I siti
cristiani nascosti della regione di Nagasaki sono una serie di
località che conservano edifici cristiani situati nella prefettura
di Nagasaki, nella parte nord-occidentale dell'isola di Kyūshū.
I 12 componenti del sito - 10 villaggi, il castello
di Hara e la cattedrale
di Oura - sono stati inseriti nella Lista
dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO il
30 giugno 2018.
Questi
siti, costruiti tra il XVI e
il XIX
secolo, testimoniano le attività dei primi missionari cattolici
nel Giappone e della storia successiva dei cristiani giapponesi,
caratterizzata dalla proibizione, dalla persecuzione e infine dalla
riapertura e dalla rinascita del culto cristiano dopo il 1853. In
particolare sono testimonianze uniche della tradizione culturale dei kakure
kirishitan (i "cristiani nascosti") della regione
di Nagasaki, che per sfuggire alle persecuzioni trasmisero segretamente
la loro fede per generazioni, dal XVII al XIX secolo.
Il
cristianesimo arrivò per la prima volta in Giappone a metà del 1500,
dove si diffuse per un breve periodo nei dintorni di Nagasaki e sulle
isole adiacenti di Amakusa.
Visitando
oggi questa regione, si troveranno le rovine del castello, chiese
ricostruite e antichità religiose che raccontano una storia di
ribellioni locali contro lo shogunato, rituali forzati di rinuncia alla
fede cristiana, seguiti dalla successiva liberalizzazione della pratica
religiosa a metà del XIX secolo.
Nel XVI
secolo, il cristianesimo si diffuse a Nagasaki e sulle disole di Amakusa
per un breve periodo attraverso l'opera del missionario gesuita Francis
Xavier. Diffondendosi a partire da Nagasaki,
la nuova fede conquistò molti convertiti. Nel corso del XVI
secolo la comunità cattolica crebbe fino a superare le
300.000 unità: per essi venne istituita nel 1588 la diocesi
di Funay. Soltanto pochi decenni dopo, nel 1614, lo
shogunato Edo ne proibì la fede e i suoi seguaci furono costretti a
praticare in segreto e ad affrontare la tortura e la morte.
Anche
se molti cristiani furono costretti a rinunciare alla fede, molti altri
trovarono il modo di continuare le loro pratiche religiose in segreto.
Senza sacerdoti ordinati o istituzioni da seguire, la religione cominciò
ad evolversi lentamente assumendo una propria forma peculiare.
Per
comprendere meglio la storia delle persecuzione cristiana, ci si dirige
vero la città di Shimabara, situata sulla punta meridionale di
Nagasaki. Per quasi cinque mesi, gli agricoltori si rivoltarono contro
lo shogunato, opponendosi all'oppressione religiosa e agli aumenti delle
tasse. La rivolta portò infine a uno scontro aperto con circa 120.000
soldati, che si concluse con la battaglia del Castello di Hara
nell'aprile del 1638. Lo spargimento di sangue servì soltanto ad
aumentare la determanzione del governo nel limitare la religione.
Visitanto
Shimabara si troveranno fondamenta in pietra, i cancelli del castello e
un monumento in ietra in commemorazione della rivolta.
Dopo
la rivolta
di Shimabara del 1637-1638, alla pratica della persecuzione
dei cristiani si aggiunse la politica del sakoku,
cioè la chiusura del paese agli stranieri, che durò per oltre due
secoli e impedì ai cristiani giapponesi, ormai costretti a vivere in
clandestinità (i cosiddetti kakure
kirishitan), di avere qualunque contatto con le gerarchie
ecclesiastiche o con altri cristiani.
Con
l'apertura del Giappone dopo la restaurazione Meiji (1868-1912) e il
divieto del cristianesimo ufficilmente revocato nel 1873, i cristiani
che per tanti anni avevano praticato segretamente la loro religione,
divennero liberi di praticarla pubblicamente. Molte chiese costruite
nella regione risalgono a metà del XIX secolo. La più importante tra
queste è la Cattedrale di Oura, situata nel cuore di Nagasaki, una
chiesa cattolica gotica dedicata ai 26 martiiri giustiziati sulla
collina di Nishzaka.
Da
Shimabara si può prendere un traghetto per le isole Amakusa, un
arcipelago di isole rocciose con vegetazione rigogliosa e villaggi
balneari idilliaci. Queste isole furono la residenza di Amakusa Shiro,
il leader della Ribellione di Shimabara. In seguito al divieto del
cristianesimo, l'area divenne un terreno fertile per i cristiani che
praticavano in segreto in Giappone. Conosciuti come kakure kirishitan,
questi praticanti clandestini creavano e veneravano in stanze segrete
statue della Vergine Maria che ricordano incredibilmente le dee buddiste
Kannon.
A
nord-ovest di Nagasaki si incontra l'ex città di Sotome. Come Amakusa,
i cristiani praticarono qui la loro fede in segreto fino alla metà del
1800. In seguito alla restaurazione Meiji, nella zona furono
ripristinate diverse chiese. Tra queste, la chiesa di Shitsu, attiva
ancora oggi e riportata al suo aspetto originale.
I
dodici luoghi iscritti nella lista sono:
Minamishimabara
|
Resti
del Castello di Hara
|
 |
Hirado
|
Villaggio
di Kasuga e luoghi sacri a Hirado (Villaggio di Kasuga e
monte Yasumandake)
|
 |
Hirado
|
Villaggio
di Kasuga e luoghi sacri a Hirado (Isola di Nakaenoshima)
|
 |
Amakusa
|
Villaggio
di Sakitsu ad Amakusa
|
 |
Nagasaki
|
Villaggio
di Shitsu a Sotome
|
 |
Nagasaki
|
Villaggio
di Ōno a Sotome
|
 |
Sasebo
|
Villaggi
sull'isola di Kuroshima
|
 |
Ojika
|
Resti
di villaggi sull'isola di Nozaki
|
 |
Shinkamigotō
|
Villaggi
sull'isola di Kashiragashima
|
 |
Gotō
|
Villaggi
sull'isola di Hisaka
|
 |
Gotō
|
Villaggio
di Egami sull'isola di Naru (Chiesa di Egami e
i soui dintorni)
|
 |
Nagasaki
|
Cattedrale
di Ōura
|
 |

|