Museumsinsel (L'Isola dei Musei)
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1999

 

   

L'Isola dei musei (Museumsinsel) è il nome della parte settentrionale dell'isola della Sprea, al centro di Berlino (quartiere Mitte). La parte meridionale dell'isola è invece detta Fischerinsel.

Il nome "Isola dei musei" è dovuto al gran numero di musei, di importanza internazionale, che si trovano nell'area. I musei sono parte del gruppo dei Musei statali di Berlino, appartenenti alla Fondazione culturale prussiana (Stiftung Preußischer Kulturbesitz).

Nel medioevo la parte settentrionale dell'isola della Sprea era una golena paludosa. Mentre nella parte meridionale dell'isola, leggermente più elevata, nel XIII secolo venne fondata la città di Cölln la parte settentrionale venne utilizzata solo molto più tardi come giardino del castello di Berlino. Nel XVII secolo venne canalizzato il ramo sinistro della Sprea creando quello che oggi viene chiamato Kupfergraben (cioè la parte più settentrionale del canale), tra il fiume e il canale sorse il Cöllnische Werder (isolotto di Cölln) sul quale, dopo la metà del XVII secolo, venne costruito il primo impianto del giardino chiamato Lustgarten.

L'area, nel corso della storia, venne utilizzata per diversi scopi, durante l'epoca di Federico Guglielmo I di Brandeburgo e del figlio Federico I di Prussia fu sede della cosiddetta Pomeranzenhaus (casa delle arance), un giardino d'inverno che ospitava agrumi, palme e piante esotiche, edificio indispensabile per il mantenimento del Lustgarten, le preziose piante esotiche che lo decoravano vi venivano infatti riparate nei mesi invernali.

Nel regno di Federico Guglielmo I di Prussia, il cosiddetto re soldato, assunsero maggiore importanza aspetti di sfruttamento economico dell'area, nel 1748 l'Orangerie venne usata come magazzino per i commerci, sul molo venne montata una gru girevole in legno per il carico e lo scarico di merci dalle imbarcazioni. Nel 1776 venne costruito anche un magazzino per le farine (Mehlhaus) appartenente alla corporazione dei panettieri, seguì la costruzione di un magazzino per il sale.

Solo nel corso del XIX secolo la destinazione commerciale dell'area lasciò progressivamente spazio all'edificazione di musei, nel 1797 il re Federico Guglielmo II di Prussia accolse la proposta di Aloys Hirt, archeologo e docente di storia dell'arte, di costruire un museo per l'esposizione permanente di opere d'arte antiche e dell'età moderna. Nel 1810 venne emesso dal re Federico Guglielmo III di Prussia un ordine di gabinetto di allestire "una collezione d'arte, pubblica e ben selezionata".

Della progettazione dell'edificio venne incaricato l'architetto del regno Karl Friedrich Schinkel, nel 1822 presentò un disegno che prevedeva una completa riprogettazione della parte settentrionale dell'isola, accanto al museo erano previsti diversi ponti e una modifica del corso del canale per renderlo più diritto. Wilhelm von Humboldt assunse la guida della "Commissione per la realizzazione del museo".

La prima costruzione realizzata fu l'Altes Museum nel 1830 che fu anche il primo museo pubblico del regno di Prussia. 

Nel 1859 venne inaugurato il museo reale prussiano, l'attuale Neues Museum, nel 1876 venne completata la Nationalgalerie, (l'attuale Alte Nationalgalerie), nel 1904 il Kaiser-Friedrich-Museum (che nel 1956 venne rinominato Bode-Museum in onore di Wilhelm von Bode storico dell'arte e per lunghi anni direttore dei musei) e infine nel 1930 quello che solo nel 1958 assunse il nome di Pergamonmuseum che nell'ala settentrionale ospitava il Deutsches Museum, nell'ala orientale la Antikensammlung con l'Altare di Pergamo e nell'ala meridionale ospitava quelli che in seguito si chiamarono museo dell'Asia Anteriore e museo d'arte islamica. Fu previsto anche un ampliamento dell'ala meridionale che avrebbe dovuto affacciarsi sul canale, la costruzione, progettata da Albert Messel e nella quale si intendevano ospitare le collezioni poi esposte al museo egizio e dei papiri non venne mai realizzata per problemi economici e tecnici.

Solo nel 1870 l'area venne chiamata per la prima volta Museumsinsel seguendo l'ambizione prussiana di creare un insieme di musei comparabile con quelli di Parigi e Londra. Nel 1880, durante una riunione dei direttori dei musei, venne deciso che da quel momento in poi sarebbe stata esposta nei musei dell'isola solo la cosiddetta "hohe Kunst" (arte nobile) termine che comprendeva, all'epoca, solo l'arte originaria dall'Europa e dal vicino oriente.

In epoca nazista, nell'ambito della riprogettazione di Berlino ad opera di Albert Speer, vennero progettati anche colossali nuovi edifici sull'isola dei Musei. L'architetto Wilhelm Kreis progettò quattro enormi edifici addizionali, sulla riva settentrionale della Sprea, di fronte al Bode-Museum, avrebbero dovuto essere eretti il "Germanisches Museum" , un "Museo del XIX secolo" e un "Museo dell'arte egizia e dell'asia minore" che in seguito avrebbe dovuto essere dedicato esclusivamente all'arte egizia, era previsto che fosse l'edificio più grande dei tre con una superficie espositiva di 75.000 m².

