Troodos
è il nome della più grande
catena montuosa di Cipro,
situata nella parte
centro-meridionale dell'isola.
La vetta più alta dei Troodos
è costituita dal Monte
Olimpo, che si erge per
1.952 metri
sul livello del mare.
La
catena montuosa si dipana per
gran parte
del
lato occidentale di Cipro,
occupando quasi metà
dell'isola. Arroccati sui
monti Tróodos, numerosi
monasteri, cappelle e chiese
custodiscono significative
opere dell'arte bizantina. Nel
patrimonio dell'UNESCO
rientrano dieci chiese
disseminate in altrettanti
villaggi: Stavrós tou Agiasmàti,
Panagfa Arakà, Tlmios Stavrós,
Àgios Nikólaos tis Stégis,
Panagfa Podfthou, Panagfa
Forbiótissa tis Asinou, Àgios
loànnis Lampadistfs, Panagia
tou Moutoullà, Archangélos
Michafl e dal 2001 Agfa
Soti'ra tou Sotéros.
Le
chiese dipinte consistono di
10 edifici (nove chiese ed un
monastero) costruiti in epoca
bizantina, tra l'XI e il XVI
secolo, e disseminati
nella catena
montuosa dei Monti Troodos,
che occupa gran parte della
superficie dell'isola. Fra le
vette delle montagne, vennero
erette nel corso dei secoli
alcune chiese e monasteri,
quasi tutti decorati con affreschi
che ben rappresentano
l'evoluzione pittorica nella
cultura di Cipro.
Gli
edifici protetti dall'UNESCO
sono:
Chiesa
di Ayios Nikolaos tis Steyis
(Kakopetria)
- La Chiesa di Agios Nikolaos
tis Stegis, “San Nicola del
Tetto”, sorge nei pressi del
villaggio di Kakopetria, ed un
tempo apparteneva ad un
monastero. La chiesa prende il
nome dal tetto in legno, molto
spiovente, che fu costruito
per proteggerla dalle
intemperie. L’aspetto
esterno è movimentato da
porte, finestre e archi mentre
l’interno è formato da un
nartece e un ambiente
principale a tre navate con
transetto.
Gli
affreschi coprono varie
epoche, dal Mille al Trecento
ed alcuni sono tra i più
antichi del Throodos.
Nell’ambiente dietro
l’iconostasi, gli affreschi
dello strato superiore sono
stati staccati e trasferiti al
Museo Bizantino di Nicosia,
lasciando così in vista gli
affreschi più antichi, tra
cui un San Simeone Stilita
sopra la colonna. Nel
transetto, dal lato
dell’ingresso, la
Crocifissione presenta
un’insolita personificazione
del sole e della luna con i
volti tristi, mentre
l’Arcangelo, seduto sul
sepolcro vuoto, accoglie le
tre donne sorridenti. 
Sull’altro
lato, nella scena della
Natività Maria allatta Gesù
al seno, due donne fanno il
bagnetto al bambino, un
pastore suona il flauto mentre
San Giuseppe appare pensoso.
Di fronte ritornano i Quaranta
Martiri, soldati cristiani
dell’esercito romano
costretti a fare il bagno
nell’acqua gelida del lago
di Sebaste; un soldato
sopraffatto dall’ammirazione
si spoglia per unirsi a loro
mentre le corone scendono dal
cielo sui martiri. I volti
sono espressivi e raffigurano
svariate tipologie: uomini con
i capelli bianchi, rossi o
scuri, sbarbati o con lunghe
barbe.



