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Ratisbona (Regensburg,
letteralmente «fortezza sul Regen»
è una città
extracircondariale della Baviera.
Il
primo insediamento risale all'età
della pietra. Il nome della città
odierna deriva dal celtico Radasbona,
che era riferito ad un
insediamento nelle vicinanze.
Nell'anno 90, i Romani vi
costruirono un piccolo forte, e
nel 179 ne venne edificato uno più
grande per la Legio
III Italica
sotto l'impero di Marco Aurelio. Castra
Regina (il nome romano di
Ratisbona) divenne la capitale
Rezia; tra il 356 e il 358 una
invasione di Alamanni la
distrusse.
Nell'epoca merovingia Ratisbona
era la sede dei duchi Agilolfingi e
la capitale della Baviera.
Attorno al VI secolo giunsero
missionari irlandesi che
introdussero la religione
cristiana, ad opera principalmente
dell'abate San Colombano e
l'opera missionaria
evangelizzatrice iniziata
dall'Abbazia di Luxeuil anche
con Sant'Eustasio successore
di Colombano, e proseguita con le
sue fondazioni monastiche attorno
al lago di Costanza, da Bregenz e San
Gallo e da parte di altri monaci
benedettini bianchi di San
Colombano, detti anche
colombaniani, fra cui spiccano
quelle del monaco e compagno di
Colombano San Gallo, San
Ruperto (l'apostolo della Baviera)
e di San Magno fondatore
dell'abbazia di Füssen.
Nel
739 Bonifacio di Magonza,
considerato il patrono della
nazione tedesca, fondò la diocesi
di Ratisbona. La città raggiunse
il suo apice politico e economico
nel XII e XIII
secolo, quando si trovò
all'incrocio di grandi strade
commerciali molto importanti. Da
questo tempo datano i principali
monumenti della città, lo Steinerne
Brücke (ponte di pietra con una
lunghezza di 310 metri sul
Danubio, costruito tra 1135 e 1146),
la cattedrale gotica (consacrata
nel 1276), l'Altes Rathaus (Antico
palazzo municipale) e le torri
patrizie.
In
1245 l'imperatore Federico II
nominò Ratisbona "Freie
Reichsstadt" (libera città
imperiale) e le diede una certa
autonomia politica nell'impero.
Nondimeno Ratisbona scese più
tardi rispetto ad altre grandi
città bavaresi come Norimberga e
Augusta.
Nel
corso dei secoli seguenti numerosi
"Reichstag" (assemblee
dei principi del Sacro Romano
Impero) vi ebbero luogo. Dal 1663
la città fu persino la sede unica
di questa istituzione permanente.
Fu inoltre a Ratisbona dove
l'Impero si sciolse sotto la
pressione delle truppe
napoleoniche nel 1803. Nel 1810 la
città venne annessa dal nuovo
regno di Baviera creato da
Napoleone. Cadde al livello di
città provinciale per più di 150
anni.
Durante
la Seconda guerra mondiale la
città fu colpita dai
bombardamenti alleati poiché
ospitava le fabbriche
Messerschmitt, produttrici dei
caccia Bf 109. Nei pressi
della città fu anche istituito un
sottocampo del campo di
concentramento di Flossenbürg.
Dopo la guerra la città attirò
diverse grandi imprese,
soprattutto del settore
automobilistico (la BMW produce
qui le sue Serie 1, Serie
3 e le Z4 E89) e
dell'industria elettronica
(Siemens, AEG, Toshiba). Anche la
fondazione della 4º università
bavarese nella città contribuì
allo sviluppo di Ratisbona.
Prima
di diventare arcivescovo di
Monaco, cardinale e poi papa
Benedetto XVI, Joseph
Ratzinger v'insegnò teologia. Vi
è poi tornato da pontefice prima
nel 2006 per tenere una lezione e
nel 2009, insieme al fratello Georg,
in visita alla tomba dei genitori
e della sorella sepolti nel
cimitero di Ziegetsdorf.
Durante
la costruzione della più antica
fortificazione urbana a nord delle
Alpi successiva all'età romana, i
quartieri degli artigiani rimasero
al di fuori della cinta muraria;
vi furono inclusi soltanto verso
la fine del XIII secolo. Il ponte
in pietra edificato tra il 1135 e
il 1146 rimase a lungo l'unica
struttura in muratura che
consentisse il passaggio sul
Danubio tra Ulm e Vienna,
assicurando così a Ratisbona la
posizione di importante centro
commerciale.
Le
numerose rocche patrizie,
romaniche e gotiche, e i grandi
complessi di case borghesi, con le
torri di famiglia, sono esempi di
un'architettura straordinaria che
ci è pervenuta in ottime
condizioni, caso piuttosto raro a
nord delle Alpi. Accanto ad
antichi edifici in pietra, a
Ratisbona si trova la dimora di
Giovanni Keplero, che risale al
1250 ed è la più antica casa in
legno della Germania integralmente
conservatasi.
Le
grandi chiese romaniche e gotiche
e i grandi complessi monastici -
il convento di Sant'Emmeram,
costruito sulla tomba del santo,
la cappella vecchia, l'abbazia di
Niedermünster, il convento
benedettino di San Giacobbe,
fondato nel 1090 da monaci
irlandesi, il Duomo, l'unico
edificio sacro della Baviera
influenzato dal gotico delle
cattedrali francesi - sono
magnifiche opere d'arte,
esemplificative della loro epoca.

Le
chiese degli ordini mendicanti,
quella dei minori e quella dei
domenicani, sono i primi esempi
architettonici di uno spirito
religioso che, nel tardo medioevo,
era in fase di mutamento. In quel
periodo Ratisbona fu un importante
centro politico del sacro romano
impero.
Nel
1542 questa città libera abbracciò
ufficialmente il protestantesimo
e, durante la guerra dei
Trent'anni, combatté contro la
Baviera. Subì saccheggi e conobbe
la decadenza economica, ma rimase
del tutto immune alle grandi
catastrofi. L'area riconosciuta
come patrimonio dell'umanità
coincide con l'estensione di
Ratisbona successiva
all'ampliamento urbano della città
nel 1320 e comprende anche il
quartiere di Stadtamhof.
Una
posizione singolare
nell'architettura occidentale
tiene il Ponte di pietre
costruito tra 1135 e 1146. Era il
primo passaggio sul Danubio e
copre il fiume per una lunghezza
di 310 metri.
Il
Palazzo municipale vecchio fu
costruito tra il XIII e il XVIII
secolo ed era la sede dell'Immerwährender
Reichstag (assemblea
permanente dei principi del Sacro
Romano Impero 1663-1806). Oggi
alloggia un museo storico di
questo periodo nel quale si può
visitare fra l'altro la Reichssaal
(sala dell'assemblea), vari
appartamenti e la camera di
tortura medievale.
Il
palazzo Thurn und Taxis a sud del
centro storico fu costruito sulle
fondamenta dell'antico monastero
di S. Emmeram, ma allargato nel
XIX secolo in stile neoclassico.
