|
Di
grandissimo valore e interesse
storico-architettonico il Borgo
di Arnosto è situato nel comune
di Fuipiano
Valle Imagna, tipico borgo di
montagna si trova nel punto più alto della
Valle Imagna a circa 1033 mt.
L’antico
borgo di Arnosto è la più significativa e
meglio conservata tra le strutture di
architettura rurale rimaste sul territorio
della Valle Imagna e rappresenta forse
l’aspetto più significativo del
patrimonio edilizio valdimagnino, dove
sopravvivono ancora oggi nuclei abitativi
che testimoniano un’integrazione
straordinaria tra l’uomo e la natura.
L'abitato
nasce all'incirca a metà del Cinquecento in
seguito alla creazione di una postazione
doganale della Repubblica di Venezia dove
gli uomini della Serenissima potevano
controllare tranquillamente gli uomini che
provenivano dal vicino Ducato di Milano.
Bisogna anche sapere che il confine con lo
Stato di possesso spagnolo era posto proprio
nei pressi dell'abitato di Arnosto, tant'è
che nel corso degli anni esso è diventato
un avamposto contro la milanese Brumano e,
in quanto luogo di frontiera, un luogo
particolarmente ambito per i proprietari
terrieri. Da qui nacque l'immediato aumento
delle strutture presenti ed i tre
agglomerati di case ancora oggi visibili:
quello meridionale, più spartano, quello
settentrionale, costruito in maniera più
raffinata, e quello a nord ovest, dove sono
ancora presenti gli edifici cinquecenteschi.

Lungo
tutto il borgo si possono ammirare strutture
costruite in muratura con pietre a vista,
portoni affacciati sulla mulattiera che
taglia a metà tutto l'abitato e finestrelle
più piccole poste in direzione dei monti.
Entrando a sud da Fuipiano ci si troverà di
fronte alla chiesetta di San Filippo Neri e
San Francesco da Paola, ultima parte
restante dell'oratorio costruito nel 1662.
All'interno si può osservare ancora oggi
una pala ad olio raffigurante i santi
Filippo Neri e Francesco di Paola in
compagnia della Vergine datata 1665 ed
attribuita a Francesco Quarenghi, nonno del
celebre architetto Giacomo.
L’antico
borgo risale al XIV secolo e conserva
edifici di grande valore artistico, tra cui
alcuni edifici di notevole valore artistico
come la piccola chiesa e l’austero palazzo
della dogana della Serenissima con i
caratteristici tetti in lastre calcaree
sovrapposte.
Tutto
in questi luoghi è fatto di pietra,
persino i tetti, i caratteristici tetti
in piode,vera particolarità di
Arnosto, costruiti con lastre di roccia
calcarea della Valle Imagna dette piode,
tagliate molto spesse. Questo metodo
costruttivo è unico nelle Alpi ed è comune
solo alla Valle Imagna ed alle vicine Val
Taleggio e Val San Martino.
Il
nucleo di Arnosto è suddiviso in 3
agglomerati, ognuno dei quali presenta una
parte edificata ed una destinata ad
un’agricoltura di sussistenza.
L’abitato
a Nord
Ovest è quello peggio
conservato, nel quale rimangono scarse
tracce del passato. L’abitato
a Nord è a livello architettonico il più
particolare, si pensa che qui
vivessero i Veneziani. Le costruzioni
infatti sono più ricche, più alte ed
accurate, persino la loro disposizione
mostra un disegno più ricercato. In
quest’area è presente la Casa
della Dogana di Venezia, l’edificio
più bello ed imponente al cui interno sono
presenti pregevoli affreschi Veneziani.
L’abitato
a Sud,
ristrutturato nel 2002, attualmente ospita
la sede del Municipio, della Biblioteca
Comunale ed un piccolo museo
etnografico. Questo rappresenta
l’agglomerato più funzionale e semplice,
un tempo vi abitavano vari gruppi familiari
di contadini secondo logiche comunitarie; al
primo piano c’era la cucina e la cantina,
al secondo le camere da letto, l’ultimo
piano era utilizzato come deposito.
All’interno
del Borgo di Arnosto si trova anche un museo
etnografico, realizzato dal gruppo Amici
di Arnostoche raccoglie una
collezione di antichi strumenti da lavoro
che venivano utilizzati dai contadini, dagli
allevatori e dagli artigiani dell’epoca
passata, troviamo anche un’esposizione
fotografica delle popolazioni che vi
abitarono nel passato.
E’
presente anche una piccola Cappella dedicata
ai santi Filippo
Neri e Francesco
da Paola.
Questa chiesetta era utilizzata dagli
abitanti della contrada nel 1664. Può
contenere al massimo 20 persone ed è ricca
di affreschi di grande pregio tra cui un
dipinto di Francesco Quarenghi, nonno di Giacomo
Quarenghi.
Con
l'avvento della rivoluzione industriale e
della conseguente trasformazione delle città,
l'economia di montagna ha perso decisamente
importanza e gli impiegati in quel settore
sono stati relegati
agli stadi più
bassi della società. Ciò ha
innescato un progressivo abbandono del borgo
fino alla situazione attuale, che non ha
toccato la struttura originaria di Arnosto,
ancora uguale ai tempi di Venezia.
|