Città vecchia di Ratisbona (Regensburg con Stadtamhof)
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2006

 

   

Ratisbona (Regensburg, letteralmente «fortezza sul Regen» è una città extracircondariale della Baviera.

Il primo insediamento risale all'età della pietra. Il nome della città odierna deriva dal celtico Radasbona, che era riferito ad un insediamento nelle vicinanze. Nell'anno 90, i Romani vi costruirono un piccolo forte, e nel 179 ne venne edificato uno più grande per la Legio III Italica sotto l'impero di Marco Aurelio. Castra Regina (il nome romano di Ratisbona) divenne la capitale Rezia; tra il 356 e il 358 una invasione di Alamanni la distrusse.

Nell'epoca merovingia Ratisbona era la sede dei duchi Agilolfingi e la capitale della Baviera. Attorno al VI secolo giunsero missionari irlandesi che introdussero la religione cristiana, ad opera principalmente dell'abate San Colombano e l'opera missionaria evangelizzatrice iniziata dall'Abbazia di Luxeuil anche con Sant'Eustasio successore di Colombano, e proseguita con le sue fondazioni monastiche attorno al lago di Costanza, da Bregenz e San Gallo e da parte di altri monaci benedettini bianchi di San Colombano, detti anche colombaniani, fra cui spiccano quelle del monaco e compagno di Colombano San Gallo, San Ruperto (l'apostolo della Baviera) e di San Magno fondatore dell'abbazia di Füssen.

Nel 739 Bonifacio di Magonza, considerato il patrono della nazione tedesca, fondò la diocesi di Ratisbona. La città raggiunse il suo apice politico e economico nel XII e XIII secolo, quando si trovò all'incrocio di grandi strade commerciali molto importanti. Da questo tempo datano i principali monumenti della città, lo Steinerne Brücke (ponte di pietra con una lunghezza di 310 metri sul Danubio, costruito tra 1135 e 1146), la cattedrale gotica (consacrata nel 1276), l'Altes Rathaus (Antico palazzo municipale) e le torri patrizie.

In 1245 l'imperatore Federico II nominò Ratisbona "Freie Reichsstadt" (libera città imperiale) e le diede una certa autonomia politica nell'impero. Nondimeno Ratisbona scese più tardi rispetto ad altre grandi città bavaresi come Norimberga e Augusta.

Nel corso dei secoli seguenti numerosi "Reichstag" (assemblee dei principi del Sacro Romano Impero) vi ebbero luogo. Dal 1663 la città fu persino la sede unica di questa istituzione permanente. Fu inoltre a Ratisbona dove l'Impero si sciolse sotto la pressione delle truppe napoleoniche nel 1803. Nel 1810 la città venne annessa dal nuovo regno di Baviera creato da Napoleone. Cadde al livello di città provinciale per più di 150 anni.

Durante la Seconda guerra mondiale la città fu colpita dai bombardamenti alleati poiché ospitava le fabbriche Messerschmitt, produttrici dei caccia Bf 109. Nei pressi della città fu anche istituito un sottocampo del campo di concentramento di Flossenbürg. Dopo la guerra la città attirò diverse grandi imprese, soprattutto del settore automobilistico (la BMW produce qui le sue Serie 1, Serie 3 e le Z4 E89) e dell'industria elettronica (Siemens, AEG, Toshiba). Anche la fondazione della 4º università bavarese nella città contribuì allo sviluppo di Ratisbona.

Prima di diventare arcivescovo di Monaco, cardinale e poi papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger v'insegnò teologia. Vi è poi tornato da pontefice prima nel 2006 per tenere una lezione e nel 2009, insieme al fratello Georg, in visita alla tomba dei genitori e della sorella sepolti nel cimitero di Ziegetsdorf. 

Durante la costruzione della più antica fortificazione urbana a nord delle Alpi successiva all'età romana, i quartieri degli artigiani rimasero al di fuori della cinta muraria; vi furono inclusi soltanto verso la fine del XIII secolo. Il ponte in pietra edificato tra il 1135 e il 1146 rimase a lungo l'unica struttura in muratura che consentisse il passaggio sul Danubio tra Ulm e Vienna, assicurando così a Ratisbona la posizione di importante centro commerciale.  

Le numerose rocche patrizie, romaniche e gotiche, e i grandi complessi di case borghesi, con le torri di famiglia, sono esempi di un'architettura straordinaria che ci è pervenuta in ottime condizioni, caso piuttosto raro a nord delle Alpi. Accanto ad antichi edifici in pietra, a Ratisbona si trova la dimora di Giovanni Keplero, che risale al 1250 ed è la più antica casa in legno della Germania integralmente conservatasi.

Le grandi chiese romaniche e gotiche e i grandi complessi monastici - il convento di Sant'Emmeram, costruito sulla tomba del santo, la cappella vecchia, l'abbazia di Niedermünster, il convento benedettino di San Giacobbe, fondato nel 1090 da monaci irlandesi, il Duomo, l'unico edificio sacro della Baviera influenzato dal gotico delle cattedrali francesi - sono magnifiche opere d'arte, esemplificative della loro epoca. 

Le chiese degli ordini mendicanti, quella dei minori e quella dei domenicani, sono i primi esempi architettonici di uno spirito religioso che, nel tardo medioevo, era in fase di mutamento. In quel periodo Ratisbona fu un importante centro politico del sacro romano impero. 

Nel 1542 questa città libera abbracciò ufficialmente il protestantesimo e, durante la guerra dei Trent'anni, combatté contro la Baviera. Subì saccheggi e conobbe la decadenza economica, ma rimase del tutto immune alle grandi catastrofi. L'area riconosciuta come patrimonio dell'umanità coincide con l'estensione di Ratisbona successiva all'ampliamento urbano della città nel 1320 e comprende anche il quartiere di Stadtamhof.

Una posizione singolare nell'architettura occidentale tiene il Ponte di pietre costruito tra 1135 e 1146. Era il primo passaggio sul Danubio e copre il fiume per una lunghezza di 310 metri.

Il Palazzo municipale vecchio fu costruito tra il XIII e il XVIII secolo ed era la sede dell'Immerwährender Reichstag (assemblea permanente dei principi del Sacro Romano Impero 1663-1806). Oggi alloggia un museo storico di questo periodo nel quale si può visitare fra l'altro la Reichssaal (sala dell'assemblea), vari appartamenti e la camera di tortura medievale.

