DAL
1992 SITO PATRIMONIO IN
PERICOLO - Conflitti armati e
instabilità civile nella
regione; riduzione della
popolazione faunistica e della
copertura vegetativa.
Il
massiccio dell'Aïr, è un
massiccio montuoso che si
trova nel nord del Niger,
nell'ecoregione del Sahara.
Esso si trova a nord del 17°
parallelo ed ha un'estensione
di 70 000 km². Si presenta
come un vasto acrocoro
compreso tra i 500 e i 900
metri di altitudine, in cui
predominano vasti pianori,
intervallati da picchi isolati
di natura granitica, cui
spesso si sovrappongono
formazioni vulcaniche recenti.
Il
Ténéré è una regione
desertica nella parte
centro-meridionale del Sahara.
Comprende grandi pianure di
sabbia che si estendono dal
nord-est del Niger alla parte
occidentale del Ciad, per un
area complessiva di oltre
400.000 km².
Il
nome Ténéré deriva
dalla lingua tuareg e
significa "deserto":
allo stesso modo la parola
araba per "deserto",
sahara, è stata usata
come nome per l'intera
regione.
Il
Ténéré è arida, con clima
molto caldo e arido e nessuna
vegetazione. Le temperature
raggiungono i 42°C (108°F)
d'estate, con poco più di 25
mm di precipitazioni in un
anno. L'acqua è difficile da
trovare, anche nel sottosuolo,
e i pozzi distano tra loro
centinaia di chilometri.
Questa
regione non è sempre stata un
deserto. Durante il periodo
carbonifero era un fondale
marino, ed in seguito divenne
una foresta tropicale. Uno dei
principali cimiteri di
dinosauri si estende lungo il
confine occidentale: molti
fossili sono stati trovati in
questa zona, esposti
dall'erosione del suolo. I
paleontologi vi hanno trovato
un esemplare di un rettile
simile ad un coccodrillo , il Sarcosuchus
imperator, soprannominato SuperCroc.
Il
deserto è anche famoso per
l'Albero del Ténéré,
un'acacia che era l'albero più
isolato al mondo, a 400 km da
ogni altra vegetazione.
L'albero venne distrutto per
errore nel 1973 quando venne
investito da un autista di
camion, e venne rimpiazzato da
una scultura in metallo.
Nonostante questo incidente
l'albero è ancora indicato
sulle mappe come punto di
interesse.

Le
condizioni climatiche rendono
l'Air e il Tenére
difficilmente abitabili per
l'uomo, tanto che la
popolazione dei villaggi di Iférouane
e Tin Telloust, nel cuore del
complesso di massicci, non
supera le 2500 persone, cui
vanno aggiunti 1500-4500
Tuareg nomadi. Eppure questa
regione reca tracce di
insediamenti risalenti a
30.000 anni fa, epoca in cui
gli sconvolgimenti glaciali
avevano fatto del Sahara una
terra in grado di sostenere le
attività pastorali dei suoi
abitanti, genti remote che
illustrarono quel loro mondo,
così diverso dall'attuale,
nelle incalcolabili pitture
rupestri che costellano la
regione.
Durante
la preistoria era una terra
fertile, adatta alla vita
umana. Venne abitata dagli
umani fino al Paleolitico,
circa 60.000 anni fa. La
presenza di umani è
documentata dai resti degli
strumenti in pietra con cui
cacciavano gli animali
selvatici. Durante il
Neolitico, circa 10.000 anni
fa, dei cacciatori crearono
incisioni e dipinti ancora
oggi visibili in diversi
punti. La popolazione si
trasferì con l'inaridimento
del Sahara, ed entro il 2500
a.C. l'area era interamente
desertificata.
I
moderni abitanti del Ténéré
sono i Tuareg dell'Ayr e di
Azawagh. Tre federazioni
Tuareg, Kel Ayr, Iwillimidan Kel
Denneg e Kel Gres
hanno governato l'area fino
all'arrivo dell'armata
coloniale francese, che occupò
le terre. Altri gruppi etnici
della zona sono i Hausa,
Songhay, Wodaabe, i Moors, e i
Tebu.
Nel
1960 il territorio Tuareg
divenne parte della repubblica
indipendente del Niger. Venne
diviso in sette départments.
La parte centrale del Ténéré
è un'area protetta, sotto il
vincolo della Aïr and Ténéré
Natural Reserve.

