Miniere di Rammelsberg e centro storico di Goslar
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1992

 

   

Le Miniere di Rammelsberg si trovano nei pressi della città di Goslar, in un sito che è stato sfruttato per l'estrazione mineraria per un periodo di oltre 1000 anni. Il Rammelsberg è una collina la cui vetta si eleva per 636 metri al di sopra del livello del mare.

La storia mineraria del Rammelsberg è un processo più o meno continuo avvenuto in più fasi. Inizialmente qui si estrasse argento, più tardi rame ed infine piombo. Le miniere si esaurirono solo negli anni '80 del XX secolo e vennero definitivamente chiuse nel 1988.

Il minerale conteneva circa il 14% di zinco, il 6% di piombo, il 2% di rame, 140 grammi per tonnellata di argento e un grammo per tonnellata di oro.

Recenti ritrovamenti archeologici effettuati a Düna (nei pressi di Osterode) suggeriscono che l'estrazione mineraria sia iniziata 6 o 7 secoli prima di quanto si credesse finora. È stato infatti ritrovato un antico insediamento risalente al III o IV secolo ad una quarantina di chilometri a sud del Rammelsberg, contenente alcuni strumenti che servivano a fondere i metalli nell'era pre-industriale; cosa più importante, sono stati ritrovati anche residui di minerale, la cui composizione chimica lo identifica come proveniente dalla miniera del Rammelsberg.

Nel corso della sua storia dalla montagna sono state estratte circa 27 milioni di tonnellate di minerale.

Quando nel 1988 i filoni minerari della miniera Rammelsberg nei pressi di Goslar si sono esauriti, il luogo è stato riconvertito in parco-museo minerario con lo scopo di conservare le testimonianze del passato e di mostrare la storia delle miniere e il loro equipaggiamento, sia antico che moderno. Il complesso museale è unico al mondo e costituisce un modello innovativo di conservazione e rivalutazione del patrimonio storico-industriale. Qui si percepisce il fascino della storia e per questo motivo nel 1992 Rammelsberg è stato dichiarato dall’UNESCO sito tecnologico patrimonio dell’umanità, primo esempio in Germania.

Il museo, tra i più grandi in Germania, espone numerose testimonianze storico-minerarie delle epoche più diverse: le discariche di scorie dall'aspetto morfologico inequivocabile (X sec.), la galleria Rathstiefste Stollen (tra le più antiche e meglio conservate dell'industria mineraria tedesca, XII sec.), la volta Feuergezäher Gewölbe (il più antico locale sotterraneo in muratura in una miniera, XIII sec.), la torre Maltermeisterturm (il più antico edificio di superficie dell'industria mineraria tedesca, XV sec.), il sistema di gallerie Roeder Stollen (XVIII e XIX sec.) con due mulini ad acqua originali e gli straordinari impianti minerari in superficie risalenti agli inizi del XX secolo.

Il nucleo storico a forma ovale di Goslar, straordinariamente ben conservato, fu eretto sulla superficie di appena un chilometro quadrato. L'imponente palazzo imperiale costruito in stile romanico fu per molti secoli il palazzo più grande e sicuro degli imperatori sassoni e salici. Goslar divenne un centro della fede cristiana meritandosi il soprannome di "Roma nordica". Le torri delle 47 chiese e cappelle delineano ancora oggi il particolarissimo skyline della città, il cui aspetto è caratterizzato dalla presenza delle sedi delle corporazioni, l'antico municipio (Rathaus) sulla piazza del mercato (Maktplatz) e il gran numero di belle case a graticcio dalle facciate finemente intagliate. 

Oggi Rammelsberg è come un’enciclopedia dal vivo di tecniche d’estrazione mineraria e può essere esplorata a piedi o a bordo di un trenino da minatori, purché muniti di casco protettivo e mantella impermeabile. Il sito ha una notevole forza evocatrice e svelerà al visitatore un misterioso mondo sotterraneo e oltre 1.000 anni di storia della miniera. I vari percorsi che si snodano fra grotte, gallerie e cunicoli formano un itinerario da cui emerge la cruda realtà della fatica di un lavoro di cui diverse generazioni furono protagoniste. 

Una visita guidata conduce alla Rathstiefster Stollen, una grotta del XII secolo molto ben conservata, alla Feuergezäher Gewölbe, la grotta con pareti e volta murate più antica d’Europa (XIII secolo) o alla Roeder Stollen, un sistema di gallerie creato 200 anni fa dove si può ammirare una potente ruota idraulica che forniva l’energia motrice per alimentare le pompe di estrazione, vero capolavoro di ingegneria mineraria del XIX secolo. Il luogo è reso ancora più coinvolgente da un allestimento luminoso che produce i riflessi e i bagliori del fuoco che un tempo veniva utilizzato per facilitare il distacco delle rocce. 

