Castello e parco di Fontainebleau
Francia 

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1981

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Nessun castello francese ha mai visto tante nascite, matrimoni e morti di sovrani di quello di Fontainebleau. Il nome deriva da una fonte, la Fontaine Belle Eau, che sgorga nelle vicinanze e dalle foreste di Fontainebleau, un’eccellente luogo di caccia, passatempo apprezzato dai reali.  

Importante luogo della storia di Francia, il castello di Fontainebleau è stata una delle dimore dei sovrani francesi da Francesco I (che ne fece la sua dimora preferita) fino a Napoleone III. Molti re hanno lasciato qui la loro impronta nella costruzione e nella storia del castello, che è così un testimone delle differenti fasi della storia di Francia dal Medioevo in poi. Circondato da un vasto parco e vicino alla foresta omonima, il castello si compone di elementi medievali, rinascimentali e classici. Testimonia l'incontro fra l'arte italiana e la tradizione francese, espressa sia nella sua architettura che nei decori interni. Era in effetti volontà di Francesco I creare a Fontainebleau una "nuova Roma" nella quale gli artisti italiani esprimevano il loro talento e influenzavano l'arte francese. Fu così che nacque la Scuola di Fontainebleau, che rappresenta il periodo più ricco dell'arte rinascimentale in Francia e ispira la pittura francese fino alla metà del XVIII secolo e oltre. Napoleone I soprannominò il castello come la "casa dei secoli", evocati dai ricordi storici di cui il luogo è stato testimone.

Il castello è diventato parte dei monumenti storici nel 1862, e nelle liste del 1913, 1939, 2008 e 2009. Inoltre, dal 1981, il castello fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Ricco di un quadro architetturale di prim'ordine, il castello di Fontainebleau possiede anche una delle più importanti collezioni di mobili antichi di Francia e conserva un'eccezionale collezione di dipinti, di sculture e di oggetti d'arte che vanno dal VI al XIX secolo.

Medioevo - Una roccaforte è menzionata in questo luogo per la prima volta nel 1137, in una carta di Luigi VII il Giovane. La data esatta della fondazione del castello resta sconosciuta, ma il primo edificio è stato probabilmente costruito sotto il regno del padre di Luigi VII, Luigi VI, o forse durante quello di suo nonno, Filippo I, quando riunì il Gâtinais al dominio reale francese nel 1068.

Nel 1169, un altro documento di Luigi VII stabilì che un cappellano si sarebbe occupato della cappella; questa sarà consacrata alla Vergine e a San Saturnino da Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, allora rifugiato a Sens. Nel Natale del 1191, Filippo Augusto festeggiò a Fontainebleau il suo ritorno dalla terza crociata.

Il castello venne ingrandito da San Luigi; vi installò i religiosi Trinitari nel 1259 all'interno dei terreni del castello per fornire un convento-ospedale che lui fondò. Di questa disposizione originale sussistono le fondamenta della cappella dei Trinitari e del loro palazzo conventuale, allora situato in prossimità dell'attuale cappella della Trinità.

Filippo il Bello fu il primo re di Francia a nascere al castello nel 1268 e fece sviluppare gli appartamenti nel 1286. Fu anche il primo re a morirci, in seguito ad una caduta da cavallo nel 1314, dopo una lunga agonia. Nel 1313, Giovanna di Borgogna, nipote di San Luigi da parte di madre e proprietaria del dominio di Fontainebleau, sposò Filippo di Valois, futuro Filippo VI, che vi soggiornerà frequentemente. 

Nel 1323, il castello ricevette la visita di Isabella di Francia, divenuta regina d'Inghilterra. Nel gennaio 1332, ebbe luogo a Fontainebleau la firma del contratto di matrimonio tra Giovanni II il Buono e Bona di Lussemburgo. Il re ci visse dal 1350. Carlo V vi installò una biblioteca e Isabella di Baviera intraprese dei lavori, dopo aver acquistato i domini della foresta di Bierre, di Fontainebleau, di Moret e del castellano di Melun nel 1404. 

Carlo VI vi soggiornò a partire dal 1338. Il castello rimase tuttavia abbandonato a causa delle battaglie della guerra dei cent'anni, quando la corte si esiliò ai confini della Loira e a Bourges. Carlo VII vi ritornò dopo la liberazione dell'Île-de-France e di Parigi nel 1436, privilegiando il luogo per la sua salubrità.

