Limone sul Garda 
(Brescia)

Il nome della cittadina deriva dal latino "Limen" ovvero confine, ma più comunemente lo si abbina al nome dell'agrume tipico locale: il limone. Le prime notizie storiche sui popoli del Benaco (antico nome del Lago) risalgono all'epoca neolitica (nella vicina Valle di Ledro si possono osservare ancora oggi testimonianze preistoriche di palafitte risalenti all'età del bronzo). 

Risale al 600 a.C. l'insediamento nella zona delle popolazioni celtiche dei Galli Cenomani, sottomessi nel II secolo a.C. ai Romani. In seguito gli avvenimenti storici di Limone rispecchiano la Storia delle grandi Comunità del Nord Italia: dai Longobardi, alla venuta di Carlo Magno, alla Repubblica Veneziana, all'Impero Austro-Ungarico, all'Italia Risorgimentale, alle vicende delle Guerre Mondiali, fino all'avvento della Repubblica Italiana. Determinante per lo sviluppo socio-economico e culturale di Limone, fu però il dominio della Repubblica di Venezia a partire dalla prima metà del XV secolo d.C.. Grazie alla capacità amministrativa ed all'intraprendenza commerciale che caratterizzava la politica della Serenissima, Limone passò da una semplice economia rurale legata alla coltivazione di olivi e alla pesca, ad altre forme di attività. 

Iniziò così la costruzione delle limonaie: apposite serre che consentirono la produzione, favorita dal clima particolarmente mite anche d'inverno, di limoni, di cedri e di aranci, che la Serenissima esportò in tutti gli Stati Europei. Queste serre erano costruite sottraendo ampi spazi terrazzati alla montagna, perimetrando il sito con alte muraglie per difendere i preziosi agrumi dai venti di nord-ovest. I caratteristici pilastri in muratura ordinatamente allineati servivano per sostenere le travi di abete per la copertura invernale di tutta la struttura. Prima dell'interramento il fondo della serra veniva isolato con un ampio strato di calce per evitare dispersioni d'acqua fornita dall'immancabile vicina sorgente e l'irrigazione avveniva con un ingegnoso sistema di canali. 

Restava il problema della terra: quella locale non era adatta in quanto troppo ghiaiosa, calcarea e povera di elementi, per cui si ovviò riportando con barconi dalla sponda veneta del Basso Lago terra più acida, argillosa e ricca di elementi. 

Va considerato che Limone è il paese più settentrionale al mondo in cui si possono coltivare agrumi. Un'importante testimonianza sulle limonaie, la troviamo fra le pagine del diario del grande scrittore e poeta tedesco Johann Wolfgang GOETHE (Francoforte 1749 - Weimar 1832) che nel settembre del 1786, passando in barca, visitò Limone e restò estasiato alla vista delle grandi serre di agrumi che gli ispirarono i versi iniziali della sua famosa poesia: "Conosci il paese dove fioriscono i limoni?". 

Nell'800, durante il periodo asburgico, oltre alla fiorente attività di produzione degli agrumi ne seguirono altre quali la produzione di magnesia (Via Benedetto Croce), della carta (località Milanesa), della calce (Valle del Sìngol - Reamòl) e, sempre favorita dal clima propizio, l'allevamento dei bachi da seta. 

Le vicende storico-politiche del periodo bellico 1915-18 coinvolsero pesantemente Limone e tutte queste attività allora fiorenti subirono un brusco declino in quanto, per motivi militari (confine fra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico), la popolazione venne evacuata per alcuni anni. In seguito il progresso privilegiò le località servite dai moderni mezzi di comunicazione propri di questo secolo, mentre Limone, raggiungibile esclusivamente via monti o lago, ritornava a basare la propria economia sulla pesca e sull' allevamento di olivi. Solo nel 1932 venne finalmente collegata ai paesi limitrofi allorché fu terminata la caratteristica strada Gardesana Occidentale. Finirono così anni di isolamento e di confine.

