Il
patrimonio Giardino persiano comprende nove giardini in varie
province iraniane, che esemplificano la varietà di tipologie del giardino
persiano, che si sono evolute per adattarsi alle diverse condizioni
climatiche, pur mantenendo le loro caratteristiche che hanno radici fin
dai tempi di Ciro il Grande, nel VI secolo a.C..
I 9
giardini iraniani riconosciuti come tale quest’anno, sono i seguenti: Il
Giardino di Pasargad, il Giardino di Eram, Il Giardino di Chehel Sotun, Il
Giardino di Fin, Il Giardino di Abbas Abad, Il Giardino di Shazdeh, Il
Giardino di Mahan, Il Giardino di Dolat Abad, Il Giardino di Pahlevanpoor,
Il Giardino di Akbarie.
Va
ricordato che questi giardini appartengono alle varie zone dell’Iran con
diverse caratteristiche naturali e geografiche. Nonostante il fatto che
ognuno risale ad un’epoca diversa della storia della Persia –
dall’epoca achemenide (2500 anni fa) fino all’epoca Qajar(200 anni fa)
- ma tutti rappresentano perfettamente le radici storici della cultura
iraniana.
Nella
memoria degli iraniani, giardino da sempre evoca un’immagine del
paradiso (in persiano: Ferdows). Forse per questo motivo, anche prima
dell’epoca islamica, gli iraniani si dedicavano appassionatamente a
costruire giardini e credevano che i giardini rappresentino una natura
modificata dalla fantasia umana.
I
Persiani continuarono a sviluppare i loro parchi secondo le tradizioni
Assiro-Babilonesi. Già gli Assiri, avevano considerato gli alberi
elementi fondamentali del giardinaggio. I Persiani, poi, ebbero per essi
un'autentica venerazione. Queste piante avevano anche una grande
importanza dal punto di vista religiosa. Vi era l'albero della vita eterna
ai cui piedi scorreva un corso d'acqua e vi era l'albero miracoloso che
conteneva il seme di ogni cosa. Perciò tra i Persiani piantarli e
coltivarli era addirittura considerata un'occupazione sacra e faceva parte
dell'educazione che si impartiva la sera ai ragazzi.

Si
mettevano alberi di alto fusto nei parchi e se ne metteva anche attorno
alle tombe creando giardini e boschetti per la gioia delle anime dei
defunti. Così la tomba di Ciro a Pasagardæ era circondata da alberi e
suo figlio Cambise ne aveva affidato la cura ad una famiglia di Magi.
Parchi alberati venivano a maggior ragione creati per i vivi. Così, con
la parola che sta all'origine del "paradiso", termine oggi usato
per descrivere il luogo più bello e più felice che esista, i Persiani
usavano chiamare i loro giardini “Ferdows”.
Data
questa adorazione che i Persiani avevano per i giardini era chiaro che chi
volesse offenderli non poteva inventar niente di meglio che tagliare i
loro alberi. Questo era infatti il primo atto ostile che veniva intrapreso
dai nemici dei Persiani quando riuscivano a penetrare nel loro territorio.
Non c'è dubbio che questo popolo ponesse gli alberi tra i più preziosi
dei suoi monumenti e considerasse la loro distruzione un sacrilegio.
Purtroppo
l'adorazione dei Persiani per i propri alberi non si esplicò nell'arte
figurativa e, se nella letteratura troviamo tante notizie sui loro
giardini, poco troviamo nei loro bassorilievi, qualche pianta ornamentale
e qualche fiore, e tutti molto stilizzati.
Fortunatamente
a Pasagardae sono emersi i resti del grande parco che circondava il
palazzo di Ciro. Così ci è oggi possibile ricostruire come fossero
organizzati i "paradisi" persiani. La residenza reale,
vastissima e recintata, era costituita da lussuosi padiglioni sparsi nel
giardino. Era nelle sue aiole ben squadrate che dovevano allungarsi quei
filari di alberi, bellissimi e profumati, descritti nell'aneddoto di Ciro.
Attorno per irrigarli girava una rete di canali decorativi rivestiti di
marmo bianco, una lunghissima catena rotta ad intervalli regolari da
pozzetti quadrati di 1 m per lato e 0.50 m di profondità. Lo scorrere di
quest'acqua limpida e pura rallegrava il luogo che possiamo immaginare
fresco, pieno del canto degli uccelli, del ronzio degli insetti, e di
infinita pace: insomma, un vero paradiso.
Nella
regione Fars, e in particolare nella città storica di Shiraz, è rimasta
la tradizione per costruire i giardini e nel corso dei secoli, la città
di Shiraz è rimasta famosa per i suoi bellissimi giardini. Il Giardino di
Eram, è uno delle più belle di Shiraz, costruito 200 anni fa,
nell’epoca Qajar. Il suo stile è uno delle più uniche in tutto
l’Iran. Le sue fontane, i corsi d’acqua, i suoi vecchi alberi e i
bellissimi musaici di vari colori. Il giardino persiano di solito viene
diviso in quattro settori.
Addirittura
il tappeto persiano, simbolo della vittoria sulla natura selvaggia del
deserto, è spesso un tappeto-giardino cosparso di fiori, a volte diviso
in quattro settori da un disegno cruciforme, come un vero
‘tetragiardino’ (chaharbagh). E’ un giardino che si può portare
all’interno, in un continuo effetto dentro-fuori, è anche un pezzo di
casa che si può portare all’esterno.
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