Centro storico della città di Salisburgo
Austria

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1996

 

   

Castello del Mirabell

Come spesso nella storia di Salisburgo, anche il castello di Mirabell è stato costruito per un ecclesiastico che nella sua funzione di arcivescovo era anche, all’epoca, signore temporale del ricco arcivescovato di Salisburgo. Il principe arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau, nel 1606, fece costruire fuori dalla mura della città per Salome Alt, una giovane donna di famiglia borghese, una villa a cui diede il nome di “Altenau”. Salome Alt, figlia di Wilhelm Alt, stimato mercante e consigliere comunale, fu il grande amore di Wolf Dietrich, che da lei ebbe 15 figli di cui 10 sopravvissuti. Il palazzo di Altenau doveva essere degna residenza per amante e figli, che normalmente erano esclusi da molti avvenimenti di società, in quanto Wolf Dietrich, da ecclesiastico, non poteva sposare la sua Salome e i figli nati da questa unione erano considerati illegittimi.

Il suo attuale nome il castello lo ha avuto dal successore di Wolf Dietrich, Markus Sittikus (1612-1619), che, alla morte di Wolf Dietrich – che nel 1612 era stato costretto ad abdicare e poi tenuto prigioniero sulla Fortezza fino alla morte – fece cambiare il nome del castello in Mirabell. Il principe Paris conte Lodron (1619-1653), con la costruzione dei nuovi bastioni della città, racchiuse anche palazzo e giardini all’interno delle mura cittadine. Questo palazzo, che era uno dei luoghi preferiti di questo principe, fu anche il luogo in cui il 15 dicembre 1653 morì.

Il principe arcivescovo Franz Anton principe di Harrach tra il 1721 e il 1727 fece ampliamente ristrutturare il palazzo dal noto architetto barocco Lukas von Hildebrandt. 

Durante il grosso incendio del 30 aprile del 1818 il castello è stato gravemente danneggiato. Nell’incendio furono distrutti, tra l’altro, gli affreschi di Johann Michael Rottmayr e Gaetano Fanti. Le fiamme, invece, hanno fortunatamente risparmiato la grande scala di marmo che conduce ai piani superiori e la sala dei marmi.

Mirabell6.jpg (193728 byte)Mirabell_Interno.jpg (67614 byte)Il suo attuale aspetto, piuttosto semplice, è stato dato al castello da Peter de Nobile, architetto di corte e direttore della scuola di architettura di Vienna. 

Il fasto e lo splendore del passato possono essere ancora intuiti in certi dettagli, come nelle cornici Mirabell4.jpg (296852 byte) delle finestre, nei capitelli, negli stucchi.

Uno dei più grossi tesori d’arte del palazzo di Mirabell è rappresentato dalla scala di Lukas von Hilldebrandt. La balustrata di marmo è ornata da graziosi angioletti. Le sculture nelle nicchie, di Georg Raphael Donner (1726), sono tra le opere più belle del barocco europeo.

L’ex salone delle feste del principe arcivescovo, la sala dei marmi, è considerata oggi una delle più belle sale per matrimoni del mondo. Vi hanno suonato Leopold Mozart e i suoi figli, Wolfgang e Nannerl, anche se, all’epoca, non in occasione di un matrimonio ma durante i banchetti di corte. Il salone, oggi, viene utilizzato anche per convegni, cerimonie e concerti ricchi di atmosfera (Salzburger Schlosskonzerte).  

Al centro del giardino l'alto getto d'acqua della fontana è circondato da quattro statue di marmo. Le statue simboleggiano i quattro elementi della natura messi in relazione a personaggi mitologici. Le sculture sono state realizzate da Ottavio Mosto nel 1690.

Nella sua lunga storia il castello di Mirabell ha ospitato spesso personalità famose. Il 1° luglio del 1815, allorché Salisburgo, per un breve periodo, fece parte della Baviera, nel castello di Mirabell è nato il principe Otto di Baviera, più tardi re di Grecia. L’anno seguente Salisburgo tornò all’Austria, ed il castello divenne, come residenza estiva, di proprietà imperiale. 

