Riserva naturale Aïr-Ténéré
Niger
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1991 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO
  
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DAL 1992 SITO PATRIMONIO IN PERICOLO - Conflitti armati e instabilità civile nella regione; riduzione della popolazione faunistica e della copertura vegetativa.

Il massiccio dell'Aïr, è un massiccio montuoso che si trova nel nord del Niger, nell'ecoregione del Sahara. Esso si trova a nord del 17° parallelo ed ha un'estensione di 70 000 km². Si presenta come un vasto acrocoro compreso tra i 500 e i 900 metri di altitudine, in cui predominano vasti pianori, intervallati da picchi isolati di natura granitica, cui spesso si sovrappongono formazioni vulcaniche recenti.

Il Ténéré è una regione desertica nella parte centro-meridionale del Sahara. Comprende grandi pianure di sabbia che si estendono dal nord-est del Niger alla parte occidentale del Ciad, per un area complessiva di oltre 400.000 km². 

Il nome Ténéré deriva dalla lingua tuareg e significa "deserto": allo stesso modo la parola araba per "deserto", sahara, è stata usata come nome per l'intera regione.

Il Ténéré è arida, con clima molto caldo e arido e nessuna vegetazione. Le temperature raggiungono i 42°C (108°F) d'estate, con poco più di 25 mm di precipitazioni in un anno. L'acqua è difficile da trovare, anche nel sottosuolo, e i pozzi distano tra loro centinaia di chilometri.

Questa regione non è sempre stata un deserto. Durante il periodo carbonifero era un fondale marino, ed in seguito divenne una foresta tropicale. Uno dei principali cimiteri di dinosauri si estende lungo il confine occidentale: molti fossili sono stati trovati in questa zona, esposti dall'erosione del suolo. I paleontologi vi hanno trovato un esemplare di un rettile simile ad un coccodrillo , il Sarcosuchus imperator, soprannominato SuperCroc.

Il deserto è anche famoso per l'Albero del Ténéré, un'acacia che era l'albero più isolato al mondo, a 400 km da ogni altra vegetazione. L'albero venne distrutto per errore nel 1973 quando venne investito da un autista di camion, e venne rimpiazzato da una scultura in metallo. Nonostante questo incidente l'albero è ancora indicato sulle mappe come punto di interesse.

Le condizioni climatiche rendono l'Air e il Tenére difficilmente abitabili per l'uomo, tanto che la popolazione dei villaggi di Iférouane e Tin Telloust, nel cuore del complesso di massicci, non supera le 2500 persone, cui vanno aggiunti 1500-4500 Tuareg nomadi. Eppure questa regione reca tracce di insediamenti risalenti a 30.000 anni fa, epoca in cui gli sconvolgimenti glaciali avevano fatto del Sahara una terra in grado di sostenere le attività pastorali dei suoi abitanti, genti remote che illustrarono quel loro mondo, così diverso dall'attuale, nelle incalcolabili pitture rupestri che costellano la regione.  

Durante la preistoria era una terra fertile, adatta alla vita umana. Venne abitata dagli umani fino al Paleolitico, circa 60.000 anni fa. La presenza di umani è documentata dai resti degli strumenti in pietra con cui cacciavano gli animali selvatici. Durante il Neolitico, circa 10.000 anni fa, dei cacciatori crearono incisioni e dipinti ancora oggi visibili in diversi punti. La popolazione si trasferì con l'inaridimento del Sahara, ed entro il 2500 a.C. l'area era interamente desertificata.

I moderni abitanti del Ténéré sono i Tuareg dell'Ayr e di Azawagh. Tre federazioni Tuareg, Kel Ayr, Iwillimidan Kel Denneg e Kel Gres hanno governato l'area fino all'arrivo dell'armata coloniale francese, che occupò le terre. Altri gruppi etnici della zona sono i Hausa, Songhay, Wodaabe, i Moors, e i Tebu.

Nel 1960 il territorio Tuareg divenne parte della repubblica indipendente del Niger. Venne diviso in sette départments. La parte centrale del Ténéré è un'area protetta, sotto il vincolo della Aïr and Ténéré Natural Reserve.