Il palazzo Thurn und Taxis a sud del centro storico fu costruito sulle fondamenta dell'antico monastero di S. Emmeram, ma allargato nel XIX secolo in stile neoclassico. Oggi è il domicilio della famiglia nobile Thurn und Taxis ben conosciuta per la principessa Maria Gloriae.

Duomo di San Pietro

Il duomo di San Pietro (Dom St. Peter o Regensburger Dom), è la chiesa cattolica maggiore della città e cattedrale della sua diocesi.

Rappresenta un esempio di primaria importanza dell'architettura gotica, e l'opera più significativa di questo stile nella Germania meridionale. La cattedrale è nota anche per essere la sede dello storico coro giovanile dei Regensburger Domspatzen.  

Una prima chiesa episcopale venne costruita presso il sito dell'attuale cattedrale intorno al 700, sulla tomba di Sant'Erardo di Ratisbona. Nel 739 san Bonifacio scelse l'area della Porta Praetoria, la porta settentrionale del Castrum romano, per erigervi la sede vescovile cittadina, rimasta lì da allora fino ad oggi.

Di lì a poco venne costruita una nuova cattedrale, sulle forme di una basilica carolingia, che venne poi ampliata nei primi anni dell'XI secolo con un transetto di circa 15 metri di larghezza, due torri e un nartece. 

Fra il 1156 e il 1172 l'edificio bruciò due volte. Ma fu soprattutto l'incendio del 1250, devastante, che fece decidere per la sua totale ricostruzione. Il nuovo edificio, l'odierno, spostato un po' più a sud ovest rispetto alla vecchia cattedrale, venne iniziato dal 1273 secondo le ultime tendenze stilistiche dettate dall'architettura gotica. Iniziato il cantiere dalla parte orientale, costituita dal coro e due grandi cappelle laterali poste nello stesso asse di quest'ultimo, quest'area poté dirsi completata nel 1320. 

In seguito si pose mano al transetto e al piedicroce; fra il 1385 e il 1415 ci si dedicò alla facciata principale, occidentale; nel 1442 il tetto sopra la navata centrale veniva completato e fra il 1482 e il 1487 si iniziò l'elevazione delle torri gemelle e nel 1514 la costruzione del chiostro (che sarà terminato nel 1538). Intorno al 1520 l'edificio poté dirsi completato, anche se i campanili restarono incompiuti, alzati fino al terzo piano.

Fra il 1613 e il 1649 si apportarono delle modifiche in stile barocco, come la decorazione interna e l'erezione di una cupola sulla crociera; tuttavia vennero cancellate nel profondo restauro del 1828-1841 commissionato dal re Ludovico I di Baviera, in uno spirito neogotico, che vide il trasferimento degli affreschi barocchi e la demolizione della cupola. Le torri furono completate nel 1859-1869 e portate all'altezza attuale di ben 105 metri; venne in seguito eretta la guglia sulla crociera e finito il frontone del transetto sud. 

Nel 1870-72, dopo sei secoli di costruzioni, il duomo venne finalmente completato definitivamente. Nonostante il lento procedere dei lavori l'edificio presenta una superba unità di stile, che le ha meritato una posizione di riguardo fra le principali opere architettoniche della Germania, in particolare è considerato il capolavoro dell'architettura gotica della Germania meridionale.

Restauri di mantenimento sono stati effettuati nel 1923 e nel 2000.

ARCHITETTURA - Il duomo è un grande edificio gotico, secondo lo stile della sua fase particolare del cosiddetto gotico fiorito. È una delle più belle cattedrali gotiche della Germania, di un influsso fortemente francese, soprattutto rimarcabile nella splendida parte absidale tutta traforata da gigantesche polifore su due livelli.

Il fianco meridionale è aperto, in basso, da grandi bifore binate, serrate tra i contrafforti delle navate laterali; e in alto dalle polifore dell'esterno del cleristorio. In cima al livello inferiore, sotto ai tetti, corre per tutto il perimetro, un fregio a motivi vegetali del 1350, sormontato da guglie, doccioni e balaustre ottocentesche. Sulla costa di ogni contrafforte, al livello base dei finestroni, sono dei gruppi scultorei di carattere simbolico realizzati intorno al 1350. Fra essi emerge una cosiddetta Judensau, una scrofa che allatta tre ebrei, posta in direzione dell'antico quartiere ebraico. Nel fronte settentrionale del transetto è addossata la romanica Eselturm, la torre dell'Asino, resto della precedente cattedrale usata come torre montacarichi per la costruzione dell'attuale duomo.

La facciata principale, a ovest, stretta fra le due altissime torri dalla copertura neogotica, è divisa longitudinalmente in tre parti da quattro contrafforti; e trasversalmente in quattro livelli. Il più alto è costituito dall'ultimo piano dei campanili, con le relative flèche, la parte di completamento aggiunta nel 1859-69. Segue, più in basso, il frontone centrale, slanciato dall'esile guglia aggettante, serrato dall'ultimo piano delle torri quattrocentesche. Ancora più giù un piano di grandi polifore, vetrate quelle binate centrali, e cieche le altre laterali. In basso, l'ultimo livello è il più ricco, tutto incentrato sul prezioso portale gemino centrale dal particolarissimo protiro aggettante triangolare, poggiante su un pilastro. La mirabile decorazione a statue e rilievi venne realizzata da ignoti maestri fra il 1340 e il 1430. Sulle coste dei due contrafforti di sinistra sono posti due rilievi coevi rappresentanti il Sacrificio di Isacco e l'Adorazione del Vitello d'oro.

L'interno del duomo, di grandi proporzioni, presenta una pianta a croce latina divisa in tre navate da pilastri a fascio che salgono a sostenere le volte a crociera; con transetto e coro. La navata centrale sviluppa tre piani, in basso, fra i pilastri, si aprono grandi archi ogivali; al di sopra corrono il triforio, aperto da vetrate, e il cleristorio, aperto da grandi polifore. Vi si custodiscono notevolissime opere d'arte e preziose vetrate.

Di seguito le maggiori opere d'arte custodite nel duomo

- Lastra tombale di Margarete Tucher, in controfacciata, realizzata in bronzo dal grande scultore tedesco Peter Vischer il Vecchio nel 1521.