Oggi è il domicilio della
famiglia nobile Thurn und Taxis
ben conosciuta per la principessa Maria
Gloriae.

Duomo
di San Pietro
Il duomo
di San Pietro (Dom St. Peter o Regensburger
Dom), è la chiesa cattolica maggiore
della città e cattedrale della
sua diocesi.
Rappresenta
un esempio di primaria importanza
dell'architettura gotica, e
l'opera più significativa di
questo stile nella Germania
meridionale. La cattedrale è nota
anche per essere la sede dello
storico coro giovanile dei Regensburger
Domspatzen.
Una
prima chiesa episcopale venne
costruita presso il sito
dell'attuale cattedrale intorno al
700, sulla tomba di Sant'Erardo di
Ratisbona. Nel 739 san
Bonifacio scelse l'area della Porta
Praetoria, la porta settentrionale
del Castrum romano, per
erigervi la sede vescovile
cittadina, rimasta lì da allora
fino ad oggi.
Di
lì a poco venne costruita una
nuova cattedrale, sulle forme di
una basilica carolingia,
che venne poi ampliata nei primi
anni dell'XI secolo con un
transetto di circa 15 metri di
larghezza, due torri e un nartece.
Fra
il 1156 e il 1172 l'edificio bruciò
due volte. Ma fu soprattutto
l'incendio del 1250, devastante,
che fece decidere per la sua
totale ricostruzione. Il nuovo
edificio, l'odierno, spostato un
po' più a sud ovest rispetto alla
vecchia cattedrale, venne iniziato
dal 1273 secondo le ultime
tendenze stilistiche dettate
dall'architettura gotica. Iniziato
il cantiere dalla parte orientale,
costituita dal coro e due grandi
cappelle laterali poste nello
stesso asse di quest'ultimo,
quest'area poté dirsi completata
nel 1320.
In
seguito si pose mano al transetto e
al piedicroce; fra il 1385 e
il 1415 ci si dedicò alla
facciata principale, occidentale;
nel 1442 il tetto sopra la navata
centrale veniva completato e fra
il 1482 e il 1487 si iniziò
l'elevazione delle torri gemelle e
nel 1514 la costruzione del
chiostro (che sarà terminato nel
1538). Intorno al 1520 l'edificio
poté dirsi completato, anche se i
campanili restarono incompiuti,
alzati fino al terzo piano.
Fra
il 1613 e il 1649 si apportarono
delle modifiche in stile barocco,
come la decorazione interna e
l'erezione di una cupola sulla
crociera; tuttavia vennero
cancellate nel profondo restauro
del 1828-1841 commissionato dal re
Ludovico I di Baviera, in uno
spirito neogotico, che vide
il trasferimento degli affreschi
barocchi e la demolizione della
cupola. Le torri furono completate
nel 1859-1869 e portate
all'altezza attuale di ben 105
metri; venne in seguito eretta la
guglia sulla crociera e finito il
frontone del transetto sud.
Nel
1870-72, dopo sei secoli di
costruzioni, il duomo venne
finalmente completato
definitivamente. Nonostante il
lento procedere dei lavori
l'edificio presenta una superba
unità di stile, che le ha
meritato una posizione di riguardo
fra le principali opere
architettoniche della Germania,
in particolare è considerato il
capolavoro dell'architettura
gotica della Germania
meridionale.
Restauri
di mantenimento sono stati
effettuati nel 1923 e nel 2000.
ARCHITETTURA
- Il duomo è un grande edificio
gotico, secondo lo stile della sua
fase particolare del cosiddetto
gotico fiorito. È una delle più
belle cattedrali gotiche della Germania,
di un influsso fortemente
francese, soprattutto rimarcabile
nella splendida parte absidale
tutta traforata da gigantesche polifore su
due livelli.
Il
fianco meridionale è aperto, in
basso, da grandi bifore binate,
serrate tra i contrafforti delle
navate laterali; e in alto dalle
polifore dell'esterno del cleristorio.
In cima al livello inferiore,
sotto ai tetti, corre per tutto il
perimetro, un fregio a motivi
vegetali del 1350, sormontato da
guglie, doccioni e balaustre
ottocentesche. Sulla costa di ogni
contrafforte, al livello base dei
finestroni, sono dei gruppi
scultorei di carattere simbolico
realizzati intorno al 1350. Fra
essi emerge una cosiddetta Judensau,
una scrofa che allatta tre ebrei,
posta in direzione dell'antico
quartiere ebraico. Nel fronte
settentrionale del transetto è
addossata la romanica Eselturm,
la torre dell'Asino, resto della
precedente cattedrale usata come
torre montacarichi per la
costruzione dell'attuale duomo.
La
facciata principale, a ovest,
stretta fra le due altissime torri
dalla copertura neogotica, è
divisa longitudinalmente in tre
parti da quattro contrafforti; e
trasversalmente in quattro
livelli. Il più alto è
costituito dall'ultimo piano dei
campanili, con le relative flèche,
la parte di completamento aggiunta
nel 1859-69. Segue, più in basso,
il frontone centrale, slanciato
dall'esile guglia aggettante,
serrato dall'ultimo piano delle
torri quattrocentesche. Ancora più
giù un piano di grandi polifore,
vetrate quelle binate centrali, e
cieche le altre laterali. In
basso, l'ultimo livello è il più
ricco, tutto incentrato sul
prezioso portale gemino centrale
dal particolarissimo protiro
aggettante triangolare, poggiante
su un pilastro. La mirabile
decorazione a statue e rilievi
venne realizzata da ignoti maestri
fra il 1340 e il 1430. Sulle coste
dei due contrafforti di sinistra
sono posti due rilievi coevi
rappresentanti il Sacrificio
di Isacco e l'Adorazione del
Vitello d'oro.
L'interno
del duomo, di grandi proporzioni,
presenta una pianta a croce
latina divisa in tre navate da pilastri
a fascio che salgono a
sostenere le volte a
crociera; con transetto e coro.
La navata centrale sviluppa tre
piani, in basso, fra i pilastri,
si aprono grandi archi ogivali; al
di sopra corrono il triforio,
aperto da vetrate, e il cleristorio,
aperto da grandi polifore. Vi si
custodiscono notevolissime opere
d'arte e preziose vetrate.
Di
seguito le maggiori opere d'arte
custodite nel duomo
-
Lastra tombale di Margarete
Tucher, in controfacciata,
realizzata in bronzo dal
grande scultore tedesco Peter
Vischer il Vecchio nel 1521.
-
Tomba del principe vescovo Filippo
Guglielmo di Baviera, nella parte
occidentale della navata centrale,
monumento in bronzo per il
cardinale, fratello del duca Massimiliano
I di Baviera, realizzato alla fine
del XVI secolo.
-
Gruppo dell'Annunciazione, nella
crociera, detta anche
"Erminoldmaria",
capolavoro del cosiddetto Mastro
Erminold, che scolpì e dipinse le
figure di Maria e quella
celebre dell'angelo Gabriele sorridente,
intorno al 1280.
