Il
castello di Azay-le-Rideau è
un monumento in stile
rinascimentale appartenente
allo stato francese situato
nella località di
Azay-le-Rideau, nel
dipartimento di
Indre-et-Loire. Costruito tra
il 1518 e il 1527, questo
castello è considerato uno
degli esempi più importanti
del primo Rinascimento
francese. Situato su un'isola
nel mezzo del fiume Indre
questo pittoresco castello è
diventato uno dei più
conosciuti dei castelli della
valle della Loira.
Contiene
lussuosi decori scolpiti e
lascia tracce del Rinascimento
fiammingo con i suoi magnifici
arazzi in stile (XVI secolo)
esposti in diverse camere del
castello. Ad esso è connesso
un giardino all'inglese.
L'attuale
castello di Azay-le-Rideau si
trova al posto di un antico
castello feudale. Nel corso
del XII secolo, il signore
locale Ridel (o Rideau)
d'Azay, un cavaliere al
servizio di Filippo II
Augusto, costruì una fortezza
per proteggere la strada da
Tours a Chinon nel punto in
cui attraversava il fiume
Indre.
Tuttavia
questo primo castello
medievale cadde vittima della
rivalità tra le fazioni della
Borgogna e Armagnac durante la
guerra dei Cent'anni. Nel 1418
il futuro Carlo VII passò
attraverso Azay-le-Rideau
mentre fuggiva da Parigi,
occupata dai Borgognoni, verso
la fedele roccaforte di
Bourges. Irritato dagli
insulti delle truppe della
Borgogna che occupavano il
villaggio, il delfino ordinò
al suo esercito di espugnare
il castello. I 350 soldati
all'interno furono trucidati e
il castello stesso venne raso
al suolo. Per secoli questo
avvenimento venne ricordato
nel nome della città di
Azay-le-Brûlé
(letteralmente: Azay la
Bruciata), che rimase in uso
fino al XVIII secolo.

Il
castello rimase in rovina fino
al 1518, quando la terra venne
acquistata da Gilles
Berthelot, sindaco di Tours e
tesoriere generale delle
finanze del re. Desiderando
una residenza per ostentare la
sua ricchezza e status
sociale, Berthelot si preoccupò
di ricostruire l'edificio in
modo che includesse sia il suo
passato medievale, sia gli
ultimi stili architettonici
del rinascimento italiano.
Anche se lo scopo del castello
doveva essere in gran parte
residenziale, le
fortificazioni difensive
rimasero importanti simboli di
prestigio e Berthelot fu
entusiasta di averli nel suo
nuovo castello. Giustificò la
sua richiesta al re, Francesco
I, in una descrizione
esagerata dei tanti
"ladri pubblici, pezzenti
e altri vagabondi, malfattori
che commettono rissa, dispute,
furti, razzie, violenze,
estorsioni e vari altri
mali" che minacciavano le
città non fortificate come
Azay-le-Rideau.
I
doveri di Berthelot
richiedevano sue frequenti
assenza dal castello, così la
sovrintendenza dei lavori di
costruzione passò a sua
moglie, Philippa Lesbahy. I
lavori si protrassero a lungo,
dal momento che era difficile
porre solide fondamenta nel
terreno paludoso dell’isola
nell’Indre e il castello
doveva essere piantato su
palafitte infisse nel fango.
Anche una volta gettate le
fondamenta la costruzione
progredì lentamente, poiché
gran parte della pietra per il
castello veniva dalla cava di
Saint-Aignan, località famosa
per la sua roccia resistente,
ma che era a circa 100 km di
distanza, il che significava
che i blocchi pesanti dovevano
essere trasportati ad
Azay-le-Rideau in barca.
Il
castello era ancora incompleto
nel 1527, quando l'esecuzione
a Montfaucon di Jacques de
Beaune, il ministro
responsabile delle finanze
reali e cugino di Berthelot,
costrinse Gilles a fuggire dal
Paese. Forse temendo
l'esposizione delle proprie
malefatte finanziarie andò in
esilio prima a Metz in Lorena
e più tardi a Cambrai, dove
morì appena due anni dopo.
Trascurando le richieste della
moglie di Berthelot, Philippa,
Francesco I confiscò il
castello incompiuto e, nel
1535, lo affidò a Antoine
Raffin, uno dei suoi compagni
d'arme durante la campagna
d'Italia.
