Castello e parco di Fontainebleau
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1981

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L'appartamento del Papa o delle Regine Madri

L'appartamento del Papa che introduce ai Grandi Appartamenti, costituisce nel suo allestimento attuale l'appartamento per ospiti che presenta la decorazione più lussuosa. Emblematico della ricchissima storia del castello, questo appartamento presenta, grazie alla varietà delle sue decorazioni, una vera e propria storia del gusto. Costruita sotto Francesco I, l'ala che collega iI padiglione del Ferro di Cavallo a quello delle Cucine è ripreso dal Primaticcio per allestire il nuovo appartamento di Enrico II. Questo sarà definitivamente occupato dalla sua vedova, Caterina de' Medici, poi da Maria de' Medicì e Anna d'Austria, da cui il nome dì "ala delle Regine Madri".

L'appartamento del Papa o delle Regine Madri accoglie il Grande Delfino e la consorte, poi ospiti importanti, come Giacomo II Stuart, re d'Inghilterra destituito, e lo zar Pietro l di Russia nel 1717. 

Luigi XV decise di ricostruire l'ala sud del cortile del Cavallo Bianco; il padiglione delle Cucine venne distrutto e sostituito dal Grande Padiglione di Jacques-Ange Gabriel nel 1754.

L'appartamento di Anna d'Austria venne destinato alle figlie del re. Le signore Henriette e Adelaide vi risiederanno e dal 1748 lo divideranno con la sorella, Madame Victoire. Arredato in modo sommario, il Grande Padiglione accoglie i principi di sangue e gli Infanti di Francia. La decorazione e il mobilio furono rinnovati sotto il Secondo Impero, ma il decoro diboiserie delle tre sale più importanti era già stato rinnovato dal 1644. La squadra di falegnami si componeva di François Moriceau, Guillame Noyers, Pierre Dionis, Louis Torchebat, Jean Langlacé e Jean Adnet, e i pittori e decoratori erano Henri Champagne e Claude d'Hoey, tutti sotto la direzione dell'architetto Jacques Le Mercier.

Oggi integrato ai Grandi Appartamenti, l'insieme comprende due appartamenti (sei stanze per uno, cinque per l'altro) distribuite simmetricamente e presentate nella loro ultima veste storica.  

SALONI DEGLI USCERI - La sala degli Svizzeri del conte di Provenza diventa l'anticamera dell'appartamento di Luigi XV nell'Ottocento. Servita da una scala demolita al momento della costruzione della galleria dei Fasti, è oggi chiusa. Le sedie in quercia (1860) ricoperte di velluto verde sono comuni alle anticamere del palazzo. 

La seconda anticamera del Papa, poi salone degli Usceri dal 1830, riunisce mobili in legno dipinto di Jacob Frères provenienti dal Direttorio esecutivo (palazzo del Lussemburgo). Le pareti sono ricoperte di tappezzerie dì Beauvaìs che rappresentano le arti e le scienze, su modelli di Lagrenée.

SALONE DEGLI UFFICIALI E SALONE D'ANGOLO - Un tempo anticamera, il salone degli Ufficiali, divenuto salone delle Dame d'onore della duchessa d'Orléans, è ornato di tappezzeria dei Gobelins che rappresenta Lo Svenimento di Ester di Noël Coypel e Giuseppe e i suoi fratelli dai disegni di Mignard, datati 1687. Al di sotto della porta, due quadri di Pierre Mignard rappresentano le muse: Clio e Calliope ed Érato, Euterpe e Tersicore. Il mobilio si compone di un insieme del XVII secolo a cui si aggiungono dei pezzi in stile Luigi XIV e Luigi XV. Sul camino è posato un pendolo in stile Luigi XVI.

Le sedie in legno dorato, in parte del XVI secolo e completate da Jacob-Desmalter nel 1836, accompagnano una consolle a figure dì zefiri di Fourdinoìs e una giardiniera dì Souty, coperta da un marmo (1858).

