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La
locuzione Colonia degli
artisti di Darmstadt (Darmstädter
Künstlerkolonie) si riferisce
sia ad un gruppo di artisti
dello Jugendstil, sia alle
costruzioni della Mathildenhöhe ("Altura
di Matilde") a Darmstadt,
in cui vissero e produssero le
loro opere tali artisti. Essi
furono ampiamente finanziati da
mecenati e lavorarono assieme a
colleghi che idealmente
condividevano il medesimo gusto
estetico.
La
colonia degli artisti nacque a
Darmstadt intorno al 1900,
patrocinata dal granduca
d'Assia Ernst Ludwig von
Hessen. Egli tentò di mettere
in atto quell'idea della Guild
of Handcrafts perseguita da
vittoriani come Ruskin e Morris,
realizzando un villaggio-atelier
che comprendeva
abitazioni-studio, un
laboratorio-scuola e la sua
stessa residenza.
L'obiettivo
della colonia era promuovere la
crescita economica della regione
mediante la presenza dei più
importanti artisti di lingua
tedesca, i cui lavori vengono
presentati al pubblico in una
serie di esposizioni; per questo
motivo è possibile affermare
che Darmstadt ha costituito una
tappa intermedia fra la
concezione dell'"arte per
l'arte" e la successiva
alleanza col mondo
economico.
Scopo
della colonia era anche quello
di raggiungere l'ideale di unità
delle arti. Nel progetto furono
coinvolti personaggi come J.M.
Olbrich (il quale costruì
il villaggio stesso), P.
Behrens e G. Metzendorf. Quella
di Darmstadt si rivelò col
tempo una sperimentazione
"timida" ed
economicamente fallimentare
(presentava costi altissimi),
tuttavia contribuì, attraverso
le varie esposizioni, a
concretizzare gli ideali Arts
and Crafts.
La
colonia degli artisti fu
istituita nel 1899 da Ernesto
Luigi d'Assia. Il suo motto era: Mein
Hessenland blühe und in ihm die
Kunst ("Possa fiorire
la mia Assia, ed anche
l'arte in Assia"), e si
aspettava che la combinazione di
arte e commercio avrebbe
conferito impulso economico alla
sua terra. L'obiettivo degli
artisti doveva essere lo
sviluppo di forme di costruzione
e di vita moderne e proiettate
al futuro. A tal fine, Ernesto
Luigi riunì a Darmstadt diversi
artisti della Secessione
Viennese e dello jugendstil
tedesco: Peter Behrens, Paul
Bürck, Rudolf Bosselt, Hans
Christiansen, Ludwig
Habich, Patriz Huber e Joseph
Maria Olbrich.
Prima
esposizione 1901
La
prima esposizione della colonia
degli artisti ebbe luogo nel
1901 con il titolo "Un
documento dell'arte
tedesca".
La
manifestazione era ospitata
nelle singole case della
colonia, nei relativi atelier e
in varie costruzioni temporanee.
La
mostra si aprì il 15 maggio con
un festival proposto da Peter
Behrens e suscitò interesse ben
oltre i confini di Darmstadt,
nondimeno si concluse con una
rilevante perdita finanziaria in
ottobre. Paul Bürck, Hans
Christiansen e Patriz Huber
lasciarono la colonia poco dopo,
come avrebbero fatto nel giro di
qualche anno anche Peter Behrens
e Rudolf Bosselt.
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Casa
di Ernesto Luigi
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La
casa di Ernesto Luigi fu
costruita in forma di
atelier comune seguendo
i progetti tracciati da
Joseph Maria Olbrich.
Olbrich aveva lavorato
come architetto ed era
la figura centrale del
cenacolo artistico,
mentre Peter Behrens era
stato coinvolto solo
come pittore ed
illustratore. La prima
pietra fu posata il 24
marzo 1900. L'atelier
era sia un luogo di
lavoro sia il punto di
ritrovo per la colonia
degli artisti. Al centro
del piano principale si
trova la sala riunioni
con dipinti di Paul Bürck,
con tre studi da artista
per ogni lato. Ci sono
due appartamenti
interrati di artisti ed
altre sale ipogee per
finalità di affari.