- Tomba del principe vescovo Filippo Guglielmo di Baviera, nella parte occidentale della navata centrale, monumento in bronzo per il cardinale, fratello del duca Massimiliano I di Baviera, realizzato alla fine del XVI secolo.

- Gruppo dell'Annunciazione, nella crociera, detta anche "Erminoldmaria", capolavoro del cosiddetto Mastro Erminold, che scolpì e dipinse le figure di Maria e quella celebre dell'angelo Gabriele sorridente, intorno al 1280.

- San Pietro e san Paolo, statue poste nei pilastri del coro, risalenti rispettivamente al 1340 e al 1350.

- Pulpito, della navata centrale, scolpito in pietra nel 1482; vi predicò nel 1556-57 San Pietro Canisio.

- Ciborio con l'Annunciazione, posto nella navata destra, si presenta a forme di torre, è un'opera realizzata da W. Roritzer nel 1493.

- Rupertusaltar, altare di san Ruperto, con le figure dell'imperatore Enrico II l Santo e di sua moglie Cunegonda, della metà del XIV secolo.

- Altar maggiore, venne realizzato in argento tra il 1695 e il 1785 da artisti di Augusta.

Preziosissime vetrate antiche sono poste ai finestroni. Nella navata centrale, le vetrate del cleristorio, con i santi, a destra; e le Storie della Vergine e Storie di santi, a sinistra, risalgono al 1325. Nel coro, sono vetrate con le Storie di Cristo e santi, della metà del XIV secolo. Quelle della facciata ovest sono state completati solo nel XIX secolo. Nel 1967-1968 Josef Oberberger realizzò le vetrate della cappella a sinistra del coro e quella della parte sinistra della polifora del transetto con la Pentecoste.

Dimensioni del duomo

Lunghezza totale interna: 86 m  

Larghezza totale interna : 34,80 m

Altezza delle volte: 32 m  

Altezza delle torri : 105 m

Abbazia di Sant'Emmerano

L'abbazia di Sant'Emmerano (Kloster Sankt Emmeram o Reichsabtei Sankt Emmeram, oggi conosciuta come Castello Thurn und Taxis e Basilica di Sankt Emmeram) è stata un monastero benedettino, sorto sul sepolcro di Sant'Emmerano. 

Nel 1964 la chiesa abbaziale è stata insignita del titolo di basilica minore.

Quando il monastero venne fondato nel 739, i vescovi di Ratisbona avevano ottenuto la reggenza di questo sito religioso in commendam, seguiva come altre in quell'epoca la regola mista di San Colombano e san Benedetto, fino alla riforma generale benedettina di Benedetto d'Aniane nel IX secolo. Nel 975, san Volfango, vescovo di quella città e abate, volontariamente, rinunciò alla propria posizione di sovranità sull'abbazia e dichiarò Sant'Emmerano indipendente dall'arcivescovato, distinguendosi per essere stato uno dei primi vescovi tedeschi a prendere queste posizioni verso l'indipendenza delle strutture monastiche. Il primo abate indipendente fu dunque Ramwold (poi Beato Ramwold).

Lo scriptorium di Sant'Emmerano nel Medioevo fu un centro di produzione libraria di altissimo livello per le delicate miniature che vi venivano eseguite e lavori di questo genere possono essere tutt'oggi gustati con esempi nell'evangelario di Enrico II il Santo (prodotto tra il 1002 ed il 1014) ed il Codice Uta (poco dopo il 1002). Qua venne inoltre redatto il Fragmentum de Arnulfo duce Bavariae.

Re Corrado IV nel 1251 vi subì un fallimentare attentato da parte dell'abate. Nel 1295 Adolfo di Nassau garantì all'abbazia il titolo di "abbazia imperiale" e la pose un dominio indipendente soggetto solo all'autorità imperiale che egli rappresentava.

Dopo il declino della sua importanza, durante il XVI secolo, l'abbazia ritrovò vigore tra il XVII ed il XVIII secolo con gli abati Frobenius Forster, Coelestin Steiglehner, Roman Zirngibl e Placidus Heinrich, grandi scolastici, in particolare nelle scienze naturali. Sotto la loro guida, l'abbazia divenne un'accademia rivale di quella di Monaco di Baviera, anche se aveva una tradizione ben più antica di quella della capitale bavarese: già dal Medioevo vantava un astrolabio costruito da William di Hirsau.

Nel 1731 gli abati ottennero il rango di "principe" e tra il 1731 ed il 1733 si pose mano alla ristrutturazione della struttura in stile barocco, dopo che in particolare la chiesa abbaziale era andata distrutta in un incendio.

Nel 1803 il monastero, assieme alla città di Ratisbona, passarono alla diocesi di Ratisbona e come le altre Abbazie Imperiali di Niedermünster e Obermünster, anche Sant'Emmerano perdette la propria autonomia politica, passando sotto il controllo diretto del primate della Confederazione del Reno, Karl Theodor von Dalberg. Dopo il trattato di Parigi del 1810 l'area passò alla Baviera.

Il tesoro di sant'Emmerano (tra cui spiccano esempi come il ciborio di Arnolfo di Carinzia) e la sua grande biblioteca (che include anche Muspilli e il Codex Aureus di Sankt Emmeram) venne trasferita a Monaco di Baviera.

Nel 1812 le costruzioni monastiche vennero garantite ai principi di Thurn und Taxis che la convertirono in residenza col titolo di castello.

La basilica di Sant'Emmerano - La chiesa abbaziale, alla soppressione del monastero, divenne chiesa parrocchiale alla quale, il 18 febbraio 1964, papa Paolo VI concesse lo status di basilica minore. La basilica romanica godeva di tre transetti, tre cori, e parte della struttura risale addirittura alla metà dell'VIII secolo. Da allora, però, molte parti sono state ampiamente rimaneggiate o ricostruite: la parte più antica è ad oggi la cripta sottostante il coro a nord. 

Il portale, strombato, riporta opere d'arte risalenti al 1052 e rappresentano l'esempio più antico presente ancora oggi in Germania. Le decorazioni rappresentano Gesù Cristo, sant'Emmerano e san Dionigi. 

Nel transetto ovest, invece, si trova un soffitto dipinto raffigurante san Benedetto di Norcia. 

La cripta di San Volfango si trova sotto il coro di San Dionigi, presso il cui altare si trova la tomba della regina Emma dei franchi (m. 876) e consorte di Ludovico il Germanico. L'altare maggiore risale al 1669, mentre la torre campanaria dispone di un concerto di sei campane.

