- Castello
di Schönbrunn
Il
castello
di Schönbrunn
è uno dei più importanti
siti culturali dell'Austria e
dal 1960 circa una delle
maggiori attrazioni di Vienna.
Ben
presto dopo la fine della
monarchia la popolazione
viennese scoprì il parco del
castello come zona di
ricreazione. Infine anche il
castello, che oggi attira 2
milioni e mezzo di visitatori
l'anno, venne aperto al
pubblico nazionale e
internazionale. Il parco e
tutte le altre attrazioni
nell'area di Schönbrunn
richiamano altri 6 milioni di
visitatori ogni anno. Il
grandioso castello di
Schönbrunn e il suo parco
attirano quindi ogni anno 8
milioni di persone.
Nel
dicembre del 1996, in
occasione della XX conferenza
del World Heritage Committee,
il castello di Schönbrunn è
stato dichiarato patrimonio
mondiale dell'umanità
dell'UNESCO. L'iscrizione
nella World Heritage List,
istituita nel 1972, conferma
l'importanza mondiale del
castello e dell'intero parco
come opera d'arte barocca.
Siamo a tua disposizione per
rispondere ad eventuali
domande.
La
storia di Schönbrunn e degli
edifici che lo precedettero
risale al Medioevo. L'intera
tenuta veniva definita
"Katterburg" sin
dagli inizi del Trecento, ed
apparteneva ai domini feudali
dell’abbazia di
Klosterneuburg. Nel corso dei
secoli si trova menzione di
vari affittuari, alcuni dei
quali prestigiosi come il
borgomastro di Vienna Hermann
Bayer nel 1548, che
commissionò lavori di
ampliamento della fabbrica,
trasformandola in una dimora
signorile.
Nel
1569 la tenuta e la residenza
divennero di proprietà degli
Asburgo grazie a Massimiliano
II, con un contratto di
vendita che comprendeva un
edificio, un mulino, una
stalla, un parco e un
frutteto.
Massimiliano
era interessato in primo luogo
allo sviluppo del giardino
zoologico, dove si allevavano
soprattutto la selvaggina
autoctona e il patrimonio
avicolo locale. Nella
fagianaia
"Fasangarten"
c’era però anche un
allevamento di gallinacei
esotici, fra cui pavoni e
tacchini.
Alla
morte improvvisa di
Massimiliano II nel 1576, la
Katterburg passò a Rodolfo
II, che stanziò
esclusivamente i fondi
necessari alla manutenzione.
L'imperatore Mattia sfruttò
poi la tenuta come riserva di
caccia. La leggenda vuole che
durante una battuta di caccia
nel 1612 fosse lui a scoprire
quella sorgente che assunse in
seguito il nome di "bella
fonte" ("schöner
Brunnen"), da cui derivò
il nome dell’intera area di
Schönbrunn.
Anche
il suo successore Ferdinando
II e sua moglie Eleonora di
Gonzaga, entrambi appassionati
cacciatori, soggiornavano a
Schönbrunn durante le battute
di caccia. Alla morte di
Ferdinando nel 1637, la tenuta
divenne la residenza vedovile
di Eleonora, la quale, amante
dell'arte, vi condusse
un'animata vita di società
che esigeva una degna cornice
architettonica di
rappresentanza. Eleonora fece
quindi costruire intorno al
1642 un castelletto, mentre
l’intera tenuta assumeva il
nome di Schönbrunn, che
troviamo per la prima volta
menzionato nei documenti
ufficiali proprio in quel
medesimo anno.

Nel
1683 le devastazioni per il
secondo assedio dei Turchi a
Vienna non risparmiarono
neanche il castello e il
giardino zoologico di
Schönbrunn. L'imperatore
Leopoldo I, che ne entrò in
possesso nel 1686, prese la
decisione di affidare
Schönbrunn all'erede al trono
Giuseppe, e di costruire per
questi un edificio di
rappresentanza. Ben presto,
grazie alla mediazione degli
ambienti aristocratici, giunse
alla corte imperiale
l'architetto Johann Bernhard
Fischer von Erlach, che si era
formato a Roma. Nel 1688 egli
presentò all’imperatore il
cosiddetto "progetto
Schönbrunn I" per dar
prova del proprio talento
architettonico e risvegliare
l'interesse del sovrano. Nel
1689 Fischer fu quindi
nominato precettore
d’architettura dell'erede al
trono, e si affermò ben
presto come il più richiesto
architetto della corte e della
nobiltà.
