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L'Isola
dei musei (Museumsinsel)
è il nome della parte
settentrionale dell'isola della Sprea,
al centro di Berlino
(quartiere Mitte).
La parte meridionale dell'isola è
invece detta Fischerinsel.
Il
nome "Isola dei musei"
è dovuto al gran numero di musei, di importanza internazionale,
che si trovano nell'area. I musei
sono parte del gruppo dei Musei statali di Berlino, appartenenti alla Fondazione
culturale prussiana (Stiftung
Preußischer Kulturbesitz).
Nel medioevo la
parte settentrionale dell'isola
della Sprea era una golena paludosa.
Mentre nella parte meridionale
dell'isola, leggermente più
elevata, nel XIII secolo venne
fondata la città di Cölln la
parte settentrionale venne
utilizzata solo molto più tardi
come giardino del castello di
Berlino. Nel XVII secolo venne
canalizzato il ramo sinistro della
Sprea creando quello che oggi
viene chiamato Kupfergraben (cioè
la parte più settentrionale del
canale), tra il fiume e il canale
sorse il Cöllnische Werder (isolotto
di Cölln) sul quale, dopo la metà
del XVII secolo, venne
costruito il primo impianto del
giardino chiamato Lustgarten.
L'area,
nel corso della storia, venne
utilizzata per diversi scopi,
durante l'epoca di Federico
Guglielmo I di Brandeburgo e
del figlio Federico I di Prussia fu
sede della cosiddetta Pomeranzenhaus (casa
delle arance), un giardino
d'inverno che ospitava
agrumi, palme e piante esotiche,
edificio indispensabile per il
mantenimento del Lustgarten,
le preziose piante esotiche che lo
decoravano vi venivano infatti
riparate nei mesi invernali.
Nel
regno di Federico Guglielmo I
di Prussia, il cosiddetto re
soldato, assunsero maggiore
importanza aspetti di sfruttamento
economico dell'area, nel 1748
l'Orangerie venne usata come
magazzino per i commerci, sul molo
venne montata una gru girevole in
legno per il carico e lo scarico
di merci dalle imbarcazioni. Nel
1776 venne costruito anche un
magazzino per le farine (Mehlhaus)
appartenente alla corporazione dei
panettieri, seguì la costruzione
di un magazzino per il sale.
Solo
nel corso del XIX secolo la
destinazione commerciale dell'area
lasciò progressivamente spazio
all'edificazione di musei, nel
1797 il re Federico Guglielmo
II di Prussia accolse la
proposta di Aloys Hirt,
archeologo e docente di storia
dell'arte, di costruire un museo
per l'esposizione permanente di
opere d'arte antiche e dell'età
moderna. Nel 1810 venne emesso dal
re Federico Guglielmo III di
Prussia un ordine di
gabinetto di allestire "una
collezione d'arte, pubblica e ben
selezionata".
Della
progettazione dell'edificio venne
incaricato l'architetto del regno Karl
Friedrich Schinkel, nel 1822
presentò un disegno che prevedeva
una completa riprogettazione della
parte settentrionale dell'isola,
accanto al museo erano previsti
diversi ponti e una modifica del
corso del canale per renderlo più
diritto. Wilhelm von Humboldt assunse
la guida della "Commissione
per la realizzazione del
museo".
La
prima costruzione realizzata fu
l'Altes Museum nel 1830 che
fu anche il primo museo pubblico
del regno di Prussia.
Nel
1859 venne inaugurato il museo
reale prussiano, l'attuale Neues
Museum, nel 1876 venne completata
la Nationalgalerie,
(l'attuale Alte Nationalgalerie),
nel 1904 il Kaiser-Friedrich-Museum (che
nel 1956 venne rinominato Bode-Museum in
onore di Wilhelm von Bode
storico dell'arte e per lunghi
anni direttore dei musei) e infine
nel 1930 quello che solo nel 1958
assunse il nome di Pergamonmuseum
che nell'ala settentrionale
ospitava il Deutsches Museum,
nell'ala orientale la Antikensammlung con
l'Altare di Pergamo e
nell'ala meridionale ospitava
quelli che in seguito si
chiamarono museo dell'Asia
Anteriore e museo d'arte
islamica. Fu previsto anche un
ampliamento dell'ala meridionale
che avrebbe dovuto affacciarsi sul
canale, la costruzione, progettata
da Albert Messel e nella
quale si intendevano ospitare le
collezioni poi esposte al museo
egizio e dei papiri non venne
mai realizzata per problemi
economici e tecnici.
Solo
nel 1870 l'area venne chiamata per
la prima volta Museumsinsel seguendo
l'ambizione prussiana di creare un
insieme di musei comparabile con
quelli di Parigi e Londra.
Nel 1880, durante una riunione dei
direttori dei musei, venne deciso
che da quel momento in poi sarebbe
stata esposta nei musei dell'isola
solo la cosiddetta "hohe
Kunst" (arte nobile)
termine che comprendeva,
all'epoca, solo l'arte originaria
dall'Europa e dal vicino oriente.
In
epoca nazista, nell'ambito
della riprogettazione di Berlino
ad opera di Albert Speer,
vennero progettati anche colossali
nuovi edifici sull'isola dei
Musei. L'architetto Wilhelm
Kreis progettò quattro
enormi edifici addizionali, sulla
riva settentrionale della Sprea,
di fronte al Bode-Museum,
avrebbero dovuto essere eretti il
"Germanisches Museum" ,
un "Museo del XIX
secolo" e un "Museo
dell'arte egizia e dell'asia
minore" che in seguito
avrebbe dovuto essere dedicato
esclusivamente all'arte egizia,
era previsto che fosse l'edificio
più grande dei tre con una
superficie espositiva di 75.000 m².