L'economia locale iniziò a trasformarsi nell'immediato dopoguerra, grazie all'afflusso dei primi turisti provenienti dalle regioni del Nord Europa. Gli abitanti di Limone iniziarono un lento ma costante sviluppo, trasformando il piccolo paese di pescatori nell'odierno centro turistico fra i più importanti del Lago di Garda.

La leggenda racconta che dall'amore del dio Benaco e della ninfa Fillide nacquero due gemelli, Grineo e Limone. Nelle intenzioni del padre, il primo avrebbe dovuto dedicarsi alla pesca, il secondo all'agricoltura, ma i due, fin dall'adolescenza, preferirono la caccia lungo le pendici del monte Baldo, dove Limone un giorno venne aggredito ed ucciso da un cinghiale. Fillide, disperata, ricorse supplicante al marito perché facesse ritornare in vita il figlio: così gli somministrò un infuso preparato con misteriosi fiori celesti e il prodigio si compì. Obbedendo prontamente, Limone si stabilì allora proprio di fronte al Baldo, in una dolce insenatura riparata dai venti, curando la coltivazione del frutto che da lui prese il nome.

Chiesa di San Benedetto Abate

La Chiesa di San Benedetto a Limone sul Garda, è stata costruita da Andrea Pernis, originario di Como nel 1691. L'edificio è stato edificato su una preesistente chiesetta romanica, troppo piccola per accogliere i fedeli della zona. L’originaria chiesa romanica sembra risalire a prima del secolo XI, infatti è citata in una bolla di Papa Urbano III nel 1186. Si trova nel centro storico di Limone sul Garda nel quale si inserisce perfettamente.

In questa chiesa fu battezzato il grande missionario, vescovo, San Daniele Comboni. Nacque il 15 marzo 1831 a Limone sul Garda. Lasciò il paese da ragazzo per recarsi a studiare a Verona presso Don Nicola Mazza. Ordinato sacerdote a Trento nel 1854 partì per l’Africa come missionario. Venne ordinato vescovo nel 1877 dal Papa Pio IX. Combini tornò a Limone nel 1879 quando consacrò la Chiesa di San Benedetto. Ritornato in Africa morì a Khartum il 10 ottobre del 1881 a causa delle febbri malariche. Il 17 marzo 1996 fu proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo II, che lo fece Santo nella Cattedrale di San Pietro il 5 ottobre 2003.  

La Chiesa di San Benedetto si integra perfettamente con le case circostanti, grazie alle sue pareti bianche. La facciata è a forma di tempio con delle linee semplici ed eleganti. Essa è divisa in tre zone da lunghe lesene che arrivano fino all’architrave dove si appoggia il frontone. Molto bello è anche il campanile in pietra bianca, che presenta una cella campanaria sormontata da una copertura a cipolla. Esso rimanda allo stile architettonico austriaco. Sembra quasi ricordare il passato del paese, quando Limone non faceva ancora parte dell’Italia, ma era annessa all’impero austriaco. E’ stato restaurato nell’inverno tra il 2006 e il 2007.  

All’interno della chiesa si trova un’unica navata con numerose campate estremamente decorate. Quando si visita la chiesa saltano all’occhio le lesene addossate alle pareti con i loro capitelli corinzi, le semi colonne in pietra rossa che inquadrano le tele e l’altare barocco in marmo giallo veronese che contiene il Cristo ligneo di dimensioni naturali. All’interno della chiesa, sopra la porta d’ingresso, si trova l’organo restaurato nel 2007.

Nella Chiesa Parrocchiale di San Benedetto sono custoditi capolavori artistici a partire dai primi del Cinquecento come la Pala che raffigura la “Deposizione di Gesù” di Battista d’Angolo detto il Moro del 1547, posta sopra l’altare maggiore. Degne di nota anche due grandi tele che raffigurano “La Cena in casa di Simone fariseo” e “L’adorazione dei Magi” entrambe opere di Andrea Celesti.

La chiesa ospita anche l’archivio storico della Comunità di Limone sul Garda, dove sono registrati i matrimoni, i battesimi e i decessi tenutisi nel luogo fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando il compito era affidato ai parroci.  

 

Luglio 2014