Chiesa di San Ruperto - La chiesa di San Ruperto era la chiesa parrocchiale annessa al monastero, avente due absidi e costruita nella seconda metà dell'XI secolo, ma allargata nei secoli successivi. La navata principale, infatti, risale al XIV secolo ed il coro è del 1405 mentre l'altar maggiore rappresenta il battesimo del duca Teodone di Baviera da parte di san Ruperto, vescovo di Salisburgo, in un'opera del 1690.

Alte Kapelle

La basilica di Nostra Signora della Cappella Vecchia (Basilika Unserer lieben Frau zur Alten Kapelle), anche conosciuta come Alte Kapelle (Cappella Vecchia), è il più antico luogo di culto cattolico della Baviera e una delle più importanti chiese della città di Ratisbona.

È chiesa collegiata e basilica minore facente parte di un'antica abbazia dedicata a Nostra Signora fondata dall'imperatore Enrico II il Santo nel 1002. Barocchizzata nel XVIII secolo, rappresenta uno dei capolavori della decorazione rococò in Europa, secondo lo stile dettato dalla rinomata Scuola di Wessobrunn.  

Una prima cappella venne eretta per volere di Carlo Magno sul luogo dove, secondo la tradizione, sorgeva il tempio romano dedicato a Giunone. Infatti durante la dominazione romana vi sorgeva la Prefettura di Castra Regina. La cappella che vi sorse dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, sembra essere stata la più antica chiesa della Baviera e ciò gli valse l'appellativo di Alte Kappelle, la Vecchia Cappella.

Intorno all'anno 700, il duca Teodone II di Baviera stabilì la capitale a Ratisbona, venne battezzato in questa cappella da San Ruperto, vescovo di Salisburgo, ed elevò l'edificio a cappella di corte del suo nuovo palazzo erettovi accanto nel VII-VIII secolo. La prima menzione scritta sulla cappella, riguarda la sua consacrazione alla Vergine Maria e la sua elevazione a collegiata in un atto dell'875 voluto da Ludovico il Germanico. La nuova collegiata tuttavia entrò subito in contrasto con la parrocchiale cittadina di San Cassiano, contrapponendo le due caste sociali dei nobili e dei borghesi. Con la marcia su Francoforte dell'887 il duca di Baviera, Arnolfo di Carinzia, si fece eleggere re dei Franchi orientali, e spostò la capitale lasciando in decadenza l'antica cappella di corte.

Solo re Enrico, il futuro imperatore Enrico II il Santo trasferì la sua residenza di nuovo a Ratisbona nel 1002, tornando all'Alte Kapelle. Enrico II ricostruì totalmente la chiesa fra il 1002 e il 1004, fondandovi un'abbazia con collegio e la insignì del titolo onorifico di "Mater Ecclesiae", chiesa madre, a cui dipendevano altre abbazie. Insieme a sua moglie Cunegonda fecero grandi doni all'abbazia e nel 1009 la misero alle dirette dipendenze della nuova diocesi di Bamberga, da loro fondata, alla quale rimase fino alla secolarizzazione. Inoltre, con l'incoronazione a imperatore, Enrico II ricevette dal papa l'Icona della Madonna di san Luca che ben presto attirò una moltitudine di pellegrini, meritandole anche, nel corso del XIII e XIV secolo, delle indulgenze che acclamò ulteriormente dei pellegrinaggi mariani. L'abbazia si arricchì e fra il 1441 e il 1465 si decise la costruzione di un nuovo coro, in stile gotico.

Con la secolarizzazione avvenuta con la Riforma protestante e la seguente guerra dei trent'anni l'abbazia subì un grande decadimento, si riprese solo con la fine della guerra e l'impulso della Controriforma cattolica conoscendo un nuovo periodo di splendore a partire dal XVII secolo. Nella metà del XVIII secolo, all'apice del suo potere, l'abbazia si rivestì di un sontuoso e scenografico apparato decorativo Rococò opera degli artisti della Scuola di Wessobrunn.

Nel XIX secolo l'abbazia diviene un importante centro della musica sacra tanto che nella metà del secolo è noto esponente del cosiddetto Movimento Ceciliano e poi vi viene fondato lo Studien- und Musikseminar zur Alten Kapelle, il "Seminario di Studi e Musica dell'Antica Cappella", rimasto in funzione fino al 1957, persino non arrestata durante la secolarizzazione conseguente la Reichsdeputationshauptschluss. Fra i maggiori maestri si ricordano il musicologo Carl Proske, i musicisti Dominikus e Johann Georg Mettenleiter, e il compositore Michael Haller.

Il re Ludovico I di Baviera concesse di nuovo l'amministrazione all'abbazia nel 1838. Nel 1964, su suggerimento del vescovo Rudolf Graber, la chiesa collegiata di Nostra Signora dell'Antica Cappella venne elevata a basilica minore da papa Paolo VI. L'abbazia ha svolto il suo ruolo dal 1002 ad oggi senza interruzione.

L'Alte Kapelle, nata come cappella palatina del primo nucleo medievale del palazzo ducale, viene menzionata per la prima volta nell'875 al momento che Ludovico il Germanico la elevò a collegiata. Quest'edificio venne realizzato col materiale di recupero dalle mura della città romana.

L'odierna cappella venne eretta, in stile romanico, tra il 1002 e il 1004 per volere dell'imperatore Enrico II il Santo. Si presentava nelle forme di una basilica a tre navate, con transetto, coperture a capriate lignee e torre-campanile sulla facciata.

La chiesa, come soprattutto il duomo, venne danneggiata durante gli incendi di Ratisbona del 1156 e del 1172 e poi restaurata. Tra il 1441 e il 1465 venne aggiunta la grande e alta massa del coro di stile tardogotico.

A partire dal 1747, la chiesa, pur mantenendo la struttura architettonica originale viene "barocchizzata" con la creazione delle volte e di una scenografica decorazione di stucchi, affreschi e dorature in stile rococò bavarese. Vennero ridisegnate le finestre e perse quasi tutti gli elementi decorativi medievali, conservando tuttavia il portale principale.