L'ampliamento
dell'area compresa fra la Friedrichstraße,
la Oranienburger Straße e
la piazza del Monbijou avrebbe
comportato la demolizione del castello
Monbijou. Lungo il Kupfergraben
Kreis aveva previsto la
costruzione di un "Museo
mondiale della guerra" come
ampliamento delle collezioni di
storia militare esposte
all'Arsenale di Berlino. In
aggiunta ai nuovi edifici museali
da edificarsi sulla riva nord
della Sprea l'architetto della gioventù
hitleriana Hanns Dustmann,
progettò sulla riva meridionale
del fiume un nuovo museo
etnografico che avrebbe dovuto
estendersi tra la Stadtbahn e la
Sprea fino alla Friedrichstraße.
Lo scoppio della guerra impedì la
realizzazione di questi progetti.
Durante
la seconda guerra mondiale i
musei dell'isola vennero distrutti
per oltre il 70%, la successiva
ricostruzione dell'isola,
posizionata a Berlino Est e
cominciata dal 1950 inizialmente
non comprese il Neues Museum che
aveva subito i danni maggiori. Si
ipotizzò persino la demolizione
della rovina del museo che però
non venne effettuata, solo nel
1987 si decise di cominciare i
costosi lavori di messa in
sicurezza e ristrutturazione. Il
risanamento complessivo dell'isola
era previsto per il 1990 ma non
iniziò mai a causa degli
elevatissimi costi
dell'intervento.
Dopo
la riunificazione tedesca i
lavori di risanamento generale
dell'isola dei Musei cominciarono
verso la fine degli anni '90.
Nel
1999 il consiglio di
amministrazione della Fondazione
del patrimonio culturale prussiano approvò
il cosiddetto "Masterplan
Museumsinsel" che prevede il
risanamento degli edifici, la loro
aggregazione in un insieme museale
unico e il riordino delle
collezioni divise prima del 1990.
Oggi
la punta settentrionale dell'isola
della Sprea è attraversata dal ponte
Monbijou che collega l'isola
con le due rive della Sprea,
entrambi i rami del ponte sono
chiusi al traffico veicolare e
formano l'ingresso del Bode-Museum,
un edificio triangolare neobarocco la
cui cupola domina la parte
settentrionale dell'isola.
A
sud del Bode-Museums l'isola è
attraversata dai binari della
Stadtbahn che separano il
Bode-Museum del Pergamonmuseum che
è il museo berlinese più
visitato. L'ingresso è costituito
da una piazza delimitata dalle tre
ali del museo raggiungibile dalla
via Am Kupfergraben tramite
un ponte pedonale.
A
sud del Pergamonmuseum si trovano
il Neues Museum, ricostruito
su progetto dell'architetto David
Chipperfield e riaperto nel 2009,
e ad est la Alte
Nationalgalerie costruita
come un antico tempio con un'ampia
scalinata di accesso. In cima alla
scalinata e di fronte all'ingresso
una maestosa Statua equestre di
statua di Federico Guglielmo
IV di Prussia ideatore dei primi
abbozzi del progetto
dell'edificio.
Davanti
all'ingresso della Alte
Nationalgalerie si trova uno
spiazzo circondato su tre lati da
un colonnato, il cosiddetto
Kolonnadenhof. Nel corso dei
lavori di ristrutturazione, durati
tre anni, sono state risanate le
colonne e lo spiazzo è stato
riprogettato con spazi verdi,
un'ampia fontana e statue bronzee
provenienti dal patrimonio
museale. La piazza è stata
riaperta al pubblico nel giugno
del 2010.
A
sud del Neues Museum e della
Nationalgalerie l'isola è
attraversata dalla Bodestraße
raggiungibile dai veicoli tramite
un ponte sul ramo occidentale
della Sprea, la via prosegue nel
ponte Friedrichsbrücke sul ramo
orientale della Sprea chiuso al
traffico veicolare. A sud della
strada si trovano l'Altes Museum e
il Lustgarten a occidente e il
Duomo di Berlino nella parte
orientale duomo di Berlino.
Tra
il duomo e il Lustgarten si trova
una strada pedonale che collega la
Bodestraße con l'arteria di
traffico formata dal tratto finale
di Unter den Linden, la Schloßplatz e
l'inizio della Karl-Liebknecht-Straße che
costituisce il confine meridionale
dell'isola dei musei.
I
musei
I
cinque musei dell'isola fanno
parte dell'unione dei musei
statali di Berlino a sua
volta parte della Fondazione del
patrimonio culturale prussiano.
Gli
edifici ospitano temporaneamente
raccolte archeologiche e d'arte
fino al XIX secolo, dopo la
riunificazione tedesca si iniziò
a riunire anche le collezioni che
nel tempo erano state parzialmente
separate tra est e ovest.
Nell'ambito
del Masterplan Museumsinsel sono
previsti anche il riordino e la
presentazione congiunta delle
diverse collezioni. Dal 2017 è
previsto che la nuova James-Simon-Galerie diventi
l'ingresso centrale per tutta
l'isola dei musei dovrebbe
inoltre ospitare locali per
mostre, un centro informazioni, lo
shop del museo, un caffè e dei
ristoranti.