-
San Pietro e san Paolo, statue
poste nei pilastri del coro,
risalenti rispettivamente al 1340
e al 1350.
-
Pulpito, della navata centrale,
scolpito in pietra nel 1482; vi
predicò nel 1556-57 San
Pietro Canisio.
-
Ciborio con l'Annunciazione, posto
nella navata destra, si presenta a
forme di torre, è un'opera
realizzata da W. Roritzer nel
1493.
-
Rupertusaltar, altare di san
Ruperto, con le figure
dell'imperatore Enrico II l
Santo e di sua moglie Cunegonda,
della metà del XIV secolo.
-
Altar maggiore, venne realizzato
in argento tra il 1695 e il 1785
da artisti di Augusta.
Preziosissime
vetrate antiche sono poste ai
finestroni. Nella navata centrale,
le vetrate del cleristorio,
con i santi, a destra; e le Storie
della Vergine e Storie
di santi, a sinistra, risalgono al
1325. Nel coro, sono vetrate con
le Storie di Cristo e santi,
della metà del XIV secolo. Quelle
della facciata ovest sono state
completati solo nel XIX secolo.
Nel 1967-1968 Josef Oberberger
realizzò le vetrate della
cappella a sinistra del coro e
quella della parte sinistra della
polifora del transetto con la Pentecoste.
Dimensioni
del duomo
Lunghezza
totale interna: 86 m
Larghezza
totale interna : 34,80 m
Altezza
delle volte: 32 m
Altezza
delle torri : 105 m
Abbazia
di Sant'Emmerano
L'abbazia
di Sant'Emmerano (Kloster Sankt
Emmeram o Reichsabtei
Sankt Emmeram, oggi conosciuta
come Castello Thurn und Taxis
e Basilica di Sankt Emmeram) è
stata un monastero benedettino,
sorto sul sepolcro di Sant'Emmerano.
Nel
1964 la chiesa abbaziale è stata
insignita del titolo di basilica
minore.

Quando
il monastero venne fondato nel 739,
i vescovi di Ratisbona avevano
ottenuto la reggenza di questo
sito religioso in commendam,
seguiva come altre in quell'epoca
la regola mista di San
Colombano e san
Benedetto, fino alla riforma
generale benedettina di Benedetto
d'Aniane nel IX secolo. Nel 975, san
Volfango, vescovo di quella città
e abate, volontariamente, rinunciò
alla propria posizione di sovranità
sull'abbazia e dichiarò
Sant'Emmerano indipendente
dall'arcivescovato, distinguendosi
per essere stato uno dei primi
vescovi tedeschi a prendere queste
posizioni verso l'indipendenza
delle strutture monastiche. Il
primo abate indipendente fu dunque
Ramwold (poi Beato Ramwold).
Lo scriptorium di
Sant'Emmerano nel Medioevo fu
un centro di produzione libraria
di altissimo livello per le
delicate miniature che vi venivano
eseguite e lavori di questo genere
possono essere tutt'oggi gustati
con esempi nell'evangelario di Enrico
II il Santo (prodotto tra il 1002 ed
il 1014) ed il Codice
Uta (poco dopo il 1002).
Qua venne inoltre redatto il Fragmentum
de Arnulfo duce Bavariae.
Re Corrado
IV nel 1251 vi subì un
fallimentare attentato da parte
dell'abate. Nel 1295 Adolfo
di Nassau garantì
all'abbazia il titolo di
"abbazia imperiale" e la
pose un dominio indipendente soggetto
solo all'autorità imperiale che
egli rappresentava.
Dopo
il declino della sua importanza,
durante il XVI secolo, l'abbazia
ritrovò vigore tra il XVII ed
il XVIII secolo con gli
abati Frobenius Forster, Coelestin
Steiglehner, Roman Zirngibl e
Placidus Heinrich, grandi
scolastici, in particolare nelle
scienze naturali. Sotto la loro
guida, l'abbazia divenne
un'accademia rivale di quella di Monaco
di Baviera, anche se aveva una
tradizione ben più antica di
quella della capitale bavarese: già
dal Medioevo vantava un astrolabio costruito
da William di Hirsau.
Nel 1731 gli
abati ottennero il rango di
"principe" e tra il 1731 ed
il 1733 si pose mano
alla ristrutturazione della
struttura in stile barocco, dopo
che in particolare la chiesa
abbaziale era andata distrutta in
un incendio.
Nel 1803 il
monastero, assieme alla città di
Ratisbona, passarono alla diocesi
di Ratisbona e come le altre Abbazie
Imperiali di Niedermünster e Obermünster,
anche Sant'Emmerano perdette la
propria autonomia politica,
passando sotto il controllo
diretto del primate della
Confederazione del Reno, Karl
Theodor von Dalberg. Dopo il trattato
di Parigi del 1810 l'area
passò alla Baviera.
Il
tesoro di sant'Emmerano (tra cui
spiccano esempi come il ciborio di
Arnolfo di Carinzia) e la sua
grande biblioteca (che include
anche Muspilli e il Codex
Aureus di Sankt Emmeram) venne
trasferita a Monaco di
Baviera.
Nel 1812 le
costruzioni monastiche vennero
garantite ai principi di Thurn
und Taxis che la convertirono
in residenza col titolo di
castello.
La
basilica di Sant'Emmerano
- La chiesa abbaziale, alla
soppressione del monastero,
divenne chiesa parrocchiale alla
quale, il 18 febbraio 1964, papa
Paolo VI concesse lo status di basilica
minore. La basilica romanica
godeva di tre transetti, tre cori,
e parte della struttura risale
addirittura alla metà dell'VIII
secolo. Da allora, però, molte
parti sono state ampiamente
rimaneggiate o ricostruite: la
parte più antica è ad oggi la
cripta sottostante il coro a nord.
Il
portale, strombato, riporta opere
d'arte risalenti al 1052 e
rappresentano l'esempio più
antico presente ancora oggi in Germania.
Le decorazioni rappresentano Gesù
Cristo, sant'Emmerano e san
Dionigi.
Nel
transetto ovest, invece, si trova
un soffitto dipinto raffigurante
san Benedetto di Norcia.
La
cripta di San Volfango si
trova sotto il coro di San
Dionigi, presso il cui altare si
trova la tomba della regina Emma
dei franchi (m. 876) e consorte di Ludovico
il Germanico. L'altare maggiore
risale al 1669, mentre la
torre campanaria dispone di un
concerto di sei campane.
Chiesa
di San Ruperto
- La
chiesa di San Ruperto era la
chiesa parrocchiale annessa al
monastero, avente due absidi e
costruita nella seconda metà
dell'XI secolo, ma allargata nei
secoli successivi. La navata
principale, infatti, risale al XIV
secolo ed il coro è del 1405 mentre
l'altar maggiore rappresenta
il battesimo del duca Teodone
di Baviera da parte di san
Ruperto, vescovo di
Salisburgo, in un'opera del 1690.

Alte
Kapelle
La basilica
di Nostra Signora della Cappella
Vecchia (Basilika Unserer
lieben Frau zur Alten Kapelle),
anche conosciuta come Alte
Kapelle (Cappella Vecchia),
è il più antico luogo di
culto cattolico della Baviera e
una delle più importanti chiese
della città di Ratisbona.
È
chiesa collegiata e basilica
minore facente parte di
un'antica abbazia dedicata a Nostra
Signora fondata
dall'imperatore Enrico II il
Santo nel 1002. Barocchizzata
nel XVIII secolo, rappresenta uno
dei capolavori della decorazione rococò in Europa,
secondo lo stile dettato dalla
rinomata Scuola di
Wessobrunn.
Una
prima cappella venne eretta per
volere di Carlo Magno sul
luogo dove, secondo la tradizione,
sorgeva il tempio romano dedicato
a Giunone. Infatti durante la
dominazione romana vi sorgeva la
Prefettura di Castra Regina.
La cappella che vi sorse dopo la caduta
dell'Impero romano d'Occidente,
sembra essere stata la più antica
chiesa della Baviera e
ciò gli valse l'appellativo di Alte
Kappelle, la Vecchia Cappella.
Intorno
all'anno 700, il duca Teodone
II di Baviera stabilì la
capitale a Ratisbona, venne
battezzato in questa cappella da San
Ruperto, vescovo di Salisburgo,
ed elevò l'edificio a cappella di
corte del suo nuovo palazzo
erettovi accanto nel VII-VIII
secolo. La prima menzione scritta
sulla cappella, riguarda la sua
consacrazione alla Vergine
Maria e la sua elevazione a collegiata in
un atto dell'875 voluto da Ludovico
il Germanico. La nuova collegiata
tuttavia entrò subito in
contrasto con la parrocchiale cittadina
di San Cassiano, contrapponendo le
due caste sociali dei nobili e dei
borghesi. Con la marcia su Francoforte dell'887
il duca di Baviera, Arnolfo
di Carinzia, si fece eleggere re
dei Franchi orientali, e
spostò la capitale lasciando in
decadenza l'antica cappella di
corte.

Solo
re Enrico, il futuro imperatore Enrico
II il Santo trasferì la sua
residenza di nuovo a Ratisbona nel
1002, tornando all'Alte Kapelle.
Enrico II ricostruì totalmente la
chiesa fra il 1002 e il 1004,
fondandovi un'abbazia con collegio e
la insignì del titolo onorifico
di "Mater Ecclesiae",
chiesa madre, a cui dipendevano
altre abbazie. Insieme a sua
moglie Cunegonda fecero
grandi doni all'abbazia e nel 1009
la misero alle dirette dipendenze
della nuova diocesi di
Bamberga, da loro fondata, alla
quale rimase fino alla
secolarizzazione. Inoltre, con
l'incoronazione a imperatore,
Enrico II ricevette dal papa
l'Icona della Madonna di san
Luca che ben presto attirò
una moltitudine di pellegrini,
meritandole anche, nel corso del
XIII e XIV secolo, delle indulgenze che
acclamò ulteriormente dei pellegrinaggi mariani.
L'abbazia si arricchì e fra il
1441 e il 1465 si decise la
costruzione di un nuovo coro, in
stile gotico.
Con
la secolarizzazione avvenuta
con la Riforma protestante e
la seguente guerra dei
trent'anni l'abbazia subì un
grande decadimento, si riprese
solo con la fine della guerra e
l'impulso della Controriforma cattolica
conoscendo un nuovo periodo di
splendore a partire dal XVII
secolo. Nella metà del XVIII
secolo, all'apice del suo potere,
l'abbazia si rivestì di un
sontuoso e scenografico apparato
decorativo Rococò opera
degli artisti della Scuola di
Wessobrunn.
Nel
XIX secolo l'abbazia diviene un
importante centro della musica
sacra tanto che nella metà del
secolo è noto esponente del
cosiddetto Movimento
Ceciliano e poi vi viene
fondato lo Studien- und
Musikseminar zur Alten Kapelle, il
"Seminario di Studi e Musica
dell'Antica Cappella",
rimasto in funzione fino al 1957,
persino non arrestata durante la
secolarizzazione conseguente la
Reichsdeputationshauptschluss. Fra
i maggiori maestri si ricordano il
musicologo Carl Proske, i
musicisti Dominikus e Johann Georg
Mettenleiter, e il compositore
Michael Haller.
Il
re Ludovico I di Baviera concesse
di nuovo l'amministrazione
all'abbazia nel 1838. Nel 1964, su
suggerimento del vescovo Rudolf
Graber, la chiesa collegiata di
Nostra Signora dell'Antica
Cappella venne elevata a basilica
minore da papa Paolo VI.
L'abbazia ha svolto il suo ruolo
dal 1002 ad oggi senza
interruzione.

L'Alte
Kapelle, nata come cappella
palatina del primo nucleo
medievale del palazzo ducale,
viene menzionata per la prima
volta nell'875 al momento che
Ludovico il Germanico la elevò a collegiata.
Quest'edificio venne realizzato
col materiale di recupero dalle
mura della città romana.
L'odierna
cappella venne eretta, in stile romanico,
tra il 1002 e il 1004 per volere
dell'imperatore Enrico II il
Santo. Si presentava nelle forme
di una basilica a tre navate,
con transetto, coperture a capriate lignee
e torre-campanile sulla facciata.
La
chiesa, come soprattutto il duomo,
venne danneggiata durante gli
incendi di Ratisbona del
1156 e del 1172 e poi restaurata.
Tra il 1441 e il 1465 venne
aggiunta la grande e alta massa
del coro di stile tardogotico.
A
partire dal 1747, la chiesa, pur
mantenendo la struttura
architettonica originale viene
"barocchizzata" con la
creazione delle volte e di una
scenografica decorazione di
stucchi, affreschi e dorature in
stile rococò bavarese.
Vennero ridisegnate le finestre e
perse quasi tutti gli elementi
decorativi medievali, conservando
tuttavia il portale principale.
Il
lavoro della splendida decorazione
interna venne realizzato dagli
artisti della rinomata Scuola
di Wessobrunn, gli stucchi si
devono ad Anton Landes, gli
affreschi del piedicroce e
del transetto al pittore Christoph
Thomas Scheffler da Augusta,
gli affreschi del presbiterio a
Gottfried Bernhard Götz e le
sculture sono dello scultore
locale Simon Sorg. Gli affreschi
raffigurano le Storie della
consegna dell'icona miracolosa.
Primi
restauri sono stati effettuai nel
1886 e nel 1934-35. L'esplosione
di una bomba nel 1944 causò danni
al transetto nord. Nel 1990 si
intraprese una ristrutturazione
esterna, l'interno è stato
restaurato tra il 1992 e il 2002.
Nel
2006 un nuovo organo della ditta
svizzera Mathis è stato
inaugurato da papa Benedetto
XVI durante la sua visita
pastorale a Ratisbona del
13 settembre 2006.

Sulla cantoria in controfacciata,
si trova il Papst-Benedikt-Orgel
(organo di papa Benedetto XVI),
costruito nel 2006 ed
inaugurato il 13 settembre dello
stesso anno alla presenza di papa
Benedetto XVI. Lo strumento è
opera della ditta organaria
Mathis Orgelbau che ha voluto
ricostruire la disposizione fonica
dell'organo settecentesco,
opera di Andreas Weiß,
all'interno della cui cassa è
ospitato il nuovo organo.
Lo
strumento è a trasmissione
meccanica e la sua consolle,
a finestra, ha due tastiere di
58 note ciascuna e pedaliera
concava di 30 note. La cassa
lignea si articola su due livelli
con mostra composta da canne di principale:
quello inferiore, corrispondente
all'Hauptwerk e al Pedal,
si compone di cinque campi con
quello centrale affiancato da una
coppia di organetti morti
sovrapposti; quello superiore,
corrispondente all'Oberwerk, si
compone di tre campi. La cassa è
decorata da rilievi vegetali e da
sculture di angeli; al di sotto
della mostra dell'Oberwerk, vi è
il busto del re David.
Gnadenkapelle,
Icona della "Madonna di san
Luca"
- Nella Gnadekapelle, la
"Cappella della
Misericordia", all'inizio
navata destra, è conservata
l'Icona miracolosa della
Vergine.
Venne
donata da papa Benedetto VIII a
Enrico II per la sua incoronazione
a imperatore del Sacro Romano
Impero avvenuta il 14
febbraio 1014 a Roma, e da
quest'ultimo conservata nell'Alte
Kapelle. Secondo la leggenda,
l'immagine miracolosa viene dalla
mano di San Luca, ma tuttavia
risulta datata al periodo tra il
1150 e il 1235.
Questa
immagine miracolosa della Madonna,
del tipo
"Dexiokratousa", con il
bambino tenuto dal braccio destro,
ha subito iniziato ad attirare
numerosi pellegrini in quanto
creduta dipinta da San Luca. I
pellegrinaggi ripresero cospicui
anche dopo la Guerra dei
trent’anni.
Nella
metà del XVII secolo si verificò
un miracolo: un cieco dalla
nascita iniziò a vedere. Da quel
momento l'icona attirò sempre più
gente e nel 1694 venne traslocata
dall'altar maggiore alla cappella
allora detta di San Giacomo, per
renderla più accessibile ai
fedeli.
La
cappella venne splendidamente
decorata e dedicata alla Madonna
della Misericordia. Presenta
elaborati stucchi del soffitto e
immagini a medaglione con simboli
della Vergine Maria tratti dalle litanie
lauretane. Tuttavia due medaglioni
raffigurano le invocazioni Rubus
ardens e Virga Aaronis che
non si trovano nella versione
comune delle litanie, ma sono
comunque antiche invocazioni
litaniche.
Il
portale sud della basilica,
attraverso il quale si può
accedere dall'esterno direttamente
alla Cappella della Misericordia,
è stato progettato intorno al
1790 in stile classico. Gli
elaborati rilievi raffiguranti
l'Annunciazione a Maria sono opera
dello scultore di Ratisbona Simon
Sorg.
Un
secondo portale sul lato nord
della Cappella della Misericordia
dà accesso alla chiesa. Questo è
romanico e ha un muro a tre
livelli. Nel timpano si trova un
dipinto rinascimentale di Cristo
nel sepolcro di Hans Mielich,
donazione del canonico Ulrich
Pruner, morto nel 1544. Il
battente della porta è ornato da
un classico rilievo raffigurante
l'Adorazione dei pastori.
Durante
la secolarizzazione bavarese
l'icona venne trasferita nel 1810
alla Staatsgalerie del castello
di Schleißheim e poi nel
Museo nazionale bavarese.
L'abbazia dovette accontentarsi di
una copia che il vescovo Ignatius
von Senestrey aveva fatto
realizzare nel 1862. Il 27 aprile
1864 venne solennemente
restituita.
Monastero
di San Giacomo degli Scozzesi

Il monastero
di San Giacomo degli Scozzesi
(Schottenkloster St. Jakob) è
un'abbazia benedettina dedicata
a san Giacomo Maggiore.
Venne
fondata dai monaci missionari
irlandesi è per gran parte
della sua storia fu in mano ai
monaci irlandesi e poi scozzesi,
da cui il suo nome in lingua
tedesca Schottenkirche, Schottenkloster o Schottenstift.
In latino medievale Scotti significava
"gaelici" ovvero
provenienti dall'Irlanda o dalla
Scozia, così il termine Schottenstift data
da quel periodo. Il nome ufficiale
della chiesa, l'edificio più
importante dell'intero sito
abbaziale, è Die irische
Benediktinerklosterkirche St.
Jakob und St. Gertrud (letteralmente:
"chiesa dell'abbazia
benedettina irlandese di San
Giacomo e Santa Geltrude").
Il
monastero venne fondato nel XII
secolo dagli Scotti ovvero
dai gaelici. Fino a quel
periodo il termine
"Scotti" non faceva
distinzione fra irlandesi e
scozzesi e alcuni monaci
provenivano da quella che è
l'attuale Scozia, ma la
maggior parte di loro erano
irlandesi. Regensburg fu un
importante centro per i missionari
irlandesi in centro Europa,
già presenti nel territorio dopo
l'evangelizzazione ad opera
principalmente dell'abate
irlandese San Colombano e
l'opera missionaria
evangelizzatrice iniziata
dall'Abbazia di Luxeuil, e
proseguita con le sue fondazioni
monastiche nel territorio e
attorno al Lago di Costanza,
da Bregenz e San Gallo e da
parte di altri monaci benedettini
bianchi di San Colombano, detti
anche colombaniani fra
cui spiccano quelle del monaco e
compagno di Colombano San Gallo e
di San Magno. La Schottenstift di
Vienna fu una filiazione
dell'abbazia di San Giacomo. I
suoi monaci avevano una stretta
correlazione con quelli della
famosa scuola di Cashel.
Onorio
Augustodunense (morto ca.
1151), un teologo medievale molto
influente, passò gli ultimi anni
della sua vita in questo
monastero. Sembra possibile che la Kaiserchronik,
libro del XII secolo, sia
stata scritta qui, anche se non vi
è la certezza assoluta. La
fondazione del monastero è
descritta, ad esempio, da Konrad
von Megenberg nel capitolo VI
del suo De limitibus
parochiarum civitatis
Ratisbonensis.

Una bolla
papale del 1577 trasferì il
monastero dagli irlandesi agli
abati scozzesi. Questi monaci
provenivano, per la maggior parte,
dalle Lowlands scozzesi, e
non erano gaelici. L'effetto della
bolla fu una completa discontinuità
nelle tradizioni dell'abbazia. In
parte potrebbe essere stata
motivata dal fatto che la parola
"Scotti" aveva ormai
assunto il significato di
"scozzese" nel senso
moderno, consentendo ai nuovi
abati di affermare che il possesso
irlandese era sempre stato
illegittimo. Altro motivo può in
parte essere dipeso dal fatto che
la comunità irlandese a
Regensburg era in ogni caso in
forte calo: l'ultimo abate
irlandese era morto lasciando un
solo monaco e un novizio.
