- Castello
del Mirabell
Come spesso nella storia di Salisburgo, anche
il
castello di Mirabell
è stato costruito per un
ecclesiastico che nella sua
funzione di arcivescovo era
anche, all’epoca, signore
temporale del ricco
arcivescovato di Salisburgo.
Il principe arcivescovo Wolf
Dietrich von Raitenau, nel
1606, fece costruire fuori
dalla mura della città per
Salome Alt, una giovane donna
di famiglia borghese, una
villa a cui diede il nome di
“Altenau”. Salome Alt,
figlia di Wilhelm Alt, stimato
mercante e consigliere
comunale, fu il grande amore
di Wolf Dietrich, che da lei
ebbe 15 figli di cui 10
sopravvissuti. Il palazzo di
Altenau doveva essere degna
residenza per amante e figli,
che normalmente erano esclusi
da molti avvenimenti di società,
in quanto Wolf Dietrich, da
ecclesiastico, non poteva
sposare la sua Salome e i
figli nati da questa unione
erano considerati illegittimi.
Il suo attuale nome il castello lo ha avuto
dal successore di Wolf
Dietrich, Markus Sittikus
(1612-1619), che, alla morte
di Wolf Dietrich – che nel
1612 era stato costretto ad abdicare
e poi tenuto prigioniero sulla
Fortezza fino alla morte –
fece cambiare il nome del
castello in Mirabell. Il
principe Paris conte Lodron
(1619-1653), con la
costruzione dei nuovi bastioni
della città, racchiuse anche
palazzo e giardini
all’interno delle mura
cittadine. Questo palazzo, che
era uno dei luoghi preferiti
di questo principe, fu anche
il luogo in cui il 15 dicembre
1653 morì.
Il principe arcivescovo Franz Anton principe
di Harrach tra il 1721 e il
1727 fece ampliamente
ristrutturare il palazzo dal
noto architetto barocco Lukas
von Hildebrandt.
Durante il
grosso incendio del 30 aprile
del 1818 il castello è stato
gravemente danneggiato.
Nell’incendio furono
distrutti, tra l’altro, gli
affreschi di Johann Michael
Rottmayr e Gaetano Fanti. Le
fiamme, invece, hanno
fortunatamente risparmiato la
grande scala di marmo che
conduce ai piani superiori e
la sala dei marmi.
 Il suo attuale aspetto, piuttosto semplice, è
stato dato al castello da
Peter de Nobile, architetto di
corte e direttore della scuola
di architettura di Vienna.
Il
fasto e lo splendore del
passato possono essere ancora
intuiti in certi dettagli,
come nelle cornici delle
finestre, nei capitelli, negli
stucchi.
Uno dei più grossi tesori d’arte del
palazzo di Mirabell è
rappresentato dalla scala di
Lukas von Hilldebrandt. La
balustrata di marmo è ornata
da graziosi angioletti. Le
sculture nelle nicchie, di
Georg Raphael Donner (1726),
sono tra le opere più belle
del barocco europeo.
L’ex salone delle feste del principe
arcivescovo, la sala dei
marmi, è considerata oggi una
delle più belle sale per
matrimoni del mondo. Vi hanno
suonato Leopold Mozart e i
suoi figli, Wolfgang e Nannerl,
anche se, all’epoca, non in
occasione di un matrimonio ma
durante i banchetti di corte.
Il salone, oggi, viene
utilizzato anche per convegni,
cerimonie e concerti ricchi di
atmosfera (Salzburger
Schlosskonzerte).
Al centro del giardino l'alto getto d'acqua
della fontana è circondato da
quattro statue di marmo. Le
statue simboleggiano i quattro
elementi della natura messi in
relazione a personaggi
mitologici. Le sculture sono
state realizzate da Ottavio
Mosto nel 1690.
Nella sua lunga storia il castello di Mirabell
ha ospitato spesso personalità
famose. Il 1° luglio del
1815, allorché Salisburgo,
per un breve periodo, fece
parte della Baviera, nel
castello di Mirabell è nato
il principe Otto di Baviera,
più tardi re di Grecia.