Il salone d'angolo, già studio dì Anna d'Austria, fu la stanza dei Nobili del conte di Provenza e divenne un Grande Salone nel XVI secolo. Sulla parte superiore dei muri e al di sotto delle finestre sono visibili sei quadri: Un vaso di fiori e due pavoni e Un bambino, un tappeto e un vaso di fiori, di Pierre-Nicolas Huillot, Una tavola con un tappeto ricamato e Una figura dell'amore e un scudo di Piat Sauvage, Dei fiori e un ananas in un vaso di porfido e un Vaso d'oro, una brocca, un bacino e fiori e frutti di Jean-Baptiste Belin. Sul muro nord, la tappezzeria che rappresenta Apollo tra le muse è il quinto pezzo del tendaggio della Galleria dì Saìnt-Cloud. Le sedie del salone dei Consoli a Saint-Cloud, installate nel 1855 sono sostituite dal 1859 da quelle di stile Luigi XV, opera del falegname Jeanselme. Disperse nel 1889, queste sedie furono riunite nel 2006-2008 intorno al tavolo di Wasmuss, ispirate dai modelli di Riesener. Erano ricoperte da un tessuto di seta a cartigli e mazzi di fiori verdi, identico a quello delle tende.  

CAMERA DELLA GRANDUCHESSA DI BADE - Camera da letto dal 1770, fu nuovamente arredata nel 1837 per la duchessa d'Orléans con la sua tenda in seta rossa e il letto in legno dorato con i montanti a fascia, creato nel 1787 da Hauré e Sene per Luigi XVI a Saint-Cloud e utilizzato da Napoleone alle Tuileries. Due poltrone di uguale provenienza furono deposte sotto il Secondo Impero e servirono da modello al falegname Cruchet per accrescere il numero delle sedie. Gli si devono anche il baldacchino del letto, la consolle e il parafuoco.

L'eccezionale comò con trofei militari di Stòckel e Benneman, confiscato al gabinetto del Consiglio del castello di Compiègne sotto la Rivoluzione, ha ispirato Fourdinoìs per la realizzazione dei due tavolini da notte (1859). La granduchessa di Bade, cugina di Napoleone III, fu l'ultima a utilizzare questa stanza.  

GABINETTI DA TOELETTA - Adiacente alla camera, il primo gabinetto da toeletta venne ornato alla fine del XVIII secolo con pannelli di legno scolpiti con resti di trofei ai quali fa eco il comò di Riesener a rilievo centrale ornato da un quadro ad intaglio. Acquistato nel 1804, come molti mobili d'occasione, accompagna due poltrone in legno dorato. Uno risale al 1770, l'altro è una copia del 1791 realizzata da Sene e Laurent per l'appartamento di Madame Elisabeth, sorella di Luigi XVI, a Fontainebleau. 

Le sei sedie di Georges Jacob con piedi a consolle e coperti di seta ricamata, provengono dal mobilio del conte di Provenza d al palazzo del Lussemburgo. 

Il primo gabinetto comunica con il secondo gabinetto da toeletta che faceva parte del secondo appartamento.

Transizione tra il Grande Padiglione e l'ala del Primaticcio, fu inizialmente allestito per le figlie di Luigi XV e ricevette delle " boiseries" scolpite su disegno di Gabriel nel 1751. Fu utilizzato dal duca d'Orléans e successivamente come studio da Stéphanie de Bade. 

Un'armonia blu e oro è creata dalle tende, dal le sedie di stile Direttorio, acquistate nel 1857 e dai vasi di Sèvres. Il comò a intaglio di tartaruga e ottone è una realizzazione dei laboratori del Guarda- Mobili per l'appartamento del duca di Nemours, fratello del duca d'Orléans.  

CAMERA DI ANNA D'AUSTRIA - Quest'antica camera di Anna d'Austria possiede un soffitto e dei pannelli verniciati di grottesche policrome di Jean Cotelle. In cima alla porta figura un ritratto di Anna d'Austria in Minerva e quello di Maria Teresa di Spagna in L'Abbondanza, entrambi realizzati da Gilbert de Sève nel 1660. 

Ai muri, due tappezzerie di Gobelins della serie del Trionfo degli Dei: Il trionfo di Marte e Il Trionfo della Religione, da disegni di Noël Coypel da Jules Romain. 

Il mobilio si compone di un insieme in noce scolpito: un letto a baldacchino, due cassettoni, una console, un canapé, sei poltrone, sei sedie, due poggiapiedi, consegnati nel 1860 dalla maison Fourdinois. Il piedistallo (opera del marmista italiano Pietro Martinori) al centro della sala, fu donato da Pio IX al principe imperiale, suo figlioccio, e fu presentato all'Esposizione universale del 1867. Il plateau circolare è ricoperto di un mosaico di marmo ritrovato sul monte Palatino. Al centro della composizione figurano gli stemmi del papa.