L'Altes
Museum, costruito (dal 1822 al 1830)
secondo il progetto
dell'architetto Karl
Friedrich Schinkel, ospita al
piano terreno una parte della
"collezione di antichità"
con sculture, armi, gioielli e
argenti dell'arte e della storia
greca dalla civiltà
cicladica fino all'epoca
romana. Al primo piano dall'agosto
2005 all'agosto 2009 si trovava l'Ägyptisches
Museum und Papyrussammlung, che
fino al 2005 era ospitato a Charlottenburg,
dal 2009 è tornato all'interno
del Neues Museum. Dal 2010 l'Altes
Museum ospita anche arte etrusca e
romana.
Altes
Museum

on
l'inaugurazione, 3 agosto 1830,
del Kònigliches Museum (Museo
Reale, successivamente denominato
Altes Museum) costruito, a partire
dal 1824, da Karl Friedrich
Schinkel a Berlino, sull'isola del
fiume Sprea, si creò il primo
nucleo museale pubblico in
Germania. L'Altes Museum fu tra i
primi edifici europei a essere
costruito espressamente come sede
museale, voluto dal re Federico
Guglielmo III, per esporre
pubblicamente le collezioni d'arte
della corona.
La
zona scelta dall'architetto, nel
Lustgarten, per l'edificazione
dell'edificio sfruttava un terreno
inedificato di fronte al Palazzo
di città e chiudeva così il
quadrilatero formato dagli edifici
del Castello, dell'Arsenale, del
Duomo e del museo.
Come
suggeriva il nome originale, fu
inizialmente concepito per
ospitare la collezione d'arte
della famiglia reale (per
iniziativa di Federico Guglielmo III di Prussia). Finì poi
per ospitare reperti antichi di
vario genere.
Aprì
le porte al pubblico nel 1830
come primo museo pubblico in Prussia.
Danneggiato
dalle fiamme durante la seconda guerra mondiale, fu restaurato dal 1958
al 1966.
Nel
1841, il re Federico Guglielmo IV
annunciò – con un decreto reale
– che tutta la parte a nord
dell’isola Spree (oggi
conosciuta come Isola
dei musei) venisse dedicata
a strutture di scienza ed arte.
Nel 1845, il Königliches
Museum fu completato e rinominato
Neues
Museum.
In
origine il museo doveva esporre
quadri, stampe e disegni al piano
superiore, mentre le sculture
greche e romane al piano terra.
Poi, con il completamento del
Neues Musuem da parte di Friedrich
August Stüler nel 1855, l’isola
dei Musei cominciò a prendere
forma.
In
seguito fu completata la
Nationalgalerie (oggi conosciuta
come Alte
Nationalgalerie, il Bode
Museum ed il Pergamonmuseum.
Poco
prima della fine della seconda
guerra mondiale, l’Altes Museum
fu danneggiato da un camion
esploso proprio davanti al museo.
In quell’occasione le
decorazioni realizzate da Shinkel
e Peter Cornelius (soprattutto sul
vestibolo e la parte posteriore
del porto) andarono perdute.
La
struttura fu ricostruita e
restaurata tra il 1951 ed il 1966.
Seguendo
i disegni di Shinkel, alcune zone
sono state riportate all’aspetto
originale nel 1982, mentre la via
di comunicazione che collegava il
Neues Museum non è stata
ristabilita.

L'Altes
Museum mostra il sobrio ed
ampio colonnato
della facciata
a chi si trova nel giardino del Lustgarten.
La
facciata derivata dalla fronte dei
templi greci è impostata su
un'alta zoccolatura, il cui
accesso è dato da un'ampia
scalinata fiancheggiata da
sculture. Sulla facciata corrono
diciotto colonne ioniche di ordine
gigante in pietra arenaria che
sorreggono l'attico lungo il quale
è l'iscrizione FRIDERICUS
GUILELMUS III STUDIO ANTIQUITATIS
OMNIGENLE ET ARTIUM LIBERALIUM
MUSEUM CONSTITUIT MDCCCXXVIII
(Federico Guglielmo III dedica
questo museo allo studio
dell'antico e delle arti liberali
1828).
L'edificio
è a pianta rettangolare, ma in
esso è integrato un ampio blocco
centrale a pianta quadrata.
Quest'ultimo sovrasta il resto
della costruzione ed è quindi
visibile anche dall'esterno; il
blocco ospita la rotonda, della quale il visitatore ha
un'immagine solo all'interno.
Al
suo interno viene custodita una
preziosa collezione di opere
appartenenti all’epoca classica,
precisamente degli antichi greci,
romani ed etruschi.
Nell’Altes
Museum vengono ospitati reperti
importanti come sarcogagi, tesori,
gioielli e mosaici che
testimoniano la vita ed il piacere
delle cose belle appartenenti
all’età classica.
L’edificio
di Shinkel
Altes Museum – in
origine – doveva ospitare le
belle arti della città di
Berlino, compresi i quadri, le
stampe ed i disegni di famosi
pittori.
Dal
1904, però, la struttura ha
ospitato soltanto le opere
classiche ed antiche.
Dal
1998, tale collezione include
molti capolavori dell’arte
greca. La
sala più importante dell’intera
struttura è la rotonda,
una stanza di forma rotonda in cui
sono state posizionate a cerchio
le statue di antiche divinità
romane. Questa sala si ispira
all’edificio del Pantheon di
Roma.
Al piano
terra una grande
collezione di gioielli, vasi,
statue ed altri reperti di vario
genere che provengono sia
dall’antica Grecia che
dall’antico impero romano.
