Roccella Ionica
(Reggio Calabria)
  Video


Roccella si trova sulla costa dei Gelsomini e sorge probabilmente sull'antica città magnogreca di Amphisya. È bagnata dal mar Ionio e caratterizzata da un territorio pianeggiante verso il mare e collinare nell'entroterra.

Nel X secolo il paese venne chiamato "Rupella", poi "Arocella", fino al nome in uso di "Roccella", a causa della sua localizzazione sulla rocca nel "borgo-castello".

Vanta origini molto antiche, che si presume risalgano fino all'epoca della Magna Grecia. Storicamente è stata identificata con l'antica località di Amphisya, ricordata nei poemi del poeta romano Ovidio. In contrada Focà è stato ritrovato un edificio a blocchi di calcare e dei reperti in terracotta facenti parte di una presunta tomba monumentale del IV secolo a.C.

Al 1270 risale il primo documento che testimonia l'esistenza di Roccella Ionica: in esso è registrata la vendita del castello Donato a Gualtiero di Collepietro da parte di Carlo I d'Angiò.

Fu un importante feudo e rocca difensiva della costa, come simboleggiato anche nel gonfalone araldico, che rappresenta il patrono san Vittore di Marsiglia che sconfigge un pirata turco.

I resti della cittadella medievale sono visitabili a partire da Torrente Zirgone, dalla costa al promontorio dell'antica cittadella, e da qui alla vicina torre di avvistamento meglio nota come "Torre di Pizzofalcone".

Torre di Pizzofalcone

La prima notizia che potrebbe farci ipotizzare della presenza della Torre di Pizzofalcone è del 1283, nel periodo angioino viene citato un “Castello di Roccella di S. Vittore”. Bisogna andare molto cauti nella definizione di “castello” in quanto spesso gli viene attribuito un significato diverso da quello che oggi conosciamo. 

Di certo abbiamo una costruzione sulla cima più alta della rupe, probabilmente si tratta di un primo nucleo fortificato, detto di Monte Falcone. Per la certezza della presenza anche della Torre così come arrivata fino a noi, bisogna navigare a vista. Si può solo avanzare nel campo delle ipotesi, dettato più che altro dalla logica, in mancanza di certezze documentali. Solitamente, nel Medioevo, le varie torri costruite su tutte le coste come postazione di avvistamento, vennero innalzate sui cocuzzoli più alti e più visibili l’uno con l’altro. 

Pensiamo che tale Torre di Pizzofalcone sia sorta sin dalla prima notizia risalente alla presenza del “castello”: forse ci potrebbe sorgere il dubbio sulla sua dimensione se corrispondente a quella attuale. 

Bisogna attendere il 1534, quando nella Platea di Giovan Battista Carafa viene citata espressamente: “…terra Roccellae, versus montes, tenet castrum seu fortellitium nominatum Monti Falconi, cum turri constructum et formatum super quoddam monte…”.

La presenza di un fortilizio armato costruito attorno alla torre fu, nel passato, una figura rassicurante per la gente sempre in preda al panico per le continue scorribande dei predoni e barbari provenienti dal mare, favorendo l’abbandono della marina e della costa per trasferirsi sulla rocca. 

La Torre di Pizzofalcone ha sopportato i vari eventi naturali, quali alluvioni, terremoti, ecc.

L’unica notizia che può farci pensare a qualche danno subito dalla sua struttura, è ricavata da un verbale di un’ispezione eseguita da un esperto tecnico governativo che esaminò tutte le varie torri, per conto delle autorità del tempo, all’indomani del famigerato terremoto del 1783.

Della nostra di Pizzofalcone il tecnico inviato dal Governo consigliò “la costruzione nelle vicinanze di una nuova Torre”. Non è da escludere che la violenza del sisma abbia diroccato qualche pietra o qualche tratto di muro della parte più alta. 

Durante l’ultima guerra, per motivi bellici, sotto la cima del Monte Falcone fu scavata una galleria con due aperture, punti di appostamento lati est della Torre e due aperture lato ovest di cui una rappresenta la porta di entrata e di guardia.

Castello Carafa

Nel X secolo il paese venne chiamato "Rupella", poi "Arocella", fino al nome in uso di "Roccella", a causa della sua localizzazione sulla rocca. Vanta origini molto antiche, che si presume risalgano fino all'epoca della Magna Grecia. Storicamente è stata identificata con l'antica località di Amfissa, ricordata nei poemi del poeta romano Ovidio. In contrada Focà è stato ritrovato un edificio a blocchi di calcare e dei reperti in terracotta facenti parte di una presunta tomba monumentale del IV secolo a.C.

