Nessun
castello francese ha mai visto tante nascite,
matrimoni e morti di sovrani di quello di
Fontainebleau. Il nome deriva da una fonte, la
Fontaine Belle Eau, che sgorga nelle vicinanze e
dalle foreste di Fontainebleau, un’eccellente
luogo di caccia, passatempo apprezzato dai
reali.
Importante
luogo della storia di Francia, il castello di
Fontainebleau è stata una delle dimore dei
sovrani francesi da Francesco I (che ne fece la
sua dimora preferita) fino a Napoleone III.
Molti re hanno lasciato qui la loro impronta
nella costruzione e nella storia del castello,
che è così un testimone delle differenti fasi
della storia di Francia dal Medioevo in poi.
Circondato da un vasto parco e vicino alla
foresta omonima, il castello si compone di
elementi medievali, rinascimentali e classici.
Testimonia l'incontro fra l'arte italiana e la
tradizione francese, espressa sia nella sua
architettura che nei decori interni. Era in
effetti volontà di Francesco I creare a
Fontainebleau una "nuova Roma" nella
quale gli artisti italiani esprimevano il loro
talento e influenzavano l'arte francese. Fu così
che nacque la Scuola di Fontainebleau, che
rappresenta il periodo più ricco dell'arte
rinascimentale in Francia e ispira la pittura
francese fino alla metà del XVIII secolo e
oltre. Napoleone I soprannominò il castello
come la "casa dei secoli", evocati dai
ricordi storici di cui il luogo è stato
testimone.
Il
castello è diventato parte dei monumenti
storici nel 1862, e nelle liste del 1913, 1939,
2008 e 2009. Inoltre, dal 1981, il castello fa
parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Ricco
di un quadro architetturale di prim'ordine, il
castello di Fontainebleau possiede anche una
delle più importanti collezioni di mobili
antichi di Francia e conserva un'eccezionale
collezione di dipinti, di sculture e di oggetti
d'arte che vanno dal VI al XIX secolo.

Medioevo
- Una roccaforte è menzionata in questo
luogo per la prima volta nel 1137, in una carta
di Luigi VII il Giovane. La data esatta della
fondazione del castello resta sconosciuta, ma il
primo edificio è stato probabilmente costruito
sotto il regno del padre di Luigi VII, Luigi VI,
o forse durante quello di suo nonno, Filippo I,
quando riunì il Gâtinais al dominio reale
francese nel 1068.
Nel
1169, un altro documento di Luigi VII stabilì
che un cappellano si sarebbe occupato della
cappella; questa sarà consacrata alla Vergine e
a San Saturnino da Thomas Becket, arcivescovo di
Canterbury, allora rifugiato a Sens. Nel Natale
del 1191, Filippo Augusto festeggiò a
Fontainebleau il suo ritorno dalla terza
crociata.
Il
castello venne ingrandito da San Luigi; vi
installò i religiosi Trinitari nel 1259
all'interno dei terreni del castello per fornire
un convento-ospedale che lui fondò. Di questa
disposizione originale sussistono le fondamenta
della cappella dei Trinitari e del loro palazzo
conventuale, allora situato in prossimità
dell'attuale cappella della Trinità.
Filippo
il Bello fu il primo re di Francia a nascere al
castello nel 1268 e fece sviluppare gli
appartamenti nel 1286. Fu anche il primo re a
morirci, in seguito ad una caduta da cavallo nel
1314, dopo una lunga agonia. Nel 1313, Giovanna
di Borgogna, nipote di San Luigi da parte di
madre e proprietaria del dominio di
Fontainebleau, sposò Filippo di Valois, futuro
Filippo VI, che vi soggiornerà frequentemente.
Nel
1323, il castello ricevette la visita di
Isabella di Francia, divenuta regina
d'Inghilterra. Nel gennaio 1332, ebbe luogo a
Fontainebleau la firma del contratto di
matrimonio tra Giovanni II il Buono e Bona di
Lussemburgo. Il re ci visse dal 1350. Carlo V vi
installò una biblioteca e Isabella di Baviera
intraprese dei lavori, dopo aver acquistato i
domini della foresta di Bierre, di
Fontainebleau, di Moret e del castellano di
Melun nel 1404.
Carlo
VI vi soggiornò a partire dal 1338. Il castello
rimase tuttavia abbandonato a causa delle
battaglie della guerra dei cent'anni, quando la
corte si esiliò ai confini della Loira e a
Bourges. Carlo VII vi ritornò dopo la
liberazione dell'Île-de-France e di Parigi nel
1436, privilegiando il luogo per la sua salubrità.