L’anno seguente Salisburgo
tornò all’Austria, ed il
castello divenne, come
residenza estiva, di proprietà
imperiale.
Per 12 anni, tra il
1851 e il 1863, vi ha
risieduto il principe
arcivescovo cardinale
Maximilian Josef von Tarnóczy.
Per 4 anni, dal 4.9.1854 al
12.1.1858, vi ha vissuto,
ospite di sua maestà, e vi è
poi anche morto, Joachim
Haspinger, famoso padre
cappuccino e compagno di lotta
di Andreas Hofer, il noto
patriota tirolese: nel cortile
del castello gli è dedicata
una lapide commemorativa. Oggi
nel castello si trovano gli
uffici del sindaco di
Salisburgo e di alcuni
assessorati.

- Casa
natale di Mozart
La famiglia Mozart è vissuta in questa casa
dal 1747 al 1773 e qui è
anche nato Wolfgang Amadeus.
Oggi l’appartamento della
famiglia Mozart è un museo in
cui sono esposti famosi pezzi.
Tra gli altri si può vedere
il violino da bambino del
famosissimo, geniale
musicista, inoltre il suo
violino da concerto, il suo
clavicordo, il suo pianoforte
a martelli, ritratti e lettere
della famiglia Mozart.
Già il 15 giugno1880 l’allora Fondazione
internazionale Mozart ha
aperto questo museo. Negli
ultimi anni il museo è stato
ristrutturato e ampliato in
modo sistematico. Ogni anno
migliaia e migliaia di
visitatori di tutto il mondo
passano per questo luogo
commemorativo del grande
compositore. Gli strumenti
musicali sono stati donati
alla Fondazione internazionale
Mozarteum dalla vedova Mozart,
Constanze Nissen (1762-1842),
e dai suoi figli, Carl Thomas
(1784-1858) e Franz Xaver
Wolfgang (1791-1844). Nel 1994
l’appartamento di Mozart è
stato restaurato con grande
cura. Il museo è stato
nuovamente allestito secondo
le tecniche museali più
moderne per salvaguardare i
preziosi pezzi esposti.
Per 26 anni la famiglia Mozart è vissuta al
terzo piano di “casa
Hagenauer”. Il proprietario,
il grossista e mercante di
spezie Johann Lorenz Hagenauer
(1712-1792), era un buon amico
della famiglia Mozart. Il suo
nome è ricordato anche in
città: la piazza davanti alla
casa dei Mozart ne porta il
nome e un caffè sulla piazza
dell’Università ricorda
l’amico della famosa
famiglia di musicisti.
Nella parte posteriore della casa, quella che
si affaccia sulla piazza
dell’Università, nell’ex
appartamento della vicina dei
Mozart, Babette von Moll, nel
1985, con oggetti messi a
disposizione da privati, è
stato arredato un appartamento
borghese di Salisburgo ai
tempi di Mozart.
Oltre a
mobili ed oggetti di uso
quotidiano vengono affrontati
tre temi: “Mozart e
l’Università di
Salisburgo”, “L’amicizia
tra Mozart e famiglie
salisburghesi” e “Musica
religiosa e venerazione dei
santi”. Il secondo piano è
dedicato al tema “Mozart e
il teatro”.
In numerosi
diorami viene illustrata la
storia della recezione
dell’opera di Mozart.
Modelli di palcoscenici tra il
XVIII e il XX sec. presentano
le diverse forme
d’interpretazione. Al primo
piano della casa la Fondazione
internazionale Mozarteum
presenta ogni anno nuove
mostre sui vari aspetti del
tema “Mozart”.
Wolfgang Amadeus Mozart, musicista di principi
vescovi e imperatori, massone,
cosmopolita, burlone e
"forse il più grande
genio della storia
umana", è di casa in tre
città. A Vienna visse
all'apice della sua carriera e
a Praga la sua musica venne
amata nel modo più fervido.
