Salisburgo è una città
dell'Austria
centro-settentrionale, conosciuta nel mondo per la sua architettura
barocca italianeggiante e per
il suo rapporto con la musica.
La città è situata sulle rive del fiume
Salzach, ai confini
settentrionali delle Alpi. Il
centro cittadino, chiamato la
"Città Vecchia" è
dominato dalle torri e dalle
cupole barocche delle chiese e
dai fastosi palazzi,
progettati da architetti anche
italiani su commissione di
alcuni principi-vescovi nel
Seicento. Salisburgo è
circondata, anche se sarebbe
meglio dire che è stata
costruita nell'avvallamento,
da due piccole montagne, il Mönchsberg
e il Kapuzinerberg. Su
quest'ultima è stata
costruita un'imponente
fortezza (Hohensalzburg)
in pietra bianca, cinta da
grossi bastioni. Questa
fortezza, in cui si
rifugiavano i vescovi in tempi
di pericolo, per lungo tempo
è risultata inespugnabile.
Oggi vi si può accedere a
piedi o mediante una
funicolare.
Tracce di insediamenti nell'area dell'attuale
Salisburgo sono state
documentate fino dal
Neolitico; si pensa divenne in
seguito un accampamento
celtico. A partire dal 15 a.C.
le piccole comunità
confluiscono nel centro
abitato, passato nel frattempo
ai Romani, sulle rive del
fiume Salzach, chiamato Juvavum,
che nel 45 d.C. ottiene
diritti di municipalità.
Juvavum divenne un'importante
città romana della provincia
del Noricum.
Intorno al 400 ci sono testimonianze della
fondazione di un monastero.
Proprio la presenza della
cristianità fece sì che
qualche secolo più tardi, nel
699, il vescovo Rupert von
Salzburg ricevesse in dono il
centro dal Duca di Baviera. Il
nome "Salzburg" (Salisburgo)
per riconoscere la città
viene nominato per la prima
volta nel 755 e deriva
dall'economia portante della
città, l'estrazione di sale
dalle miniere di salgemma
delle vicine montagne,
collegate alla città dal
fiume Salzach. Salzburg
in tedesco significa
letteralmente Castello del
sale e lo stesso fiume che
attraversa la città ha un
significato affine a Via
del sale. Nel 739
Salisburgo diviene
arcidiocesi, responsabile
anche della Baviera. Il 20
aprile 798 Papa Leone III la
nomina Arcidiocesi dietro
richiesta del re dei Franchi
Carlo Magno. Come provincia
della Chiesa comprendeva quasi
tutto il territorio della
Baviera e gran parte
dell'odierna Austria.
Nel 1077 inizia la costruzione, da parte
dell'arcivescovo Gebhard von
Helfenstein, del fortilizio
che diverrà nel corso dei
secoli la fortezza di
Hohensalzburg (Alta
Salisburgo). Nel 1166
l'imperatore Federico
Barbarossa mette al bando
l'arcivescovado, in quanto
l'arcivescovo Corrado II è
subentrato al comando della
Signoria di Salisburgo. Un
anno più tardi la città
viene distrutta quasi
completamente da un incendio
provocato dai fautori della
causa imperiale. Negli anni
1200-1246 l'arcivescovo
Everardo II, esponente di
spicco del partito
dell'imperatore, riesce a
costruire un'area sotto
l'esclusivo controllo
arcivescovile, quasi fosse un
principato religioso. Un
secolo più tardi (1348) la
Peste nera uccide quasi un
terzo della popolazione
cittadina. Verso la fine del
XIV secolo la città si rende
definitivamente indipendente
dalla Baviera.
Nel 1481 l'imperatore Federico III garantì
alla città di Salisburgo il
diritto di libera scelta del
consiglio cittadino e del
borgomastro. Nel 1511
l'arcivescovo Leonhard von
Keutschach dirime con la
violenza la controversia che
lo contrapponeva alla città:
imprigiona borgomastro e
consiglio cittadino e priva la
città dei sui privilegi. Nel
1525 scoppiò la cosiddetta
"Guerra dei Contadini di
Salisburgo". I rivoltosi
occuparono la cittadella della
Residenza e assediarono per 3
mesi l'arcivescovo, trincerato
nella fortezza di
Hohensalzburg.
Nei decenni successivi
al 1600 la città venne
profondamente trasformata
secondo il barocco dagli
arcivescovi Wolf Dietrich von
Raitenau, Markus Sittikus
Conte di Hohenems e Paris
Conte di Lodron. Quest'ultimo
riuscì inoltre a mantenere la
città fuori dalla Guerra dei
Trent'anni, grazie alla sua
politica di neutralità.
Nel 1731 l'arcivescovo Leopold Anton Freiherr
von Firmian emanò la
cosiddetta "Patente di
Emigrazione", per i cui
effetti oltre 20.000
protestanti salisburghesi
dovettero abbandonare la loro
patria. Wolfgang Amadeus
Mozart nacque a Salisburgo nel
1756. Negli anni dal 1769 al
1781 rimase al servizio degli
arcivescovi della città. Dal
1772 al 1803, durante la
reggenza dell'arcivescovo
Hieronymus Conte Colloredo,
Salisburgo fu il centro di un
tardo Illuminismo. Il sistema
scolastico venne riformato
secondo l'esempio austriaco, e
numerosi artisti e scienziati
vennero convocati in città.