Per 12 anni, tra il 1851 e il 1863, vi ha risieduto il principe arcivescovo cardinale Maximilian Josef von Tarnóczy. Per 4 anni, dal 4.9.1854 al 12.1.1858, vi ha vissuto, ospite di sua maestà, e vi è poi anche morto, Joachim Haspinger, famoso padre cappuccino e compagno di lotta di Andreas Hofer, il noto patriota tirolese: nel cortile del castello gli è dedicata una lapide commemorativa. Oggi nel castello si trovano gli uffici del sindaco di Salisburgo e di alcuni assessorati.

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Casa natale di Mozart

La famiglia Mozart è vissuta in questa casa dal 1747 al 1773 e qui è anche nato Wolfgang Amadeus. Oggi l’appartamento della famiglia Mozart è un museo in cui sono esposti famosi pezzi. Tra gli altri si può vedere il violino da bambino del famosissimo, geniale musicista, inoltre il suo violino da concerto, il suo clavicordo, il suo pianoforte a martelli, ritratti e lettere della famiglia Mozart.

Già il 15 giugno1880 l’allora Fondazione internazionale Mozart ha aperto questo museo. Negli ultimi anni il museo è stato ristrutturato e ampliato in modo sistematico. Ogni anno migliaia e migliaia di visitatori di tutto il mondo passano per questo luogo commemorativo del grande compositore. Gli strumenti musicali sono stati donati alla Fondazione internazionale Mozarteum dalla vedova Mozart, Constanze Nissen (1762-1842), e dai suoi figli, Carl Thomas (1784-1858) e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844). Nel 1994 l’appartamento di Mozart è stato restaurato con grande cura. Il museo è stato nuovamente allestito secondo le tecniche museali più moderne per salvaguardare i preziosi pezzi esposti.

Per 26 anni la famiglia Mozart è vissuta al terzo piano di “casa Hagenauer”. Il proprietario, il grossista e mercante di spezie Johann Lorenz Hagenauer (1712-1792), era un buon amico della famiglia Mozart. Il suo nome è ricordato anche in città: la piazza davanti alla casa dei Mozart ne porta il nome e un caffè sulla piazza dell’Università ricorda l’amico della famosa famiglia di musicisti.

Nella parte posteriore della casa, quella che si affaccia sulla piazza dell’Università, nell’ex appartamento della vicina dei Mozart, Babette von Moll, nel 1985, con oggetti messi a disposizione da privati, è stato arredato un appartamento borghese di Salisburgo ai tempi di Mozart.

Oltre a mobili ed oggetti di uso quotidiano vengono affrontati tre temi: “Mozart e l’Università di Salisburgo”, “L’amicizia tra Mozart e famiglie salisburghesi” e “Musica religiosa e venerazione dei santi”. Il secondo piano è dedicato al tema “Mozart e il teatro”. 

In numerosi diorami viene illustrata la storia della recezione dell’opera di Mozart. Modelli di palcoscenici tra il XVIII e il XX sec. presentano le diverse forme d’interpretazione. Al primo piano della casa la Fondazione internazionale Mozarteum presenta ogni anno nuove mostre sui vari aspetti del tema “Mozart”.

Wolfgang Amadeus Mozart, musicista di principi vescovi e imperatori, massone, cosmopolita, burlone e "forse il più grande genio della storia umana", è di casa in tre città. A Vienna visse all'apice della sua carriera e a Praga la sua musica venne amata nel modo più fervido.

Ma fu Salisburgo, la città dove nacque il 27 gennaio 1756 (morì a Vienna il 5 dicembre 1791), a dargli l'impronta più forte. Da Salisburgo partì più volte, sin da ragazzo, con il padre Leopold, per tournee europee, meravigliando sovrani e principi con la sua capacità di suonare, cantare, comporre e improvvisare. Sempre a Salisburgo, appena tredicenne, venne nominato primo violino della cappella di corte.

I suoi primi capolavori, che vennero accolti in tutta Europa con intensa partecipazione, furono composti innanzitutto nella sua città natale, senza interruzione, fino alla sospensione dai servizi della curia arcivescovile nel 1781. Il "maestro di tutti i maestri", come lo definì Friedrich Guida, contribuì alla fama mondiale della città sul fiume Salzach. La casa in cui nacque, nella Getreidegasse, la casa di residenza nella Makartplatz, la "casetta del flauto magico" nel giardino del Mozarteum e il suo monumento sono venerati ogni anno da schiere di estimatori provenienti da tutto il mondo.

