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Le
Miniere di Rammelsberg si trovano
nei pressi della città di Goslar,
in un sito che è stato sfruttato
per l'estrazione mineraria
per un periodo di oltre 1000 anni.
Il Rammelsberg è una collina
la cui vetta si eleva per 636
metri al di sopra del livello del
mare.
La
storia mineraria del Rammelsberg
è un processo più o meno
continuo avvenuto in più fasi.
Inizialmente qui si estrasse argento,
più tardi rame
ed infine piombo.
Le miniere si esaurirono solo
negli anni
'80 del XX
secolo e vennero
definitivamente chiuse nel 1988.
Il
minerale
conteneva circa il 14% di zinco,
il 6% di piombo, il 2% di rame,
140 grammi per tonnellata di
argento e un grammo per tonnellata
di oro.
Recenti
ritrovamenti archeologici effettuati a Düna (nei pressi di Osterode)
suggeriscono che l'estrazione
mineraria sia iniziata 6 o 7
secoli prima di quanto si credesse
finora. È stato infatti ritrovato
un antico insediamento risalente
al III
o IV
secolo ad una quarantina di
chilometri a sud del Rammelsberg,
contenente alcuni strumenti che
servivano a fondere i metalli
nell'era pre-industriale; cosa più
importante, sono stati ritrovati
anche residui di minerale, la cui
composizione chimica lo identifica
come proveniente dalla miniera del
Rammelsberg.
Nel
corso della sua storia dalla
montagna sono state estratte circa
27 milioni di tonnellate di
minerale.
Quando nel 1988 i filoni
minerari della miniera Rammelsberg
nei pressi di Goslar si sono
esauriti, il luogo è stato
riconvertito in parco-museo
minerario con lo scopo di
conservare le testimonianze del
passato e di mostrare la storia
delle miniere e il loro
equipaggiamento, sia antico che
moderno. Il complesso museale è
unico al mondo e costituisce un
modello innovativo di
conservazione e rivalutazione del
patrimonio storico-industriale.
Qui si percepisce il fascino della
storia e per questo motivo nel
1992 Rammelsberg è stato
dichiarato dall’UNESCO sito
tecnologico patrimonio
dell’umanità, primo esempio in
Germania.
Il
museo, tra i più grandi in
Germania, espone numerose
testimonianze storico-minerarie
delle epoche più diverse: le
discariche di scorie dall'aspetto
morfologico inequivocabile (X
sec.), la galleria Rathstiefste
Stollen (tra le più antiche e
meglio conservate dell'industria
mineraria tedesca, XII sec.), la
volta Feuergezäher Gewölbe (il
più antico locale sotterraneo in
muratura in una miniera, XIII
sec.), la torre Maltermeisterturm
(il più antico edificio di
superficie dell'industria
mineraria tedesca, XV sec.), il
sistema di gallerie Roeder Stollen
(XVIII e XIX sec.) con due mulini
ad acqua originali e gli
straordinari impianti minerari in
superficie risalenti agli inizi
del XX secolo.
Il
nucleo storico a forma ovale di
Goslar, straordinariamente ben
conservato, fu eretto sulla
superficie di appena un chilometro
quadrato. L'imponente palazzo
imperiale costruito in stile
romanico fu per molti secoli il
palazzo più grande e sicuro degli
imperatori sassoni e salici.
Goslar divenne un centro della
fede cristiana meritandosi il
soprannome di "Roma
nordica". Le torri delle 47
chiese e cappelle delineano ancora
oggi il particolarissimo skyline
della città, il cui aspetto è
caratterizzato dalla presenza
delle sedi delle corporazioni,
l'antico municipio (Rathaus) sulla
piazza del mercato (Maktplatz) e
il gran numero di belle case a
graticcio dalle facciate finemente
intagliate.
Oggi
Rammelsberg è come
un’enciclopedia dal vivo di
tecniche d’estrazione mineraria
e può essere esplorata a piedi o
a bordo di un trenino da minatori,
purché muniti di casco protettivo
e mantella impermeabile. Il sito
ha una notevole forza evocatrice e
svelerà al visitatore un
misterioso mondo sotterraneo e
oltre 1.000 anni di storia della
miniera. I vari percorsi che si
snodano fra grotte, gallerie e
cunicoli formano un itinerario da
cui emerge la cruda realtà della
fatica di un lavoro di cui diverse
generazioni furono protagoniste.
Una
visita guidata conduce alla Rathstiefster
Stollen, una grotta del XII
secolo molto ben conservata, alla Feuergezäher
Gewölbe, la grotta con
pareti e volta murate più antica
d’Europa (XIII secolo) o alla
Roeder Stollen, un sistema di
gallerie creato 200 anni fa dove
si può ammirare una potente ruota
idraulica che forniva l’energia
motrice per alimentare le pompe di
estrazione, vero capolavoro di
ingegneria mineraria del XIX
secolo. Il luogo è reso ancora più
coinvolgente da un allestimento
luminoso che produce i riflessi e
i bagliori del fuoco che un tempo
veniva utilizzato per facilitare
il distacco delle rocce.