GRANDE SALONE - Il soffitto a cassettoni è ornato dalle figure dei pianeti con, al centro, l'astro solare, Apollo, sul suo carro. Scolpito nel 1558 per la camera di Enrico II nel padiglione delle Cucine, presenta degli scudi con le armi di Francia e la cifra di Anna d'Austria che lo fa risalire al 1660 circa nella grande anticamera del suo appartamento. 

I muri sono ornati di tappezzerie di Gobelins che illustrano la vita di Alessandro il Grande dai disegni di Charles Le Brun. Il mobilio si compone di due grandi console in legno dorato, con figure egiziane, realizzate nel 1787 dal falegname Trompette e dallo sculture Butteaux. Il vaso in porcellana di Sèvres, sulla console data dal 1824 e fu realizzato su un modello già esistente. Il suo decoro ricorda le arti e le scienze.

Sotto il grande lampadario di cristallo proveniente dal palazzo delle Tuiìeries a Parigi, un grande tavolo centrale con base d'appoggio in legno dorato corrisponde alle dimensioni della stanza. Le due consolles sostenute da figure egizie furono realizzate dal falegname Trompette e dallo scultore Buteux per presentare gli oggetti d'arte al Guarda-Mobili della Corona nel 178. Si trovano accanto a un importante salone in legno dorato di Jacob-Desmalter, ricoperto di tappezzeria di Beauvais.  

SALONE DEGLI UFFICIALI E ANTICAMERA - Quella che fu la sala delle Guardie di Anna d'Austria corrisponde al salone attuale e all'anticamera vicina. Divisa nel 1740 per accogliere «Mesdames», conserva soltanto una parte del soffitto a compartimenti, ornato di composizioni allegoriche che celebrano il regno di Luigi XIII, dipinte in chiaroscuro da Charles Errard nel 1662-1664.

Sala da biliardo del duca d'Orléans poi salone degli Ufficiali, la stanza è arredata con una scrivania in mogano del XVII secolo. Sopra il rivestimento in legno, gli episodi della storia di Esther, tessuti su modello di Charles-Antoine Coypel sono stati sostituiti da soggetti di argomento agreste dei Mesi Lucas

Creata inizialmente con un seminterrato sotto Luigi XV, l'anticamera fu ristrutturata sotto Luigi Filippo con un soffitto in cartone-pietra di stile rinascimentale. Il tendaggio di cuoio goffrato e dipinto fu installato sotto Napoleone III per ricreare un'atmosfera dell'inizio del XVII secolo. Vi è un armadio a due corpi del XVII secolo, con le ante scolpite con figure mitologiche. Viene inoltre acquistato un mobilio "haute époque", come le sedie spagnole in legno scolpito e cuoio goffrato, le placche di luce argentate, munite di lampade a meccanismo e vasi di maiolica italiani.

Il museo Napoleone I

Fontainebleau è intimamente legato alla figura di Napoleone I. L'Imperatore rifece del casello la residenza sontuosa di cui si ammirano ancora oggi gli allestimenti degli interni. Il peso della storia, la ricchezza delle decorazioni del Primo Impero, la raffinatezza dei mobili di quest'epoca sono la ragione per cui il castello fu scelto per accogliere il museo Napoleone I. Nell'ala destra della corte d'Onore, quelli che furono un tempo gli appartamenti del principe dell'Impero, accolgono dal 1986 le collezioni napoleoniche annoverate tra le più preziose oggi conservate in Francia.

La galleria dei Ritratti, molti dei quali provengono dal salone di Famiglia del palazzo di Saint-Cloud, evoca questa nuova dinastia, desiderosa di far conoscere la sua immagine, commissionando una quantità di ritratti, dipinti da un un grande maestro e copiati dai suoi allievi, e scolpiti e diffusi dalla Banca Elisiana fondata da Elisa a Carrare. 

Dopo il cardinale Fesch, zio acquisito, e di Madame Mère, fanno la loro apparizione i vari membri della famiglia, a loro volta rappresentati come imitatori del fondatore, come il Ritratto di Giuseppe Bonaparte come re di Napoli in uniforme da colonnello, secondo Wicar, o rappresentato in veste di principe francese come il Ritratto di Luigi come connestabile dell'impero di Gerard, o ancora come gran dignitario, come Elisa in veste di Granduchessa di Toscana, dovuta al pennello di Benvenuti o al bulino di Bartolini nel gruppo Elisa mostra una medaglia di Napoleone a sua figlia Elisa-Napoleone

Questo desiderio di creare un'appartenenza dinastica è condiviso da tutta la famiglia corsa, che da un giorno all'altro è catapultata sui troni di mezza Europa, grazie a Napoleone, rappresentato da Girodet come il sovrano legislatore all'apice della sua gloria, nel 1812 .