L'ampliamento dell'area compresa fra la Friedrichstraße, la Oranienburger Straße e la piazza del Monbijou avrebbe comportato la demolizione del castello Monbijou. Lungo il Kupfergraben Kreis aveva previsto la costruzione di un "Museo mondiale della guerra" come ampliamento delle collezioni di storia militare esposte all'Arsenale di Berlino. In aggiunta ai nuovi edifici museali da edificarsi sulla riva nord della Sprea l'architetto della gioventù hitleriana Hanns Dustmann, progettò sulla riva meridionale del fiume un nuovo museo etnografico che avrebbe dovuto estendersi tra la Stadtbahn e la Sprea fino alla Friedrichstraße. Lo scoppio della guerra impedì la realizzazione di questi progetti.

Durante la seconda guerra mondiale i musei dell'isola vennero distrutti per oltre il 70%, la successiva ricostruzione dell'isola, posizionata a Berlino Est e cominciata dal 1950 inizialmente non comprese il Neues Museum che aveva subito i danni maggiori. Si ipotizzò persino la demolizione della rovina del museo che però non venne effettuata, solo nel 1987 si decise di cominciare i costosi lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione. Il risanamento complessivo dell'isola era previsto per il 1990 ma non iniziò mai a causa degli elevatissimi costi dell'intervento.

Dopo la riunificazione tedesca i lavori di risanamento generale dell'isola dei Musei cominciarono verso la fine degli anni '90. 

Nel 1999 il consiglio di amministrazione della Fondazione del patrimonio culturale prussiano approvò il cosiddetto "Masterplan Museumsinsel" che prevede il risanamento degli edifici, la loro aggregazione in un insieme museale unico e il riordino delle collezioni divise prima del 1990.

Oggi la punta settentrionale dell'isola della Sprea è attraversata dal ponte Monbijou che collega l'isola con le due rive della Sprea, entrambi i rami del ponte sono chiusi al traffico veicolare e formano l'ingresso del Bode-Museum, un edificio triangolare neobarocco la cui cupola domina la parte settentrionale dell'isola.

A sud del Bode-Museums l'isola è attraversata dai binari della Stadtbahn che separano il Bode-Museum del Pergamonmuseum che è il museo berlinese più visitato. L'ingresso è costituito da una piazza delimitata dalle tre ali del museo raggiungibile dalla via Am Kupfergraben tramite un ponte pedonale.

A sud del Pergamonmuseum si trovano il Neues Museum, ricostruito su progetto dell'architetto David Chipperfield e riaperto nel 2009, e ad est la Alte Nationalgalerie costruita come un antico tempio con un'ampia scalinata di accesso. In cima alla scalinata e di fronte all'ingresso una maestosa Statua equestre di statua di Federico Guglielmo IV di Prussia ideatore dei primi abbozzi del progetto dell'edificio.

Davanti all'ingresso della Alte Nationalgalerie si trova uno spiazzo circondato su tre lati da un colonnato, il cosiddetto Kolonnadenhof. Nel corso dei lavori di ristrutturazione, durati tre anni, sono state risanate le colonne e lo spiazzo è stato riprogettato con spazi verdi, un'ampia fontana e statue bronzee provenienti dal patrimonio museale. La piazza è stata riaperta al pubblico nel giugno del 2010.

A sud del Neues Museum e della Nationalgalerie l'isola è attraversata dalla Bodestraße raggiungibile dai veicoli tramite un ponte sul ramo occidentale della Sprea, la via prosegue nel ponte Friedrichsbrücke sul ramo orientale della Sprea chiuso al traffico veicolare. A sud della strada si trovano l'Altes Museum e il Lustgarten a occidente e il Duomo di Berlino nella parte orientale duomo di Berlino. 

Tra il duomo e il Lustgarten si trova una strada pedonale che collega la Bodestraße con l'arteria di traffico formata dal tratto finale di Unter den Linden, la Schloßplatz e l'inizio della Karl-Liebknecht-Straße che costituisce il confine meridionale dell'isola dei musei.

I musei

I cinque musei dell'isola fanno parte dell'unione dei musei statali di Berlino a sua volta parte della Fondazione del patrimonio culturale prussiano.

Gli edifici ospitano temporaneamente raccolte archeologiche e d'arte fino al XIX secolo, dopo la riunificazione tedesca si iniziò a riunire anche le collezioni che nel tempo erano state parzialmente separate tra est e ovest. 

Nell'ambito del Masterplan Museumsinsel sono previsti anche il riordino e la presentazione congiunta delle diverse collezioni. Dal 2017 è previsto che la nuova James-Simon-Galerie diventi l'ingresso centrale per tutta l'isola dei musei dovrebbe inoltre ospitare locali per mostre, un centro informazioni, lo shop del museo, un caffè e dei ristoranti.