Il castello di Roccella Jonica fu fondato in periodo normanno.

Nell'XI secolo, i Normanni, considerati barbari e guerrieri, avidi di ricchezze e potere, giunsero in Italia e furono reclutati come mercenari dai signori della zona, affinché difendessero il Meridione dai Saraceni. Il potere dei Normanni e le loro conoscenze sull'Italia aumentarono dopo essere stati al servizio dei Longobardi e dopo aver combattuto a fianco dei Bizantini. Queste esperienze li resero più consapevoli della situazione italiana, soprattutto dal punto di vista della difesa e del livello di preparazione degli eserciti degli Stati contro i quali o per i quali avevano combattuto.

Al 1270 risale il primo documento che testimonia l'esistenza di Roccella Ionica: in esso è registrata la vendita del castello donato a Gualtiero di Collepietro da parte di Carlo I d'Angiò. Fu un importante feudo e rocca difensiva della costa, come simboleggiato anche nel gonfalone araldico, che rappresenta il patrono san Vittore di Marsiglia che sconfigge un pirata turco.

Nei secoli il castello passò a diverse famiglie nobiliari, tra queste i Ruffo, i Centelles e i Carafa della Spina.

Nel 1700 il castello fu restaurato dai Principi Carafa. La chiesa di San Nicola di Bari fu costruita agli inizi del XX secolo in sostituzione della precedente Chiesa, che si trova tutt'oggi incorporata nel castello dei Carafa. Dalla vecchia matrice, infatti, furono trasferiti alla nuova tutti gli altari e le statue. Al suo interno la chiesa si presenta a 3 navate; nel presbiterio si trovano l'altare maggiore datato 1763 e la volta affrescata dal pittore roccellese Raffaele Ursini.

Chiesa madre di San Nicola di Bari

La chiesa di San Nicola di Bari fu costruita agli inizi del XX secolo in sostituzione della precedente Chiesa (che si trova tutt'oggi incorporata nel Castello dei Carafa). 

Dalla vecchia matrice, infatti, furono trasferiti alla nuova tutti gli altari e le statue. Al suo interno la chiesa si presenta a 3 navate; nel presbiterio si trovano l'altare maggiore datato 1763 e la volta affrescata dal pittore roccellese Raffaele Ursini

Conserva un'antica Crocifissine e varie statue: Gesù nel Getsemani, la Madonna del Carmine, Santa Rita, San Michele arcangelo, San Giovanni Paolo II, la Madonna con i Santi Anna e Gioacchino, la Santissima Trinità, San Giovanni Evangelista, Santa Teresa di Lisieux, il Sacro cuore di Gesù, Maria Assunta in cielo, Sant'Antonio da Padova, Padre Pio e la Natività. La chiesa custodisce inoltre le reliquie di San Vittore di Marsiglia, patrono del paese.

Chiesa di Santa Anastasia

La chiesa nacque nel XVIII secolo e si trova nel cuore del Borgo del paese, infatti è detta "a chiesa d'u burgu". La sua realizzazione fu promossa da dei gesuiti, che all'inizio dedicarono la chiesa a San Francesco Saverio. Nel 1783, anno del terremoto che non recò gravi danni alla chiesa, vi si trasferì la parrocchia di Sant'Anastasia (dal borgo medievale) acquisendo il nome attuale. 

La chiesa si presenta a navata unica e sull'altare maggiore si trova una tela della Madonna con Gesù bambino fra Sant'Anastasia e Santo Stefano Protomartire. Inoltre custodisce 3 dipinti raffiguranti la Crocifissione, San Vincenzo Ferreri e San Raffaele Arcangelo, la statua molto venerata della Madonna Addolorata (festeggiata la terza domenica di settembre), Santa Lucia, La Madonna Ausiliatrice, San Giovanni Bosco e San Pio da Pietrelcina.

ChiesaSanNicolaExAleph.jpg (64493 byte)Chiesa San Nicola Ex Aleph

La chiesa fu costruita nel 1469 da marinai di Marsiglia. L'aspetto odierno è quello della ristrutturazione del 1930. La chiesa custodisce la grande tela di San Vittore di Marsiglia, patrono del paese, e il suo simulacro, opera in cartapesta dello scultore di Mammola Rodolfo Del Pozzo. 