Proclamato dal senato-consulto del 18 maggio 1804 "Imperatore dei Francesi", Napoleone ebbe a cuore di confermare la sua ascesa con una consacrazione, ricevuta non a Reims ma a Parigi, nel coro di Notre-Dame, in presenza di papa Pio VII, il 2 dicembre 1804. Di questa grandiosa cerimonia sussistono pochi abiti, e una foglia della corona d'oro di cui si cinse lui stesso il capo. Alla straordinaria cerimonia che fu il "sacro" nel dicembre 1804, rispose nel maggio 1805 l'incoronazione a Milano di Napoleone come re d'Italia.

Una tenda ricostituita evoca il «palazzo delle tende» che accompagnava l'Imperatore nelle sue conquiste. Una grande tenda comportava due parti, uno spazio di lavoro dotato di tavolo e di sedie pieghevoli e uno spazio destinato al sonno, dotato di un letto smontabile. Avendo molta cura della sua persona, l'Imperatore in campagna aveva a sua disposizione un «necessaire» da viaggio, bidet da campagna, ed aveva al suo seguito cuochi pronti ad agire in tempi minimi grazie a una batteria mobile di utensili.

La nuova imperatrice, Maria Luisa, sposata il 2 aprile 1810, fu accolta in gran pompa, trattata con il fasto che richiedeva il rispetto per la sua nascita e il rango del suo sposo. Era importante che le sue sembianze fossero conosciute. Gerard, con l'aiuto dei suoi allievi, la rappresentò in piedi, con il grande mantello d'apparato sulla spalla e lo strascico di ermellino appoggiato sul trono. La Manifattura imperiale di Sèvres produsse e diffuse numerosi busti dell'Imperatrice, ornata da un diadema.

Il 20 marzo 1811 nasceva alle Tuileries il figlio di Napoleone l e di Maria Luisa, l'erede tanto atteso per il quale furono consegnate le culle d'apparato e le culle a bilico. Mme de Montesquiou, nominata governante degli Infanti di Francia, era incaricata di vegliare sulla salute del bambino, scegliere i suoi abiti, rinnovare il suo guardaroba e seguire i suoi primi passi. Forniva inoltre giochi educativi, che si aggiungevano ai doni della famiglia e dei membri della Corte. 

Fontainebleau misconosciuto

Ricco di circa 1600 stanze, il castello comprende molti luoghi misconosciuti, come per esempio l'appartamento dei Principi, il museo cinese o il teatro. Pazientemente restaurati, questi insiemi sono spesso legati a personalità storiche e testimoniano del gusto dei loro antichi occupanti. Scoprirli è una vera lezione di storia e di stile.

L'APPARTAMENTO DELLE CACCE E LA GALLERIA DEI MOBILI - Situato in prossimità degli appartamenti reali al primo piano, l'appartamento delle Cacce si affaccia in parte sul cortile Ovale. Durante il XVII e il XIX secolo vi trovarono alloggio il Delfino, figlio maggiore di Luigi XV (piano terreno), e le sue due mogli successive (primo piano). L'appartamento è così chiamato in riferimento ai soggiorni di caccia del duca d'Angoulème, figlio di Carlo X, che vi alloggiò sotto la Restaurazione, e soprattutto ai celebri arazzi delle Cacce di Luigi XV dipinti da Jean-Baptìste Oudry, che sono, come nella vicina scala della Regina, inseriti nei rivestimenti in legno dal regno di Luigi Filippo. Dal 1859 al 1868 il principe imperiale, figlio di Napoleone III è stato l'ultimo ad occupare l'appartamento del primo piano.

Dal 2009, la "galleria dei Mobili" permette di ammirare una selezione di mobili del castello che corrispondono a epoche storiche scomparse e fino ad allora conservate nelle riserve. Nella prima sala sono presentati alcuni reperti eccezionali di mobili che risalgono all'Ancien Regime, come quelli realizzati da Robert-Antoine Gaudreaus, celebre falegname del regno di Luigi XV. Molte altre sale permettono poi di scoprire i mobili creati sotto il Direttorio e l'Impero. Il castello, interamente riarredato da Napoleone conserva qualche illustre esempio di mobili di quell'epoca, alcuni realizzati da Jacob-Desmalter, ebanista dell'Imperatore. Le ultime sale presentano mobili creati sotto Luigi Filippo e Napoleone III.  