Rinascimento - Francesco I decise di far edificare un castello in stile Rinascimentale al posto del castello feudale, permettendo così di modernizzare un luogo in cui non si abita abitualmente vicino alla vallata di Bière, il re pretese egli stesso questo posto per le bestie da caccia "rosse e nere". Bisognava però radere al suolo la precedente costruzione, ad eccezione della torre quadrata e di una parte della cortina nord, e far chiamare degli artisti italiani per garantire la costruzione e la decorazione del palazzo. Fu così che furono edificati un palazzo che disegnava la corte Ovale e un altro situato sul basso cortile ad ovest, tutti e due collegati attraverso una galleria. Francesco I veniva a cacciare a Fontainebleau, accompagnato dalla corte e dalla sua favorita, la duchessa d'Étampes, abbandonando più o meno il castello di Blois, e annunciando il ritiro progressivo della corte nei dintorni di Parigi.

Molti direttori dei lavori si succedettero durante il suo regno: Florimond de Champeverne, segretario e valletto di camera del re, fu nominato nel 1528 capo fino alla sua morte nel 1531. Pierre Paule, detto l'Italiano, presente a corte dal 1528, antico portiere del castello di Moulins, valletto di camera di Luisa di Savoia, diresse infine i lavori fino alla sua morte nel 1535. Venne rimpiazzato con un atto del 21 aprile 1543 da un capo particolare, Salomone des Herbaines, tappezziere del re, custode dei mobili e dei tappeti, che presentava il vantaggio di risiedere sul posto e lavorava in collaborazione con Pierre des Hôtels, notaio, segretario e valletto di camera del re: morirà nel 1558.

Il re sognava di fare di Fontainebleau una casa dell'arte del Rinascimento: collezionava oggetti d'arte, ordinava delle opere sulla mitologia, faceva venire dall'Italia delle antichità. Ricevette dei quadri da parte del Papa, collezioni di opere dei maestri italiani (La Gioconda e La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci, la Santa Famiglia, San Michele, e la Bella Giardiniera di Raffaello).

Per la decorazione del castello, commissionò a Rosso Fiorentino la realizzazione del padiglione di Pomona e, soprattutto, la galleria di Francesco I. Giorgio Vasari disegnò Fontainebleau come "Nuova Roma" e la sua scuola era rinomata in tutta l'Europa dell'Ovest. Francesco I realizzò nel castello un'importante biblioteca, antesignana della biblioteca nazionale.

Il castello di Fontainebleau ricevette, tra il 4 e il 27 dicembre 1536, la visita di Giacomo V di Scozia, futuro sposo di Maddalena di Francia. Fu nel 1539 che Francesco I ricevette a Fontainebleau Carlo V e gli fece visitare il suo palazzo, tra il 24 e il 30 dicembre.

Il figlio di Francesco I, il re di Francia Enrico II, completò il castello con una sala da ballo ed una cappella. Nominò Filiberto Delorme per verificare e visitare il castello 3 aprile 1548. Fu così che una parte del castello attuale vide la luce, tra cui la sala da ballo. 

Fu a Fontainebleau che nacquero la maggior parte dei figli di Enrico II e di Caterina dei Medici, i futuri re Francesco II (19 gennaio 1544) ed Enrico III (19 settembre 1551) ma anche Elisabetta di Francia (2 aprile 1545), Claudia di Francia (12 novembre 1547), Luigi di Francia (3 febbraio 1549), Francesco d'Alençon (18 marzo 1555) e le gemelle Vittoria e Giovanna (24 giugno 1556).

Due giorni dopo la morte di Enrico II, nel 1559, Caterina de Medici cacciò Filiberto Delorme, protetto di Diane de Poitiers, e affidò i lavori al Primaticcio, che divenne sovrintendente delle casse reali il 12 luglio 1559. Il 17 luglio, il controllore generale degli edifici in Francia, Jean Bullant, venne rimpiazzato da François Sannat. Fu in quest'epoca che Niccolo dell'Abate decorò il castello. Alla morte del Primaticcio, il 14 settembre 1570, questi venne rimpiazzato da Tristan de Rostaing. Jean Bullant finì per ritornare a Fointainebleau e nominato dopo di Rostaing il 3 agosto 1571 come architetto e direttore dei lavori. Alla morte di Jean Bullant, nell'ottobre 1578, il cantiere venne affidato da Enrico III a Baptiste Androuet du Cerceau.