Nel
1693 Leopoldo I lo incaricò
di eseguire i progetti
concreti per la costruzione di
un castello di caccia, eretto
nel 1696, in parte ancora
sulle fondamenta del
castelletto distrutto dai
Turchi. Nella primavera del
1700 era terminata la
costruzione del tratto
centrale del castello, ormai
abitabile. Il progetto
d’ampliamento con
l'edificazione delle ali
laterali si arenò nel 1701 in
seguito alle difficoltà
finanziarie causate dalla
Guerra di successione
spagnola, e i lavori ancora
necessari si bloccarono
definitivamente alla morte
improvvisa di Giuseppe.
Fischer von Erlach era
responsabile non soltanto
della progettazione del
castello, ma presiedeva anche
i lavori sorvegliandoli di
persona. Fra l’altro proprio
a questo grande incarico
eminentemente rappresentativo
si deve probabilmente il
conferimento del predicato
nobiliare "von
Erlach", concessogli
dall'imperatore Leopoldo.
Il
castello di caccia ai piedi
della collina non fu edificato
in base al primo progetto, di
gran lunga più utopico, che
prevedeva rampe d’accesso
aggettanti, colonnati e giochi
d’acqua che si estendevano
dal fiume Wien sino al
castello, sull’altura di
Schönbrunn. L’intero
complesso si sviluppa a
partire dall’asse centrale,
secondo l‘impianto
tradizionale dei castelli
barocchi. Il corpo di fabbrica
compatto del palazzo, con il
monumentale scalone
all’aperto anteposto al
risalto centrale, era
affiancato dalle ali laterali
che ospitavano le scuderie.
Questi edifici erano disposti
intorno al cortile d’onore,
delimitato a nord da un
portale con obelisco coronato
dall’aquila imperiale e un
gruppo scultoreo di Ercole.
Le
sale di rappresentanza del
castello di caccia davano sul
lato del cortile d’onore,
mentre le stanze private di
Giuseppe I nell’ala di
ponente del castello
affacciavano sul parco, e
l’ala di levante era invece
destinata ad accogliere gli
ospiti. Una scala detta
“dell’imperatrice”,
progettata probabilmente in un
secondo momento, doveva
consentire l’accesso alle
camere della sovrana.

Il
castello incompiuto servì in
seguito come residenza
vedovile di Guglielmina
Amalia. Nel 1728 l'imperatore
Carlo VI entrò in possesso di
Schönbrunn, dov'egli tuttavia
era solito recarsi soltanto
per le battute di caccia al
fagiano. Infine egli donò il
complesso alla figlia Maria
Teresa, che nutriva già da
sempre una predilezione per il
castello e i giardini che lo
circondavano. Il regno di
Maria Teresa coincise con
un'epoca di grande sfarzo per
Schönbrunn, quando il
castello divenne il centro
della vita politica e di
corte. Sotto la sua influenza
personale e sotto la direzione
dell'architetto Nikolaus
Pacassi, l'ex castello di
caccia di Giuseppe I fu
trasformato ed ampliato sino a
divenire una residenza.
Nell'inverno
del 1742/43 ebbero inizio i
primi lavori di costruzione
nel castello incompiuto, che
culminarono in seguito in un
progetto di rifacimento
d’ampio respiro al quale il
complesso deve in gran parte
l'aspetto odierno. La prima
fase dei lavori, dal 1743 al
1749, avvenne già in stretta
cooperazione con Nikolaus
Pacassi, che grazie al suo
talento soprattutto pratico fu
promosso primo architetto, per
esser poi nominato nel 1749
architetto di corte. Dapprima
fu avviata la costruzione
delle sale delle udienze e
degli appartamenti nell'ala
orientale per Maria Teresa e
Francesco Stefano, che ne
presero possesso già nel
1746.