Ma fu Salisburgo, la città dove nacque il 27
gennaio 1756 (morì a Vienna
il 5 dicembre 1791), a dargli
l'impronta più forte. Da
Salisburgo partì più volte,
sin da ragazzo, con il padre
Leopold, per tournee europee,
meravigliando sovrani e
principi con la sua capacità
di suonare, cantare, comporre
e improvvisare. Sempre a
Salisburgo, appena tredicenne,
venne nominato primo violino
della cappella di corte.
I suoi
primi capolavori, che vennero
accolti in tutta Europa con
intensa partecipazione, furono
composti innanzitutto nella
sua città natale, senza
interruzione, fino alla
sospensione dai servizi della
curia arcivescovile nel 1781.
Il "maestro di tutti i
maestri", come lo definì
Friedrich Guida, contribuì
alla fama mondiale della città
sul fiume Salzach. La casa in
cui nacque, nella
Getreidegasse, la casa di
residenza nella Makartplatz,
la "casetta del flauto
magico" nel giardino del
Mozarteum e il suo monumento
sono venerati ogni anno da
schiere di estimatori
provenienti da tutto il mondo.
Il
15 giugno del 1880 la
Fondazione Internazionale di
Mozart allestì per la prima
volta una museo nella Casa
natale di Mozart. Nel corso
degli ultimi decenni questo
luogo è stato
sistematicamente trasformato e
rinnovato divenendo un punto
d’incontro culturale che
attira ogni anno migliaia di
visitatori provenienti dal
mondo intero. I visitatori vi
possono ammirare gli spazi
originali in cui visse Mozart
che custodiscono, fra
l’altro, strumenti storici,
documenti ufficiali, effetti
personali e la maggioranza dei
ritratti dipinti nel periodo
della sua vita – come ad
esempio il dipinto ad olio del
1789 rimasto incompiuto
“Mozart al pianoforte”,
opera del cognato di Mozart
Joseph Lange. Fra gli oggetti
esposti più famosi figurano
il violino di Mozart bambino,
il suo violino da concerto, il
clavicordo, il pianoforte a
martelli, ritratti e lettere
della famiglia Mozart.
Gli strumenti musicali esposti
nella Casa natale di Mozart,
appartenuti alla vedova di
Mozart Constanze Nissen
(1762-1842) e ai suoi figli
Carl Thomas (1784-1858) e
Franz Xaver Wolfgang
(1791-1844) sono oggi proprietà
della Fondazione
Internazionale Mozarteum. Nel
1994 l’architetto viennese
Elsa Prochazka ha curato un
ampio restauro ed un
allestimento completamente
nuovo dell’appartamento di
Mozart, dotandolo delle
tecniche più moderne per
preservare gli oggetti esposti
da eventuali danni.
Nel 1985, nella parte
posteriore dell’edificio
rivolta verso l’Universitätsplatz,
è stato allestito un
“appartamento borghese
salisburghese come ai tempi di
Mozart” con l’aiuto di
prestiti di privati.
L’appartamento ospitava un
tempo Babette von Moll, la
vicina di Mozart e zia del
famoso geologo e naturalista
salisburghese Karl Ehrembert
von Moll (1760-1838). Oltre
all’arredamento e ad oggetti
di uso quotidiano vi si
documentano tre temi:
“Mozart e l’università di
Salisburgo”, “L’amicizia
fra Mozart e alcune famiglie
salisburghesi” e “La
musica sacra ed il culto dei
santi”.
Il secondo piano è dedicato
al tema “Mozart a teatro”.
In numerosi diorami (dei
palcoscenici in miniatura)
viene illustrata la storia
della ricezione delle opere di
Mozart. Modelli di
palcoscenici, dal tardo
Settecento fino al XX° sec.,
documentano le svariate forme
di interpretazione. Dal 1981
il primo piano della casa
natale di Mozart ospita ogni
anno delle esposizioni
straordinarie curate dalla
Fondazione Internazionale
Mozarteum aventi sempre come
argomento “Mozart”.
Le tre mostre “Vita
quotidiana di un bambino
prodigio”, “Mozart a
teatro” e “I Mozart –
una famiglia si presenta”
sono state ideate ed allestite
da Thomas Wizany, architetto e
caricaturista del quotidiano
Salzburger Nachrichten. Nelle
mostre spiccano gli strumenti
originali di Mozart e i
ritratti autentici. Vi sono
esposti inoltre mobili e
oggetti di uso quotidiano
risalenti ai tempi di Mozart.