Durante il regno dei tre figli di Enrico II (Francesco II, Carlo IX e Enrico III), il castello di Fontainebleau fu meno abitato, i monarchi preferivano il Louvre, o ancora dimoravano nella Valle della Loira come ad Amboise o a Blois. Il castello fu anche teatro di un'assemblea di notabili, riunitisi dal 21 al 31 agosto 1560 per risolvere le questioni religiose che tormentavano il regno e autorizzarono la convocazione degli Stati Generali. Il 31 gennaio 1564, Carlo IX e Caterina de Medici ricevettero gli ambasciatori del Papa, dell'imperatore e del re di Spagna in vista di una negoziazione terminata con l'editto della pace di Amboise.

Vecchio regime - Più tardi, Enrico IV ingrandì la dimora di molte ali e fece realizzare la porta del Battistero: spese tra il 1593 e il 1609 circa due milioni e mezzo di lire per i lavori. Fece sviluppare la corte degli Uffici e raddrizzare la corte Ovale allora assai irregolare. Da quel momento in poi, il palazzo poté accogliere più di mille persone. Il re veniva a giocare a palla in una sala specificamente allestita. In quest'epoca, una nuova generazione di artisti, francesi e fiamminghi, decorarono l'interno del castello (Martin Fréminet, Jean d'Hoey, Ambroise Dubois...). Questa fu la seconda scuola di Fontainebleau. Il castello accolse tra il 14 e il 21 dicembre 1559 la visita di Carlo Emanuele di Savoia

Fu a Fontainebleau che si sposarono Concini e Leonora Galigai il 27 giugno 1601, nella cappella del re, e che nacque il futuro Luigi XIII, il 27 settembre 1601, che venne battezzato il 14 settembre 1606 insieme a due sue sorelle, Elisabetta e Cristina. Il 4 giugno 1602, ebbe luogo al castello l'arresto del maresciallo di Biron e del conte d'Auvergne, accusati di tradimento. Il 22 novembre dello stesso anno, nacque al castello Elisabetta di Francia, figlia di Enrico IV e poi il 24 aprile 1608, suo figlio Gastone d'Orléans, avvenimento festeggiato da una serie di spettacoli dati in onore della regina Maria de Medici. Vi fu recitata anche una parte della tragedia Bradamante di Robert Garnier. Lo stesso anno, l'ambasciatore di Spagna, don Pedro de Toledo, venne ricevuto a Fontainebleau. Il 7 luglio 1609, il castello fu teatro del matrimonio di Cesare di Vendôme e di Enrichetta di Lorena

Luigi XIII, che ereditò nel 1610 un castello ancora in cantiere, fece iniziare i lavori senza apportare modifiche rilevanti. Fu lì che il cardinale Barberini, nipote del papa Urbano VIII, venne ricevuto da Luigi XIII nel castello durante l'estate 1625; il maresciallo d'Ornano, vi venne arrestato il 4 maggio 1626 ; venne anche rettificato il trattato di pace (Trattato di Fontainebleau) tra la Francia e l'Inghilterra il 16 settembre 1629. Il 30 maggio 1631, Luigi XIII e il principe elettore di Baviera Massimiliano I firmarono a Fontainebleau un'alleanza segreta. Il 14 e il 15 maggio 1633 ebbe luogo la promozione, al castello, di 49 cavalieri dell'ordine del Santo Spirito. Il 25 settembre 1645 fu firmato a Fontainebleau il trattato di matrimonio tra Ladislao IV di Polonia e Maria Luisa di Gonzaga-Nevers. Un anno più tardi, dal 19 al 23 agosto 1646 il riconoscimento di Enrichetta Maria di Francia, regina di Inghilterra, e di suo figlio, il futuro Carlo II d'Inghilterra. La regina Cristina di Svezia ci dimorerà una prima volta dal 4 al 6 settembre 1656; durante il suo secondo soggiorno, dal 10 ottobre 1657 al 23 febbraio 1658, lei fece assassinare con la spada e il pugnale il suo consigliere e favorito Monaldeschi il 10 novembre 1657 per tradimento, il che provocò un grande scandalo.

Luigi XIV, anche se preferiva le dimore situate ad ovest di Parigi e lasciava tutte le sue attenzioni sul castello di Versailles, amava venire a Fontainebleau. Durante il suo regno, Fontainebleau venne considerato come una dimora di passaggio, ma restò un simbolo del potere dei re di Francia, e la sua manutenzione si iscrisse quindi nella continuità della monarchia. Fu anche perché le modifiche architettoniche restano limitate, ma si osservò una profonda rinnovazione dei giardini: tra il 1645 e il 1646, Anna d'Austria fece ridisegnare il giardino di Diana da André Le Nôtre, il quale, con Louis Le Vau, modificò la platea installando al centro una fontana di roccia. 

