Centro storico della città di Salisburgo
Austria

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1996

 

   

Salisburgo è una città dell'Austria centro-settentrionale, conosciuta nel mondo per la sua architettura barocca italianeggiante e per il suo rapporto con la musica.

La città è situata sulle rive del fiume Salzach, ai confini settentrionali delle Alpi. Il centro cittadino, chiamato la "Città Vecchia" è dominato dalle torri e dalle cupole barocche delle chiese e dai fastosi palazzi, progettati da architetti anche italiani su commissione di alcuni principi-vescovi nel Seicento. Salisburgo è circondata, anche se sarebbe meglio dire che è stata costruita nell'avvallamento, da due piccole montagne, il Mönchsberg e il Kapuzinerberg. Su quest'ultima è stata costruita un'imponente fortezza (Hohensalzburg) in pietra bianca, cinta da grossi bastioni. Questa fortezza, in cui si rifugiavano i vescovi in tempi di pericolo, per lungo tempo è risultata inespugnabile. Oggi vi si può accedere a piedi o mediante una funicolare.

Tracce di insediamenti nell'area dell'attuale Salisburgo sono state documentate fino dal Neolitico; si pensa divenne in seguito un accampamento celtico. A partire dal 15 a.C. le piccole comunità confluiscono nel centro abitato, passato nel frattempo ai Romani, sulle rive del fiume Salzach, chiamato Juvavum, che nel 45 d.C. ottiene diritti di municipalità. Juvavum divenne un'importante città romana della provincia del Noricum.

Intorno al 400 ci sono testimonianze della fondazione di un monastero. Proprio la presenza della cristianità fece sì che qualche secolo più tardi, nel 699, il vescovo Rupert von Salzburg ricevesse in dono il centro dal Duca di Baviera. Il nome "Salzburg" (Salisburgo) per riconoscere la città viene nominato per la prima volta nel 755 e deriva dall'economia portante della città, l'estrazione di sale dalle miniere di salgemma delle vicine montagne, collegate alla città dal fiume Salzach. Salzburg in tedesco significa letteralmente Castello del sale e lo stesso fiume che attraversa la città ha un significato affine a Via del sale. Nel 739 Salisburgo diviene arcidiocesi, responsabile anche della Baviera. Il 20 aprile 798 Papa Leone III la nomina Arcidiocesi dietro richiesta del re dei Franchi Carlo Magno. Come provincia della Chiesa comprendeva quasi tutto il territorio della Baviera e gran parte dell'odierna Austria.  

Nel 1077 inizia la costruzione, da parte dell'arcivescovo Gebhard von Helfenstein, del fortilizio che diverrà nel corso dei secoli la fortezza di Hohensalzburg (Alta Salisburgo). Nel 1166 l'imperatore Federico Barbarossa mette al bando l'arcivescovado, in quanto l'arcivescovo Corrado II è subentrato al comando della Signoria di Salisburgo. Un anno più tardi la città viene distrutta quasi completamente da un incendio provocato dai fautori della causa imperiale. Negli anni 1200-1246 l'arcivescovo Everardo II, esponente di spicco del partito dell'imperatore, riesce a costruire un'area sotto l'esclusivo controllo arcivescovile, quasi fosse un principato religioso. Un secolo più tardi (1348) la Peste nera uccide quasi un terzo della popolazione cittadina. Verso la fine del XIV secolo la città si rende definitivamente indipendente dalla Baviera.

Nel 1481 l'imperatore Federico III garantì alla città di Salisburgo il diritto di libera scelta del consiglio cittadino e del borgomastro. Nel 1511 l'arcivescovo Leonhard von Keutschach dirime con la violenza la controversia che lo contrapponeva alla città: imprigiona borgomastro e consiglio cittadino e priva la città dei sui privilegi. Nel 1525 scoppiò la cosiddetta "Guerra dei Contadini di Salisburgo". I rivoltosi occuparono la cittadella della Residenza e assediarono per 3 mesi l'arcivescovo, trincerato nella fortezza di Hohensalzburg.

Nei decenni successivi al 1600 la città venne profondamente trasformata secondo il barocco dagli arcivescovi Wolf Dietrich von Raitenau, Markus Sittikus Conte di Hohenems e Paris Conte di Lodron. Quest'ultimo riuscì inoltre a mantenere la città fuori dalla Guerra dei Trent'anni, grazie alla sua politica di neutralità.