Un
anno prima si era svolta la
cerimonia di consacrazione
della cappella del castello
ristrutturata, che tuttavia
conservava la struttura e
articolazione spaziale voluta
da Fischer von Erlach. Durante
i lavori di rifacimento
dell'ala orientale furono
creati anche i due cortili
interni e fu costruita la
cosiddetta scala della
cappella, che consentiva di
accedere da questo lato al
piano nobile.
I
lavori seguenti, nel 1746,
compresero la demolizione
della scalinata centrale
all'aperto di Fischer von
Erlach sul lato del cortile
d'onore, per creare al piano
terra del risalto centrale un
ampio passaggio carrabile
coperto e al piano nobile
sovrastante la Piccola e la
Grande Galleria.
Contemporaneamente fu
edificato il cosiddetto
Scalone azzurro nell'ala
occidentale come accesso di
rappresentanza al piano
nobile, senza però
distruggere la decorazione
delle pareti della sala da
pranzo, voluta all'epoca da
Fischer von Erlach, con il
soffitto affrescato da
Sebastiano Ricci nel 1702/03.
Poiché
la famiglia imperiale si era
fatta più numerosa, già nel
1748 nell'ala orientale si
rese necessario un nuovo
intervento, con
l’inserimento di un
ammezzato fra il piano nobile
e il piano superiore,
destinato ad alloggiare i
figli dell'imperatrice e la
loro corte.
Le
due gallerie al centro del
castello offrivano spazio per
i grandi ricevimenti, mentre
la Piccola Galleria era
adibita a salone per le feste
di famiglia in cerchia più
intima. Mancavano ancora in
questo primo rifacimento la
ricca decorazione di stucchi e
gli affreschi del soffitto nei
due saloni delle feste. Alla
Grande Galleria, in occasioni
private, si poteva accedere
anche direttamente attraverso
il nuovo scalone del cortile
d'onore, dalle passatoie
arcuate. Nelle occasioni
ufficiali i visitatori
dovevano invece seguire
l'intero percorso come voleva
la tradizione del "fare
anticamera"', dallo
scalone azzurro alle sale
delle udienze dell'imperatore
e consorte nell’ala di
levante, come prevedeva il
cerimoniale di corte.

Fra
gli ulteriori rifacimenti di
quell'epoca si annoverano
anche le arcate di
collegamento lungo il cortile
d'onore con le ali laterali,
definite "ali dei
cavalieri" nelle quali
alloggiava il personale di
corte di rango superiore.
Adiacenti ad esse furono
costruiti ampi fabbricati di
servizio in direzione di
Meidling (fra l'altro
l'Orangerie) e di Hietzing.
Questi fabbricati si erano
resi urgentemente necessari,
poiché, essendo il castello
la residenza della famiglia
imperiale, vi abitava anche
l’intera corte, il che
comportava il necessario
approvvigionamento. Dopo tutto
Schönbrunn doveva dare vitto
e alloggio ad oltre 1000
persone.
Per
esplicito desiderio di Maria
Teresa, nell’ala nord del
cortile fu costruito anche un
teatro del castello,
inaugurato solennemente nel
1747. Nel ruolo di cantanti ed
attori vi si esibirono fra gli
altri anche i numerosi figli
dell'imperatrice, mentre Maria
Teresa in persona vi diede
prova del suo talento canoro.
Ben
presto dopo il 1750 Maria
Teresa si vide costretta ad
intraprendere nuovi lavori
d’ampliamento del castello,
progettati ed eseguiti nel
1753 - 1763 dal Pacassi. La
famiglia imperiale si
accresceva costantemente, e
per sopperire al fabbisogno
crescente di stanze si rese
necessario l'inserimento di un
piano intermedio anche
nell'ala occidentale. Grazie a
tale intervento, anche la
simmetria esterna
dell'edificio fu ripristinata
e si poté quindi procedere ad
ultimare le facciate. Le
vedute del castello di
Schönbrunn di Bernardo
Bellotto detto il Canaletto,
risalenti al 1759/60, mostrano
le facciate prospicienti il
giardino e il cortile
articolate nei dettagli e
riccamente decorate, secondo i
dettami del rococò.