Le
chiese di Salisburgo

Nella
città vecchia di Salisburgo
si trovano non meno di due
dozzine di chiese, il che ha
regalato a Salisburgo il
nomignolo di "Roma del
Nord". Altrettanto spesso
la città viene definita come
"città barocca", ed
in effetti la maggior parte
degli edifici sacri sono stati
costruiti nello spirito di
questo stile o, nel caso di
San Pietro, resi barocchi in
un periodo successivo.
Un
capolavoro del barocco e uno
dei più begli edifici
dell'Europa centrale è la
chiesa del Collegio o
dell'Università, progettata
dall'architetto viennese
Johann Bernhard Fischer von
Erlach. Questo stesso
architetto ha realizzato anche
la chiesa della Trinità e la
chiesa di San Marco, o delle
Orsoline, nella Gstättengasse,
mentre Giovanni Gaspare
Zucalli ha costruito la chiesa
di San Gaetano e la chiesa di
S. Erhard, a Nonntal. Chiese
che sono state trasformate
secondo criteri barocchi, ma
le cui origini risalgono in
parte fino al romanico sono:
San Michele, sulla piazza della
Residenza, la chiesa degli
Agostiniani, nel quartiere di
Mülln, e San Sebastiano nella
Linzegasse.
A
Salisburgo troviamo, comunque,
anche notevoli esempi di
gotico: il campanile della
chiesa dei Francescani è
stato riportato alle sue
originarie forme gotiche e ben
spicca nella silhouette di
Salisburgo; origini gotiche
hanno anche la chiesa conventuale
di Nonnberg, quella di San
Giorgio, sulla Fortezza, e la
chiesa di San Biagio, in fondo
alla Getreidegasse.
- Chiesa
e Cimitero di San Pietro
La
prima abbazia venne costruita
intorno al 700, all’ epoca
in cui Salisburgo era ancora
conosciuta con il suo nome
latino, Juvavum, per opera del
frate missionario Hroudbert,
detto Rupert. Un incendio
distrusse il primo edificio
nel 1127. Tre anni dopo venne
costruita una nuova basilica,
in stile romanico, a tre
navate.
Nei
secoli successivi la basilica
subì numerose modifiche e
adattamenti ai nuovi stili
dell’ epoca. Nel 1240 venne
costruito il portale in stile
romanico, mentre è del 1319
la cappella di San Veits, il
più antico esempio di gotico
presente nella città di
Salisburgo.
Due grandi candelabri in
bronzo, in stile
rinascimentale, furono donati
all’abbazia
dall’arcivescovo Wolf
Dietrich nel 1619. Lo stile
barocco di oggi fu dato alla
chiesa dall'abate Beda Seeauer
tra il 1760 e il 1782. Lo
stile settecentesco si esprime
sopratutto nell’ampio numero
di altari, mentre l’aspetto
dell’interno della chiesa
rimane visibilmente romanico.
La stretta navata centrale
accentua lo slancio verso l'alto
delle strutture
architettoniche.
La
cupola, simbolo del cielo,
racchiude la rappresentazione
delle otto beatitudini e dei
quadri degli angeli, irradiati
nella lanterna del S. Spirito.
Gli affreschi della volta,
realizzati da Franz Z. Konig,
rappresentano scene della vita
di S. Pietro: la Liberazione
di S. Pietro per mezzo dell'angelo,
la Consegna delle chiavi, S.
Pietro cammina sulle acque.
L'altare
maggiore è stato costruito
secondo il progetto di Lorenz
Hombler dallo scapellino
Johann Hogler, e risale al
1777-78. Del XVIII secolo sono
anche molte dei dipinti degli
altari, spesso opera di Martin
Johann Schmidt, chiamato anche
“Kremser-Schmidt”, uno dei
maggiori pittori d’altare
del settecento. . Il
tabernacolo ligneo apparteneva
già al precedente
altare maggiore (1628) di Hans
Waldbunger. La balaustrata in
marmo risale al 1680.