Il lavoro della splendida decorazione interna venne realizzato dagli artisti della rinomata Scuola di Wessobrunn, gli stucchi si devono ad Anton Landes, gli affreschi del piedicroce e del transetto al pittore Christoph Thomas Scheffler da Augusta, gli affreschi del presbiterio a Gottfried Bernhard Götz e le sculture sono dello scultore locale Simon Sorg. Gli affreschi raffigurano le Storie della consegna dell'icona miracolosa.

Primi restauri sono stati effettuai nel 1886 e nel 1934-35. L'esplosione di una bomba nel 1944 causò danni al transetto nord. Nel 1990 si intraprese una ristrutturazione esterna, l'interno è stato restaurato tra il 1992 e il 2002.

Nel 2006 un nuovo organo della ditta svizzera Mathis è stato inaugurato da papa Benedetto XVI durante la sua visita pastorale a Ratisbona del 13 settembre 2006.

Sulla cantoria in controfacciata, si trova il Papst-Benedikt-Orgel (organo di papa Benedetto XVI), costruito nel 2006 ed inaugurato il 13 settembre dello stesso anno alla presenza di papa Benedetto XVI. Lo strumento è opera della ditta organaria Mathis Orgelbau che ha voluto ricostruire la disposizione fonica dell'organo settecentesco, opera di Andreas Weiß, all'interno della cui cassa è ospitato il nuovo organo.

Lo strumento è a trasmissione meccanica e la sua consolle, a finestra, ha due tastiere di 58 note ciascuna e pedaliera concava di 30 note. La cassa lignea si articola su due livelli con mostra composta da canne di principale: quello inferiore, corrispondente all'Hauptwerk e al Pedal, si compone di cinque campi con quello centrale affiancato da una coppia di organetti morti sovrapposti; quello superiore, corrispondente all'Oberwerk, si compone di tre campi. La cassa è decorata da rilievi vegetali e da sculture di angeli; al di sotto della mostra dell'Oberwerk, vi è il busto del re David.  

Gnadenkapelle, Icona della "Madonna di san Luca" - Nella Gnadekapelle, la "Cappella della Misericordia", all'inizio navata destra, è conservata l'Icona miracolosa della Vergine. 

Venne donata da papa Benedetto VIII a Enrico II per la sua incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero avvenuta il 14 febbraio 1014 a Roma, e da quest'ultimo conservata nell'Alte Kapelle. Secondo la leggenda, l'immagine miracolosa viene dalla mano di San Luca, ma tuttavia risulta datata al periodo tra il 1150 e il 1235.

Questa immagine miracolosa della Madonna, del tipo "Dexiokratousa", con il bambino tenuto dal braccio destro, ha subito iniziato ad attirare numerosi pellegrini in quanto creduta dipinta da San Luca. I pellegrinaggi ripresero cospicui anche dopo la Guerra dei trent’anni. 

Nella metà del XVII secolo si verificò un miracolo: un cieco dalla nascita iniziò a vedere. Da quel momento l'icona attirò sempre più gente e nel 1694 venne traslocata dall'altar maggiore alla cappella allora detta di San Giacomo, per renderla più accessibile ai fedeli. 

La cappella venne splendidamente decorata e dedicata alla Madonna della Misericordia. Presenta elaborati stucchi del soffitto e immagini a medaglione con simboli della Vergine Maria tratti dalle litanie lauretane. Tuttavia due medaglioni raffigurano le invocazioni Rubus ardens e Virga Aaronis che non si trovano nella versione comune delle litanie, ma sono comunque antiche invocazioni litaniche.

Il portale sud della basilica, attraverso il quale si può accedere dall'esterno direttamente alla Cappella della Misericordia, è stato progettato intorno al 1790 in stile classico. Gli elaborati rilievi raffiguranti l'Annunciazione a Maria sono opera dello scultore di Ratisbona Simon Sorg. 

Un secondo portale sul lato nord della Cappella della Misericordia dà accesso alla chiesa. Questo è romanico e ha un muro a tre livelli. Nel timpano si trova un dipinto rinascimentale di Cristo nel sepolcro di Hans Mielich, donazione del canonico Ulrich Pruner, morto nel 1544. Il battente della porta è ornato da un classico rilievo raffigurante l'Adorazione dei pastori.

Durante la secolarizzazione bavarese l'icona venne trasferita nel 1810 alla Staatsgalerie del castello di Schleißheim e poi nel Museo nazionale bavarese. L'abbazia dovette accontentarsi di una copia che il vescovo Ignatius von Senestrey aveva fatto realizzare nel 1862. Il 27 aprile 1864 venne solennemente restituita.

Monastero di San Giacomo degli Scozzesi

Il monastero di San Giacomo degli Scozzesi (Schottenkloster St. Jakob) è un'abbazia benedettina dedicata a san Giacomo Maggiore.

Venne fondata dai monaci missionari irlandesi è per gran parte della sua storia fu in mano ai monaci irlandesi e poi scozzesi, da cui il suo nome in lingua tedesca Schottenkirche, Schottenkloster o Schottenstift. In latino medievale Scotti significava "gaelici" ovvero provenienti dall'Irlanda o dalla Scozia, così il termine Schottenstift data da quel periodo. Il nome ufficiale della chiesa, l'edificio più importante dell'intero sito abbaziale, è Die irische Benediktinerklosterkirche St. Jakob und St. Gertrud (letteralmente: "chiesa dell'abbazia benedettina irlandese di San Giacomo e Santa Geltrude").  

Il monastero venne fondato nel XII secolo dagli Scotti ovvero dai gaelici. Fino a quel periodo il termine "Scotti" non faceva distinzione fra irlandesi e scozzesi e alcuni monaci provenivano da quella che è l'attuale Scozia, ma la maggior parte di loro erano irlandesi. Regensburg fu un importante centro per i missionari irlandesi in centro Europa, già presenti nel territorio dopo l'evangelizzazione ad opera principalmente dell'abate irlandese San Colombano e l'opera missionaria evangelizzatrice iniziata dall'Abbazia di Luxeuil, e proseguita con le sue fondazioni monastiche nel territorio e attorno al Lago di Costanza, da Bregenz e San Gallo e da parte di altri monaci benedettini bianchi di San Colombano, detti anche colombaniani fra cui spiccano quelle del monaco e compagno di Colombano San Gallo e di San Magno. La Schottenstift di Vienna fu una filiazione dell'abbazia di San Giacomo. I suoi monaci avevano una stretta correlazione con quelli della famosa scuola di Cashel.

