Antichi villaggi della Siria settentrionale
Siria

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2011 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO

    

DAL 2013 SITO PATRIMONIO IN PERICOLO - Guerra civile siriana.

Gli Antichi villaggi della Siria settentrionale sono una serie di piccole città e villaggi della Siria nord-occidentale. I 40 villaggi raggruppati in otto parchi sono stati selezionati perché forniscono una testimonianza della vita rurale nella tarda antichità e nel periodo bizantino. 

I villaggi furono abbandonati tra VIII ed il X secolo ed hanno un paesaggio straordinariamente ben conservato con resti architettonici di abitazioni, templi pagani, chiese, cisterne, stabilimenti balneari ed altri edifici.

L'ambito culturale dei villaggi costituisce anche un esempio importante per ricostruire il passaggio dal mondo antico pagano dell'impero romano al cristianesimo bizantino. Testimonianze che illustrano le tecniche idrauliche, le mura di protezione ed anche le tecniche agricole di tale periodo storico.

Tra i vari siti spicca sia per importanza che per notorietà Qal'at Sim'an, la chiesa e gli altri edifici circostanti sorti nel luogo in cui Simeone Stilita il Vecchio, il primo asceta cristiano, visse e morì nel 459.

Qalb Lozeh è una delle città morte della Siria nord-occidentale a circa 50 km da Aleppo, vicino al confine turco. Il villaggio è caratterizzato dalla antica basilica e dal 2011 è stato inserito nella lista dei patrimoni dell'umanità gestita dall'Unesco.

La chiesa di origine paleocristiana, risalente alla metà del V secolo, era circondata da un alto muro e non apparteneva ad una grande comunità. Si pensa quindi che il villaggio di Qalb Lozeh fosse un luogo di tappa per i pellegrini diretti a Qal'at Sim'an, forse legato ad una reliquia di San Simeone stilita.

QalbLoze2.jpg (113886 byte)La chiesa, forse di qualche decennio più antica di Qal'at Sim'an, riprende la tradizione dei templi greci e romani, anche se vi sono già alcuni simboli che si ritroveranno nella futura architettura romanica dell'Europa occidentale.

La facciata è delimitata da due torri a tre piani, collegate da un ampio arco, che dava accesso al portale interno ed inoltre vi era una terrazza che connetteva i piani superiori delle due torri.

L'interno prendeva luce da numerose finestre ed ha tre navate; in quella centrale vi sono ampi archi su pilastri che conducono al presbitero ed abside rialzato (bema). Come la chiesa di Qal'at Sim'an l'abside sporge verso ovest; l'aspetto maestoso è messo in rilievo dal poderoso basamento, da un doppio ordine di colonne e dal cornicione.

Si tratta di un villaggio abbandonato a circa 1 km di distanza da Qalb Lozeh. Vi sono resti di case a più piani, con bassorilievi con motivi geometrici o vegetali; vi è anche una chiesetta paleocristiana risalente all'inizio del IV secolo, una delle più antiche di tutta la Siria.

Nella vicina località di Behio, anch'essa una delle città morte, la maggiore attrattiva è costituita dai resti di un frantoio per olio e vino, oltre alle vestigia di altri edifici sia civili che religiosi. Il villaggio è una ottima testimonianza delle attività agricole che si svolgevano nell'area nei secoli tra l'VIII ed il X.

Qal'at Simān (la Rocca di Simeone) è il primo convento cristiano, con annesso chiostro, costruito nel nord della Siria di oggi, circa 30 chilometri a nord-ovest della città di Aleppo. È sorto nel luogo in cui Simeone Stilita il Vecchio, il primo asceta cristiano, visse e morì nel 459. 

È la più eloquente testimonianza del prestigio monastico bizantino, caratterizzato da un enorme complesso, costruito, tra il 476 ed il 491, per iniziativa dell'imperatore Zenone, quale centro di pellegrinaggio, con l'intento di smorzare il conflitto che opponeva, in quegli anni la chiesa di Costantinopoli all'eresia monofisita locale, che esprimeva il malessere dei cristiani di Siria contro il potere centrale. Sulla collina dove vi era la colonna, alta più di 13 metri, su cui aveva vissuto il Santo, fu eretta una costruzione a pianta ottagonale, dalla quale, in direzione dei quattro punti cardinali, livellati artificialmente con l'aggiunta di un terrazzamento sul lato ovest, furono costruite quattro basiliche, in modo da formare un complesso a forma di croce. 

Le basiliche sono a tre navate, lunghe 32 metri e larghe 24. L'abside è posta in direzione est (da dove sorge il sole) nella basilica est, che risulta un poco più lunga delle altre tre basiliche. L'ingresso avveniva attraverso la basilica sud, che presenta una facciata a tre fornici; dietro la facciata si trova il Nartece, un vestibolo dove si raccoglievano i neofiti, che non avevano ancora accesso alla chiesa. Attraversata la basilica sud si arriva all'atrio ottagonale, il cui punto focale è la colonna dell'asceta. Le colonne che sorreggono gli archi dei lati dell'ottagono, sia quelle del portale, hanno i capitelli corinzi.

Già ai tempi di Simeone molti cristiani cercavano l'asceta per ricevere consigli e aiuto. Anche dopo la sua morte la colonna su cui visse per 37 anni Simone fu meta di pellegrinaggio. Pochi anni dopo la morte di Simeone l'imperatore Zenone favorì il pellegrinaggio ai luoghi di Simeone costruendo, come già detto, la chiesa che divenne un grandioso centro di culto e a sud della basilica est, vicino alla chiesa, in quegli stessi anni, venne costruito un convento di grandi dimensioni, che si collegava alla chiesa con un chiostro.

A sud, prima dell'ingresso alla chiesa, prima tappa per i conversi che ancora non avevano accesso alla chiesa, venne costruito il complesso del Battistero, che comprendeva altre al battistero vero e proprio una piccola cappella e tre edifici porticati destinati ad accogliere i pellegrini.

Dopo che gli arabi avevano conquistato Aleppo, nel 637, la chiesa di san Simeone si trovò in una zona di confine tra l'impero bizantino e il califfato degli Omayyadi prima e degli Abbasidi dopo, per cui, tra il IX e il X secolo, il santuario venne fortificato (da cui il nome Qal'at Sama'an), per reggere la pressione araba. La definitiva conquista musulmana avvenne, nel 1164, da parte dell'Atabeg (governatore) selgiuchide di Aleppo, Norandino (Nur al-Din Zangi), della dinastia degli Zengidi.