Già
classificata come monumento
storico dalla Francia nel 1840, la Maison
Carrée di Nîmes è
stata inserita nella lista
del Patrimonio mondiale
dell'Unesco. Il tempio
dell'ex colonia romana nel
sud dell’Esagono era in attesa
da molti anni e ha finalmente
ottenuto il riconoscimento del suo
eccezionale valore.
La Maison
Carrée di Nîmes è uno dei
templi romani meglio conservati al
mondo, ed è il più antico
esempio superstite dell'ordine
corinzio augusteo e l’unico con
tutta la sua decorazione intatta.
Costruito durante la vita
dell'imperatore Augusto nel I
secolo d.C., l’edificio non è
solo un monumento di notevole
qualità architettonica. È la testimonianza
della pax romana (o pax
augustea), quella condizione
descrivibile come stabilità
politica e assenza di guerre di
ampie proporzioni – che l'Impero
Romano promosse e cercò di
garantire, nei suoi primi due
secoli, nelle regioni e nelle città
che ne facevano parte.
All’epoca
della costruzione del tempio, Nîmes,
che era già un importante
crocevia commerciale e culturale,
raggiunse il suo apogeo. Oltre
alla Maison Carrée, la città
conserva altri imponenti edifici
antichi – tra cui l'arena,
tuttora sede di spettacoli e
concerti, e la Tour Magne,
nel punto più alto dei Jardins
de la Fontaine – e una
quantità considerevole di
reperti, custoditi nel
modernissimo Musée de la
Romanité.

Venne
costruito tra il 19 e il 16
a.C. da Marco Vipsanio
Agrippa e venne dedicato ai
figli dello stesso Agrippa e di
Giulia, figlia di Augusto, Gaio e
Lucio Cesare, adottati dal nonno
come propri eredi e che morirono
entrambi in giovane età. Il testo
dell'iscrizione di dedica venne
ricostruito dallo studioso locale Jean-François
Séguier nel 1758 sulla
base dei fori lasciati dalle
originarie lettere in bronzo,
asportate in epoca medioevale.
La dedica era: «A Gaio Cesare,
figlio di Augusto, console; a
Lucio Cesare, figlio di Augusto,
console designato; ai principi
della gioventù». Marco Vipsanio
Agrippa venne influenzato dalle
opere già realizzate a Roma, come
il tempio di Apollo sotto
il Campidoglio.
La
Maison Carrée si trovava
originariamente sul foro romano,
al centro di una spianata
circondata da portici oggi
scomparsi, e dal suo piedistallo
dominava l'ambiente circostante.
Nel
corso dei secoli l’edificio
cambiò più volte funzione: alla
fine del Medioevo era il corpo
principale di una residenza
privata; a fine 1600 accolse la chiesa
conventuale dei monaci
agostiniani ed è a partire da
questa fase che venne sottoposta
alle prime campagne di restauro
– tra il 1683 e il 1691, e tra
il 1778 e il 1781.
Dopo
la Rivoluzione francese, tra il
1820 e il 1821, la Maison Carrée
fu riportata a un ipotetico stato
primigenio e recuperò alcune
delle sue caratteristiche
originali, in particolare il
basamento in pietra; nel 1824, fu
trasformata nel primo museo e
museo archeologico di Nîmes e
da allora è utilizzata come
centro espositivo e mediatico.
Dal
2006 la Maison Carrée è gestita
dalla società Culturespaces,
la quale ha trasformato la sala
interna in una sala di proiezioni
cinematografiche. Attualmente
viene trasmesso quotidianamente un
film in stile docu-fiction dal
titolo Nemausus sulla
storia della città di Nîmes.
Nel
maggio 1993 è stato
inaugurato, nel piazzale
antistante il tempio, il Carré
d'Art, museo di arte contemporanea
progettato dell'architetto
britannico Norman Foster.