Eccezionale l'organo
principale in stile rococò
finemente intarsiato e
decorato in oro.
In
una delle cappelle laterali,
situate sulla destra, si
trovano un memoriale di Johann
Michael Haydn, una targa
commemorativa di marmo in
memoria di Nannerl Mozart
(sorella di Amadeus) e la
tomba di Hans Werner von
Raitenau, padre dell’
arcivescovo Wolf Dietrich.
L'abbazia è strettamente
intrecciata con la storia
musicale di Salisburgo.


Nel
1769 un Mozart ancora
tredicenne, compose la
“Messa Domenicana per l’abbate
Hagenauer”. Nel 1783 sempre
Mozart diresse personalmente
la sua famosa Messa in
MI-Minore. Nel 1782 Johann
Michael Haydn compose per
l’abbazia la “Messa
Rupert”.
Il
Cimitero di San Pietro,
situato dietro al monastero
omonimo, è uno dei cimiteri
più antichi del mondo ed è
ancora molto ben conservato. La sua
forma attuale risale al 1627.
Le arcate sono state costruite
nel 1626 da Christoph
Gottsreiter, con belle griglie
a spirale e rombi. Da notare
le arcate 15 e 16 per la
pittura delle volte risalente
al 1630, e sempre la 16 per la
cripta degli Hagenauer (Lorenz
Hagenauer era il proprietario
della casa della famiglia
Mozart). Una delle attrazioni
principali sono le così dette
“catacombe”, tombe scavate
nella roccia.
Chi si avventura tra le
sepolture, può divertirsi a
scovare l’ultima dimora di
personaggi illustri qui
sepolti. Tra questi: Santino
Solari (architetto preferito
dai principi arcivescovi della
sua epoca costruì la nuova
Cattedrale di Salisburgo e il
Castello di Hellbrunn);
Nannerl Mozart (Sorella di
Amadeus); Lorenz Hagenauer
(amico e protettore della
famiglia Mozart); Michael
Haydn (fratello minore di
Joseph Haydn); Paul Hofhaimer
(organista e compositore);
Sigmund Haffner (benefattore e
amico della famiglia Mozart,
ricordato nelle composizioni:
“Serenata Haffner” e
“Sinfonia Haffner”);
Richard Mayr (Cantante lirico);
Harry Collins (Ultimo
comandante delle forze alleate
occupanti e cittadino
onorario).
La
chiesa del Collegio
Fin
dal 1623 si era sentita la
necessità di dotare la città
di Salisburgo di un impianto
universitario, ma il progetto
di Paris Lodron, principe
arcivescovo in quegli anni,
rimase senza compimento per
circa 70 anni.
Fino alla costruzione della
chiesa universitaria, infatti,
gli studenti e i professori si
riunivano nella così detta
Aula Accademica, l’ unico
luogo preposto
all’insegnamento
universitario. Sarà il
principe arcivescovo
Archbishop Johann Ernst von
Thun a stanziare i lavori per
la costruzione della nuova
chiesa universitaria nel 1964.
Il progetto venne affidato al
noto architetto barocco Johann
Bernhard Fischer von Erlach. I
lavori di completamento
richiesero ben otto anni e lo
stesso von Erlach non vide il
proprio capolavoro finito,
essendo stato colto da cecità
prima del termine.
Ad una progettazione
travagliata, seguì una storia
movimentata. Durante
l’invasione napoleonica del
1800, la Chiesa del Collegio
venne trasformata in fienile
(come si suol dire dalle
stelle alle stalle). Nel 1810
la chiesa del collegio perse
la sua funzione principale.
Sotto l’impero Austro
ungarico venne utilizzata come
scuola secondaria e come
chiesa militare. Nel 1922 la
chiesa del collegio venne
utilizzata come sede della
première di Hugo von
Hofmannsthal “Il Grande
Teatro del Mondo“
Solo nel 1964, con la
riapertura dell’Università,
la Chiesa del Collegio ha
riacquistato la sua funzione
principale.