Il 15 giugno del 1880 la Fondazione Internazionale di Mozart allestì per la prima volta una museo nella Casa natale di Mozart. Nel corso degli ultimi decenni questo luogo è stato sistematicamente trasformato e rinnovato divenendo un punto d’incontro culturale che attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti dal mondo intero. I visitatori vi possono ammirare gli spazi originali in cui visse Mozart che custodiscono, fra l’altro, strumenti storici, documenti ufficiali, effetti personali e la maggioranza dei ritratti dipinti nel periodo della sua vita – come ad esempio il dipinto ad olio del 1789 rimasto incompiuto “Mozart al pianoforte”, opera del cognato di Mozart Joseph Lange. Fra gli oggetti esposti più famosi figurano il violino di Mozart bambino, il suo violino da concerto, il clavicordo, il pianoforte a martelli, ritratti e lettere della famiglia Mozart.

Gli strumenti musicali esposti nella Casa natale di Mozart, appartenuti alla vedova di Mozart Constanze Nissen (1762-1842) e ai suoi figli Carl Thomas (1784-1858) e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844) sono oggi proprietà della Fondazione Internazionale Mozarteum. Nel 1994 l’architetto viennese Elsa Prochazka ha curato un ampio restauro ed un allestimento completamente nuovo dell’appartamento di Mozart, dotandolo delle tecniche più moderne per preservare gli oggetti esposti da eventuali danni.

Nel 1985, nella parte posteriore dell’edificio rivolta verso l’Universitätsplatz, è stato allestito un “appartamento borghese salisburghese come ai tempi di Mozart” con l’aiuto di prestiti di privati. L’appartamento ospitava un tempo Babette von Moll, la vicina di Mozart e zia del famoso geologo e naturalista salisburghese Karl Ehrembert von Moll (1760-1838). Oltre all’arredamento e ad oggetti di uso quotidiano vi si documentano tre temi: “Mozart e l’università di Salisburgo”, “L’amicizia fra Mozart e alcune famiglie salisburghesi” e “La musica sacra ed il culto dei santi”.

Il secondo piano è dedicato al tema “Mozart a teatro”. In numerosi diorami (dei palcoscenici in miniatura) viene illustrata la storia della ricezione delle opere di Mozart. Modelli di palcoscenici, dal tardo Settecento fino al XX° sec., documentano le svariate forme di interpretazione. Dal 1981 il primo piano della casa natale di Mozart ospita ogni anno delle esposizioni straordinarie curate dalla Fondazione Internazionale Mozarteum aventi sempre come argomento “Mozart”.

Le tre mostre “Vita quotidiana di un bambino prodigio”, “Mozart a teatro” e “I Mozart – una famiglia si presenta” sono state ideate ed allestite da Thomas Wizany, architetto e caricaturista del quotidiano Salzburger Nachrichten. Nelle mostre spiccano gli strumenti originali di Mozart e i ritratti autentici. Vi sono esposti inoltre mobili e oggetti di uso quotidiano risalenti ai tempi di Mozart.

Le chiese di Salisburgo

Nella città vecchia di Salisburgo si trovano non meno di due dozzine di chiese, il che ha regalato a Salisburgo il nomignolo di "Roma del Nord". Altrettanto spesso la città viene definita come "città barocca", ed in effetti la maggior parte degli edifici sacri sono stati costruiti nello spirito di questo stile o, nel caso di San Pietro, resi barocchi in un periodo successivo.

Un capolavoro del barocco e uno dei più begli edifici dell'Europa centrale è la chiesa del Collegio o dell'Università, progettata dall'architetto viennese Johann Bernhard Fischer von Erlach. Questo stesso architetto ha realizzato anche la chiesa della Trinità e la chiesa di San Marco, o delle Orsoline, nella Gstättengasse, mentre Giovanni Gaspare Zucalli ha costruito la chiesa di San Gaetano e la chiesa di S. Erhard, a Nonntal. Chiese che sono state trasformate secondo criteri barocchi, ma le cui origini risalgono in parte fino al romanico sono: San Michele, sulla piazza della Residenza, la chiesa degli Agostiniani, nel quartiere di Mülln, e San Sebastiano nella Linzegasse.

A Salisburgo troviamo, comunque, anche notevoli esempi di gotico: il campanile della chiesa dei Francescani è stato riportato alle sue originarie forme gotiche e ben spicca nella silhouette di Salisburgo; origini gotiche hanno anche la chiesa conventuale di Nonnberg, quella di San Giorgio, sulla Fortezza, e la chiesa di San Biagio, in fondo alla Getreidegasse.