Nel 1731 l'arcivescovo Leopold Anton Freiherr von Firmian emanò la cosiddetta "Patente di Emigrazione", per i cui effetti oltre 20.000 protestanti salisburghesi dovettero abbandonare la loro patria. Wolfgang Amadeus Mozart nacque a Salisburgo nel 1756. Negli anni dal 1769 al 1781 rimase al servizio degli arcivescovi della città. Dal 1772 al 1803, durante la reggenza dell'arcivescovo Hieronymus Conte Colloredo, Salisburgo fu il centro di un tardo Illuminismo. Il sistema scolastico venne riformato secondo l'esempio austriaco, e numerosi artisti e scienziati vennero convocati in città.

Il principato era costituito da vari distretti amministrativi: Salzgau (Salisburgo), Salzach (Tittmoning), Bischofshofen, Pongau (Rastadt), Pinzgau (Zell), Lungau (Mauterndorf), Zill (Mayrhofen), Saalachertal (Saalfelden), e le varie exclaves di Lauffen, Mühldorf am Inn, castello di Lavant in Carinzia, Altötting, Millstadt nella valle della Drava, Liebnitz in Stiria, Freisach, Landsberg Feldkirchen. L'arcivescovo era con l'arciduca d'Austria co-direttore del circolo imperiale dell'Austria e aveva il diritto di nominare il vescovo della diocesi di Chiemsee che ne era quindi vassallo.

Il potere temporale dei vescovi venne abolito con l'ultima seduta (1803) del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica, e dunque anche quello degli arcivescovi salisburghesi. Il Principato secolarizzato di Salisburgo venne così concesso nello stesso anno al Granduca Ferdinando III di Toscana, e nel 1805 passò all'Austria assieme a Berchtesgaden. Nel 1810 tornò alla Baviera, e nel 1816, a seguito del Congresso di Vienna, senza Berchtesgaden e il Flachgau occidentale rientrò nei territori austriaci come parte dell'Alta Austria. Nel 1850 Salisburgo, che fino ad allora dipendeva da Linz, divenne territorio indipendente della corona d'Austria.

Nel 1921 vinsero i NO al referendum sull'annessione alla Germania. Nel giorno 13 marzo 1938 Salisburgo vede l'ingresso delle truppe tedesche, in seguito alla scelta di Adolf Hitler di annettere l'Austria al territorio tedesco. È l'Anschluss, e l'inizio degli anni più cupi della città barocca. Il 10 aprile 1938 è uno dei giorni più bui della storia moderna salisburghese: referendum sull'annessione forzata alla Germania, rogo dei libri sulla piazza della Residenza; arresto dei cittadini ebrei e degli oppositori politici; distruzione della sinagoga. Nel 1942 si ha l'istituzione di alcuni Lager per i prigionieri di guerra sovietici e di altre nazionalità, sia in città che a St. Johann (Markt Pongau) e un anno più tardi il dirigente nazista Scheel fa costruire un rifugio antiaereo nella montagna cittadina.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, 15 bombardamenti di aerei americani vengono effettuati su Salisburgo. Il 46% degli obiettivi sono distrutti o danneggiati, con 7600 abitazioni, 14.563 sfollati e oltre 550 morti. Viene colpita soprattutto l'area della stazione, ma anche il centro, con la cupola del Duomo e l'abitazione di Mozart. Attacchi aerei anche su Grödig, Hallein, Bischofshofen, Schwarzach. 

Il 4 maggio 1945 fecero ingresso le truppe americane dopo la resa incruenta della città a opera del Maggiore Lepperdinger. Gli americani insediano il sindaco Richard Hildmann, Adolf Schemel come Presidente del Land (regione). Fondazione dei partiti politici SPÖ, ÖVP e KPÖ; un'ondata di fuggiaschi (tedeschi, ebrei, soldati in fuga) si rifugia a Salisburgo, e viene ospitata in baracche, nei campi di prigionia e alloggi d'emergenza. Internamento dei nazisti nel "Lager Glasenbach".

L'11 agosto 1945 ci fu la prima edizione del Festival di Salisburgo del dopoguerra. Il 26 settembre conferenza dei Länder austriaci, Salisburgo è il primo Land a volere la ricostituzione della Repubblica Austriaca e per il riconoscimento del governo di Renner a Vienna. Salisburgo e l'Alta Austria costituiscono la zona d'occupazione americana in Austria, la sede del comando è nella città. Nelle prime settimane molti edifici vengono abbattuti dalle truppe d'occupazione, che esercitano il controllo totale, ma presto si passa a una cooperazione con i governanti locali. Esclusi episodi sporadici, la convivenza fra la popolazione e le truppe americane non presenta attriti di sorta. Importanti aiuti finanziari (piano Marshall), ma anche le spese personali degli occupanti portano ad una rapida ripresa economica, e danno a Salisburgo il nomignolo "Occidente Dorato", usato soprattutto nell'Austria orientale.  