Al secondo
piano invece vengono
mostrate le opere appartenenti
alla popolazione
etrusca. L’antica Etruria
corrispondeva alle attuali regioni
della Toscana, dell’Umbria, di
una parte della regione del Lazio
fino a comprende parti della
Lombardia, dell’Emilia Romagna
ed anche della regione ligure.

Ecco
alcune delle opere più importanti
all’interno dell’Altes Museum:
-
Guerriero da Dodona
-
Achille che cura le ferite di
Patroclo (illustrazione
sull’interno di un kylix greco)
-
Ritratti di Gaio Giulio Cesare e
Cleopatra VII
-
Amazzone ferita (copia romana di
una statua originale greca
perduta)
-
La “Dea di Taranto” sul suo
trono
-
Statua funeraria di una ragazza
(conosciuta anche come “Dea di
Berlino”)
-
Stele funeraria di una giovane
(conosciuta anche come “Stele
Giustiniani”)
Neues
Museum

Il
Museo del Lustgarten, non appena
completato, si rivelò troppo
piccolo, tanto che venne decisa la
costruzione di un altro edificio
nella zona attigua verso nord; a
questo scopo
la Corona
acquistò i terreni adiacenti il
museo, onde procurarsi gli spazi
per nuove costruzioni. Nel 1841, l
'anno successivo all'incoronazione
del nuovo sovrano Federico
Guglielmo IV, si stabilì, con
regio decreto, che tutta l'isola
della Sprea venisse trasformata in
"asilo per l'arte e la
scienza". Si fissò così il
concetto informatore programmatico
che avrebbe guidato la
realizzazione della cosiddetta
Isola dei Musei.
Il
primo passo verso la creazione
dell'isola-museo fu l'edificazione
del Neues Museum, che sorse alle
spalle dell'edificio progettato da
Schinkel.
Il
Museo Nuovo (Neues Museum) è
considerato una delle
testimonianze d'eccellenza
dell'architettura museale del XIX
secolo. Eretto tra il 1843 e il
1855, l'edificio venne fortemente
danneggiato nei bombardamenti del
1943 e 1945. Solo nel 1985
iniziarono i lavori di
ricostruzione con la messa in
sicurezza di quanto rimaneva e il
restauro dei muri perimetrali. Nel
1997 l'architetto inglese David
Chipperfield è stato incaricato
della ricostruzione dell'edificio,
che ha realizzato ripristinandone
i volumi e la successione delle
sale, senza tuttavia seguire
fedelmente il modello storico. Il
restauro della facciata e degli
interni è stato condotto nel
rispetto della conservazione delle
tracce storiche dell'edificio.

All’interno
dei tre piani del Neues Museum
(Museo Nuovo), i visitatori
possono rivivere gli esordi dell’umanità
in un'area che spazia dal Vicino
Oriente all'Atlantico,
dall'Africa del Nord alla
Scandinavia. Gli eccezionali
reperti offrono la possibilità di
conoscere lo sviluppo delle civiltà
preistoriche e protostoriche
dell'Eurasia, dal paleolitico fino
all'alto Medioevo, con notevoli
varietà di dettagli e
completezza.
Al
piano terra si trova il
cosiddetto Viale
dell’Archeologia, cui si
aggiungono un’area dedicata
alla valle del Nilo, un'altra all’antico
Sudan e una a tombe e
sarcofagi dell’antichità.
Al
primo piano è la volta delle
camere di sepoltura, degli oggetti
ritrovati nei templi e di un'esposizione
che tenta di spiegare come, nel
corso dell’antichità, sia
cambiato il modo di rappresentare
l’uomo.
Il
secondo piano contiene la sala di
Nefertiti, i reperti della città
egizia di Akhenaton e la ricca
collezione di papiri.
Il
rinvenimento del grandioso altare
di Zeus presso la collina di
Pergamo, in Asia Minore, tra gli
anni 1878 e 1886, e il successivo
trasporto a Berlino, crearono la
necessità di costruire un
edificio per esporre uno dei più
grandi esempi di architettura e
scultura greca. Il progetto venne
affidato all'architetto Fritz
Wolff che edificò il primo nucleo
del museo tra il 1899 e il 1901
contemporaneamente alla
costruzione del
Kaiser-Friedrich-Museum.
Pergamonmuseum
I
lavori per il Pergamonmuseum
vennero iniziati dall'architetto
Alfred Messel nel 1907, sul lato
ovest dell'isola, con grandissime
difficoltà finanziarie e
rallentamenti dovuti allo scoppio
della Prima guerra mondiale.
Solo
nel
1930 l
'edificio poté dirsi compiuto
grazie all'impegno profuso da
Ludwig Hoffmann in conseguenza
della scomparsa di Messel nel
1909; la costruzione di questo
museo concluse il percorso
architettonico all'interno
dell'Isola dei Musei durato un
secolo.
Durante
gli anni della seconda guerra mondiale, il museo soffrì i
bombardamenti, anche se fu
sostanzialmente risparmiato dalle
bombe. Le opere furono protette
dagli effetti delle esplosioni
grazie a muri di mattoni, mentre i
pezzi più piccoli vennero
collocati nei sotterranei. Poté
riaprire i battenti nel 1951
in maniera parziale, e nel 1953
in maniera completa. Negli anni
1983-1984 l'esposizione venne
riallestita, mutando e migliorando
il suo percorso logico espositivo.
Senza
dubbio l'opera più importante in
esso contenuta è l'altare di
Pergamo, uno dei principali
richiami del museo. Ma anche la
porta del mercato di Mileto
costituisce un'importante
attrattiva, oltre alle diverse
esposizioni di statue antiche,
colonne e fregi d'epoca. In alcune
stanze sono esposte una parte
dell'immensa collezione di monete
antiche di epoca romana e greca.