Le
cappelle all’interno della
chiesa sono dedicate ai santi
patroni delle discipline
insegnate nell’ università:
Teologia – San Tommaso
d’Aquino, Giurisprudenza –
Sant’Ivo, Medicina – San
Luca, Filosofia – Santa
Caterina
- Chiesa
dei Francescani
Stretta
tra le vecchie case vicine,
all’angolo tra
Franziskanergasse e
Sigmund-Haffner-Gasse, la
chiesa dei Francescani di
Salisburgo non è così facile
da trovare. Una piccola placca
appesa sul muro ne anticipa
l’ingresso. Nella chiesa dei
Francescani, le note
dell’organo laterale
attraversano la navata e
arrivano all’altare: musica
celestiale che penetra la fine
bellezza barocca e regala un
senso divino.
In
luogo dell'attuale chiesa dei
Francescani probabilmente,
già agli inizi dell'VIII
secolo, si trovava un
battistero e chiesa sinodale.
La futura chiesa dei
Francescani di Salisburgo,
Franziskaner Kirche in
tedesco, fu dedicata alla
Vergine Maria e servì come
parrocchia sino al 1635.
Nel
1642 fu poi ceduta
all’ordine fondato da San
Francesco. Nel XVIII secolo,
il grande architetto e
scultore austriaco Johann
Bernhard Fischer von Erlach
(1656-1723), ne ridisegnò gli
interni in stile barocco.
La
navata tardo romanica fu
edificata nel XII secolo, il
coro, con le sue cinque
possenti colonne, nella prima
metà del XV secolo.
Ha
nove cappelle decorate in
stile barocco realizzate nel
XVIII secolo da Johann
Bernhard Fischer von Erlach.
L’altare maggiore della
chiesa dei Francescani di
Salisburgo è di marmo rosso e
oro.
Dietro
ce ne è un altro, in marmo
alato del 1561. Sopra, al
centro, si trova una statua
della Madonna che risale al
periodo tardo gotico
(1495-1498) ed è stata
scolpita da Michael Pacher del
Tirolo.
Sulla
scala del pulpito c’è un
leone in marmo del XII secolo:
l’animale sovrasta un uomo
che con tutte le sue forze
spinge la spada nel ventre del
felino. Mentre sto per uscire,
l’organo smette di suonare.
Nella chiesa dei Francescani
tutto è pace.
Dato
che l'antico campanile gotico
era più alto di quello del
duomo l'arcivescovo Kuenburg
nel 1670 lo fece
"accorciare" e fece
sostituirne il tetto con uno
barocco. Nel 1866/67 questa
bruttura fu rimossa e la torre
riprese le sue forme gotiche.
Castello
di Hellbrunn
Nel
1612, pochi mesi dopo la sua
ascesa al trono, il
principe-arcivescovo
salisburghese Markus Sittikus
von Hohenems diede
l’incarico di far costruire
una residenza di campagna ai
piedi del monte di Hellbrunn
ricco di acque. Markus
Sittikus, grande appassionato
dell’arte e della cultura
italiane, affidò l’incarico
di costruire una "Villa
suburbana" al famoso
architetto del Duomo Santino
Solari.
Avrebbe
dovuto realizzare una
residenza estiva il cui
splendore assomigliasse ai
suoi magnifici modelli
d’oltralpe. Dopo un periodo
di costruzione relativamente
breve ne risultò un
capolavoro architettonico a
sud di Salisburgo considerato
fino ad oggi uno degli edifici
rinascimentali più splendidi
a nord delle Alpi: la
residenza estiva di Hellbrunn
con i suoi straordinari giochi
d’acqua.

Fin
dall’inizio l’acqua è
stata l’elemento
determinante nella concezione
architettonica del castello.
Le numerose sorgenti del monte
di Hellbrunn infondono
un’atmosfera briosa
all’imponente tenuta.
Nascoste nella verde ombra di
cespugli ed alberi oppure
sotto forma di spruzzi che
scaturiscono da nascondigli
insospettati – da quasi
quattro secoli i giochi
d’acqua sono l’attrazione
di spicco degli svaghi di
Hellbrunn.