Il
principato era costituito da
vari distretti amministrativi:
Salzgau (Salisburgo), Salzach
(Tittmoning), Bischofshofen,
Pongau (Rastadt), Pinzgau (Zell),
Lungau (Mauterndorf), Zill (Mayrhofen),
Saalachertal (Saalfelden), e
le varie exclaves di Lauffen,
Mühldorf am Inn, castello di
Lavant in Carinzia, Altötting,
Millstadt nella valle della
Drava, Liebnitz in Stiria,
Freisach, Landsberg
Feldkirchen. L'arcivescovo era
con l'arciduca d'Austria
co-direttore del circolo
imperiale dell'Austria e aveva
il diritto di nominare il
vescovo della diocesi di
Chiemsee che ne era quindi
vassallo.
Il potere temporale dei
vescovi venne abolito con
l'ultima seduta (1803) del
Sacro Romano Impero della
Nazione Germanica, e dunque
anche quello degli arcivescovi
salisburghesi. Il Principato
secolarizzato di Salisburgo
venne così concesso nello
stesso anno al Granduca
Ferdinando III di Toscana, e
nel 1805 passò all'Austria
assieme a Berchtesgaden. Nel
1810 tornò alla Baviera, e
nel 1816, a seguito del
Congresso di Vienna, senza
Berchtesgaden e il Flachgau
occidentale rientrò nei
territori austriaci come parte
dell'Alta Austria. Nel 1850
Salisburgo, che fino ad allora
dipendeva da Linz, divenne
territorio indipendente della
corona d'Austria.
Nel 1921 vinsero i NO al referendum
sull'annessione alla Germania.
Nel giorno 13 marzo 1938
Salisburgo vede l'ingresso
delle truppe tedesche, in
seguito alla scelta di Adolf
Hitler di annettere l'Austria
al territorio tedesco. È l'Anschluss,
e l'inizio degli anni più
cupi della città barocca. Il
10 aprile 1938 è uno dei
giorni più bui della storia
moderna salisburghese:
referendum sull'annessione
forzata alla Germania, rogo
dei libri sulla piazza della
Residenza; arresto dei
cittadini ebrei e degli
oppositori politici;
distruzione della sinagoga.
Nel 1942 si ha l'istituzione
di alcuni Lager per i
prigionieri di guerra
sovietici e di altre
nazionalità, sia in città
che a St. Johann (Markt Pongau)
e un anno più tardi il
dirigente nazista Scheel fa
costruire un rifugio antiaereo
nella montagna cittadina.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, 15
bombardamenti di aerei
americani vengono effettuati
su Salisburgo. Il 46% degli
obiettivi sono distrutti o
danneggiati, con 7600
abitazioni, 14.563 sfollati e
oltre 550 morti. Viene colpita
soprattutto l'area della
stazione, ma anche il centro,
con la cupola del Duomo e
l'abitazione di Mozart.
Attacchi aerei anche su
Grödig, Hallein,
Bischofshofen, Schwarzach.
Il 4 maggio 1945 fecero ingresso
le truppe
americane dopo la resa
incruenta della città a opera
del Maggiore Lepperdinger. Gli
americani insediano il sindaco
Richard Hildmann, Adolf
Schemel come Presidente del
Land (regione). Fondazione dei
partiti politici SPÖ, ÖVP e
KPÖ; un'ondata di fuggiaschi
(tedeschi, ebrei, soldati in
fuga) si rifugia a Salisburgo,
e viene ospitata in baracche,
nei campi di prigionia e
alloggi d'emergenza.
Internamento dei nazisti nel
"Lager Glasenbach".
L'11 agosto 1945 ci fu la prima
edizione del
Festival di Salisburgo del
dopoguerra. Il 26 settembre
conferenza dei Länder
austriaci, Salisburgo è il
primo Land a volere la
ricostituzione della
Repubblica Austriaca e per il
riconoscimento del governo di
Renner a Vienna. Salisburgo e
l'Alta Austria costituiscono
la zona d'occupazione
americana in Austria, la sede
del comando è nella città.
Nelle prime settimane molti
edifici vengono abbattuti
dalle truppe d'occupazione,
che esercitano il controllo
totale, ma presto si passa a
una cooperazione con i
governanti locali. Esclusi
episodi sporadici, la
convivenza fra la popolazione
e le truppe americane non
presenta attriti di sorta.
Importanti aiuti finanziari
(piano Marshall), ma anche le
spese personali degli
occupanti portano ad una
rapida ripresa economica, e
danno a Salisburgo il
nomignolo "Occidente
Dorato", usato
soprattutto nell'Austria
orientale.