Chiesa e Cimitero di San Pietro

La prima abbazia venne costruita intorno al 700, all’ epoca in cui Salisburgo era ancora conosciuta con il suo nome latino, Juvavum, per opera del frate missionario Hroudbert, detto Rupert. Un incendio distrusse il primo edificio nel 1127. Tre anni dopo venne costruita una nuova basilica, in stile romanico, a tre navate.

Nei secoli successivi la basilica subì numerose modifiche e adattamenti ai nuovi stili dell’ epoca. Nel 1240 venne costruito il portale in stile romanico, mentre è del 1319 la cappella di San Veits, il più antico esempio di gotico presente nella città di Salisburgo.

Due grandi candelabri in bronzo, in stile rinascimentale, furono donati all’abbazia dall’arcivescovo Wolf Dietrich nel 1619. Lo stile barocco di oggi fu dato alla chiesa dall'abate Beda Seeauer tra il 1760 e il 1782. Lo stile settecentesco si esprime sopratutto nell’ampio numero di altari, mentre l’aspetto dell’interno della chiesa rimane visibilmente romanico. La stretta navata centrale accentua lo slancio verso l'alto delle strutture architettoniche. 

La cupola, simbolo del cielo, racchiude la rappresentazione delle otto beatitudini e dei quadri degli angeli, irradiati nella lanterna del S. Spirito. Gli affreschi della volta, realizzati da Franz Z. Konig, rappresentano scene della vita di S. Pietro: la Liberazione di S. Pietro per mezzo dell'angelo, la Consegna delle chiavi, S. Pietro cammina sulle acque.

L'altare maggiore è stato costruito secondo il progetto di Lorenz Hombler dallo scapellino Johann Hogler, e risale al 1777-78. Del XVIII secolo sono anche molte dei dipinti degli altari, spesso opera di Martin Johann Schmidt, chiamato anche “Kremser-Schmidt”, uno dei maggiori pittori d’altare del settecento. . Il tabernacolo ligneo apparteneva già  al precedente altare maggiore (1628) di Hans Waldbunger. La balaustrata in marmo risale al 1680. Eccezionale l'organo principale in stile rococò finemente intarsiato e decorato in oro. 

In una delle cappelle laterali, situate sulla destra, si trovano un memoriale di Johann Michael Haydn, una targa commemorativa di marmo in memoria di Nannerl Mozart (sorella di Amadeus) e la tomba di Hans Werner von Raitenau, padre dell’ arcivescovo Wolf Dietrich. L'abbazia è strettamente intrecciata con la storia musicale di Salisburgo.

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Nel 1769 un Mozart ancora tredicenne, compose la “Messa Domenicana per l’abbate Hagenauer”. Nel 1783 sempre Mozart diresse personalmente la sua famosa Messa in MI-Minore. Nel 1782 Johann Michael Haydn compose per l’abbazia la “Messa Rupert”.

Il Cimitero di San Pietro, situato dietro al monastero omonimo, è uno dei cimiteri più antichi del mondo ed è ancora molto ben conservato. La sua forma attuale risale al 1627. Le arcate sono state costruite nel 1626 da Christoph Gottsreiter, con belle griglie a spirale e rombi. Da notare le arcate 15 e 16 per la pittura delle volte risalente al 1630, e sempre la 16 per la cripta degli Hagenauer (Lorenz Hagenauer era il proprietario della casa della famiglia Mozart). Una delle attrazioni principali sono le così dette “catacombe”, tombe scavate nella roccia.

Chi si avventura tra le sepolture, può divertirsi a scovare l’ultima dimora di personaggi illustri qui sepolti. Tra questi: Santino Solari (architetto preferito dai principi arcivescovi della sua epoca costruì la nuova Cattedrale di Salisburgo e il Castello di Hellbrunn); Nannerl Mozart (Sorella di Amadeus); Lorenz Hagenauer (amico e protettore della famiglia Mozart); Michael Haydn (fratello minore di Joseph Haydn); Paul Hofhaimer (organista e compositore); Sigmund Haffner (benefattore e amico della famiglia Mozart, ricordato nelle composizioni: “Serenata Haffner” e “Sinfonia Haffner”); Richard Mayr (Cantante lirico); Harry Collins (Ultimo comandante delle forze alleate occupanti e cittadino onorario).