L'Altes Museum, costruito (dal 1822 al 1830) secondo il progetto dell'architetto Karl Friedrich Schinkel, ospita al piano terreno una parte della "collezione di antichità" con sculture, armi, gioielli e argenti dell'arte e della storia greca dalla civiltà cicladica fino all'epoca romana. Al primo piano dall'agosto 2005 all'agosto 2009 si trovava l'Ägyptisches Museum und Papyrussammlung, che fino al 2005 era ospitato a Charlottenburg, dal 2009 è tornato all'interno del Neues Museum. Dal 2010 l'Altes Museum ospita anche arte etrusca e romana.

Altes Museum

on l'inaugurazione, 3 agosto 1830, del Kònigliches Museum (Museo Reale, successivamente denominato Altes Museum) costruito, a partire dal 1824, da Karl Friedrich Schinkel a Berlino, sull'isola del fiume Sprea, si creò il primo nucleo museale pubblico in Germania. L'Altes Museum fu tra i primi edifici europei a essere costruito espressamente come sede museale, voluto dal re Federico Guglielmo III, per esporre pubblicamente le collezioni d'arte della corona.

La zona scelta dall'architetto, nel Lustgarten, per l'edificazione dell'edificio sfruttava un terreno inedificato di fronte al Palazzo di città e chiudeva così il quadrilatero formato dagli edifici del Castello, dell'Arsenale, del Duomo e del museo.

Come suggeriva il nome originale, fu inizialmente concepito per ospitare la collezione d'arte della famiglia reale (per iniziativa di Federico Guglielmo III di Prussia). Finì poi per ospitare reperti antichi di vario genere.

Aprì le porte al pubblico nel 1830 come primo museo pubblico in Prussia. Danneggiato dalle fiamme durante la seconda guerra mondiale, fu restaurato dal 1958 al 1966

Nel 1841, il re Federico Guglielmo IV annunciò – con un decreto reale – che tutta la parte a nord dell’isola Spree (oggi conosciuta come Isola dei musei) venisse dedicata a strutture di scienza ed arte. Nel 1845, il Königliches Museum fu completato e rinominato Neues Museum.

In origine il museo doveva esporre quadri, stampe e disegni al piano superiore, mentre le sculture greche e romane al piano terra. Poi, con il completamento del Neues Musuem da parte di Friedrich August Stüler nel 1855, l’isola dei Musei cominciò a prendere forma.

In seguito fu completata la Nationalgalerie (oggi conosciuta come Alte Nationalgalerie, il Bode Museum ed il Pergamonmuseum.

Poco prima della fine della seconda guerra mondiale, l’Altes Museum fu danneggiato da un camion esploso proprio davanti al museo. In quell’occasione le decorazioni realizzate da Shinkel e Peter Cornelius (soprattutto sul vestibolo e la parte posteriore del porto) andarono perdute.

La struttura fu ricostruita e restaurata tra il 1951 ed il 1966.

Seguendo i disegni di Shinkel, alcune zone sono state riportate all’aspetto originale nel 1982, mentre la via di comunicazione che collegava il Neues Museum non è stata ristabilita.

L'Altes Museum mostra il sobrio ed ampio colonnato della facciata a chi si trova nel giardino del Lustgarten.

La facciata derivata dalla fronte dei templi greci è impostata su un'alta zoccolatura, il cui accesso è dato da un'ampia scalinata fiancheggiata da sculture. Sulla facciata corrono diciotto colonne ioniche di ordine gigante in pietra arenaria che sorreggono l'attico lungo il quale è l'iscrizione FRIDERICUS GUILELMUS III STUDIO ANTIQUITATIS OMNIGENLE ET ARTIUM LIBERALIUM MUSEUM CONSTITUIT MDCCCXXVIII (Federico Guglielmo III dedica questo museo allo studio dell'antico e delle arti liberali 1828).

L'edificio è a pianta rettangolare, ma in esso è integrato un ampio blocco centrale a pianta quadrata. Quest'ultimo sovrasta il resto della costruzione ed è quindi visibile anche dall'esterno; il blocco ospita la rotonda, della quale il visitatore ha un'immagine solo all'interno.

Al suo interno viene custodita una preziosa collezione di opere appartenenti all’epoca classica, precisamente degli antichi greci, romani ed etruschi.

Nell’Altes Museum vengono ospitati reperti importanti come sarcogagi, tesori, gioielli e mosaici che testimoniano la vita ed il piacere delle cose belle appartenenti all’età  classica.

L’edificio di Shinkel Altes Museum – in origine – doveva ospitare le belle arti della città di Berlino, compresi i quadri, le stampe ed i disegni di famosi pittori.

Dal 1904, però, la struttura ha ospitato soltanto le opere classiche ed antiche.

Dal 1998, tale collezione include molti capolavori dell’arte greca.  La sala più importante dell’intera struttura è la rotonda, una stanza di forma rotonda in cui sono state posizionate a cerchio le statue di antiche divinità  romane. Questa sala si ispira all’edificio del Pantheon di Roma.

Al piano terra una grande collezione di gioielli, vasi, statue ed altri reperti di vario genere che provengono sia dall’antica Grecia che dall’antico impero romano.