Cultura
e luoghi d'interesse
Lo splendore culturale e artistico di
Salisburgo si deve in buona
parte agli interessi dei
vescovi principi che ressero
le sorti cittadine tra il XVI
e il XVII secolo. Il primo di
essi fu il vescovo principe
Wolf Dietrich Von Raitenau,
che molto fece per l'arte e
ben poco per la fede, tanto da
essere malvisto a Roma negli
ambienti vaticani. Molto che
include l'ordine di appiccare
due incendi che
provvidenzialmente distrussero
alcune zone della città
lasciando campo libero alla
costruzione del Duomo e della
Residenz, il fastoso palazzo
vescovile.
Figlio di una
Medici, il vescovo era
cresciuto tra Roma e Pavia e
il suo passatempo preferito
era disegnare paesaggi e
architetture italiane: appena
salito al potere ecco quindi
la grande richiesta di orafi,
artigiani, scultori ed
architetti italiani che
arrivarono in questa città e
la cosparsero di cantieri. Per
la sua preferita (Salomè Von
Alt, dalla quale ebbe 12
figli) il vescovo ordinò la
costruzione dello splendido
castello di Mirabell appena
fuori Salisburgo. Von Raitenau
fu fermato da Massimiliano di
Baviera, con l'appoggio del
papa, processato per eresia e
condannato al rogo. Salito al
potere il nipote di Von
Raitenau, il vescovo principe
Markus Sitticus continuò
nell'opera iniziata dallo zio,
incaricando Santino Solari di
completare il duomo e
facendosi committente di una
reggia extraurbana, l'Hellbrunn
(fontechiara), circondata da
splendidi giardini
all'italiana, fontane, giochi
d'acqua e uno zoo, ancora oggi
attivo e molto visitato.
Tornando alla Città Vecchia,
è particolarmente
interessante osservare come
essa presenti il suo carattere
gotico contemporaneamente allo
splendente barocco di chiara
ispirazione italiana. La
cattedrale cittadina (Salzburger
Dom) è l'esempio più
fulgido: di origini romaniche
(terminata nel 744) fu
distrutta da un incendio nel
XVI secolo, ricostruita in 14
anni, dal 1614 al 1628 da
Vincenzo Scamozzi e dal già
citato Solari e affrescata dal
religioso pittore dei Servi di
Maria Donato Arsenio Mascagni.
- Fortezza
Hohensalzburg
Hohensalzburg è una fortezza
medievale che domina la città
di Salisburgo dall'alto del
Festungsberg. Con più di
7.000 metri quadrati di
superficie edificata (più di
14.000 metri quadrati se si
considerano anche i bastioni)
è una delle più grandi
fortezze d'Europa, che si è
conservata pressoché intatta.
Nel
1077 l'arcivescovo di
Salisburgo Gebhard fece
iniziare la costruzione di una
torre - che ancora oggi
costituisce il nucleo del
cosiddetto "piano
superiore" - di una
chiesa e di una struttura
destinata ad abitazione, nonché
di una cinta di mura. Poiché
però Gebhard fu costretto
all'esilio nel corso della
lotta per le investiture, la
costruzione venne portata a
termine dall'antiarcivescovo
di nomina imperiale, Berthold
von Moosburg e quindi
dall'arcivescovo Konrad von
Abensberg. Fra il XII e il
XIII secolo la fortezza, con
l'erezione della cinta delle
mura più esterne, assunse
l'aspetto attuale.
Nel
1462 l'arcivescovo Burkhard
von Weißpriach fece
rafforzare la cinta muraria
con quattro torri: la torre
della campana, la torre dei
trombettieri, la torre
dell'erba e la torre del
fabbro o dei detenuti.
Inoltre, la strada di accesso
orientale fu protetta con un
muro e nella parte meridionale
della fortezza venne eretto un
bastione.
Il
successore di von Weißpriach,
l'arcivescovo Bernhard von
Rohr, fece ristrutturare le
vecchie mura aumentandone
l'altezza e realizzare il
cosiddetto passaggio del
serpente, che serviva per
difendere il transito a est
verso il Nonntal e verso
l'abbazia di Nonnberg.
L'arcivescovo
Johann Beckenschlager trasformò
il "piano superiore"
in un edificio di quattro
piani, destinato ad
abitazione. Inoltre vennero
realizzati il primo arsenale e
un granaio. Su quest'ultimo si
trova ancor oggi lo stemma di
Beckenschlager ed è il più
antico stemma che si è
conservato nella fortezza di
Hohensalzburg.
Fra
il 1495 e il 1519
l'arcivescovo Leonhard von
Keutschach ampliò
ulteriormente la fortezza allo
scopo di dare un segno
tangibile della sua potenza.
Fece ingrandire il secondo e
il terzo piano del "piano
superiore" e fece
costruire un magazzino, che
prese il posto dell'antica
cappella.
Nel corso della sua
reggenza, la fortezza assunse
l'aspetto di un raffinato
palazzo tardogotico, come dimostrano
i sontuosi appartamenti
principeschi.