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Cultura e luoghi d'interesse

Lo splendore culturale e artistico di Salisburgo si deve in buona parte agli interessi dei vescovi principi che ressero le sorti cittadine tra il XVI e il XVII secolo. Il primo di essi fu il vescovo principe Wolf Dietrich Von Raitenau, che molto fece per l'arte e ben poco per la fede, tanto da essere malvisto a Roma negli ambienti vaticani. Molto che include l'ordine di appiccare due incendi che provvidenzialmente distrussero alcune zone della città lasciando campo libero alla costruzione del Duomo e della Residenz, il fastoso palazzo vescovile. 

Figlio di una Medici, il vescovo era cresciuto tra Roma e Pavia e il suo passatempo preferito era disegnare paesaggi e architetture italiane: appena salito al potere ecco quindi la grande richiesta di orafi, artigiani, scultori ed architetti italiani che arrivarono in questa città e la cosparsero di cantieri. Per la sua preferita (Salomè Von Alt, dalla quale ebbe 12 figli) il vescovo ordinò la costruzione dello splendido castello di Mirabell appena fuori Salisburgo. Von Raitenau fu fermato da Massimiliano di Baviera, con l'appoggio del papa, processato per eresia e condannato al rogo. Salito al potere il nipote di Von Raitenau, il vescovo principe Markus Sitticus continuò nell'opera iniziata dallo zio, incaricando Santino Solari di completare il duomo e facendosi committente di una reggia extraurbana, l'Hellbrunn (fontechiara), circondata da splendidi giardini all'italiana, fontane, giochi d'acqua e uno zoo, ancora oggi attivo e molto visitato. 

Tornando alla Città Vecchia, è particolarmente interessante osservare come essa presenti il suo carattere gotico contemporaneamente allo splendente barocco di chiara ispirazione italiana. La cattedrale cittadina (Salzburger Dom) è l'esempio più fulgido: di origini romaniche (terminata nel 744) fu distrutta da un incendio nel XVI secolo, ricostruita in 14 anni, dal 1614 al 1628 da Vincenzo Scamozzi e dal già citato Solari e affrescata dal religioso pittore dei Servi di Maria Donato Arsenio Mascagni.

Fortezza Hohensalzburg

Hohensalzburg è una fortezza medievale che domina la città di Salisburgo dall'alto del Festungsberg. Con più di 7.000 metri quadrati di superficie edificata (più di 14.000 metri quadrati se si considerano anche i bastioni) è una delle più grandi fortezze d'Europa, che si è conservata pressoché intatta.

Nel 1077 l'arcivescovo di Salisburgo Gebhard fece iniziare la costruzione di una torre - che ancora oggi costituisce il nucleo del cosiddetto "piano superiore" - di una chiesa e di una struttura destinata ad abitazione, nonché di una cinta di mura. Poiché però Gebhard fu costretto all'esilio nel corso della lotta per le investiture, la costruzione venne portata a termine dall'antiarcivescovo di nomina imperiale, Berthold von Moosburg e quindi dall'arcivescovo Konrad von Abensberg. Fra il XII e il XIII secolo la fortezza, con l'erezione della cinta delle mura più esterne, assunse l'aspetto attuale.

Hohensalzburg3.jpg (231029 byte)Nel 1462 l'arcivescovo Burkhard von Weißpriach fece rafforzare la cinta muraria con quattro torri: la torre della campana, la torre dei trombettieri, la torre dell'erba e la torre del fabbro o dei detenuti. Inoltre, la strada di accesso orientale fu protetta con un muro e nella parte meridionale della fortezza venne eretto un bastione.

Il successore di von Weißpriach, l'arcivescovo Bernhard von Rohr, fece ristrutturare le vecchie mura aumentandone l'altezza e realizzare il cosiddetto passaggio del serpente, che serviva per difendere il transito a est verso il Nonntal e verso l'abbazia di Nonnberg.

L'arcivescovo Johann Beckenschlager trasformò il "piano superiore" in un edificio di quattro piani, destinato ad abitazione. Inoltre vennero realizzati il primo arsenale e un granaio. Su quest'ultimo si trova ancor oggi lo stemma di Beckenschlager ed è il più antico stemma che si è conservato nella fortezza di Hohensalzburg.

Fra il 1495 e il 1519 l'arcivescovo Leonhard von Keutschach ampliò ulteriormente la fortezza allo scopo di dare un segno tangibile della sua potenza. Fece ingrandire il secondo e il terzo piano del "piano superiore" e fece costruire un magazzino, che prese il posto dell'antica cappella. 

Nel corso della sua reggenza, la fortezza assunse l'aspetto di un raffinato palazzo tardogotico, come dimostrano i sontuosi appartamenti principeschi.