Divenuto famoso per essere il tratto decisivo dell'estenuante raid automobilistico e motociclistico tra Parigi e Dakar, all'inizio degli anni Novanta del secolo scorso il deserto del Tenére è salito agli onori delle cronache dell'Africa sahariana per ragioni politiche. La ribellione dei Tuareg, un tempo incontrastati signori del Sahara, stava mettendo in pericolo la stabilità del Niger e del Mali, interrompendo le già scarse vie di comunicazione tra il Nord e il Sud del grande deserto africano. Nel febbraio 1992 il sequestro di sei membri dello staff delle riserve dell'Air e del Tenére produsse come conseguenza la richiesta, da parte del governo del Niger, di includere l'area nella lista del Patrimonio Mondiale in pericolo. Il rapimento si concluse senza vittime e il 20 aprile 1995 le parti siglarono un accordo che aprì la via a un intervento del WWF nella riserva. Per fortuna il delicato ambiente locale ha subito danni inferiori al previsto, anche se alcune specie, come lo struzzo, continuano a essere in serio pericolo a causa del bracconaggio.

Con 7,7 milioni di ettari di superficie, le riserve dell'Aìr e del Tenére costituiscono la più grande area protetta del continente. Di forma approssimativamente rettangolare, è occupata per il 35-40 per cento dalle montagne dell'Aìr, un complesso di nove massicci granitici con intrusioni di natura ignea, e per il resto dal deserto del Tenére, uno dei più grandi "mari di sabbia" del Sahara, esteso su una piattaforma di rocce metamorfiche del Cambriano sottoposte a una continua, intensa erosione. Da esso emergono gli erg, vasti campi di dune sabbiose la cui altezza, là dove trovano appoggio su affioramenti rocciosi, tocca i 300 metri

Ampiamente descritta nella letteratura scientifica, la vegetazione comprende oltre 350 specie di piante, diffuse soprattutto nell'ambiente saheliano dell'Aìr. Preminenti sono le popolazioni di Balanites aegyptiaca, contenente uno steroide che cura la schistosomiasi, di Salvadora persica, arbusto verde nel Sahel per l'igiene dentale, di Ziziphus mauritiana, di Acacia laeta e di Acacia albida. Nel Tenére sono invece presenti Acacia tortilis raddiana e Acacia ehrenbergiana. Particolarmente importanti sono anche le varietà selvatiche di alcune piante alimentari, come l'ulivo, il miglio e il sorgo, recentemente sottoposte a indagine genetica da parte dell'International Board for Plant Genetic Resources. 

Nonostante l'asprezza del clima, caratterizzato da una temperatura media annua di 28 gradi e da precipitazioni scarse o inesistenti, nell'area si segnalano 165 specie di uccelli, 18 di rettili e 40 di mammiferi, molti dei quali in pericolo di estinzione. Tra questi, la gazzella dorcade (Gazella dorcas), con circa 12.000 esemplari, la gazzella Dama (Gazella dama), con 170, e la pecora berbera o waddan (Ammotragus lervia), con 3500. Anche l'antilope Addax (Addax nasomaculatus), considerata dai Tuareg la "regina del deserto", è in continuo declino a causa della caccia indiscriminata: si valuta che ne siano rimasti appena 15 esemplari. 

Numerosi grandi mammiferi del Sahel sono stati sterminati dalla regione agli inizi del XX secolo con la caccia e il veleno, ma alcune specie persistono: si contano ancora tra i 15 e i 20 ghepardi e alcune iene striate che si nutrono essenzialmente di scimmie. Le popolazioni di carnivori di taglia più piccola sono in condizioni migliori. Nella regione si possono infatti incontrare degli sciacalli dorati, dei fennec, delle volpi di Rüppel, dei caracal e il gatto delle sabbie. Nella regione è stata avvistata anche la zorilla del deserto Ictonyx libyca.

Tra i monti Tamgak esiste una popolazione isolata e quasi certamente consanguinea di una settantina di 70 babbuini anubi, oltre a circa 500 scimmie Patas al centro del massiccio. Le due popolazioni sono composte da individui appartenenti a sottospecie endemiche dell'Aïr.

Nel massiccio dell'Aïr è possibile trovare delle colonie di irace delle rocce e popolazioni stabili di roditori scavatori, insettivori e pipistrelli. L'istrice  e il riccio dal ventre bianco costituiscono addirittura una minaccia per le colture.

Nell'Aïr sono comuni ganga, zigoli, tessitori, corvi e cornacchie. È stato osservato anche il calao dal becco rosso. È stata segnalata anche la presenza dell'otarda e del gufo africano. L'ultima grande popolazione di struzzi della sottospecie Struthio camelus camelus di questa regione dell'Africa, stanziata ad ovest del massiccio e valutata nel 1990 intorno agli 800-2.000 individui, era quasi estinta nel 2001. Esistono anche 85 specie di uccelli di passo, che sostano qui talora nel corso delle loro migrazioni verso le zone in cui svernare.

Esistono differenti specie di serpenti nel massiccio: il cobra dal collo nero, o cobra sputatore, la vipera soffiante, la vipera cornuta, una specie di varano e diverse specie di gecko.