Allo
scopo di migliorare
l'approvvigionamento di acqua
in caso di assedio,
l'arcivescovo fece poi
costruire una nuova cisterna e
rinforzò alcune torri
esistenti. Sempre per volere
di Leonhard von Keutschach
furono realizzati il
cosiddetto Reißzug,
una funicolare per il
trasporto di merci, un
panificio e varie porte, come
la porta del cavallo e la
porta della catapulta.
Infine,
la torre dell'erba venne
dotata di un enorme organo
meccanico, che venne
battezzato con il nome di
"toro di
Salisburgo". Il denaro
per l'intensa attività
edilizia veniva in gran parte
dalle miniere di sale di Dürrnberg,
nonché da quelle dei monti
Tauri.
Sotto
la reggenza dell'arcivescovo
Matthäus Lang von Wellenburg
si verificarono una serie di
rivolte contadine, che a
Salisburgo raggiunsero il loro
apice fra il 5 luglio e il 31
agosto 1525, quando i
rivoltosi assediarono
l'arcivescovo rinchiuso nella
fortezza di Hohensalzburg.
Questo conflitto costituì il
maggiore pericolo corso dalla
fortezza durante la sua storia
quasi millenaria: essa
comunque rimase inespugnata.
L'arcivescovo
Wolf Dietrich von Raitenau
diede uno scarso contributo
all'ulteriore ampliamento
della fortezza, giacché egli
si dedicò quasi
esclusivamente ad una serie di
interventi edilizi nella città
di Salisburgo. Tuttavia il suo
destino fu molto legato alla
fortezza: nel 1611, infatti,
egli venne imprigionato dai
Bavaresi in una cella di
Hohensalzburg, dove rimase
fino alla morte.
All'epoca
della guerra dei trent'anni
l'arcivescovo Paris von Lodron
rinforzò la città di
Salisburgo con nuove ed estese
fortificazioni, coinvolgendo
anche la fortezza di
Hohensalzburg nel suo progetto
difensivo. Nel corso della sua
reggenza vennero così
costruiti nuovi poderosi
bastioni e vennero ampliati
alcuni dei bastioni esistenti.
In particolare, Paris von
Lodron fece realizzare una
serie di elementi difensivi
come protezione contro
l'artiglieria, che stava
diventando sempre più
potente, e fece rinforzare
tutte le mura difensive che
collegavano la fortezza con la
città di Salisburgo e con il
Mönchsberg.

Per
volere dell'arcivescovo
Maximilian Gandolph von Künburg,
nel 1681 fu eretto sul lato
nord il cosiddetto bastione
del fuoco, alto 30 metri e con
mura spesse parecchi metri.
Secondo
un inventario del 1790,
l'armeria della fortezza
conteneva allora più di 100
armature da cavaliere
complete, più di 1.100
corazze, lance e alabarde.
Inoltre c'erano 415 mortai,
460 cannoni di ferro e 130
cannoni di bronzo. Tuttavia la
maggior parte di questi
oggetti erano già allora dei
pezzi da museo.
Durante
le guerre napoleoniche la città
di Salisburgo non oppose
alcuna resistenza alle truppe
francesi guidate dal generale
Jean Victor Marie Moreau. La
fortezza di Hohensalzburg fu
consegnata agli invasori senza
combattere. Perciò essa non
venne abbattuta per ordine dei
Francesi, come accadde con la
fortezza di Graz.
A
causa del successivo abbandono
e di un incendio verificatosi
nel 1849, nel 1851 dovette
essere eseguito un corposo
restauro, che coinvolse in
primo luogo gli interni. Negli
anni seguenti la fortezza fu
utilizzata come deposito e
come caserma. Nel 1861
l'imperatore Francesco
Giuseppe I d'Austria decretò
ufficialmente la fine
dell'utilizzo di Hohensalzburg
come fortezza, anche se essa
continuò ad essere usata come
caserma.
Verso
il 1900 fu realizzata la
funicolare per il trasporto di
persone, che dapprincipio era
azionata con energia
idraulica. Nel XX secolo
l'edificio funse anche da
prigione, durante la prima
guerra mondiale per i
prigionieri di guerra italiani
e più tardi per gli attivisti
nazisti, prima dell'annessione
dell'Austria alla Germania.
Fra
il 1951 e il 1981 venne
eseguita una revisione statica
dell'intero complesso. Oggi la
fortezza, di proprietà
(fiduciaria) dello Stato
austriaco, è il simbolo della
città di Salisburgo e viene
usata essenzialmente per scopi
turistici.

La
fortezza consiste di vari
edifici e cortili interni. Gli
appartamenti del principe
arcivescovo sono situati nel
cosiddetto "piano
superiore".
Cappella
dell'arcivescovo Leonhard von
Keutschach -
Il soffitto della
cappella è decorato da una
volta riccamente adornata di
stelle. La parte interna della
porta d'ingresso è coperta di
stucchi. La cornice dipinta
mostra colonne rosse su un
alto plinto con capitelli
grigi. Lo stemma di Salisburgo
e quello di Leonhard von
Keutschach sono riprodotti sul
timpano, al di sotto della
mitria, della croce legatizia
e della spada. Una particolare
caratteristica dello stemma è
la rapa, simbolo che si può
trovare in parecchi luoghi
della fortezza come indizio
dell'attività edilizia
dell'arcivescovo von
Keutschach. Sulla parete
settentrionale della cappella
ci sono due aperture, che
rendevano possibile assistere
alle funzioni religiose dalla
stanza adiacente.