LA GALLERIA DEI CERVI - Voluta da Enrico IV, fu decorata intorno al 1600 con vedute di foreste e dimore reali, e adornata con corna di cervi cacciati nei dintorni di Fontainebleau. La decorazione dipinta, realizzata da Louis Poisson, ebbe a soffrire nel XVIII secolo, quando la galleria fu suddivisa alla fine del regno di Luigi XV e Luigi XVI, per creare nuovi appartamenti per le figlie del re e per gli Infanti di Francia.

Nel 1860, Napoleone III ripristinò la galleria nel suo volume iniziale e fece demolire le pareti divisorie. Questo cantiere permise di riscoprire la decorazione originale che fu allora restituita alla condizioni in cui la si può vedere oggi.

MUSEO CINESE E SALONI DELL'IMPERATRICE - Il museo cinese fu allestito nel 1863 al piano terreno del Grande Padiglione, vicino allo stagno. L'imperatrice Eugenia desiderava infatti approfittare di un luogo gradevole nel castello per potervi collocare le sue collezioni personali di oggetti provenienti dall'Estremo Oriente. Queste risultavano da bottini di guerra della spedizione franco-inglese del 1860 in Cina (caratterizzata dal saccheggio del Palazzo d'estate), da doni diplomatici offerti dall'ambasciata del Siam ricevuta al castello nel 1861, e da diverse acquisizioni. Nell'anticamera si possono ammirare due palanchini reali offerti dall'ambasciata del Siam. I due saloni seguenti, riccamente arredati, sono decorati con sculture che risalgono al Secondo Impero.

Attraverso una grande arcata si entra nel museo cinese vero e proprio, con le pareti interamente ornate di pannelli di lacca su fondo nero o dorato. Diverse opere, come il grande lampadario, sono state realizzate dall'orafo Ferdinand Barbedienne a partire da oggetti cinesi trasformati. Lo spettacolare stupa tibetano dorato che contiene una statuetta di Buddah presentata in fondo al museo, proviene da un tempio del Palazzo d'Estate. Al centro della grande vetrina, si può osservare una copia della corona dei re del Siam offerta a Napoleone III.

APPARTAMENTO DELL'INVITATO - Se i Grandi Appartamenti riflettono la vita dei sovrani, la vita della Corte o degli invitati è evocata dalla ricostruzione di un appartamento d'invitato sotto il Secondo Impero. Il Grande Maresciallo di Palazzo attribuisce le camere e le "suites" per la durata del soggiorno. Situato al secondo piano dell'ala Francesco I, l'appartamento n° 49, formato da quattro stanze, presenta un arredamento tipo, com'è descritto con precisione negli antichi inventari. Gli elementi conservati delle carte da parati hanno permesso di ristampare le parti mancanti. Nello stesso modo, la decorazione tessile ha potuto essere rifatta identica. 

Il salone, dal quale si entrava, è dotato di sedie confortevoli e di qualche mobile in mogano. Molti elementi della vita quotidiana, come quelli relativi alla toeletta, le lampade, i candelieri, i bauli erano di un modello unico per tutti gli invitati. Sono tanto più preziosi e molteplici che costituiscono la testimonianza di un un modo di vivere scomparso.  

SALONE DELLE LACCHE - Il salone delle lacche costituisce l'ultima decorazione allestita al castello di Fontainebleau sotto il Secondo Impero. Al piano terreno dell'ala Luigi XV, l'Imperatrice si fa allestire nel 1868 uno studiolo, che decora come il museo cinese. Questa stanza dal carattere prezioso è decorata con pannelli di lacca dipinti, tessuti di seta, piccoli mobili e oggetti asiatici.

TEATRO - Dall'Ancien Regime alla caduta del Secondo Impero, gli spettacoli hanno un ruolo importante durante i soggiorni della Corte a Fontainebleau. Nel XVIII secolo, un teatro era stato allestito nell'ala del Bel Camino. Fu distrutto da un grande incendio nel 1856.