Onorio Augustodunense (morto ca. 1151), un teologo medievale molto influente, passò gli ultimi anni della sua vita in questo monastero. Sembra possibile che la Kaiserchronik, libro del XII secolo, sia stata scritta qui, anche se non vi è la certezza assoluta. La fondazione del monastero è descritta, ad esempio, da Konrad von Megenberg nel capitolo VI del suo De limitibus parochiarum civitatis Ratisbonensis.

Una bolla papale del 1577 trasferì il monastero dagli irlandesi agli abati scozzesi. Questi monaci provenivano, per la maggior parte, dalle Lowlands scozzesi, e non erano gaelici. L'effetto della bolla fu una completa discontinuità nelle tradizioni dell'abbazia. In parte potrebbe essere stata motivata dal fatto che la parola "Scotti" aveva ormai assunto il significato di "scozzese" nel senso moderno, consentendo ai nuovi abati di affermare che il possesso irlandese era sempre stato illegittimo. Altro motivo può in parte essere dipeso dal fatto che la comunità irlandese a Regensburg era in ogni caso in forte calo: l'ultimo abate irlandese era morto lasciando un solo monaco e un novizio.

Il primo abate scozzese fu Ninian Winzet, controverso critico di John Knox, che era stato incaricato da Maria di Scozia, di inviare dei preti in Scozia. Comunque non prima dei primi anni del XVII secolo fu possibile inviare alcuni missionari in Scozia. Dal 1623 la missione venne assolta in collaborazione con i benedettini inglesi di Douai in Francia.

Sotto la guida dell'abate Charles Arbuthnot (1775-1820), il monastero fu l'unico a non subire la secolarizzazione della case religiose del periodo napoleonico, anche se, dopo la morte di Arbuthnot, venne retrocesso a priorato. La presenza scozzese ebbe termine nel 1862, quando il governo della Baviera acquistò il monastero per adibirlo a seminario.

Chiesa Niedermünster

Antica abbaziale eretta nel XII secolo e rivestita di decorazioni barocche nel corso del XVIII secolo.

Chiesa Sant'Ulrico

Antica parrocchiale cittadina, eretta nel XIII secolo.

Edifici civili

Il Municipio Vecchio (Altes Rathaus) fu costruito tra il XIII e il XVIII secolo ed era la sede dell'Immerwährender Reichstag (assemblea permanente dei principi del Sacro Romano Impero 1663-1806). Oggi alloggia un museo storico di questo periodo nel quale si può visitare fra l'altro la Reichssaal (sala dell'assemblea) dal bellissimo soffitto a travi lignee del 1408; vari appartamenti e la camera di tortura medievale.

Il Ponte di Pietra (Steinerne Brücke) occupa una posizione singolare nell'architettura occidentale, venne costruito tra 1135 e 1146 ed era, all'epoca, il primo passaggio sul Danubio. Attraversa il fiume con una lunghezza di 310 metri.  

Il Palazzo Thurn und Taxis a sud del centro storico fu costruito sulle fondazioni dell'antico monastero di S. Emmerame, ma allargato nel XIX secolo in stile neoclassico. Oggi è il domicilio della famiglia nobile Thurn und Taxis ben conosciuta per la principessa Maria Gloriae.  

Ostdeutsche Galerie. Nella "Galleria d'arte delle Germania orientale" si mostra arte moderna prodotta da artisti tedeschi attivi nella RDT o nelle regioni orientali perse dopo la Seconda guerra mondiale.

Il Walhalla è un tempio neoclassico ubicato a Donaustauf, nei pressi di Ratisbona, su una collina posta lungo le sponde del Danubio.

Il vasto complesso fu voluto dal re Ludovico I di Baviera, che volle incarnare in un'architettura la tradizione nordica del Valhalla, ovvero del luogo in cui si riunivano le anime degli eroi deceduti in guerra. L'edificio, che doveva servire per ospitare busti e tavole commemorative di personaggi importanti della storia e della cultura della Germania, fu progettato da Leo von Klenze sulla base di un concorso indetto nel 1814. I primi progetti furono rielaborati tra il 1819 ed il 1821, mentre i lavori furono portati a termine tra il 1830 e il 1842.

Tra le tavole commemorative ed i busti collocati al suo interno si ricordano ad esempio quelli di uomini di stato, come Otto von Bismarck, scienziati, come Albert Einstein e Carl Friedrich Gauss, musicisti, come Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart, Richard Strauss, Ludwig van Beethoven e Richard Wagner, poeti, come Johann Wolfgang von Goethe, artisti, come Hans Holbein, Peter Vischer il Vecchio, nonché di altre personalità, come Martin Lutero, Sophie Scholl, Immanuel Kant, Josef Radetzky ed altri.

Dal punto di vista architettonico, il monumento è costituito da un tempio periptero in stile dorico, ispirato al Partenone e posto su un possente basamento al quale si accede mediante ampie scalinate. La costruzione richiama in maniera straordinaria al monumento ideato da Friedrich Gilly per Federico il Grande, ma von Klenze conferisce all'opera un'impronta più romantica per la presenza al suo interno dei suddetti busti e di un bassorilievo che illustra la storia della Germania.

Segue l'elenco dei 131 busti secondo la numerazione della guida ufficiale del monumento, con il nome dell'autore e l'anno di realizzazione, in base alla loro posizione rispetto alla statua di Ludovico I di Baviera (aggiunta nel 1890 e identificata col numero 68).

All'apertura, figuravano 96 busti disposti in due file:

- 70 sulla fila superiore (da Enrico I a Maria Teresa);

- 26 sulla fila inferiore (da Lessing a Goethe).

Dal 1842 ad oggi sono stati aggiunti altri 35 ritratti: il primo fu quello di Lutero nel 1847. L'aggiunta più recente è il busto di Käthe Kollwitz nel 2019; pertanto sono disponibili i posti per altri 4 busti (o 3 contando quello di Max Planck la cui collocazione, prevista per il 2019, non ha avuto luogo).

