Il monte
Kumgang o Kumgangsan o Geumgang-san è
un massiccio montuoso del Kangwon nella Corea
del Nord.
Il
massiccio fa parte della catena
montuosa dei monti
Taebaek. Si trova nella Corea del
Nord, a circa 50 km dalla
città sudcoreana di Sokcho. La
vetta più alta raggiunge 1638 m.
Il nome significa "montagna
di diamanti".
La
montagna è costituita quasi
interamente da granito e diorite modellati
nel corso dei secoli in una grande
varietà di forme di cui circa
12.000 uniche e pittoresche
formazioni di pietra, insieme a
dirupi, picchi e colonne di
pietra.
Il
Kumgang è lungo circa 60 km
in direzione nord-sud e largo 40 km
in direzione est-ovest, ed è
comunemente diviso in 3 aree:
"Kumgang Interno",
"Kumgang Esterno" e
"Kumgang Marittimo",
ognuna con caratteristiche
geologiche e topografiche
particolari.
Il
Kumgang Interno (in coreano Nae-Kumgang),
la parte più occidentale, è
famoso per i suoi panorami.
Il
Kumgang Esterno (in coreano Oe-Kumgang),
più a est, è famoso per il gran
numero di picchi (tra cui il picco
Chipson, 1351 m, visitato per
le molte cascate). Nel Kumgang
Esterno si trovano anche le famose
cascate Kuryong (Nove Dragoni),
alte 74 m, che precipitano da
una massa rocciosa di granito.
Infine
il Kumgang Marittimo (in coreano Hae-Kungang),
a ridosso della costa, è noto per
gli scogli e i laghi, tra cui il Lago
Samilpo, che chiude l'area
montuosa a pochi chilometri dal
confine con la Corea del Sud.
Il
Monte Kumgang è un luogo di
eccezionale bellezza naturale,
rinomato per le sue cime di
granito quasi bianco, le profonde
valli, le cascate e gli ecosistemi
incontaminati, che si elevano fino
a quasi 1.600 metri.

L'impatto
spettacolare della montagna è
accentuato dai continui
cambiamenti meteorologici: nebbie,
pioggia, sole e nuvole.
Questa
montagna sacra è un sito chiave
del Buddhismo montano, con
tradizioni che risalgono al V
secolo.
Questo
paesaggio culturale ospita antichi
eremi, templi, stupa e sculture in
pietra, molti dei quali situati
nell'area esterna e interna del
Kumgang. Tre templi rimangono
attivi oggi e sono una
testimonianza eccezionale di
secoli di pratica buddista, con un
patrimonio materiale e immateriale
profondamente intrecciato con il
paesaggio.