Oltre
alla ferrovia a scartamento
ridotto con i caratteristici
vagoncini, si possono osservare
numerosi impianti e attrezzature
che testimoniano le dure
condizioni di vita dei minatori e
il rumore assordante a cui erano
sottoposti nel loro ambiente di
lavoro. Una volta ritornati in
superficie la visita può
proseguire agli impianti di
lavorazione dei minerali
metalliferi, un enorme agglomerato
di capannoni industriali addossati
al fianco della montagna dove i
minerali, una volta estratti,
venivano fusi e sottoposti alle
successive lavorazioni.
Goslar
Goslar è
una storica città della Bassa
Sassonia ed è ubicata sui
pendii nordoccidentali delle
colline di Harz.
Il
centro storico della città e le
sue miniere sono state dichiarate Patrimonio
dell'Umanità dall'UNESCO.
Essa è famosa, tra l'altro, per
aver dato i natali all'imperatore Enrico
IV.
La
zona dove sorge Goslar era già
nota nel periodo romano per i suoi
giacimenti di minerale
grezzo. Grazie ad alcuni
ritrovamenti archeologici
effettuati in Inghilterra, in
alcune tombe di guerrieri anglosassoni,
furono trovate deposizioni di
spade e pugnali prodotti con il
metallo proveniente da Goslar.
La
prima menzione di Goslar risale al
979, da un documento reale
relativo ad Ottone II. Ma è
con il sovrano Enrico II che
Goslar raggiunse un'importanza
rilevante all'interno del Sacro
Romano Impero, diventando sede
imperiale: qui infatti venne
indetto un sinodo imperiale nel
1009. Di seguito venne edificato
un palazzo imperiale, il
cosiddetto Pfalz, imponendosi
come nuovo centro di potere sul
vicino castello di Werla, già
residenza imperiale nell'Alto
Medioevo.
Sotto
l'imperatore Enrico III la
città raggiunse un rilievo
sovranazionale perché, essendo
sede imperiale, nel 1025 ospitò
diversi ambasciatori e sovrani
europei, come Pietro
d'Ungheria e papa Vittore
II. Il palazzo di Goslar venne
amato e valorizzato dagli
imperatori successivi, come Federico
I, che ne fecero una delle sue
residenze preferite.
Nel
Rinascimento Goslar divenne una
città libera all'interno
dell'impero grazie anche alla
ricchezza economica, derivante
dalle vicine miniere di Rammelsberg.
Proprio queste miniere furono
spesso la causa di conflitti con
il vicino ducato di
Brunswick- Lüneburg che nel
corso dei secoli cercò di imporsi
più di una volta sul controllo
delle miniere.
Nonostante
i diversi tentativi dei duchi
guelfi di Braunschweig di
appropriarsi di Rammelsberg e
quindi della città stessa, Goslar
mantenne sempre la sua
indipendenza fino al 1802 quando
passò sotto il regno di
Prussia e nel 1807 al regno
di Hannover.
Durante
il regime nazista divenne
un luogo di propaganda molto
importante, proprio per la sua
antica storia. Dopo la seconda
guerra mondiale, nel 1946 Goslar
entrò a far parte dei territori
di occupazione inglese e visse
comunque un periodo di notevole
sviluppo, trovandosi quasi a
confine con la zona di occupazione
sovietica.
Nel
1992, dopo la riunificazione
della Germania, Goslar poté
entrare nella lista dei siti
facenti parte del patrimonio
mondiale dell'UNESCO.
Goslar
deve la sua posizione di spicco
come città imperiale e come
"Roma del nord" alle sue
miniere d'argento. Tanto la
miniera storica di Rammelsberg
quanto gli edifici a graticcio nel
centro storico sono annoverati nel
patrimonio dell'umanità. Il
palazzo imperiale, insieme alle 47
chiese e cappelle, caratterizza
ancora oggi l'aspetto della città.
La
prima testimonianza scritta della
miniera, da cui venivano estratti
minerali già all'epoca dei
romani, risale al 968.
L'imperatore Enrico II fece
costruire nell'XI secolo il suo
imponente palazzo in prossimità
dei ricchi giacimenti di argento e
rame. Verso il 1100 Goslar ottenne
i diritti civici e diventò sede
di un baliato imperiale;
successivamente si sviluppò
divenendo una fiorente città
imperiale e un centro spirituale
del territorio. La chiesa
conventuale di Sanctae Mariae in
horto (l'odierna Neuwerkskirche),
consacrata nel 1186, offre un
esempio di stile romanico di
rara purezza.