I
lavori della seconda fase di
rifacimenti non si limitarono
soltanto all'ampliamento
spaziale ai piani superiori
dell’edificio centrale e
agli esterni, ma comportarono
anche la decorazione dei
saloni di rappresentanza. Le
due Gallerie, adibiti a saloni
delle feste, furono dotate di
un soffitto a volta e decorate
di magnifici stucchi ed
affreschi che le resero uno
dei più insigni esempi di
rococò. Gli affreschi furono
realizzati da Gregorio
Guglielmi fra il 1755 ed il
1761, mentre nel 1761/62
Albert Bolla eseguì gli
stucchi. Anche le sale
prospicienti il giardino
furono decorate in gran parte
in stile rococò, con forme
estremamente manierate, le
cosiddette rocaille, inserendo
specchi e dipinti fissati al
muro.
Alla
morte improvvisa
dell'imperatore Francesco
Stefano I nel 1765, che
addolorò profondamente Maria
Teresa, si ebbe una nuova fase
di arredi. La vedova fece
adibire varie sale nell'ala
orientale del castello a
memoriale del marito, senza
badare a spese nel decorarle
con preziosi pannelli di lacca
cinese e rivestimenti di legno
d’immenso valore tuttora
conservati. Al pianterreno
Maria Teresa fece decorare fra
il 1769 ed il 1777 le
cosiddette stanze Bergl, in
cui abitava durante i caldi
mesi estivi, di pitture
paesaggistiche esotiche.
Come
ultimo progetto,
l’imperatrice si dedicò
negli anni Settanta del
Settecento al giardino,
commissionando i lavori
all’architetto di corte
Johann Ferdinand Hetzendorf
von Hohenberg che costruì nel
parco di Schönbrunn
suggestivi elementi
architettonici: la Gloriette,
la Fontana di Nettuno, la
Rovina romana e l’Obelisco.
Inoltre i viali, le fontane e
i piazzali furono adornati di
numerose statue classiche e
sculture eseguite da Wilhelm
Beyer e bottega. I rifacimenti
del castello e del parco si
conclusero definitivamente
poco prima della morte di
Maria Teresa, nel 1780.
Dopo
la morte di Maria Teresa il
castello di Schönbrunn restò
disabitato e fu riutilizzato
come residenza estiva soltanto
ai primi dell'Ottocento, sotto
l'imperatore Francesco II/I. A
quell'epoca risalgono anche le
due occupazioni di Schönbrunn
da parte di Napoleone, nel
1805 e nel 1809, durante le
quali l'imperatore francese
alloggiò fra l'altro nelle
stanze destinate a memoriale
di Francesco Stefano I,
nell'ala orientale. In
occasione del Congresso di
Vienna nel 1814/15 ci si rese
conto che a Schönbrunn erano
necessari urgenti rifacimenti.
Nel corso di tali lavori
Francesco II/I fece eseguire
fra il 1817 e il 1819 anche
una trasformazione della
facciata secondo i progetti
dell'architetto di corte
Johann Aman, che comportò
cambiamenti decisivi. Aman
asportò la ricca decorazione
rococò della facciata di
Pacassi e conferì al castello
il suo aspetto attuale, con
una facciata sobria, ridotta a
pochi elementi decorativi.
Anche l'ormai classico colore
"giallo Schönbrunn"
dell’attuale facciata risale
probabilmente a quel periodo.

Nel
1830 Francesco Giuseppe nacque
nell'ala orientale del
castello, abitata dai suoi
genitori Francesco Carlo e
Sofia. Educato
dall’ambiziosa madre sin dai
primi anni di vita al futuro
ruolo di erede al trono,
Francesco Giuseppe trascorreva
già durante l’infanzia e la
giovinezza i mesi estivi
a Schönbrunn. Con la sua
ascesa al trono nel 1848 il
castello avrebbe vissuto una
nuova epoca di splendore,
poiché il giovane imperatore
scelse subito Schönbrunn come
sua residenza preferita, in
cui trascorse gran parte della
vita. Francesco Giuseppe andò
a vivere nelle stanze dell'ala
occidentale che affacciavano
sul cortile d'onore, dov'egli
abitò fino alla morte,
avvenuta il 21 novembre del
1916.