Ci sono inoltre le statue di San Francesco da Paola, il Sacro Cuore di Gesù, la Madonna del Rosario di Rocco Bruno Murizzi, Santa Lucia, Gesù Morto, San Rocco, la Madonna (la prima statua della Madonna delle Grazie), la Madonna di Lourdes e Sant'Antonio da Padova. Al suo interno è inoltre seppellito il vescovo Pier Domenico Scoppa.

Santuario Madonna Santissima delle Grazie

Il santuario fu eretto nel 1545, quando al largo di Roccella, il marinaio palermitano Onofrio Buscemi ,con il suo equipaggio, si trovò in mezzo a una forte tempesta. Fece allora voto alla Madonna (della quale aveva un quadro a bordo): se fossero tutti scampati dalla tempesta il capitano avrebbe costruito una Chiesa in suo onore. Così fu e arrivati sani e salvi alla foce del torrente Zirgone, salendo per la valle trovarono il luogo adatto per edificare il Santuario. Il quadro del Buscemi fu posto sull'altare maggiore (che con il passare del tempo fu trafugato, come tanti altri, e sostituito). 

All'interno presenta una navata e custodisce la statua della Madonna delle Grazie, opera dello scultore di Mammola Antonio Spina e il Sacro Cuore di Gesù. La festa della Madonna si svolge ogni prima domenica di luglio con la caratteristica processione a mare.

Chiesa di San Giuseppe

Fu fondata all'inizio del 1600 e fu adibita a luogo di sepoltura per molti anni(tutt'oggi sul pavimento si trovano varie lastre tombali). La chiesa all'inizio fu dedicata all'Immacolata Concezione. All'interno la chiesa ha una navata e possiede la statua di San Giuseppe (copia di quella originale opera di Vincenzo Scrivo, derubata nel 1994 durante un incendio), Sant'Antonio da Padova, San Pasquale Baylon, Santa Lucia, San Francesco d'Assisi e il Cuore Immacolato di Maria. Possiede inoltre le tele di San Giuseppe con le anime purganti (posta sull'altare maggiore) e dell'Immacolata Concezione e un Crocifisso della metà del 1700.

Altri edifici religiosi

Chiesa della Madonna della Pietà - Situata in contrada Lacchi, ha una forma a capanna e al suo interno custodisce un quadro della Deposizione di Gesù dalla Croce. La chiesa fu ristrutturata nel 1957, assumendo l'aspetto contemporaneo, diverso da quello di un tempo.

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Convento dei Minimi Paolotti - Edificato nel 1580, il Convento dei Minimi Paolotti ospitava l'Ordine dei Minimi Paolotti.

Architetture civili

Palazzo Baudille

Palazzo Congiusta

Palazzo Englen

Palazzo Placido

Palazzo Rossetti

Palazzo Ursini

Palazzo Minici

Palazzo Bottari

Villa Carafa

Villa Alicastro

Villa Minici

Tradizioni e folclore

Festa di Maria S.S. delle Grazie - Ogni anno la prima domenica di luglio si tiene la festa in onore di Maria S.S. delle Grazie, patrona dei marinai del paese. Il mercoledì precedente alla festa la statua della Madonna viene portata in processione dal Santuario delle Grazie alla chiesa madre; la domenica pomeriggio viene portata su una barca ammiraglia in testa a un corteo di navi per la processione in mare, seguita da quella per le vie cittadine, il lunedì successivo alla festa la statua viene riportata dalla chiesa madre al santuario delle Grazie.

Festa della Madonna Addolorata - Si svolge ogni anno la terza domenica di settembre e conclude l'estate roccellese.

"Ncrinata 'I Pasca" o "Inchinata di Pasqua" - La rappresentazione si svolge la mattina di Pasqua, nel rione Croce. San Giovanni, posizionato in via Giordano Bruno, per tre volte, si reca dalla Madonna, coperta da un manto nero, per comunicarle la notizia della resurrezione di Cristo. Le due statue, quella della Madonna e quella del Cristo, si trovano distanti circa 300 metri, in una posizione tale da non potersi vedere. L'ultimo viaggio di San Giovanni viene fatto di corsa ed a metà percorso la statua si arresta, mettendosi di lato, per consentire al Cristo e alla Madonna di potersi incontrare. La corsa di queste due statue viene accompagnata dalla banda musicale. Dopo pochi passi la Madonna viene liberata dal suo manto nero.

Ballo del Ciuccio (Cavalluccio pirotecnico) - Festa in onore di San Giuseppe che si festeggia tutti gli anni la prima domenica di agosto.

Fonte: