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La Speicherstadt (“città
dei magazzini”) è un complesso di 17 magazzini, costruito
tra il 1884 e il 1927 su
un'area di ca. 330.000 m2 complessivi.
Dietro
a un nome apparentemente banale e funzionale non si nasconde solo il più grande
complesso di magazzini del mondo, ma anche un’opera di grande avanguardia
tecnologica e pregio architettonico. Fino agli anni ’70 era tutto un brulicare
di battelli, commercianti e lavoratori portuali che trafficavano in caffè e
spezie. Oggi è un quartiere di uffici e musei, percorso da turisti e creativi:
l’unico retaggio col passato commerciale sono i tantissimi rivenditori di
tappeti orientali che ancora affollano i monumentali magazzini.
La
Speicherstadt nacque da un compromesso tra la città-stato e il governo
imperiale nel 1881: fino ad allora Amburgo era rimasta fuori dall’unione
doganale degli Stati tedeschi (Zollverein),
permettendo ai suoi mercanti di commerciare col resto del mondo senza dover
pagare dazi. Questo “favore” non trovava il consenso del governo di Berlino
che premeva sulla città per mettere fine a questa specie di paradiso fiscale:
il compromesso fu, in cambio dell’ingresso di Amburgo nello Zollverein,
la costruzione di un’area extradoganale circoscritta dove i mercanti potessero
continuare a immagazzinare e lavorare le materie acquistate nei quattro angoli
della Terra, senza versare tasse all’erario. Quella zona sarebbe stata la
Speicherstadt.
Si
scelse un’isola a sud-est del centro, dove vivevano 16mila persone che furono
mandate via e le abitazioni vennero demolite per lasciare posto ai nuovi
magazzini. I lavori durarono oltre quarant’anni, dal 1883 al 1927, e non si
occuparono solo di realizzare un complesso all’avanguardia, ma che tale
avanguardia fosse espressa adeguatamente nell’architettura. Nella grande
squadra diretta dall’ingegner Franz. A. Meyer c’erano numerosi architetti,
disegnatori e artisti: tra essi si distinse Georg Thielen, che curò il progetto
di almeno 30 magazzini della Speicherstadt.
La
monumentalità neogotica e la cura nei dettagli sono l’espressione
dell’autorità del ceto mercantile per Amburgo, della sua consapevolezza di ciò
e della voglia di comunicarlo alla città e al resto del mondo che transitava di
qui. In questo la Speicherstadt si unisce al vicino quartiere delle Kontorhäuser,
i bellissimi palazzi fatti costruire dai mercanti tra gli anni ’20 e ’30 (in
particolare la famosa Chilehaus). Entrambi sono iscritti dal 2015 nella lista
dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dell’UNESCO.

I
magazzini, alti sette-otto piani, sorretti da palafitte di
fondamento in legno di quercia,
con la sovrastruttura di laterizio rosso (secondo l'architettura tipica delle città anseatiche) ed abbelliti con torrette e pinnacoli, servivano per lo stoccaggio di
merci di vario genere, quali caffè, tè, spezie, cacao, tabacco, rum, tappeti orientali,
ecc.
Oggi
i magazzini non ospitano più profumate polveri di terre esotiche, ma uffici,
ristoranti, teatri e residenze. L’operazione è stata quella di trasformare la
Speicherstadt in un polo dell’economia creativa e della cultura. A
quest’ultima pensano anche i vari musei, alcuni dei quali raccontano la storia
di questa “città nella città”.L’idea che, passando su uno degli
innumerevoli ponti che la collegano con Amburgo, si entri in un luogo separato
dal resto sussiste ancora, soprattutto se lo si fa passando dal ponte con le
statue di Colombo e Vasco da Gama, dove si incontra un cancello e il posto di
guardia della Dogana (Zoll). Oggi
quel cancello è sempre aperto, ma fino a pochi anni fa vigeva un confine che
rendeva la Speicherstadt un’area extradoganale. Fino al 1985 in questi
magnifici edifici in riva al Zollkanal avveniva
lo sdoganamento delle merci in entrata e uscita.
Oggi
qui si trovano una location per
eventi e il Museo
Tedesco della Dogana (Deutsches
Zollmuseum): qui è possibile scoprire le attività della Dogana e la sua
storia, dai tempi del Limes romano fino all’epoca delle due Germanie. Ancorata
davanti al museo c’è la motovedetta “Oldenburg”, su cui è possibile
salire.
Tra
i musei che raccontano la Speicherstadt il più originale è sicuramente Spicy’s,
dedicato alle spezie. Situato di fronte al nuovo quartiere HafenCity, è quello
che replica al meglio l’atmosfera originale di questo luogo, anche per
l’odore esotico che avvolge l’ambiente. Dopo aver pagato il biglietto (che
consiste in una bustina di pepe), si entra dentro un magazzino che non nasconde
le tracce del lavoro e dell’usura, dove imparare la storia della lavorazione
delle spezie nella Speicherstadt osservando macchinari originali. È possibile
poi assaggiare 50 tipi diversi di spezie, osservare la creatività di decine di
marche, etichette e pubblicità. Spicy’s non è certo un museo grande, ma
riesce a essere interattivo e coinvolgente anche senza tecnologie multimediali.
Esiste
anche un museo dedicato proprio alla Speicherstadt, lo Speicherstadtmuseum.
È uno spazio esterno del Museo
del Lavoro (Museum
der Arbeit), situato nel Nord
della città. In uno dei magazzini neogotici di Thielen vengono raccontati la
costruzione del quartiere e il lavoro dei mercanti e dei portuali in questo
complesso. I “Blocchi” che compongono la Speicherstadt, denominati con le
lettere dell’alfabeto, poggiano le loro fondamenta su pali di quercia e sono
pensati per essere accessibili sia dal canale che dalla strada.
Oggetti
e pannelli illustrano l’efficiente processo di immagazzinamento che avveniva
attraverso delle carrucole (molte delle quali ancora visibili), che riempivano i
cinque piani degli edifici dall’alto verso il basso. Il museo si sofferma
anche sul ruolo del caffè nello sviluppo della Speicherstadt: l’area divenne
uno dei punti di riferimento mondiali per il suo commercio, con l’apertura nel
Blocco O di una delle tre Borse mondiali dedicate.
Ci
sono anche un museo dedicato esclusivamente al caffè, il Kaffeemuseum
Burg,
e la famosa Kaffeerösterei,
una caffetteria dentro un’ex torrefazione, dove ammirare i macchinari di un
tempo gustandosi una delle innumerevoli specialità di caffè offerte.Vi sono
poi altre attrazioni che hanno poco a che fare con l’atmosfera portuale
ottocentesca, ma che contribuiscono alla popolarità della Speicherstadt.
Famosissimo è Miniatur
Wunderland, il più
grande plastico ferroviario del mondo. I trenini che sfrecciano tra i paesaggi
più diversi, dall’America alla Scandinavia (e, ovviamente, attraverso una
ricostruzione di Amburgo), passano quasi in secondo piano. La meraviglia va
dallo sguardo d’insieme fino ai più piccoli dettagli che ricostruiscono scene
di vita quotidiana (e qualcuna di fantasia…). Anche gli appassionati di
archeologia industriale non saranno delusi, con fabbriche, miniere e cementifici
funzionanti: una nota di riguardo la merita lo stabilimento Lindt, che sforna
davvero cioccolatini!
A
fianco della Speicherstadt è sorto negli ultimi anni un quartiere completamente
nuovo, HafenCity. Il
contrasto tra il neogotico in mattoni rossi dei magazzini e il variopinto mix di
vetro, cemento e acciaio dei palazzi ultramoderni è molto forte. Fino ai primi
anni 2000 c’era qui una zona industriale in declino, a causa del continuo
spostamento del porto verso sud. Nel 2002 le ultime fabbriche vennero abbattute
e si cominciò a costruire HafenCity, che a oggi è ancora lungi dall’essere
terminata. Una panoramica sul presente e il futuro di quest’area la si può
scoprire presso la ex centrale elettrica della Speicherstadt.
Tra
tanta modernità resiste il più vecchio edificio del porto di Amburgo, il
magazzino Kaispeicher B del 1879. Situato di fronte alla Speicherstadt, il
monumentale edificio ospita il Museo
Marittimo Internazionale di Amburgo (Internationales
Maritimes Museum Hamburg). Un’istituzione che racconta su 10 piani tutto
ciò che c’è da sapere sul mare e sulla navigazione: storia, scienza,
tecnologia e curiosità attraverso reperti, modellini, strumenti e installazioni
multimediali.
Poco
distante un altro storico edificio industriale, una fabbrica di gomma di inizio
‘900, ospita un originale museo di auto. Prototyp,
come si evince dal nome, presenta auto uniche, prototipi, bolidi da corsa
(prevalentemente VW e Porsche) ma anche le storie degli uomini legati agli
esemplari esposti. L’allestimento è molto curato ed esalta la creatività
delle persone legate all’oggetto automobile, in grado di renderlo non solo un
mezzo di trasporto, ma soprattutto un’espressione di design e passione.
È
necessaria almeno un’intera giornata per visitare la Speicherstadt e scoprire
le sue innumerevoli attrazioni, di cui è stata illustrata solo una parte.
L’ideale è terminare la passeggiata sulla punta ovest della Speicherstadt, al
cospetto dell’ultima meraviglia di Amburgo. Gli architetti Herzog & De
Meuron hanno progettato in cima al dismesso magazzino Kaispeicher A la nuova
sede della filarmonica cittadina, la Elbphilharmonie.
Un colosso di vetro e acciaio alto 110 metri dall’ardita forma di un’onda,
ma che visto da lontano ricorda anche la prua di una nave. La nuova vocazione di
creatività e cultura della Speicherstadt non dimentica le origini di questa
magica città nella città.

Il distretto
di Kontorhaus è la parte sud-orientale della Altstadt, tra Steinstraße, Meßberg, Klosterwall e Brandstwiete.
