Bagan
Birmania (Myanmar)

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2019

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La città di Bagan precedentemente conosciuta come Pagan, formalmente nominata Arimaddanapura (la città del frantoio nemico) ed anche conosciuta come Tambadipa (la terra del rame) o Tassadessa (la terra secca), fu la vecchia capitale di parecchi regni antichi in Birmania. È situata nelle pianure centrali asciutte del paese, sulla riva orientale del fiume Irrawaddy, 145 chilometri a sud-ovest di Mandalay.

L'UNESCO ha tentato senza successo di nominare Bagan come sede di patrimonio mondiale. La giunta militare (SPDC), attualmente al potere in Birmania, ha ristrutturato le opere d'arte antiche, templi e gli edifici, non tenendo conto degli stili architettonici originali, usando materiali moderni incompatibili esteticamente ai materiali edilizi originali. Nel 2019, Bagan è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Zona archeologica di Bagan è il nome formale usato per designare la regione storica dell'antico Regno di Bagan. Si pensa che probabilmente qui siano stati costruiti più di 13.000 tra templi, pagode e altre strutture religiose. Un patrimonio unico edificato tra l'XI e il XII secolo in quest'area di 26 miglia quadrate (42 Kmq).

La città non esisteva, finché il re Pyinbya spostò la capitale a Pagan nel 874 d.C. e si trasformò in una potenza sotto il Re Anawratha, il quale convertì la Birmania al Buddhismo Theravada. Le rovine di Bagan coprono una superficie di oltre 100 km². Gli edifici furono per la maggior parte costruiti fra il 1000 e il 1200, quando Bagan era la capitale del primo Impero Birmano.  

Anche se forse, già a partire dal secondo secolo d.C., ci sono stati coloni in questa zona sulla riva sinistra del fiume Ayeyarwady (Irrawaddy), le mura originali del primo insediamento permanente risalgono probabilmente alla metà del IX secolo.

Verso la metà dell'XI secolo Bagan, sotto il re Anawrahta (r. 1044-1077), divenne un regno unico iniziando la sua età dell'oro.

Nel periodo successivo alla sua vittoria sui Mon nel 1057, la cultura Mon e soprattutto la sua forma di Buddhismo Theravada esercitò un'influenza dominante. Il re divenne un convinto sostenitore delle idee e delle pratiche Theravada iniziando un programma di grandi costruzioni a sostegno della nuova religione.

I trentamila prigionieri della guerra Mon includevano non solo la famiglia reale, ma anche studiosi, artigiani, capomastri e leader religiosi; tutti contribuirono a gettare le fondamenta di questa nuova, prosperosa, società. Tra i trofei pregiati portati a Bagan, in quel periodo, ci furono 32 copie del Tiitaka, le scritture Theravada.

Dal regno di Anawrahta, fino alla conquista da parte delle forze di Kublai Khan nel 1287, la zona è stata il centro vibrante di una frenetica architettura religiosa.

Il sovrano commissionò la costruzione di numerosi templi e palazzi, tra cui la Shwesandaw Pagoda e la splendida Shwezigon Pagoda.

In breve tempo, la citttà divenne il principale centro buddhista del sud-est asiatico.

Kyanzittha (r. 1084-1113), secondo successore di Anawrahta, era anche lui profondamente religioso e continuò senza interruzione il ritmo delle costruzioni. Nel corso del XII secolo Bagan divenne nota come la terra di quattro milioni di pagode. Anche se si tratta di un'evidente esagerazione, rispecchia sia la ricchezza che le implicazioni religiose del nuovo regno.

Un sistema altamente sviluppato di canali di irrigazione sostenne una fiorente coltura del riso, tuttavia i grandi progetti di costruzione, alla fine potrebbero aver contribuito al collasso del regno.

La regione è generalmente arida con precipitazioni limitate, tranne in determinati periodi. Palazzi, molti monasteri e abitazioni private vennero costruiti con legno molto deperibile, inoltre dal momento che praticamente tutti i templi e gli stupa erano fatti di mattoni di cotto, la quantità di vegetazione locale necessaria per mantenere il fuoco dei forni è stata enorme. Ma questa interpretazione non è condivisa da tutti gli studiosi, dal momento che solo pochi forni sono stati scoperti ed è chiaro che molti mattoni sono stati fatti altrove e portati a Bagan via fiume. Ma certo i progetti sontuosi hanno contribuito al disboscamento di molti terreni e al loro declino economico.