Al secondo piano invece vengono mostrate le opere appartenenti alla popolazione etrusca. L’antica Etruria corrispondeva alle attuali regioni della Toscana, dell’Umbria, di una parte della regione del Lazio fino a comprende parti della Lombardia, dell’Emilia Romagna ed anche della regione ligure.

Ecco alcune delle opere più importanti all’interno dell’Altes Museum:

- Guerriero da Dodona

- Achille che cura le ferite di Patroclo (illustrazione sull’interno di un kylix greco)

- Ritratti di Gaio Giulio Cesare e Cleopatra VII

- Amazzone ferita (copia romana di una statua originale greca perduta)

- La “Dea di Taranto” sul suo trono

- Statua funeraria di una ragazza (conosciuta anche come “Dea di Berlino”)

- Stele funeraria di una giovane (conosciuta anche come “Stele Giustiniani”)

Neues Museum

Il Museo del Lustgarten, non appena completato, si rivelò troppo piccolo, tanto che venne decisa la costruzione di un altro edificio nella zona attigua verso nord; a questo scopo la Corona acquistò i terreni adiacenti il museo, onde procurarsi gli spazi per nuove costruzioni. Nel 1841, l 'anno successivo all'incoronazione del nuovo sovrano Federico Guglielmo IV, si stabilì, con regio decreto, che tutta l'isola della Sprea venisse trasformata in "asilo per l'arte e la scienza". Si fissò così il concetto informatore programmatico che avrebbe guidato la realizzazione della cosiddetta Isola dei Musei.

Il primo passo verso la creazione dell'isola-museo fu l'edificazione del Neues Museum, che sorse alle spalle dell'edificio progettato da Schinkel. 

Il Museo Nuovo (Neues Museum) è considerato una delle testimonianze d'eccellenza dell'architettura museale del XIX secolo. Eretto tra il 1843 e il 1855, l'edificio venne fortemente danneggiato nei bombardamenti del 1943 e 1945. Solo nel 1985 iniziarono i lavori di ricostruzione con la messa in sicurezza di quanto rimaneva e il restauro dei muri perimetrali. Nel 1997 l'architetto inglese David Chipperfield è stato incaricato della ricostruzione dell'edificio, che ha realizzato ripristinandone i volumi e la successione delle sale, senza tuttavia seguire fedelmente il modello storico. Il restauro della facciata e degli interni è stato condotto nel rispetto della conservazione delle tracce storiche dell'edificio.

All’interno dei tre piani del Neues Museum (Museo Nuovo), i visitatori possono rivivere gli esordi dell’umanità in un'area che spazia dal Vicino Oriente all'Atlantico, dall'Africa del Nord alla Scandinavia. Gli eccezionali reperti offrono la possibilità di conoscere lo sviluppo delle civiltà preistoriche e protostoriche dell'Eurasia, dal paleolitico fino all'alto Medioevo, con notevoli varietà di dettagli e completezza. 

Al piano terra si trova il cosiddetto Viale dell’Archeologia, cui si aggiungono un’area dedicata alla valle del Nilo, un'altra all’antico Sudan e una a tombe e sarcofagi dell’antichità. 

Al primo piano è la volta delle camere di sepoltura, degli oggetti ritrovati nei templi e di un'esposizione che tenta di spiegare come, nel corso dell’antichità, sia cambiato il modo di rappresentare l’uomo. 

Il secondo piano contiene la sala di Nefertiti, i reperti della città egizia di Akhenaton e la ricca collezione di papiri.

Il rinvenimento del grandioso altare di Zeus presso la collina di Pergamo, in Asia Minore, tra gli anni 1878 e 1886, e il successivo trasporto a Berlino, crearono la necessità di costruire un edificio per esporre uno dei più grandi esempi di architettura e scultura greca. Il progetto venne affidato all'architetto Fritz Wolff che edificò il primo nucleo del museo tra il 1899 e il 1901 contemporaneamente alla costruzione del Kaiser-Friedrich-Museum.  

Pergamonmuseum

I lavori per il Pergamonmuseum vennero iniziati dall'architetto Alfred Messel nel 1907, sul lato ovest dell'isola, con grandissime difficoltà finanziarie e rallentamenti dovuti allo scoppio della Prima guerra mondiale. 

Solo nel 1930 l 'edificio poté dirsi compiuto grazie all'impegno profuso da Ludwig Hoffmann in conseguenza della scomparsa di Messel nel 1909; la costruzione di questo museo concluse il percorso architettonico all'interno dell'Isola dei Musei durato un secolo.

Durante gli anni della seconda guerra mondiale, il museo soffrì i bombardamenti, anche se fu sostanzialmente risparmiato dalle bombe. Le opere furono protette dagli effetti delle esplosioni grazie a muri di mattoni, mentre i pezzi più piccoli vennero collocati nei sotterranei. Poté riaprire i battenti nel 1951 in maniera parziale, e nel 1953 in maniera completa. Negli anni 1983-1984 l'esposizione venne riallestita, mutando e migliorando il suo percorso logico espositivo.

Senza dubbio l'opera più importante in esso contenuta è l'altare di Pergamo, uno dei principali richiami del museo. Ma anche la porta del mercato di Mileto costituisce un'importante attrattiva, oltre alle diverse esposizioni di statue antiche, colonne e fregi d'epoca. In alcune stanze sono esposte una parte dell'immensa collezione di monete antiche di epoca romana e greca.