Il paesaggio stradale è caratterizzato da grandi edifici adibiti ad uffici
nello stile dell'Espressionismo
del mattone dell'inizio
del XX secolo.
Dal XVII
secolo l'area venne densamente edificata; il risultato fu un cosiddetto Gängeviertel ("quartiere
dei corridoi") con vicoli molto stretti. La densità degli edifici aumentò
ancora di più quando ci fu una carenza di alloggi dopo l'incendio
di Amburgo nel 1842. Nel
1892 scoppiò un'epidemia di colera e le cattive condizioni
igieniche del quartiere
provocarono una drammatica diffusione della malattia: si decise quindi di
riqualificare l'area. Di conseguenza, molti abitanti vennero reinsediati.
Fritz
Schumacher, che era stato direttore della costruzione e capo della costruzione
di edifici, dal 1909, fu preminente nella riprogettazione del sito; crescenti emergenti esigenze di spazio dei mercanti di Amburgo
dovevano essere soddisfatte con la costruzione di grandi Kontorhouse,
sebbene inizialmente fosse previsto anche un uso parziale come spazio abitativo.
La Burchardplatz costituisce il centro del complesso progettato da
Schumacher.
Gli
edifici erano costituiti principalmente da una struttura a scheletro in in
cemento armato . I nuovi edifici dovevano essere progettati individualmente. Le
caratteristiche sono le facciate in mattoni e i tetti in rame.
Per rendere i canyon stradali più aperti in alto, i piani
superiori sono spesso
arretrati rispetto al fronte principale del palazzo. Anche gli elementi
decorativi della facciata sono in mattoni di clinker;
inoltre, per il design sono stati utilizzati elementi (spesso sculture)
di ceramica, la maggior parte dei quali ha un collegamento con il commercio e
l'artigianato di Amburgo.
Uno
degli edifici più famosi e pionieristici dal punto di vista architettonico, la Chilehaus, fu progettato dall'architetto Fritz
Höger e costruito tra il 1922 e il 1924.
Deve il suo nome al suo proprietario, l'armatore Henry B. Sloman, che doveva
la sua fortuna al commercio con il Cile: il salnitro.
L'edificio è considerato l'opera principale dell'architetto e uno degli edifici
più importanti dell'espressionismo in mattoni di clinker.
La Miramar-House,
il primo edificio completato del distretto di Kontorhaus, fu costruita nel 1921/1922 per la società commerciale Miramar. Il
progetto è dell'architetto Max Bach. Oltre a un accenno di espressionismo in
mattoni di clinker, uno degli elementi stilistici più importanti è l'angolo
arrotondato della casa. Famose sono anche le sculture di Richard Kuöhl nella
zona d'ingresso, che rappresentano i rami professionali più importanti della
fiorente economia di Amburgo.
Lo Sprinkenhof fu
costruito tra il 1927 e il 1943 su progetto degli architetti Hans e Oskar Gerson e Fritz Höger. L'edificio che racchiude tre cortili interni era
all'epoca il più grande complesso di uffici di
Amburgo. Lo Sprinkenhof era uno degli edifici il cui progetto originariamente
comprendeva appartamenti, ma che alla fine non furono realizzati. Gli elementi
decorativi della facciata sono stati progettati da Ludwig Kunstmann.
Tra
il 1924 e il 1926 fu costruito un edificio per uffici per la società Dobbertin
& Co. e la Reederei Komrowski secondo i progetti degli
architetti Distel und Grubitz.
Il Montanhof si caratterizza per i tipici e, in questo caso,
ripetutamente incassati piani superiori. La facciata dell'edificio in mattoni
clinker è decorata con numerose decorazioni Art
Déco.
Hans
e Oskar Gerson progettarono un altro edificio nel quartiere, il Meßberghof. In collaborazione con Fritz Wischer, Max Bach costruì l'edificio per
uffici "Hubertushaus". Altri due edifici, l'Altstädter Hof e il
Bartholomayhaus vennero progettati da Rudolf Klophaus. Il timpano fittizio
del Bartholomayhaus, una reminiscenza delle vecchie case di città anseatiche,
era già considerato obsoleto al momento della sua costruzione. Le sculture in arenaria dell'Altstädter Hof vennero progettate da Richard Kuöhl, a cui
è dovuta anche la scultura di Ermes all'ingresso principale del "Mohlenhof", uno dei pochi
edifici per uffici sopravvissuti quasi indenni alla seconda
guerra mondiale. Diversi
editori avevano sede nella Pressehaus (casa della stampa), oggi Helmut-Schmidt-Haus,
un'altra opera di Klophaus.
Due
edifici erano già stati costruiti prima della riprogettazione del quartiere di
Schumacher: la casa in Schopenstehl 32, una casa originariamente costruita
nel 1780 con un portale rococò, che fu integrata in un nuovo edificio da Arthur Viol nel 1885-1888; e
la stazione di polizia di Klingberg, che confina con la Chile House. Nuovi
edifici come il "Danske Hus" e il "Neue Dovenhof", costruiti
negli anni '90, seguono lo stile degli edifici esistenti in mattoni di clinker.

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