Salone
dorato -
A partire dal 1498 i
sontuosi locali destinati alle
funzioni governative vennero
realizzati al terzo piano
dell'edificio centrale. Gli
appartamenti privati
dell'arcivescovo si trovavano
al piano inferiore. Gli
ambienti ufficiali erano usati
essenzialmente per le funzioni
di rappresentanza e per le
feste. Il salone dorato è
decorato in maniera sfarzosa e
dimostra che la fortezza
serviva all'arcivescovo non
solo come rifugio in tempi di
crisi, ma anche come
residenza, quanto meno fino a
tutto il XVI secolo.
Al
fine di guadagnare più
spazio, l'arcivescovo fece
costruire quattro massicci
pilastri verso la parete
esterna di destra, creando così
una loggia interna. Come nelle
altre stanze, il soffitto è a
cassettoni; ogni cassettone è
decorato con bottoni dorati,
che simboleggiano le stelle
nel cielo.
Degna
di nota è la trave lunga 17
metri che sostiene il
soffitto. Su di essa sono
dipinti gli stemmi di Leonhard
von Keutschach insieme a
quelli del Sacro Romano Impero
e delle più potenti città
tedesche.

Stube
dorata -
La stube dorata è
l'ambiente più sontuosamente
arredato di tutti gli
appartamenti principeschi. Le
due pareti maggiori sono
occupate da panche riccamente
decorate con viti, grappoli,
foglie e animali. In origine
queste panche dovevano essere
coperte da stoffa o cuoio, ma
il rivestimento non si è
conservato. Notevole è la
stufa di maiolica che si trova
in un angolo della stanza,
decorata con formelle a
bassorilievo dipinte con
vivaci colori.
Camera
da letto -
La camera da letto è
l'ambiente più intimo degli
appartamenti principeschi.
L'elaborato rivestimento in
legno, che aveva anche la
funzione di isolare dal
freddo, è testimone
dell'antico splendore. La
parte superiore dei pannelli
è decorata con bottoni dorati
e rosette, mentre la parte
inferiore, che oggi appare
spoglia, era probabilmente
coperta con una tappezzeria di
cuoio o velluto. Una porta
cela un gabinetto, che
sostanzialmente è un buco nel
pavimento con una cornice di
legno.

- Duomo
Il
Duomo dei Santi Ruperto e
Virgilio è la cattedrale
cattolica della città di
Salisburgo, consacrata a
Ruperto di Salisburgo ed a
Virgilio di Salisburgo,
vescovi di questa sede.
La
cattedrale delimita tre vaste
piazze: Residenplatz e
Kapitelplatz, lungo i fianchi
e la Domplatz davanti alla
facciata che può accogliere
circa 10.000 persone. Sui
cancelli d'ingresso della
cattedrale, sono indicate le
date di tre consacrazioni
della chiesa: 774, 1628 e
1959.
La
prima basilica costruita era
in stile romanico ed era
ripartita in tre navate e fu
iniziata e portata a termine
dal vescovo san Virgilio, che
la consacrò il 25 settembre
774. La notte tra il 4 ed il 5
aprile 1167 scoppiò un grande
incendio che la distrusse
completamente: essa venne
ricostruita successivamente
sotto l'arcivescovo Corrado
III, con una struttura più
grande e a cinque navate,
facendo del duomo di
Salisburgo la cattedrale
ancora oggi più grande della
cerchia delle Alpi.
Dopo
un nuovo incendio della
cattedrale romanica nel 1598,
l'arcivescovo Wolf Dietrich
von Raitenau, vedendo che la
vecchia struttura era
fortemente danneggiata, diede
ordine di abbattere
completamente quello che era
rimasto della struttura
assieme a 55 case della città
al fine di creare una
cattedrale ancora più grande
e di ricavare lo spazio
necessario alla costruzione
della grande piazza antistante
la chiesa. La base della
cattedrale venne costruita
dall'italiano Vincenzo
Scamozzi ma il successore di
Wolf Dietrich, Markus Sitticus
von Hohenems assunse poi come
architetto Santino Solari che
decise di rimaneggiare
l'aspetto della cattedrale così
come progettato dal suo
predecessore riducendone
notevolmente anche le
dimensioni e la spesa. Questo
nuovo edificio venne
completato nel 1628 ed il 25
settembre di quello stesso
anno venne consacrato
dall'arcivescovo Paris von
Lodron.
Nel
1682 all'interno della
cattedrale, nell'ambito delle
celebrazioni per il 1100º
anniversario dell'arcidiocesi
di Salisburgo venne eseguita
per la prima volta la Missa
Salisburgensis a 53 voci.
Il
16 ottobre 1944 una bomba colpì
la cupola e parte del
transetto danneggiandoli e dal
1945 al 1959 i salisburghesi
furono impegnati nella
ricostruzione e nella
ristrutturazione del tempio.