Nel
1360 le gallerie delle miniere
furono invase dall'acqua, ma nel
1455 tornarono nuovamente in
funzione. L'attività edilizia di
quest'epoca
diede un'impronta durevole
all'immagine del centro storico,
che vanta un complesso di case con
travi esterne a vista così
consistente da essere unico nella
Germania settentrionale. Le
pitture parietali nella
Huldigungssaal municipale
propongono un esempio notevole di
architettura d'interni
tardogotica. Il villaggio di
minatori del XVI
secolo,
nel quartiere di Frankenberger,
illustra invece la vita dei
lavoratori delle miniere, per i
quali nel 1537 venne costruito
l'ospedale di Sankt-Annenhaus.
Case
sfarzose, come la Kaiserworth,
costruita nel 1494 dalla
corporazione dei fabbricanti di
tessuti, e il palazzo imperiale
(sopra) attestano la passata
importanza di Goslar.

PALAZZO
IMPERIALE - Il Palazzo
imperiale di Goslar o Reggia
palatina di Goslar (Kaiserpfalz
Goslar) è uno storico palazzo
della città Goslar, in Bassa
Sassonia (Germania
nord-occidentale), eretto per
volere dell'imperatore Enrico
II e costruito tra il 1005 e
il 1056, ma quasi
completamente ristrutturato negli anni
settanta del XIX secolo.
Fu per 200 anni, dal 1050 al 1253,
residenza degli imperatori
tedeschi del Sacro Romano
Impero e vi si svolsero 23 diete imperiali.
Era un palazzo imperiale,
situato nei pressi delle importati miniere
di Rammelsberg da cui gli
imperatori traevano metallo
prezioso.
Annesso
al palazzo esisteva una chiesa, la chiesa
dei Santi Simone e Giuda, demolita
nel 1894. Ad oggi rimangono solo
poche tracce.
Come
tutto il centro storico di Goslar,
anche questpo edificio è
annoverato nella lista dei patrimoni
dell'umanità stilata
dall'UNESCO.
Il Kaiserpfalz si
trova in una collinetta della
parte meridionale del centro
storico, ad ovest dello Zwinger e
a sud-est della Siemenshaus.
L'edificio
nasce come residenza di caccia per
volere del sovrano Enrico II.
Con il successore Corrado II e
con il figlio di questi, Enrico
III, il primo palazzo assunse le
caratteristiche tipiche della
residenza imperiale tedesca, il
cosiddetto Pfalz.
Il
corpo centrale è lungo 54 metri e
largo 18 metri. Grazie a queste
misure il palazzo di Goslar si
qualificava come la costruzione
profana più grande dell'Alto
Medioevo in Germania.
Il
palazzo è costituito da due
piani; in ciascun piano sono
presenti due grandi sale di
rappresentanza. Al piano
superiore, quella definita Sommersaal (sala
estiva) e al piano inferiore la Wintersaal (sala
invernale). In quest'ultimo piano
è presente un impianto di
ventilazione di aria calda; un
antico sistema di riscaldamento
che si ritrova in altri edifici
della regione, come a Werla o
nel municipio di Gottinga. Il
palazzo si articola a nord con
ambienti adibiti alla famiglia
imperiale e ad ovest con una
cappella palatina, dedicata a Sant'Ulrico (XII
secolo).
Il
palazzo fu oggetto di una
restaurazione ottocentesca, a cui
si deve molto dell'aspetto
attuale. Come l'aggiunta davanti
alla facciata principale di due
statue in bronzo, raffiguranti Federico
Barbarossa e Guglielmo I. Anche
l'interno dell'edificio fu oggetto
di restauro, come provano gli
affreschi dell'Ottocento sulla
storia di Goslar nella Kaisersaal (sala
imperiale) e l'aspetto odierno
della cappella di Sant'Ulrico.
L'edificio
originale fu costruito tra il 1005
e il 1015 per volere di Enrico
II. Fu in seguito ampliato
tra il 1039 e il 1056 sotto gli
imperatori Corrado II ed Enrico
III.
Nel
1253 terminò di svolgere la sua
funzione di essere palazzo
imperiale e l'edificio cadde
così progressivamente in rovina.
Il palazzo, ormai in rovina, fu
restaurato negli anni
settanta del XIX secolo e
a partire dal 1871 fu riutilizzato
dall'imperatore Guglielmo I.

ALTRI
MONUMENTI
-
Marktplatz con il municipio in
stile gotico e la chiesa
evangelica dei SS. Cosma e Damiano
-
Il Duomo, chiesa dei Santi
Simone e Giuda, datata 1047
-
Kaiserworth (edificio datato 1494,
oggi convertito in albergo)
-
Brusttuch (edificio datato 1521)
-
St. Annenhaus (anno 1488)
-
Siemenshaus (casa dell'omonima
famiglia di industriali, anno 1693)
-
Chiesa evangelica dei Santi Pietro
e Paolo (Frankenberg)
-
Chiesa evangelica di Santo Stefano
(stile barocco)
-
Chiesa evangelica di Santo Maria,
(stile romanico)
-
Chiesa cattolica di San Giacomo
(secolo XII; secolo XVI)
-
Casa natale di Maurizio di
Sassonia
-
Convento agostiniano di
Grauhof (1701-1741), costruito
dall'architetto Francesco
Mitta
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