Rinascimento
- Francesco I decise di far edificare un
castello in stile Rinascimentale al posto del
castello feudale, permettendo così di
modernizzare un luogo in cui non si abita
abitualmente vicino alla vallata di Bière, il
re pretese egli stesso questo posto per le
bestie da caccia "rosse e nere".
Bisognava però radere al suolo la precedente
costruzione, ad eccezione della torre quadrata e
di una parte della cortina nord, e far chiamare
degli artisti italiani per garantire la
costruzione e la decorazione del palazzo. Fu così
che furono edificati un palazzo che disegnava la
corte Ovale e un altro situato sul basso cortile
ad ovest, tutti e due collegati attraverso una
galleria. Francesco I veniva a cacciare a
Fontainebleau, accompagnato dalla corte e dalla
sua favorita, la duchessa d'Étampes,
abbandonando più o meno il castello di Blois, e
annunciando il ritiro progressivo della corte
nei dintorni di Parigi.
Molti
direttori dei lavori si succedettero durante il
suo regno: Florimond de Champeverne, segretario
e valletto di camera del re, fu nominato nel
1528 capo fino alla sua morte nel 1531. Pierre
Paule, detto l'Italiano, presente a corte dal
1528, antico portiere del castello di Moulins,
valletto di camera di Luisa di Savoia, diresse
infine i lavori fino alla sua morte nel 1535.
Venne rimpiazzato con un atto del 21 aprile 1543
da un capo particolare, Salomone des Herbaines,
tappezziere del re, custode dei mobili e dei
tappeti, che presentava il vantaggio di
risiedere sul posto e lavorava in collaborazione
con Pierre des Hôtels, notaio, segretario e
valletto di camera del re: morirà nel 1558.
Il
re sognava di fare di Fontainebleau una casa
dell'arte del Rinascimento: collezionava oggetti
d'arte, ordinava delle opere sulla mitologia,
faceva venire dall'Italia delle antichità.
Ricevette dei quadri da parte del Papa,
collezioni di opere dei maestri italiani (La
Gioconda e La Vergine delle rocce di
Leonardo da Vinci, la Santa Famiglia, San
Michele, e la Bella Giardiniera di
Raffaello).
Per
la decorazione del castello, commissionò a
Rosso Fiorentino la realizzazione del padiglione
di Pomona e, soprattutto, la galleria di
Francesco I. Giorgio Vasari disegnò
Fontainebleau come "Nuova Roma" e la
sua scuola era rinomata in tutta l'Europa
dell'Ovest. Francesco I realizzò nel castello
un'importante biblioteca, antesignana della
biblioteca nazionale.
Il
castello di Fontainebleau ricevette, tra il 4 e
il 27 dicembre 1536, la visita di Giacomo V di
Scozia, futuro sposo di Maddalena di Francia. Fu
nel 1539 che Francesco I ricevette a
Fontainebleau Carlo V e gli fece visitare il suo
palazzo, tra il 24 e il 30 dicembre.
Il
figlio di Francesco I, il re di Francia Enrico
II, completò il castello con una sala da ballo
ed una cappella. Nominò Filiberto Delorme per
verificare e visitare il castello 3 aprile 1548.
Fu così che una parte del castello attuale vide
la luce, tra cui la sala da ballo.
Fu
a Fontainebleau che nacquero la maggior parte
dei figli di Enrico II e di Caterina dei Medici,
i futuri re Francesco II (19 gennaio 1544) ed
Enrico III (19 settembre 1551) ma anche
Elisabetta di Francia (2 aprile 1545), Claudia
di Francia (12 novembre 1547), Luigi di Francia
(3 febbraio 1549), Francesco d'Alençon (18
marzo 1555) e le gemelle Vittoria e Giovanna (24
giugno 1556).
Due
giorni dopo la morte di Enrico II, nel 1559,
Caterina de Medici cacciò Filiberto Delorme,
protetto di Diane de Poitiers, e affidò i
lavori al Primaticcio, che divenne
sovrintendente delle casse reali il 12 luglio
1559. Il 17 luglio, il controllore generale
degli edifici in Francia, Jean Bullant, venne
rimpiazzato da François Sannat. Fu in
quest'epoca che Niccolo dell'Abate decorò il
castello. Alla morte del Primaticcio, il 14
settembre 1570, questi venne rimpiazzato da
Tristan de Rostaing. Jean Bullant finì per
ritornare a Fointainebleau e nominato dopo di
Rostaing il 3 agosto 1571 come architetto e
direttore dei lavori. Alla morte di Jean
Bullant, nell'ottobre 1578, il cantiere venne
affidato da Enrico III a Baptiste Androuet du
Cerceau.