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Allo scopo di migliorare l'approvvigionamento di acqua in caso di assedio, l'arcivescovo fece poi costruire una nuova cisterna e rinforzò alcune torri esistenti. Sempre per volere di Leonhard von Keutschach furono realizzati il cosiddetto Reißzug, una funicolare per il trasporto di merci, un panificio e varie porte, come la porta del cavallo e la porta della catapulta. 

Infine, la torre dell'erba venne dotata di un enorme organo meccanico, che venne battezzato con il nome di "toro di Salisburgo". Il denaro per l'intensa attività edilizia veniva in gran parte dalle miniere di sale di Dürrnberg, nonché da quelle dei monti Tauri.

Sotto la reggenza dell'arcivescovo Matthäus Lang von Wellenburg si verificarono una serie di rivolte contadine, che a Salisburgo raggiunsero il loro apice fra il 5 luglio e il 31 agosto 1525, quando i rivoltosi assediarono l'arcivescovo rinchiuso nella fortezza di Hohensalzburg. Questo conflitto costituì il maggiore pericolo corso dalla fortezza durante la sua storia quasi millenaria: essa comunque rimase inespugnata.

L'arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau diede uno scarso contributo all'ulteriore ampliamento della fortezza, giacché egli si dedicò quasi esclusivamente ad una serie di interventi edilizi nella città di Salisburgo. Tuttavia il suo destino fu molto legato alla fortezza: nel 1611, infatti, egli venne imprigionato dai Bavaresi in una cella di Hohensalzburg, dove rimase fino alla morte.

All'epoca della guerra dei trent'anni l'arcivescovo Paris von Lodron rinforzò la città di Salisburgo con nuove ed estese fortificazioni, coinvolgendo anche la fortezza di Hohensalzburg nel suo progetto difensivo. Nel corso della sua reggenza vennero così costruiti nuovi poderosi bastioni e vennero ampliati alcuni dei bastioni esistenti. In particolare, Paris von Lodron fece realizzare una serie di elementi difensivi come protezione contro l'artiglieria, che stava diventando sempre più potente, e fece rinforzare tutte le mura difensive che collegavano la fortezza con la città di Salisburgo e con il Mönchsberg.

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Per volere dell'arcivescovo Maximilian Gandolph von Künburg, nel 1681 fu eretto sul lato nord il cosiddetto bastione del fuoco, alto 30 metri e con mura spesse parecchi metri.

Secondo un inventario del 1790, l'armeria della fortezza conteneva allora più di 100 armature da cavaliere complete, più di 1.100 corazze, lance e alabarde. Inoltre c'erano 415 mortai, 460 cannoni di ferro e 130 cannoni di bronzo. Tuttavia la maggior parte di questi oggetti erano già allora dei pezzi da museo.

Durante le guerre napoleoniche la città di Salisburgo non oppose alcuna resistenza alle truppe francesi guidate dal generale Jean Victor Marie Moreau. La fortezza di Hohensalzburg fu consegnata agli invasori senza combattere. Perciò essa non venne abbattuta per ordine dei Francesi, come accadde con la fortezza di Graz.

A causa del successivo abbandono e di un incendio verificatosi nel 1849, nel 1851 dovette essere eseguito un corposo restauro, che coinvolse in primo luogo gli interni. Negli anni seguenti la fortezza fu utilizzata come deposito e come caserma. Nel 1861 l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria decretò ufficialmente la fine dell'utilizzo di Hohensalzburg come fortezza, anche se essa continuò ad essere usata come caserma.

Verso il 1900 fu realizzata la funicolare per il trasporto di persone, che dapprincipio era azionata con energia idraulica. Nel XX secolo l'edificio funse anche da prigione, durante la prima guerra mondiale per i prigionieri di guerra italiani e più tardi per gli attivisti nazisti, prima dell'annessione dell'Austria alla Germania.

Fra il 1951 e il 1981 venne eseguita una revisione statica dell'intero complesso. Oggi la fortezza, di proprietà (fiduciaria) dello Stato austriaco, è il simbolo della città di Salisburgo e viene usata essenzialmente per scopi turistici.

La fortezza consiste di vari edifici e cortili interni. Gli appartamenti del principe arcivescovo sono situati nel cosiddetto "piano superiore".

Cappella dell'arcivescovo Leonhard von Keutschach - Il soffitto della cappella è decorato da una volta riccamente adornata di stelle. La parte interna della porta d'ingresso è coperta di stucchi. La cornice dipinta mostra colonne rosse su un alto plinto con capitelli grigi. Lo stemma di Salisburgo e quello di Leonhard von Keutschach sono riprodotti sul timpano, al di sotto della mitria, della croce legatizia e della spada. Una particolare caratteristica dello stemma è la rapa, simbolo che si può trovare in parecchi luoghi della fortezza come indizio dell'attività edilizia dell'arcivescovo von Keutschach. Sulla parete settentrionale della cappella ci sono due aperture, che rendevano possibile assistere alle funzioni religiose dalla stanza adiacente.