Altare
di Zeus (Pergamo) -
L'edificio
più famoso, uno dei capolavori
dell'arte ellenistica, è l'Altare
di Zeus a Pergamo,
fatto edificare da Eumene II in
onore di Zeus Soter e Athena
Nikephoros (Zeus salvatore e Atena
portatrice di vittoria) per
celebrare la vittoria sui Galati.
Il fregio fu distrutto durante le invasioni barbariche e ricostruito coi frammenti superstiti da
archeologi tedeschi a Berlino,
nel Pergamon Museum.
La
realizzazione dell'altare fu
iniziata sotto il regno di re Eumene
II (197-158 a.C.) e, in
seguito alla sua morte, continuata
dal successore e fratello Attalo
II. L'opera si poneva come
conferma definitiva della vittoria
di Pergamo sui rivali, i Galati,
nel 166 a.C. sotto il regno
appunto di Eumene
II. Nel periodo compreso
tra il 166 a.C. e il 156 a.C., l'altare fu quasi totalmente realizzato, nonostante il
re Prussia II di Bitinia,
intorno al 156 a.C., attaccò la
città.
Nel
1886, l'altare fu portato da Pergamo
a Berlino,
Germania,
con il permesso del sultano Abdul
Hamid II, al potere in quel
tempo. Quasi un secolo dopo, nel 1948, il fregio dell'Altare di Zeus fu
confiscato dal'Armata Rossa e portato da questa a Leningrado.
Solo dieci anni più tardi, il
fregio ritornò nella Germania dell'Est, come regalo da parte dell'allora Unione
Sovietica. Attualmente la
parte anteriore dell'altare si
trova conservata nel museo Pergamon
Museum di Berlino

L'ideatore
e il realizzatore dell'opera non
c'è pervenuto: ciò che si ha
tutt'oggi, sono solo ipotesi. La
più accreditata è quella secondo
cui l'ideatore delle sculture
(realizzate forse lui stesso o una
cerchia di suoi collaboratori)
sarebbe Firomaco,
uno dei sette più grandi scultori
greci. Questa ipotesi trova
conferma soprattutto per lo stile
con cui sono state scolpiti gli
altorilievi, tipico dell'arte
ateniese: l'impostazione di Zeus e Atena che combattono, per esempio, è
la stessa di Atena
e Poseidon
nel frontone
occidentale del Partenone.
Questa
somiglianza dunque assume anche
contorni politici, sociali e
religiosi: accumunava infatti i
pergameni agli ateniesi, facendo
risalire quindi e affermando
l'appartenenza dei due popoli ad
un'unica stirpe, con gli stessi
valori e la stessa cultura.
L'altare
consisteva di un ampio recinto
quadrilatero, contornato
all'esterno da un colonnato, alto
circa 4 metri: questo si
protendeva in due avancorpi
a forma di U. Al centro, era
situata una scala, facendo in modo
che il colonnato si trovasse alla
sommità di un alto basamento, in
parte modellato ad alto rilievo,
in parte liscio.
La
parte superiore è costituita da
un doppio porticato con colonne in
stile
ionico: il primo si estende
lungo tutto il perimetro della
piattaforma superiore; il secondo
invece , a coppie di colonne unite
da un'anima muraria, si estende
intorno all'altare interno. In
secondo piano, dietro alla prima
fila di colonne, si svolge un
fregio continuo che rappresenta le
storie di Telefo, figlio di Eracle. Lungo tutti i lati dello
zoccolo e i bordi della scalinata
centrale, si estendono complessi
scultorei raffiguranti scene di gigantomachia.

Il
fregio rappresenta la lotta tra dei
e giganti.
Non si parla però solamente di
una rappresentazione, ma anche di
una vera e propria trasposizione
del mito alla realtà della guerra
appena vinta: lo scontro tra i
Pergameni e i Galati.
L'identificazione di questi ultimi
però non è del tutto casuale;
fonti attestano infatti che per
incutere timore ai nemici, i
Galati usassero acconciarsi i
capelli in piccole ciocche rigide,
frizionadoli con un impasto di
gesso: questo in greco prende il
nome di tìtanos. Da qui
l'ulteriore similitudine al
termine Titànes, i Titani,
simili ai giganti.
Le
figure, realizzate a basso
rilievo, rappresentano in una
narrazione continua, le avventure
di Telefo, figlio di Eracle,
trasportato dall'Arcadia in Misia
dove diviene re e fonda una
dinastia; queste hanno un senso
tutt’altro che aneddotico:
ricollegando la propria stirpe a
questa stirpe eroica, Eumene si
proclama discendente da una
progenie divina, in quanto Eracle
era figlio di Zeus. Oggi ignoriamo
quale potesse essere la portata di
questa propaganda per immagini.

Il
Pergamonmuseum non comprende solo
esposizioni greche e romane, ma
anche altre sezioni come quella
dell'Asia Islamica e dell'Asia
Anteriore.
MUSEO
DELL'ARTE ISLAMICA
- Il museo venne fondato nel 1904
da Wilhelm von Bode come
dipartimento islamico (Islamische
Abteilung) del Kaiser-Friedrich-Museum (oggi Bode-Museum)
e costruito da Friedrich
Sarre. Il pezzo più importante
della sua collezione è il dono
che fece il sultano ottomano Abdul
Hamid II all'imperatore Guglielmo
II e costituito dalla
facciata omayyade del palazzo di Mchatta (oggi
in Giordania) datante
dell'VIII secolo. Questo è quindi
l'origine della fondazione del
museo, così come ventuno tappeti
donati da Wilhelm von Bode. Il
museo, nel 1932, venne trasferito
al piano superiore dell'ala sud
del museo di Pergamo di
nuova costruzione. Venne chiuso
nel 1939 e le sue collezioni
inviate in un luogo sicuro,
all'inizio o durante la seconda
guerra mondiale.