Durante
il regno dei tre figli di Enrico II (Francesco
II, Carlo IX e Enrico III), il castello di
Fontainebleau fu meno abitato, i monarchi
preferivano il Louvre, o ancora dimoravano nella
Valle della Loira come ad Amboise o a Blois. Il
castello fu anche teatro di un'assemblea di
notabili, riunitisi dal 21 al 31 agosto 1560 per
risolvere le questioni religiose che
tormentavano il regno e autorizzarono la
convocazione degli Stati Generali. Il 31 gennaio
1564, Carlo IX e Caterina de Medici ricevettero
gli ambasciatori del Papa, dell'imperatore e del
re di Spagna in vista di una negoziazione
terminata con l'editto della pace di Amboise.

Vecchio
regime - Più tardi, Enrico IV ingrandì
la dimora di molte ali e fece realizzare la
porta del Battistero: spese tra il 1593 e il
1609 circa due milioni e mezzo di lire per i
lavori. Fece sviluppare la corte degli Uffici e
raddrizzare la corte Ovale allora assai
irregolare. Da quel momento in poi, il palazzo
poté accogliere più di mille persone. Il re
veniva a giocare a palla in una sala
specificamente allestita. In quest'epoca, una
nuova generazione di artisti, francesi e
fiamminghi, decorarono l'interno del castello
(Martin Fréminet, Jean d'Hoey, Ambroise
Dubois...). Questa fu la seconda scuola di
Fontainebleau. Il castello accolse tra il 14 e
il 21 dicembre 1559 la visita di Carlo Emanuele
di Savoia
Fu
a Fontainebleau che si sposarono Concini e
Leonora Galigai il 27 giugno 1601, nella
cappella del re, e che nacque il futuro Luigi
XIII, il 27 settembre 1601, che venne battezzato
il 14 settembre 1606 insieme a due sue sorelle,
Elisabetta e Cristina. Il 4 giugno 1602, ebbe
luogo al castello l'arresto del maresciallo di
Biron e del conte d'Auvergne, accusati di
tradimento. Il 22 novembre dello stesso anno,
nacque al castello Elisabetta di Francia, figlia
di Enrico IV e poi il 24 aprile 1608, suo figlio
Gastone d'Orléans, avvenimento festeggiato da
una serie di spettacoli dati in onore della
regina Maria de Medici. Vi fu recitata anche una
parte della tragedia Bradamante di Robert
Garnier. Lo stesso anno, l'ambasciatore di
Spagna, don Pedro de Toledo, venne ricevuto a
Fontainebleau. Il 7 luglio 1609, il castello fu
teatro del matrimonio di Cesare di Vendôme e di
Enrichetta di Lorena
Luigi
XIII, che ereditò nel 1610 un castello ancora
in cantiere, fece iniziare i lavori senza
apportare modifiche rilevanti. Fu lì che il
cardinale Barberini, nipote del papa Urbano
VIII, venne ricevuto da Luigi XIII nel castello
durante l'estate 1625; il maresciallo d'Ornano,
vi venne arrestato il 4 maggio 1626 ; venne
anche rettificato il trattato di pace (Trattato
di Fontainebleau) tra la Francia e l'Inghilterra
il 16 settembre 1629. Il 30 maggio 1631, Luigi
XIII e il principe elettore di Baviera
Massimiliano I firmarono a Fontainebleau
un'alleanza segreta. Il 14 e il 15 maggio 1633
ebbe luogo la promozione, al castello, di 49
cavalieri dell'ordine del Santo Spirito. Il 25
settembre 1645 fu firmato a Fontainebleau il
trattato di matrimonio tra Ladislao IV di
Polonia e Maria Luisa di Gonzaga-Nevers. Un anno
più tardi, dal 19 al 23 agosto 1646 il
riconoscimento di Enrichetta Maria di Francia,
regina di Inghilterra, e di suo figlio, il
futuro Carlo II d'Inghilterra. La regina
Cristina di Svezia ci dimorerà una prima volta
dal 4 al 6 settembre 1656; durante il suo
secondo soggiorno, dal 10 ottobre 1657 al 23
febbraio 1658, lei fece assassinare con la spada
e il pugnale il suo consigliere e favorito
Monaldeschi il 10 novembre 1657 per tradimento,
il che provocò un grande scandalo.
Luigi
XIV, anche se preferiva le dimore situate ad
ovest di Parigi e lasciava tutte le sue
attenzioni sul castello di Versailles, amava
venire a Fontainebleau. Durante il suo regno,
Fontainebleau venne considerato come una dimora
di passaggio, ma restò un simbolo del potere
dei re di Francia, e la sua manutenzione si
iscrisse quindi nella continuità della
monarchia. Fu anche perché le modifiche
architettoniche restano limitate, ma si osservò
una profonda rinnovazione dei giardini: tra il
1645 e il 1646, Anna d'Austria fece ridisegnare
il giardino di Diana da André Le Nôtre, il
quale, con Louis Le Vau, modificò la platea
installando al centro una fontana di roccia.