Salone dorato - A partire dal 1498 i sontuosi locali destinati alle funzioni governative vennero realizzati al terzo piano dell'edificio centrale. Gli appartamenti privati dell'arcivescovo si trovavano al piano inferiore. Gli ambienti ufficiali erano usati essenzialmente per le funzioni di rappresentanza e per le feste. Il salone dorato è decorato in maniera sfarzosa e dimostra che la fortezza serviva all'arcivescovo non solo come rifugio in tempi di crisi, ma anche come residenza, quanto meno fino a tutto il XVI secolo.

Al fine di guadagnare più spazio, l'arcivescovo fece costruire quattro massicci pilastri verso la parete esterna di destra, creando così una loggia interna. Come nelle altre stanze, il soffitto è a cassettoni; ogni cassettone è decorato con bottoni dorati, che simboleggiano le stelle nel cielo.

Degna di nota è la trave lunga 17 metri che sostiene il soffitto. Su di essa sono dipinti gli stemmi di Leonhard von Keutschach insieme a quelli del Sacro Romano Impero e delle più potenti città tedesche.

Stube dorata - La stube dorata è l'ambiente più sontuosamente arredato di tutti gli appartamenti principeschi. Le due pareti maggiori sono occupate da panche riccamente decorate con viti, grappoli, foglie e animali. In origine queste panche dovevano essere coperte da stoffa o cuoio, ma il rivestimento non si è conservato. Notevole è la stufa di maiolica che si trova in un angolo della stanza, decorata con formelle a bassorilievo dipinte con vivaci colori.

Camera da letto - La camera da letto è l'ambiente più intimo degli appartamenti principeschi. L'elaborato rivestimento in legno, che aveva anche la funzione di isolare dal freddo, è testimone dell'antico splendore. La parte superiore dei pannelli è decorata con bottoni dorati e rosette, mentre la parte inferiore, che oggi appare spoglia, era probabilmente coperta con una tappezzeria di cuoio o velluto. Una porta cela un gabinetto, che sostanzialmente è un buco nel pavimento con una cornice di legno.

Duomo

Il Duomo dei Santi Ruperto e Virgilio è la cattedrale cattolica della città di Salisburgo, consacrata a Ruperto di Salisburgo ed a Virgilio di Salisburgo, vescovi di questa sede.

La cattedrale delimita tre vaste piazze: Residenplatz e Kapitelplatz, lungo i fianchi e la Domplatz davanti alla facciata che può accogliere circa 10.000 persone. Sui cancelli d'ingresso della cattedrale, sono indicate le date di tre consacrazioni della chiesa: 774, 1628 e 1959.

La prima basilica costruita era in stile romanico ed era ripartita in tre navate e fu iniziata e portata a termine dal vescovo san Virgilio, che la consacrò il 25 settembre 774. La notte tra il 4 ed il 5 aprile 1167 scoppiò un grande incendio che la distrusse completamente: essa venne ricostruita successivamente sotto l'arcivescovo Corrado III, con una struttura più grande e a cinque navate, facendo del duomo di Salisburgo la cattedrale ancora oggi più grande della cerchia delle Alpi. 

Dopo un nuovo incendio della cattedrale romanica nel 1598, l'arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau, vedendo che la vecchia struttura era fortemente danneggiata, diede ordine di abbattere completamente quello che era rimasto della struttura assieme a 55 case della città al fine di creare una cattedrale ancora più grande e di ricavare lo spazio necessario alla costruzione della grande piazza antistante la chiesa. La base della cattedrale venne costruita dall'italiano Vincenzo Scamozzi ma il successore di Wolf Dietrich, Markus Sitticus von Hohenems assunse poi come architetto Santino Solari che decise di rimaneggiare l'aspetto della cattedrale così come progettato dal suo predecessore riducendone notevolmente anche le dimensioni e la spesa. Questo nuovo edificio venne completato nel 1628 ed il 25 settembre di quello stesso anno venne consacrato dall'arcivescovo Paris von Lodron.

Nel 1682 all'interno della cattedrale, nell'ambito delle celebrazioni per il 1100º anniversario dell'arcidiocesi di Salisburgo venne eseguita per la prima volta la Missa Salisburgensis a 53 voci.