Altare di Zeus (Pergamo) - L'edificio più famoso, uno dei capolavori dell'arte ellenistica, è l'Altare di Zeus a Pergamo, fatto edificare da Eumene II in onore di Zeus Soter e Athena Nikephoros (Zeus salvatore e Atena portatrice di vittoria) per celebrare la vittoria sui Galati. Il fregio fu distrutto durante le invasioni barbariche e ricostruito coi frammenti superstiti da archeologi tedeschi a Berlino, nel Pergamon Museum.

La realizzazione dell'altare fu iniziata sotto il regno di re Eumene II (197-158 a.C.) e, in seguito alla sua morte, continuata dal successore e fratello Attalo II. L'opera si poneva come conferma definitiva della vittoria di Pergamo sui rivali, i Galati, nel 166 a.C. sotto il regno appunto di Eumene II. Nel periodo compreso tra il 166 a.C. e il 156 a.C., l'altare fu quasi totalmente realizzato, nonostante il re Prussia II di Bitinia, intorno al 156 a.C., attaccò la città.

Nel 1886, l'altare fu portato da Pergamo a Berlino, Germania, con il permesso del sultano Abdul Hamid II, al potere in quel tempo. Quasi un secolo dopo, nel 1948, il fregio dell'Altare di Zeus fu confiscato dal'Armata Rossa e portato da questa a Leningrado. Solo dieci anni più tardi, il fregio ritornò nella Germania dell'Est, come regalo da parte dell'allora Unione Sovietica. Attualmente la parte anteriore dell'altare si trova conservata nel museo Pergamon Museum di Berlino

L'ideatore e il realizzatore dell'opera non c'è pervenuto: ciò che si ha tutt'oggi, sono solo ipotesi. La più accreditata è quella secondo cui l'ideatore delle sculture (realizzate forse lui stesso o una cerchia di suoi collaboratori) sarebbe Firomaco, uno dei sette più grandi scultori greci. Questa ipotesi trova conferma soprattutto per lo stile con cui sono state scolpiti gli altorilievi, tipico dell'arte ateniese: l'impostazione di Zeus e Atena che combattono, per esempio, è la stessa di Atena e Poseidon nel frontone occidentale del Partenone.

Questa somiglianza dunque assume anche contorni politici, sociali e religiosi: accumunava infatti i pergameni agli ateniesi, facendo risalire quindi e affermando l'appartenenza dei due popoli ad un'unica stirpe, con gli stessi valori e la stessa cultura.

L'altare consisteva di un ampio recinto quadrilatero, contornato all'esterno da un colonnato, alto circa 4 metri: questo si protendeva in due avancorpi a forma di U. Al centro, era situata una scala, facendo in modo che il colonnato si trovasse alla sommità di un alto basamento, in parte modellato ad alto rilievo, in parte liscio.

La parte superiore è costituita da un doppio porticato con colonne in stile ionico: il primo si estende lungo tutto il perimetro della piattaforma superiore; il secondo invece , a coppie di colonne unite da un'anima muraria, si estende intorno all'altare interno. In secondo piano, dietro alla prima fila di colonne, si svolge un fregio continuo che rappresenta le storie di Telefo, figlio di Eracle. Lungo tutti i lati dello zoccolo e i bordi della scalinata centrale, si estendono complessi scultorei raffiguranti scene di gigantomachia.

Il fregio rappresenta la lotta tra dei e giganti. Non si parla però solamente di una rappresentazione, ma anche di una vera e propria trasposizione del mito alla realtà della guerra appena vinta: lo scontro tra i Pergameni e i Galati. L'identificazione di questi ultimi però non è del tutto casuale; fonti attestano infatti che per incutere timore ai nemici, i Galati usassero acconciarsi i capelli in piccole ciocche rigide, frizionadoli con un impasto di gesso: questo in greco prende il nome di tìtanos. Da qui l'ulteriore similitudine al termine Titànes, i Titani, simili ai giganti.

Le figure, realizzate a basso rilievo, rappresentano in una narrazione continua, le avventure di Telefo, figlio di Eracle, trasportato dall'Arcadia in Misia dove diviene re e fonda una dinastia; queste hanno un senso tutt’altro che aneddotico: ricollegando la propria stirpe a questa stirpe eroica, Eumene si proclama discendente da una progenie divina, in quanto Eracle era figlio di Zeus. Oggi ignoriamo quale potesse essere la portata di questa propaganda per immagini.

Il Pergamonmuseum non comprende solo esposizioni greche e romane, ma anche altre sezioni come quella dell'Asia Islamica e dell'Asia Anteriore.