Il
re fece anche costruire un teatro, venendo al
castello quasi ogni anno: fu a Fontainebleau che
nacque il Gran Delfino il 1º novembre 1661; che
iniziò il 25 giugno 1664, il processo del
sovrintendente Nicolas Fouquet alla cancelleria ;
che ebbe luogo l'udienza del cardinale Chigi,
legato a papa Alessandro VII il 29 luglio 1664;
che fu celebrato, il 31 agosto 1679, il
matrimonio della nipote del re Maria Luisa d'Orléans
e di Carlo II di Spagna; che fu firmato il
trattato tra la Francia e la Svezia, poi quello
tra la Danimarca e il duca di Holstein-Gottorp
il 2 settembre 1679 e nel 1698. Luigi XIV firmò
qui anche il 18 ottobre 1685 l'editto revocando
quello di Nantes e proibendo il protestantesimo
in Francia.
Il
compositore Jean-Baptiste Lully seguì per molte
volte la Corte a Fontainebleau, la prima volta
nel 1661 per montare il Baletto delle
Stagioni, un'altra, nel 1670, dove diede una
rappresentazione nell'ala della Camminata, una
terza il 9 settembre 1677 per dirigere un Te
Deum nella cappella della Trinità per il
battesimo del suo primo figlio, Luigi, e
un'ultima il 20 ottobre 1685. Nel 1679-1680,
François d'Orbay fece costruire degli hotel per
i segretari di Stato. Nel 1701, Hardouin-Mansart
raddoppiò l'ala della galleria dei Cervi, la
lunghezza del muro est, per una costruzione in
macerie di mattoni ed intonaco.
Il
9 novembre 1685, morì a Fontainebleau Luigi
Armando di Borbone, principe di Conti. Il Gran
Condé a sua volta si spense nel castello l'11
dicembre 1686. Dall'11 al 18 ottobre 1690 ebbe
luogo al castello il primo soggiorno
dell'anziano re d'Inghilterra Giacomo II e di
sua moglie Maria di Modena, e ritornarono ogni
anno al castello fino al 1700. Il 5 novembre
1696, il castello fu teatro dell'arrivo di Maria
Adelaide di Savoia, futura duchessa di Borgogna
e madre di Luigi XV.
Il
13 ottobre 1698, il castello di Fontainebleau
ricevé il matrimonio per procura di Leopoldo,
duca di Lorena, e di Elisabetta Carlotta d'Orléans.
San Simone afferma che la decisione di accettare
la corona di Spagna per il duca di Angiò venne
presa dopo un consiglio tenutosi il 10 novembre
1700 negli appartamenti di Madame de Maintenon.
Verso la fine del regno di Luigi XIV,
Fontainebleau ricevé la visita, tra il 21 e il
24 agosto 1712, di Lord Bolingbroke, inviato da
Anna Stuart per negoziare la pace dopo la guerra
di successione spagnola, e la visita il 26
settembre 1714 di Federico Augusto, principe
elettore di Sassonia e re di Polonia, sotto il
falso nome di conte di Lusace. Ricevé anche lo
zar di Russia, Pietro il Grande il 30 e il 31
maggio 1717.
Luigi
XV, che si sposò qui il 5 settembre 1725, fece
costruire una sala per spettacoli, che brucerà
nel 1856, e ricostruire una galleria così come
il pavillon des Poêles di Jacques-Ange
Gabriel, e Luigi XVI non soggiornò spesso al
castello, ma restò fedele alla tradizione di un
soggiorno annuale, facendo di Fontainebleau una
sorta di "palazzo d'autunno".
Il
27 ottobre 1743, Fontainebleau fu il teatro
della firma di un trattato di un'alleanza
segreta tra la Francia e la Spagna. Il 18
ottobre 1752 ebbe luogo al castello la prima
rappresentazione dell'Indovino del Villaggio
di Jean-Jacques Rousseau. Il 3 novembre 1762 fu
firmato qui il trattato di Fontainebleau,
trattato segreto tra la Francia e la Spagna per
discutere dei possessi in Louisiana. Il delfino
Luigi, figlio di Luigi XV, morì di tubercolosi
nel castello il 20 dicembre 1765. Il re
Cristiano VII di Danimarca ci soggiornò dal 24
al 27 ottobre 1768, poi dal 2 al 5 novembre,
dove vide recitare Tancredi di Voltaire.