L'entrata è posta in
una nicchia decorata con
motivi floreali su una
doratura. L'entrata è
affiancata da due statue
alte sei metri, opera di
Ludwig Habich, dal
soggetto "Uomo e
donna" o
"Forza e
bellezza". Le case
degli artisti erano
raccolte attorno
all'atelier. Verso la
fine degli anni 1980
l'edificio fu
ricostruito
convertendolo in museo
della Colonia degli
artisti di Darmstadt. |
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Le
case degli artisti
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Gli
artisti potevano
acquistare il terreno a
prezzo di favore e
costruire abitazioni
destinate a far parte
della mostra. C'era l'idea
che i tentativi di
combinare architettura,
progettazione di interni,
decorazioni e pittura
sarebbero stati dimostrati
con esempi concreti. Solo
Olbrich, Habich,
Christiansen e Behrens
potevano permettersi di
costruire case con il loro
patrimonio, comunque alla
prima esposizione ci
furono otto case
completamente arredate. |
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Casa
di Wilhelm Deiters
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Wilhelm
Deiters era il manager
della colonia degli
artisti. La sua casa fu
progettata da Joseph Maria
Olbrich, che curò anche
l'arredamento del piano
terra. È la casa più
piccola e la sua forma
particolare dipende dalla
forma quadrata del terreno
su cui fu eretta, giacente
all'intersezione di due
strade. Superò la guerra indenne
e fu ripristinata nel suo
aspetto originale nel
1991-1992 dopo alcuni
infelici tentativi di
rinnovarla e
riprogettarla. L'edificio
divenne sede
dell'Deutsches
Polen-Institut[9] nel
1996. |
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La
grande casa Glückert
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Joseph
Maria Olbrich fu il
progettista anche di una
casa per Julius Glückert.
Julius Glückert era un
fabbricante di mobili ed un
importante sostenitore della
colonia degli artisti. Aveva
previsto di vendere la casa
non appena ultimata, ma poco
dopo la fine lavori decise
di trasformarla in
un'esposizione permanente
della sua produzione
industriale. La casa fu parzialmente
distrutta nella Seconda
guerra mondiale, poi
ricostruita e alla fine
restaurata negli anni 1980.
Oggi è utilizzata dalla Deutsche
Akademie für Sprache und
Dichtung. |
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La
piccola casa Glückert (casa
di Rudolf Bosselt)
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È
un altro progetto di Joseph
Maria Olbrich. Le sculture
sulla facciata sono opera di
Rudolf Bosselt. Patriz Huber
curò invece l'arredamento.
Bosselt iniziò a lavorare
sulla casa, ma non poteva
far fronte ai costi della
sua costruzione. Subentrò
allora Glückert e saldò le
spese per terminarla. Il suo
aspetto attuale si discosta
poco dalla forma originale. |
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Casa
di Peter Behrens -
Peter
Behrens era un architetto
autodidatta. Il progetto per
casa sua e per il relativo
arredamento rappresentava il
debutto in tale arte. Il
fatto che lo stesso
architetto avesse curato gli
esterni e gli interni conferì
all'abitazione una spiccata
coerenza. Era comunque anche
la casa singola più costosa
dell'esposizione, per una
spesa totale di 200 000 marchi.
Behrens non ci abitò mai,
scegliendo piuttosto di
venderla poco dopo la
mostra. Subì gravi danni
nella Seconda guerra
mondiale, ma almeno
l'esterno è stato in gran
parte riportato allo stato
originale. Alcuni oggetti e
pezzi di mobilio sembrano
essere stati trasferiti
dalla casa in un'epoca
precedente ai bombardamenti
e così sono stati
preservati. |
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Casa
di Joseph Maria Olbrich
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La
casa che Olbrich realizzò
per sé era relativamente
economica (75 000
marchi). L'edificio aveva un
tetto a padiglione che si
estendeva fin quasi a terra
sul lato nord. Lo stesso
Olbrich aveva progettato
tutti gli interni. La casa
fu gravemente danneggiata
nella Seconda guerra
mondiale. Fu ricostruita nel
1950-1951, però tutto ciò
che stava sopra al pian
terreno fu completamente
cambiato. Fu usato dal Deutsches
Polen-Institut a
partire dal 1980. |
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Casa
di Ludwig Habich -
Joseph
Maria Olbrich fu ancora
l'architetto della casa di
Ludwig Habich, dove lo
scultore abitava e teneva il
suo atelier. Patriz Huber ne
curò gli interni. La
costruzione è notevole per
il suo tetto piatto e la geometria
solida con decorazione
spartana. Seriamente
danneggiata durante la
guerra, fu ricostruita nel
1951 con alcune modifiche
nei dettagli ma nel
sostanziale rispetto dei
progetti originali. |
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Casa
di Hans Christiansen
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La
casa Christiansen fu
progettata da Olbrich
secondo i desideri del
pittore Hans Christiansen.