Raffin
si occupò solo di
ristrutturazioni minori del
castello e così i lavori di
costruzione rimasero
incompleti (erano state
costruite solo le ali sud ed
ovest). Così il castello
conservò la caratteristica,
ma accidentale, forma a
"L".
Nel
1583 la nipote di Antonietta
Raffin, un’ex-dama di
Margherita di Valois, si
insediò nel castello e, con
l'aiuto del marito Guy de
Saint-Gelais, iniziò a
rimodernarne l’arredo
interno. Azay-le-Rideau venne
poi ereditato dal figlio
Arthur e da sua moglie Françoise
de Souvré, una futura
governante di Luigi XIV, e fu
durante la loro proprietà che
il nuovo castello ricevette la
sua prima visita da parte di
un re: il 27 giugno 1619,
durante il suo viaggio da
Parigi per andare da sua
madre, Maria de' Medici, a
Blois, Luigi XIII compì una
deviazione per trascorrere la
notte ad Azay-le-Rideau. Dopo
molti anni suo figlio Luigi
XIV fu l’ospite del castello
nella stessa stanza.


I
Raffin, con il matrimonio con
i Vasse, mantennero la
proprietà del castello fino
al 1787, quando fu venduto per
300.000 lire al marchese
Charles de Biencourt,
maresciallo degli eserciti del
re. Il castello era in cattive
condizioni, però, dal 1820,
Biencourt intraprese un grande
lavoro di ristrutturazione.
Nel 1824 aggiunse una
“stanza cinese” (distrutta
nel 1860) al piano terra
dell'ala sud, e nel 1825 o
1826 decorò la biblioteca con
pannelli in legno intagliato
per abbinare l’arredamento
della sala a quello del
salotto sul lato opposto.
Chi
iniziò un nuovo restauro fu
suo figlio, Armand-François-Marie,
una guardia di Luigi XVI che
partecipò alla difesa delle
Tuileries il 10 agosto 1792 e
che, dal suo matrimonio con
Maria Antonietta d'Apchon,
divenne uno dei più
importanti proprietari
terrieri in Francia. Il
restauro includeva il
riposizionamento delle vecchie
medaglie e insegne reali sulla
scala (che erano state coperte
durante la Rivoluzione),
l’estensione della facciata
del cortile e l'aggiunta di
una nuova torre all'angolo
est. Questi cambiamenti
distrussero gli ultimi resti
della fortezza medievale, ma
fecero in modo che il castello
raggiungesse finalmente un
aspetto definitivo. Per questi
lavori di ristrutturazione
assunse l'architetto svizzero
Pierre-Charles Dusillon, che
stava lavorando anche al
vicino castello di Ussé.
Durante
la guerra franco-prussiana il
castello corse ancora una
volta il rischio di essere
distrutto. Servì come
quartier generale per le
truppe prussiane nella zona,
ma una sera un lampadario
cadde dal soffitto sul tavolo
dove il principe Federico
Carlo di Prussia stava
cenando; questo sospettò un
tentativo di assassinio e
ordinò ai suoi soldati di
appiccare il fuoco
all'edificio. Solo le
rassicurazioni dei suoi
ufficiali lo convinsero a
ritirare l’ordine e quindi a
salvare il castello da un
secondo incendio.
A
seguito del ritiro delle
truppe prussiane,
Azay-le-Rideau venne
restituito ai Biencourt. In
questo periodo il castello era
ben noto per la sua galleria
di oltre 300 ritratti storici
che, cosa insolita per una
collezione privata, poteva
essere visitata dal pubblico.
Nel 1899 le difficoltà
finanziarie costrinsero il
giovane vedovo
Charles-Marie-Christian de
Biencourt a vendere il
castello insieme con i suoi
mobili e a 540 ettari di
terreno all'uomo d'affari
Achille Arteau, un ex avvocato
di Tours che voleva venderne
gli arredi a scopo di lucro.
Quindi il castello venne
svuotato e le sue opere d'arte
e mobilie disperse.