Il 12 maggio 1771, ebbe luogo a Fontainebleau
l'arrivo di Maria Giuseppina di Savoia, futura
contessa di Provenza, e poi quella, il 14
novembre 1773, di Maria Teresa di Savoia, futura
contessa d'Artois.
Il
regno di Luigi XVI fu segnato dalla rettifica a
Fontainebleau di due trattati: da una parte, il
Trattato di Fontainebleau firmato nel 1785 tra
l'Austria e i Paesi Bassi alla fine della «guerra
della marmitta» e dall'altra un trattato di
commercio tra la Francia e l'Inghilterra, il 10
novembre 1786.

Epoca
Contemporanea - Durante la
Rivoluzione francese, il palazzo fu spogliato
del suo mobilio. Nel gennaio 1789, il fuoco fu
accesso nell'Aranciera, l'incendio si propagandò
e danneggiò la cappella, ridusse in ceneri
l'appartamento del Delfino (nell'ala
precedentemente conosciuta sotto il nome di
Galleria Francesco I). Venne occupato dalla
Scuola Centrale di Seine-et-Marne, poi divenne,
dal 28 gennaio 1803 al 30 giugno 1808, la
caserma della Scuola speciale militare, che sarà
trasferita a Saint-Cyr-l'École ed infine una
prigione.
Napoleone
I fece rivivere Fontainebleau a partire dal
1804, lo fece arredare, e ci tenne la sua corte,
per la quale fece sistemare 40 appartamenti di
stato. Due sere alla settimana, faceva dare
spettacoli d'opera e di teatro. Fontainebleau fu
anche un luogo di decisioni politiche, come la
sala del trono e la biblioteca da lavoro
dell'imperatore, dove fece trasferire
segretamente il papa Pio VII (già prigioniero
dell'Imperatore a Savona) il 20 giugno 1812 dove
resterà chiuso per diciannove mesi e firmerà
sotto pressione il Concordato di Fontainebleau
il 25 gennaio 1813. Il papa lascerà
Fontainebleau il 23 gennaio 1814.
Il
23 maggio 1808, il castello accolse la visita di
Carlo IV di Spagna e della regina Maria Luisa.
L'anno 1807 fu segnato da tre avvenimenti: il
trattato che fissò le frontiere tra l'Austria e
il Regno d'Italia il 10 ottobre, un trattato
d'alleanza franco-danese il 15 ottobre e un
trattato segreto tra Francia e Spagna
riguardante il Portogallo il 27 ottobre.
Il
futuro Napoleone III venne battezzato al
castello il 4 novembre 1810, con altri 24 figli
di dignitari e generali. Napoleone passò gli
ultimi anni del suo regno nel castello prima di
abdicare il 4 aprile 1814 sotto la pressione dei
marescialli Ney, Berthier e Lefebvre (il
trattato di Fontainebleau, che formalizza la sua
abdicazione senza condizioni, fu firmato a
Parigi l'11 aprile 1814). Il 20 aprile, dopo
aver vanamente tentato di suicidarsi, pronunciò
un discorso, rimasto famoso, alla sua guardia
nella corte definita poi "corte degli
Addii", scena illustrata dal dipinto Gli
addii di Fontainebleau dipinto da Horace
Vernet. Disse alla sua Vecchia Guardia:
"Continuate a servire la Francia, la sua
felicità era il mio unico pensiero!".
Durante
il Cento Giorni, Napoleone ci ritornerà solo
per un giorno il 20 marzo 1815.
Dopo
Napoleone, gli ultimi monarchi francesi ci
soggiorneranno molto spesso: il 15 giugno 1816,
Maria Carolina di Borbone-Sicilia, duchessa de
Berry, venne ricevuta al castello. Luigi XVIII e
Carlo X ci hanno soggiornato.
Durante
la monarchia di Luglio, Luigi Filippo
intraprenderà i primi lavori di restaurazione
(diretti da Jean Alaux, Picot e Abel de Pujo) e
fece ridecorare e rinnovare l'interno, prima che
il castello non servisse da quadro al matrimonio
di Ferdinando Filippo d'Orléans con Elena di
Meclemburgo-Schwerin il 30 maggio 1837. Dal 20
al 21 novembre 1840, il castello venne visitato
dall'anziana regina di Spagna Maria Cristina. Il
16 aprile 1846, una guardia forestale, Pierre
Locomte, tentò di assassinare Luigi Filippo nel
parco del castello. Il palazzo ricevé la visita
del bey di Tunisi, Ahmed I Bey, il 15 e
il 16 dicembre 1846.