L'ultimo sovrano, il re Narathihapati (r. 1255-1287), fu anche lui un costruttore, responsabile dell'ultimo grande progetto religioso, il Mingala-Zeidi. Quando le armate mongole entrarono nell'area, rifiutò di sottomettersi opponendo una strenua resistenza. Le cronache riferiscono che demolì oltre 6.000 templi e pagode per rafforzare le mura della città.

Questa distruzione di una parte importante del suo patrimonio, tuttavia, risultò inutile. Nel 1287 Narathihapati (anche conosciuto nella storia di Bagan come Tayok-pye-min: 'il re scappato dai cinesi ') si diede alla fuga e venne avvelenato da suo figlio, il sovrano di Pyay (Prome), un regno a sud di Bagan, sempre sull'Ayeyarwady.

Gli eserciti invasori di Kublai Khan alla fine avevano completato la fine di Bagan, anche se forse le distruzione maggiori vennero dagli inutili tentativi difensivi, piuttosto che dalla furia delle armate mongole.

La capitale non recuperò mai la sua importanza, anche se meravigliose prove della sua grandezza rimangono ancora oggi nella piana di Bagan. Gli edifici in legno, ovviamente, sono da tempo scomparsi, e forse un terzo della città originale è stata spazzata via dalle piene del fiume Ayeyarwady. Eppure, una recente indagine ha indicato che ci sono ancora 2.217 monumenti identificabili più quasi lo stesso numero di cumuli di mattoni e di terra che non possono essere identificati. Praticamente tutte le strutture superstiti sono di mattoni, anche se alcune sono in pietra arenaria.

Due principali tipi di strutture architettoniche storiche si trovano nella zona di Bagan. La pagoda, o stupa (in birmano si chiama Zeidi o Zedi) è uno dei principali monumenti buddhisti. Il termine è spesso anche Paya usato in inglese in modo intercambiabile con pagoda. Originariamente un cumulo di pietre è diventato un monumento funebre, poi ha acquisito simbolismo cosmico del Buddha contenente le sue reliquie. Molti Zedi sono stati costruiti per onorare una persona notabile, o addirittura per mantenere il ricordo duraturo di una famiglia importante.

Lo Zedi ha la forma di una campana (spesso solida), su una struttura in mattoni situata su base quadrata od ottagonale; di solito ha un picco leggermente affusolato in metallo dorato, decorato con gioielli, sormontato da una decorazione a forma di ombrello sacro (Hti). Spesso queste strutture erano coperte con stucco e ornate con fini intagli.

Oltre ai numerosi stupa solitari, ne esiste una varietà agli angoli della maggior parte dei templi. Quando i fondi lo consentivano, gli stupa originali spesso venivano racchiusi in costruzioni più grandi ed elaborate. Esempi di pagode, in stile Paya, illustrati in questo saggio includono: Bupaya, Shwezigon, Mahabodhi, Nag-Kywe-na-daung, In-hpaya, e Minochantha.

L'altra grande forma di architettura superstite a Bagan è il tempio, o pahto, che può assumere una varietà di forme. I templi (gu) sono stati ispirati dalle grotte scavate dai buddhisti nella roccia in India. Erano edifici più grandi e multi-piano, luoghi di culto che comprendevano corridoi riccamente affrescati con immagini sacre e statue. A differenza degli archi a sbalzo di Angkor, i templi di Bagan impiegano ampiamente sia le volte a barile che gli archi ogivali. 

I templi spesso vennero costruiti intorno a uno Zedi e comprendevano una serie di altri edifici, come quartieri per i monaci e sale di riunione e preghiera. Il pahto spesso era una struttura massiccia, quadrata o rettangolare con terrazza esterna che rappresenta il Monte Meru, la residenza simbolica della divinità, circondato da uno spesso muro per separare il regno del sacro dal mondo esterno. Esempi dello stile pahto descritti in queste pagine sono: Ananda, Dhammayangyi, Gawdawpalin, Htilominlo. Shwegugyi, Sulamani e Thatbyinnyu.

Nella piana di Bagani ci sono oltre 2.200 monumenti ancora in piedi e rimangono un numero uguale di rovine o di altre prove di strutture del passato. L'ottimo "Inventario dei Monumenti a Pagan" di Pierre Pichard ha individuato 2.834 monumenti. Terremoti, inondazioni e le invasioni hanno distrutto, soprattutto le parti più alte, di molti templi e stupa. Ma diversi tra i monumenti esistenti sono stati ristrutturati, riordinati, ridipinti e 'abbelliti' nel corso degli anni.