I
suoi appartamenti erano
composti dalla sequela di sala
delle udienze, studio e camera
da letto. Nella Sala delle
udienze rimase la pregiata
pannellatura di noce,
dell’epoca di Maria Teresa,
mentre la mobilia di Francesco
Giuseppe era quella di suo zio
e predecessore, l’imperatore
Ferdinando I d’Austria. Le
camere private
dell’imperatore adiacenti a
questa sala furono arredate e
decorate a nuovo negli anni
Sessanta dell’Ottocento.
Per
le imminenti nozze con
Elisabetta, duchessa in
Baviera, nel 1854, già
durante l’inverno precedente
si ebbero gli interventi di
rifacimento per la futura
imperatrice nell'ala
occidentale che dava sui
giardini privati di Hietzing.
Anche l'appartamento di
Elisabetta comprendeva varie
stanze, al centro delle quali
si trovava il salotto
dell'imperatrice, dove
riceveva i suoi ospiti. I
locali adiacenti verso nord,
come la Camera da letto
comune, la Camera della
toeletta e il Gabinetto della
scala, erano le stanze private
di Elisabetta e furono
arredate con pesanti mobili di
palissandro. Il cosiddetto
Gabinetto della scala le
serviva da studio. Qui
Elisabetta fece installare nel
1862 la scala a chiocciola che
diede il nome alla stanza, poi
asportata alla fine della
monarchia, che le consentiva
di accedere direttamente ai
locali a pianterreno.
Le
sale che davano sul giardino
al piano inferiore
dell’appartamento
ricevettero nuovi arredi che
si confacevano alla
destinazione d’uso
esclusivamente privata, come
più tardi a Gödöllö. Vi
era un grande salotto e
probabilmente anche
l’immancabile palestra. Le
pareti erano rivestite di
pannelli e i mobili erano
tappezzati nel suo colore
preferito, il viola. Al
pianterreno del castello
furono arredati anche gli
appartamenti dei figli di
Elisabetta e Francesco
Giuseppe.
Per
la primogenita, Gisella, erano
state allestite le stanze
adiacenti a quelle
dell'imperatrice, mentre per
il principe ereditario Rodolfo
fu arredato nel 1867 il
cosiddetto "appartamento
del principe ereditario",
che dava verso Meidling ed
affacciava sui “Giardini del
principe ereditario”. In
tutto il pianterreno si
conservarono quasi tutte le
decorazioni di stucchi dei
soffitti, dell'epoca di Maria
Teresa, le pannellature di
legno in bianco e oro e i
paesaggi dipinti su tela.
In
occasione dell'imminente
esposizione universale nel
1873 a Vienna, dal 1869 in poi
si ebbero ampi interventi di
restauro rispettando le
antiche decorazioni rococò
del Settecento, che furono
integrate o ripristinate in
neo-rococò come espressione
dello stile imperiale. I
lavori si concentrarono sulle
due gallerie e sulle stanze
nell'ala orientale, destinate
ad appartamenti per gli
ospiti. In quelle sale le
pareti furono rivestite a
nuovo di arazzi appartenenti
alle collezioni imperiali o di
damasco ananas rosso, come si
vede tuttora.

La
storia di Schönbrunn e delle
fabbriche precedenti risale al
Medioevo. L’intera tenuta
veniva definita
“Katterburg“ sin dagli
inizi del Trecento, ed
apparteneva ai domini feudali
del convento di
Klosterneuburg. Oltre ad un
mulino, ospitava anche una
fattoria con produzione
vinicola. Nei secoli seguenti
la prospera tenuta fu affidata
a vari affittuari, finché nel
1569 la tenuta e la residenza
divennero di proprietà
dell’erario di corte con
Massimiliano II. L’interesse
dell’imperatore del Sacro
Romano Impero della Nazione
Germanica era rivolto
preminentemente
all’ampliamento del parco e
del serraglio, per poter
soddisfare, oltre al proprio
collezionismo, anche la
passione della caccia
condivisa da tutto il casato
asburgico. Il nuovo parco
voluto da Massimiliano era
quindi destinato non solo
all’allevamento della
selvaggina autoctona e del
patrimonio avicolo locale, ma
offriva anche spazio ai
gallinacei esotici, come
tacchini e pavoni, che non
potevano mancare nel parco di
un sovrano.