Il re fece anche costruire un teatro, venendo al castello quasi ogni anno: fu a Fontainebleau che nacque il Gran Delfino il 1º novembre 1661; che iniziò il 25 giugno 1664, il processo del sovrintendente Nicolas Fouquet alla cancelleria ; che ebbe luogo l'udienza del cardinale Chigi, legato a papa Alessandro VII il 29 luglio 1664; che fu celebrato, il 31 agosto 1679, il matrimonio della nipote del re Maria Luisa d'Orléans e di Carlo II di Spagna; che fu firmato il trattato tra la Francia e la Svezia, poi quello tra la Danimarca e il duca di Holstein-Gottorp il 2 settembre 1679 e nel 1698. Luigi XIV firmò qui anche il 18 ottobre 1685 l'editto revocando quello di Nantes e proibendo il protestantesimo in Francia.

Il compositore Jean-Baptiste Lully seguì per molte volte la Corte a Fontainebleau, la prima volta nel 1661 per montare il Baletto delle Stagioni, un'altra, nel 1670, dove diede una rappresentazione nell'ala della Camminata, una terza il 9 settembre 1677 per dirigere un Te Deum nella cappella della Trinità per il battesimo del suo primo figlio, Luigi, e un'ultima il 20 ottobre 1685. Nel 1679-1680, François d'Orbay fece costruire degli hotel per i segretari di Stato. Nel 1701, Hardouin-Mansart raddoppiò l'ala della galleria dei Cervi, la lunghezza del muro est, per una costruzione in macerie di mattoni ed intonaco.

Il 9 novembre 1685, morì a Fontainebleau Luigi Armando di Borbone, principe di Conti. Il Gran Condé a sua volta si spense nel castello l'11 dicembre 1686. Dall'11 al 18 ottobre 1690 ebbe luogo al castello il primo soggiorno dell'anziano re d'Inghilterra Giacomo II e di sua moglie Maria di Modena, e ritornarono ogni anno al castello fino al 1700. Il 5 novembre 1696, il castello fu teatro dell'arrivo di Maria Adelaide di Savoia, futura duchessa di Borgogna e madre di Luigi XV. 

Il 13 ottobre 1698, il castello di Fontainebleau ricevé il matrimonio per procura di Leopoldo, duca di Lorena, e di Elisabetta Carlotta d'Orléans. San Simone afferma che la decisione di accettare la corona di Spagna per il duca di Angiò venne presa dopo un consiglio tenutosi il 10 novembre 1700 negli appartamenti di Madame de Maintenon. Verso la fine del regno di Luigi XIV, Fontainebleau ricevé la visita, tra il 21 e il 24 agosto 1712, di Lord Bolingbroke, inviato da Anna Stuart per negoziare la pace dopo la guerra di successione spagnola, e la visita il 26 settembre 1714 di Federico Augusto, principe elettore di Sassonia e re di Polonia, sotto il falso nome di conte di Lusace. Ricevé anche lo zar di Russia, Pietro il Grande il 30 e il 31 maggio 1717.

Luigi XV, che si sposò qui il 5 settembre 1725, fece costruire una sala per spettacoli, che brucerà nel 1856, e ricostruire una galleria così come il pavillon des Poêles di Jacques-Ange Gabriel, e Luigi XVI non soggiornò spesso al castello, ma restò fedele alla tradizione di un soggiorno annuale, facendo di Fontainebleau una sorta di "palazzo d'autunno".

Il 27 ottobre 1743, Fontainebleau fu il teatro della firma di un trattato di un'alleanza segreta tra la Francia e la Spagna. Il 18 ottobre 1752 ebbe luogo al castello la prima rappresentazione dell'Indovino del Villaggio di Jean-Jacques Rousseau. Il 3 novembre 1762 fu firmato qui il trattato di Fontainebleau, trattato segreto tra la Francia e la Spagna per discutere dei possessi in Louisiana. Il delfino Luigi, figlio di Luigi XV, morì di tubercolosi nel castello il 20 dicembre 1765. Il re Cristiano VII di Danimarca ci soggiornò dal 24 al 27 ottobre 1768, poi dal 2 al 5 novembre, dove vide recitare Tancredi di Voltaire. Il 12 maggio 1771, ebbe luogo a Fontainebleau l'arrivo di Maria Giuseppina di Savoia, futura contessa di Provenza, e poi quella, il 14 novembre 1773, di Maria Teresa di Savoia, futura contessa d'Artois.