La facciata era dominata da
grandi campiture di colore,
ma all'epoca la decorazione
era anche figurativa.
Fu dipinta da Christiansen e
offriva ampio materiale di
discussione. L'artista vi
abitò con la famiglia per
qualche tempo, sebbene
Christiansen lavorasse
soprattutto fuori Darmstadt
negli anni successivi.
L'edificio fu completamente
distrutto nella Seconda
guerra mondiale e non venne
ricostruito. Nell'area dove
sorgeva è rimasto un vuoto,
che in qualche modo offende
l'originaria simmetria del
luogo. |
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Casa
di Georg Keller -
Questa
casa, nota come
“Beaulieu” fu eretta per
il benestante Georg Keller
secondo progetti stilati da
Joseph Maria Olbrich. Dopo
la distruzione per eventi
bellici, fu rifatta in modo
del tutto differente. |
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Seconda
esposizione
1904
La
seconda esposizione si
appoggiava quasi solo a
costruzioni temporanee, visto il
fallimentare bilancio
finanziario della prima
edizione. Ai superstiti membri
fondatori Olbrich e Habich
questa volta si erano affiancati
tre nuovi colleghi: Johann
Vincenz Cissarz, Daniel
Greiner e Paul
Haustein.
Gruppo
di tre case
- Le tre case collegate
all'angolo tra Striftstraße e
Prinz-Christians-Weg furono
costruite nel 1904 secondo i
progetti di Joseph Maria
Olbrich. La casa d'angolo (con
strisce di pilastro fatte di
mattoni) e la "Casa
blu" (il piano terra è
coperto di mattonelle verniciate
di blu) furono erette per essere
vendute, mentre la "Casa
grigia", nota anche come
"Casa del
predicatore", (che è
rivestita in ruvido gesso scuro)
fu progettata per il predicatore
di corte.
Olbrich
progettò l'arredamento della
Casa grigia; Paul Haustein e
Johann Vincenz Cissarz
decorarono gli interni della
Casa blu ed alcune stanze della
casa d'angolo. Le tre case
miravano ad esemplificare le
possibili soluzioni abitative
per le classi medie. Riportarono
ingenti danni nella Seconda
guerra mondiale. La Casa grigia
lasciò il posto ad una nuova
costruzione, mentre le altre due
furono ricostruite con
alterazioni radicali.
Terza
esposizione
(esposizione regionale
dell'Assia)
1908
La
terza esposizione, che fu aperta
agli artisti e agli artigiani
dell'Assia, era incentrata sua
una colonia di piccole
residenze, per dimostrare che le
moderne forme abitative erano
accessibili con mezzi finanziari
limitati. Il tema
dell'esposizione era l'arte
libera ed applicata. Oltre ad
Olbrich, la colonia ospitava
anche Albin Müller, Jakob
Julius Scharvogel, Joseph
Emil Schneckendorf, Ernst
Riegel, Friedrich Wilhelm
Kleukens e Heinrich
Jobst in quell'epoca.
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Palazzo
dell'esposizione
- Joseph
Maria Olbrich progettò la Hochzeitsturm ("Torre
del matrimonio") ed
il limitrofo Palazzo
dell'esposizione che fu
aperto nel 1908 come luogo
d'incontro per i membri
della colonia di artisti
per esporre le loro opere.
L'edificio poggia su una
preesistente cisterna,
pertinenza dell'acquedotto
di Darmstadt, che in
origine era semplicemente
chiuso con la terra. |
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Casa
dell'esposizione dell'Alta
Assia
- La
casa fu progettata da
Olbrich come luogo
d'incontro per prodotti
industriali e commerciali
dell'Alta Assia (Oberhessen) ed
ampiamente decorata dallo
stesso artista. Oggi
l'immobile è utilizzato
dall'Institut für Neue
Musik und Musikerziehung ("Istituto
per la nuova musica ed
educazione
musicale"). |
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Casa
di Conrad Sutter
- L'architetto Conrad
Sutter fu progettista
e costruttore di questa
casa, curandone pure gli
arredi. L'edificio fu
inserito nella mostra
contro il parere della
giuria, e sotto la
responsabilità di Sutter. |
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Casa
di Wagner-Gewin
- L'architetto Johann
Christoph Gewin[22] tracciò
i progetti di questa casa
per il costruttore Wagner.