Il
primo abate scozzese fu Ninian
Winzet, controverso critico di John
Knox, che era stato incaricato da Maria
di Scozia, di inviare dei preti in
Scozia. Comunque non prima dei
primi anni del XVII secolo fu
possibile inviare alcuni
missionari in Scozia. Dal 1623 la
missione venne assolta in
collaborazione con i benedettini inglesi di Douai in Francia.
Sotto
la guida dell'abate Charles
Arbuthnot (1775-1820), il
monastero fu l'unico a non subire
la secolarizzazione della case
religiose del periodo napoleonico,
anche se, dopo la morte di
Arbuthnot, venne retrocesso a
priorato. La presenza scozzese
ebbe termine nel 1862, quando il
governo della Baviera acquistò
il monastero per adibirlo a seminario.
Chiesa
Niedermünster
Antica
abbaziale eretta nel XII secolo e
rivestita di decorazioni barocche
nel corso del XVIII secolo.
Chiesa
Sant'Ulrico
Antica parrocchiale cittadina,
eretta nel XIII secolo.
Edifici
civili
Il Municipio
Vecchio (Altes Rathaus) fu
costruito tra il XIII e il XVIII
secolo ed era la sede dell'Immerwährender
Reichstag (assemblea permanente
dei principi del Sacro Romano
Impero 1663-1806). Oggi
alloggia un museo storico di
questo periodo nel quale si può
visitare fra l'altro la Reichssaal (sala
dell'assemblea) dal bellissimo
soffitto a travi lignee del 1408;
vari appartamenti e la camera
di tortura medievale.
Il Ponte
di Pietra (Steinerne Brücke) occupa
una posizione singolare
nell'architettura occidentale,
venne costruito tra 1135 e 1146 ed
era, all'epoca, il primo passaggio
sul Danubio. Attraversa il
fiume con una lunghezza di 310
metri.
Il Palazzo Thurn
und Taxis a sud del
centro storico fu costruito sulle fondazioni dell'antico
monastero di S. Emmerame, ma
allargato nel XIX secolo in stile
neoclassico. Oggi è il domicilio
della famiglia nobile Thurn
und Taxis ben conosciuta per
la principessa Maria Gloriae.
Ostdeutsche
Galerie.
Nella "Galleria d'arte delle
Germania orientale" si mostra
arte moderna prodotta da artisti
tedeschi attivi nella RDT o
nelle regioni orientali perse dopo
la Seconda guerra mondiale.

Il Walhalla è
un tempio neoclassico ubicato
a Donaustauf, nei pressi di Ratisbona,
su una collina posta lungo le
sponde del Danubio.
Il
vasto complesso fu voluto dal re Ludovico
I di Baviera, che volle incarnare
in un'architettura la tradizione
nordica del Valhalla, ovvero
del luogo in cui si riunivano le
anime degli eroi deceduti in
guerra. L'edificio, che doveva
servire per ospitare busti e
tavole commemorative di personaggi
importanti della storia e della
cultura della Germania, fu
progettato da Leo von Klenze sulla
base di un concorso indetto nel 1814.
I primi progetti furono
rielaborati tra il 1819 ed
il 1821, mentre i lavori
furono portati a termine tra il
1830 e il 1842.
Tra
le tavole commemorative ed i busti
collocati al suo interno si
ricordano ad esempio quelli di
uomini di stato, come Otto
von Bismarck, scienziati, come Albert
Einstein e Carl
Friedrich Gauss, musicisti, come Johann
Sebastian Bach, Wolfgang
Amadeus Mozart, Richard Strauss, Ludwig
van Beethoven e Richard
Wagner, poeti, come Johann
Wolfgang von Goethe, artisti, come Hans
Holbein, Peter Vischer il Vecchio,
nonché di altre personalità,
come Martin Lutero, Sophie
Scholl, Immanuel Kant, Josef
Radetzky ed altri.
Dal
punto di vista architettonico, il
monumento è costituito da un
tempio periptero in
stile dorico, ispirato al Partenone e
posto su un possente basamento al
quale si accede mediante ampie
scalinate. La costruzione richiama
in maniera straordinaria al
monumento ideato da Friedrich
Gilly per Federico il
Grande, ma von Klenze conferisce
all'opera un'impronta più romantica per
la presenza al suo interno dei
suddetti busti e di un
bassorilievo che illustra la
storia della Germania.

Segue
l'elenco dei 131 busti secondo la
numerazione della guida ufficiale
del monumento, con il nome
dell'autore e l'anno di
realizzazione, in base alla loro
posizione rispetto alla statua di Ludovico
I di Baviera (aggiunta nel
1890 e identificata col numero
68).
All'apertura,
figuravano 96 busti disposti in
due file:
-
70 sulla fila superiore (da Enrico
I a Maria Teresa);
-
26 sulla fila inferiore (da
Lessing a Goethe).
Dal
1842 ad oggi sono stati aggiunti
altri 35 ritratti: il primo fu
quello di Lutero nel 1847.
L'aggiunta più recente è il
busto di Käthe Kollwitz nel
2019; pertanto sono disponibili i
posti per altri 4 busti (o 3
contando quello di Max Planck la
cui collocazione, prevista per il
2019, non ha avuto luogo).
| FILA
SUPERIORE |
|
Busti
a sinistra della statua di
Ludovico I (35)
1. Enrico
I di Sassonia (Schadow,
1809)
2. Ottone
I di Sassonia (Schadow,
1809)
3. Corrado
II il Salico (Schadow,
1809)
6. Federico
Barbarossa (Schwanthaler,
1838)
7. Enrico
il Leone (Schadow,
1811)
8. Federico
II di Svevia (Tieck,
1814)
9 Rodolfo
I d'Asburgo (Tieck,
1832)
15. Erwin
von Steinbach (Ohmacht,
1811)
16. Johannes
Gutenberg (Matthiä,
1835)
17. Jan
van Eyck (Tieck,
1817–1842)
18. Federico
I del Palatinato (Lossow,
1842)
24. Regiomontano (Lossow,
1842)
25. Nicola
di Flüe (Tieck,
1812)
26. Eberardo
V di Württemberg (Wagner,
1830)
27. Hans
Memling (Woltreck,
1841)
28.
Johann von Dalberg
(Lossow, aggiunto dopo il
1867)
29.
Hans von Hallwyl
(Christen, 1812)
35. Bertold
von Henneberg-Römhild (Mayer,
1824)
36. Massimiliano
I d'Asburgo (P.
Kaufmann, 1811)
37. Johannes
Reuchlin (Imhof,
1835)
38. Franz
von Sickingen (von
Bandel, 1827)
39. Ulrich
von Hutten (Kirchmayer,
1811)
40. Albrecht
Dürer (Rauch, 1837)
41. Georg
von Frundsberg (Widnmann,
1841)
47. Peter
Vischer il Vecchio (F.