Il regno di Luigi XVI fu segnato dalla rettifica a Fontainebleau di due trattati: da una parte, il Trattato di Fontainebleau firmato nel 1785 tra l'Austria e i Paesi Bassi alla fine della «guerra della marmitta» e dall'altra un trattato di commercio tra la Francia e l'Inghilterra, il 10 novembre 1786.

Epoca Contemporanea - Durante la Rivoluzione francese, il palazzo fu spogliato del suo mobilio. Nel gennaio 1789, il fuoco fu accesso nell'Aranciera, l'incendio si propagandò e danneggiò la cappella, ridusse in ceneri l'appartamento del Delfino (nell'ala precedentemente conosciuta sotto il nome di Galleria Francesco I). Venne occupato dalla Scuola Centrale di Seine-et-Marne, poi divenne, dal 28 gennaio 1803 al 30 giugno 1808, la caserma della Scuola speciale militare, che sarà trasferita a Saint-Cyr-l'École ed infine una prigione.

Napoleone I fece rivivere Fontainebleau a partire dal 1804, lo fece arredare, e ci tenne la sua corte, per la quale fece sistemare 40 appartamenti di stato. Due sere alla settimana, faceva dare spettacoli d'opera e di teatro. Fontainebleau fu anche un luogo di decisioni politiche, come la sala del trono e la biblioteca da lavoro dell'imperatore, dove fece trasferire segretamente il papa Pio VII (già prigioniero dell'Imperatore a Savona) il 20 giugno 1812 dove resterà chiuso per diciannove mesi e firmerà sotto pressione il Concordato di Fontainebleau il 25 gennaio 1813. Il papa lascerà Fontainebleau il 23 gennaio 1814.

Il 23 maggio 1808, il castello accolse la visita di Carlo IV di Spagna e della regina Maria Luisa. L'anno 1807 fu segnato da tre avvenimenti: il trattato che fissò le frontiere tra l'Austria e il Regno d'Italia il 10 ottobre, un trattato d'alleanza franco-danese il 15 ottobre e un trattato segreto tra Francia e Spagna riguardante il Portogallo il 27 ottobre.

Il futuro Napoleone III venne battezzato al castello il 4 novembre 1810, con altri 24 figli di dignitari e generali. Napoleone passò gli ultimi anni del suo regno nel castello prima di abdicare il 4 aprile 1814 sotto la pressione dei marescialli Ney, Berthier e Lefebvre (il trattato di Fontainebleau, che formalizza la sua abdicazione senza condizioni, fu firmato a Parigi l'11 aprile 1814). Il 20 aprile, dopo aver vanamente tentato di suicidarsi, pronunciò un discorso, rimasto famoso, alla sua guardia nella corte definita poi "corte degli Addii", scena illustrata dal dipinto Gli addii di Fontainebleau dipinto da Horace Vernet. Disse alla sua Vecchia Guardia: "Continuate a servire la Francia, la sua felicità era il mio unico pensiero!".

Durante il Cento Giorni, Napoleone ci ritornerà solo per un giorno il 20 marzo 1815.

Dopo Napoleone, gli ultimi monarchi francesi ci soggiorneranno molto spesso: il 15 giugno 1816, Maria Carolina di Borbone-Sicilia, duchessa de Berry, venne ricevuta al castello. Luigi XVIII e Carlo X ci hanno soggiornato.

Durante la monarchia di Luglio, Luigi Filippo intraprenderà i primi lavori di restaurazione (diretti da Jean Alaux, Picot e Abel de Pujo) e fece ridecorare e rinnovare l'interno, prima che il castello non servisse da quadro al matrimonio di Ferdinando Filippo d'Orléans con Elena di Meclemburgo-Schwerin il 30 maggio 1837. Dal 20 al 21 novembre 1840, il castello venne visitato dall'anziana regina di Spagna Maria Cristina. Il 16 aprile 1846, una guardia forestale, Pierre Locomte, tentò di assassinare Luigi Filippo nel parco del castello. Il palazzo ricevé la visita del bey di Tunisi, Ahmed I Bey, il 15 e il 16 dicembre 1846.

