
bronzo,
sul
modello
antico
di
Diana
con
la
cerbiatta,
dai
cani
e
da
teste
di
cervi,
opera
dello
scultore
Pierre
Biard.
La
statua
di
Diana,
realizzata
dai
fratelli
Keller
nel
1684
per
Marly,
sostituisce
la
versione
in
bronzo
di
Barthélemy
Prieur
realizzata
nel
1602
per
questa
fontana,
strappata
alla
Rivoluzione
e
oggi
conservata
nella
galleria
dei
Cervi.
Il
giardino
è
stato
trasformato
in
giardino
all'inglese
sotto
l'Impero,
ampliato
sotto
il
regno
di
Luigi
Filippo,
e
reso
accessibile
a
tutti
sotto
la
Terza
Repubblica.
STAGNO
DELLE
CARPE
E
GIARDINO
INGLESE
-
Lo
stagno,
popolato
da
carpe
fin
dal
regno
di
Enrico
IV,
era
un
tempo
solcato
da
varie
imbarcazioni
per
il
divertimento
della
Corte.
Il
piccolo
padiglione
ottagonale
che
lo
orna,
detto
padiglione
dello
Stagno,
è
stato
creato
sotto
Luigi
XIV,
ricostruito
sotto
Napoleone,
e
decorato
all'interno
dai
dipinti
di
Moench.
Il
giardino
inglese
vicino
occupa
quello
che
fu
il
giardino
dei
Pini
dii
di
Francesco
I,
scomparso
fin
dal
regno
di
Luigi
XIV.
La
grotta
dei
Pini,
al
piano
terreno
del
padiglione
situato
alla
fine
dell'ala
Luigi
XV,
prima
grotta
artificiale
creata
in
Francia,
è
l'ultima
vestigia
di
queste
realizzazioni
volute
da
Francesco
I.
Il
giardino
ha
assunto
il
suo
aspetto
attuale
nel
1811,
con
la
creazione
di
un
ruscello
e
di
rocce
artificiali.
Dal
lato
dell'ala
Luigi
XV,
si
trovano
da
quel
tempo
due
statue
di
bronzo
del
XVII
secolo:
il
Gladiatore
Borghese
e
il
Gladiatore
morente.
GRANDE
PARTERRE
E
PROSPETTIVA
VERSO
IL
CANALE
-
Il
Grande
Parterre
testimonia
delle
trasformazioni
dei
giardini
sotto
il
regno
di
Luigi
XIV.
Disegnato
da
Le
Nòtre
e
Le
Vau
tra
il
1660
e
il
1664,
questo
parterre
di
quattordici
ettari,
un
tempo
ornato
di
siepi
di
bosso,
è
il
più
grande
d'Europa.
È
sorto
su
quello
chef
fu
il
"grande
giardino"
di
Francesco
I,
già
trasformato
sotto
Enrico
IV.
Il
bacino
centrale
comprende
dal
1817
una
grande
vasca
che
ha
sostituito
la
fontana,
creata
sotto
Luigi
XIV,
mentre
il
bacino
rotondo
comporta
un
calco
della
statua
antica
del
Tevere
(museo
del
Louvre),
realizzato
nel
1988
per
evocare
la
fusione
in
bronzo
del
XVI
secolo
che
un
tempo
l'ornava.
Dal
lato
del
Grande
Canale,
presso
la
balaustra,
si
possono
notare
le
sfingi
di
Mathieu
Lespagnandel
(1664).
Più
in
basso
si
trova
il
bacino
delle
cascate,
creato
sotto
Luigi
XIV,
ricostruito
e
ornato
di
diverse
statue
nel
XIX
secolo.

Ottobre
2014
Pag.
4
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