Müller, 1839)
48. Giovanni
Aventino (Horchler,
1841)
49. Wolter
von Plettenberg (L.
Schwanthaler, 1832)
50. Erasmo
da Rotterdam (Tieck,
1813)
51. Paracelso (E.
Wolff, 1827)
52. Niccolò
Copernico (Schadow,
1807)
58. Hans
Holbein il Giovane (Lossow,
1840)
59. Carlo
V d'Asburgo (Schwanthaler,
1842)
60. Cristoforo
di Württemberg (Bissen,
1831)
61. Aegidius
Tschudi (Tieck, 1817)
67. Guglielmo
I d'Orange (Tieck,
1815)
|
Busti
alla destra della statua
di Ludovico I (35)
69. Augusto
II di Polonia (Rietschel,
1840)
70. Julius
Echter von Mespelbrunn (Scholl,
1840)
71. Maurizio
di Nassau (Tieck,
1815)
72. Giovanni
Keplero (Schöpf,
1842)
73. Albrecht
von Wallenstein (Tieck,
1812)
79. Bernardo
di Sassonia-Weimar (Tieck,
1812/13)
80. Pieter
Paul Rubens (Lamine,
1809)
81. Antoon
van Dyck (Rauch,
1812)
82. Ugo
Grozio (Tieck, 1814)
88. Maximilian
von und zu Trauttmansdorff (Schaller,
1824)
89. Massimiliano
I di Baviera (Imhof,
1832)
90. Amalia
Elisabetta di Hanau-Münzenberg (Tieck,
1817)
91. Maarten
Tromp (Kessels, 1825)
92. Paride
Lodron (Eberhard,
1814)
93. Frans
Snyders (Rauch, 1814)
99. Carlo
X Gustavo di Svezia (Tieck,
1816)
100. Johann
Philipp von Schönborn (Tieck,
1818)
101. Ernesto
I di
Sassonia-Gotha-Altenburg (Tieck,
1815)
102. Michiel
de Ruyter (Tieck,
1817)
103. Otto
von Guericke (Rathgeber,
1811)
104. Federico
Guglielmo I di Brandeburgo (Wichmann,
1828)
105. Carlo
V di Lorena (Tieck,
1817)
111. Guglielmo
III d'Inghilterra (Haller,
1816)
112. Luigi
Guglielmo di Baden-Baden (Widnmann,
1842)
113. Gottfried
Wilhelm von Leibniz (Schadow,
1808)
114. Herman
Boerhaave (Leeb,
1823)
115. Maurizio
I, Elettore di Sassonia (Tieck,
1813)
116. Georg
Friedrich Händel (Schadow,
1815)
122. Nikolaus
Ludwig von Zinzendorf (Tieck,
1818)
123. Burkhard
Christoph von Münnich (Lossow,
1841)
124. Johann
Joachim Winckelmann (Schadow,
1814)
125. Guglielmo
di Schaumburg-Lippe (Schadow,
1809)
128. Albrecht
von Haller (Schadow,
1808)
129. Anton
Raphael Mengs (Rauch,
1808)
130. Maria
Teresa d'Austria (Eberhard,
1811/2) |
| FILA
INFERIORE |
|
Busti
a sinistra della statua di
Ludovico I (32)
4. Gotthold
Ephraim Lessing (Tieck,
1813)
5. Federico
II di Prussia (Schadow,
1807)
10. Christoph
Willibald Gluck (Dannecker,
1812)
11. Ernst
Gideon von Laudon (Kiesling,
1813)
12. Wolfgang
Amadeus Mozart (Schwanthaler,
1846)
13. Carlo
Guglielmo Ferdinando di
Brunswick-Wolfenbüttel
(Schadow, 1808)
14. Justus
Möser (Schmidt von
der Launitz, 1821)
19. Gottfried
August Bürger (Tieck,
1817)
20. Caterina
II di Russia (Wredow,
1831)
21. Friedrich
Gottlieb Klopstock (Schadow,
1808)
22. Wilhelm
Heinse (Haller /
Mayer, 1826)
23. Johann
Gottfried Herder (Tieck,
1815)
30. Immanuel
Kant (Schadow, 1808)
31. Friedrich
Schiller (Dannecker,
1794)
32. Franz
Joseph Haydn (Robatz,
1810)
33. Johannes
von Müller (Schadow,
1808)
34. Christoph
Martin Wieland (Schadow,
1807)
42. Gerhard
von Scharnhorst (Rauch,
1830)
43. Michael
Andreas Barclay de Tolly (Widnmann,
1841)
44. Gebhard
Leberecht von Blücher (Rauch,
1817)
45. Karl
Philipp Schwarzenberg (Schaller,
1821)
46. William
Herschel (Eberhard,
1816)
53. Hans
Karl von Diebitsch (Rauch,
1830)
54. Heinrich
Friedrich Karl von Stein (Leeb,
1825)
55. August
Neidhardt von Gneisenau (Tieck,
1842)
56. Johann
Wolfgang von Goethe (Tieck,
1808)
57. Martin
Lutero (Rietschel,
1848)
62. Carlo
d'Asburgo-Teschen (Zauner,
1853)
63. Josef
Radetzky (Halbig,
1858)
64. Friedrich
Schelling (Lossow,
1860)
65. Ludwig
van Beethoven (Lossow,
1866)
66. Guglielmo
I di Germania (Knoll
1898)
|
Busti
a destra della statua di
Ludovico I (28)
74. Otto
von Bismarck (Kurz,
1908)
75. Helmuth
Karl Bernhard von Moltke (Hahn,
1910)
76. Richard
Wagner (Bleeker,
1913)
77. Johann
Sebastian Bach (Behn,
1916)
78. Justus
von Liebig (Georgii,
1925)
83. Friedrich
Ludwig Jahn (Müller,
1928)
84. Franz
Schubert (Weckbecker,
1925)
85. Johann
Joseph von Görres (Mattes,
1931)
86. Anton
Bruckner (Rothenburger,
1937)
87. Max
Reger (Müller, 1948)
94. Adalbert
Stifter (Hajek, 1954)
95. Joseph
Freiherr von Eichendorff (Knecht,
1957)
96. Wilhelm
Conrad Röntgen (Rothenburger,
1959)
97. Max
Joseph von Pettenkofer (Fiedler,
1962)
98. Jacob
Fugger (Ladner, 1967)
106. Jean
Paul (Sonnleitner,
1973)
107. Richard
Strauss (Mikorey,
1973)
108. Carl
Maria von Weber (Schorer,
1978)
109. Gregor
Mendel (Hafner, 1983)
110. Albert
Einstein (Uhlig,
1990)
117. Karolina
Gerhardinger (Uhlig,
1998)
118. Konrad
Adenauer (Weiland,
1999)
119. Johannes
Brahms (Knobloch,
2000)
120. Carl
Friedrich Gauss (Arfmann,
2007)
121. Edith
Stein (Brunner, 2009)
126. Heinrich
Heine (Gerresheim,
2010)
127. Käthe
Kollwitz (Spiekermann,
2019)
131. Sophie
Scholl (Eckert, 2003)
|

In
aggiunta a questi, sono ricordati
altri 64 personaggi. Poiché non
esistono ritratti o descrizioni da
cui trarne busti, si scelse di
commemorarli con delle targhe (disposte
in 2 file da 32). L'ordine
prescelto era sempre quello
cronologico, in base alla data di
morte (indicata sulla targa e qui
riportata anche ove diverga dalle
successive conclusioni
storiografiche).