La chiesa del Collegio

Fin dal 1623 si era sentita la necessità di dotare la città di Salisburgo di un impianto universitario, ma il progetto di Paris Lodron, principe arcivescovo in quegli anni, rimase senza compimento per circa 70 anni.

Fino alla costruzione della chiesa universitaria, infatti, gli studenti e i professori si riunivano nella così detta Aula Accademica, l’ unico luogo preposto all’insegnamento universitario. Sarà il principe arcivescovo Archbishop Johann Ernst von Thun a stanziare i lavori per la costruzione della nuova chiesa universitaria nel 1964. Il progetto venne affidato al noto architetto barocco Johann Bernhard Fischer von Erlach. I lavori di completamento richiesero ben otto anni e lo stesso von Erlach non vide il proprio capolavoro finito, essendo stato colto da cecità prima del termine.ChiesaCollegio2.JPG (147571 byte)

Ad una progettazione travagliata, seguì una storia movimentata. Durante l’invasione napoleonica del 1800, la Chiesa del Collegio venne trasformata in fienile (come si suol dire dalle stelle alle stalle). Nel 1810 la chiesa del collegio perse la sua funzione principale. Sotto l’impero Austro ungarico venne utilizzata come scuola secondaria e come chiesa militare. Nel 1922 la chiesa del collegio venne utilizzata come sede della première di Hugo von Hofmannsthal “Il Grande Teatro del Mondo“

Solo nel 1964, con la riapertura dell’Università, la Chiesa del Collegio ha riacquistato la sua funzione principale.

Le cappelle all’interno della chiesa sono dedicate ai santi patroni delle discipline insegnate nell’ università: Teologia – San Tommaso d’Aquino, Giurisprudenza – Sant’Ivo, Medicina – San Luca, Filosofia – Santa Caterina

Chiesa dei Francescani

Stretta tra le vecchie case vicine, all’angolo tra Franziskanergasse e Sigmund-Haffner-Gasse, la chiesa dei Francescani di Salisburgo non è così facile da trovare. Una piccola placca appesa sul muro ne anticipa l’ingresso. Nella chiesa dei Francescani, le note dell’organo laterale attraversano la navata e arrivano all’altare: musica celestiale che penetra la fine bellezza barocca e regala un senso divino.

In luogo dell'attuale chiesa dei Francescani probabilmente, già agli inizi dell'VIII secolo, si trovava un battistero e chiesa sinodale. La futura chiesa dei Francescani di Salisburgo, Franziskaner Kirche in tedesco, fu dedicata alla Vergine Maria e servì come parrocchia sino al 1635.

Nel 1642 fu poi ceduta all’ordine fondato da San Francesco. Nel XVIII secolo, il grande architetto e scultore austriaco Johann Bernhard Fischer von Erlach (1656-1723), ne ridisegnò gli interni in stile barocco.

La navata tardo romanica fu edificata nel XII secolo, il coro, con le sue cinque possenti colonne, nella prima metà del XV secolo. 

Ha nove cappelle decorate in stile barocco realizzate nel XVIII secolo da Johann Bernhard Fischer von Erlach. L’altare maggiore della chiesa dei Francescani di Salisburgo è di marmo rosso e oro.

Dietro ce ne è un altro, in marmo alato del 1561. Sopra, al centro, si trova una statua della Madonna che risale al periodo tardo gotico (1495-1498) ed è stata scolpita da Michael Pacher del Tirolo.

Sulla scala del pulpito c’è un leone in marmo del XII secolo: l’animale sovrasta un uomo che con tutte le sue forze spinge la spada nel ventre del felino. Mentre sto per uscire, l’organo smette di suonare. Nella chiesa dei Francescani tutto è pace.

Dato che l'antico campanile gotico era più alto di quello del duomo l'arcivescovo Kuenburg nel 1670 lo fece "accorciare" e fece sostituirne il tetto con uno barocco. Nel 1866/67 questa bruttura fu rimossa e la torre riprese le sue forme gotiche.

  
Castello di Hellbrunn

Nel 1612, pochi mesi dopo la sua ascesa al trono, il principe-arcivescovo salisburghese Markus Sittikus von Hohenems diede l’incarico di far costruire una residenza di campagna ai piedi del monte di Hellbrunn ricco di acque. Markus Sittikus, grande appassionato dell’arte e della cultura italiane, affidò l’incarico di costruire una "Villa suburbana" al famoso architetto del Duomo Santino Solari. 