Divenuto famoso per essere il tratto decisivo
dell'estenuante raid
automobilistico e
motociclistico tra Parigi e
Dakar, all'inizio degli anni
Novanta del secolo scorso il
deserto del Tenére è salito
agli onori delle cronache
dell'Africa sahariana per
ragioni politiche. La
ribellione dei Tuareg, un
tempo incontrastati signori
del Sahara, stava mettendo in
pericolo la stabilità del
Niger e del Mali,
interrompendo le già scarse
vie di comunicazione tra il
Nord e il Sud del grande
deserto africano. Nel febbraio
1992 il sequestro di sei
membri dello staff delle
riserve dell'Air e del Tenére
produsse come conseguenza la
richiesta, da parte del
governo del Niger, di
includere l'area nella lista
del Patrimonio Mondiale in
pericolo. Il rapimento si
concluse senza vittime e il 20
aprile 1995 le parti siglarono
un accordo che aprì la via a
un intervento del WWF nella
riserva. Per fortuna il
delicato ambiente locale ha
subito danni inferiori al
previsto, anche se alcune
specie, come lo struzzo,
continuano a essere in serio
pericolo a causa del
bracconaggio.
Con 7,7 milioni di ettari di superficie, le riserve dell'Aìr
e del Tenére costituiscono la
più grande area protetta del
continente. Di forma
approssimativamente
rettangolare, è occupata per
il 35-40 per cento dalle
montagne dell'Aìr, un
complesso di nove massicci
granitici con intrusioni di
natura ignea, e per il resto
dal deserto del Tenére, uno
dei più grandi "mari di
sabbia" del Sahara,
esteso su una piattaforma di
rocce metamorfiche del
Cambriano sottoposte a una
continua, intensa erosione. Da
esso emergono gli erg, vasti
campi di dune sabbiose la cui
altezza, là dove trovano
appoggio su affioramenti
rocciosi, tocca i
300 metri
.
Ampiamente descritta nella letteratura scientifica, la
vegetazione comprende oltre
350 specie di piante, diffuse
soprattutto nell'ambiente
saheliano dell'Aìr.
Preminenti sono le popolazioni
di Balanites aegyptiaca,
contenente uno steroide che
cura la schistosomiasi, di
Salvadora persica, arbusto
verde nel Sahel per l'igiene
dentale, di Ziziphus
mauritiana, di Acacia laeta e
di Acacia albida. Nel Tenére
sono invece presenti Acacia
tortilis raddiana e Acacia
ehrenbergiana. Particolarmente
importanti sono anche le
varietà selvatiche di alcune
piante alimentari, come
l'ulivo, il miglio e il sorgo,
recentemente sottoposte a
indagine genetica da parte
dell'International Board for
Plant Genetic Resources.

Nonostante l'asprezza del clima, caratterizzato da una
temperatura media annua di 28
gradi e da precipitazioni
scarse o inesistenti,
nell'area si segnalano 165
specie di uccelli, 18 di
rettili e 40 di mammiferi,
molti dei quali in pericolo di
estinzione. Tra questi, la
gazzella dorcade (Gazella
dorcas), con circa 12.000
esemplari, la gazzella Dama
(Gazella dama), con 170, e la
pecora berbera o waddan
(Ammotragus lervia), con 3500.
Anche l'antilope Addax (Addax
nasomaculatus), considerata
dai Tuareg la "regina del
deserto", è in continuo
declino a causa della caccia
indiscriminata: si valuta che
ne siano rimasti appena 15
esemplari.
Numerosi
grandi mammiferi del Sahel
sono stati sterminati dalla
regione agli inizi del XX
secolo con la caccia e il
veleno, ma alcune specie
persistono: si contano ancora
tra i 15 e i 20 ghepardi e
alcune iene striate che si
nutrono essenzialmente di
scimmie. Le popolazioni di
carnivori di taglia più
piccola sono in condizioni
migliori. Nella regione si
possono infatti incontrare
degli sciacalli dorati, dei
fennec, delle volpi di Rüppel,
dei caracal e il gatto delle
sabbie. Nella regione è stata
avvistata anche la zorilla del
deserto Ictonyx libyca.
Tra
i monti Tamgak esiste una
popolazione isolata e quasi
certamente consanguinea di una
settantina di 70 babbuini
anubi, oltre a circa 500
scimmie Patas al centro del
massiccio. Le due popolazioni
sono composte da individui
appartenenti a sottospecie
endemiche dell'Aïr.
Nel
massiccio dell'Aïr è
possibile trovare delle
colonie di irace delle rocce e
popolazioni stabili di
roditori scavatori,
insettivori e pipistrelli.
L'istrice e il riccio
dal ventre bianco
costituiscono addirittura una
minaccia per le colture.
Nell'Aïr
sono comuni ganga, zigoli,
tessitori, corvi e cornacchie.
È stato osservato anche il
calao dal becco rosso. È
stata segnalata anche la
presenza dell'otarda e del
gufo africano. L'ultima grande
popolazione di struzzi della
sottospecie Struthio camelus
camelus di questa regione
dell'Africa, stanziata ad
ovest del massiccio e valutata
nel 1990 intorno agli
800-2.000 individui, era quasi
estinta nel 2001. Esistono
anche 85 specie di uccelli di
passo, che sostano qui talora
nel corso delle loro
migrazioni verso le zone in
cui svernare.
Esistono
differenti specie di serpenti
nel massiccio: il cobra dal
collo nero, o cobra sputatore,
la vipera soffiante, la vipera
cornuta, una specie di varano
e diverse specie di gecko.

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