Tuttavia
molti oggetti scomparvero o
vennero danneggiati dai
bombardamenti alleati. Una delle
torri d'ingresso del palazzo di
Mushatta venne distrutta dai
bombardamenti, come molti pezzi
(compresi gli antichi tappeti). La
collezione - che era a Berlino
Est - venne nuovamente aperta
al pubblico nel 1954 e prese il
nome di museo islamico. I pezzi
del museo che erano stati
depositati, durante la guerra, in
quella che divenne in seguito
l'area occupata della Germania
Ovest, vennero esposti al Museo di Dahlem a Berlino
Ovest nel 1954. Dal 1968 al
1970, venne aperto al pubblico un
dipartimento di arte islamica
presso il castello di
Charlottenburg e nel 1971 la
mostra d'arte islamica venne
trasferita in un nuovo complesso
museale costruito a Dahlem.
Il
museo di Berlino Est, nel 1958,
recuperò gran parte del bottino,
che i sovietici avevano presero
come riparazione dei danni di
guerra tra il 1945 e il 1946. Nel
1992, dopo la caduta del muro
di Berlino, i due musei vennero
uniti con il nome di Museo d'arte
islamica (Museum für Islamische
Kunst). L'esposizione del sito di
Dahlem venne chiusa nel 1998 e
trasferita al Museo di Pergamo. La
nuova struttura nell'ala sud
dedicata alle arti dell'Islam è
stata inaugurata nel 2000.
Il
museo ospita collezioni di pezzi
provenienti da diversi popoli
dell'area islamica, dall'VIII
secolo (dal Mediterraneo all'India)
fino al XIX secolo. I reperti
archeologici di Ctesifonte,
di Tabgha e Samarra e le
seguenti acquisizioni provenienti
principalmente dall'Egitto, dal Medio
Oriente e dall'Iran
costituiscono il fulcro del museo.
Altre regioni o raccolta di
oggetti importanti sono
raggruppate per tema, come ad
esempio, calligrafia, manoscritti
miniati dell'Impero Moghul e
sculture in avorio della Sicilia durante
l'occupazione musulmana.
Alcuni
tra i pezzi più importanti della
collezione
- -
Facciata del palazzo di Mchatta
- -
Sala di Aleppo
- -
Cupola dell'Alhambra
- -
mihrāb di Kachan (XIII
secolo)
- -
mihrāb di Konya
- -
Tappeto con dragone e fenice
(Asia centrale, inizio del
XV secolo)
- -
Numerosi manoscritti e libri
antichi
Nel
2009, il museo acquisì, per
donazione, la collezione del
collezionista londinese Edmund de
Unger (1918-2011), detta il Keir
Collection. Essa rappresenta più
di cinquanta anni di raccolta di
circa 1500 oggetti d'arte, molti
dei quali sono di origine
pre-islamica, i più antichi dei
quali risalgono a più di duemila
anni addietro. Essa è considerata
la più importante collezione
privata di arte islamica in tutto
il mondo. Più di un centinaio di
oggetti della Keir Collection erano
già stati presentati al pubblico
nel 2007-2008 in occasione della
mostra Sammlerglück.
Islamische Kunst aus der Sammlung
Edmund de Unger. Un'altra parte
venne presentata a marzo 2010,
sotto il titolo di Sammlerglück.
MUSEO
DELL'ASIA ANTERIORE
- Il Museo dell'Asia
Anteriore, conosciuto anche come Museo
del Vicino Oriente è un
museo di Berlino, dedicato
all'antica cultura dell'Asia
Anteriore o Vicino
Oriente. Si paragona al Louvre e
al British Museum per
l'importanza della sua collezione
archeologica, che copre seimila
anni di storia di quella regione.
È ubicato nell'ala sud del Museo
di Pergamo, ed espone in 14 sale
esempi di architettura, rilievi e
piccoli manufatti delle antiche Sumeria, Babilonia, Assiria e Anatolia.
La
collezione berlinese è
intimamente associata
all'evoluzione della scienza
dell'assiriologia e ai primi
risultati positivi nella
decifrazione della scrittura
cuneiforme da parte del linguista Georg
Friedrich Grotefend. Tali
progressi, insieme alla fondazione
della Società Tedesca
dell'Oriente (Deutsche
Orient-Gesellschaft) nel 1898,
stimolarono l'interesse
internazionale per le culture di
Babilonia e Assiria.
A
partire dalla fondazione della
collezione nel 1899 nuovi
scavi tedeschi portarono alla luce
molti altri pezzi che arricchirono
la raccolta originale. Fino al 1929 gli
oggetti erano depositati
nell'antico Museo Kaiser Friedrich
(oggi Museo Bode), quando
furono trasferiti nel Museo di
Pergamo, venendo esposti al
pubblico quando questo museo aprì
le sue porte nel 1930.
Durante
la Seconda guerra mondiale i
reperti installati permanentemente
nel museo non furono rimossi, e
fortunatamente soffrirono poco, ma
gli oggetti mobili furono
confiscati dall'Unione Sovietica,
tornando in Germania solo nel 1958,
cinque anni dopo la
riorganizzazione e l'apertura del
Museo dell'Asia Anteriore.