Il 16 ottobre 1944 una bomba colpì la cupola e parte del transetto danneggiandoli e dal 1945 al 1959 i salisburghesi furono impegnati nella ricostruzione e nella ristrutturazione del tempio.

La cattedrale di Salisburgo ha anche uno sfortunato primato, quello di aver sostenuto nella sua lunga storia ben 6 incendi:

- 1127: scoppiò un incendio che distrusse parte della città, la chiesa collegiata di San Pietro e la cattedrale;

- 1167: incendio probabilmente doloso che distrusse buona parte della cattedrale;

- 1312: grande incendio che sprigionò grande calore al punto da fondere le campane;

- 1598: incendio nella notte tra l'11 e il 12 dicembre. A questo atto seguì la ricostruzione barocca della cattedrale;

- 1859: un altro incendio scoppiato per la negligenza prestata durante i lavori di ristrutturazione della soffitta;

- 1944: 16 ottobre, una bomba americana colpì la cattedrale. La cupola crollò.

La facciata della cattedrale di Salisburgo, nelle forme composte del primo barocco, è tripartita e realizzata in marmo di Untersberger e calcare a vista. Prima dei tre portali che si aprono sulla facciata della cattedrale si trovano quattro grandi statue raffiguranti i santi Pietro e Paolo realizzati da Bernhard Michael Mandl, mentre sui lati si trovano San Roberto e San Vigilio, coopatroni della cattedrale. Dietro i quattro personaggi principali è l'ingresso della cattedrale. 

Le tre porte in bronzo della cattedrale sono state realizzate tra il 1957 ed 1958 da Giacomo Manzù (Porta dell'Amore), quella centrale, da Toni Schneider- Manzell (Porta della fede) quella di sinistra e da Ewald Mataré (Porta della Speranza), quella di destra.

Nella balaustra che si trova al secondo ordine, si trovano le statue dei quattro evangelisti mentre sopra il timpano della finestra si trovano il Leone e il Capricorno, gli animali che compaiono degli stemmi araldici di Paris von Lodron e di Markus Sittikus von Hohenems.

Sopra la finestra centrale si trovano due angeli che tengono una corona. Sul frontone della cattedrale si trovano sulla sinistra Mosè con le tavole delle leggi, a destra Elia e in centro la statua di Cristo Salvatore. Queste tre figure sono state realizzate intorno al 1660 da Tommaso da Garona.

La facciata accoglie ai lati due torri campanarie, alte 82 m., edificate nel 1655, tripartite a loro volta come la cattedrale. Al secondo ordine si trova per ogni torre un orologio. 

La Marienglocke e la Virgilglocke sono le campane più antiche ancora oggi presenti nel concerto campanario della cattedrale e vennero realizzate in coincidenza con la ricostruzione barocca della cattedrale.

Il 24 settembre 1961 vennero consacrate altre nuove campane realizzate a Salisburgo tra cui la Salvatorglocke una delle più grandi campane al mondo e la seconda più grande d'Austria dopo quella del duomo di Vienna. Tutte le campane hanno un peso complessivo di 32.443 kg.

- Salvatorglocke (1961), realizzata da Franz Oberascher, 2790 mm di diametro, 14.256 kg, torre Nord, iscrizione: "Ti lodiamo o Dio, Signore, Tu, Noi ti lodiamo, padre di incommensurabile maestà, il vero e unico Figlio evocato dallo Spirito Santo. Noi lodiamo il tuo nome per sempre"

- Rupertglocke (1961), realizzata da Franz Oberascher, 2330 mm di diametro, 8273 kg, torre Sud, iscrizione: "San Roberto, patrono della nostra Arcidiocesi, dacci la fede!"

- Mariaglocke (1628), realizzata da Johann Wolfgang Neidhart, 1830 mm di diametro, 4004 kg, torre Sud, iscrizione: "Santa Maria, Porta del cielo, aprite il vostro sostegno risparmiateci dai vili attacchi dei nostri nemici al suono di questo metallo, consacrata nel nome glorioso di Paris von Lodron, principe e arcivescovo di Salisburgo nell'anno di grazia 1628"

- Josephglocke (1961), realizzata da Franz Oberascher, 1560 mm di diametro, 2517 kg, torre Sud, iscrizione: "San Giuseppe chiamato da Dio a tutelare il lavoro della gente. Che tu ci protegga dalle tempeste"

- Virgilglocke (1628), realizzata da Johann Wolfgang Neidhart, 1360 mm di diametro, 1648 kg, torre Sud, iscrizione: "San Virgilio, patrono degli insegnanti e dei fedeli! Consentici di condurre diligentemente il tuo gregge e di salvarci dalla peste, dalla carestia, dalla guerra e dalla persecuzione, consacrata da Paris von Lodron, principe e arcivescovo di Salisburgo, l'anno di grazia 1628"

- Leonhardglocke (1961), realizzata da Franz Oberascher, 1190 mm di diametro, 1025 kg, torre Sud, iscrizione: "Dio salvi i contadini di Salisburgo".