MUSEO DELL'ARTE ISLAMICA - Il museo venne fondato nel 1904 da Wilhelm von Bode come dipartimento islamico (Islamische Abteilung) del Kaiser-Friedrich-Museum (oggi Bode-Museum) e costruito da Friedrich Sarre. Il pezzo più importante della sua collezione è il dono che fece il sultano ottomano Abdul Hamid II all'imperatore Guglielmo II e costituito dalla facciata omayyade del palazzo di Mchatta (oggi in Giordania) datante dell'VIII secolo. Questo è quindi l'origine della fondazione del museo, così come ventuno tappeti donati da Wilhelm von Bode. Il museo, nel 1932, venne trasferito al piano superiore dell'ala sud del museo di Pergamo di nuova costruzione. Venne chiuso nel 1939 e le sue collezioni inviate in un luogo sicuro, all'inizio o durante la seconda guerra mondiale.

Tuttavia molti oggetti scomparvero o vennero danneggiati dai bombardamenti alleati. Una delle torri d'ingresso del palazzo di Mushatta venne distrutta dai bombardamenti, come molti pezzi (compresi gli antichi tappeti). La collezione - che era a Berlino Est - venne nuovamente aperta al pubblico nel 1954 e prese il nome di museo islamico. I pezzi del museo che erano stati depositati, durante la guerra, in quella che divenne in seguito l'area occupata della Germania Ovest, vennero esposti al Museo di Dahlem a Berlino Ovest nel 1954. Dal 1968 al 1970, venne aperto al pubblico un dipartimento di arte islamica presso il castello di Charlottenburg e nel 1971 la mostra d'arte islamica venne trasferita in un nuovo complesso museale costruito a Dahlem.

Il museo di Berlino Est, nel 1958, recuperò gran parte del bottino, che i sovietici avevano presero come riparazione dei danni di guerra tra il 1945 e il 1946. Nel 1992, dopo la caduta del muro di Berlino, i due musei vennero uniti con il nome di Museo d'arte islamica (Museum für Islamische Kunst). L'esposizione del sito di Dahlem venne chiusa nel 1998 e trasferita al Museo di Pergamo. La nuova struttura nell'ala sud dedicata alle arti dell'Islam è stata inaugurata nel 2000.  

Il museo ospita collezioni di pezzi provenienti da diversi popoli dell'area islamica, dall'VIII secolo (dal Mediterraneo all'India) fino al XIX secolo. I reperti archeologici di Ctesifonte, di Tabgha e Samarra e le seguenti acquisizioni provenienti principalmente dall'Egitto, dal Medio Oriente e dall'Iran costituiscono il fulcro del museo. Altre regioni o raccolta di oggetti importanti sono raggruppate per tema, come ad esempio, calligrafia, manoscritti miniati dell'Impero Moghul e sculture in avorio della Sicilia durante l'occupazione musulmana.

Alcuni tra i pezzi più importanti della collezione

- Facciata del palazzo di Mchatta
- Sala di Aleppo
- Cupola dell'Alhambra
- mihrāb di Kachan (XIII secolo)
- mihrāb di Konya
- Tappeto con dragone e fenice (Asia centrale, inizio del XV secolo)
- Numerosi manoscritti e libri antichi 

Nel 2009, il museo acquisì, per donazione, la collezione del collezionista londinese Edmund de Unger (1918-2011), detta il Keir Collection. Essa rappresenta più di cinquanta anni di raccolta di circa 1500 oggetti d'arte, molti dei quali sono di origine pre-islamica, i più antichi dei quali risalgono a più di duemila anni addietro. Essa è considerata la più importante collezione privata di arte islamica in tutto il mondo. Più di un centinaio di oggetti della Keir Collection erano già stati presentati al pubblico nel 2007-2008 in occasione della mostra Sammlerglück. Islamische Kunst aus der Sammlung Edmund de Unger. Un'altra parte venne presentata a marzo 2010, sotto il titolo di Sammlerglück.

MUSEO DELL'ASIA ANTERIORE - Il Museo dell'Asia Anteriore, conosciuto anche come Museo del Vicino Oriente  è un museo di Berlino, dedicato all'antica cultura dell'Asia Anteriore o Vicino Oriente. Si paragona al Louvre e al British Museum per l'importanza della sua collezione archeologica, che copre seimila anni di storia di quella regione. È ubicato nell'ala sud del Museo di Pergamo, ed espone in 14 sale esempi di architettura, rilievi e piccoli manufatti delle antiche Sumeria, Babilonia, Assiria e Anatolia.  

La collezione berlinese è intimamente associata all'evoluzione della scienza dell'assiriologia e ai primi risultati positivi nella decifrazione della scrittura cuneiforme da parte del linguista Georg Friedrich Grotefend. Tali progressi, insieme alla fondazione della Società Tedesca dell'Oriente (Deutsche Orient-Gesellschaft) nel 1898, stimolarono l'interesse internazionale per le culture di Babilonia e Assiria.

A partire dalla fondazione della collezione nel 1899 nuovi scavi tedeschi portarono alla luce molti altri pezzi che arricchirono la raccolta originale. Fino al 1929 gli oggetti erano depositati nell'antico Museo Kaiser Friedrich (oggi Museo Bode), quando furono trasferiti nel Museo di Pergamo, venendo esposti al pubblico quando questo museo aprì le sue porte nel 1930.

Durante la Seconda guerra mondiale i reperti installati permanentemente nel museo non furono rimossi, e fortunatamente soffrirono poco, ma gli oggetti mobili furono confiscati dall'Unione Sovietica, tornando in Germania solo nel 1958, cinque anni dopo la riorganizzazione e l'apertura del Museo dell'Asia Anteriore.