FILA SUPERIORE

Busti a sinistra della statua di Ludovico I (35)

1. Enrico I di Sassonia (Schadow, 1809)

2. Ottone I di Sassonia (Schadow, 1809)

3. Corrado II il Salico (Schadow, 1809)

6. Federico Barbarossa (Schwanthaler, 1838)

7. Enrico il Leone (Schadow, 1811)

8. Federico II di Svevia (Tieck, 1814)

9 Rodolfo I d'Asburgo (Tieck, 1832)

15. Erwin von Steinbach (Ohmacht, 1811)

16. Johannes Gutenberg (Matthiä, 1835)

17. Jan van Eyck (Tieck, 1817–1842)

18. Federico I del Palatinato (Lossow, 1842)

24. Regiomontano (Lossow, 1842)

25. Nicola di Flüe (Tieck, 1812)

26. Eberardo V di Württemberg (Wagner, 1830)

27. Hans Memling (Woltreck, 1841)

28. Johann von Dalberg (Lossow, aggiunto dopo il 1867)

29. Hans von Hallwyl (Christen, 1812)

35. Bertold von Henneberg-Römhild (Mayer, 1824)

36. Massimiliano I d'Asburgo (P. Kaufmann, 1811)

37. Johannes Reuchlin (Imhof, 1835)

38. Franz von Sickingen (von Bandel, 1827)

39. Ulrich von Hutten (Kirchmayer, 1811)

40. Albrecht Dürer (Rauch, 1837)

41. Georg von Frundsberg (Widnmann, 1841)

47. Peter Vischer il Vecchio (F. Müller, 1839)

48. Giovanni Aventino (Horchler, 1841)

49. Wolter von Plettenberg (L. Schwanthaler, 1832)

50. Erasmo da Rotterdam (Tieck, 1813)

51. Paracelso (E. Wolff, 1827)

52. Niccolò Copernico (Schadow, 1807)

58. Hans Holbein il Giovane (Lossow, 1840)

59. Carlo V d'Asburgo (Schwanthaler, 1842)

60. Cristoforo di Württemberg (Bissen, 1831)

61. Aegidius Tschudi (Tieck, 1817)

67. Guglielmo I d'Orange (Tieck, 1815)

Busti alla destra della statua di Ludovico I (35)

69. Augusto II di Polonia (Rietschel, 1840)

70. Julius Echter von Mespelbrunn (Scholl, 1840)

71. Maurizio di Nassau (Tieck, 1815)

72. Giovanni Keplero (Schöpf, 1842)

73. Albrecht von Wallenstein (Tieck, 1812)

79. Bernardo di Sassonia-Weimar (Tieck, 1812/13)

80. Pieter Paul Rubens (Lamine, 1809)

81. Antoon van Dyck (Rauch, 1812)

82. Ugo Grozio (Tieck, 1814)

88. Maximilian von und zu Trauttmansdorff (Schaller, 1824)

89. Massimiliano I di Baviera (Imhof, 1832)

90. Amalia Elisabetta di Hanau-Münzenberg (Tieck, 1817)

91. Maarten Tromp (Kessels, 1825)

92. Paride Lodron (Eberhard, 1814)

93. Frans Snyders (Rauch, 1814)

99. Carlo X Gustavo di Svezia (Tieck, 1816)

100. Johann Philipp von Schönborn (Tieck, 1818)

101. Ernesto I di Sassonia-Gotha-Altenburg (Tieck, 1815)

102. Michiel de Ruyter (Tieck, 1817)

103. Otto von Guericke (Rathgeber, 1811)

104. Federico Guglielmo I di Brandeburgo (Wichmann, 1828)

105. Carlo V di Lorena (Tieck, 1817)

111. Guglielmo III d'Inghilterra (Haller, 1816)

112. Luigi Guglielmo di Baden-Baden (Widnmann, 1842)

113. Gottfried Wilhelm von Leibniz (Schadow, 1808)

114. Herman Boerhaave (Leeb, 1823)

115. Maurizio I, Elettore di Sassonia (Tieck, 1813)

116. Georg Friedrich Händel (Schadow, 1815)

122. Nikolaus Ludwig von Zinzendorf (Tieck, 1818)

123. Burkhard Christoph von Münnich (Lossow, 1841)

124. Johann Joachim Winckelmann (Schadow, 1814)

125. Guglielmo di Schaumburg-Lippe (Schadow, 1809)

128. Albrecht von Haller (Schadow, 1808)

129. Anton Raphael Mengs (Rauch, 1808)

130. Maria Teresa d'Austria (Eberhard, 1811/2)

FILA INFERIORE

Busti a sinistra della statua di Ludovico I (32)

4. Gotthold Ephraim Lessing (Tieck, 1813)

5. Federico II di Prussia (Schadow, 1807)

10. Christoph Willibald Gluck (Dannecker, 1812)

11. Ernst Gideon von Laudon (Kiesling, 1813)

12. Wolfgang Amadeus Mozart (Schwanthaler, 1846)

13. Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel (Schadow, 1808)

14. Justus Möser (Schmidt von der Launitz, 1821)

19. Gottfried August Bürger (Tieck, 1817)

20. Caterina II di Russia (Wredow, 1831)

21. Friedrich Gottlieb Klopstock (Schadow, 1808)

22. Wilhelm Heinse (Haller / Mayer, 1826)

23. Johann Gottfried Herder (Tieck, 1815)

30. Immanuel Kant (Schadow, 1808)

31. Friedrich Schiller (Dannecker, 1794)

32. Franz Joseph Haydn (Robatz, 1810)

33. Johannes von Müller (Schadow, 1808)

34. Christoph Martin Wieland (Schadow, 1807)

42. Gerhard von Scharnhorst (Rauch, 1830)

43. Michael Andreas Barclay de Tolly (Widnmann, 1841)

44. Gebhard Leberecht von Blücher (Rauch, 1817)

45. Karl Philipp Schwarzenberg (Schaller, 1821)

46. William Herschel (Eberhard, 1816)

53. Hans Karl von Diebitsch (Rauch, 1830)

54. Heinrich Friedrich Karl von Stein (Leeb, 1825)

55. August Neidhardt von Gneisenau (Tieck, 1842)

56. Johann Wolfgang von Goethe (Tieck, 1808)

57. Martin Lutero (Rietschel, 1848)

62. Carlo d'Asburgo-Teschen (Zauner, 1853)

63. Josef Radetzky (Halbig, 1858)

64. Friedrich Schelling (Lossow, 1860)

65. Ludwig van Beethoven (Lossow, 1866)

66. Guglielmo I di Germania (Knoll 1898)

Busti a destra della statua di Ludovico I (28)