Monastero
di Ayios Ionannis Lambadhistis
(Kalopanayiotis)
- In origine monastero, questo
complesso consiste di tre
chiese – Agios Herakleidios,
Ioannis Lampadistis e, infine,
una Cappella Latina, tutte
sotto un unico grande tetto
spiovente in legno.
Il
monastero è situato in
posizione centrale,
nell’area montana dei
Troodos, appena fuori il
villaggio di Kalopanagiotis.
La data precisa della
fondazione del monastero non
è nota. Il complesso di
edifici giunto fino a noi è
stato sottoposto ad ampi
lavori di ricostruzione e
restauro in diversi periodi.
La
prima cappella, dedicata a San
Hirakleidios, è la più
antica, quella centrale è
intitolata ad Agios Ioannis
Lambadistis, mentre la terza
cappella, chiamata Akhatistos,
fu aggiunta per ultima. La
prima cappella è a forma di
croce con cupola centrale.
Le
quattro braccia sono tutte
coperte da affreschi, molti
risalenti al Duecento, tra i
quali colpiscono l’Arresto
di Gesù con i soldati coperti
da armature medievali e la
bellissima scena di Gesù che
entra a Gerusalemme a dorso di
un asino, con i sacerdoti
davanti al tempio e bambini
con i guanti neri arrampicati
sulle palme. La seconda chiesa
non ha affreschi perché fu
ricostruita dopo un crollo, ma
presenta una bella iconostasi.
La terza è una cappella
latina con forti influssi
italiani negli affreschi
seicenteschi. La scarsa
illuminazione rende difficile
apprezzarli. Sono raffigurati
l’Albero di Jesse e scene
contrassegnate dalle 24
lettere dell’alfabeto greco
(si tratta di una
rappresentazione delle strofe
dell’Akhatistos, un inno
alla Vergine). I Magi, a
cavallo di spalle, si dirigono
verso una città murata.

Chiesa
di Panayia Phorviotissa
(Nikitari) - La famosa
chiesa bizantina di Asinou,
dichiarata dall’UNESCO
Patrimonio Culturale
dell’Umanità, vanta alcuni
dei più raffinati esempi di
affreschi bizantini
dell’isola. Il nome Asinou
viene dal greco “Asine”,
un’antica città fondata da
immigrati dalla città greca
di Argolis, nell’XI secolo
a.C.. La chiesa risale
all’inizio del XII secolo,
mentre gli affreschi
all’interno datano dal XII
al XVII secolo.
Chiesa
di Panayia tou Arakou
(Lagoudhera) - La piccola
cappella del XIII secolo di
Panagia tou Moutoulla è una
delle più antiche nel suo
genere, con un tetto spiovente
in legno ed affreschi
risalenti al 1280.
Chiesa
di Stavros Ayiasmati
(Platanistasa)
Chiesa
di Timios Stavros (Pelendria)
Chiesa
di Archangelos Michael
(Pedhoulas) - La
piccola chiesa
dell’Archangelos Michail
sorge nella parte inferiore
del paese; i suoi affreschi
risalgono al Quattrocento e
sono considerati tra i più
belli del Throodos, con uno
stile naturalistico meno
austero che in epoche
precedenti. A causa del pendio
su cui sorge, il tetto
presenta due spioventi
asimmetrici; l’interno è
formato da un unico ambiente,
preceduto da un piccolo
nartece.
Un
affresco raffigura il donatore
con la barba bianca, insieme
alle donne della sua famiglia
in nobili costumi, mentre
porge la chiesa
all’arcangelo;
l’iscrizione riporta
l’anno 1474. Su una parete
spicca un grande arcangelo
Michele con spada; la scena
dell’arresto di Gesù è
bellissima, con un piccolo San
Pietro che taglia un orecchio
a un soldato, rappresentato
come un crociato. Nella
Natività il bambino fa il
bagnetto innaffiato con
un’anfora.
Nell’interpretazione delle
scene siamo aiutati da un
prete ortodosso in visita:
parla perfettamente italiano
perché ha lavorato alla
Biblioteca Vaticana.
Chiesa
di Metamorphosis tou Soteros
(Palaichori) - La
Chiesa di “Metamorfosis tou
Sotiros” (Chiesa della
Trasfigurazione del
Salvatore), dichiarata
dall’UNESCO Patrimonio
Culturale dell’Umanità, è
una cappella risalente
all’inizio del XVI secolo,
situata sulla collina che
domina l’antico,
affascinante villaggio di
Palaichori. I suoi interni
sono interamente ricoperti di
dipinti, che costituiscono la
serie di murali d’epoca
post-bizantina più completa
di Cipro.