Avrebbe dovuto realizzare una residenza estiva il cui splendore assomigliasse ai suoi magnifici modelli d’oltralpe. Dopo un periodo di costruzione relativamente breve ne risultò un capolavoro architettonico a sud di Salisburgo considerato fino ad oggi uno degli edifici rinascimentali più splendidi a nord delle Alpi: la residenza estiva di Hellbrunn con i suoi straordinari giochi d’acqua.

Fin dall’inizio l’acqua è stata l’elemento determinante nella concezione architettonica del castello. Le numerose sorgenti del monte di Hellbrunn infondono un’atmosfera briosa all’imponente tenuta. Nascoste nella verde ombra di cespugli ed alberi oppure sotto forma di spruzzi che scaturiscono da nascondigli insospettati – da quasi quattro secoli i giochi d’acqua sono l’attrazione di spicco degli svaghi di Hellbrunn.

Vi si possono rivivere in maniera quasi immutata i divertimenti di un tempo degli arcivescovi: grotte mistiche e misteriose, giochi meccanici frutto dell’ingegneria idraulica, fontanelle che spruzzano acqua ad ogni angolo del castello. Gli ospiti nobili erano confrontati con l’alternarsi continuo di ombra e luce, di spavento ed allegria – la fantasia degli artisti ed architetti era illimitata. Solo in rare occasioni Hellbrunn fungeva da residenza arcivescovile. Il castello, dotato di sale sontuose, di incantevoli giardini e di straordinari giochi d’acqua, veniva usato principalmente per ospitare grandi celebrazioni e feste, eventi spettacolari e manifestazioni culturali di spicco.

L’ampio parco venne trasformato intorno al 1730 secondo i progetti dell’ispettore dei giardini Franz Anton Danreiter ed adattato al "nuovo" stile dell’epoca. Le statue raffiguranti divinità ed eroi del parco risalgono all’inizio del Seicento.

Nel grande parco attorno al castello sono disseminate numerose fontane, ancora funzionanti, che l'arcivescovo fece posizionare con l'intento di fare arguti scherzi agli ospiti della sua residenza e che ancora oggi sono utilizzate per sorprendere e divertire i numerosi visitatori.

La più celebre di esse è posizionata in corrispondenza del tavolo per i banchetti, formato da un grande tavolo di pietra e da numerosi sedili anch'essi di pietra. Marco Sittico amava attivare i getti d'acqua improvvisamente alla fine del pasto, per sorprendere i suoi ospiti; la particolarità di questa fontana è che solo i convitati si bagnavano, mentre il capotavola rimaneva asciutto.

Nel giardino vi è anche una grotta artificiale, immancabile per una residenza di epoca barocca; anche all'interno di essa furono preparati alcuni scherzi, prevalentemente sottoforma di improvvisi spruzzi d'acqua provenienti dalle pareti, ma la cosa più interessante della grotta è la fontana dove si trova una corona che viene fatta salire e scendere molto rapidamente attraverso improvvisi schizzi d'acqua per simboleggiare i potere che va e viene nei secoli.

Oltre agli scherzi, nella reggia l'acqua è utilizzata anche per muovere numerose figure in legno, creando scene che ritraggono il lavoro o gli scherzi di uomini e donne dell'epoca; la scena più maestosa è quella realizzata sotto forma di un teatro meccanico in miniatura, un imponente congegno automatico con musica e alcune centinaia di figure animate soltanto attraverso lo scorrere dell'acqua; il teatro è una costruzione successiva all'epoca del fondatore, risalente al 1750.

 

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Markus Sittikus fece adattare anche la cava di pietra di Hellbrunn ai suoi scopi. E’ così nato un teatro che oggi è noto sotto il nome di Teatro nella roccia. Oggi è il più antico palcoscenico all’aperto in Europa. Mentre ai tempi degli arcivescovi questo teatro all’aperto veniva spesso utilizzato per spettacoli, oggi solo raramente vi si tengono rappresentazioni. Il palcoscenico, scavato nella roccia, può essere interessante da vedere e gli intricati corridoi costituiscono per i bambini un paradiso per giochi e “arrampicate”.