Nel
1905 il feudo fu acquistato
dallo Stato francese per
250.000 franchi e diventò un
monumento storico. Durante i
primi anni della seconda
Guerra Mondiale il castello
ospitò il Ministero
dell'Istruzione quando questo,
come molti altri ministeri
francesi, si ritirò da
Parigi. Il castello di
Azay-le-Rideau è ora uno dei
tanti monumenti nazionali
sotto la protezione del Centre
des monuments nationaux, e
inoltre fa parte del
patrimonio mondiale
dell'UNESCO della valle della
Loira.

Situato
su un'isola nel mezzo
dell’Indre, il castello di
Azay-le-Rideau sembra sorgere
direttamente dalle acque del
fiume, che riflettono le
facciate del castello in modo
che il castello sembri
galleggiare sulla sua
immagine. Lo scrittore Balzac,
che abitava nelle vicinanze ed
era occasionalmente ospite al
castello, ammirava
profondamente l'edificio,
descrivendolo come “un
diamante incastonato
nell’Indre”. Questa
suggestiva cornice contribuì
a far diventare Azay-le-Rideau
uno dei più famosi castelli
della Loira.
Questo
relativamente piccolo castello
è diviso in due sezioni, il
corpo centrale principale e
un'ala perpendicolare ad essa,
e presenta un miscuglio di
stili architettonici.
L'influenza dello stile
rinascimentale italiano è
evidente nelle proporzioni e
decorazioni scultoree. Accanto
a questi elementi
italianizzanti ci sono
vestigia di architetture
difensive medievali, come le
tracce del passaggio coperto
sulle pareti esterne o le
caditoie sotto il tetto, che
non erano più necessarie per
la difesa ma vennero inseriti
nel progetto del castello a
causa del loro prestigio
simbolico. Infine altri
elementi architettonici, come
gli angoli a bastione con le
loro torrette appuntite
coniche, gli abbaini impilati
verticalmente e separati da un
marcapiano, e l'alto e
pendente tetto in ardesia,
contribuiscono a dare ad
Azay-le-Rideau un
inconfondibile aspetto
francese.
La
parte più importante del
castello è lo scalone
centrale (1), l'escalier
d'honneur. Si ispira alla
scala del castello di Châteaudun,
a cui assomiglia
dall’esterno, anche se la
sua struttura interna è molto
diversa. La scala di
Azay-le-Rideau è formata da
rampe rette invece che da una
spirale, così come era più
comune in quei tempi, ed è la
più antica scalinata
superstite di questo genere in
Francia.

La
scala ha tre piani, ciascuno
con una finestra a due
aperture che forma un soppalco
che si affaccia sul cortile.
L'ingresso, che assomiglia ad
un arco trionfale romano, è
decorato con le iniziali di
Gilles Berthelot e di sua
moglie, mentre i timpani che
sovrastano ciascuna finestra
sono scolpiti con la
salamandra e l’ermellino di
Francesco I e di sua moglie,
Claudia di Francia, in onore
del monarca di allora.
All'interno il soffitto della
scala è costituito da
medaglioni scolpiti con i
profili dei re e delle regine
di Francia da Luigi XI a
Enrico IV. Con le sue colonne,
pilastri ed ornamenti con
sculture di conchiglie,
medaglie e altri simboli,
questa imponente scalinata
offre un chiaro esempio
dell'influenza dello stile
rinascimentale italiano nel
disegno del castello.
Il
grande sottotetto (2) è
detto "a surcroìt":
le pareti che sostengono la
struttura si alzano al di
sopra del pavimento del
sottotetto, accrescendo lo
spazio disponibile. La
struttura originale, di grande
qualità, era stata costruita
con il legno delle querce
provenienti dalle foreste
vicine e risaie al 1522. Nel
XIX secolo i sottotetti sono
stati trasformati in camere
per i domestici; un lavabo è
stato inserito nella parete
prima dell'uscita.
La
camera Rinascimento (3)
apparteneva probabilmente a Philippe
Lesbahy, sposa di Gilles
Berthelot. Il grande caminetto
è originale. Il quadro che
raffigura lo svenimento di
Andromaca quando apprende
della morte di Ettore è la
riproduzione di un quadro
andato perduto eseguito dal
Primaticcio su commissione di
Francesco I. Questa copia è
stata dipinta dal pittore
fiammingo Cornelis Van Haarlem
nella seconda meta del XVI
secolo.