Tra
le attrazioni principali della
raccolta vi sono la famosa Porta
di Ishtar, la Via
Processionale e la facciata
della sala del trono di
Nabucodonosor II, con la
ricostruzione di parte degli
edifici nelle loro dimensioni
originali, con un effetto
imponente. Altri pezzi importanti
sono il modello della Torre
di Babele, dedicata a Marduk,
dio di Babilonia, e una copia del Codice
di Hammurabi.
Gli
inizi della scrittura sono
documentati con ritrovamenti di Uruk,
nella Sumeria del IV millennio
a.C., composti da sigilli e
tavolette di argilla. Sempre da
Uruk provengono sezioni
ricostruite di templi monumentali
del III millennio a.C.
Altre
sale mostrano rilievi e facciate
del palazzo assiro di Kalchu,
del IX secolo a.C., e vasi, gioielli,
ferramenta e sculture più
recenti.
Il
Museo dell'Asia Anteriore sostiene
programmi di scavi archeologici,
tra i quali:
-
Progetto Tell Halaf, dedicato al
restauro di manufatti inestimabili
rimanenze del Museo berlinese Tell
Halaf, che fu seriamente
danneggiato durante la guerra, e
include scavi nel sito
archeologico di Tell
Halaf, in Siria, in
collaborazione con altre
istituzioni.
-
Progetto Tell Knedig, di scavi
nella regione di Habur, in Síria,
dove già si riuscì a scoprire la
struttura di un villaggio del
secolo III a.C. e a spiegare
aspetti legati alla topografia della Mesopotamia superiore
nell'Età del bronzo.
-
Siria, che include lo studio dei
recuperi del Museo Tell Halaf e di
altri ritrovamenti realizzati
durante spedizioni nei decenni
1970-1980 nell'area del fiume Eufrate e
portati in Germania.

Alte
Nationalgalerie
L’Alte
Nationalgalerie, Vecchia Galleria
Nazionale, è uno di quei musei la
cui maestosità
dell’architettura è confermata
dall’eccezionalità dei lavori
che vi si trovano all’interno.
Realizzato da Friedrich August Stüler
sulla base di un disegno abbozzato
qualche anno prima dall’allora
compianto Federico Guglielmo IV di
Prussia, fu costruito tra il 1867
e il 1876.
Assieme
al Pergamonmuseum,
il Neues Museum, il Bode Museum,
l’Altes Museum, il Duomo e il
giardino del Lustgarten completa
quell’Isola
dei Musei dichiarata
patrimonio dell’umanità da
parte dell’UNESCO nel 1999.
Gravemente danneggiata durante la
Seconda guerra mondiale, l’Alte
Nationalgalerie fu riaperto
parzialmente negli anni del Muro
(rimase ad est) assumendo
l’attuale conformazione interna
solo dopo l’ importante restauro
rinnovamento operato a fine anni
‘90 da parte dell’architetto
tedesco Hans Günter Merz.
La struttura dell'Alte
Nationalgalerie si alza su un alto
basamento, è raggiungibile
tramite una doppia scalinata alla
base della quale vi è una statua
equestre di Federico Guglielmo IV.
L'edificio ha l'aspetto di un
tempio corinzio: una fila di
colonne precede la facciata
dell'edificio dove sul timpano è
simbolizzata la Germania come
patrona delle arti e una statua
che rappresenta l'arte.
La costruzione riprende stili o
elementi di tre costruzioni
modello: le colonne richiamano i
templi, la scala monumentale
richiama invece il teatro e
l'abside richiama la chiesa.
Con queste tre idee l'architetto
Stà¼hler volle unificare in un
unico edificio l'idea di nazione,
storia ed arte.

Gli
affreschi, le tappezzerie in
tessuto e le scalinate di marmo
della Vecchia Galleria Nazionale
fanno sfarzoso sfondo a tre
collezioni che comprendono 440
tele e 80 sculture divise su tre
piani di esposizione.
Al primo piano espositivo le opere
dell'artista tedesco Adolph Menzel
e sculture tra le quali un'opera
del Canova preparano
il visitatore alla vista di
autentici capolavori che
rappresentano di secoli dell'arte
europea. Al secondo piano sono
esposte pitture
dell'impressionismo francese e
artisti della seconda metà
dell'Ottocento.
Al terzo piano troviamo opere di
artisti tedeschi del Romanticismo
e gli affreschi dei Nazzareni.
Primo
Piano - Adolph von Menzel
Una
delle sale più rappresentative è
quella dedicata a Adolph
von Menzel precursore
dell’impressionismo.
Menzel, pittore di origine
polacca, famoso per la sua
scintillante rappresentazione di
scene, di concerti nel palazzo di
Federico il Grande o banchetti e
balli alla corte di re Guglielmo
I, ha anticipato lo spirito dell'Impressionismo.
Fra le altre opere troneggia il
bellissimo "Camera con
Balcone (1845) e la "Sitting
Room" (1847), dove Menzel
anticipa nella sua pittura
luminosa e leggera lo stile del
movimento impressionista francese,
grazie alla sua sensibilità per
gli effetti di luce e per l'uso di
pennellate libere.
Nella stessa sala è esposto il
suggestivo "Laminatoio",
dove Ciclopi moderni lottano tra
le luci flebili del metallo in
fusione ed il grandioso
"Concerto per flauto di
Federico II a Sanssouci" del
1852.