Tra le attrazioni principali della raccolta vi sono la famosa Porta di Ishtar, la Via Processionale e la facciata della sala del trono di Nabucodonosor II, con la ricostruzione di parte degli edifici nelle loro dimensioni originali, con un effetto imponente. Altri pezzi importanti sono il modello della Torre di Babele, dedicata a Marduk, dio di Babilonia, e una copia del Codice di Hammurabi.

Gli inizi della scrittura sono documentati con ritrovamenti di Uruk, nella Sumeria del IV millennio a.C., composti da sigilli e tavolette di argilla. Sempre da Uruk provengono sezioni ricostruite di templi monumentali del III millennio a.C.

Altre sale mostrano rilievi e facciate del palazzo assiro di Kalchu, del IX secolo a.C., e vasi, gioielli, ferramenta e sculture più recenti.

Il Museo dell'Asia Anteriore sostiene programmi di scavi archeologici, tra i quali:

- Progetto Tell Halaf, dedicato al restauro di manufatti inestimabili rimanenze del Museo berlinese Tell Halaf, che fu seriamente danneggiato durante la guerra, e include scavi nel sito archeologico di Tell Halaf, in Siria, in collaborazione con altre istituzioni.

- Progetto Tell Knedig, di scavi nella regione di Habur, in Síria, dove già si riuscì a scoprire la struttura di un villaggio del secolo III a.C. e a spiegare aspetti legati alla topografia della Mesopotamia superiore nell'Età del bronzo.

- Siria, che include lo studio dei recuperi del Museo Tell Halaf e di altri ritrovamenti realizzati durante spedizioni nei decenni 1970-1980 nell'area del fiume Eufrate e portati in Germania.

Alte Nationalgalerie

L’Alte Nationalgalerie, Vecchia Galleria Nazionale, è uno di quei musei la cui maestosità dell’architettura è confermata dall’eccezionalità dei lavori che vi si trovano all’interno. Realizzato da Friedrich August Stüler sulla base di un disegno abbozzato qualche anno prima dall’allora compianto Federico Guglielmo IV di Prussia, fu costruito tra il 1867 e il 1876. 

Assieme al Pergamonmuseum, il Neues Museum, il Bode Museum, l’Altes Museum, il Duomo e il giardino del Lustgarten completa quell’Isola dei Musei dichiarata patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO nel 1999. Gravemente danneggiata durante la Seconda guerra mondiale, l’Alte Nationalgalerie fu riaperto parzialmente negli anni del Muro (rimase ad est) assumendo l’attuale conformazione interna solo dopo l’ importante restauro rinnovamento operato a fine anni ‘90 da parte dell’architetto tedesco Hans Günter Merz.  

La struttura dell'Alte Nationalgalerie si alza su un alto basamento, è raggiungibile tramite una doppia scalinata alla base della quale vi è una statua equestre di Federico Guglielmo IV.

L'edificio ha l'aspetto di un tempio corinzio: una fila di colonne precede la facciata dell'edificio dove sul timpano è simbolizzata la Germania come patrona delle arti e una statua che rappresenta l'arte.

La costruzione riprende stili o elementi di tre costruzioni modello: le colonne richiamano i templi, la scala monumentale richiama invece il teatro e l'abside richiama la chiesa.

Con queste tre idee l'architetto Stà¼hler volle unificare in un unico edificio l'idea di nazione, storia ed arte.

Gli affreschi, le tappezzerie in tessuto e le scalinate di marmo della Vecchia Galleria Nazionale fanno sfarzoso sfondo a tre collezioni che comprendono 440 tele e 80 sculture divise su tre piani di esposizione.

Al primo piano espositivo le opere dell'artista tedesco Adolph Menzel e sculture tra le quali un'opera del Canova preparano il visitatore alla vista di autentici capolavori che rappresentano di secoli dell'arte europea. Al secondo piano sono esposte pitture dell'impressionismo francese e artisti della seconda metà dell'Ottocento.

Al terzo piano troviamo opere di artisti tedeschi del Romanticismo e gli affreschi dei Nazzareni.

Primo Piano - Adolph von Menzel

Una delle sale più rappresentative è quella dedicata a Adolph von Menzel precursore dell’impressionismo.

Menzel, pittore di origine polacca, famoso per la sua scintillante rappresentazione di scene, di concerti nel palazzo di Federico il Grande o banchetti e balli alla corte di re Guglielmo I, ha anticipato lo spirito dell'Impressionismo.

Fra le altre opere troneggia il bellissimo "Camera con Balcone (1845) e la "Sitting Room" (1847), dove Menzel anticipa nella sua pittura luminosa e leggera lo stile del movimento impressionista francese, grazie alla sua sensibilità per gli effetti di luce e per l'uso di pennellate libere.

Nella stessa sala è esposto il suggestivo "Laminatoio", dove Ciclopi moderni lottano tra le luci flebili del metallo in fusione ed il grandioso "Concerto per flauto di Federico II a Sanssouci" del 1852.

Primo Piano - Le sculture

Al primo piano espositivo troviamo tutto il patrimonio scultoreo del museo.