- Barbaraglocke (1961), realizzata da Franz Oberascher, 1040 mm di diametro, 715 kg, torre Sud "Santa Barbara, patrona dei moribondi, prega per noi!"

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L'interno è a navata unica, affiancata da quattro profonde cappelle laterali interconnesse attraverso archi a tutto sesto, transetto e cupola sulla crociera.

La navata, lunga 101 metri e alta 32 metri, che si prolunga con un ulteriore nartece sotto il portico, presenta dei dipinti sul soffitto ad affresco realizzati da Donato Mascagni e Ignazio Solari che mostrano scene della vita e della passione di Cristo, il tutto in 15 grandi quadri definiti che illustrano la passione e la morte, 10 piccoli estratti che mostrano la vita di Cristo, da Le Nozze di Cana a Gesù tentato sul monte. I dipinti sono corredati da stucchi della bottega di Giuseppe Bassarino e vennero terminati nel 1628 circa.

Entrambi i lati della navata presentano una serie di cappelle nella quali si trova uno specifico altare. Sulla parete nord dell'altare maggiore si trova la cappella del battesimo di Cristo dove ha sede il fonte battesimale che è un calco in bronzo realizzato nel 1959 da Toni Schneider Manzell dell'originale gotico del 1321. Esso poggia su un leone di bronzo proveniente dalla precedente cattedrale e risalente alla seconda metà del XII secolo. Nel 1756 vi fu battezzato il compositore Wolfgang Amadeus Mozart. Le altre cappelle a nord sono quelle di Sant'Anna, della trasfigurazione di Cristo e quella del Crocifisso. Sulla parete sud vi sono le cappelle di San Rocco e Sebastiano, San Carlo Borromeo, San Martino e San Girolamo. I dipinti dei primi tre altari sulla parete sud sono opera di Johann Heinrich Schonfeld.

L'altare maggiore è del 1628 ed è attribuito all'architetto Santino Solari che ha curato come abbiamo visto la riprogettazione barocca della cattedrale.

Esso è completamente in marmo ed accoglie una pala d'altare che illustra la risurrezione di Cristo, dipinta da Donato Mascagni. Sopra l'altare si trovano le statue dei patroni della chiesa San Roberto e san Virgilio, oltre alle allegorie della religione e della carità. Tra le diverse figure si trova una scritta in latino "Notas mihi fecisti vias vitae" (Si, mi mostrasti la via della vita). Sul timpano dell'altare maggiore ci sono tre angeli. Quelli sul frontone recano una croce dorata.

A destra ed a sinistra dell'altare maggiore si trovano gli epitaffi degli arcivescovi Markus Sittikus von Hohenems († 1619) e Paris von Lodron († 1653), circondati secondo il gusto dell'epoca da simboli di morte e putti a lutto. Per ogni epitaffio si trova un medaglione con un ritratto dipinto su rame dell'arcivescovo. Nel timpano dell'epitaffio si trova anche uno stemma accartocciato dell'ecclesiastico.

Nel transetto trasversale, che misura 69 metri, si trovano due altari: quello di sinistra è dedicato a san Francesco e quello di destra alla Madonna della Neve.

La cappella di San Francesco accoglie una pala d'altare della Trasfigurazione di san Francesco d'Assisi realizzata probabilmente attorno al 1628 da Donato Mascagni. Il tabernacolo è in ottone dorato e argento, fiancheggiato dalle statue dei quattro evangelisti. A destra ed a sinistra dell'altare di questa cappella vi sono l'epitaffio in marmo dei vescovi Leopold Anton von Firmian († 1744), Guidobald von Thun († 1668), Max Gandolph von Kuenburg († 1687) e Jakob Ernst von Liechtenstein-Kastelkorn († 1747). Sulle pareti e sul soffitto vi sono scene della vita e della morte di san Francesco d'Assisi.

Nel transetto destro vi è un altare con una pala d'altare di Ignazio Solari raffigurante santa Maria della Neve e una copia della Madonna miracolosa di Altötting. Accanto all'altare hanno trovato posto gli epitaffi in marmo degli arcivescovi Andreas Jakob von Dietrichstein († 1753), Johann Ernst von Thun († 1709), Franz Anton von Harrach († 1727) e Sigmund III von Schrattenbach († 1771). Sulle pareti e sul soffitto si trovano dipinti della vita e dell'ascensione di Maria.