La
cattedrale di Salisburgo ha
anche uno sfortunato primato,
quello di aver sostenuto nella
sua lunga storia ben 6
incendi:
-
1127: scoppiò un incendio che
distrusse parte della città,
la chiesa collegiata di San
Pietro e la cattedrale;
-
1167: incendio probabilmente
doloso che distrusse buona
parte della cattedrale;
-
1312: grande incendio che
sprigionò grande calore al
punto da fondere le campane;
-
1598: incendio nella notte tra
l'11 e il 12 dicembre. A
questo atto seguì la
ricostruzione barocca della
cattedrale;
-
1859: un altro incendio
scoppiato per la negligenza
prestata durante i lavori di
ristrutturazione della
soffitta;
-
1944: 16 ottobre, una bomba
americana colpì la
cattedrale. La cupola crollò.
La
facciata della cattedrale di
Salisburgo, nelle forme
composte del primo barocco, è
tripartita e realizzata in
marmo di Untersberger e
calcare a vista. Prima dei tre
portali che si aprono sulla
facciata della cattedrale si
trovano quattro grandi statue
raffiguranti i santi Pietro e
Paolo realizzati da Bernhard
Michael Mandl, mentre sui lati
si trovano San Roberto e San
Vigilio, coopatroni della
cattedrale. Dietro i quattro
personaggi principali è
l'ingresso della
cattedrale.
Le
tre porte in bronzo della
cattedrale sono state
realizzate tra il 1957 ed 1958
da Giacomo Manzù (Porta
dell'Amore), quella
centrale, da Toni Schneider-
Manzell (Porta della fede)
quella di sinistra e da Ewald
Mataré (Porta della
Speranza), quella di
destra.
Nella
balaustra che si trova al
secondo ordine, si trovano le
statue dei quattro evangelisti
mentre sopra il timpano della
finestra si trovano il Leone e
il Capricorno, gli animali che
compaiono degli stemmi
araldici di Paris von Lodron e
di Markus Sittikus von
Hohenems.
Sopra
la finestra centrale si
trovano due angeli che tengono
una corona. Sul frontone della
cattedrale si trovano sulla
sinistra Mosè con le tavole
delle leggi, a destra Elia e
in centro la statua di Cristo
Salvatore. Queste tre figure
sono state realizzate intorno
al 1660 da Tommaso da Garona.
La
facciata accoglie ai lati due
torri campanarie, alte 82 m.,
edificate nel 1655, tripartite
a loro volta come la
cattedrale. Al secondo ordine
si trova per ogni torre un
orologio.
La
Marienglocke e la Virgilglocke
sono le campane più antiche
ancora oggi presenti nel
concerto campanario della
cattedrale e vennero
realizzate in coincidenza con
la ricostruzione barocca della
cattedrale.
Il
24 settembre 1961 vennero
consacrate altre nuove campane
realizzate a Salisburgo tra
cui la Salvatorglocke una
delle più grandi campane al
mondo e la seconda più grande
d'Austria dopo quella del
duomo di Vienna. Tutte le
campane hanno un peso
complessivo di 32.443 kg.
-
Salvatorglocke (1961),
realizzata da Franz Oberascher,
2790 mm di diametro,
14.256 kg, torre Nord,
iscrizione: "Ti lodiamo o
Dio, Signore, Tu, Noi ti
lodiamo, padre di
incommensurabile maestà, il
vero e unico Figlio evocato
dallo Spirito Santo. Noi
lodiamo il tuo nome per
sempre"
-
Rupertglocke (1961),
realizzata da Franz Oberascher,
2330 mm di diametro, 8273 kg,
torre Sud, iscrizione:
"San Roberto, patrono
della nostra Arcidiocesi,
dacci la fede!"
-
Mariaglocke (1628),
realizzata da Johann Wolfgang
Neidhart, 1830 mm di
diametro, 4004 kg, torre
Sud, iscrizione: "Santa
Maria, Porta del cielo, aprite
il vostro sostegno
risparmiateci dai vili
attacchi dei nostri nemici al
suono di questo metallo,
consacrata nel nome glorioso
di Paris von Lodron, principe
e arcivescovo di Salisburgo
nell'anno di grazia 1628"
-
Josephglocke (1961),
realizzata da Franz Oberascher,
1560 mm di diametro, 2517 kg,
torre Sud, iscrizione:
"San Giuseppe chiamato da
Dio a tutelare il lavoro della
gente. Che tu ci protegga
dalle tempeste"
-
Virgilglocke (1628),
realizzata da Johann Wolfgang
Neidhart, 1360 mm di
diametro, 1648 kg, torre
Sud, iscrizione: "San
Virgilio, patrono degli
insegnanti e dei fedeli!
Consentici di condurre
diligentemente il tuo gregge e
di salvarci dalla peste, dalla
carestia, dalla guerra e dalla
persecuzione, consacrata da
Paris von Lodron, principe e
arcivescovo di Salisburgo,
l'anno di grazia 1628"
-
Leonhardglocke (1961),
realizzata da Franz Oberascher,
1190 mm di diametro, 1025 kg,
torre Sud, iscrizione:
"Dio salvi i contadini di
Salisburgo".