Si trovano esposte opere di Berthel Thorwaldsen, Antonio Canova, Ridolfo Schadow, Reinhold Begas, Adolf von Hildebrand e Constantin Meunier.

Le attrazioni principali della collezione di sculture includono il famoso gruppo di principesse, la doppia statua delle principesse Luisa e Federica e le numerose opere dell'arte greca.

Secondo Piano: L'Impressionismo Francese

Al secondo piano c'è la collezione dedicata agli Impressionisti francesi che si apre con le opere di Max Beckman, Maurice Denice, Bonnard e di Max Liebermann e contiene opere minori di Edouard Manet, Claude Monet, Auguste Renoir, Edgar Degas, Paul Cézanne, Courbet e sculture di Auguste Rodin.

Fra le opere più ammirate "Dans la serre" (Nella serra 1879) di Edouard Manet, "il pensatore" di Rodin e "L’Onda" di Courbet,

Hans Thoma, Anselm Feuerbach, Arnold Böcklin, Hans von Marées, Wilhelm Leibl e Max Liebermann.

Da non perdere, tra gli altri, l’Autoritratto di Fantin Latour e la lasciva Madmoiselle Rose di Delacroix.

Terzo Piano: La Pittura Tedesca

In due sale sono esposte opere del Romanticismo tedesco, di Karl Friedrich Schinkel, Karl Blechen e Caspar David Friedrich, precedentemente esposte allo Schloss Charlottenburg.

Qui sono esposte anche opere di Philipp Otto Runge e Gottlieb Schick, Jakob Philipp Hackerts, Peter Cornelius, Friedrich Overbeck, Wilhelm Schadow oltre le opere del periodo Biedermeier di Eduard Gaertner e Johann Erdmann Hummel.

Le opere più ammirate sono "Der Mönch am Meer" (Il monaco in riva al mare 1810) e "Mann und Frau den Mond betrachtend" (Un uomo e una donna contemplano la luna) di Caspar David Friedrich, e Die Toteninsel (L’isola dei morti,1883) di Arnold Böcklin.

Bode Museum

Con la salita al trono del kaiser Guglielmo II, venne finanziato il nuovo progetto per la costruzione del Museo del Rinascimento. La fabbrica, edificata all'apice dell'Isola dei Musei, venne costruita su disegno dell'architetto Ernst Eberhard von Ihne, consigliere di corte per l'edilizia; i lavori iniziarono nel 1897 e il museo venne solennemente inaugurato nel 1904 con il nome di Kaiser Friedrich Museum (Bode Museum), in onore del primo "protettore" dei musei di Berlino. 

La decorazione delle facciate, che si affacciano sul Kupfergraben, è dichiaratamente neo-barocca. La fabbrica a due piani è scandita, in facciata, da semicolonne corinzie di ordine gigante in pietra arenaria, tra le quali si aprono le grandi finestre, a ghiera d'arco continua nel pianterreno, architravate al primo. L'edificio, coronato da una balaustra ornata di statue, è sovrastato dalla mole della cupola impostata su di un tamburo a pianta ellittica diviso in scomparti da pilastri tra i quali si aprono oculi ovali. 

All'interno dell'Alte Nationalgalerie vi si trovano diversi capolavori sia pittorici che scultorei di diverse epoche, in particolare riconducibili a neoclassicismo, romanticismo, Biedermeier, impressionismo e modernismo . Da Caspar David Friedrich a Adolph Menzel, da Auguste Renoir a Claude Monet, passando per Edouard Manet, Auguste Renoir, Paul Cézanne, Arnold Böcklin, Hans von Marées, Max Liebermann, Lovis Corin e Auguste Rodin: difficile non rimanere estasiati davanti a cotanta bellezza passeggiando tra le varie stanze. 

La Dormitio Virginis di Arnolfo di Cambio, nonché quattro bellissime opere di Donatello (la Madonna Pazzi, il Putto con tamburello, la Madonna Huldschinsky, la Madonna col Bambino) e la  Madonna Diotallevi di Raffaello sono forse le opere principali di un Museo da visitare anche per l’unicità e qualità di conservazione dei suoi sarcofagi della tarda antichità bizantina, per le centinaia di reperti artistici risalenti all'Impero Romano d'Oriente e per la vastissima  collezione di monete sia islamico-orientali che risalenti al Medioevo europeo.

Il museo è stato riaperto al pubblico nell’ottobre 2006 e oggi è dedicato all’arte bizantina e a una collezione di sculture che spaziano dal Medioevo al Settecento. Particolarmente interessanti sono le sale del Rinascimento italiano - con le terrecotte di Luca della Robbia e altri capolavori di Donatello e Desiderio da Settignano – e quelle del tardo gotico tedesco.

Il Bode Museum, tuttavia, è noto soprattutto per la sua collezione di numismatica e di arte bizantina, con oltre 150 dipinti e una predominanza di opere di epoca Romana e Bizantina (dal III al XV secolo d.C.) provenienti da diverse regioni del bacino del Mediterraneo: da Costantinopoli alla Grecia antica, dai Balcani ai paesi nordafricani. Completano la collezione una serie di icone russe.