Chiesa
di Panagia Forbiótissa - Meglio
nota con il nome di Nostra
Signora di Asinou, sorge in
mezzo al nulla. Un tetto
spiovente protegge il piccolo
edificio in pietra,
movimentato da alcune absidi.
Una campana è stata collocata
su un albero vicino.
L’interno è meraviglioso,
interamente ricoperto di
affreschi in ottimo stato di
conservazione. E’ formato da
un’unica navata, alla quale
in un secondo tempo è stato
aggiunto il nartece.
Gli
affreschi abbracciano un ampio
periodo, dal 1100, epoca di
costruzione della chiesa, al
Cinquecento. Sulla parete
sinistra Costantino e
Sant’Elena, incoronati come
imperatori bizantini, reggono
la croce, mentre in quella
destra i quaranta martiri di
Sebaste sono a torso nudo e
colano sangue. Nella parte
centrale la volta è divisa in
otto riquadri, con quattro
scene della passione e quattro
della natività (la croce
portata da Simone il Cireneo
ha tre bracci secondo la
rappresentazione ortodossa).
Su
una parete le tre donne
scappano spaventate
dall’angelo che indica il
sudario di Gesù nel sepolcro
aperto mentre sopra la porta
d’ingresso il fondatore
offre un modellino della
chiesa. Passando nel nartece,
nella cupola si ammira il
Pantocrator circondato dai
dodici apostoli; non mancano
gli spunti originali come la
rappresentazione della Terra e
del Mare, seduti
rispettivamente su un leone e
un pesce, e due cani da caccia
legati a un palo. 
La
Panagia tou Moutulla
sorge appena sopra il paese.
Ha l’aspetto tipico delle
chiese del Throodos, con mura
formate da blocchi di pietra
irregolari e il tetto
spiovente di tegole piatte,
annerite dal tempo. Dietro
sporge la piccola abside
mentre una campana è appesa a
una trave di legno.

Chiesa
di Panayia Podhithou (Galata)
- Panagia Podithou,
sorge nei pressi del villaggio
di Galata. La chiesa, eretta
nel 1502,
è protetta da un tetto
spiovente che arriva quasi al
terreno che le conferisce
l’aspetto di una cascina.
Entrando ci si rende conto che
la chiesa è completamente
avvolta da un edificio più
grande in muratura.
L’illuminazione manca
completamente e per ammirare
gli affreschi cinquecenteschi
ci si deve accontentare della
torcia del custode.
La
chiesa è formata da
un’unica navata profonda,
con le pareti laterali bianche
e il soffitto spiovente,
formato da travi di legno. Gli
affreschi hanno uno stile
occidentale, profondamente
influenzato dal Rinascimento
italiano; la chiesa, infatti,
risale al periodo della
dominazione veneziana.
Richiamano la pittura
italiana, in particolare, i
volti espressivi dei
personaggi nella Crocifissione
sopra la porta d’ingresso.
Nell’iconostasi un piccolo
leone veneziano intagliato
rappresenta un altro elemento
occidentale.
Il
Monastero di Kykkos,
avvolto nelle nuvole è il più
ricco e venerato a Cipro. A
causa dei ripetuti incendi le
costruzioni non sono anteriori
all’Ottocento ma la visita
della chiesa è comunque
interessante per la sua
magnificenza. Gli affreschi
moderni riprendono i classici
temi dell’iconografia
ortodossa; l’iconostasi di
legno dorato è ricchissima
mentre dal soffitto pendono
innumerevoli lampadari dorati
e lampade votive, una a forma
di vascello. Nei pressi del
monastero si trova la tomba
dell’Arcivescovo Makarios ma
a causa del maltempo non
riusciamo a individuarla.
Decorata
quasi completamente con
affreschi bizantini, anche la chiesa
di Panagia Arakà a Lagoudera
è poco appariscente
all'esterno. Il ciclo di
affreschi, risalenti al 1192,
fu realizzato da un maestro
sconosciuto di Costantinopoli
in uno stile meno rigoroso del
periodo della dinastia dei
Comneni, imperatori bizantini
del XII
secolo.
Come
in tutte le chiese bizantine,
la parte superiore
dell'interno è riservata alle
rappresentazioni di Cristo
Pantocratore, la parte
centrale alla vita di Gesù e
la parte inferiore ai ritratti
dei santi.

|