Vi si possono rivivere in
maniera quasi immutata i
divertimenti di un tempo degli
arcivescovi: grotte mistiche e
misteriose, giochi meccanici
frutto dell’ingegneria
idraulica, fontanelle che
spruzzano acqua ad ogni angolo
del castello. Gli ospiti
nobili erano confrontati con
l’alternarsi continuo di
ombra e luce, di spavento ed
allegria – la fantasia degli
artisti ed architetti era
illimitata. Solo in rare
occasioni Hellbrunn fungeva da
residenza arcivescovile. Il
castello, dotato di sale
sontuose, di incantevoli
giardini e di straordinari
giochi d’acqua, veniva usato
principalmente per ospitare
grandi celebrazioni e feste,
eventi spettacolari e
manifestazioni culturali di
spicco.
L’ampio parco venne
trasformato intorno al 1730
secondo i progetti
dell’ispettore dei giardini
Franz Anton Danreiter ed
adattato al "nuovo"
stile dell’epoca. Le statue
raffiguranti divinità ed eroi
del parco risalgono
all’inizio del Seicento.
Nel
grande parco attorno al
castello sono disseminate
numerose fontane, ancora
funzionanti, che l'arcivescovo
fece posizionare con l'intento
di fare arguti scherzi agli
ospiti della sua residenza e
che ancora oggi sono
utilizzate per sorprendere e
divertire i numerosi
visitatori.
La
più celebre di esse è
posizionata in corrispondenza
del tavolo per i banchetti,
formato da un grande tavolo di
pietra e da numerosi sedili
anch'essi di pietra. Marco
Sittico amava attivare i getti
d'acqua improvvisamente alla
fine del pasto, per
sorprendere i suoi ospiti; la
particolarità di questa
fontana è che solo i
convitati si bagnavano, mentre
il capotavola rimaneva
asciutto.
Nel
giardino vi è anche una
grotta artificiale,
immancabile per una residenza
di epoca barocca; anche
all'interno di essa furono
preparati alcuni scherzi,
prevalentemente sottoforma di
improvvisi spruzzi d'acqua
provenienti dalle pareti, ma
la cosa più interessante
della grotta è la fontana
dove si trova una corona che
viene fatta salire e scendere
molto rapidamente attraverso
improvvisi schizzi d'acqua per
simboleggiare i potere che va
e viene nei secoli.
Oltre
agli scherzi, nella reggia
l'acqua è utilizzata anche
per muovere numerose figure in
legno, creando scene che
ritraggono il lavoro o gli
scherzi di uomini e donne
dell'epoca; la scena più
maestosa è quella realizzata
sotto forma di un teatro
meccanico in miniatura, un
imponente congegno automatico
con musica e alcune centinaia
di figure animate soltanto
attraverso lo scorrere
dell'acqua; il teatro è una
costruzione successiva
all'epoca del fondatore,
risalente al 1750.


Markus Sittikus fece adattare anche la cava di
pietra di Hellbrunn ai suoi
scopi. E’ così nato un
teatro che oggi è noto sotto
il nome di Teatro nella
roccia. Oggi è il più antico
palcoscenico all’aperto in
Europa. Mentre ai tempi degli
arcivescovi questo teatro
all’aperto veniva spesso
utilizzato per spettacoli,
oggi solo raramente vi si
tengono rappresentazioni. Il
palcoscenico, scavato nella
roccia, può essere
interessante da vedere e gli
intricati corridoi
costituiscono per i bambini un
paradiso per giochi e
“arrampicate”.
Sul Monte di Hellbrunn si trova anche il
cosiddetto “palazzetto di un
mese”, il cui vero nome è
Waldems e che deve il suo
nomignolo alla spettacolare
durata della sua costruzione.
E’ stato costruito nel 1615
in soli pochi mesi per
l’arcivescovo Markus
Sittikus. Si vocifera che
l’arcivescovo abbia avuto
ragioni piuttosto terrene per
la costruzione, cioè che
abbia fatto realizzare questo
edificio con la magnifica
vista sul parco per la sua
amante. Oggi ospita la
raccolta di arte popolare del
Museo Carolino Augusteum. Le
tradizioni salisburghesi sono
tema dell’esposizione. Si
possono ammirare stupendi
costumi salisburghesi, oggetti
legati alle tradizioni e alla
religiosità popolari. Inoltre
la mostra è completata da
esempi di arredamento,
medicina e vita quotidiana
popolari.