Oltre alla ferrovia a scartamento ridotto con i caratteristici vagoncini, si possono osservare numerosi impianti e attrezzature che testimoniano le dure condizioni di vita dei minatori e il rumore assordante a cui erano sottoposti nel loro ambiente di lavoro. Una volta ritornati in superficie la visita può proseguire agli impianti di lavorazione dei minerali metalliferi, un enorme agglomerato di capannoni industriali addossati al fianco della montagna dove i minerali, una volta estratti, venivano fusi e sottoposti alle successive lavorazioni.

Goslar

Goslar è una storica città della Bassa Sassonia ed è ubicata sui pendii nordoccidentali delle colline di Harz.

Il centro storico della città e le sue miniere sono state dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Essa è famosa, tra l'altro, per aver dato i natali all'imperatore Enrico IV.  

La zona dove sorge Goslar era già nota nel periodo romano per i suoi giacimenti di minerale grezzo. Grazie ad alcuni ritrovamenti archeologici effettuati in Inghilterra, in alcune tombe di guerrieri anglosassoni, furono trovate deposizioni di spade e pugnali prodotti con il metallo proveniente da Goslar.

La prima menzione di Goslar risale al 979, da un documento reale relativo ad Ottone II. Ma è con il sovrano Enrico II che Goslar raggiunse un'importanza rilevante all'interno del Sacro Romano Impero, diventando sede imperiale: qui infatti venne indetto un sinodo imperiale nel 1009. Di seguito venne edificato un palazzo imperiale, il cosiddetto Pfalz, imponendosi come nuovo centro di potere sul vicino castello di Werla, già residenza imperiale nell'Alto Medioevo.

Sotto l'imperatore Enrico III la città raggiunse un rilievo sovranazionale perché, essendo sede imperiale, nel 1025 ospitò diversi ambasciatori e sovrani europei, come Pietro d'Ungheria e papa Vittore II. Il palazzo di Goslar venne amato e valorizzato dagli imperatori successivi, come Federico I, che ne fecero una delle sue residenze preferite.

Nel Rinascimento Goslar divenne una città libera all'interno dell'impero grazie anche alla ricchezza economica, derivante dalle vicine miniere di Rammelsberg. Proprio queste miniere furono spesso la causa di conflitti con il vicino ducato di Brunswick- Lüneburg che nel corso dei secoli cercò di imporsi più di una volta sul controllo delle miniere.

Nonostante i diversi tentativi dei duchi guelfi di Braunschweig di appropriarsi di Rammelsberg e quindi della città stessa, Goslar mantenne sempre la sua indipendenza fino al 1802 quando passò sotto il regno di Prussia e nel 1807 al regno di Hannover.

Durante il regime nazista divenne un luogo di propaganda molto importante, proprio per la sua antica storia. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946 Goslar entrò a far parte dei territori di occupazione inglese e visse comunque un periodo di notevole sviluppo, trovandosi quasi a confine con la zona di occupazione sovietica.

Nel 1992, dopo la riunificazione della Germania, Goslar poté entrare nella lista dei siti facenti parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO.

Goslar deve la sua posizione di spicco come città imperiale e come "Roma del nord" alle sue miniere d'argento. Tanto la miniera storica di Rammelsberg quanto gli edifici a graticcio nel centro storico sono annoverati nel patrimonio dell'umanità. Il palazzo imperiale, insieme alle 47 chiese e cappelle, caratterizza ancora oggi l'aspetto della città.

La prima testimonianza scritta della miniera, da cui venivano estratti minerali già all'epoca dei romani, risale al 968. L'imperatore Enrico II fece costruire nell'XI secolo il suo imponente palazzo in prossimità dei ricchi giacimenti di argento e rame. Verso il 1100 Goslar ottenne i diritti civici e diventò sede di un baliato imperiale; successivamente si sviluppò divenendo una fiorente città imperiale e un centro spirituale del territorio. La chiesa conventuale di Sanctae Mariae in horto (l'odierna Neuwerkskirche), consacrata nel 1186, offre un esempio di sti­le romanico di rara purezza. 

Nel 1360 le gallerie delle miniere furono invase dall'acqua, ma nel 1455 tornarono nuovamente in funzione. L'attività edilizia di quest'epoca diede un'impronta durevole all'immagine del centro storico, che vanta un complesso di case con travi esterne a vista così consistente da essere unico nella Germania settentrionale. Le pitture parietali nella Huldigungssaal municipale propongono un esempio notevole di architettura d'interni tardogotica. Il villaggio di minatori del XVI secolo, nel quartiere di Frankenberger, illustra invece la vita dei lavoratori delle miniere, per i quali nel 1537 venne costruito l'ospedale di Sankt-Annenhaus.