-
Barbaraglocke (1961),
realizzata da Franz Oberascher,
1040 mm di diametro, 715 kg,
torre Sud "Santa Barbara,
patrona dei moribondi, prega
per noi!"


L'interno
è a navata unica, affiancata
da quattro profonde cappelle
laterali interconnesse
attraverso archi a tutto
sesto, transetto e cupola
sulla crociera.
La
navata, lunga 101 metri e alta
32 metri, che si prolunga con
un ulteriore nartece sotto il
portico, presenta dei dipinti
sul soffitto ad affresco
realizzati da Donato Mascagni
e Ignazio Solari che mostrano
scene della vita e della
passione di Cristo, il tutto
in 15 grandi quadri definiti
che illustrano la passione e
la morte, 10 piccoli estratti
che mostrano la vita di
Cristo, da Le Nozze di Cana
a Gesù tentato sul monte.
I dipinti sono corredati da
stucchi della bottega di
Giuseppe Bassarino e vennero
terminati nel 1628 circa.
Entrambi
i lati della navata presentano
una serie di cappelle nella
quali si trova uno specifico
altare. Sulla parete nord
dell'altare maggiore si trova
la cappella del battesimo di
Cristo dove ha sede il fonte
battesimale che è un calco in
bronzo realizzato nel 1959 da
Toni Schneider Manzell
dell'originale gotico del
1321. Esso poggia su un leone
di bronzo proveniente dalla
precedente cattedrale e
risalente alla seconda metà
del XII secolo. Nel 1756 vi fu
battezzato il compositore
Wolfgang Amadeus Mozart. Le
altre cappelle a nord sono
quelle di Sant'Anna,
della trasfigurazione di
Cristo e quella del Crocifisso.
Sulla parete sud vi sono le
cappelle di San Rocco e
Sebastiano, San Carlo
Borromeo, San Martino
e San Girolamo. I
dipinti dei primi tre altari
sulla parete sud sono opera di
Johann Heinrich Schonfeld.
L'altare
maggiore è del 1628 ed è
attribuito all'architetto
Santino Solari che ha curato
come abbiamo visto la
riprogettazione barocca della
cattedrale.
Esso
è completamente in marmo ed
accoglie una pala d'altare che
illustra la risurrezione di
Cristo, dipinta da Donato
Mascagni. Sopra l'altare si
trovano le statue dei patroni
della chiesa San Roberto e san
Virgilio, oltre alle allegorie
della religione e della carità.
Tra le diverse figure si trova
una scritta in latino "Notas
mihi fecisti vias vitae"
(Si, mi mostrasti la via della
vita). Sul timpano dell'altare
maggiore ci sono tre angeli.
Quelli sul frontone recano una
croce dorata.
A
destra ed a sinistra
dell'altare maggiore si
trovano gli epitaffi degli
arcivescovi Markus Sittikus
von Hohenems († 1619) e
Paris von Lodron († 1653),
circondati secondo il gusto
dell'epoca da simboli di morte
e putti a lutto. Per ogni
epitaffio si trova un
medaglione con un ritratto
dipinto su rame
dell'arcivescovo. Nel timpano
dell'epitaffio si trova anche
uno stemma accartocciato
dell'ecclesiastico.
Nel
transetto trasversale, che
misura 69 metri, si trovano
due altari: quello di sinistra
è dedicato a san Francesco e
quello di destra alla Madonna
della Neve.
La
cappella di San Francesco
accoglie una pala d'altare
della Trasfigurazione di
san Francesco d'Assisi
realizzata probabilmente
attorno al 1628 da Donato
Mascagni. Il tabernacolo è in
ottone dorato e argento,
fiancheggiato dalle statue dei
quattro evangelisti. A destra
ed a sinistra dell'altare di
questa cappella vi sono
l'epitaffio in marmo dei
vescovi Leopold Anton von
Firmian († 1744), Guidobald
von Thun († 1668), Max
Gandolph von Kuenburg (†
1687) e Jakob Ernst von
Liechtenstein-Kastelkorn (†
1747). Sulle pareti e sul
soffitto vi sono scene della
vita e della morte di san
Francesco d'Assisi.
Nel
transetto destro vi è un
altare con una pala d'altare
di Ignazio Solari raffigurante
santa Maria della Neve e una
copia della Madonna miracolosa
di Altötting. Accanto
all'altare hanno trovato posto
gli epitaffi in marmo degli
arcivescovi Andreas Jakob von
Dietrichstein († 1753),
Johann Ernst von Thun (†
1709), Franz Anton von Harrach
(† 1727) e Sigmund III von
Schrattenbach († 1771).
Sulle pareti e sul soffitto si
trovano dipinti della vita e
dell'ascensione di Maria.
