Giardino persiano
Iran

 PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2011

 

Il patrimonio Giardino persiano comprende nove giardini in varie province iraniane, che esemplificano la varietà di tipologie del giardino persiano, che si sono evolute per adattarsi alle diverse condizioni climatiche, pur mantenendo le loro caratteristiche che hanno radici fin dai tempi di Ciro il Grande, nel VI secolo a.C..

I 9 giardini iraniani riconosciuti come tale quest’anno, sono i seguenti: Il Giardino di Pasargad, il Giardino di Eram, Il Giardino di Chehel Sotun, Il Giardino di Fin, Il Giardino di Abbas Abad, Il Giardino di Shazdeh, Il Giardino di Mahan, Il Giardino di Dolat Abad, Il Giardino di Pahlevanpoor, Il Giardino di Akbarie.

Va ricordato che questi giardini appartengono alle varie zone dell’Iran con diverse caratteristiche naturali e geografiche. Nonostante il fatto che ognuno risale ad un’epoca diversa della storia della Persia – dall’epoca achemenide (2500 anni fa) fino all’epoca Qajar(200 anni fa) - ma tutti rappresentano perfettamente le radici storici della cultura iraniana.

Nella memoria degli iraniani, giardino da sempre evoca un’immagine del paradiso (in persiano: Ferdows). Forse per questo motivo, anche prima dell’epoca islamica, gli iraniani si dedicavano appassionatamente a costruire giardini e credevano che i giardini rappresentino una natura modificata dalla fantasia umana.

I Persiani continuarono a sviluppare i loro parchi secondo le tradizioni Assiro-Babilonesi. Già gli Assiri, avevano considerato gli alberi elementi fondamentali del giardinaggio. I Persiani, poi, ebbero per essi un'autentica venerazione. Queste piante avevano anche una grande importanza dal punto di vista religiosa. Vi era l'albero della vita eterna ai cui piedi scorreva un corso d'acqua e vi era l'albero miracoloso che conteneva il seme di ogni cosa. Perciò tra i Persiani piantarli e coltivarli era addirittura considerata un'occupazione sacra e faceva parte dell'educazione che si impartiva la sera ai ragazzi.

Si mettevano alberi di alto fusto nei parchi e se ne metteva anche attorno alle tombe creando giardini e boschetti per la gioia delle anime dei defunti. Così la tomba di Ciro a Pasagardæ era circondata da alberi e suo figlio Cambise ne aveva affidato la cura ad una famiglia di Magi. Parchi alberati venivano a maggior ragione creati per i vivi. Così, con la parola che sta all'origine del "paradiso", termine oggi usato per descrivere il luogo più bello e più felice che esista, i Persiani usavano chiamare i loro giardini “Ferdows”.

Data questa adorazione che i Persiani avevano per i giardini era chiaro che chi volesse offenderli non poteva inventar niente di meglio che tagliare i loro alberi. Questo era infatti il primo atto ostile che veniva intrapreso dai nemici dei Persiani quando riuscivano a penetrare nel loro territorio. Non c'è dubbio che questo popolo ponesse gli alberi tra i più preziosi dei suoi monumenti e considerasse la loro distruzione un sacrilegio.

Purtroppo l'adorazione dei Persiani per i propri alberi non si esplicò nell'arte figurativa e, se nella letteratura troviamo tante notizie sui loro giardini, poco troviamo nei loro bassorilievi, qualche pianta ornamentale e qualche fiore, e tutti molto stilizzati.

Fortunatamente a Pasagardae sono emersi i resti del grande parco che circondava il palazzo di Ciro. Così ci è oggi possibile ricostruire come fossero organizzati i "paradisi" persiani. La residenza reale, vastissima e recintata, era costituita da lussuosi padiglioni sparsi nel giardino. Era nelle sue aiole ben squadrate che dovevano allungarsi quei filari di alberi, bellissimi e profumati, descritti nell'aneddoto di Ciro. Attorno per irrigarli girava una rete di canali decorativi rivestiti di marmo bianco, una lunghissima catena rotta ad intervalli regolari da pozzetti quadrati di 1 m per lato e 0.50 m di profondità. Lo scorrere di quest'acqua limpida e pura rallegrava il luogo che possiamo immaginare fresco, pieno del canto degli uccelli, del ronzio degli insetti, e di infinita pace: insomma, un vero paradiso.

Nella regione Fars, e in particolare nella città storica di Shiraz, è rimasta la tradizione per costruire i giardini e nel corso dei secoli, la città di Shiraz è rimasta famosa per i suoi bellissimi giardini. Il Giardino di Eram, è uno delle più belle di Shiraz, costruito 200 anni fa, nell’epoca Qajar. Il suo stile è uno delle più uniche in tutto l’Iran. Le sue fontane, i corsi d’acqua, i suoi vecchi alberi e i bellissimi musaici di vari colori. Il giardino persiano di solito viene diviso in quattro settori.

Addirittura il tappeto persiano, simbolo della vittoria sulla natura selvaggia del deserto, è spesso un tappeto-giardino cosparso di fiori, a volte diviso in quattro settori da un disegno cruciforme, come un vero ‘tetragiardino’ (chaharbagh). E’ un giardino che si può portare all’interno, in un continuo effetto dentro-fuori, è anche un pezzo di casa che si può portare all’esterno.