Sul Monte di Hellbrunn si trova anche il cosiddetto “palazzetto di un mese”, il cui vero nome è Waldems e che deve il suo nomignolo alla spettacolare durata della sua costruzione. E’ stato costruito nel 1615 in soli pochi mesi per l’arcivescovo Markus Sittikus. Si vocifera che l’arcivescovo abbia avuto ragioni piuttosto terrene per la costruzione, cioè che abbia fatto realizzare questo edificio con la magnifica vista sul parco per la sua amante. Oggi ospita la raccolta di arte popolare del Museo Carolino Augusteum. Le tradizioni salisburghesi sono tema dell’esposizione. Si possono ammirare stupendi costumi salisburghesi, oggetti legati alle tradizioni e alla religiosità popolari. Inoltre la mostra è completata da esempi di arredamento, medicina e vita quotidiana popolari.

Oggi, come allora, questo meraviglioso impianto con castello, aranceto, teatro nella roccia, giochi d’acqua, parco e “palazzetto di un mese” richiama visitatori ad Hellbrunn. Vi sono benvenuti non solo turisti e ospiti della città. La sfarzosa cornice del castello è ancora oggi palcoscenico per avvenimenti di società, seminari, congressi, mercatino d’Avvento, feste, matrimoni e ricevimenti. E i visitatori odierni non rimangono meno impressionati degli ospiti di Markus Sittikus che li invitava qui per brevi gite, cacce e spumeggianti feste.

Castello di Klessheim

Il castello di Klessheim è un palazzo barocco situato a 4 km a ovest di Salisburgo, nel comune austriaco di Wals-Siezenheim. Un tempo residenza estiva degli arcivescovi di Salisburgo, oggi la struttura ospita un casinò.

Originariamente chiamato Kleshof, il castello si presentava come una piccola casa di campagna che venne acquistata nel 1690 dall'arcivescovo di Salisburgo, Johann Ernst von Thun. L'architetto Johann Bernhard Fischer von Erlach ebbe il compito di convertire lo stabile in un grande castello per la villeggiatura del principe-arcivescovo a partire dal 1700 ma dopo la morte del prelato nel 1709 il suo successore, Franz Anton von Harrach fermò i lavori per favorire la costruzione del castello di Mirabell. L'arcivescovo Leopold Anton von Firmian, che fece anche costruire il castello di Leopoldskron, terminò il castello di Klessheim, incluse le stanze interne e i giardini. Alla fine del XVIII secolo l'arcivescovo Hieronymus von Colloredo fece rifare il parco con uno stile all'inglese.

Dopo la secolarizzazione del principato arcivescovile di Salisburgo assieme alla dissoluzione del Sacro Romano Impero nel 1803, il castello di Klessheim passò alla dinastia degli Asburgo d'Austria. Nel 1866 divenne residenza permanente dell'arciduca Ludovico Vittorio d'Asburgo-Lorena (1842-1919), fratello minore dell'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria, il quale fece estendere ulteriormente il castello su progetto di Heinrich von Ferstel e qui morì nel 1919. I suoi eredi, successivamente, vendettero la struttura allo stato federale di Salisburgo.

Dopo l'Anschluss del 1938, Adolf Hitler, quando si recava alla sua residenza di Berghof (non lontano dal luogo in cui sorge il castello) era solito convocare nelle stanze del palazzo delle conferenze e ospitare personalità d'eccezione quali Benito Mussolini, Miklós Horthy, Ion Antonescu, Jozef Tiso e Ante Pavelić. Mentre Horthy soggiornava a Klessheim, Hitler il 19 marzo 1944 diede ordine segretamente di far iniziare l' Operation Margarethe per occupare l'Ungheria con l'intento di forzare la deportazione degli ebrei ungheresi nel campo di concentramento di Auschwitz. Fu durante l'occupazione nazista che il castello venne decorato con alcune statue realizzate in arenaria che ancora oggi rimangono a testimonianza di quell'epoca.

Dopo la guerra, il castello venne sottoposto ad un'attenta opera di restauro. Durante la Guerra Fredda il governo austriaco, rimasto neutrale al conflitto, ebbe modo di organizzare qui diverse conferenze con ospiti d'eccezione quale il presidente Richard Nixon il 20 maggio 1972. Dal 1993 la struttura è sede del casinò di Salisburgo.

Giugno 2015

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