Napoleone III aveva a suo tempo già fatto intraprendere la costruzione di un nuovo teatro in altro luogo, la parte ovest dell'ala Luigi XV. Questo teatro, previsto per quattrocento posti (parterre, due balconate e loggia con cancellate), fu costruito dall'architetto Hector Lefuel tra il 1854 e 1857 in stile neo-Luigi XVI

Giardini 

Fin dalla sua ricostruzione sotto il regno di Francesco I, il castello di Fontainebleau è stato circondato di giardini, luogo di piaceri e di passeggiate. Questi giardini rinascimentali, che Caterina de' Medici fece animare da statue alla moda italiana della seconda metà del XVI secolo, furono poi ampliati e ornati da fontane sotto Enrico IV. Al tempo furono acquistati terreni per creare un grande parco nel quale il re fece scavare dal 1606 al 1609 il canale lungo 1.200 metri, che esiste ancora oggi e apre una vasta prospettiva. 

Luigi XIV fece poi cambiare radicalmente la fisionomia dei giardini ereditati dai suoi predecessori facendoli ridisegnare da André Le Nótre e Louis Le Vau secondo le norme del giardino classico alla francese. L'ultima grande tappa di trasformazione ebbe luogo sotto il Primo Impero con la creazione di giardini paesaggisti all'inglese, con i viali sinuosi e le fronde alte, dovuta a Maximilien-Joseph Hurtault, allora architetto del castello.

IL GIARDINO DI DIANA - Questo giardino che si può vedere dalle finestre dei sovrani, era in altri tempi il loro giardino privato. Era circondato da ogni parte da altre costruzioni oggi distrutte (voliera, galleria dei Caprioli) e fu ornato nel XVII secolo di parterres, di statue e dI aranceti. La fontana di Diana al centro, restaurata quale era nel XVII secolo, è opera dell' ingegnere fontaniere Thomas Francini. È ornata da una statua di bronzo, sul modello antico di Diana con la cerbiatta, dai cani e da teste di cervi, opera dello scultore Pierre Biard. 

La statua di Diana, realizzata dai fratelli Keller nel 1684 per Marly, sostituisce la versione in bronzo di Barthélemy Prieur realizzata nel 1602 per questa fontana, strappata alla Rivoluzione e oggi conservata nella galleria dei Cervi. Il giardino è stato trasformato in giardino all'inglese sotto l'Impero, ampliato sotto il regno di Luigi Filippo, e reso accessibile a tutti sotto la Terza Repubblica.

STAGNO DELLE CARPE E GIARDINO INGLESE - Lo stagno, popolato da carpe fin dal regno di Enrico IV, era un tempo solcato da varie imbarcazioni per il divertimento della Corte. Il piccolo padiglione ottagonale che lo orna, detto padiglione dello Stagno, è stato creato sotto Luigi XIV, ricostruito sotto Napoleone, e decorato all'interno dai dipinti di Moench.

Il giardino inglese vicino occupa quello che fu il giardino dei Pini dii di Francesco I, scomparso fin dal regno di Luigi XIV. La grotta dei Pini, al piano terreno del padiglione situato alla fine dell'ala Luigi XV, prima grotta artificiale creata in Francia, è l'ultima vestigia di queste realizzazioni volute da Francesco I.

Il giardino ha assunto il suo aspetto attuale nel 1811, con la creazione di un ruscello e di rocce artificiali. Dal lato dell'ala Luigi XV, si trovano da quel tempo due statue di bronzo del XVII secolo: il Gladiatore Borghese e il Gladiatore morente.

GRANDE PARTERRE E PROSPETTIVA VERSO IL CANALE - Il Grande Parterre testimonia delle trasformazioni dei giardini sotto il regno di Luigi XIV. Disegnato da Le Nòtre e Le Vau tra il 1660 e il 1664, questo parterre di quattordici ettari, un tempo ornato di siepi di bosso, è il più grande d'Europa. È sorto su quello chef fu il "grande giardino" di Francesco I, già trasformato sotto Enrico IV.

Il bacino centrale comprende dal 1817 una grande vasca che ha sostituito la fontana, creata sotto Luigi XIV, mentre il bacino rotondo comporta un calco della statua antica del Tevere (museo del Louvre), realizzato nel 1988 per evocare la fusione in bronzo del XVI secolo che un tempo l'ornava.

Dal lato del Grande Canale, presso la balaustra, si possono notare le sfingi di Mathieu Lespagnandel (1664). Più in basso si trova il bacino delle cascate, creato sotto Luigi XIV, ricostruito e ornato di diverse statue nel XIX secolo.  

Ottobre 2014

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