Fu
nel 1848 che Abel Blouet divenne architetto del
castello e intraprese nuove restaurazioni
(galleria Francesco I, ala della corte del
Cavallo bianco...). Alla sua morte nel 1853, fu
sostituito da Hector Lefuel e poi da Alexis
Paccard nel 1855. Il castello divenne parte dei
monumenti storici nella lista del 1862. Nel
1867, Prosper Desbuisson divenne architetto del
palazzo e proseguì le restaurazioni intraprese
dai suoi predecessori.
Durante
il Secondo Impero, Fontainebleau fece parte, con
Saint-Cloud, Compiègne e Biarritz, dei luoghi
di villeggiatura della corte. L'imperatrice
Eugenia, moglie di Napoleone III, passava le sue
serate nel piccolo teatro costruito da suo
marito. Si appassionò alle sale cinesi,
decorate da oggetti provenienti dal Palazzo
d'Estate e dai regali degli ambasciatori di
Siam, ricevuti al castello il 27 giugno 1861.
Erano stati preceduti dal re di Prussia, futuro
imperatore tedesco, Guglielmo I (15 e 16
dicembre 1856) e da Massimiliano II di Baviera
(17 al 21 maggio 1857). Dopo la guerra del 1870,
il castello fu invaso dai Prussiani (17
settembre 1870); Federico Carlo di Prussia e il
suo stato maggiore l'occuparono dal 6 al 18
marzo 1871; venne finalmente evacuato cinque
giorni dopo.
Nel
novembre 1871, i dipendenti del castello sono
addetti alla Scuola dell'applicazione
dell'artiglieria del genio, dopo che questa ha
lasciato Metz. Gli inizi della Terza Repubblica
sono segnati dall'arrivo di ospiti importanti
per i presidenti della Repubblica: Alessandro I
di Serbia, il 17 agosto 1891 e Giorgio I di
Grecia il 9 settembre 1892 da Sadi Carnot,
Leopoldo II, re dei Belgi, il 21 settembre 1895
da Félix Faure, e Alfonso XIII di Spagna l'8
maggio 1913 da Raymond Poincaré. Il castello
divenne la dimora occasionale di qualche
presidente della Terza Repubblica.
Le
protezioni proseguirono: le facciate e le
mansarde all'esterno dei palazzi che
circondavano la corte Enrico IV e la corte dei
Principi, così come le facciate e le mansarde
del Padiglione Sully, vennero inseriti nei
monumenti storici dal 20 agosto 1913.
Molti
avvenimenti importanti ebbero luogo a
Fontainebleau nel corso del XX secolo. Dopo una
visita il 10 luglio 1914 dell'anziana
imperatrice Eugenia, il 26 giugno 1921 ebbe
luogo a Fontainebleau l'inaugurazione del
Conservatorio americano prima di quella della
Scuola delle belle arti americane il 25 giugno
1923. Dal 1927 (data in cui il castello fu
consacrato museo nazionale) e anche negli anni
1930, le parti alte dell'ala della Bella
Camminata (incendiata nel 1856) furono
ricostruite grazie ai fondi Rockefeller. Il
maneggio di Senarmont entrò a far parte dei
monumenti storici per caso il 10 ottobre 1930.
Durante
la seconda guerra mondiale, l'esercito tedesco
comandato dal generale Ruoff occupò
Fontainebleau il 16 giugno 1940 e l'occupò fino
al 10 novembre, poi dal 15 maggio fino a fine
ottobre 1941. Dopo la guerra, il castello ricevé
dal 6 al 10 settembre 1946 una conferenza
franco-vietnamita sotto la presidenza di Max
André e Pham Van Dong e il 5 ottobre 1948 fu
creata al castello l'Unione internazionale per
la protezione della natura.
Nel
gennaio 1949, una parte del castello
(principalmente la corte degli Uffici) fu
occupata dal comandante capo delle forze alleate
Centro Europa (OTAN) e ci resterà fino a luglio
1966. Una restaurazione generale del castello fu
permessa dalla legge-programma degli anni
1964-1968 di cui André Malraux fu l'iniziatore.
Il dominio di Fontainebleau venne classificato
patrimonio mondiale dell'UNESCO nel 1981. Il 25
e il 26 giugno 1984 si riunì a Fontainebleau il
Consiglio dei capi di Stato e di governo della
Comunità economica europea, presieduta da François
Mitterrand.
Fu
nel 1986 che venne inaugurato, nell'ala Luigi
XV, il museo Napoleone I. Le costruzioni della
corte degli Uffici (in restaurazione) sono stati
recentemente affidate al Centro europeo di
musica di camera. Il ministero della Cultura e
della Comunicazione ha per questo acquistato nel
2006 le antiche stalle reali e intrapreso delle
restaurazioni.