La
cupola della cattedrale, alta
71 metri,è suddivisa ad
ottagoni dipinti con scene del
Vecchio Testamento realizzate
nel 1955 per copiare gli
originali dipinti da Donato
Mascagni e da Ignazio Solari e
andati distrutti con il crollo
del 1944. Sulle vele della
cupola si trovano le
raffigurazioni dei quattro
evangelisti.
- Residenza
La
Residenza, non lontana dal
Duomo di Salisburgo, già nel
medioevo era sede
dell’arcivescovo. Le sue
attuali forme la Residenza le
prende alla fine del XVI sec.
Oggi è un impianto del primo
barocco. I saloni di
rappresentanza possono essere
visitati. Questi notevoli
ambienti erano destinati alla
rappresentanza e
all’abitazione dei principi
arcivescovi e vale sicuramente
la pena di visitarli già solo
per le notevoli dimensioni e
le ricche decorazioni.
Visitabile è anche la
galleria della Residenza con
la sua collezione di pittura
europea tra il XVI e il XIX
sec.
Situato
nel cuore della città di
Mozart, l’ampio complesso
della Residenza conta circa
180 sale e tre grossi cortili
interni. Da qui i principi
arcivescovi salisburghesi
hanno governato
l’arcivescovato di
Salisburgo. Quasi ogni
principe, seguendo il proprio
gusto, ha fatto apportare
delle modifiche agli edifici,
ma quello che più
durevolmente ha lasciato la
propria impronta sulla
Residenza è stato il principe
arcivescovo Wolf Dietrich von
Raitenau (1587-1612).
Il
sontuoso palazzo è ancora
oggi al servizio della
politica salisburghese come
fastosa cornice per ricevere
capi di stato, re e personalità
stranieri. Anche
l’imperatore austriaco
Francesco Giuseppe e la sua
consorte Elisabetta nel 1867
ricevettero nell’ex corte
dei principi arcivescovi
l’imperatore francese
Napoleone III e sua moglie
Eugenia in una visita di stato
di più giorni.
Dalla
piazza della Residenza si
accede al palazzo attraverso
un grande portale di marmo che
è sovrastato dagli stemmi
degli arcivescovi Wolf
Dietrich, Paris Lodron e Franz
Anton Harrach.
Lo
scalone principale conduce
alla Sala dei carabinieri.
Questa sala è stata costruita
attorno al 1600 durante il
principato di Wolf Dietrich
von Raitenau; la sala deve il
suo nome alla guardia del
corpo del principe.
La Sala
dei carabinieri non serviva
solo come luogo di attesa per
la guardia ma anche per
rappresentazioni teatrali e
feste. Seguono le sale di
rappresentanza in cui gli
arcivescovi assolvevano gli
obblighi di rappresentanza. Le
sale sono state ristrutturate
all’inizio del XVIII sec.
sotto la direzione di Lukas
von Hildebrandt. I dipinti sui
soffitti sono di Johann
Michael Rottmayr e Martino
Altomonte.
Gli
arcivescovi invitavano spesso
i loro ospiti a concerti che
si tenevano nella Sala dei
cavalieri. E anche Mozart vi
si è esibito regolarmente, in
quanto il padre, Leopold, era
ai servizi del principe
arcivesco come direttore della
musica del duomo. La buona
acustica entusiasma ancora
oggi il pubblico dei
Salzburger Schlosskonzerte.
Nella Sala dei cavalieri
l’imperatore Franz I, il 1°
maggio 1816, ricevette
l’omaggio e il giuramento di
fedeltà da parte della dieta
salisburghese. Questo atto
segnò un momento storico per
Salisburgo: con esso l’ex
principato ecclesiastico
entrava a far parte
dell’Austria. La quarta
consorte dell’imperatore
Franz, Caroline Auguste, dal
1835 in poi, per quasi trenta
anni, venne in estate a
Salisburgo prendendo dimora
nella Residenza. E’ stata
anche una dei più grandi
sostenitori del Salzburger
Museum Carolino Augusteum che
fu così chiamato in suo
onore.
Possono
essere visitate anche la Sala
delle conferenze o del
consiglio, in cui Mozart
all’età di sei anni diede
il suo primo concerto a corte,
l’Antecamera, la Sala delle
udienze, la sala più sontuosa
della Residenza. Da non
dimenticare lo Studio, la Sala
dello scrittoio o della
cassetta, la Camera da letto,
la Galleria (prima pietra
dell’attuale Galleria della
Residenza), la Sala del trono,
la Sala bianca o Sala di
Markus Sittikus, la Sala verde
e la Sala degli imperatori,
con i ritratti di re e
imperatori della casata degli
Asburgo. Dalla Sala degli
imperatori un corridoio
conduce direttamente
nell’imponente coro tardo
gotico della chiesa dei
Francescani.
In
alcune parti del palazzo oggi
è ospitata l’università
salisburghese “Paris Lodron”.
Nell’ala nord si trova l’
“Ala Toscana”, oggi sede
della facoltà di
giurisprudenza
dell’università di
Salisburgo.
Di
fronte alla “vecchia”
Residenza si trova la
cosiddetta “nuova”
Residenza.

Giugno
2015
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