Fu distrutta durante la
guerra. |
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La
colonia di piccola
residenza
- La
colonia di piccola
residenza fu eretta sul
declivio orientale della Mathildenhöhe come
esempio di soluzione
abitativa per le classi
meno abbienti. Consisteva
di una casa bifamiliare,
due case semi-autonome e
tre case singole. Le
case-modello furono
mostrate collettivamente
dalla Ernst-Ludwig-Verein ("Società
Ernesto Luigi") e
dalla Hessischer
Zentralverein zur
Errichtung billiger
Wohnungen ("Società
centrale dell'Assia per la
costruzione di
appartamenti più
economici"). I
requisiti imposti alle
case erano: avere almeno
tre stanze abitabili,
essere fatte con materiali
edilizi locali e non
costare più di 4 000
marchi per una casa
singola o 7 200
marchi se bifamiliari.
Inoltre, fu richiesto a
tre architetti di
progettare arredamenti che
costassero meno di 1 000
marchi per abitazione. |
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Casa
dei lavoratori Opel
- Olbrich
fu incaricato dall'impresa Opel di Rüsselsheim di
progettare una casa
singola completa di
progetto per
l'arredamento, nell'ambito
della colonia di piccola
residenza. Invece di una
cucina-soggiorno, che era
comune all'epoca, al piano
terra c'erano un cucinino
ed un ampio soggiorno. Al
piano superiore si trovano
due spaziose camere da
letto ed un bagno. |
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Case
di lavoratori, Erbacher
Straße 138-142
- Le
tre case di Mahr,
Metzendorf e Wienkoop
furono demolite dopo
l'esposizione del 1908 e
trasferite nell'attuale
Erbacher Straße su
richiesta della limitrofa
fattoria lattiera ducale. |
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Quarta
esposizione
1914
Il
fulcro speciale della quarta
esposizione fu la casa da
affitto, per la quale Albin
Müller eresse un gruppo di
otto costruzioni a tre piani con
appartamenti da affittare sul
versante nord della Mathildenhöhe.
In tre case c'erano anche esempi
di arredamento progettato da
diversi membri della colonia.
L'ala posteriore di questo
gruppo era un atelier di cinque
piani. Questa schiera di
appartamenti da affittare fu
distrutta nella Seconda guerra
mondiale, ma l'atelier con la
sua facciata meridionale a
strisce brune sopravvisse. Il
boschetto di sicomoro e la porta
con leone (ora la porta
d'entrata al giardino Rosenhöhe)
si possono tuttora ammirare. A
quell'epoca facevano parte della
colonia Heinrich Jobst,
Friedrich Wilhelm Kleukens,
Albin Müller, Fritz
Osswald, Emanuel Josef Margold, Edmund
Körner e Bernhard
Hoetger.
Sviluppi
dei dintorni e nuova colonia
degli artisti in Rosenhöhe
Gli
architetti locali di Darmstadt
non parteciparono alla prima
esposizione della Mathildenhöhe. I
tradizionalisti Alfred
Messel (residenza per il
direttore del museo Paul
Ostermann von Roth), Georg
Metzendorf (residenza per
Georg Kaiser), Heinrich
Metzendorf (residenza per
Hofrat Otto Stockhausen) e Friedrich
Pützer (da ricordare
quanto meno per la sua stessa
residenza, quella allestita per
il dr. Mühlberger e la
bifamiliare per il Finanzrat Dr.
Becker ed il Finanzrat
Bornscheuer) poterono comunque
mostrare i loro concetti ai
margini della colonia di
artisti. Il terreno della mostra
fu circondato da una siepe solo
per la durata della mostra
stessa. Le case della colonia di
artisti e quelle degli altri
architetti finirono così per
risultare reciprocamente
adiacenti nello sviluppo
dell'area.
Il
comune di Darmstadt istituì una
nuova colonia di artisti negli
anni 1960. Fra il 1965 ed
il 1967 furono eretti sette
atelier e abitazioni secondo i
progetti di Rolf Prange, Rudolf
Kramer, Bert Seidel, Heribert
Hausmann e Reinhold
Kargel. Lo scrittore Heinrich
Schirmbeck, il poeta Karl
Krolow, lo storico dell'arte Hans
Maria Wingler e lo scultore Wilhelm
Loth sono (o sono stati)
tra gli abitanti di questa
colonia.
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