Il
dominio nazionale di Fontainebleau in tutta la
sua totalità, incluse le parti costruite e non
costruite non ancora protette, fa parte dei
monumenti storici dal 10 ottobre 2008.
Nel
2011, visite tematiche ed esposizioni si tennero
al castello nel quadro del festival della storia
dell'arte.

La
scuola di Fontainebleau
A
partire dall'autunno del 1527 Francesco I,
sovrano di Francia, comincia a progettare
l'ampliamento di un medievale padiglione da
caccia situato nella foresta di Fontainebleau,
nei pressi di Parigi, con lo scopo di farlo
divenire la sua dimora. I lavori di
ammodernamento durano per più di vent'anni, dal
1528 al 1550 e la mancanza di un progetto
unitario viene subito notata dal Serlio e dal
Cellini, quest'ultimo parla infatti di «mala
maniera franciosa» nella sua autobiografia.
Malgrado ciò il castello reale diviene, nel
giro di pochi anni, una delle dimore
principesche più notevoli del XVI secolo.
Secondo Haskell e Penny «il Gotico, e quella
misura tra Gotico e dettaglio classico, che fino
a quel momento il re, i suoi cortigiani e la
Chiesa avevano caldeggiato, vennero spazzati
via; e la moda in auge divenne lo stile italiano
più moderno. Nessuno salutò questo stile con
più incondizionato entusiasmo dello stesso re».
Francesco
I era infatti un grande ammiratore dell'Italia e
aveva ereditato dal suocero Luigi XII alcuni
importanti dipinti italiani. Durante le sue
campagne nella penisola non manca di ammirare la
produzione artistica e rimane particolarmente
colpito dall'Ultima cena di Leonardo
nel cenacolo di Santa Maria delle Grazie a
Milano che cerca invano di trasportare in
patria.
Su
consiglio di Pietro Aretino il sovrano chiama a
Fontainebleau Rosso Fiorentino, che arriva da
Venezia nel 1530.
Due
anni dopo, segnalato da Federico Gonzaga, lo
raggiunge Francesco Primaticcio che lascia
Mantova dove lavorava con Giulio Romano in
palazzo Te.
L'invenzione
di un nuovo sistema decorativo dovuta al Rosso e
il ruolo giocato dal Primaticcio nella
trasformazione e allo stesso tempo diffusione
delle formule fiorentine e mantovane influenzano
a lungo la produzione artistica francese che,
almeno sino alla morte di Enrico IV nel 1610
viene dominata dallo "stile
Fontainebleau".


Altra
componente fondamentale è l'influenza di
Correggio e Parmigianino, i cui disegni sono ben
noti grazie alle incisioni di Fantuzzi e di Léon
Davent e ai dipinti di Leonardo da Vinci. La
decorazione del castello comincia all'inizio
degli anni trenta del Cinquecento, in
contemporanea con la seconda fase costruttiva, e
viene comunemente divisa in due periodi: il
primo comprende le stanze ultimate nel
dicembre1539, in occasione della visita di Carlo
V, su cui il sovrano francese voleva
evidentemente far colpo, il secondo periodo va
dal 1540 alla morte del re.
Le
opere degli artisti italiani nel castello reale
sono purtroppo andate quasi interamente
distrutte: la Galleria di Francesco I ,
la Grotta del Giardino dei Pini, la Camera
della Regina, parte della decorazione della
Port Dorée e la Camera della
duchessa d'Etampes riescono a dare
solamente un'idea del vasto e sofisticato
complesso decorativo. La decorazione della
cosiddetta Galleria di Francesco I,
eseguita a fresco dal Rosso e restaurata e
ridipinta numerose volte, è una delle parti
ancora conservate della decorazione originale,
malgrado abbia subito varie trasformazioni
strutturali.
La
Galleria, nata per collegare gli appartamenti di
Luisa di Savoia, madre di Francesco I, collocati
nel mastio, con l'abbazia, viene terminata nel
1533, dopo la sua morte. Le parti in stucco
risultano ultimate nel 1537 e quelle ad affresco
nel 1539. La grandiosa decorazione del Rosso
stabilisce un nuovo stile, le sue composizioni
vengono infatti diffuse da varie incisioni e
dagli arazzi commissionati dallo stesso
Francesco I.
L'ambiente,
ingegnosa combinazione di parti dipinte
inquadrate in cornici a stucco con fantasiosi
motivi di cariatidi, putti, ghirlande, scene
minori ed emblemi deriva il suo schema generale
dalla volta michelangiolesca della Sistina, dove
finte sculture circondano gli affreschi. La
decorazione doveva contenere la composizione di
Rosso con la Ninfa di Fontainebleau,
espressione della stessa mitologia del castello
e conosciuta attraverso incisioni: una leggenda
narra infatti che il luogo riceve il suo nome da
un cane da caccia del re chiamato Bliaud o Bleau
che scopre una fonte nella vicina foresta.