La cupola della cattedrale, alta 71 metri,è suddivisa ad ottagoni dipinti con scene del Vecchio Testamento realizzate nel 1955 per copiare gli originali dipinti da Donato Mascagni e da Ignazio Solari e andati distrutti con il crollo del 1944. Sulle vele della cupola si trovano le raffigurazioni dei quattro evangelisti.

Residenza  

La Residenza, non lontana dal Duomo di Salisburgo, già nel medioevo era sede dell’arcivescovo. Le sue attuali forme la Residenza le prende alla fine del XVI sec. Oggi è un impianto del primo barocco. I saloni di rappresentanza possono essere visitati. Questi notevoli ambienti erano destinati alla rappresentanza e all’abitazione dei principi arcivescovi e vale sicuramente la pena di visitarli già solo per le notevoli dimensioni e le ricche decorazioni. Visitabile è anche la galleria della Residenza con la sua collezione di pittura europea tra il XVI e il XIX sec.

Situato nel cuore della città di Mozart, l’ampio complesso della Residenza conta circa 180 sale e tre grossi cortili interni. Da qui i principi arcivescovi salisburghesi hanno governato l’arcivescovato di Salisburgo. Quasi ogni principe, seguendo il proprio gusto, ha fatto apportare delle modifiche agli edifici, ma quello che più durevolmente ha lasciato la propria impronta sulla Residenza è stato il principe arcivescovo Wolf Dietrich von Raitenau (1587-1612).

Il sontuoso palazzo è ancora oggi al servizio della politica salisburghese come fastosa cornice per ricevere capi di stato, re e personalità stranieri. Anche l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe e la sua consorte Elisabetta nel 1867 ricevettero nell’ex corte dei principi arcivescovi l’imperatore francese Napoleone III e sua moglie Eugenia in una visita di stato di più giorni.

Dalla piazza della Residenza si accede al palazzo attraverso un grande portale di marmo che è sovrastato dagli stemmi degli arcivescovi Wolf Dietrich, Paris Lodron e Franz Anton Harrach.

Lo scalone principale conduce alla Sala dei carabinieri. Questa sala è stata costruita attorno al 1600 durante il principato di Wolf Dietrich von Raitenau; la sala deve il suo nome alla guardia del corpo del principe. 

La Sala dei carabinieri non serviva solo come luogo di attesa per la guardia ma anche per rappresentazioni teatrali e feste. Seguono le sale di rappresentanza in cui gli arcivescovi assolvevano gli obblighi di rappresentanza. Le sale sono state ristrutturate all’inizio del XVIII sec. sotto la direzione di Lukas von Hildebrandt. I dipinti sui soffitti sono di Johann Michael Rottmayr e Martino Altomonte.

Gli arcivescovi invitavano spesso i loro ospiti a concerti che si tenevano nella Sala dei cavalieri. E anche Mozart vi si è esibito regolarmente, in quanto il padre, Leopold, era ai servizi del principe arcivesco come direttore della musica del duomo. La buona acustica entusiasma ancora oggi il pubblico dei Salzburger Schlosskonzerte. 

Nella Sala dei cavalieri l’imperatore Franz I, il 1° maggio 1816, ricevette l’omaggio e il giuramento di fedeltà da parte della dieta salisburghese. Questo atto segnò un momento storico per Salisburgo: con esso l’ex principato ecclesiastico entrava a far parte dell’Austria. La quarta consorte dell’imperatore Franz, Caroline Auguste, dal 1835 in poi, per quasi trenta anni, venne in estate a Salisburgo prendendo dimora nella Residenza. E’ stata anche una dei più grandi sostenitori del Salzburger Museum Carolino Augusteum che fu così chiamato in suo onore.

Possono essere visitate anche la Sala delle conferenze o del consiglio, in cui Mozart all’età di sei anni diede il suo primo concerto a corte, l’Antecamera, la Sala delle udienze, la sala più sontuosa della Residenza. Da non dimenticare lo Studio, la Sala dello scrittoio o della cassetta, la Camera da letto, la Galleria (prima pietra dell’attuale Galleria della Residenza), la Sala del trono, la Sala bianca o Sala di Markus Sittikus, la Sala verde e la Sala degli imperatori, con i ritratti di re e imperatori della casata degli Asburgo. Dalla Sala degli imperatori un corridoio conduce direttamente nell’imponente coro tardo gotico della chiesa dei Francescani.

In alcune parti del palazzo oggi è ospitata l’università salisburghese “Paris Lodron”. Nell’ala nord si trova l’ “Ala Toscana”, oggi sede della facoltà di giurisprudenza dell’università di Salisburgo.

Di fronte alla “vecchia” Residenza si trova la cosiddetta “nuova” Residenza.  

Giugno 2015

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