Sia birmani che stranieri, inoltre, da lungo tempo hanno attuato un saccheggio sistematico dei manufatti e dei tesori. Avventurieri occidentali e archeologi nella seconda parte del XIX secolo hanno rimosso molte statue, affreschi e altre antichità per portarle nei musei ed esporli al pubblico, anche se molti di questi reperti sono stati distrutti durante le guerre in Europa nel XX secolo.

Anche se l'attuale governo del Myanmar ha vietato l'esportazione di antichità, importanti elementi continuano a scomparire nelle mani di ricchi collezionisti privati, un tragico destino che ha colpito numerosi siti di interesse storico e architettonico.

L'essere stato elevato a "Patrimonio dell'Umanità" potrebbe rivelarsi sia una benedizione che una maledizione. Più visitatori potrebbero portare reddito necessario per la zona, ma potrebbe anche aumentare la commercializzazione e l'ulteriore distruzione di questo eccezionale patrimonio.

Valle dei templi

Situata sulle rive del fiume Irrawaddy (Ayeyarwady) a Bagan c’è la più alta concentrazione di templi buddisti, pagode e stupe del mondo.

L’architettura di ogni tempio ha un importante significato per il Buddismo. Qui non si può fare altro che fermarsi ad ammirare, in silenzio, la storia antica che riprende vita sotto i raggi del sole che la illumina da secoli. Bisogna respirarla, assorbirla, lasciarsi avvolgere.

Il duro lavoro e la profonda devozione degli uomini che hanno edificato le migliaia di templi e stupe sono ancora tangibili.

Non essendo protetti dal vento, i templi vengono levigati dalle particelle di sabbia, che erodendo i rivestimenti di stucco scoprono i mattoni rossi e che prendono sfumature dorate quando sono illuminate dalla luce del sole all’alba e al tramonto.  

Nonostante la valle di Bagan sia uno dei luoghi più turistici del paese, è importante ricordare che è principalmente un luogo sacro e spirituale e quindi come tale va rispettato, facendo attenzione a dove si cammina, e che qualunque mattone, anche qualcuno caduto a causa di un terremoto o di semplice instabilità, ha un valore religioso.

Lo spettacolo dei templi di Bagan è unico e suggestivo, una completa immersione nella storia della Birmania, nella sua cultura e profonda spiritualità.

È un luogo commovente, dove entrare in contatto con l’Umanità e la sua grandezza. La valle dei templi di Bagan è costellata da migliaia di templi ed affascina per la sua maestosità.

Qui il tempo si è fermato, per preservare questi templi così simili tra loro ma tutti significativamente differenti. Immobili testimoni di un’epoca che fu, protetti nel loro austero isolamento che gli conferisce un incanto mistico ed ineguagliabile.

È il testamento più solenne della profonda religiosità della popolazione e dei governanti del Myanmar. 

Bagan è suddivisa in tre zone principali:

Old Bagan, la zona dove sorgeva l’antica città, tuttora circondata da una cinta muraria,

New Bagan, qualche chilometro a sud, una zona costruita in epoca recente,

Nyaung U, qualche chilometro a est, oggi una brulicante cittadina piena di ristoranti e guesthouse .

La maggior parte dei templi si trova nella zona vecchia di Bagan. Qui si trovano sparsi, tra la piana settentrionale e quella centrale, i templi più significativi, come l’Ananda Patho, il Nagayon, l’Abeyadana Pahto o il Thatbynnyu Pahto.

New Bagan è invece più vicina ai templi della piana meridionale e vicino al villaggio di Myinkaba, dove si trovano numerosi laboratori artigianali specializzati nella produzione della lacca, uno dei prodotti più tipici della Birmania.

Nyanung U si trova invece qualche chilometro a est di Old Bagan, dove si trovano i templi minori, ma che sono comunque meritevoli di una visita, tra questi c’è l’imponente Shwezigon Paya.

Nella valle di Bagan si contano migliaia di stupa e pagode buddhiste, molto variegate tra loro, diverse per tipologia, dimensioni e grado di conservazione.

Tempio di Ananda (1)

Il Tempio di Ananda è un tempio buddista situato nella zona di Bagan. Fu costruito per ordine del re Kyanzittha, i lavori iniziarono nel 1091 e durarono diversi anni. Il nome del tempio indica che questo è dedicato ad Ananda. Poco distante si può trovare il Tempio di Thatbyinnyu, più recente di circa un secolo rispetto al Tempio di Ananda.

Il Pahto Ananda, o Phaya, fu il primo dei grandi templi di Bagan, e rimane uno dei più belli e più significativi. E' un capolavoro simmetrico dello stile architettonico Mon, con qualche influenza dell'India del Nord. Riflette il passaggio dal primo periodo a quello intermedio dell'architettura di Bagan.