|
Nr.
|
Nome
|
Data
di morte (d.C.)
|
Descrizione
|
|
1
|
Arminio
|
21
|
Condottiero
dei cherusci
|
|
2
|
Maroboduo
|
40
|
Condottiero
dei marcomanni
|
|
3
|
Velleda
|
dopo
il 65
|
Profetessa
dei bructeri
|
|
4
|
Gaio
Giulio Civile
|
prima
del 100
|
Condottiero
dei batavi
|
|
5
|
Ermanarico
|
375
|
Re
dei grutungi
|
|
6
|
Ulfila
|
prima
del 380
|
Evangelizzatore
dei goti
|
|
7
|
Fritigerno
|
dopo
il 390
|
Re
dei tervingi
|
|
8
|
Alarico
I
|
410
|
Re
dei Visigoti
|
|
9
|
Ataulfo
|
415
|
Re
dei Visigoti
|
|
10
|
Teodorico
I
|
451
|
Re
dei Visigoti
|
|
11
|
Horsa
|
451
|
Condottiero
degli juti del Kent
|
|
12
|
Genserico
|
477
|
Re
dei Vandali
|
|
13
|
Hengest
|
480
|
Condottiero
degli juti del Kent
|
|
14
|
Odoacre
|
497
|
Re
di eruli e gepidi
|
|
15
|
Clodoveo
I
|
511
|
Re
dei Franchi
|
|
16
|
Teodorico
il Grande
|
526
|
Re
degli Ostrogoti
|
|
17
|
Totila
|
552
|
Re
degli Ostrogoti
|
|
18
|
Alboino
|
573
|
Re
dei Longobardi
|
|
19
|
Teodolinda
|
c.
626
|
Regina
dei longobardi
|
|
20
|
Emmerano
di Ratisbona
|
680
|
Vescovo
e santo
|
|
21
|
Pipino
di Herstal
|
716
|
Maestro
di palazzo d'Austrasia
|
|
22
|
Beda
il Venerabile
|
735
|
Abate
e storico
|
|
23
|
Vilibrordo
di Utrecht
|
739
|
Vescovo
e santo
|
|
24
|
Carlo
Martello
|
741
|
Maestro
di palazzo dei Merovingi
|
|
25
|
Bonifacio
di Magonza
|
755
|
Vescovo
e santo
|
|
26
|
Pipino
il Breve
|
768
|
Re
dei Franchi
|
|
27
|
Vitichindo
|
c.
800
|
Condottiero
dei sassoni
|
|
28
|
Paolo
Diacono
|
dopo
l'800
|
Storico
dei longobardi
|
|
29
|
Alcuino
di York
|
804
|
Abate
e studioso
|
|
30
|
Egberto
del Wessex
|
c.
810
|
Re
d'Inghilterra
|
|
31
|
Carlo
Magno
|
814
|
Re
dei Franchi e Imperatore
|
|
32
|
Eginardo
|
839
|
Storico
e biografo di Carlo Magno
|
|
33
|
Rabano
Mauro
|
856
|
Vescovo
ed erudito
|
|
34
|
Arnolfo
di Carinzia
|
900
|
Re
dei Franchi Orientali e
Imperatore
|
|
35
|
Alfredo
il Grande
|
900
|
Re
d'Inghilterra
|
|
36
|
Ottone
I di Sassonia
|
prima
del 919
|
Duca
di Sassonia
|
|
37
|
Arnolfo
di Baviera
|
937
|
Duca
di Baviera
|
|
38
|
Matilde
di Ringelheim
|
968
|
Regina
consorte di Germania,
santa
|
|
39
|
Roswitha
di Gandersheim
|
prima
del 1000
|
Religiosa
e drammaturga
|
|
40
|
Bernoardo
di Hildesheim
|
1028
|
Vescovo
e santo
|
|
41
|
Eriberto
di Colonia
|
1028
|
Vescovo
e santo
|
|
42
|
Enrico
III il Nero
|
1056
|
Imperatore
del Sacro Romano Impero
|
|
43
|
Lamberto
di Hersfeld
|
1077
|
Storico
|
|
44
|
Ottone
di Bamberga
|
1139
|
Vescovo
|
|
45
|
Ottone
di Frisinga
|
1158
|
Vescovo
e storico
|
|
46
|
Ildegarda
di Bingen
|
1179
|
Badessa
e santa
|
|
47
|
Ottone
I di Baviera
|
1183
|
Duca
di Baviera
|
|
48
|
Engelberto
di Berg
|
1226
|
Vescovo
e santo
|
|
49
|
L'anonimo
autore de La
canzone dei Nibelunghi
|
|
|
|
50
|
Walther
von der Vogelweide
|
1230
|
Poeta
autore di Minnesang
|
|
51
|
Elisabetta
d'Ungheria
|
1231
|
Principessa
e santa
|
|
52
|
Leopoldo
VI di Babenberg
|
1234
|
Duca
d'Austria
|
|
53
|
Ermanno
di Salza
|
1240
|
Gran
maestro dell'Ordine
teutonico
|
|
54
|
Wolfram
von Eschenbach
|
1251
|
Poeta
autore di Minnesang
|
|
55
|
Mastro
Gerardus
|
1271
|
Architetto
del Duomo di Colonia
|
|
56
|
Arnold
zum Turm
|
1264
|
Fondatore
della Lega della Renania
|
|
57
|
Alberto
Magno
|
1280
|
Vescovo
ed erudito
|
|
58
|
Patto
del Grütli
|
dopo
il 1306
|
Fondazione
della Vecchia
Confederazione svizzera
|
|
59
|
Federico
I d'Asburgo
|
1330
|
Duca
d'Austria
|
|
60
|
Bruno
von Warendorp
|
1369
|
Sindaco
di Lubecca,
comandante della Lega
anseatica
|
|
61
|
Arnold
von Winkelried
|
1386
|
Cavaliere
svizzero
|
|
62
|
Guglielmo
di Colonia
|
1388
|
Pittore
|
|
63
|
Adrian
von Bubenberg
|
1479
|
Generale
svizzero
|
|
64
|
Peter
Henlein
|
1542
|
Inventore
dell'orologio portatile
|
Nel
2003 assieme al busto di Sophie
Scholl è stata aggiunta una
targa fuori serie, commemorativa
della Resistenza tedesca al
nazismo.
|