Fu nel 1848 che Abel Blouet divenne architetto del castello e intraprese nuove restaurazioni (galleria Francesco I, ala della corte del Cavallo bianco...). Alla sua morte nel 1853, fu sostituito da Hector Lefuel e poi da Alexis Paccard nel 1855. Il castello divenne parte dei monumenti storici nella lista del 1862. Nel 1867, Prosper Desbuisson divenne architetto del palazzo e proseguì le restaurazioni intraprese dai suoi predecessori.

Durante il Secondo Impero, Fontainebleau fece parte, con Saint-Cloud, Compiègne e Biarritz, dei luoghi di villeggiatura della corte. L'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, passava le sue serate nel piccolo teatro costruito da suo marito. Si appassionò alle sale cinesi, decorate da oggetti provenienti dal Palazzo d'Estate e dai regali degli ambasciatori di Siam, ricevuti al castello il 27 giugno 1861. Erano stati preceduti dal re di Prussia, futuro imperatore tedesco, Guglielmo I (15 e 16 dicembre 1856) e da Massimiliano II di Baviera (17 al 21 maggio 1857). Dopo la guerra del 1870, il castello fu invaso dai Prussiani (17 settembre 1870); Federico Carlo di Prussia e il suo stato maggiore l'occuparono dal 6 al 18 marzo 1871; venne finalmente evacuato cinque giorni dopo.

Nel novembre 1871, i dipendenti del castello sono addetti alla Scuola dell'applicazione dell'artiglieria del genio, dopo che questa ha lasciato Metz. Gli inizi della Terza Repubblica sono segnati dall'arrivo di ospiti importanti per i presidenti della Repubblica: Alessandro I di Serbia, il 17 agosto 1891 e Giorgio I di Grecia il 9 settembre 1892 da Sadi Carnot, Leopoldo II, re dei Belgi, il 21 settembre 1895 da Félix Faure, e Alfonso XIII di Spagna l'8 maggio 1913 da Raymond Poincaré. Il castello divenne la dimora occasionale di qualche presidente della Terza Repubblica.

Le protezioni proseguirono: le facciate e le mansarde all'esterno dei palazzi che circondavano la corte Enrico IV e la corte dei Principi, così come le facciate e le mansarde del Padiglione Sully, vennero inseriti nei monumenti storici dal 20 agosto 1913.

Molti avvenimenti importanti ebbero luogo a Fontainebleau nel corso del XX secolo. Dopo una visita il 10 luglio 1914 dell'anziana imperatrice Eugenia, il 26 giugno 1921 ebbe luogo a Fontainebleau l'inaugurazione del Conservatorio americano prima di quella della Scuola delle belle arti americane il 25 giugno 1923. Dal 1927 (data in cui il castello fu consacrato museo nazionale) e anche negli anni 1930, le parti alte dell'ala della Bella Camminata (incendiata nel 1856) furono ricostruite grazie ai fondi Rockefeller. Il maneggio di Senarmont entrò a far parte dei monumenti storici per caso il 10 ottobre 1930.

Durante la seconda guerra mondiale, l'esercito tedesco comandato dal generale Ruoff occupò Fontainebleau il 16 giugno 1940 e l'occupò fino al 10 novembre, poi dal 15 maggio fino a fine ottobre 1941. Dopo la guerra, il castello ricevé dal 6 al 10 settembre 1946 una conferenza franco-vietnamita sotto la presidenza di Max André e Pham Van Dong e il 5 ottobre 1948 fu creata al castello l'Unione internazionale per la protezione della natura.

Nel gennaio 1949, una parte del castello (principalmente la corte degli Uffici) fu occupata dal comandante capo delle forze alleate Centro Europa (OTAN) e ci resterà fino a luglio 1966. Una restaurazione generale del castello fu permessa dalla legge-programma degli anni 1964-1968 di cui André Malraux fu l'iniziatore. Il dominio di Fontainebleau venne classificato patrimonio mondiale dell'UNESCO nel 1981. Il 25 e il 26 giugno 1984 si riunì a Fontainebleau il Consiglio dei capi di Stato e di governo della Comunità economica europea, presieduta da François Mitterrand.

Fu nel 1986 che venne inaugurato, nell'ala Luigi XV, il museo Napoleone I. Le costruzioni della corte degli Uffici (in restaurazione) sono stati recentemente affidate al Centro europeo di musica di camera. Il ministero della Cultura e della Comunicazione ha per questo acquistato nel 2006 le antiche stalle reali e intrapreso delle restaurazioni.