Oggi, come allora, questo meraviglioso
impianto con castello,
aranceto, teatro nella roccia,
giochi d’acqua, parco e
“palazzetto di un mese”
richiama visitatori ad
Hellbrunn. Vi sono benvenuti
non solo turisti e ospiti
della città. La sfarzosa
cornice del castello è ancora
oggi palcoscenico per
avvenimenti di società,
seminari, congressi, mercatino
d’Avvento, feste, matrimoni
e ricevimenti. E i visitatori
odierni non rimangono meno
impressionati degli ospiti di
Markus Sittikus che li
invitava qui per brevi gite,
cacce e spumeggianti feste.

Castello
di Klessheim
Il
castello di Klessheim è un
palazzo barocco situato a 4 km
a ovest di Salisburgo, nel
comune austriaco di
Wals-Siezenheim. Un tempo
residenza estiva degli
arcivescovi di Salisburgo,
oggi la struttura ospita un
casinò.
Originariamente
chiamato Kleshof, il
castello si presentava come
una piccola casa di campagna
che venne acquistata nel 1690
dall'arcivescovo di
Salisburgo, Johann Ernst von
Thun. L'architetto Johann
Bernhard Fischer von Erlach
ebbe il compito di convertire
lo stabile in un grande
castello per la villeggiatura
del principe-arcivescovo a
partire dal 1700 ma dopo la
morte del prelato nel 1709 il
suo successore, Franz Anton
von Harrach fermò i lavori
per favorire la costruzione
del castello di Mirabell.
L'arcivescovo Leopold Anton
von Firmian, che fece anche
costruire il castello di
Leopoldskron, terminò il
castello di Klessheim, incluse
le stanze interne e i
giardini. Alla fine del XVIII
secolo l'arcivescovo
Hieronymus von Colloredo fece
rifare il parco con uno stile
all'inglese.
Dopo
la secolarizzazione del
principato arcivescovile di
Salisburgo assieme alla
dissoluzione del Sacro Romano
Impero nel 1803, il castello
di Klessheim passò alla
dinastia degli Asburgo
d'Austria. Nel 1866 divenne
residenza permanente
dell'arciduca Ludovico
Vittorio d'Asburgo-Lorena
(1842-1919), fratello minore
dell'Imperatore Francesco
Giuseppe d'Austria, il quale
fece estendere ulteriormente
il castello su progetto di
Heinrich von Ferstel e qui morì
nel 1919. I suoi eredi,
successivamente, vendettero la
struttura allo stato federale
di Salisburgo.
Dopo
l'Anschluss del 1938,
Adolf Hitler, quando si recava
alla sua residenza di Berghof
(non lontano dal luogo in cui
sorge il castello) era solito
convocare nelle stanze del
palazzo delle conferenze e
ospitare personalità
d'eccezione quali Benito
Mussolini, Miklós Horthy, Ion
Antonescu, Jozef Tiso e Ante
Pavelić. Mentre Horthy
soggiornava a Klessheim,
Hitler il 19 marzo 1944 diede
ordine segretamente di far
iniziare l' Operation
Margarethe per occupare
l'Ungheria con l'intento di
forzare la deportazione degli
ebrei ungheresi nel campo di
concentramento di Auschwitz.
Fu durante l'occupazione
nazista che il castello venne
decorato con alcune statue
realizzate in arenaria che
ancora oggi rimangono a
testimonianza di quell'epoca.
Dopo
la guerra, il castello venne
sottoposto ad un'attenta opera
di restauro. Durante la Guerra
Fredda il governo austriaco,
rimasto neutrale al conflitto,
ebbe modo di organizzare qui
diverse conferenze con ospiti
d'eccezione quale il
presidente Richard Nixon il 20
maggio 1972. Dal 1993 la
struttura è sede del casinò
di Salisburgo.

Giugno
2015
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