L'oratorio
(4), evocazione di un luogo di
preghiera privato, occupa una
stanza che forse in origine
aveva la funzione di
guardaroba.
La
camera del padrone di casa
(5), destinata a Gilles Bertbeìot,
è al contempo soggiorno,
luogo per ricevere e luogo per
lavorare, come testimonia
l'arredamento.
La
grande sala (6) accoglie balli
e feste. La sua ampiezza è
messa in risalto da
un'elegante cornice.
L'imponente camino è decorato
con colonne e pilastri che
testimoniano la maestria degli
scultori rinascimentali. La
salamandra e il motto che
decorano il mantello sono
stati dipinti a trompe-l'eeiì
a metà del XX secolo per
mostrare il risultato della
decorazione se fosse stata
ultimata. Il fregio
delle foglie situate sotto la
cornice, risale invece al XVI
secolo.
L'anticamera
(7) dell'appartamento si apre
sul lato opposto. Presenta una
galleria di ritratti dei
sovrani del XVI e del XVII
secolo.
La
grande camera (8), destinata a
ospitare il Re, è
posta oltre l'anticamera. Nel
1.619 la stanza venne occupata
da Luigi XIII, in visita al
signore di Azay.
Il
piano terra venne trasformato
dai Marchesi di Biencourt in
uno spazio dedicato
all'accoglienza degli ospiti.
Il
salone Biencourt (9) ha
ritrovato la piacevole
atmosfera che possedeva
nell'Ottocento grazie a una
notevole collezione di
dipinti, ritratti storici e
fotografie dei marchesi e
delle loro consorti.
La
sala da biliardo (10) è
decorata con arazzi della
manifattura dì Beauvais
risalenti al Settecento e
rappresentanti scene di
caccia.
La
dispensa (11) veniva
utilizzata nel Cinquecento per
la conservazione e la
distribuzione degli alimenti.
La
cucina (12), il cui pavimento è
stato rialzato nel XIX secolo,
ha mantenuto intatti il
lavandino e il caminetto
risalenti al Rinascimento, sui
quali sono ancora visibili i
blasoni di Gilles Berthelot e
della sua sposa Philìppe
Lesbahy. La stanza vanta un
soffitto a volta su crociere a
ogiva e condivide il pozzo con
la dispensa.
Nella
sala da pranzo (13), il tavolo
è
stato apparecchiato
riproducendo un allestimento
delle cene offerte dai
marchesi di Biencourt.
L'antico
passaggio (14) tra il cortile
e il giardino è stato
rialzato e chiuso dai
Biencourt per creare uno
studiolo con soffitto a volta.
La
biblioteca (15) racchiude un
caminetto e una decorazione
muraria composta da perlinato
e tela dipinta.

La
ricca decorazione degli
interni del castello
rispecchia ancora una volta
l'influenza del Rinascimento
italiano. Si compone di
diversi salotti e appartamenti
signorili, la maggior parte
dei quali furono arredati in
stile neorinascimentale
popolare durante il XIX
secolo. Molte di queste stanze
presentano arazzi fiamminghi
del XVI e XVII secolo, in
particolare le "Storie
del Vecchio Testamento",
tessuto ad Audenarde, e la
"Storia di Psiche",
creato a Bruxelles e che, nel
2009, fornì l'ispirazione per
la mostra ambientata nel
castello dedicata al mito
greco.
Il
castello ospita inoltre una
significativa collezione di
opere d'arte, tra cui un
"Dame au Bain"
(forse raffigurante Diana di
Poitiers) di François Clouet
e alcuni ritratti di monarchi
francesi, tra cui Francesco I,
Enrico III e Caterina de’
Medici.
Degne
di nota sono le soffitte, dove
le travi lavorate a mano sono
state nel 2010-2011 restaurate
e possono essere viste in una
mostra che spiega le complesse
tecniche della loro
costruzione.
Alla
fine del XVII secolo vennero
costruiti due edifici
simmetrici al di là del
fiume, le dipendenze. Dal 1810
i Biencourt fecero bonificare
la zona intorno al castello:
gli attuali giardini furono
progettati poco dopo da
Biencourt, che creò un grande
parco paesaggistico in stile
inglese, dotato di numerose
piante esotiche. A sud e ad
ovest il fiume crea uno
specchio d'acqua in cui il
castello riflette le facciate.
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