Il
suo nome in francese (letteralmente
"Casa quadrata") è
dovuto all'utilizzo arcaico del
termine carré con il
significato di
"quadrangolare", in
questo caso
"rettangolo", in
riferimento alla pianta
dell'edificio. Le dimensioni sono
26 m di lunghezza, 15 m di
larghezza e 17 m di altezza.
Il
tempio è innalzato su un podio di
2,85 m di altezza (26,42 x 13,54
m), dominando l'antica piazza
del Foro cittadino. Al podio
si accedeva per mezzo di una
scalinata di 15 gradini,
ricostituita con alcuni degli
elementi antichi. È un tempio pseudoperiptero esastilo,
con pronao particolarmente
profondo (circa un terzo della
lunghezza complessiva); presenta
sei colonne in facciata e tre
colonne libere sui fianchi, che
proseguono con otto semicolonne
sui lati e sul retro della cella.
Edificato
tra il 10 a.C. e l'inizio del I
secolo d.C., il tempio è
costituito da trenta colonne alte
nove metri, venti delle quali
racchiudono la cella, preceduta da
un pronao al quale si accede
percorrendo una scala di 15
gradini. Un numero,
quest’ultimo, non casuale: era
molto importante che i gradini per
raggiungere il tempio fossero
dispari, in modo da poter salire
il primo e arrivare in cima con il
piede destro, perché quello
sinistro era considerato di
cattivo augurio.
Sulla
facciata la cornice forma un frontone e
l'iscrizione dedicatoria con
lettere in bronzo occupava
lo spazio di fregio e architrave.
Un ampio portale (6,87 m di
altezza e 3,27 m di larghezza),
con mensole decorative sui lati,
permette di accedere all'interno
della cella, in origine rivestita
da lastre di marmo.
Il
tempio di Nîmes fu costruito –
con la pietra calcarea proveniente
dai boschi della vicina Lens –
con la partecipazione degli
artigiani e della popolazione
locale, che volevano dimostrare il
proprio sostegno al nuovo regime e
il proprio attaccamento ad Augusto
e alla sua famiglia. Attestano
questa intenzione la simbologia
che si legge nelle volute di
foglie d'acanto e nelle
raffigurazioni di uccelli (che
trasmettono l'idea di abbondanza
promossa e garantita dalla pax
augustea), e in modo più palese
l’iscrizione sul frontespizio: "A
Caio Cesare console e Lucio Cesare
console designato, figli di
Augusto, principi della
giovinezza". I consoli e capi
militari Lucio Cesare e Caio
Giulio Cesare, figli di Agrippa,
morto prematuramente, erano i
nipoti di Augusto, ma anche i suoi
e figli adottivi e, con ogni
probabilità, i suoi eredi.

L'edificio
ha subito nel corso dei secoli
ampie trasformazioni e fino al XIX
secolo era inglobato in un più
ampio complesso di edifici tra
loro adiacenti, che furono
demoliti quando il tempio venne
trasformato in museo,
ripristinando l'aspetto
dell'edificio in epoca romana.
Questo restauro venne ricordato in
un'iscrizione incisa sul fianco
ovest in latino. Il pronao
venne restaurato agli inizi del
secolo e venne rifatto il tetto;
nel 1824 venne inoltre eseguita
l'attuale porta.
Un
ampio restauro venne
condotto negli anni 1988-1992:
in tale occasione venne nuovamente
rifatto il tetto e la piazza
antistante venne liberata dalle
costruzioni successive,
permettendo di rivelare i contorni
della piazza del Foro. Sul lato
della piazza venne costruita ad
opera di Norman Foster una
galleria d'arte, conosciuta come
"Carré d'Art", in netto
contrasto stilistico con
l'edificio romano, ma
riprendendone alcuni elementi,
come il pronao e le colonne,
realizzate tuttavia in vetro e acciaio.
In
questo tempio si fondono in una
concezione unitaria i modelli
provenienti dalla grande architettura augustea di Roma con
alcune particolarità dovute alle
maestranze locali. L'edificio è
concepito ad imitazione del tempio
di Apollo in Circo, ma subisce
anche l'influenza della
decorazione del successivo tempio
di Marte Ultore nel Foro di
Augusto, nella quale si era
tradotta simbolicamente
l'ideologia del nuovo principato
augusteo e che venne quindi
esportata nelle realizzazioni
delle province. Nei capitelli e
nella trabeazione alcuni
particolari testimoniando l'opera
di maestranze locali.
La Maison
Carrée ha ispirato la neoclassica Chiesa
della Madeleine, a Parigi.
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