Primo
Piano - Le sculture
Al
primo piano espositivo troviamo
tutto il patrimonio scultoreo del
museo.
Si trovano esposte opere di
Berthel Thorwaldsen, Antonio
Canova, Ridolfo Schadow, Reinhold
Begas, Adolf von Hildebrand e
Constantin Meunier.
Le attrazioni principali della
collezione di sculture includono
il famoso gruppo di principesse,
la doppia statua delle principesse
Luisa e Federica e le numerose
opere dell'arte greca.
Secondo
Piano: L'Impressionismo Francese
Al
secondo piano c'è la collezione
dedicata agli Impressionisti
francesi che si apre con le opere
di Max Beckman, Maurice Denice,
Bonnard e di Max Liebermann e
contiene opere minori di Edouard
Manet, Claude Monet, Auguste
Renoir, Edgar Degas, Paul Cézanne,
Courbet e sculture di Auguste
Rodin.
Fra le opere più ammirate
"Dans la serre" (Nella
serra 1879) di Edouard Manet,
"il pensatore" di Rodin
e "L’Onda" di Courbet,
Hans Thoma, Anselm Feuerbach,
Arnold Böcklin, Hans von Marées,
Wilhelm Leibl e Max Liebermann.
Da
non perdere, tra gli altri,
l’Autoritratto di Fantin Latour
e la lasciva Madmoiselle Rose di
Delacroix.
Terzo
Piano: La Pittura Tedesca
In
due sale sono esposte opere del Romanticismo tedesco,
di Karl Friedrich Schinkel, Karl
Blechen e Caspar David Friedrich,
precedentemente esposte allo
Schloss Charlottenburg.
Qui sono esposte anche opere di
Philipp Otto Runge e Gottlieb
Schick, Jakob Philipp Hackerts,
Peter Cornelius, Friedrich
Overbeck, Wilhelm Schadow oltre le
opere del periodo Biedermeier di
Eduard Gaertner e Johann Erdmann
Hummel.
Le opere più ammirate sono
"Der Mönch am Meer" (Il
monaco in riva al mare 1810) e
"Mann und Frau den Mond
betrachtend" (Un uomo e una
donna contemplano la luna) di
Caspar David Friedrich, e Die
Toteninsel (L’isola dei
morti,1883) di Arnold Böcklin.

Bode
Museum
Con
la salita al trono del kaiser
Guglielmo II, venne finanziato il
nuovo progetto per la costruzione
del Museo del Rinascimento. La
fabbrica, edificata all'apice
dell'Isola dei Musei, venne
costruita su disegno
dell'architetto Ernst Eberhard von
Ihne, consigliere di corte per
l'edilizia; i lavori iniziarono
nel 1897 e il museo venne
solennemente inaugurato nel 1904
con il nome di Kaiser Friedrich
Museum (Bode Museum), in onore del
primo "protettore" dei
musei di Berlino.
La
decorazione delle facciate, che si
affacciano sul Kupfergraben, è
dichiaratamente neo-barocca. La
fabbrica a due piani è scandita,
in facciata, da semicolonne
corinzie di ordine gigante in
pietra arenaria, tra le quali si
aprono le grandi finestre, a
ghiera d'arco continua nel
pianterreno, architravate al
primo. L'edificio, coronato da una
balaustra ornata di statue, è
sovrastato dalla mole della cupola
impostata su di un tamburo a
pianta ellittica diviso in
scomparti da pilastri tra i quali
si aprono oculi ovali.
All'interno
dell'Alte Nationalgalerie vi
si trovano diversi capolavori sia
pittorici che scultorei di diverse
epoche, in particolare
riconducibili a neoclassicismo,
romanticismo, Biedermeier,
impressionismo e modernismo . Da
Caspar David Friedrich a Adolph
Menzel, da Auguste Renoir a Claude
Monet, passando per Edouard Manet,
Auguste Renoir, Paul Cézanne,
Arnold Böcklin, Hans von Marées,
Max Liebermann, Lovis Corin e
Auguste Rodin: difficile non
rimanere estasiati davanti a
cotanta bellezza passeggiando tra
le varie stanze.
La
Dormitio Virginis di Arnolfo di
Cambio, nonché quattro bellissime opere
di Donatello (la Madonna
Pazzi, il Putto con tamburello, la
Madonna Huldschinsky, la Madonna
col Bambino) e la Madonna
Diotallevi di Raffaello sono forse
le opere principali di un Museo da
visitare anche per l’unicità e
qualità di conservazione dei suoi
sarcofagi della tarda antichità
bizantina, per le centinaia di
reperti artistici risalenti
all'Impero Romano d'Oriente e per
la vastissima collezione di
monete sia islamico-orientali che
risalenti al Medioevo europeo.
Il
museo è stato riaperto al
pubblico nell’ottobre 2006 e
oggi è dedicato all’arte
bizantina e a una collezione di
sculture che spaziano dal Medioevo
al Settecento. Particolarmente
interessanti sono le sale del
Rinascimento italiano - con le
terrecotte di Luca della Robbia e
altri capolavori di Donatello e
Desiderio da Settignano – e
quelle del tardo gotico tedesco.
Il Bode Museum, tuttavia, è noto
soprattutto per la sua collezione
di numismatica e di arte
bizantina, con oltre 150 dipinti e
una predominanza di opere di epoca
Romana e Bizantina (dal III al XV
secolo d.C.) provenienti da
diverse regioni del bacino del
Mediterraneo: da Costantinopoli
alla Grecia antica, dai Balcani ai
paesi nordafricani. Completano la
collezione una serie di icone
russe.

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