74. Otto von Bismarck (Kurz, 1908)

75. Helmuth Karl Bernhard von Moltke (Hahn, 1910)

76. Richard Wagner (Bleeker, 1913)

77. Johann Sebastian Bach (Behn, 1916)

78. Justus von Liebig (Georgii, 1925)

83. Friedrich Ludwig Jahn (Müller, 1928)

84. Franz Schubert (Weckbecker, 1925)

85. Johann Joseph von Görres (Mattes, 1931)

86. Anton Bruckner (Rothenburger, 1937)

87. Max Reger (Müller, 1948)

94. Adalbert Stifter (Hajek, 1954)

95. Joseph Freiherr von Eichendorff (Knecht, 1957)

96. Wilhelm Conrad Röntgen (Rothenburger, 1959)

97. Max Joseph von Pettenkofer (Fiedler, 1962)

98. Jacob Fugger (Ladner, 1967)

106. Jean Paul (Sonnleitner, 1973)

107. Richard Strauss (Mikorey, 1973)

108. Carl Maria von Weber (Schorer, 1978)

109. Gregor Mendel (Hafner, 1983)

110. Albert Einstein (Uhlig, 1990)

117. Karolina Gerhardinger (Uhlig, 1998)

118. Konrad Adenauer (Weiland, 1999)

119. Johannes Brahms (Knobloch, 2000)

120. Carl Friedrich Gauss (Arfmann, 2007)

121. Edith Stein (Brunner, 2009)

126. Heinrich Heine (Gerresheim, 2010)

127. Käthe Kollwitz (Spiekermann, 2019)

131. Sophie Scholl (Eckert, 2003)

 

In aggiunta a questi, sono ricordati altri 64 personaggi. Poiché non esistono ritratti o descrizioni da cui trarne busti, si scelse di commemorarli con delle targhe (disposte in 2 file da 32). L'ordine prescelto era sempre quello cronologico, in base alla data di morte (indicata sulla targa e qui riportata anche ove diverga dalle successive conclusioni storiografiche).

Nr.

Nome

Data di morte (d.C.)

Descrizione

1

Arminio

21

Condottiero dei cherusci

2

Maroboduo

40

Condottiero dei marcomanni

3

Velleda

dopo il 65

Profetessa dei bructeri

4

Gaio Giulio Civile

prima del 100

Condottiero dei batavi

5

Ermanarico

375

Re dei grutungi

6

Ulfila

prima del 380

Evangelizzatore dei goti

7

Fritigerno

dopo il 390

Re dei tervingi

8

Alarico I

410

Re dei Visigoti

9

Ataulfo

415

Re dei Visigoti

10

Teodorico I

451

Re dei Visigoti

11

Horsa

451

Condottiero degli juti del Kent

12

Genserico

477

Re dei Vandali

13

Hengest

480

Condottiero degli juti del Kent

14

Odoacre

497

Re di eruli e gepidi

15

Clodoveo I

511

Re dei Franchi

16

Teodorico il Grande

526

Re degli Ostrogoti

17

Totila

552

Re degli Ostrogoti

18

Alboino

573

Re dei Longobardi

19

Teodolinda

c. 626

Regina dei longobardi

20

Emmerano di Ratisbona

680

Vescovo e santo

21

Pipino di Herstal

716

Maestro di palazzo d'Austrasia

22

Beda il Venerabile

735

Abate e storico

23

Vilibrordo di Utrecht

739

Vescovo e santo

24

Carlo Martello

741

Maestro di palazzo dei Merovingi

25

Bonifacio di Magonza

755

Vescovo e santo

26

Pipino il Breve

768

Re dei Franchi

27

Vitichindo

c. 800

Condottiero dei sassoni

28

Paolo Diacono

dopo l'800

Storico dei longobardi

29

Alcuino di York

804

Abate e studioso

30

Egberto del Wessex

c. 810

Re d'Inghilterra

31

Carlo Magno

814

Re dei Franchi e Imperatore

32

Eginardo

839

Storico e biografo di Carlo Magno

33

Rabano Mauro

856

Vescovo ed erudito

34

Arnolfo di Carinzia

900

Re dei Franchi Orientali e Imperatore

35

Alfredo il Grande

900

Re d'Inghilterra

36

Ottone I di Sassonia

prima del 919

Duca di Sassonia

37

Arnolfo di Baviera

937

Duca di Baviera

38

Matilde di Ringelheim

968

Regina consorte di Germania, santa

39

Roswitha di Gandersheim

prima del 1000

Religiosa e drammaturga

40

Bernoardo di Hildesheim

1028

Vescovo e santo

41

Eriberto di Colonia

1028

Vescovo e santo

42

Enrico III il Nero

1056

Imperatore del Sacro Romano Impero

43

Lamberto di Hersfeld

1077

Storico

44

Ottone di Bamberga

1139

Vescovo

45

Ottone di Frisinga

1158

Vescovo e storico

46

Ildegarda di Bingen

1179

Badessa e santa

47

Ottone I di Baviera

1183

Duca di Baviera

48

Engelberto di Berg

1226

Vescovo e santo

49

L'anonimo autore de La canzone dei Nibelunghi

   

50

Walther von der Vogelweide

1230

Poeta autore di Minnesang

51

Elisabetta d'Ungheria

1231

Principessa e santa

52

Leopoldo VI di Babenberg

1234

Duca d'Austria

53

Ermanno di Salza

1240

Gran maestro dell'Ordine teutonico

54

Wolfram von Eschenbach

1251

Poeta autore di Minnesang

55

Mastro Gerardus

1271

Architetto del Duomo di Colonia

56

Arnold zum Turm

1264

Fondatore della Lega della Renania

57

Alberto Magno

1280

Vescovo ed erudito

58

Patto del Grütli

dopo il 1306

Fondazione della Vecchia Confederazione svizzera

59

Federico I d'Asburgo

1330

Duca d'Austria

60

Bruno von Warendorp

1369

Sindaco di Lubecca, comandante della Lega anseatica

61

Arnold von Winkelried

1386

Cavaliere svizzero

62

Guglielmo di Colonia

1388

Pittore

63

Adrian von Bubenberg

1479

Generale svizzero

64

Peter Henlein

1542

Inventore dell'orologio portatile

Nel 2003 assieme al busto di Sophie Scholl è stata aggiunta una targa fuori serie, commemorativa della Resistenza tedesca al nazismo.