Il
parco recintato della
Katterburg fu distrutto nel
1605 dalle truppe ungheresi.
Riparati alla meglio i danni
più gravi, la tenuta fu
sfruttata in seguito
dall’imperatore Mattia
soltanto come riserva di
caccia. La leggenda vuole che
durante una battuta di caccia
nel 1612 egli scoprisse la
“bella fonte” (“schöner
Brunnen”), che diede poi il
nome all’intera tenuta.
Anche il suo successore
Ferdinando II e sua moglie
Eleonora di Gonzaga, entrambi
appassionati cacciatori,
scelsero Schönbrunn come
luogo di soggiorno durante le
battute di caccia. Dopo la
morte di Ferdinando nel 1637
la tenuta divenne residenza
vedovile, e cinque anni dopo
vi fu fatto costruire un
castelletto di rappresentanza,
che fu chiamato Schönbrunn,
menzionato per la prima volta
in documenti ufficiali nel
1642.
Oltre
al castello, Eleonora di
Gonzaga, appassionata d’arte
come l’omonima nipote e
consorte dell’imperatore
Ferdinando III, che risedette
anch’ella a Schönbrun da
vedova, commissionò grandi
lavori di ampliamento in
giardino, per poterlo
sfruttare per la sua animata
vita di società. Nella
seconda metà del Seicento nel
“famose parco di
Scheenbrunn“ si tennero fra
l’altro vari spettacoli
teatrali, cui partecipò come
compositore ed attore anche
l’imperatore Leopoldo I.
L’assedio di Vienna da parte
dei Turchi, nel 1683, mise
amaramente fine alla vita
culturale. Anche il castello e
il parco di Schönbrunn furono
preda delle devastazioni degli
ottomani.
L’imperatore
Leopoldo I, che ne entrò in
possesso nel 1686, prese la
decisione di affidare
Schönbrunn all’erede al
trono Giuseppe, e di costruire
per il futuro imperatore un
edificio di rappresentanza.
Ben presto, grazie alla
mediazione degli ambienti
aristocratici, giunse alla
corte imperiale l’architetto
Johann Bernhard Fischer von
Erlach, che si era formato a
Roma. Dopo aver eseguito un
primo progetto utopico, egli
ideò una variante più
realistica di castello di
caccia, la cui costruzione
ebbe inizio nel 1696 e che
quattro anni dopo era già
abitabile. Non fu però
possibile ultimarne la
costruzione a causa dei disagi
finanziari sotto il regno di
Giuseppe, dovuti alla guerra
di successione spagnola.
Già
nel 1695 Jean Trehet, allievo
del grande maestro francese
dell’arte dei giardini
André Le Notre, iniziò a
disegnare il parco. Lungo
l’asse centrale del parco
del castello, Trehet tracciò
il parterre centrale,
accentuato da una vasca a
stella e fiancheggiato da
boschetti laterali. Il parco
barocco, che già all’epoca
probabilmente conteneva
l’immancabile labirinto ed
un aranceto a struttura
circolare, era scandito da
ampi viali.
Alla
morte di Giuseppe I nel 1771,
il castello incompiuto di
caccia di Schönbrun divenne
la residenza vedovile
dell’imperatrice Guglielmina
Amalia. Nel 1728
l’imperatore Carlo VI entrò
in possesso di Schönbrunn,
dov’egli tuttavia si recava
soltanto di rado per la caccia
ai fagiani. Infine egli donò
il complesso alla figlia Maria
Teresa, che nutriva già da
sempre una predilezione per il
castello e i giardini
circostanti. Il regno di Maria
Teresa, iniziato nel 1740 alla
morte improvvisa di Carlo VI,
fu per Schönbrunn un‘epoca
di grande splendore, e il
castello divenne il centro
della vita politica e di
corte. Sotto la direzione
dell’architetto Nikolaus
Pacassi, fra il 1743 ed il
1763 l’ex castello di caccia
fu trasformato, ampliato e
dotato di arredi di estremo
pregio sino a divenire una
sontuosa residenza di stile
rococò.

Tratto
da: www.schoenbrunn.at
Maggio
2015
Pag.
6
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