Case sfarzose, come la Kaiserworth, costruita nel 1494 dalla corporazione dei fabbricanti di tessuti, e il palazzo imperiale (sopra) attestano la passata importanza di Goslar.

PALAZZO IMPERIALE - Il Palazzo imperiale di Goslar o Reggia palatina di Goslar (Kaiserpfalz Goslar) è uno storico palazzo della città Goslar, in Bassa Sassonia (Germania nord-occidentale), eretto per volere dell'imperatore Enrico II e costruito tra il 1005 e il 1056, ma quasi completamente ristrutturato negli anni settanta del XIX secolo. Fu per 200 anni, dal 1050 al 1253, residenza degli imperatori tedeschi del Sacro Romano Impero e vi si svolsero 23 diete imperiali. Era un palazzo imperiale, situato nei pressi delle importati miniere di Rammelsberg da cui gli imperatori traevano metallo prezioso.

Annesso al palazzo esisteva una chiesa, la chiesa dei Santi Simone e Giuda, demolita nel 1894. Ad oggi rimangono solo poche tracce.

Come tutto il centro storico di Goslar, anche questpo edificio è annoverato nella lista dei patrimoni dell'umanità stilata dall'UNESCO.

Il Kaiserpfalz si trova in una collinetta della parte meridionale del centro storico, ad ovest dello Zwinger e a sud-est della Siemenshaus.  

L'edificio nasce come residenza di caccia per volere del sovrano Enrico II. Con il successore Corrado II e con il figlio di questi, Enrico III, il primo palazzo assunse le caratteristiche tipiche della residenza imperiale tedesca, il cosiddetto Pfalz.

Il corpo centrale è lungo 54 metri e largo 18 metri. Grazie a queste misure il palazzo di Goslar si qualificava come la costruzione profana più grande dell'Alto Medioevo in Germania. 

Il palazzo è costituito da due piani; in ciascun piano sono presenti due grandi sale di rappresentanza. Al piano superiore, quella definita Sommersaal (sala estiva) e al piano inferiore la Wintersaal (sala invernale). In quest'ultimo piano è presente un impianto di ventilazione di aria calda; un antico sistema di riscaldamento che si ritrova in altri edifici della regione, come a Werla o nel municipio di Gottinga. Il palazzo si articola a nord con ambienti adibiti alla famiglia imperiale e ad ovest con una cappella palatina, dedicata a Sant'Ulrico (XII secolo).

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Il palazzo fu oggetto di una restaurazione ottocentesca, a cui si deve molto dell'aspetto attuale. Come l'aggiunta davanti alla facciata principale di due statue in bronzo, raffiguranti Federico Barbarossa e Guglielmo I. Anche l'interno dell'edificio fu oggetto di restauro, come provano gli affreschi dell'Ottocento sulla storia di Goslar nella Kaisersaal (sala imperiale) e l'aspetto odierno della cappella di Sant'Ulrico.  

L'edificio originale fu costruito tra il 1005 e il 1015 per volere di Enrico II. Fu in seguito ampliato tra il 1039 e il 1056 sotto gli imperatori Corrado II ed Enrico III. 

Nel 1253 terminò di svolgere la sua funzione di essere palazzo imperiale e l'edificio cadde così progressivamente in rovina. Il palazzo, ormai in rovina, fu restaurato negli anni settanta del XIX secolo e a partire dal 1871 fu riutilizzato dall'imperatore Guglielmo I.

ALTRI MONUMENTI

- Marktplatz con il municipio in stile gotico e la chiesa evangelica dei SS. Cosma e Damiano

- Il Duomo, chiesa dei Santi Simone e Giuda, datata 1047

- Kaiserworth (edificio datato 1494, oggi convertito in albergo)

- Brusttuch (edificio datato 1521)

- St. Annenhaus (anno 1488)

- Siemenshaus (casa dell'omonima famiglia di industriali, anno 1693)

- Chiesa evangelica dei Santi Pietro e Paolo (Frankenberg)

- Chiesa evangelica di Santo Stefano (stile barocco)

- Chiesa evangelica di Santo Maria, (stile romanico)

- Chiesa cattolica di San Giacomo (secolo XII; secolo XVI)

- Casa natale di Maurizio di Sassonia

- Convento agostiniano di Grauhof (1701-1741), costruito dall'architetto Francesco Mitta