Il dominio nazionale di Fontainebleau in tutta la sua totalità, incluse le parti costruite e non costruite non ancora protette, fa parte dei monumenti storici dal 10 ottobre 2008.

Nel 2011, visite tematiche ed esposizioni si tennero al castello nel quadro del festival della storia dell'arte.

La scuola di Fontainebleau

A partire dall'autunno del 1527 Francesco I, sovrano di Francia, comincia a progettare l'ampliamento di un medievale padiglione da caccia situato nella foresta di Fontainebleau, nei pressi di Parigi, con lo scopo di farlo divenire la sua dimora. I lavori di ammodernamento durano per più di vent'anni, dal 1528 al 1550 e la mancanza di un progetto unitario viene subito notata dal Serlio e dal Cellini, quest'ultimo parla infatti di «mala maniera franciosa» nella sua autobiografia. Malgrado ciò il castello reale diviene, nel giro di pochi anni, una delle dimore principesche più notevoli del XVI secolo. Secondo Haskell e Penny «il Gotico, e quella misura tra Gotico e dettaglio classico, che fino a quel momento il re, i suoi cortigiani e la Chiesa avevano caldeggiato, vennero spazzati via; e la moda in auge divenne lo stile italiano più moderno. Nessuno salutò questo stile con più incondizionato entusiasmo dello stesso re». 

Francesco I era infatti un grande ammiratore dell'Italia e aveva ereditato dal suocero Luigi XII alcuni importanti dipinti italiani. Durante le sue campagne nella penisola non manca di ammirare la produzione artistica e rimane particolarmente colpito dall'Ultima cena di Leonardo nel cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano che cerca invano di trasportare in patria. 

Su consiglio di Pietro Aretino il sovrano chiama a Fontainebleau Rosso Fiorentino, che arriva da Venezia nel 1530. 

Due anni dopo, segnalato da Federico Gonzaga, lo raggiunge Francesco Primaticcio che lascia Mantova dove lavorava con Giulio Romano in palazzo Te.

L'invenzione di un nuovo sistema decorativo dovuta al Rosso e il ruolo giocato dal Primaticcio nella trasformazione e allo stesso tempo diffusione delle formule fiorentine e mantovane influenzano a lungo la produzione artistica francese che, almeno sino alla morte di Enrico IV nel 1610 viene dominata dallo "stile Fontainebleau". 

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Altra componente fondamentale è l'influenza di Correggio e Parmigianino, i cui disegni sono ben noti grazie alle incisioni di Fantuzzi e di Léon Davent e ai dipinti di Leonardo da Vinci. La decorazione del castello comincia all'inizio degli anni trenta del Cinquecento, in contemporanea con la seconda fase costruttiva, e viene comunemente divisa in due periodi: il primo comprende le stanze ultimate nel dicembre1539, in occasione della visita di Carlo V, su cui il sovrano francese voleva evidentemente far colpo, il secondo periodo va dal 1540 alla morte del re. 

Le opere degli artisti italiani nel castello reale sono purtroppo andate quasi interamente distrutte: la Galleria di Francesco I , la Grotta del Giardino dei Pini, la Camera della Regina, parte della decorazione della Port Dorée e la Camera della duchessa d'Etampes riescono a dare solamente un'idea del vasto e sofisticato complesso decorativo. La decorazione della cosiddetta Galleria di Francesco I, eseguita a fresco dal Rosso e restaurata e ridipinta numerose volte, è una delle parti ancora conservate della decorazione originale, malgrado abbia subito varie trasformazioni strutturali. 

La Galleria, nata per collegare gli appartamenti di Luisa di Savoia, madre di Francesco I, collocati nel mastio, con l'abbazia, viene terminata nel 1533, dopo la sua morte. Le parti in stucco risultano ultimate nel 1537 e quelle ad affresco nel 1539. La grandiosa decorazione del Rosso stabilisce un nuovo stile, le sue composizioni vengono infatti diffuse da varie incisioni e dagli arazzi commissionati dallo stesso Francesco I. 