Un'altra versione, ripetuta da Cellini, narra
che la fonte si trovava nel cosiddetto Jardin
des Pins. Il mito della ninfa della fonte
sarà spesso illustrato dagli artisti della
francesi del XVI secolo.

Nel
muro nord della Galleria di Francesco I sono
raffigurati: Venere e Minerva;
l'Educazione di Achille; Vendetta di Napulius;
Semele; iI Gemelli di Catania, l'elefante
reale; sacrificio. Nel muro sud: Battaglia
fra i Centauri e i Lapiti; perdita della
giovinezza perpetua; Morte di Adone; Danae ;
Cleobi e Bitone; l'Unità dello Stato e Illuminazione
di Francesco I. Il programma dell'intera
composizione, variamente interpretato, mira all'
esaltazione della monarchia francese, secondo un
programma di rilancio della figura del re
Francesco, reduce dalla prigionia madrilena.
Nella Camera del Re (1533'35), il primo
progetto indipendente di Primaticcio a
Fontainebleau, la cui decorazione viene
distrutta nel 1757, erano affrescate le storie
di Amore e Psiche. Nella Camera
della regina sopravvive solo l'affresco sul
camino di Primaticcio del 1534-37, un piccolo
tondo con Venere e Adone, da un disegno
di Giulio Romano, affiancato da figure in stucco
ad alto rilievo. Anche la stanza accanto alla Port
Dorée viene affrescata da Primaticcio con
soggetti mitologici, ma nulla è sopravvissuto.
La stessa porta viene decorata con affreschi
disegnati da Primaticcio con due storie di
Ercole e Onfale.
Il
Pavillon di Pomona era decorato con
temi legati alla fertilità: Vertumno e
Pomona; il Giardino di Vertumno. Nella
seconda fase decorativa, che segue la morte del
Rosso nel 1540, la direzione è affidata al
Primaticcio e viene eseguita in maniera più
frammentaria, a causa dei frequenti viaggi in
Italia dell'artista tra il 1541 e il 1546 ed è
inoltre caratterizzata dall'arrivo di Benvenuto
Cellini. Il periodo è caratterizzato dalla
crescente influenza a corte dell'amante del re,
la duchessa d'Etampes, la cui stanza, in parte
conservata, viene decorata dal Primaticcio dal
1541 con scene della vita di Alessandro, in
chiara allusione al re. A Benvenuto Cellini
viene commissionata per la Porte Dorée una
statua in bronzo della Ninfa di
Fontainebleau , due Vittorie e due Satiri,
decorazione lasciata incompleta al momento del
ritorno dell'artista a Firenze nel 1545. Ma
l'impresa più grandiosa è quella della
decorazione a stucco e a fresco della Galleria
d'Ulisse, ambiente lungo 150 metri ora
distrutto ma conosciuto attraverso le
descrizioni delle guide settecentesche e una
serie di ammiratissimi disegni preparatori
eseguiti da Primaticcio per i riquadri della
volta, che comprendono Gli Antipodi e
la Danza delle Ore, in cui l'espediente
pittorico del sottoinsù viene condotto alle
estreme conseguenze.
I
lavori architettonici al castello continuano
sotto i successori di Francesco I: Enrico II,
Francesco II e Carlo IX, per interrompersi
intorno al 1570. La "scuola di
Fontainebleau" vera e propria o
"seconda scuola di Fontainebleau" si
impone sotto Enrico II negli anni cinquanta del
XVI secolo, con l'attività di maestri come il Maestro
di Flora, Nicolò dell'Abate, che esegue
gli affreschi per la Sala da Ballo, (1551-1556),
René Boyvin, Antoine Caron, Jean Clouet, François
Clouet, Jean Cousin le Pére, Martin Freminet,
Luca Penni e una quantità di maestri anonimi.
Il termine Ecole de Fontainebleau viene
coniato nel XIX secolo, quando, sotto Luigi
Filippo, il castello viene restaurato e comincia
a suscitare un rinnovato interesse. Il genere
"bellifontino", stilisticamente
influenzato dagli artisti italiani attivi nel
cantiere sotto Francesco I e dalla pittura di
Leonardo da Vinci, pittore verso il quale il re
sviluppa una vera e propria mania, predilige le
gallerie decorate, il ritratto allegorico e le
storie mitologiche (ad esempio Maria de' Medici
viene ritratta in veste di Minerva da Ambroise
Bubois).
Ottobre
2014
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