Situato a est delle mura della città vecchia, con una struttura a terrazze, svetta a 52 metri di altezza, circondato da quattro guglie ai vertici di una piattarforma quadrata rialzata. In occasione del 900° anniversario del tempio, nel 1990, le sue guglie sono state nuovamente rivestite d'oro.

Danneggiato dal devastante terremoto del 1975, è stato accuratamente restaurato.

l tempio fu completato durante il regno di re Kyanzittha (r. 1084-1113), ispirato da otto monaci indiani in visita e dalla storia precedente della loro vita nella leggendaria grotta Nanadamula nell'Himalaya.

L'Ananda ha voluto ricreare una visione di questa grotta riflettendo la sapienza infinita del Buddha.

Il tempio è circondato da un muro di cinta e quattro porte integrate ad arco che ospitano divinità guardiane sedute in posizione 'lalitasana'.

Poichè è sempre stato anche un monastero comprende anche una serie di edifici, all'interno del muro di cinta.

Ananda era cugino e discepolo (nonché primo attendente) del Buddha, celebre per la sua fedeltà assoluta al maestro e ai suoi ideali. il Buddha infatti cambiò attendente periodicamente per circa 20 anni, quando scelse di prenderne uno in via definitiva chiese ai suoi seguaci di candidarsi per il posto, con suo stupore Ananda non si candidò, il maestro chiese ad Ananda il motivo di questo suo gesto e lui rispose che si sarebbe candidato (e avrebbe quindi accettato la nomina) solo ad alcune condizioni, tra questo il divieto del maestro di fargli regali di qualsiasi tipo e di favorirlo a causa della sua parentela. Ananda era talmente legato al cugino che quando questi si ammalava, per effetto empatico anche Ananda sentiva i suoi stessi sintomi di malessere. Dopo la morte del maestro fu incaricato di raccogliere e recitare tutti i suoi scritti.  

Lo stile architettonico risente dell'influsso indiano e le sue strutture ricordano molto i templi induisti. Diverse parti delle costruzioni, soprattutto le cupole, sono ricoperte di lamine dorate. La forma del tempio è simile ad una croce, verso la cima sono presenti diverse terrazze e il tempio sfocia in una pagoda finale (anch'essa ricoperta di lamina dorata). Lungo i lati delle terrazze e della base del tempio sono dipinte scene tratte dal Jātaka, un racconto popolare sulla vita di Gautama Buddha e sulle sue precedenti incarnazioni.

E' un quadrato centrale lungo circa 53 m per ogni lato. La massa principale dell'edificio, alta 10,5 m, contiene due ordini di finestre.
La torre centrale si alza fino a 52 m.

Ci sono sei terrazze, quelle inferiori hanno una serie completa, numerata, di 537 piastrelle Jataka, in lingua pali, mentre nella terrazza superiore vi è un ulteriore gruppo di 375 placche in lingua Mon raffiguranti la vita di Buddha.

Bellissimi ed imponenti i quattro Buddha dorati all'interno; idem le varie nicchie che conservano ognuna piccoli capolavori.

Tempio di Bupaya (2)

Non è chiaro quando il tempio Bupaya (o Bu-hpaya) sia stato costruito. La tradizione suggerisce che ha avuto origine durante il regno del re Pyusawhti, nel III secolo dC., anche se la maggior parte dei ricercatori lo datano intorno all'850 circa, lo stesso periodo a cui risalgono le mura della città vecchia, verso nord. Altri ancora lo collocano nell'XI secolo.

Tuttavia, la polemica circa la datazione riguarda la struttura, in quanto buona parte del vecchio tempio di Bupaya, a seguito del terribile terrremoto del 1975, franò nel vicino fiume Ayeyarwady.

L'antica muratura in mattoni venne sostituita da una struttura rinforzata in in cemento armato, nel 1976-1978, che differisce in modo significativo dalla pagoda precedente.

A differenza dell'originale il tempio ristrutturato è anche completamente dorato.

Il nome Bupaya deriva dalla sua somiglianza con un bulbo o una zucca, mentre Paya significa pagoda. Secondo la tradizione, il suo costruttore, il re Pyusawhti, riuscì a liberare la riva che era infestata da enormi piante con questa forma.

Il Bupaya è un piccolo stupa che sorge su una piattaforma poligonale costituita da una serie di terrazze merlate semicircolari.

Si affaccia sul fiume, infatti servì a lungo come punto di riferimento per i viaggiatori sull'Ayeyarwady.

Bupaya è anche uno dei luoghi preferiti per ammirare i magici tramonti di Bagan.

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