L'ambiente, ingegnosa combinazione di parti dipinte inquadrate in cornici a stucco con fantasiosi motivi di cariatidi, putti, ghirlande, scene minori ed emblemi deriva il suo schema generale dalla volta michelangiolesca della Sistina, dove finte sculture circondano gli affreschi. La decorazione doveva contenere la composizione di Rosso con la Ninfa di Fontainebleau, espressione della stessa mitologia del castello e conosciuta attraverso incisioni: una leggenda narra infatti che il luogo riceve il suo nome da un cane da caccia del re chiamato Bliaud o Bleau che scopre una fonte nella vicina foresta. Un'altra versione, ripetuta da Cellini, narra che la fonte si trovava nel cosiddetto Jardin des Pins. Il mito della ninfa della fonte sarà spesso illustrato dagli artisti della francesi del XVI secolo. 

Nel muro nord della Galleria di Francesco I sono raffigurati: Venere e Minerva; l'Educazione di Achille; Vendetta di Napulius; Semele; iI Gemelli di Catania, l'elefante reale; sacrificio. Nel muro sud: Battaglia fra i Centauri e i Lapiti; perdita della giovinezza perpetua; Morte di Adone; Danae ; Cleobi e Bitone; l'Unità dello Stato e Illuminazione di Francesco I. Il programma dell'intera composizione, variamente interpretato, mira all' esaltazione della monarchia francese, secondo un programma di rilancio della figura del re Francesco, reduce dalla prigionia madrilena. Nella Camera del Re (1533'35), il primo progetto indipendente di Primaticcio a Fontainebleau, la cui decorazione viene distrutta nel 1757, erano affrescate le storie di Amore e Psiche. Nella Camera della regina sopravvive solo l'affresco sul camino di Primaticcio del 1534-37, un piccolo tondo con Venere e Adone, da un disegno di Giulio Romano, affiancato da figure in stucco ad alto rilievo. Anche la stanza accanto alla Port Dorée viene affrescata da Primaticcio con soggetti mitologici, ma nulla è sopravvissuto. La stessa porta viene decorata con affreschi disegnati da Primaticcio con due storie di Ercole e Onfale. 

Il Pavillon di Pomona era decorato con temi legati alla fertilità: Vertumno e Pomona; il Giardino di Vertumno. Nella seconda fase decorativa, che segue la morte del Rosso nel 1540, la direzione è affidata al Primaticcio e viene eseguita in maniera più frammentaria, a causa dei frequenti viaggi in Italia dell'artista tra il 1541 e il 1546 ed è inoltre caratterizzata dall'arrivo di Benvenuto Cellini. Il periodo è caratterizzato dalla crescente influenza a corte dell'amante del re, la duchessa d'Etampes, la cui stanza, in parte conservata, viene decorata dal Primaticcio dal 1541 con scene della vita di Alessandro, in chiara allusione al re. A Benvenuto Cellini viene commissionata per la Porte Dorée una statua in bronzo della Ninfa di Fontainebleau , due Vittorie e due Satiri, decorazione lasciata incompleta al momento del ritorno dell'artista a Firenze nel 1545. Ma l'impresa più grandiosa è quella della decorazione a stucco e a fresco della Galleria d'Ulisse, ambiente lungo 150 metri ora distrutto ma conosciuto attraverso le descrizioni delle guide settecentesche e una serie di ammiratissimi disegni preparatori eseguiti da Primaticcio per i riquadri della volta, che comprendono Gli Antipodi e la Danza delle Ore, in cui l'espediente pittorico del sottoinsù viene condotto alle estreme conseguenze. 

I lavori architettonici al castello continuano sotto i successori di Francesco I: Enrico II, Francesco II e Carlo IX, per interrompersi intorno al 1570. La "scuola di Fontainebleau" vera e propria o "seconda scuola di Fontainebleau" si impone sotto Enrico II negli anni cinquanta del XVI secolo, con l'attività di maestri come il Maestro di Flora, Nicolò dell'Abate, che esegue gli affreschi per la Sala da Ballo, (1551-1556), René Boyvin, Antoine Caron, Jean Clouet, François Clouet, Jean Cousin le Pére, Martin Freminet, Luca Penni e una quantità di maestri anonimi. Il termine Ecole de Fontainebleau viene coniato nel XIX secolo, quando, sotto Luigi Filippo, il castello viene restaurato e comincia a suscitare un rinnovato interesse. Il genere "bellifontino", stilisticamente influenzato dagli artisti italiani attivi nel cantiere sotto Francesco I e dalla pittura di Leonardo da Vinci, pittore verso il quale il re sviluppa una vera e propria mania, predilige le gallerie decorate, il ritratto allegorico e le storie mitologiche (ad esempio Maria de' Medici viene ritratta in veste di Minerva da Ambroise Bubois). 

Ottobre 2014

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